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Autore: Luschek    21/03/2021    0 recensioni
Tratto dal testo:
Nonostante sia sparito da un numero indefinito di settimane, Fiona ricorda alla perfezione il profumo di Jimmy – senza accorgersene arriccia persino il naso, come se in questo momento fosse davvero lì accanto a lei, a pizzicarle le narici con la sua colonia di Ralph Lauren – e istintivamente si sposta di lato, per fare spazio ad un corpo che mai più la sfiorerà.
A lei non sfuggono questi particolari, difatti, non appena si accorge dell’errore commesso, si morde il labbro inferiore e chiude le palpebre, trovando conforto nell’oscurità assoluta.
{Fiona!centric | Pairing: FionaxJimmy/Steve, accenni FrankxMonica | Post!s3}
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Debbie Gallagher, Fiona Gallagher, Frank Gallagher, Steve Wilton/Jimmy Lishman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note di inizio capitolo: 

La storia si colloca tra la fine della terza stagione, dopo la sparizione di Jimmy/Steve e l’inizio della quarta. 

 

Resemblance 

 

First, you think the worst is a broken heart 
What's gonna kill you is the second part 
And the thirdis when your world splits down the middle 
And fourthyou're gonna think that you fixed yourself 
Fifth, you see them out with someone else 
And the sixthis when you admit that you may have fucked up a little 

Six Degrees of Separation, The Script 

 

 

Avida, aspira un paio di boccate dalla sigaretta e, sebbene le giri un po’ la testa, continua ad ingollare fumo finché tra i polpastrelli non stringe un’inutile cicca. La commistione di catrame e nicotina le lascia un sapore amaro in bocca, eppure questo non le arreca fastidio.  

La sua vita ha un sapore ben peggiore e, se paragonato a quello, potrebbe addirittura definire “dolci” le amate Camel Lights di Lip 

Un sorriso amaro si staglia sul suo volto, mentre riflette su quella metafora, e viene accompagnato da un paio di occhi che non sono mai stati felici. Oramai è divenuta un’abitudine quella di sedersi sul parapetto di legno, ciondolare le gambe lunghe e farsi arruffare i capelli dalla brezza notturna.  

Di solito è sempre sola, ma stasera a farle compagnia vi è la luna piena. Non si concede alla presenza di Veronica, di Kevin o di Lip: ha imparato a sue spese che diventare dipendenti dalle persone porta solo rogne.  

In realtà lo ha già appreso da bambina, la prima volta che Frank e Monica sono spariti e lei è rimasta per ore – o forse un’intera giornata? - ad attenderli sugli scalini di casa, fino a che la fame e il freddo non l’hanno convinta che, al contrario dell’indipendenza, la fedeltà non porta da nessuna parte.  

Quando il gelo le intorpidisce le dita dei piedi scalzi e le fa diventare blu le labbra, quella lezione le si imprime ben in mente per un paio di giorni – o finché le gentilezze di Veronica e dei suoi fratelli minori non le annebbiano il raziocinio.  

Volere bene e amare non sono azioni sbagliate, ne è consapevole. Ritiene, però, che abbandonarsi totalmente all’affetto sia il più grande errore che una persona possa fare. 

Lo sa bene lei, che è caduta due volte nella trappola della stessa persona.  

C’è stato un periodo, durante la sua vita, in cui dal parapetto penzolava anche un altro paio di gambe accanto alle sue.  

Nonostante sia sparito da un numero indefinito di settimane, Fiona ricorda alla perfezione il profumo di Jimmy – senza accorgersene arriccia persino il naso, come se in questo momento fosse davvero lì accanto a lei, a pizzicarle le narici con la sua colonia di Ralph Lauren – e istintivamente si sposta di lato, per fare spazio ad un corpo che mai più la sfiorerà.  

A lei non sfuggono questi particolari, difatti, non appena si accorge dell’errore commesso, si morde il labbro inferiore e chiude le palpebre, trovando conforto nell’oscurità assoluta.  

Non piange, poiché non vuole concedersi più un lusso del genere. Dal momento in cui ha capito che lui non sarebbe più tornato – che non avrebbe più baciato la sua bocca, che non avrebbe più stretto il suo corpo nell’ora più buia della notte e, soprattutto, che non avrebbe più avuto motivo di pronunciare il suo vero nome –, si è ripromessa di non versare più lacrime per chiunque non fosse Liam, Carl, Debbie, Ian, Lip, Kevin o Veronica.  

