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Autore: fenris    20/03/2021    7 recensioni
Nella cupa oscurità del lontano futuro... c'è solo l'avventura! Centinaia di clan di esploratori e guerrieri si contendono la galassia tra tornei, missioni e guerre in miniatura. Sei ragazzi delle Isole del destino sognano di unirsi a loro, ma i loro sogni vengono infranti in una notte. Un di loro, Sora, si ritrova caricato con un'antica eredità che lo obbligherà ad addentrarsi negli angoli più oscuri della galassia e a scoprire il suo stesso limite.
*Crossover con Star Wars, Spectrobes e altre serie Disney con altri elementi da diversi giochi Square Enix*
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Kairi, Riku, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La milizia difensiva dell'arcipelago aveva risposto come poteva a quell'improvviso attacco, aiutata anche dai viaggiatori che si erano fermati lì per riposare, ma furono rapidamente soverchiati dal numero e dall'esperienza degli assalitori.

 

Sora e compagni non poterono neanche partecipare alla difesa, furono subito mandati a guidare donne e bambini mentre le loro orecchie venivano frastornate dai rumori della battaglia in corso.

 

“ Quanto vorrei aiutarli.”, disse Kairi riprendendo il pupazzo caduto a una bambina e ridandoglielo con un sorriso. Non riusciva a sopportare l'idea della propria patria adottiva in una situazione del genere. Era arrivata anni prima con la nonna, che sperava di farla crescere in un ambiente più sano di certi pianeti metropolitani, e aveva finito per amare quel piccolo ammasso di isole.

 

“ Siamo più utili qui, a combattere contro dei pirati esperti saremmo solo d'impiccio. La nostra destinazione non è lontana per fortuna.”, disse Riku, che stava in testa al gruppo, diretto a una grotta nel cuore della montagna.

 

“ Ma che vuol dire, colui che possiede la chiave? Cerca il tesoriere dell'isola?”, domandò Montblanc, rischiando quasi di inciampare prima che Kairi l'aiutasse a rialzarsi.

 

“ Mia madre a volte mi narrava storie su guerrieri che possedevano armi a forma di chiavi. Potentissimi e anche dei leader naturali, nessuno usava la Forza come loro.”, disse invece Alami, zampettando goffa. Prima che gli altri potessero rispondere, un fulmine interruppe il loro cammino, precedendo l'arrivo di due pirati, un'elfa vestita da maga nera e un'Hutt corazzato armato di ascia.

 

“ Ah, ecco dove sono i marmocchi- disse felice la prima dei due- sentite, seguiteci e non vi sarà fatto alcun male. Vogliamo solo che il nostro obbiettivo venga a salvarvi.”.

 

“ MERDA, SCAPPATE, A LORO PENSO IO!”, gridò Riku correndo verso il duo e prendendo la sua lama, ricoprendola con un alone di pura tenebra per attaccare l'elfa, che lo spedì via con un incantesimo di vento di media potenza.

 

“ Non ti lascio solo.”, disse Sora mettendo mano alla sua spada mentre gli altri scappavano e tentando un affondo a sua volta. Grazie ai suoi migliori riflessi rispetto all'amico, riuscì a scansare il primo incantesimo, ma l'Hutt si rivelò molto più veloce di quanto sembrasse e lo scagliò via con un colpo di mazza.

 

Sora ruzzolò ringhiante per terra e fece per rialzarsi canalizzando nuovamente energia nella sua arma per tentare una delle sue mosse preferite, il Break veloce, un colpo fisico capace di rallentare chi lo riceveva. Si mosse con quanta agilità poteva, dirigendo la spada contro l'incantatrice, che però si limitò a sparargli una palla di fuoco in pieno petto.

 

“ Patetico... e pensare che il nostro obbiettivo si è rifugiato proprio qui in questa terra di perdenti.”, disse delusa creando un altro incantesimo tra le dita per mirarlo ai due ragazzi.

 

“ Gli unici perdenti qui siete voi che ve la prendete coi più deboli.”, ribattè Sora rimettendosi in piedi e assumendo un'altra posizione di guardia, imitato da Riku.

 

“ Che vuoi che ti dica, moccioso. E' un universo crudele.”, ridacchiò crudelmente la strega. Il suo avversario a quel punto non ci vide più. Era cresciuto con storie di gloriosi eroi che portavano giustizia ovunque andassero, desiderando diventare come loro. E il suo sogno si stava per infrangere grazie a quei banditi da due solti che intendevano ridurre lui e i suoi amici a nient'altro che esce? Giammai.

