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Autore: crazy lion    21/03/2021    1 recensioni
Crossover scritto a quattro mani con Emmastory tra la mia fanfiction Cuore di mamma e la sua saga fantasy Luce e ombra.
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti vissuti da Demi e dalla famiglia, raccontati nel libro di Dianna De La Garza Falling With Wings: A Mother's Story, non ancora tradotto in italiano.
Mackenzie Lovato ha sei anni, una sorella, un papà e una mamma che la amano e, anche se da poco, una saga fantasy che adora. È ambientata in un luogo che crede reale e che, animata dalla fantasia, sogna di visitare con i suoi. Non esita perciò a esprimere tale desiderio, che in una notte d’autunno si realizza. I quattro vivranno tante incredibili avventure con i personaggi che popolano quel mondo. Ma si sa, nemmeno nei sogni tutto è sempre bello e facile.
Lasciate che vi prendiamo la mano, seguite Mackenzie e siate i benvenuti a Eltaria, un luogo per lei e la famiglia diviso tra sogno e realtà.
Disclaimer: con questo nostro scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendiamo dare veritiera rappresentazione del carattere dei personaggi famosi, né offenderli in alcun modo.
Quelli originali appartengono alle rispettive autrici.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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TRA SOGNO E REALTÀ

Dreams-and-reality-mod  

PREFAZIONE

 
L'idea per questa fanfiction è nata da Emmastory. Quando, a febbraio 2019, mi ha proposto di scrivere un crossover tra la sua saga fantasy Luce e ombra e la mia long di genere drammatico, introspettivo e romantico su Demi Lovato Cuore di mamma, allo stato attuale entrambe ancora in corso e che non è fondamentale aver letto prima di iniziare questa storia, lo ritenevo un progetto impossibile. Nel suo caso non si trattava di una fanfiction ma di una storia originale, quindi creare un crossover sarebbe risultato più semplice, però non avevo mai nemmeno lontanamente pensato di farlo: era qualcosa di molto più grande di me.
 
Nella mia vita ho letto pochi libri fantasy, ho iniziato solo da un paio d’anni, e non mi ritenevo all’altezza di scriverne uno. Come per ogni genere, prima di buttare giù un abbozzo di trama di una storia è necessario leggere tanto. Questo è quanto ho sempre trovato scritto online mentre, spesso, ho cercato informazioni su come scrivere un romanzo non perché pensassi di non poterci riuscire, ma per migliorare grazie a quei consigli. Partendo da queste premesse avevo paura di fare confusione, scrivere qualcosa di sbagliato e mandare, senza volerlo, tutto all'aria. Ma la mia amica, con l'allegria e la positività che la contraddistinguono, mi ha dato forza aiutandomi a capire che, con calma e pazienza, saremmo riuscite a scrivere qualcosa di buono e ben presto ho cominciato a crederci anch'io, con tutta me stessa.
 
Abbiamo quindi riflettuto su ciò che accomunava certi personaggi (caratteri e alcuni, simili fatti della vita) e ci siamo messe d’accordo su come sviluppare il tutto capendo che né le dinamiche, né i protagonisti o i personaggi secondari sarebbero risultati strani se riuniti in un crossover.
 
Ho scritto le prime sedici pagine di Tra sogno e realtà il 7 agosto 2019, un giorno terribile per me. Stavo male, l'ansia mi divorava e ho trovato nella scrittura l'unica cosa che mi desse sollievo. Dopo aver capito che quello su cui avevo lavorato andava bene, l'ho inviato a Emmastory.
 
