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Autore: danyazzurra    24/03/2021    8 recensioni
Lily non sa più chi è...Lily non sa più niente della sua vita precedente... Lily crede di essere una semplice Babbana con una vita normalissima... ma scoprirà che non è così semplice, anzi, niente è semplice nella sua vita e con la sua riscoperta arriverà anche una vecchia minaccia a bussare alla sua porta e a quella di chi le vuole bene!! è una Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che leggerete e recensirete !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Lily si guardò intorno. La battaglia infervorava intorno a lei e parecchi dei suoi parenti e amici stavano combattendo contro i NewMan.
Adesso la situazione era più equilibrata e le due fazioni stavano combattendo al massimo delle loro possibilità.
C’era qualcosa però che continuava ad ossessionare Lily ed era che Gabrielle era sparita.
Perché era sparita?
Razionalmente si diceva che forse aveva capito che la situazione si stava mettendo male per lei, ma in fondo sapeva che non era così.
Gabrielle era furba, ma contemporaneamente non resisteva all’idea di fare del male e non sarebbe mai andata via prima di vederla soffrire come si era prefissata.
E allora perché era sparita?
Perché non aveva approfittato della confusione per provare ad uccidere Scorpius e porre fine a tutte le sue speranze.
Forse…
Forse lei…
Gli occhi le si spalancarono. Aveva capito.
Aveva studiato Gabrielle per così tanto tempo e adesso che aveva raggiunto la maturità anche lei, le sembrava di comprendere le sue intenzioni ancora meglio.
Il cuore le si strinse per la paura per Bailey.
Gabrielle stava andando ad Hogwarts.
Voleva colpire dove era più vulnerabile e adesso che tutti erano lì a combattere sapeva che nessuno sarebbe stato ad Hogwarts.
“Devo andare” disse a Scorpius che stava combattendo al suo fianco.
Lui si voltò verso di lei solo un secondo prima di essere costretto a riportare l’attenzione sul NewMan davanti a lui.
“Che stai dicendo?” le chiese rapidamente e Lily ci riflettè un attimo.
Se glielo avesse detto lui sarebbe sicuramente voluto andare con lei e in fondo Gabrielle era un problema suo.
Era lei che doveva affrontarla.
Ad armi pari e questa volta non avrebbe avuto pietà.
“Lily, sii sincera per favore” l’ammonì lui stendendo il NewMan e voltandosi di nuovo a guardarla.
Lily si stupì di come Scorpius la conoscesse e capì che meritava la verità.
Non poteva più fare gli errori della vecchia Lily.
Essere voluta andare ad affrontare da sola Gabrielle la prima volta le era quasi costata la vita e aveva stravolto quella di molti suoi parenti.
“Penso che Gabrielle stia andando ad Hogw…”
“Bailey” la interruppe Scorpius capendo dove voleva arrivare.
La mano si strinse più forte attorno alla sua bacchetta, sarebbe mai finita?
“Pensi che quella maledetta stia andando dal nostro bambino?”
Lily si limitò ad annuire, ma Scorpius parve leggere nei suoi occhi tutte le cose che stavano passando per la mente di Lily.
“Ci sono James e Albus con lui” disse ed a conferma delle sue parole si guardò intorno per essere sicuro che il suo collega ed il suo migliore amico non fossero dentro alla battaglia.
“Devo affrontarla o non smetterà mai… è diventata una psicosi”.
Lo guardò sfidandolo a fermarla, non era solo il fatto che ci fosse il loro bambino in pericolo a renderla così decisa, ma anche l’essere così vicini alla fine… doveva farla finita.
Affrontarla di nuovo come dodici anni prima, ma quella volta sarebbe finita diversamente.
“Non posso…” Scorpius alzò una mano interrompendola e poi sospirò “andiamo” disse soltanto.
Lily sorrise e con un’ultima occhiata alla battaglia uscirono di corsa.
***
Nott si gettò di lato per evitare una maledizione e ne rispedì immediatamente un’altra che stese uno dei suoi vecchi alleati.
Aveva perso di vista la Potter e Malfoy ed adesso che erano arrivati tutti i buoni per lui sarebbe stato difficile uscirne indenne.
Emise un gemito di rabbia mentre rispondeva all’ennesimo incantesimo. Come aveva potuto farsi fregare in quel modo?