 

I due ragazzi concentrarono quanta più Forza poterono nelle rispettive armi, preparandosi a quello che sarebbe stato probabilmente il loro ultimo attacco. Ma erano disposti a tutto pur di fare la loro parte per proteggere l'isola.

 

Improvvisamente la spada di Sora si illuminò, generando forti fasci di luce bianca che per un po' resero impossibile vederne la forma. Il ragazzo sentì qualsiasi energia il suo corpo contenesse, i suoi stessi pensieri, fluire nella lama e trasformarla atomo dopo atomo. Quando finalmente Riku e i due pirati poterono vedere nuovamente, nelle mani di Sora si trovava una chiave argentea col manico d'oro ben più grande della spada presente prima, dotata anche di un portachiavi a forma di testa di topo.

 

“ La chiave.... lady Malefica sarà soddifatta. Ci ricompenserà parecchio.”, disse avido l'Hutt, muovendosi per prendere Sora. Il giovane guerriero però si mosse con una velocità che non era neanche consapevole di avere, parando il primo colpo per poi apparire dietro l'enorme gasteropode.

 

“ Break vitale!”, annunciò il ragazzo creando un alone verde attorno alla sua nuova spada e calandola sulla testa dell'Hutt, che si ritrovò scagliato via di vari metri. Quando si voltò per affrontare anche la maga, questi era sparita.

 

“ Ma come ho fatto?”, si chiese Sora, passando lo sguardo dall'arma che teneva in mano al nemico appena atterrato. Sentiva la Forza scorrere in lui come una fluidità che mai aveva sentito prima, era come se fino a poco fa avesse avuto dei midi chlorian bloccati da mille costrizioni, che ora erano stati rimosse.

 

“ Sora, sei stato incredibile. Ma che diavolo è quest'affare?”, gli disse Riku ansimante e ammirato. Sora riguardò lo sguardo, muovendo gli occhi da lui alle mani che ancora tenevano la spada, chiedendosi cosa gli fosse successo. Ma non aveva tempo per interrogarsi, l'isola era ancora sotto attacco.

 

“ Dirigiti alla grotta, io penserò a ripulire la zona da qualsiasi minaccia.”, affermò il moro buttandosi nella boscaglia in cerca di avversari su cui collaudare la sua strana arma. Non avrebbe permesso che la sua casa cadesse se poteva fare qualcosa a riguardo.

 

 

*****

 

“ Dunque l'avete trovato?”, domandò Uncino alla radio, osservando soddisfatto le fiamme che lambivano l'isola. C'era poco che lo soddisfacesse come l'odore di villaggi in fiamme la sera, ma in quel caso era stato chiamato per un compito che andava oltre il semplice furto di risorse e schiavi. Ne stava parlando proprio in quel momento con uno dei suoi sottoposti.

 

“ Sì, l'ha evocato all'improvviso e ha messo Raka al tappeto. Torno a cercarlo?”, domandò la maga elfica che poco prima aveva minacciato il gruppetto di Sora.

 

“ No. Il nostro collaboratore ha già evocato i suoi scagnozzi, ci penseranno loro. Se Heartless e Nessuno non bastano, ci penseremo io e lui stesso. Tu arraffa semplicemente ciò che puoi prima di scappare.”, istruì semplicemente il capitano prima di riattaccare.

 

“ Mio capitano, devo dire che avete fatto bene ad accettare l'offerta di Malefica ed unirci al clan Stecker.”, disse il suo nostromo e medico, Spugna, anziano pirata la cui esperienza gli era valso un posto fisso nella flotta del suddetto clan.

 

“ Ammetto che avevo dei dubbi all'inizio, ma chi sono io per rifiutare l'offerta di una dama tanto elegante e potente?”, domandò il capitano pizzicandosi i lunghi baffi.

 

In realtà Uncino aveva una paura tremenda del proprio capo clan, e non a torto. La prima volta che si erano incontrati, fu all'inizio delle rispettive carriere, quando non era che un mozzo sulla nave del capitano Flint, impegnato in una battaglia con le forze in cui Malefica serviva. All'incantatrice Gria non ci volle che uno sguardo per spedire il novizio pirata a terra ricoperto di ustioni.

