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Autore: stancaditutt0    30/03/2021    1 recensioni
"Ormai lo sapevano tutti, ne aveva parlato anche il Times in un articoletto nelle ultime pagine: il complesso di edifici di Princess Park sarebbe stato demolito i primi giorni di Gennaio"
I ragazzi decidono di incontrarsi e passare un'ultima settimana nei loro vecchi appartamenti.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Josh Devine, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Allora? Mi vuoi dare delle spiegazioni?" chiese Jeff sbuffando.

Non appena Harry aprì bocca, il manager lo interruppe,

"Mi hai fatto prendere un aereo nel bel mezzo della notte, queste spiegazioni dovranno essere parecchio soddisfacenti".

"Il fatto è che tu non mi ascolti mai" disse Harry tutto d'un fiato per paura di venire interrotto nuovamente, "non mi ascolti mai e io non ce la faccio più. Ti ho scelto come manager perchè eri mio amico e pensavo sarebbe stato più facile lavorare in questo modo. Dopo Simon, intendo. E all'inizio lo è stato, mi hai assecondato - anche se ogni tanto ti facevo richieste troppo esagerate e magari rischiose -, ma con il secondo album è diventato tutto più difficile. Sono aumentati gli stunt, non mi hai fatto registrare metà delle canzoni che avevo scritto, non-"

"Okay, basta così. Stai dicendo un sacco di stronzate, Harry"

"No, lasciami finire. Ti ricordi quando ti chiesi per la prima volte di lavorare per me? Avevo appena lasciato Louis. Ero così euforico per la carriera da solista, al contrario di lui. Lo avevo lasciato in malo modo, poi ti avevo chiesto di diventare il mio manager e un mese dopo eravamo a Los Angeles tutti felici e contenti. Poi dopo sono iniziati i miei... i miei momenti. Quando non uscivo di casa per settimane. Ti dicevo che era perchè avevo trovato l'ispirazione per le canzoni e che quindi non volevo essere disturbato in nessun modo. Ecco, quella era solo una parte di verità. L'ispirazione era Louis. Io sono stato giornate intere steso a letto al buio a sentirmi in colpa per ciò che avevo fatto, per la mia decisone estremamente avventata. Ma ormai era tardi per tornare indietro. Quindi ho semplicemento scritto delle canzoni per lui. Poi il successo immenso e inaspettato. E quindi mi sono detto che magari non avevo fatto la scelta sbagliata, magari era quella la mia strada. Magari, la band e tutto che era accaduto in quegli anni era solo una preparazione per la mia carriera da solista. Poi sono passati altri mesi, l'euforia del primo album è sparita e io sono ripiombato nel vuoto. Te lo ricordi, sì? Ti ricordi che ti ho detto come stavano le cose e tu mi hai detto di non fare stronzate, di non prendere nessun aereo, di non chiamarlo! E io ti ho ascoltato, perchè pensavo fossi mio amico e volessi il meglio per me!".

Harry si interruppe per un attimo, era sull'orlo delle lacrime, ma non voleva piangere davantia Jeff, non voleva dargli questa soddisfazione.

"Non l'ho chiamato" riprese, una volta calmatosi. "Ho eliminato il suo numero dalla rubrica per non rischiare di chiamarlo. Poi però le cose sono comunque peggiorate perchè hai scartato un sacco di canzoni perchè avevi capito che erano per lui. Ti ricordi cosa mi hai detto, vero? Devi smettere di pensare a quello lì, queste canzoni sono tutte uguali. Ormai la tua vita è qui, fatti passare questa cotta. Questa cotta!"

Harry si fermò di nuovo, questa volta per ridere istericamente nascondendo il viso tra le mani.

"Io sono stato zitto e ho fatto quello che mi hai detto. Ho cercato di farmela passare, ma è impossibile dimenticare certe emozioni. Tu non hai idea di cosa siamo stati, Louis ed io. Non ne hai la minima idea. E io mi sono stancato di fare le cose di nascosto. Jeff, mi dispiace per come mi sono comportato, davvero. Però il fatto è questo: io voglio restare con lui. Se lo accetti, possiamo continuare a lavorare insieme, se no, mi dispiace, ma le nostre strade si separano qui".

Harry si era finalmente sfogato. Si sentiva infinitamente più leggero.