È tanta la stanchezza di soffrire, che nessun tremito le scuote più la schiena quando l’occhio le cade sulla figura di Jimmy, il quale la saluta dal giardino, sfoggiando gli incisivi da castoro insieme al più ampio dei suoi sorrisetti sornioni.  

È stato tutto falso, come le promesse – mai mantenute – di Frank, che questo pronunciava – e tutt’ora pronuncia – quando ha bisogno di abbindolarla.  

A volte, proprio mentre tiene le palpebre serrate ermeticamente, è usuale che Jimmy vesta i panni del disgraziato padre. Ha creduto con tutte le proprie forze che il suo amato fosse distante anni luce dall’uomo che si vanta di averla fatta nascere, invece, a causa della sua momentanea cecità, soltanto adesso che freme dalla rabbia ha realizzato di quanto fossero simili. 

Adesso vede con chiarezza il sottile filo che unisce quei due ingrati: entrambi sanno quando è il momento adatto per abbandonarla.  

Un risolino pregno di sarcasmo le spacca le labbra, quando riflette sulla sorte che le è toccata e riecheggia nel quartiere fino a che un clochard non le intima di smetterla.  

Una volta, Veronica le ha detto che le donne tendono a scegliere un partner che ricordi loro il padre. Non ricorda su quale rivista di gossip lo abbia letto, eppure Fiona, ora che fa i conti con la realtà dei fatti, non può che concordare con quello sciocco articolo di psicologia spiccia.  

Una parte di lei vorrebbe chiedersi allo specchio il motivo di tali scelte – perché trovare un uomo più sbagliato dell’altro, senza mai prendersi una pausa 

Potrebbe autoconvincersi che sia semplicemente sfortuna – una enorme, dannata, viscida iella che le si è insidiata al di sotto delle suole e che adesso non riesce a scrostar via –, ma la sua mente razionale sa bene qual è il problema alla radice: l’innato gene Gallagher che spinge lei ed ognuno dei suoi fratelli verso l’autodistruzione.  

Riflettere sulla provenienza di quella maledetta stigma che affligge ognuno di loro sei, la porta sempre alla stessa e tremenda conclusione: che le cause di tutti i suoi – e dei fratelli – problemi è – e sarà – Frank Gallagher.  

Se le fosse possibile, strapperebbe da sé tutto ciò che contiene traccia del DNA di Frank, ma si rende conto che così rimarrebbe solo con ciò che ha ereditato da Monica – che non è né meglio, né peggio, ma in egual modo nocivo come ciò che le ha tramandato l’uomo.  

«Fiona...?»  

La voce di Debbie spezza il flusso di coscienza che l’ha distratta fino adesso. Quando si volta, Fiona coglie soltanto un frammento del viso della piccola, la quale scruta con meticolosità l’ambiente circostante. La sorella pare irrequieta e vederla così le provoca una fitta di dolore al petto. 

«Debbie? Perché sei ancora sveglia?» 

La piccola attende una manciata di secondi, durante i quali Fiona si mette a cavallo del parapetto, prima di sussurrare: 

«Ho avuto un incubo...» 

Senza che Debbie aggiunga altro, lei annuisce, come se avesse colto il messaggio dietro quelle parole, e la raggiunge. 

«Vuoi dormire con me?» le offre e la bambina annuisce piano.  

Prima che la sorella la interrompesse, stava per azzardare che, qualsiasi cosa faccia Frank, sia un danno irreparabile. Mentre intreccia le dita con quelle di lei e sale le scale senza far rumore, affinché gli altri fratelli non si sveglino, è grata di non aver formulato quel pensiero.  

Perché quando ascolta i respiri rilassati di ‘Lip, di Ian, di Carl, di Liam e, ora, anche quello di Debbie, si rende conto che Frank cinque azioni buone, dopo migliaia di pessime, le ha compiute. 

 

Note dell’Autore 

Ciao a tutti! È la prima volta che pubblico nel fandom di Shameless US (e spero che non sia l’ultima!), quindi spero di non aver bistrattato troppo il personaggio di Fiona! Non so esattamente dove voglia parare questa OS, però stava nel desktop da troppo tempo, quindi ho deciso di sistemarla e pubblicarla! Spero che la storia vi piaccia e ringrazio chiunque spenderà un po’ di tempo per leggere questa storia! 

Un abbraccio, 
Luschek 

   
 
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