Da lì abbiamo cominciato a dividerci le parti, delineato meglio la trama alla quale avevamo pensato nei mesi precedenti, io ho messo a punto una scaletta che è servita anche a lei e abbiamo continuato a scrivere. Spesso mi ritrovavo a metà di una frase cercando la parola più efficace per esprimere quello che volevo e rimanevo ferma finché non mi veniva in mente. Districandoci tra altri progetti e vita in generale, io e lei siamo andate avanti aggiungendo sufficienti dettagli di entrambe le opere in modo che anche chi non si fosse mai approcciato a esse potesse comprendere questa, ma allo stesso tempo restasse con la curiosità di dar loro, magari in futuro, più di una semplice occhiata.
Ringrazio Emmastory per avermi fatta immergere ancora di più nel suo mondo fantasy. Grazie ai consigli che mi ha dato e alla mia conoscenza, più approfondita di quanto credessi, della saga e dei suoi personaggi, sono riuscita a scriverne anch’io.
 
Quella che all'inizio avrebbe dovuto essere una lunga one shot, pensavamo infatti di non superare le ottanta pagine, si è trasformata in qualcosa di più corposo. Guardandomi indietro mi rendo conto che avremmo dovuto capire subito che, dato che gli eventi si svolgono in poco tempo ma sono molti, era inevitabile che diventasse una storia a capitoli.
Delineare alcune differenze tra la Terra ed Eltaria, le reazioni di Demi e della sua famiglia nel trovarsi in un mondo diverso dal loro poiché magico, parlare delle differenti razze e introdurre parecchi personaggi non è stato facile e tutto ciò necessitava di spazio. Senza dimenticare che abbiamo trattato tematiche importanti e delicate che, proprio per questo, non potevano essere riassunte in un paio di pagine.
Alcuni personaggi sono stati approfonditi meno in quanto secondari o comparse, altri invece sono più presenti.
 
Tanti dicono che scrivere una fanfiction sia semplice, ma possiamo assicurare che non lo è affatto. È difficile tanto quanto farlo con un romanzo, se ci si mette impegno; e con un crossover è ancora più complicato.
 
A volte non eravamo d'accordo su alcune cose e abbiamo dovuto trovare dei compromessi, ma avevamo già fatto una collaborazione con la mia fanfiction Cronaca di un felice Natale e sapevamo da tempo che i nostri stili di scrittura, seppur diversi, non lo sono così tanto e perciò si armonizzano bene insieme.
 
Questa storia ci ha fatte ridere, piangere e riflettere su tematiche importanti. Il nostro cuore a volte si è sciolto per la tenerezza, altre stretto in una morsa di dolore o d’ansia a seconda delle scene. Ma mentre la fanfiction cresceva e i personaggi maturavano, chi più chi meno, lo facevamo anche noi. D'altronde la scrittura è un viaggio interiore dello scrittore e se non gli lascia qualcosa allora non è emozione, sono solo parole buttate giù con svogliatezza su carta o un foglio di un programma di videoscrittura. Per noi è la prima di queste due cose e ci auguriamo che continuerà a esserlo.
È stato un lungo lavoro durato mesi tra scrittura, diverse riletture e revisioni che hanno compreso, fra le altre cose, tagli di frasi e scene inutili e riscrittura di alcuni passaggi, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Come recita una frase di Thomas Gray:
Le poesie sono pensieri che respirano e parole che bruciano.
Benché la nostra fanfiction non sia una poesia, io ed Emmastory lo riteniamo vero anche per la narrativa, interpretando la frase nel seguente modo. È necessario pensare bene a ogni parola che si scrive, a ciascun vocabolo che si utilizza cercando quello adatto, e le parole possono far male se non sono quelle giuste o se scatenano in noi o nei lettori emozioni negative, ma è anche questo il bello della scrittura: emozionare.
 
In Tra sogno e realtà ci siamo noi con i nostri personaggi, le loro vicende e i loro problemi, la fantasia che soprattutto io ho potuto lasciar andare a briglie sciolte discostandomi dal tanto amato realismo e, almeno nel mio caso, cose che riguardano me dato che vivo alcuni fatti che Andrew, uno dei miei personaggi originali, sta affrontando.
Dietro questa storia ci sono impegno, ricerche che abbiamo svolto in precedenza per altri scritti durate mesi, sia prima che durante la stesura delle long in questione, e altre fatte appositamente per questa storia.
 