La Potter e la sua mania di fare la cosa giusta.
Lo aveva fregato e lo aveva fatto premendo sull’unica cosa che sapeva avrebbe avuto importanza per lui.
Molly.
Molly era viva.
Gli sembrava praticamente impossibile.
Erano vent’anni che viveva nel suo ricordo.
Che lottava di nascosto per quello che le avevano fatto ed invece era viva.
Come poteva esserlo?
Stephen si era vantato così a lungo di tutte le torture che le aveva inflitto, all’epoca gli aveva raccontato la storia così tante volte nei dettagli che lui aveva sempre pensato potesse essere una sorta di punizione.
Dover rivivere nella sua mente ogni scena di quello che il suo amico aveva fatto alla donna che amava.
E invece era viva.
E dov’era? Sarebbe mai riuscito a vederla di nuovo?
Un brivido lo percorse talmente forte che dovette tenere salda la bacchetta perché non gli sfuggisse di mano. Meritava di vederla di nuovo.
La Potter glielo doveva, soprattutto da quando era tornata aveva sacrificato tutto per lei.
Doveva fargliela incontrare.
Merlino gli sembrava di sognare.
Per un attimo gli parve di poter incrociare di nuovo quelle iridi castani, di vedere di nuovo quei capelli indomabili, di…
Le gambe gli si bloccarono nell’atto di sferrare un attacco e il NewMan non perse tempo e lo colpì ad una gamba facendolo cadere a terra, ma lui quasi non sentì niente.
Non aveva gli occhi chiusi e non stava dormendo com’era possibile che la vedesse?
Gli stavano forse facendo qualche incantesimo? Allora che lo continuassero ad incantare perché non era disposto a smettere di guardare quegli occhi.
Gli erano mancati così tanto, in quella particolare sfumatura di blu profondo che gli sembrava quasi di potervi annegare dentro.
Merlino, come poteva avere la forza di distogliere lo sguardo e riportarlo sulla battaglia davanti a lui?
Come poteva proteggersi da tutti gli incantesimi che gli stavano scagliando quando l’unica cosa che lo faceva continuare a respirare era vedere quel viso davanti a sé?
Poteva chiedere ad un incantesimo di restare per sempre? Di ucciderlo se avesse dovuto, ma di non smettere di fargli vedere quegli occhi e quel viso?
Quando gli occhi di lei si riempirono di lacrime ed una scorse piano sul suo viso capì che non era un incantesimo e non era un’allucinazione.
Quando la vedeva nella sua testa non piangeva mai, lo guardava con delusione, con rabbia, gli diceva che aveva avuto fiducia in lui, che pensava avrebbe messo fine a quella guerra e che lo avrebbe fatto per lei.
E invece la Molly davanti a lui stava piangendo. E lo faceva silenziosamente e senza neanche muoversi, come le aveva sempre visto fare.
Era come se non volesse disturbare, se volesse passare inosservata, ma passare inosservata ai suoi occhi era sempre stato impossibile.
Si alzò lentamente reggendosi la gamba ferita.
Era davvero lei. Poteva esserlo?
Certo che poteva. La Potter gli aveva rivelato che era viva, ma non avrebbe mai creduto di vederla in una battaglia.
E se si fosse fatta di nuovo del male?
Le gambe gli si mossero di volontà propria. Voleva correre da lei, abbracciarla, baciarla e dopo darle tutte le spiegazioni che meritava.
Dirle che era uno stupido ragazzino, ma che adesso era diventato un uomo e che aveva bisogno del suo perdono.
E poi perché no, dirle anche che l’amava.
Prima che potesse emettere anche solo una sillaba però un NewMan entrò nel suo campo visivo oscurandogli totalmente la figura di Molly.
“Sei peggiorato, Nott” lo sfottè.
Mike concentrò gli occhi su di lui, il suo sguardo duro, arrabbiato. Si sentiva come se gliel’avessero portata via un’altra volta.
“Vattene, Flender” lo ammonì e il NewMan rise “il nostro bravo comandante ha paura di morire?” lo prese ancora in giro giocherellando con la bacchetta.
“Aveva ragione Stephen, ti sei rammollito”.
