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Autore: theirseyes    24/03/2021    0 recensioni
Ho provato a partecipare alla
SwanQueen Spring Break Week.
I capitoli non sono
Prompts:
3/21: Sunset/Sunrise
3/22: Bloom/Gloom
3/23: Party/Picnic
3/24: Working/Relaxation
3/25: Rainbow/Rainy Day
3/26: Breakfast/Late-Night Snack
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Regina era davvero sfinita in quei giorni.
Snow White e David non perdevano occasione di chiederle aiuto per la Festa di Primavera, e lei aveva altre cose a cui pensare, cose decisamente più importanti di una stupida festa stagionale.

Quel pomeriggio era in programma una riunione proprio per parlare della festa, ed il sindaco non aveva per nulla voglia di stare ad ascoltare i suoi cittadini parlare di ciò.
Si passò una mano fra i capelli neri, portandoseli all'indietro, e guardò fuori dalla finestra: la gente stava arrivando, ma già sapeva che l'unica persona che sarebbe dovuta arrivare puntuale, non lo avrebbe fatto.
Emma Swan, lo sceriffo di Storybrooke, nonostante anni di servizio, non aveva proprio la puntualità nel suo DNA.
La stanza delle riunioni si stava riempendo, Regina entrò col suo fare regale, in mano due fascicoli per la festa. Diede un'occhiata alla sala, ovviamente Emma ancora non era lì.
Il sindaco stava per avviare la riunione, ma venne interrotta dall'arrivo della donna bionda.
"Scusate.", mormorò.
"Miss Swan, si deciderà ad essere puntuale prima o poi?"
"Beh, non mi pare voi abbiate già iniziato.", replicò Emma, le braccia incrociate al petto.
Regina roteò gli occhi. "Prenda posto, per favore."

La riunione era giunta al termine: due ore di pianificazione. Regina era esausta, aveva accettato di contribuire solo con dei fondi, non avrebbe mosso un dito per questa cosa - a suo parere inutile.
Se ne erano andati tutti, tranne l'irritante sceriffo, che si avvicinò al sindaco.
"Ho i documenti del dipartimento."
Regina inarcò un sopracciglio. "Di tutto il mese? Questa settimana compresa?"
"Uhm... Quelli di questa settimana no."
"Okay, allora facciamo così: ora, Miss Swan, va a compilarli, e me li porta entro le 17 qui nel mio ufficio. Intesi?"
"Sì, Regina."

E così Emma si diede da fare e cercò di essere puntuale.
Per una volta voleva abbassare l'ascia di guerra e renderla fiera.
Emma provava qualcosa per il sindaco, ma sapeva che i suoi genitori non avrebbero approvato.
Non che le sarebbe importato, visto che i loro rapporti non erano strettissimi.
Quando lo sceriffo finì i documenti, con un movimento di polso si trasportò davanti all'ufficio del municipio.
Bussò, e la porta si aprì automaticamente.
La bionda fece dei passi in avanti, raggiungendo così la scrivania.
Regina era impegnata nella lettura di alcuni documenti.
A guardarla, sembrava davvero stanca. Emma fece un sorrisetto ed appoggiò i documenti a lato della pila che la mora stava leggendo.
Il sindaco sollevò lo sguardo. "Wow. Per una volta sei puntuale.", disse.
"Per una volta ho voluto stupirti.", replicò Emma stringendosi nelle spalle. "I documenti sono tutti. Divertiti a leggerli."
"Grazie. Stasera ti va di venire a cena?"
"Uh, sì.", la bionda sorrise ampiamente: solitamente veniva invitata quando Henry chiedeva le lasagne, e ciò accadeva una o due volte al mese.
"Bene. Alle 19 a casa mia. Stupiscimi."
Emma inarcò un sopracciglio, ma non rispose. Semplicemente se ne andò in una nuvola di fumo bianca.

