Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: sg199885    30/03/2021    0 recensioni
Fantasic Fantasy è la città meravigliosa dove vivono tutti i personaggi di fantasia, che sta vivendo un periodo di crisi tremenda. Gwen ed Ace sono due poliziotti e compongono un team imbattibile.
e se arrivasse un terzo membro a rompere i loro equilibri e mettere confusione nel cuore di Gwen? e se in città arrivasse un temibile criminale a portare con se l'ombra inarrestabile e sconosciuta della morte?
COMMENTO DI ZATANNA
Hai fuso in una specie di opera sincretica e pazzoide personaggi provenienti da anime & manga (Bibi ed Ace da One Piece), dai cartoni animati/comics americani (Ben Ten e Spider Man) e perfino da quelli italiani (Winx), proiettandoli in un universo cupo, decadente, pericoloso e assolutamente distopico, e mantenendo inalterate o quasi le rispettive personalità. Devo dire che mi è piaciuta molto la storia vista fin qui = ), sia la trama sia le atmosfere, e anche i dialoghi! La fanfiction si presenta avvincente e suggestiva ;), e mi piace molto il modo in cui far interagire Gwen, Ace e Selina ("capelli VERDE vomito" XD...).
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace, Sorpresa | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4:

IN UN BAR DI PERIFERIA

La giovane strega dei serpenti stava già giocando a lanciarsi gli m&am's in bocca da un po' quando la noia prese definitivamente il sopravvento e sbottò:
- che palle! Perché non posso entrare anche io!?- chiese a Bibi che sembrava tutta indaffarata al PC.
- perché gli interrogatori si fanno in coppia poliziotto buono/poliziotto cattivo, in tre non funziona- spiegò per la trentaseiesimavolta ondeggiando la sua coda azzurra.
Selina fece per replicare ma proprio in quel momento la porta della sala degli interrogatori si aprì e ne uscirono due esausti Gwen e Ace.
- ha confessato?!? - chiesero in coro le due precipitandoglisi addosso.
- non proprio...- sospirò la rossa.
- diciamo che tra un piagnisteo e l'altro ha anche detto qualcosa di utile - le informò esasperato il moro.
- ha pianto? - chiese scettica l'apprendista - ma qui non c'è scritto "valoroso cavaliere dello zodiaco"? - aggiunse sventolando la scheda con le generalità del sospettato, tale Kanon di Gemini, che nel frattempo Bibi aveva prontamente recuperato online.
- evidentemente non ci sono più i cavalieri di una volta - commentò Gwen con un'alzata di spalle mentre si tirava su i capelli in una coda - ci ha detto che si sono conosciuti grazie ad un'amica in comune, hanno iniziato a frequentarsi ed è stato lui stesso a voler mantenere la cosa segreta, credendo che una relazione con un tipo poco popolare come lui non le avrebbe giovato mediaticamente; si vedevano tutte le sere per una settimana al mese al porto in tarda notte e passavano qualche ora insieme prima di tornare alla loro vita, ieri notte la aspettata fino ad addormentarsi ma lei non è mai arrivata. Ovviamente le telecamere non hanno inquadrato nulla quindi non ha un alibi, ma se tutte quelle lacrime e quel moccio versato non erano falsi, non è lui il colpevole. -
- io non sono un poliziotto ma non credo abbia mentito, guardate qui - commentò la principessa di Alabasta porgendo loro una seconda scheda. - il numero che Elsa chiamava così spesso appartiene ad una tale Marin dell'aquila, che dovrebbe essere dello stesso format del cavaliere senza macchia e senza paura.-
- senza macchia, già, come la mia maglietta prima che ci smocciolasse sopra! - latrò pugno di fuoco
- e pensa che é una delle poche mattine in cui ne hai messa una! - lo schernì la collega guadagnandosi un dito medio, poi aggiunse: - e dato che ora te la toglierai, direi che potresti far fruttare quei pettorali per interrogare con successo questa Marina, o come cavolo si chiama.-
- ho tempo per un caffè?-
- certo, se hai le palla di rischiare di incontrare JJ alla macchinet...-
- vado subito, rossa!