 

La rivide molti anni dopo, quando ormai si era già costruito la sua ciurma e aveva raggiunto un certo livello di potere. Lei era intenta a costruire il clan Stecker alleato dopo alleato e gli aveva proposto di servirla. Uncino sapeva già che avrebbe accettato viste le alternative, ma chiese comunque un duello per salvare la faccia, non poteva piegarsi così solo perchè la donna era l'erede di un clan quasi defunto per quanto potente.

 

Combattè contro il braccio destro e amante di Malefica, una certa Talon, che era ancora peggio della strega. Uncino si era ritrovato con diverse costole rotte, ma almeno la sua ciurma lo rispettava ancora.

 

“ Beh, credo che sia ora della seconda ondata se non si sono già arresi. Passatemi il megafono.”, ordinò secco il pirata facendo un cenno ai sottoposti dietro di lui. Ripetè l'ordine un'altra volta e infastidito dall'attesa si voltò insieme a Spugna per trovare la maggior parte dei suoi uomini svenuti o immersi in pozze del loro stesso sangue.

 

L'unico ancora in piedi era un guerriero mandaloriano coperto da una lucente armatura in Beskar e armato con una lancia dello stesso materiale, sporca di sangue e tenuta ritta come se l'uomo aspettasse istruzioni da un superiore.

 

“ Oh, cielo, cosa...”, si chiese nervoso il povero Spugna, che non aveva più l'età per digerire simili spettacoli.

 

“ Sono qui per il ragazzo con la chiave e per lui soltanto. Andatevene e non vi sarà fatto alcun male”, disse il Mandaloriano, avanzando lento ma con costanza verso i due pirati rimasti. Uncino non sembrò comunque particolarmente intimidito.

 

“ Arrivato tardi, guerriero. Il nuovo possessore del Keyblade appartiene a noi. Spugna, cura i feriti mentre io mi occupo di questo villano.”, rispose Uncino tirando fuori la spada mentre Spugna, non ostacolato da Mando, corse sui suoi compagni ancora in vita utilizzando quel po' di magia bianca che conosceva per rimetterli in sesto.

 

I due combattenti passarono pochi istanti a studiarsi prima di gettarsi l'uno contro l'altro. Il pirata muoveva il proprio fioretto con incredibile velocità e destrezza mentre cercava una breccia nella guardia di Mando, il cui giavellotto veniva roteato con non meno abilità per deflettere tutti i colpi.

 

“ Aculeo velenoso!”, esclamò il pirata, lasciando che un rivolo di energia scorresse lungo la sua spada prendendo la forma di un grosso calabrone, prima di attaccare per l'ennesima volta Mando. La tecnica che avrebbe dovuto avvelenarlo venne però respinta con un fluido movimento della lancia e contrattaccata con un semplice pugno al viso di Uncino.

 

“ Forza, capitano, può farcela!”, gridò Spugna, nascosto in un barile, al suo amato capitano. Il duello andò avanti per un altro minuto o poco più, finchè stanco di continuare quel gioco, Mando non scartò un affondo di Uncino per poi avvolgerlo con una corda proveniente dal suo guanto e finirlo con un potente respiro congelante che riempì l'aria con una fitta brina.

 

Risolto il problema Uncino, fu sul punto di dirigersi sull'isola per raggiungere Grogu, quando un applauso lo interruppe. Si girò trovando un'alta figura che indossava un'abito nero con cappuccio, che lo ricopriva dalla testa ai piedi con cerniere e qualche decorazione in argento.

 

“ La tua fama è ben meritata, Djn Djarin.”, disse con voce maschile e calcolatrice.

 

“ Chi sei?”, domandò il Mandaloriano, innervosito sia dall'uso del suo vero nome che dall'aura emanato da quell'apparizione. Quello non era come Uncino. Era un avversario almeno al livello del guerriero, se non superiore.

 

“ Uno di coloro che ha assunto Uncino. Da quanto ho capito per lo stesso scopo per cui tu sei stato assoldato.”, disse piatto l'uomo facendo scivolare dalla manica una coppia di dadi, mettendo ancora più all'erta il Mandaloriano.