"Non so cosa dire. Come sempre, quando c'è di mezzo Louis ti ammattisci e non riesci più a ragionare. Poi ora che siete stati insieme per cinque giorni di fila, apriti cielo! Sei irrecuperabile. Ma poi, vogliamo parlare del concerto?! Ti rendi conto di quello che hai fatto? Ci ho messo anni per farti diventare Harry Styles e ora sarai di nuovo 'il ragazzo che sei anni fa cantava in quella band'" urlò Jeff.

Sentendo l'ultima frase, Harry sbiancò e assunse un'espressione dura. "Va bene, puoi andare. Salutami tua moglie" disse accompagnandolo di forza alla porta.

"Non mi hai fatto finire, Harry" disse Jeff cercando divincolarsi dalla presa del riccio.

"Hai detto abbastanza stronzate, quella sull'avermi fatto diventare Harry Styles è stato il colmo. Sei ufficialmente licenziato. Ciao, Jeffrey" e dopo averlo sbattuto fuori, chiuse rumorosamente la porta.

Era libero.

 

Qualche minuto dopo, Louis entrò in casa. Trovò Harry seduto sul divano con la testa appoggiata allo schienale e gli occhi chiusi.

"Ehi"

Harry aprì gli occhi, si passò le mani nei capelli e gli fece cenno di andarsi a sedere di fianco a lui.

"Come è andata?" chiese sedendosi.

"Bene, credo. L'ho licenziato"

Louis fece un sospiro di sollievo.

"Sei contento che sia senza un manager? Mi fa piacere"

"No è che prima l'ho incrociato e gli ho detto cose poco carine. Urlando. Poi forse l'ho anche spintonato quando mi si è avvicinato"

Harry si mise a sedere dritto e lo guardò negli occhi "Lou, che stai dicendo? Sei impazzito?"

"Senti la colpa non è mia, okay? È lui che mi è venuto addosso" rispose Louis agitato.

"Sì perchè chissà cosa gli hai detto"

"Questo non è assolutamente rilevante"

"Va bene" disse Harry accennando un sorriso, "almeno dimmi che è finita pacificamente"

"Certamente. L'ho solo mandato a quel paese un'ultima volta e poi sono tornato qui"

"Va bene" rispose Harry appongiando di nuovo la testa sullo schienale del divano, "mi è venuto un gran mal di testa per colpa di questa situazione comunque" e iniziò a massaggiarsi le tempie chiudendo gli occhi.

"Ti faccio un tè. Quello di prima si è raffreddato" disse Louis indicando la tazza sul tavolino da caffè.

Si alzò per dirigersi in cucina, ma prima di farlo posò delicatamente le labbra sulla fronte del compagno. Harry prima gli accarezzò la guancia, poi alzò la testa e il baciò Louis dolcemente.

"Grazie"

"Per il tè? Ma è una cosa normale, siamo inglesi e sono le cinque di pomeriggio"

"Non per il tè, stupido. Per tutto"

In risposta Louis gli diede un altro veloce bacio sulla testa e corse in cucina.

"Quindi cosa facciamo stasera?" chiese Harry posando la tazza vuota nel lavello.

"Niall mi ha detto che domani sera vuole fare una festa a casa sua e quindi è tornato lì per organizzare tutto. Liam credo sia con lui o a casa sua, non lo so. Sta di fatto che non è qui. Siamo solo io e te, quindi cenetta al lume di candela?"

"Sì, possiamo ordinare da quel ristorante-"

"No, prendiamo una pizza"

"Ai tuoi ordini" disse Harry mimando il saluto militare, "vado a stendermi, chiamami quando hai fame, okay?"

"Harry, aspetta" disse Louis prendendo la mano del compagno "lo so che sei stanco che oggi sono successe mille cose, ma dobbiamo parlare. Ti prego"

Harry si passò la mano libera tra i capelli, "sì, hai ragione, scusami".

Louis si andò a sedere sul divano trascinando Harry con lui.

"Quindi, vogliamo iniziare da quello che è successo sul palco? Vuoi parlarne?"

"Sì, scusa. Volevo farti una sorpresa, se così si può chiamare, cantando quella canzone per te e solo con te davanti a tutti, ma poi mi sono venute in mente un sacco di cose e l'emozione ha preso il sopravvento. Volevo fosse-" Harry si schiarì la voce che stava iniziando a tremare "volevo che fosse una dichiarazione d'amore. Tutto qui" concluse fissando gli occhi azzurri di Louis.