***

Dopo che Pugno di Fuoco si diresse verso la sua nuova indiziata da interrogare, portandosi Selina appresso, Gwen si diresse nel piccolo ufficio che condivideva con il collega dove appese sulla lavagna la foto del giovane e prestante Kanon accanto a quelle di Anna, Kristoff e Olaf sotto quella più grande di Elsa, e prese a fissarla sempre più intensamente.
- sembra proprio un gran pezzo di figo, non c'è che dire - la ridestò la voce della collega dopo chissà quanti minuti in cui si era calata profondamente nei propri pensieri.
- da quanto sei sulla porta - le chiese.
- abbastanza da vedere quando il fumo ha iniziato a uscire dal tuo cervello; tieni, ti ho portato un caffè, hai passato la notte in bianco.-
- grazie Bi'.-
La rossa prese il bicchiere e lo ingurgitò beandosi del suo sapore amaro.
- buffo eh, credevamo chissà cosa nascondesse e invece era solo una relazione clandestina da adolescente. - commentò poi la segretaria facendosi seria.
- non possiamo dirlo con certezza, non possiamo lasciarci accontentare di vedere ciò che appare. - la corresse la strega.
- ecco perché tu sei la detective e io mi occupo di scartoffie, ad ognuno il suo posto.-
- già - le fece eco Gwen, poi una specie di molla le scattò nel cervello così violentemente che quasi la sentì sbattere sul retro della testa, facendola voltare di scatto e fissare gli occhi sull'azzurra tanto velocemente da farla trasalire. - che hai detto? - le chiese poi concitata.
- c... che ho ognuno ha il suo posto, diavolo G mi fai paura con quello sguardo da pazza! - ripeté Bibi.
- ma certo, MA CERTO! BI SEI UN CAZZO DI FOTTUTO GENIO!!! - esultò la strega precipitandosi come una palla rimbalzina da un angolo all'altro dello studio per recuperare cappotto, distintivo e occhiali scuri, poi driblò la centralinista
e percorse tutta la centrale fino alla porta come una furia, sbraitando alle proprie spalle:
- dite a JJ di mandarmi rinforzi, qualsiasi rinforzo, tra mezz'ora a Manga Town, localizzatemi con il GPS se non rispondo al telefono.
- ma che cazzo avrò detto mai? - Si chiese stranita Bibi grattandosi
una guancia.