 

Gli Scommettitori come quello che aveva davanti non erano una classe eccezionalmente forte, mancando della forza fisica e della potenza magica di guerrieri o incantatori puri. Ma grazie ai loro dadi erano comunque capaci di scatenare effetti a dir poco insidiosi, e devastanti una volta raggiunta la dovuta esperienza. E questo quando non imparavano anche le abilità di una delle sovraccitate classi.

 

L'uomo incappucciato non perse tempo ad analizzare Mando a differenza di Uncino e con un solo gesto, una manciata di grossi dadi caddero su di lui, ma riuscì fortunatamente a schivare. Avvolgendo poi la sua arma con un forte alone di energia si gettò in potenti affondi contro il nuovo avversario, che rispose creando enormi carte da gioco che vennero facilmente impalate mentre schivava con una certa eleganza.

 

Desideroso di concludere presto quell'imprevisto scontro, Mando utilizzò la tecnica preferita dei Dragoni, il Salto. Con una rapidità impressionante, saltò a quasi venti metri d'altezza, impugnando la lancia più salda che mai prima di dirigersi dritto sulla testa del suo avversario, che in tutta risposta gli puntò contro una mano.

 

 

“ Stopra.”, disse semplicemente l'individuo, avvolgendo Mando con l'immagine multicolore di un orologio da taschino. I movimenti del mandaloriano, poco prima paragonabili alla velocità di un fulmine, rallentarono all'improvviso fino al sembrare praticamente fermo nel suo assalto.

 

' C- cosa?', si domandò Mando, paralizzato. La sua armatura era stata progettata per difenderlo il più possibili da vari tipi di danno, in particolare dalle magie spazio- temporali. E quello l'aveva fermato con un semplice Stopra?

 

“ Ah, siamo fortunati. Malefica vuole anche lui.”, disse un Uncino appena rialzatosi con tono soddisfatto, facendo cenno ad alcuni uomini di incatenarlo e sedarlo prima che l'effetto dell'incantesimo finisse.

 

“ E' stata una fruttuosa collaborazione, devo dire.”, commentò l'uomo incappucciato girando ora alcune carte e osservando il disperato mandaloriano venire messo in catene, in attesa del momento che Sora sarebbe stato tra le sue mani.

 

 

*****

 

Sora aveva passato un'ora buona a combattere le bizzarre creature che avevano invaso l'isola, cercando di prendere quanti pirati e mostri possibili di sorpresa. Qualsiasi boost di potere quell'arma gli aveva concesso, per utile che fosse, sentiva avesse un limite e quindi doveva approfittarne prima che svanisse.

 

Distruggendo l'ennesima creatura nera si guardò attorno, il viso abbronzato illuminato dalle fiamme tutte attorno.

 

“ Questi bastardi non possono essere infiniti.”, si disse per l'ennesima volta. A fargli eco furono spari, altre grida troppo confuse e infine un grande boato che sembrava provenire dalla cima della montagna, proprio sopra la grotta dove i civili si sarebbero dovuti rifugiare. Alzò istintivamente gli occhi e guardò il più grande mostro che aveva mai visto.

 

A differenza delle creature più piccole che aveva già visto, questo era totalmente grigio e bianco, con una strana croce sul viso, avvolto da lunghe bende azzurre. Muscolosi braccia dotate di artigli erano alzate al cielo, manipolando una sorta di energia nera e bianca mentre le gambe erano più tozze e piegate su sé stesse.

 

Il moro strinse con forza la sua chiave, chiedendosi perchè tra tutti i posti dell'universo quei pirati e i loro abomini erano venuti proprio lì? Colto da un istinto che non seppe comprendere, salì tutta la montagna, intento a uccidere quell'essere. Prima che se ne accorsegesse, stava già confrontando quell'immensa figura argentea con l'arma in pugno.

 

Pur essendo privo di occhi, il mostro sembrò guardare con una certa attenzione la spada del ragazzo. Alzò uno dei suoi pugni prima di abbassarlo su Sora, che scartò di lato per dirigersi a una delle sue gambe, attaccandole con quell'innata velocità ottenuta pochi minuti prima. Con sua immensa frustrazione però, per quanto colpisse i graffi che infliggeva alla creatura si rigeneravano rapidamente.

 

Con una capriola schivò un primo calcio e dovette poi saltare per schivare una miriade di laser bianchi. Si girò verso il mostro argenteo e guidato ancora una volta dall'istinto lanciò la spada verso il simbolo verso la sua testa. Con somma sorpresa di Sora, non solo l'attacco provocò una ferita nel bizzarro tessuto che componeva la creatura, ma l'arma tornò anche nelle sue mani con un lampo di luce.

