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Autore: _Kilao_    29/03/2021    0 recensioni
« Olivier si chiamava così perché era nato sotto i bianchi fiori di ulivo.
Era fortunato, glielo ripetevano sempre, perché in tempi moderni era raro che una fata nascesse spontaneamente dalla natura, come uno dei suoi bei fiori o succosi frutti; (...) »
Nient'altro che la storia di una fata troppo curiosa.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Les fleur d'olivier

 

Olivier si chiamava così perché era nato sotto i bianchi fiori di ulivo. 

Era fortunato, glielo ripetevano sempre, perché in tempi moderni era raro che una fata nascesse spontaneamente dalla natura, come uno dei suoi bei fiori o succosi frutti; tanto raro che la regina Titania gli offrì un posto nel suo personale e fatato corteo – e il suo sposo non aveva avuto nulla da ribattere in quell’occasione, nonostante il bel viso che la piccola fata vantava e il posto da paggio che poteva facilmente liberare. 

Ed era bello davvero, Olivier, con i tratti del viso delicati e i capelli dorati, intrecciati ogni giorno con piccoli e colorati boccioli di fiori; con quelle sue ali slanciate e opalescenti, simili più a quelle di una libellula che a quelle di una farfalla o di un’ape, più comuni tra il piccolo popolo. 

Riusciva ad attirare l’attenzione senza particolari sforzi, suscitando l’invidia delle raffinate dame personali della regina, che avevano dovuto volare senza posa per una serie indefinita di albe e tramonti nei loro abiti più vivaci e alla moda, prima di essere finalmente notate dagli occhi reali. 

Anche l’incarico più misero incuriosiva, se affidato a lui, ed era piacevole guardarlo volare tra i fiori appena impollinati o tra gli alberi appena guariti, con quel lieve luccichio emesso dalle sue ali; altrettanto però non si poteva dire della sua compagnia. 

Il suo aspetto serviva a compensare il brutto carattere da serpe, così si diceva – perché era figlio della natura ed essa sapeva bene che un tipo del genere non avrebbe avuto vita facile, altrimenti.  

Gli si perdonava qualsiasi cosa per quei suoi occhi che il sole tingeva d’oro: ogni commento sgradevole, ogni battuta sarcastica e ogni inchino mancato; ovviamente c’erano dei limiti al suo comportamento, regole che neanche lui poteva ignorare, a meno che non ci tenesse particolarmente a passare il resto dei suoi fatati giorni nella prigione dei lombrichi, insieme a ai criminali, ai vecchi rivoltosi – ovvero quelle fate che avevano cercato di rovesciare il potere dei monarchi ai tempi delle rivoluzioni umane –, e a quelle fate accusate di avere dei legami con gli esseri umani. 

E Olivier, che aveva coltivato negli anni uno strano miscuglio tra odio e curiosità verso il mondo umano, si guardava bene dall’arrivare a un punto tale da farsi nemica la corona: tutti sapevano che amava starsene da solo, lì al limitare della foresta, non lontano da quella bizzarra città dove abitavano i camminatori, e sarebbe bastata una singola storia messa in circolazione per farlo finire in una pericolosa ragnatela da cui difficilmente si sarebbe liberato. 

Perché nessuno avrebbe mai testimoniato a suo favore se avesse perso le grazie di Titania. 

 



 

 « Alla villa delle farfalle hanno di nuovo scommesso sul tuo allontanamento dalla corte. »  

« Falli scommettere pure, i loro spiccioli non sono un mio problema. » 

Tsubomi era una fata gentile e anche molto graziosa, l’unica con cui aveva stretto una specie di amicizia, e non era raro che gli riferisse notizie che lo riguardavano. 

« Hai finito? » 

« Sì, manca solo l’ultimo bocciolo. Fermo… pazienta un attimo e... Ecco, perfetto! » 

Olivier si avvicinò alla sua immagine riflessa nel grande specchio floreale di fronte a lui, mosse il capo in entrambe le direzioni, per ammirare lo splendido lavoro altrui: la manualità di Tsubomi era impressionante, e il modo in cui riusciva ad intrecciare i suoi capelli con fili d’oro e piccoli boccioli di callisie bianche, era sublime. 

« Wow. » 

Il commento e il sorriso sul volto del biondo contagiarono anche Tsubomi che, in risposta, sbatté un paio di volte le sue grandi ali rosa, belle come quelle di una farfalla monarca. 

« Farai un figurone al corteo di oggi pomeriggio! » 

« Tutto grazie a te, mon petit papillon. » 

E aggiunse, come vide la sua aria interrogativa:  « È una lingua umana che si parla oltremare, ha un bel suono non trovi? Nella biblioteca reale ci sono dei libri di grammatica e persino alcuni romanzi. » 

« Nella sezione proibita? » 

« Per me non è proibita. » 

« Olivier… » 

È un sta attento, quello che Tsubomi vorrebbe dire, perché un’ammissione del genere gli si sarebbe potuta ritorcere contro, se qualcun altro lo avesse sentito. 

« Sta’ tranquilla, non sono stupido. Ora vado, ok? » 

Le lasciò un bacio sulla guancia, prima di volare via, verso il palazzo di Primavera.


 

 

Note & Curiosità: 

​​​- Titania e Oberon sono due personaggi mitologici, rispettivamente la regina e il re delle fate. Della loro storia ce ne parla maggiormente Shakespeare, nella sua opera teatrale sogno di una Notte di mezza estate; nelle prime righe, la questione del paggio nel corteo di Oberon è un riferimento proprio a quest'opera;
- I luoghi che vengono nominati in questo primo capitolo sono totalmente inventati da me e ne parlerò più nel dettaglio man mano che continuerò a scrivere;
- Non è né una nota né una curiosità ma un semplice ringraziamento per aver letto fino a questo punto. Se vi va lasciate una recensione o, se non vi va, non fatelo; già che leggiate queste ultime righe significa molto per me <3 
   
 
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