"Lo so. Ed è stata bellissima" gli sorrise Louis "però vederti il lacrime mi ha distrutto. Non devi sentirti così, ora siamo di nuovo insieme e va tutto bene. Abbiamo fatto degli errori-"

"Li ho fatti tutti io"

"Vero"

Gli occhi di Harry iniziarono a farsi più lucidi.

"No! Fermati, okay? Ero ironico, per l'amor del cielo, non piangere" rise Louis accarezzandogli una guancia "Harry se ti metti a piangere per questa stronzata ti do un pugno, giuro" continuò ridendo e fortunatamente fece ridere anche il compagno.

"Lou, io voglio solo farmi perdonare, ma non so come fare" cominciò Harry tornando serio. "Vorrei tornare indietro nel tempo e non scegliere l'America, la fama, i contratti, ma scegliere te. E lo so che non è possibile e che ti ho spezzato il cuore in un milione di pezzi e che ormai è impossibile che torni tutto come prima, anche se tu non fai altro che ripetermi il contrario. Quel dolore resterà per sempre e se penso che è solo colpa mia mi sento così tanto in colpa che provo un male fisico. Se potessi fare qualcosa - qualunque cosa – per cancellare il dolore che hai provato, lo farei ad occhi chiusi. Te lo giuro, Lou".

"Ti prego, smettila" lo implorò Louis con gli occhi lucidi "smettila di pensare queste cose. Io sto bene, Harry. Ora sto bene, davvero"

"Non riesco a smettere di sentirmi in colpa"

"Lo so"

"Non so come fare"

"Non fare niente. Svuota la mente e pensa solo a noi due ieri sera. Insieme e felici. Puoi farlo?"

Harry annuì.

"Bravo il mio ragazzo" disse Louis scompigliandogli i capelli.

"Non sono Clifford, tieni le mani a posto"

"Scusa", rispose Louis ridendo e risistemandogli i ricci, "ecco, ora hai di nuovo la tua acconciatura ordinatamente scompigliata"

"Che stai dicendo, Lou? Sei delirante"

"Scompigliatamente ordinata?"

"Louis"

"Scusa, ho mal di testa anche io ora"

"Vieni a stenderti vicino a me, dai".

 

Si sistemarono sul divano incastrando i loro corpi alla perfezione al primo tentativo. Harry era seduto e Louis era steso con la testa appoggiata sulle gambe del compagno. Aveva chiuso gli occhi e si stava abbandonando al sonno anche grazie ai movimenti circolari delle mani di Harry sulla sua nuca.

"Harry"

"Sì?"

"Per te come è stato? Non te l'ho mai chiesto"

"Lou"

Louis si mise seduto per guardare Harry negli occhi.

"Dimmi, ti prego"

"Brutto. Perchè sono stato io, capisci? La causa di tutto. La causa della mia sofferenza. Non avevo nessuno da biasimare perchè ho fatto tutto io"

"Ma perchè l'hai fatto? Perchè non sei tornato subito da me?"

Harry non rispose.

"Scusa, hai ragione, non dobbiamo per forza parlarne ora. La giornata di oggi è stata molto stressante per tutti, non dovevo chiederti anche questo, scusami" disse Louis abbracciandolo.

Harry si lasciò cullare nell'abbraccio per un tempo indefinito, si sentiva al sicuro tra le braccia di Louis e non voleva abbandonarle.

"Non lo so, Lou" esordì Harry abbandonando le braccia di Louis per poterlo guardare in faccia. "Non lo so e mi dispiace".

Louis annuì e risprese ad abbracciarlo accarezzandogli la schiena. "Non fa niente. Mi basta sapere che non si ripeterà più ciò che è successo" sussurrò ad Harry nell'orecchio. "E non sto aspettando una tua conferma perchè so per certo che non succederà di nuovo. Questa separazione ha fatto più male a te che a me, anche se tu sostieni il contrario. Non voglio vederti soffrire mai più, Harry".

Harry abbandonò per la seconda volta l'abbraccio per baciare Louis sulla labbra. Fu un bacio lungo e calmo. Non c'era l'imbarazzo o il tentennamento di una seconda prima volta, non c'era la passione e la voglia dovuta ad anni di lontananza. C'era semplicemente amore.

"Louis, non mi ricordo se te l'ho già detto, ma ti amo moltissimo"

Louis scoppiò a ridere fragorosamente, "no, non me lo avevi ancora detto".

"E comunque, ti amo che io".

 

   
 
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