 

E soprattutto aveva utilizzato una tecnica speciale al primo colpo? Forse poteva vincere. Perso in quel personale momento di gloria, non si accorse però che alcune creature nere si erano avvicinate alle sue spalle ed erano sul punto di saltargli addosso. Quando sentì il rumore di un salto e si girò per vedere il trio di mostriciattoli sul punto di tagliarli la faccia, una precisa raffica di blasters li distrusse uno per uno.

 

Il suo salvatore si rivelò essere una figura non molto più grande di un bambino di pochi anni vestito con un'armatura mandaloriana della sua stazza e armato con un piccolo fucile, che gli volò accanto con un jetpack.

 

“ Sora tu ti chiami?”, domandò la piccola figura corazzata, sparando rapido all'essere per distrarlo un po' prima di decollare nuovamente col suo jetpack, osservando altri mostriciattoli che apparivano da varchi neri.

 

“ Sì, sono io. Tu saresti? Spero non uno di quei pirati.”, domandò il giovane spadaccino parando un'altra manata del mostro. Normalmente, per quanto socievole, non si fidava troppo di sconosciuti armati, ma non era esattamente il momento per fare gli schizzinosi.

 

“ No, Grogu io mi chiamo. Venuto a prenderti io sono assieme a mio padre.”, disse nuovamente il giovane mandaloriano sparando un missile contro altri mostriciattoli neri, che sparirono in una sorta di fumo evanescente solo per essere rimpiazzati da altri.

 

“ Beh, se mi aiuti a sconfiggere questo bestione e trovare i miei amici, poi potremmo discutere sul dove vuoi portarmi. Mira alla testa, è il suo punto debole.”, disse Sora, salendo dunque sul braccio del mostro per cercare di arrivare alla sua testa prima di dover saltare di nuovo non appena l'essere mosse il braccio.

 

Ancora a mezz'aria, Sora fece un grande respiro, cercando di avvertire l'energia che scorreva in lui mentre lanciava nuovamente la spada a forma di chiave contro il volto dell'avversario. La lama dentellata ancora una volta sfregiò il viso dell'obbiettivo, che rispose con un ringhio e un'altra serie di laser bianchi, con Grogu che gli volava accanto causando altri piccoli buchi a furia di laser che però si rimarginavano subito.

 

 

 

“ Se continuo così quando avrò finito l'isola sarà a pezzi- disse Sora quando la spada gli tornò in mano- Ehi, tu...”, disse rivolto al piccolo Mandaloriano.

 

“ Grogu mio nome è.”, chiarì nuovamente il ragazzo, atterrandogli accanto e caricando un raggio energetico più potente dei precedenti alimentato dalla sua energia. La luce rossa si abbattè proprio al centro della croce che decorava la testa del mostro, che urlò di dolore.

 

“ Allora, Grogu, potresti portarmi fin sopra la testa di quel mostro col tuo jetpack? Se colpisco per bene credo di poterlo finire con un unico colpo.”, disse Sora, augurandosi davvero di avere ragione. Se il suo corpo non mentiva, quello sarebbe stato l'ultimo attacco che avrebbe potuto dare.

 

“ Problema per me non è.”, rispose il giovane mandaloriano, mettendosi alle spalle di Sora e prendendolo per le braccia per poi eseguire una rapida serie di capriole aeree, evitando manate e laser sparati dal mostro.

 

“ Mi gira un po' la testa.”, commentò Sora, il cui salutare colorito cominciò a lasciare spazio a un verde pisello.


“ Controllati.”, lo rimproverò il mandaloriano arrivando il più in alto possibile ed evitando altre di quelle creature nere volanti per poi lasciare andare Sora. Il ragazzo si buttò in picchiata, canalizzando quanta energia gli rimaneva nella spada,.

 

I denti cambiarono, assumendo una forma simile a quella di una stella stilizzata che si illuminò con un'energia simile a una fiamma prima di toccare il viso del mostro.

