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Autore: Herondale66    22/03/2021    3 recensioni
Non sempre la nascita di un erede femmina è una lieta notizia, soprattutto per un despota tirannico e sanguinario come re Mogwar. Consapevole di ciò, la regina Adith decide di riservare alla figlia neonata un altro destino.
[Storia partecipante al contest "Dimmelo Con Queste Parole", indetto da Earth sul forum di EFP]
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nel cuore della notte

 
Il suono ritmico di passi leggeri preannunciava il ritorno del soldato. Varcò la soglia, in silenzio.
“Salve, mia signora.”
“Allora? Hai fatto quello che ti avevo ordinato?”
“Sì mia signora, nessuno mi ha visto.”
Era notte fonda. Le fioche luci delle torce illuminavano la stanza, proiettando ombre tetre sul muro di pietra. La donna fece cenno al soldato di andarsene, e rimase sola nella piccola stanza.
Si avvicinò alla finestra, osservando pensierosa il paesaggio spettrale che le veniva offerto dall’altezza della dimora. Era una notte limpida, il cielo era ricamato di stelle lucenti. Non rispecchiava affatto il suo umore.
I suoi pensieri furono interrotti da uno scricchiolio. Doveva immaginarselo. Solo un’altra persona poteva indovinare dove si trovasse in quel momento.
Si affrettò verso la porta, spalancandola di scatto. Dall’altra parte, una donna balzò all’indietro, pronunciando un urletto soffocato.
“Sorella, che ci fai qui?”
La donna, riprendendosi dall’iniziale sorpresa, si ricompose, e assunse un’aria seria.
“So che cos’hai fatto, Adith.”
Adith, la regina di quelle terre, la moglie del re Mogwar il Terribile, non fu sorpresa da quell’affermazione. Sapeva bene che la sorella la studiava da giorni, e, forse per incertezza, forse per il bisogno che qualcun altro conoscesse la verità, le aveva fornito indizi a sufficienza per comprendere le sue intenzioni.
La donna la osservò preoccupata per un altro momento. Sebbene fosse la più giovane tra le due, era sempre stata la più apprensiva.
“Credo di comprenderlo.” aggiunse, per poi avvicinarsi ad Adith, e appoggiarle una mano sulla spalla. “Lasciati andare, sorella. Puoi soffrire.”
Una lacrima solitaria solcò la guancia della regina.
“Se Mogwar lo dovesse scoprire, saremmo entrambe condannate a morte.” disse Adith, risoluta.
“Hai lasciato tracce?”
“No, tutto è sistemato. Il soldato che l’ha portata via non parlerà. Ho assoldato un sicario, lo ucciderà prima che possa rientrare nei suoi alloggi.”
“Tutto questo, per salvarla?”
“Tutto questo per dimostrarle il mio amore, anche a costo di morire.”
“Ma Adith, non se lo ricorderà mai.”
“Il suo cuore se lo ricorderà. E questo per me è sufficiente.”
“Hai fatto una scelta coraggiosa, sorella. Hai impedito che la tua neonata figlia crescesse in questo luogo maledetto, i cui muri sono imbrattati di sangue del nemico e non conoscono l’amore. Le hai risparmiato i soprusi del padre e le violenze di questa corte.”
“Non doveva soffrire anche lei per i miei errori.” disse la regina, la voce rotta ma lo sguardo deciso, “ne soffrono già troppe persone, te compresa.”
“A chi l’hai affidata?”
“Il soldato l’ha lasciata ai confini della città. Qualche pastore fra poche ore la noterà, portando gli animali al pascolo, e la accoglierà nella sua casa. La gente di campagna ha un grande cuore, te ne ricorderai anche tu. Nella sua culla ora c’è una bimba del popolo morta di tifo poche ore fa. Mogwar non noterà di certo la differenza e non si dispiacerà della presunta morte della principessa.”
“Hai fatto la scelta giusta Adith.”
“Lo spero, sorella. Lo spero.”
   
 
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