È ovvio che qui non ci sia tutto quello che troverete nella saga e nella fanfiction che abbiamo, incrociato, ma ci auguriamo che possa piacervi e che riusciate ad amare questa storia tanto quanto continueremo a farlo noi, per sempre.
 
Ci teniamo, infine, a precisare alcune cose.
Alcuni degli eventi qui descritti non appaiono ancora nella saga originale. Non bisogna vederli come spoiler, bensì come divertente assaggio di quello che accadrà. Per quanto concerne Cuore di mamma, invece, tutto ciò che verrà narrato è già successo nei capitoli fino al 107, che si svolge di lunedì. Mackenzie riappare nel 109 quando è giovedì (tra questo e il 108 c’è un breve stacco). Tra sogno e realtà comincia di martedì sera, quindi ho immaginato anche grazie a quanto scritto nel capitolo 109 di Cuore di mamma quanto accaduto quel giorno. Potrebbero essere presenti episodi della vita di Demi, tratti dal libro di sua madre Dianna De La Garza, Falling With Wings: A Mother’s Story o da interviste alla ragazza dei quali non ho parlato nella mia fanfiction o perché in quella storia non servono, o perché non l’ho ancora fatto, ma non escludo di inserire qualcosa nei capitoli futuri.
Qualche evento qui presente, che riguarda alcuni personaggi originali, è un po’ diverso rispetto a quanto scritto nella mia storia perché mi sono accorta che dovrò revisionarlo per trattarlo meglio, o, in certi casi, eliminare alcune cose perché non necessarie o esagerate, viste le tante tematiche già delicate delle quali avevo parlato. Farò tutto questo una volta ultimata la fanfiction, e qui ho preferito scrivere i fatti nella nuova versione.
Per quanto riguarda ciò che Demi ha passato, nelle mie fanfiction ho scelto di non trattare i suoi problemi con l’alcol, la droga e il disturbo bipolare perché, pur con tutta la documentazione possibile, avevo la sensazione che non sarei riuscita a parlarne in modo adeguato. Quelle sono tematiche che non considero alla mia portata, per cui ho preferito riconoscere i miei limiti, piuttosto che sbagliare. Ma io ed Emmastory abbiamo affrontato tutte le altre cose che la cantante ha vissuto. Sia per queste che per le altre tematiche abbiamo il massimo rispetto e ci siamo adoperate per parlarne con tatto e sensibilità, com’è giusto che sia.
Il tutto si svolge nell’arco di pochi giorni e i capitoli sono trentaquattro. Vari saranno quindi ambientati nella stessa giornata, ma solo perché iniziano con punti di vista e scene diversi.
Uno dei personaggi della saga di Emmastory parla anche spagnolo, per cui saranno presenti alcune espressioni in quella lingua. Tradurremo in una nota a fine capitolo o, se servirà alla storia, nel testo, quelle che potrebbero non essere comprese. Per esempio, tutti riescono a capire cosa significa perfecto, che non avrà una traduzione, ma lo faremo con altre espressioni meno chiare.
Data la presenza di bambini, nei loro dialoghi ci sarà qualche errore voluto, soprattutto di verbi sbagliati o parole pronunciate male. Non sono molti, ma l’abbiamo ritenuto importante per rendere i bambini il più realistici possibile.
Infine, essendo questa fanfiction un sogno di Mackenzie, tranne qualche pagina ambientata nel mondo reale, i personaggi della mia fanfiction si trovano in una realtà alternativa, un misto di fatti legati alla saga e alla fantasia della bambina. Ciò significa che alcune cose che accadono in Luce e ombra qui potrebbero non avvenire, o farlo ma prima o dopo rispetto all’originale, in quanto nei sogni tutto si può mescolare e modificare.

 
 

CAPITOLO 1.