 

“ BODY SLAM!”, esclamò Sora con quanto fiato gli rimaneva nei polmoni, scatenando tutto l'impatto e la rabbia accumulata al contatto con l'avversario, la cui maschera fu trafitta dalla lama. Il ragazzo strinse i denti e spinse dunque ancora verso il basso, lacerando tutto il corpo dell'essere in due parti che rilasciarono un'immensa luce a illuminare l'arcipelago e la battaglia con sorpresa delle due parti in campo.

 

Sora si ritrovò dunque a terra, osservando le due metà della sua vittima sparire in altre particelle d'energia mentre la sua misteriosa chiave faceva lo stesso.

 

“ C- c'è lo fatta?”, si chiese ansimante il moro, guardando le proprie mani, dentro di lui un senso di euforia quasi incontenibile che però lascio presto spazio a un nero oblio mentre cadeva a terra.

 

“ Sensazionale sei stato, un lungo riposo tu meriti. Al sicuro però portarti devo.”, disse Grogu mettendoselo sulle spalle per trascinarlo verso la sua astronave, sperando che anche suo padre ce la facesse.

 

*****

 

Gli amici di Sora avevano portato i bambini a una piccola grotta che conoscevano. Judy, Montblanc e Arami erano rimasti di guardia, mentre Riku e Kairi avevano deciso di unirsi alla milizia per quel poco che potessero fare ed erano finiti in un vicolo a combattere le creature nere che accompagnavano i pirati.

 

“ Animofago!”, esclamò più volte l'albino sparando ondate di oscurità contro gli strani abomini dei pirati, riuscendo a ucciderne alcuni per farsi più spazio in quella continua massa di mostri d'ombra che sembrava non avere fine, duellando con una ferocia mai mostrata prima finchè uno di loro, simile alla versione stilizzata di un mago nero svolazzante con un vestito azzurro che riportava un cuore spinato, non fu sul punto di sparargli una sfera di ghiaccio sulla testa.

 

“ Shell!”, esclamò Kairi circondando l'amico con una debole barriera verde che protesse Riku dall'attacco prima che trovasse il responsabile per poi decapitarlo con un rapido movimento della propria spada.


“ Grazie, Kairi. Ma non so quanto resisterò ancora.”, disse dunque ansimante mettendosi schiena contro schiena con la paladina, che prese a due mani la propria spada alzandola contro l'ennesima orde di mostriciattoli, che continuavano ad avanzare verso di loro.

 

“ Fino ad allora continuerò a combattere. Colpo di drago!”, gridò ancora la ragazza avvolgendo la propria spada con un'aura arancione che prese la forma delle mandibole di un drago. Quando l'arma toccò il terreno si sprigionò una potente onda d'urto che diede ai due ragazzi ancora una volta abbastanza spazio per combattere liberamente.

 

Kairi e Riku attaccarono come ossessi, utilizzando qualsiasi cosa avessero imparato negli ultimi anni, ma non era possibile sconfiggere un'orda che sembrava nata dalla notte stessa. Alla fine vennero sommersi dai loro avversari e ridotti in catene, per poi cadere in portali neri che li portarono direttamente alla nave di Uncino, che li guardò soddisfatto.

 

“ Lady Malefica sarà molto soddisfatta. Portateli nella stiva. E assicuratevi che il nostro ospite non li veda.”, ordinò il pirata. Il radar aveva avvertito prima un'astronave lasciare l'isola per poi partire con l'iperspazio, e aveva supposto correttamente essere quella del mandaloriano catturato. Se si stava allontanando, era perchè un compagno del guerriero stava scappando ed era possibile che l'avesse fatto dopo aver preso il loro comune obbiettivo.

 

A questo punto era troppo tardi per cercare di raggiungerla. Ma mettere i suoi amici in qualche cella nella base del clan Stecker avrebbe prima o poi invogliato quel Sora a cercarli. E sarebbe caduto nella trappola di Malefica.

                                                                                                                    *****

Spero che abbiate ammirato questo primo esempio degli scontri di questa saga( ce ne sarebbe stato uno anche nel primo capitolo a dire il vero, un ultimo addestramento di Sora e compagni prima di partire, ma proprio non mi veniva), così come i vari retroscena che cominciano a formarsi. Qui Heartless e Nessuno hanno un'origine e una natura un pò diverse, spero che le spiegazioni finali non vi deludano. I capitoli successivi sono già cominciati in parte, ma sono al lavoro su diverse storie, più alcune cose di scuola, quindi non so quando mi farò risentire. A presto.

  
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