“E’ questo che pensa Stephen di me?” chiese Nott con rabbia.
Il suo pseudo migliore amico che gli aveva girato le spalle appena aveva capito che non avrebbe più avuto una figura di rilievo… davvero un amico prezioso.
“Però non è qui, giusto?” domandò ancora muovendo la mano e indicando la sala dove tutti stavano ancora combattendo “Per cui non seguirei i suoi consigli fossi in te” lo avvertì “perchè se c’è un rammollito è lui…”
La risata del NewMan lo interruppe “aveva qualcosa da fare ad Hogwarts… pensava che ti avrebbe stanato”.
Gli occhi di Mike si sgranarono ad Hogwarts c’era Eleonor.
“Eppure lui…”
L’uomo non riuscì a finire la frase perché Mike lo stese, poi spostò di nuovo gli occhi per vedere se Molly fosse ancora lì, ma non riuscì a vederla.
La cercò all’interno della battaglia, ma sembrava esserne stata inglobata o forse era stato davvero un sogno.
Un attimo di debolezza.
“Fanculo!” imprecò e poi uscì dalla stanza per correre ad Hogwarts. Doveva andare da Eleonor.
***
Simone varcò il portone di Hogwarts.
Quasi non riusciva a credere che le sue gambe fossero già tornate a posto, ma Hermione si era rivelata brava quasi quanto una curatrice.
Chiuse le mani a pugno desiderando che Sean fosse accanto a lei e stupendosene allo stesso tempo, era pazzesco quanto, adesso, anelasse la sua vicinanza.
Chiaramente non avrebbe potuto portarlo. Essendo un babbano non avrebbe mai visto Hogwarts, ma solo un cantiere dismesso.
“Pensi davvero di riuscire ad aiutare Bailey?” chiese Hermione e Simone annuì.
“Mia madre sembrava pensare che drogandomi non avrei ricordato niente ed invece…”
“E se lo avesse fatto apposta?”
Simone guardò sua zia Fleur, quella domanda fatta così a bruciapelo l’aveva ferita quanto una coltellata dritta in petto, ma sapeva che anche per sua zia era un dolore immenso porla.
Entrambe soffrivano tantissimo al pensiero che la loro madre e sorella fosse impazzita a tal punto da dover dubitare che si servisse della sua stessa figlia per continuare a fare del male.
“Potrebbe…” rispose pensierosa “ma non credo… non saprei dirti perché… è una sensazione”.
Fleur annuì con un sospiro e Bill le prese immediatamente la mano.
Si amavano così tanto e più Simone ci pensava e più non ricordava di aver mai visto sua madre avere un briciolo d’affetto per nessuno.
Non riuscire a dimostrare affetto non è una colpa ripeteva sempre, ma ormai Simone era sicura che lei non lo provasse proprio.
Era troppo cattiva. Troppo egoista.
Neville venne loro incontro e squadrò Simone dalla testa ai piedi poi si voltò verso Hermione.
“Hai controllato che non abbia incantesimi o sia sotto l’influsso di una maledizione?”
Simone strinse i pugni cercando di tenere a bada la rabbia.
Aveva sempre avuto un bel rapporto con Neville e la fiducia non era mai mancata. Lei era l’infermiera di Hogwarts e lui ne era il preside doveva fidarsi di lei o come avrebbe potuto ricominciare ad occuparsi dei suoi studenti?
“E’ a posto” rispose velocemente Hermione, Simone era sicura che intuitiva com’era sapesse esattamente cosa stava provando e la mancanza di fiducia di Neville era l’ultima cosa di cui aveva bisogno.
“Siamo sicuri? James ha appena arrestato un NewMan nella scuola e…”
“Neville” lo interruppe Hermione “è a posto e siamo qua per aiutare per qualsiasi cosa ci sia bisogno”.
Neville guardò ancora un secondo Hermione poi spostò lo sguardo su Simone ed annuì “andiamo…sono tutti in infermeria” disse e li guidò lungo il corridoio.
Simone si sentiva ogni momento più agitata.
Avrebbe avuto quell’accoglienza da tutti? Ma poteva davvero biasimarli?
Quando entrò nell’infermeria invece vide che erano tutti troppo indaffarati per star dietro a lei.