 

UN LUOGO E UN DESIDERIO

 
Kaleia camminava per casa. Dal giorno prima non riusciva a stare ferma e si passava in continuazione una mano tra i capelli bruni.
“Kia?” Sky, sua sorella maggiore, si tormentava una ciocca quasi bianca. "Succederà?"
"Lo spero. Mi piacerebbe incontrarli."
"Io credo che sarà presto."
La loro mamma, Eliza, le ascoltava senza capire. Quelle due erano strane. Parlavano di qualcuno che speravano arrivasse. Non sapevano né come né perché, ma una sorta di sesto senso lo suggeriva a entrambe. Tutto ciò appariva quantomeno bizzarro agli occhi della donna. Si passò una mano davanti al volto.
“E se non giungesse?”
“Credo che lo farà, mamma” asserì Sky.
“Io ne sono più che convinta” aggiunse Kaleia e batté una volta le mani.
Non si erano mai comportate così, prima. Certo, poteva capitare a tutti di provare sensazioni inspiegabili, di dirsi che qualcosa sarebbe o meno accaduto, ma a Eliza parevano troppo convinte e sperava che, nel caso in cui non fosse successo niente, non sarebbero rimaste deluse.
“Perché è così importante?”
“Perché potrebbe cambiare tutto!” esclamarono le due all’unisono, mentre gesticolavano in modo frenetico.
“Che intendete con tutto?”
“Molte cose, mamma, vedrai” rispose Kaleia.
“O meglio, più che cambiarle le potrebbe trasformare, e sono importanti” precisò Sky. “Se in positivo o in negativo, non te lo sappiamo dire.”
La madre temeva non sarebbe stata una sorpresa gradita. Era un umano? Una fata? Uno gnomo, un elfo, un folletto o chi altro?
Sbuffò.
"Ragazze, io vado a letto."
"Mamma, ci siamo appena alzate."
"Lo so, Sky, ma da ieri parlate di questa cosa e non ne posso più. Ho mal di testa."
Si ritirò nella sua stanza sbattendo la porta, mentre le sorelle si guardavano negli occhi non sapendo che aggiungere.
"Meglio che torni da mio marito."
"Ecco, Kia, vai a raccontare a lui tutte queste storie" urlò Eliza.
"Gli ho già detto ogni cosa, e indovina? Non mi crede e mi dice di darmi una calmata."
"Fa bene. Vale anche per te, Sky."
Kaleia batté un piede a terra: la loro sensazione non era sbagliata, ci avrebbe scommesso.
"Porta pazienza, sorellina. Porta pazienza" rispose Sky con voce pacata. “Dal momento in cui accadrà, la nostra vita non sarà più la stessa.”
 
 
 