A casa, lo sceriffo si stava scervellando su come stupire il sindaco che sembrava impossibile da accontentare.
Aprì il frigo per prendersi una birra, ed ebbe l'illuminazione: un vino rosso ed un rosé.
Fortunatamente aveva entrambi già in casa, così si fece una doccia e scelse i vestiti: optò per dei jeans neri ed una camicetta a quadri verde, leggera.
Quando fu pronta, guardò l'orologio: puntuale come non mai.
Emma prese le bottiglie di vino e salì sul suo maggiolino giallo, direzione: Mifflin Street.

Quando arrivò, suonò al campanello. Sentì dei passi correre ed una voce borbottare, sorrise.
Ad aprire fu proprio il figlio dodicenne. "Emma!", esclamò. "Mamma non mi aveva detto nulla!"
"Beh, lo sai che le piace farti una sorpresa, no?", sorrise.
Il ragazzo annuì e fece entrare la madre.
"Venite in giardino!", sentirono dire i due, e si diressero.
Emma rimase sbalordita: il giardino era completamente colorato, grazie all'arrivo della primavera, ed un tavolo vicino al muro era apparecchiato.
"Ho pensato che visto che è una serata calda, potevamo cenare qui fuori."
"Sì, certo. Ho portato del vino."
"Oh, fantastico!", Regina osservò le bottiglie ed annuì soddisfatta poggiandole sul tavolo. "Potete accomodarvi. Vado a prendere le lasagne e torno."
Emma ed Henry si sedettero subito, iniziando a parlare di un nuovo videogioco, che entrambi volevano provare.
Regina tornò ed iniziò a servire loro le porzioni.

La cena passò piuttosto in fretta.
Henry aveva di raccontare alle madri tutti i progetti che con la scuola stavano creando, poi disse che avrebbe aiutato i nonni ad allestire il parco per la festa di Primavera.
Regina era un po' scettica, ma non poteva negare al figlio una cosa che lo rendeva così entusiasta.

Quando l'ora di andare a letto per il ragazzo si avvicinò, Emma lo accompagnò in camera: ogni volta che la bionda era lì, poteva passare una mezz'oretta alla PlayStation prima di andare definitivamente a letto.

Henry si era addormentato, così Emma tornò in giardino, dove la mora era rimasta, si era semplicemente spostata sul divanetto, un bicchiere di rosé in mano ad aspettarla, uno sul tavolino per la bionda.
Lo sceriffo si sedette al suo fianco, dopo afferrato il proprio bicchiere. "Sembri sfinita, Gina."
Il sindaco la guardò male. "Non chiamarmi così."
"Ma è bellissimo."
"È orrendo.", Regina sbuffò. "E comunque no. Sto bene."
Emma inarcò un sopracciglio. "Sai, sono molto brava con i massaggi."
La mora la guardò, bevendo lentamente. Era troppo sobria per affrontare tutte quelle emozioni.
"Ah sì?", si girò mettendosi con la schiena rivolta alla bionda. Regina si spostò i capelli sul lato destro del collo. "Fammi vedere, allora.", mormorò, la voce leggermente più roca.
Emma finì in un sorso il suo vino, e poggiò il bicchiere sul tavolino. Deglutì e posò le mani sulle spalle di Regina. Iniziò a massaggiarle, lentamente.
La mora emise subito un gemito quando lo sceriffo iniziò a scioglierle i nodi fra i muscoli.
Emma, a quel suono, si morse il labbro. Iniziò a massaggiarla più decisa, e ad un tratto Regina inarcò la testa all'indietro, gli occhi chiusi. Li riaprì e si spostò, fiondandosi sulle labbra di Emma, che ricambiò immediatamente il bacio.
Il sindaco si girò, sistemandosi meglio e continuò a baciare Emma, con foga.
Si staccarono a corto di fiato, le fronti l'una sull'altra.
"Sì, sei un'ottima massaggiatrice.", mormorò Regina sulle labbra della bionda. Entrambe sorrisero divertite.

Quella domenica, la Festa di Primavera fu un successo, Regina era più rilassata, meno scontrosa ed Emma era felice.

 

   
 
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