Dominique e Alice stavano curando Harry. James e Albus parlavano fitto fitto e avevano un’espressione piena di rabbia e Lorcan con la figlia e gli altri ragazzi erano intorno ad un intruglio che sobbolliva in un angolo.
Bailey era steso in un lettino, il viso così bianco da sembrare quasi trasparente.
Una boccetta di sangue sembrava venire iniettata nelle sue vene tramite un ago e Simone aprì le labbra sorpresa, ricordava di aver visto qualcosa quando aveva studiato medicina Babbana.
“Le cure babbane non funzionano sui maghi” disse e come se avesse urlato tutti si voltarono verso i nuovi arrivati.
Il silenzio invase la stanza ed ogni singolo occhio fu puntato su di lei.
“Non è una medicina” disse Hermione per rompere quel silenzio atroce attorno a loro “serve per far sì che continui ad avere sangue dentro di sé…” si avvicinò a Baiely, ma guardò Dominique “quanto ne ha perso?” le chiese.
Quella domanda sembrò far capire a tutti che anche se davanti a loro avevano la figlia della persona che aveva causato tutto quello dovevano mettere da parte tutto.
Ci sarebbero stati altri momenti per chiarire.
“Troppo” affermò Dominique “siamo riusciti a rallentare gli episodi, ma non smette” le spiegò e come se non avesse atteso altro che le sue parole il sangue ricominciò a sgorgare da Bailey.
“Maledizione!” esclamò brusco James avvicinandosi al nipote e cercando di fermarlo.
Simone prese un respiro “non serve la bacchetta” disse e James si voltò brusco verso di lei “vuoi dirci qualche altra ovvietà?” le chiese “sono giorni che cerchiamo di farlo smettere e tu sai dire solo che non serve la bacchetta o le cure babbane?”
“James” lo rimproverò Hermione, ma Simone alzò una mano “ha ragione e non posso pretendere che lui sappia che io non potevo essere qua o sarei venuta ad aiutare molto prima e comunque in questo momento non ha importanza…” si morse il labbro “quello che ha fatto mia madre è aberrante, ma io so come fermarlo”.
James sgranò gli occhi “sai fermarlo?” chiese stupito e Simone annuì e girò la testa per cercare Lorcan “avrò bisogno di aiuto” disse e lui annuì.
 
***
Draco vide Rodolphus uscire dalla stanza e lo seguì immediatamente.
Non avrebbe permesso al bastardo di scappare. Non dopo tutto quello che aveva fatto.
Lo raggiunse a metà corridoio ed evocò una barriera per fermarlo.
“Dove volevi andare, zietto caro?”
Rodolphus strinse la bacchetta e si voltò verso di lui “vattene, Draco, non voglio farti del male”.
“E da quando?” domandò Draco stringendo la mascella.
“Da sempre… se non sbaglio voi Malfoy siete sempre rimasti protetti e lontani dalla guerra”.
“Mio padre è appena morto” disse lapidario.
Quello che parve essere un’ombra di pentimento passò sul volto di Rodolphus.
“Scelta infelice, caro Draco, ma dovevo tenere un punto”.
Draco strinse gli occhi cercando di domare la rabbia.
“Tenere un punto?” chiese stupito.
Rodolphus annuì “ero affezionato a tuo padre, siamo stati leggendari Mangiamorte e lui era comunque mio cognato…”
“Ma non hai esitato ad ucciderlo per…” mimò le virgolette con le dita “tenere un punto” concluse e gli sembrava quasi che la lingua gli si inceppasse per la rabbia.
“Ho dovuto, Draco, tua madre ci aveva traditi”.
“Mia madre ha sacrificato vent’anni della sua vita” disse alzando di un tono la voce “vent’anni rinchiusa in gattabuia per prendere il tuo posto…”
“Lo doveva a sua sorella” lo interruppe.
Draco si morse il labbro per resistere alla tentazione di cruciarlo lì e subito.
“Non doveva un bel niente a quella pazza”.
“Non parlare così di tua zia” s’inalberò Rodolphus e per un attimo a Draco venne quasi da sorridere, aveva davvero il volto scandalizzato di uno zio deluso.