 
***

La macchina sgangherata di Ace si fermò in una delle vie meno malfamate di Network Hill, neanche troppo lontano dal distretto.
- non sarà il caso di cambiare l';albergo profumato, boss? - chiese la strega scendendo dallìauto.
- cos'è, non ti piace l'odore di maschio novellina? - la prese in giro il suo tutor.
- l'odore di maschio si, quello di sarcofago meno!- ribatté quella.
- ehi, è questo il modo di rivolgersi ad un superiore?
- non lo so, ma almeno se ti tratto male la tua partner smetterà di essere gelosa credendo che io ci provi. - riprese ancora Selina.
- è anche la tua partner, e non capisco proprio perché dovrebbe essere gelosa, poi - la riprese Ace mentre con un gesto del capo la invitava a seguirla verso il locale dove lavorava il sospetto.
- ufffff, uomini - sospirò la ragazza rassegnata guardandolo mettersi un dito nel naso. Entrarono nel proprio mentre era intenta a cercare di capire cosa Gwen ci trovasse in quel fesso, quando lui già si dirigeva al bancone dove una bar tender con una maschera bianca in viso e dei voluminosi capelli rossi non passava certo inosservata.
- ehi, io faccio il poliziotto buono o quello cattivo? - gli chiese sottovoce facendo sorridere il più anziano che la liquido con un'alzata di spalle come a dire "fai un po' come ti pare".
Si sedettero al bancone e con un (finissimo) fischio pugno-di-fuoco-Ace attirò l'attenzione della barista facendo segno di voler due birre. Quella ci mise un pò a finire di sistemare ciò che stava facendo e prendere la loro ordinazione, poi riempì il primo boccale facendolo scivolare sul bancone fino alla streghetta, e mentre riempiva il secondo:
- non vi ho mai visto da queste parti...- commentò laconica.
- una pausa dal turno in centrale - rispose l'uomo.
- da quando in qua i poliziotti bevono in servizio?- chiese.
- da quando le amiche segrete delle vittime si nascondono invece di venire a dire ciò che sanno - azzardò il moro e la mascella della giovane strega cadde sul banco da quanto era sconvolta, ma cosa diavolo stava facendo quel creino?
- non mi sto nascondendo - lo corresse Marin tranquillamente - vi aspettavo. -
Ace le dedicò un ghigno sprezzante e subito la incalzò: - come vi siete conosciute? -
- facevo servizio catering ad un evento, e a lei piaceva la mia cioccolata. È... era più simpatica di quanto si possa credere, una tipa a posto. Abbiamo iniziato a frequentarsi un po' di nascosto, ma non perché si vergognasse, semplicemente era una tipa riservata, poi le ho presentato alcuni miei amici tra cui Kanon e il resto dovreste saperlo da voi, so che lo avete
trovato...- spiegò con naturalezza incastrando lo sguardo gelido della maschera in quello fiammeggiante del poliziotto. Selina assisteva a quello scontro di occhi immobile, incapace di fare qualsiasi cosa.
- non mi piace non poter guardare gli occhi di chi ho di fronte, puoi levarti la maschera?
- no - rispose quella atona e, - non hanno mai disegnato ciò che c'è sotto* - spiegò poi e notò gli occhi di entrambi spalancarsi, quella donna era senza volto...
- e come fai tu a sapere così tante cose, sei solo una bar tender... - commentò scettico il moro.
- la gente parla molto seduta al bar, spesso dimenticando che chi sta da questa parte ha le orecchie e una buona memoria.-
La strega dei serpenti era a dir poco interdetta, quella tizia era surreale, quasi inquietante... aveva appena ammesso candidamente di non avere la faccia, una sua (a quanto pare) cara amica era stata fatta secca e lei sembrava tranquilla, impassibile, quasi scherzosa; giunse alla conclusione che poteva essere o una dalla spiccata e spietata crudeltà oppure... oppure... non seppe perché ma il suo sesto senso, coadiuvato dalla sensazione di tranquillità che il suo tutor le trasmetteva, certo di non aver di fronte qualcuno di pericoloso, le suggeriva la parola "rassegnata" e appena lo realizzò si sentì invader da una certa tristezza.
- e sai anche perché si vedevano al porto? Il tipo ha sostenuto fosse un'idea di Elsa ma non mi suona molto la cosa - la informò Ace bevendo un generoso sorso.
Se quella donna riusciva a fissarlo senza ridere anche ora che aveva sul labbro un vistoso baffo di schiuma allora doveva
davvero essere una tosta, riflettè l'apprendista.
- ovvio, gliel'ho detto io. Lavoravo in una bettola vicino al porto, chiunque andasse lì passava prima da quel luogo. Gli ultimi cinque  giorni del mese e i primi cinque del mese successivo era frequentato dai portuali che lavoravano giorno e notte per il carico e lo scarico, i successivi dieci fino a metà mese il porto era in mano ai malavitosi che si occupavano dello stoccaggio e distribuzione delle merci di contrabbando, i restanti dieci giorni era praticamente tutto deserto. - snocciolò pratica.
Ad Ace non sfuggì il tremolio che prese le mani della donna, per questo si calò il cappello sul viso e si alzò dirigendosi alla porta senza aspettare la collega.
Selina guardò alcuni secondi il proprio riflesso nel boccale intonso, poi improvvisamente la sua lingua si mosse da sola
sussurrando un "non è colpa tua&".
Marin alzò lo sguardo su di lei trafiggendola con i suoi occhi di fredda porcellana.
- lo prenderemo, te lo prometto - le disse prima di alzarsi e andare via, ricredendosi un pò sulle doti del suo tutor.