Mackenzie cercava di prendere sonno. Anche quella sera Andrew, che considerava un papà, era venuto a trovare lei, la mamma e Hope. I suoi genitori non vivevano ancora insieme, ma si vedevano quasi tutti i giorni. Il giorno dopo la piccola avrebbe avuto di nuovo scuola e ora che la situazione era migliorata, che James non frequentava più l’istituto e che gli altri bambini, lunedì, si erano comportati per la maggior parte bene con lei e la sua amica Elizabeth, si augurava che tutto sarebbe andato meglio. Era impossibile che avvenisse subito un cambiamento; avrebbe dovuto lottare ancora se non contro veri bulli, quantomeno contro le prese in giro. Ma da quando si era aperta con la mamma riguardo la situazione a scuola, Mackenzie era convinta di avere in sé una forza nuova. Nonostante ciò, non riusciva ad addormentarsi. Temeva non avrebbe più ricordato o parlato, le stava anche passando la voglia di andare in terapia. Avrebbe fatto meglio a dire alla psicologa che preferiva raccontare più spesso altre cose e lasciare da parte il proprio passato e non sapeva se sarebbe stata la scelta giusta. I suoi genitori avrebbero pensato che la loro figlia fosse un fallimento? Il cuore le batteva forte e si rigirava nel letto alla ricerca di una pace che non trovava mai.
Lanciò via le coperte. Si alzò di scatto e dovette restare ferma per qualche secondo affinché una lieve vertigine passasse. Si infilò le ciabatte e corse in camera della mamma.
"Conosco un bravo fotografo, chiederemo a lui. C'è una buonissima pasticceria qui in città, commissionerò la torta a loro e non dovrebbero esserci problemi. Per le bomboniere domanderò a una signora che le fa, spero sarà gentile e perdonerà il ritardo."
Era lei a parlare. Di sicuro stava mettendo a punto con il papà gli ultimi dettagli per il Battesimo suo e di Hope che si sarebbe tenuto il 10 dicembre, venti giorni dopo. Mackenzie non vedeva l’ora che arrivasse. Sarebbe stato uno dei momenti più importanti della sua vita. Le dispiaceva interrompere i preparativi, però se voleva dormire bene aveva bisogno dei suoi. Entrò piano, ma cercando di farsi sentire per non spaventare nessuno.
"Amore, stai bene?" le chiese il papà.
Lei accese la luce in modo che i genitori potessero leggere ciò che scriveva. Non conosceva la lingua dei segni e preferiva la scrittura come mezzo di comunicazione. Dopo quanto successo aveva avuto altre cose per la mente, non certo quella di imparare dei segni, per quanto in casa-famiglia avessero provato a farglieli entrare in testa.
Hope, che di solito dormiva della grossa, si svegliò e si lamentò.
Ecco, se riuscivo a parlare non succedeva.
Si rese conto che c'era qualcosa di sbagliato in quella frase, ma non cosa.
Il papà prese in braccio Hope.
Sì, sto bene scrisse Mackenzie, ma non riesco a dormire.
L’uomo le sorrise e per un attimo i loro sguardi si incontrarono. Quando sorrideva, gli occhi verdi del papdre sembravano brillare.
"Resta con noi, allora."
La bambina si sarebbe aspettata una frase diversa da parte della madre, come per esempio:
"Torna nel tuo letto, cerca di calmarti e vedrai che ti addormenterai."
In quattro si stava stretti. Si sudava tanto che dovettero liberarsi delle coperte, ma non consideravano quella situazione un peso e continuavano a stringersi le mani e a ridere. Essere lì, vicini, insieme, li faceva sentire più uniti.
Sapete che Elizabeth avrà un fratellino?
"Sì" risposero i genitori all'unisono.
Io credo sarà un maschietto, lei invece dice che non ne ha idea. Secondo voi?
"Non ci ho ancora pensato, Mac." La mamma le scompigliò i capelli, neri e ricci come quelli della sorella. "Mary è solo all’inizio della gravidanza, c’è tempo per fare ipotesi. Adesso è ora di dormire."
Ma non riesco.
"Amore, io ti voglio bene, ma domani devi andare a scuola e noi abbiamo il lavoro" le ricordò il padre.
Demetria si alzò.
"Prendo il computer."
Una volta collegato, aprì un file. Nel frattempo Mac stava spiegando al papà che la mamma frequentava un sito di storie originali e fanfiction, con racconti in tutte le lingue, in cui non molto tempo prima aveva iniziato la saga Luce e ombra dell'autrice Emmastory e che la leggeva a lei e Hope.
“Piace anche a me,” sii intromise la ragazza, “perché manda messaggi profondi.”
Raccontò che l’autrice aveva rimosso la prima parte della saga diverse settimane prima per revisionarla e provare a pubblicarla con una casa editrice e lei aveva fatto appena in tempo a salvarsela sul PC, con il permesso di Emmastory, in modo da poterla leggere alle sue figlie.