“Perché non dovrei parlare così di lei? Era davvero una pazza… è sempre rimasta dalla parte di Voldemort e si è fatta uccidere per lui e per le sue idee…”
“Non è morta per colpa del Signore Oscuro” lo contraddisse “è morta per colpa di Ginny Weasley, ma ha pagato”.
“Ginny Weasley? Che stai dicendo?”
Lui sapeva com’erano andate le cose. Ricordava i racconti l’aveva uccisa Molly Weasley.
Rodolphus rise “è stato bellissimo togliere la ragione e la vita a quella sempliciotta di Molly…” s’interruppe con lo sguardo perso nel vuoto, sembrava sognante… sembrava folle.
“Siamo andati da lei per ucciderla, per vendicare la mia Bella, ma prima…” emise una mezza risata di naso e Draco non riuscì a trattenere una smorfia di disgusto “prima dovevo vedere e sapere e così le ho profanato la testa e i ricordi, sempre di più, sempre più a fondo… sentivo la sua coscienza scivolare via, l’oblio avvolgerla e godevo, e le ho rubato il ricordo prima di lasciarla agonizzante in una pozza del suo vomito e della sua bava”.
Draco chiuse gli occhi per mandare via la scena dalla sua mente.
Non era mai stato in buoni rapporti con i Potter – Weasley, non almeno fino a quando suo figlio non l’aveva costretto a diventare un loro parente, ma immaginare la matriarca dei Weasley, con quel visto gioioso e rubicondo, diventare una specie di fantasma privo di vita gli faceva venir voglia di rimettere il pasto degli ultimi venti giorni.
“Con quel ricordo ho visto tutto…Bella voleva uccidere la piccola Weasley ed è per quello che Molly l’ha uccisa… per proteggerla, per vendetta…”
“Sei pazzo” non riuscì a trattenersi Draco.
“Pazzo?” chiese Rodolphus ed era quasi un urlo “per aver voluto vendicare tua zia? Tua zia che è morta, quando la giovane Ginny è potuta diventare la signora Potter, ha potuto vivere la sua vita, fare figli e la mia adorata moglie è finita sotto terra…”
Draco scosse la testa “non sono sicuro che Azaban sia abbastanza per te” affermò “vorrei che Potter non avesse scacciato tutti i Dissennatori” disse soltanto.
La rabbia che vide negli occhi di Rodolphus gli permise di spostarsi prima che la maledizione Cruciatus lo colpisse in pieno.
“SEI SUO NIPOTE” urlò Rodolphus “SEI IL SANGUE DEL SUO SANGUE…DOVRESTI ESSERE FELICE CHE ABBIA UCCISO NEL SUO NOME” continuò lanciando un’altra Cruciatus.
Draco si spostò dietro ad un muro. L’aveva davvero fatto arrabbiare.
“Dovrei essere felice che tu abbia fondato i NewMan? che ci abbia dato vent’anni di guerre? Che tu abbia quasi ucciso mio nipote?”
Si sporse leggermente per mandargli un incantesimo, ma lui lo parò facilmente.
“Pensavo avresti capito… avevo speranza per te” disse Rodolphus e pur senza sporgersi Draco capì che si stava avvicinando.
Strusciava i piedi, forse era ferito per via della battaglia, ma quello gli dava il vantaggio di capire dove fosse.
“Avevo mandato Nott a parlare con te, ma dovevo già capire allora che ormai eri perduto” ancora un paio di passi.
“Non hai più nessuna parte dei Black in te… non ucciderò niente di lei”.
Draco strinse più forte la bacchetta “quindi adesso vuoi uccidermi?”
“Lo devo a lei” gli rispose lui e la voce era sempre più vicina.
Draco aveva la sensazione che se si fosse affacciato lo avrebbe visto ad una manciata di passi da lui.
Per un attimo gli ammonimenti di Teddy gli balzarono in testa: Non sei un Auror, non hai addestramento.
Era tutto vero, ma lui provava una rabbia e un risentimento verso quello che doveva essere suo zio.
Gli aveva rovinato la vita. E tutto solo per vendetta.
Gli aveva strappato sua madre, fatto odiare suo padre, per non parlare del fatto che aveva distrutto suo figlio.
Però sapeva che non era un assassino, non era mai riuscito ad esserlo e non avrebbe cominciato in quel momento.