 
***

Nami e Nico Robin stavano dirigendosi a passo svelto, piuttosto circospette, verso la zona più pericolosa di MangaTown quando una specie di portale rosso si aprì dinanzi a loro facendo materializzare una donna con dei capelli altrettanto rossi tutta trafelata, che evidentemente andava troppo di fretta per accorgersi di loro, e finì addosso alla minore spendendola a terra.
-oddio mi dispiace!- si scusò quando si rese conto di ciò che era appena successo e, immediatamente dopo, si accigliò
osservando la ragazza sotto di se.
- non ti preoccupare, é tutto apposto... - si affrettò a tranquillizzarla la piratessa alzandosi e sistemando il foulard.
- sicura di stare bene?‐ chiese seria la strega.
- si certo... ora dobbiamo andare, vieni Robin?‐ tagliò corto Nami facendo per oltrepassarla ma Gwen non si arrese e l'afferrò per un braccio.
-sono un poliziotto, se hai bisogno di aiuto puoi contare su di me, ho abbastanza esperienza da sapere che quei lividi intorno al tuo collo non sono apparsi per magia, se c'è un uomo che ti fa del male gli faccio il culo.-
- nessun uomo mi ha fatto del male - spiegò allora laconica, ma decisa, la navigatrice.
- neanche... una donna? - chiese sospettosa volgendo gli occhi all'altra ragazza, che sembrava fissarla gelida con i suoi freddi occhi chiari.
- che cosa??? No!- la sentì indignata Nami liberandosi dalla sua presa.
- senti, oggi ho particolarmente da fare, ma chiamami se hai bisogno - tagliò corto Gwen mettendole in mano un bigliettino da 
visita stropicciato prima di girare i tacchi e dirigersi verso il punto a cui il cristallo magico che aveva al collo puntava.
Arrivò ad un piccolo negozio di ciarpame in uno strettissimo vicolo, più che altro una via di mezzo tra una tenda e una baracca piena di ninnoli e amuleti.
-salute, clienteSan- le porse i suoi omaggi un quadrato giallo che stava dietro il bancone ficcato dentro un completo orientale rosso fuoco, con uno di quei cappelli di paglia a cono con tesa larga e un paio di lunghi baffi finti, fingeva pure di avere gli occhi a mandorla, peccato che si vedesse lo scotch che glieli tirava...
- salute a te, Bob- gli rispose seria Gwen incrociando le braccia.
- che cazzo sei venuta a fare? - tagliò corto la spugna senza preoccuparsi oltre di mantenere la sua copertura.
Se si soffermava a pensare che per anni tutto il lato sud** della città era stato in mano ai traffici di quel rincoglionito, in mano a Don Bob, le veniva la pelle d'oca alla ricrescita del rasoio (perché si, usava il rasoio, qualcosa in contrario? Metteva le calze velate, mica poteva sembrare lo yeti che vendeva hotdog sotto la centrale! Era una questione di praticità, era una donna impegnata lei, poco importava se quando, pietà divina permettendo, sarebbe uscita con un uomo avrebbe dovuto rimediare con una mietitrebbiatrice, ma tornando a noi...)
- sono venuta a vedere come se la passa il mio boss preferito da quando è andato in pensione... bello qui, hai messo su un bel negozietto, cosa sono quelle in quei barattoli, teste mozzate? Non sapevo avessi fatto di una passione un mestiere come quelle che fanno collane coi fondi delle bottiglie di soda.- 
- prendimi pure per culo ragazzina, intanto a te e a quel tuo amichetto il culo a tambur battente ve lo fatto per anni e non mi avete mai preso. - la schernì.
- mi spiace davvero che tu non possa più suonare il rullo di tamburi sul mio didietro nei momenti di suspense Bob, dico sul serio, ma non sono venuta qui per sfottere.- lo informò.
- ed ecco che si torna alla domanda originale, rossa, che cazzo vuoi da me?-
- chi ti ha fatto le scarpe, Bob, chi ha preso il tuo posto, chi comanda ora i bassi fondi?- chiese seria.
- tzs, se pensi che te lo dirò sei ancora più fessa di chi crede di avermi trombato - la schernì ancora.
- senti essere poco evoluto -si infervorò Gwen generando un laccio di plasma che afferrò la spugna per il collo (perché ne aveva uno?) alzandolo da terra e sbattendolo contro il muro con un sonoro tonfo.
-se ci ho messo io un misero incantesimo di localizzazione per trovare quel tuo brutto culo bucherellato, quanto credi che ci metterà la concorrenza a scovati e trasformarti in un accessorio da bagno?- chiese pratica.
- mi stai offrendo protezione, rossa?‐ chiese sospettoso l'ex boss.
- diciamo che hai la mia parola di giovane marmotta che non è da me che saprà dove ti nascondi.- precisa la poliziotta.
- tsz, ma se non sai chi è come cavolo glielo diresti? E poi le giovani marmotte erano maschi, ignorante, le femmine erano le coccinelle. Non lo sai o nascondi la sorpresina sotto la gonna? - continuò a prenderla in giro.
- hai ancora voglia di scherzare?- lo minacciò stringendo la morsa, - e va bene, rettifichiamo l'offerta, io me ne andrò di qui senza sbatterti in gatta buia, poi andrò a sezionare il bastardo che ti ha trombato il posto e che sta combinando cazzate giù al molo, così tu potrai tornare in attività. Ora ci stai lurido scarto evolutivo?‐ propose poi pratica.
- ora si ragiona belle chiappette, ma ora mettimi giù. - negoziò l'ex mafioso e fu esaudito.
-sai, dicono che...- la informò estraendo una conchiglia dal bancone dentro cui soffiò e le porse -ascoltare il rumore del mare sia rilassante.-
Gwen fece per avvicinare lo strumento all'orecchio ma fu interrotta:
- la conchiglia parlerà una volta sola, ti conviene essere in compagnia - consigliò con un ghigno.
La strega si mise l'aggeggio magico nella borsa e girò i tacchi sparendo dal negozio senza una parola, così com'era venuta.
Quando fu sicuro di essere solo la spugna estrasse un telefonino a forma di capasanta:
- fate fuori quella puttanella - ordinò e chiuse la conversazione.