“E di cosa parla?” chiese Andrew.
Fu Mac a rispondere. Luce e ombra raccontava la storia di due fate. La protagonista era una, Kaleia, la voce narrante, ma anche Sky aveva un ruolo importante.
Le fate, le pixie e i folletti sono grandi quanto gli umani precisò la bambina, temendo che il padre pensasse che erano minuscoli e ridacchiando a quella sola idea.
"Capitolo XII. Venti a mezzanotte” iniziò Demi.
La lettura era scorrevole e le due sorelle si rilassarono, anche il papà pareva intrigato.
Mamma, sembra tutto così reale!
La donna sorrise.
"In che senso?"
È come se vivessi davvero quelle avventure con i personaggi, papà. È bellissimo!
"Ho comprato i giocattoli della saga, forse è anche per questo motivo che dice così" sussurrò Demi al fidanzato.
Nonostante l’autrice non fosse ancora famosa, aveva un gran seguito non solo nel sito ma anche sui social dove aveva pubblicizzato le sue storie. Si era quindi decisa e aveva fatto fare una linea di gadget dei personaggi di Luce e ombra. Ce n’erano pochi in giro per il momento e costavano parecchio, ma per una volta Demetria aveva deciso di fare spese pazze.
"Fortunata lei che può ancora fare questi ragionamenti" rispose lui.
“A volte capita anche a me.”
“Cioè?”
“Non vorrei fare la figura della stupida.”
“Non lo sarai mai, ai miei occhi.”
Mackenzie sorrise e restò in attesa.
“Mi capita con certe favole, soprattutto se in esse ci sono dei bambini. Forse perché ne ho due.” Accarezzò i visi delle sue figlie. “Per esempio, se penso a Biancaneve o a La bella addormentata nel bosco, in particolare alle prime scene in cui sono ancora bambine, immagino di poterle abbracciare, stringere le loro manine piccole, udire i loro pianti e mi sento addirittura male sapendo che la prima viene allevata da una matrigna cattiva e che tre fate, in accordo con i suoi veri genitori, portano via la seconda per salvarla” spiegò con voce sognante.
Lo facevano per il suo bene, aggiunse, ma per i due doveva essere stato terribile prendere quella decisione.
Il papà avrebbe preso in giro la mamma per quanto aveva detto? No, non era quel tipo di persona.
“È singolare che tu faccia questi ragionamenti. Pochi adulti vanno in profondità, soprattutto riguardo quelle scene. Non sto dicendo che è sbagliato, anzi, credo sia bello che il tuo istinto materno si faccia sentire.”
Demi confessò di non aver detto questo a nessun altro in vita sua.
“Allora sono felice di essere stato il primo.”
La baciò su una guancia, con delicatezza, e Mac sorrise di nuovo. I suoi genitori si voltarono e la bambina udì un lieve schiocco. Si stavano baciando, capì, nonostante la presenza sua e di Hope, e per questo si erano girati. Anche se alcuni dei suoi compagni esclamavano:
“Che schifo!”
con una smorfia di disgusto quando, raramente, parlavano di qualche serie televisiva in cui i personaggi si davano un bacio, a lei non faceva impressione, anzi. Certo, mamma e papà avrebbero potuto aspettare un altro momento, ma si amavano, si erano voltati per proteggerle, in un certo senso, e non c’era nulla di male in questo. Quando i due si girarono parvero credere che lei non si fosse resa conto di nulla, perché non fiatarono. Ma Mackenzie aveva compreso, e il suo cuore fece le capriole nel vederli mentre si sorridevano.
Ripensò a quanto la mamma aveva detto poco prima. Se aveva capito bene, il succo del discorso era che, in fondo, ognuno di noi dovrebbe restare sempre un po' bambino. Il problema, rifletté, è che tanti adulti non ci riescono. Non capiva come mai, ma era fiera del fatto che la mamma ne fosse capace. Nel frattempo si immaginava di essere lì a Primedia, il bosco dove vivevano le due fate, o a Eltaria dove in seguito si sarebbe trasferita Kaleia, l’aveva letto sbirciando nel sito all’insaputa della mamma, e di vivere le loro avventure, ma Sky e la sorella non riuscivano a vederla. Era come se si trovasse lì, ma allo stesso tempo non fosse in grado di raggiungerle. In fin dei conti quella era solo una storia, ma avrebbe voluto così tanto che fosse reale.
Ti prego, fa’ che riusciamo ad andarci tutti. Preferirei Eltaria. Sarebbe meraviglioso!
Si addormentò sperando che il suo desiderio si avverasse. Poco dopo, anche gli altri caddero in un sonno profondo.
   
 
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