Voleva poter continuare a guardare suo nipote negli occhi e a dirgli che lui non uccideva le persone, che nella sua vita non aveva mai ucciso nessuno.
Quindi poteva fare solo una cosa.
Una di quelle azioni che aveva visto nelle opere teatrali tanto amate da Astoria, forse il suo caro zietto Purosangue non se lo sarebbe mai aspettato.
Uscì fuori di corsa urlando e, come se fosse un toro impazzito caricò letteralmente suo zio, colpendolo con la testa preciso sullo sterno.
Lo fece così forte che Rodolphus finì per sbilanciarsi e cadde indietro lasciando la bacchetta che rotolò sul pavimento.
Rodolphus si riprese immediatamente e si lanciò verso la bacchetta, ma Draco l’appellò immediatamente e la strinse tra le dita.
“Come dicevo non sono sicuro che Azkaban sia abbastanza per te…”
“Non ci finirò” lo interruppe “siamo dappertutto… anche nel Wizengamot”.
Draco sorrise “sai che ti dico?” chiese “dopo stasera credo che quei pochi che resteranno si nasconderanno come conigli… in fondo siete dei nuovi Mangiamorte, no?” lo schernì prima di evocare delle corde e legargli le mani dietro la schiena.
Si stava giusto domandando se avesse dovuto chiamare qualcuno quando vide arrivare Teddy tutto trafelato.
“Ti ho trovato” disse appoggiando la mano al muro per riprendere fiato, poi guardò dietro di lui e vide Rodolphus a terra e legato e riportò immediatamente gli occhi su Draco.
Questo sorrise guardando quegli occhi blue elettrici puntati su di lui con quell’espressione stupita.
In effetti doveva fare un bell’effetto vedere il capo dei NewMan già catturato e da lui che non era un Auror per giunta.
“Niente di speciale” commentò noncurante.
“Niente di speciale?” chiese Teddy inarcando un sopracciglio.
“Già, direi che avrebbe potuto catturarlo anche un qualsiasi Auror” lo schernì “ora è tutto tuo” commentò avviandosi per tornare dentro la sala.
 
COMMENTO: ECCOCI QUA!! CHIEDO SCUSA PER IL RITARDO, MA IN QUESTO MOMENTO NON RIESCO A TROVARE SEMPRE LA CONCENTRAZIONE PER SCRIVERE E CI TENGO A SPIEGARVI PERCHE’ DATO CHE E’ UNA BELLA NOTIZA OVVERO ASPETTO IL MIO SECONDO BIMBO!! QUESTA VOLTA E’ UN PICCOLO GRIFONDORO!! E NASCERA’ A LUGLIO!! QUANDO SI E’ INCINTA LA CONCENTRAZIONE PARTE PER LA TANGENTE :D :D :D PERO’ MI SONO RIPROMESSA DI FINIRE QUESTA STORIA PRIMA DELLA NASCITA VISTO CHE ORMAI SIAMO ALLE NOTE FINALI PER CUI SPERO CHE CONTINUIATE AD ASPETTARMI NONOSTANTE I TEMPI PERCHE’ LO SAPETE CHE NON VI ABBANDONO… ADESSO MANCANO UNO O DUE CAPITOLI A SECONDA DI QUANTO SARO’ PROLISSA NELLO SBROGLIARE IL TUTTO QUINDI SE AVETE DOMANDE FATEMELE E, COME SEMPRE, CERCHERO’ DI SPIEGARE TUTTO NEI CAPITOLI CONCLUSIVI!! DIMENTICAVO L’ALTRA STORIA NON L’HO ABBANDONATA, HO SOLO DATO LA PRECEDENZA A QUESTA PERCHE’ APPUNTO VOGLIO FINIRLA DATO CHE STA ASPETTANDO UNA CONCLUSIONE DA ANNI, MA RIPRENDERO’ ANCHE L’ALTRA APPENA POSSIBILE : )) RINGRAZIO DI CUORE LE RAGAZZE CHE MI HANNO COMMENTATO E CHE NON MI ABBANDONANO MAI OVVERO ICEPRINCESS / ARYELLE / LUISA 21 / CLALIP / GY HOGGY E DREAMER IMPERFECT!! GRAZIE DI CUORE A TUTTE!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE!!
   
 
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