 
***
Nami e Robin si stavano dirigendosi verso una tenda in una stradina isolata.
- sicura che sia la soluzione adatta? - Chiese la rossa alla mora.
- ovvio che non lo sono sorellina, ma finché non faremo un tentativo non ne saremo mai certe - spiegò pratica la maggiore.
- tu si che mi rassicuri sempre...- sospirò Nami mentre quella le spostava la tenda per entrare.
- ehm... salve? - disse entrando nell'alcova scura, illuminata da candele in ogni angolo.
- saluti a te, giovane donna, e dimmi cosa si nasconde nella tua anima - la salutò la strega senza distogliere l'attenzione dalla sua sfera di cristallo.
Entrambe le donne deglutirono a vuoto accomodandosi sui cuscini difronte a quella, era giunto il momento della verità.


 
***
 
Gwen stava camminando sovrappensiero e si accorse troppo tardi che, girando, era incappata in un vicolo cieco.
- merda -imprecò- ho sbagliato strada.-
- oh, non sai quanto! - convenì con lei una voce; da dietro un cassonetto emergere una stella marina, un granchio e uno
scoiattolo in abito scuro.
- quello sporco bastardo... - ebbe il tempo di latrine mentre innalzava il suo scudo di energia per difendersi dai loro proiettili.
Il sesto senso di strega la avvertì che qualcun altro era in agguato, ma senza nessuno a coprirle le spalle non poteva concentrarsi per scovarlo, era indifesa e nella merda fino al collo.
Poi, in un attimo, un bagliore dotato volò sulla testa esplodendo davanti a se e neutralizzando i tre nemici, quindi la strega allungò uno dei suoi tentacoli di plasma che volò su un tetto, afferrando il cecchino che la puntava e lo abbatterà violentemente al suolo, era Squiddy Tentacolo.
- dopo tanti anni ancora a salvarti il culo come quando eri una recluta, patetico! ‐ commentò una voce alle sue spalle.
Gwen si maledisse per aver chiesto "qualsiasi supporto" come una disperata, tutti ma non il suo vecchio tutor.
- ciao anche a te, Vegeta.

NOTE D'AUTORE (FALLITO)

salve popolo! torno dopo tipo due anni, ma dall'ultimo aggiornamento sono stato impegnato a prendermi una cosuccia chiamata laurea, fatemi gli auguri!
credevo e credo molto in questa storia, fatemi sapere, per favore, se anche la vostra fiducia è riposta insieme alla mia lasciandomi un commentino, se vi va.
un ringraziamento a chi legge silenziosamente e a chi ha inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate.
*si, lo so che la faccia di Marin esiste, anche se una sola volta mostrata nell'anime (era un'illusione) essa esisterebbe in virtù di tutto il modellismo e fanart esistente, per come ho concepito questo universo, ma mi serviva così per creare un po' di suspance e empatia con il personaggio (spero di esserci riuscito)
** il "lato sud" è un riferimento al south side di chicago, set di shameless, mio grande amore
   
 
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