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Autore: Kim WinterNight    31/03/2021    2 recensioni
[Storia strettamante collegata all'omonima di evelyn80 pubblicata in questa stessa sezione.]
La storia di Kim e i suoi compagni di classe.
Tra cui Evelyn, l'ultima arrivata che finisce proprio in banco con lei.
Un insieme di ragazzi e professori tutti diversi, due band in lotta per vincere una sfida che va avanti da tempo e le avventure che non possono mai mancare in qualsiasi liceo che si rispetti.
[Chicago / Faith No More / System of a Down / Queen]
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE INIZIALI (si consiglia di leggere prima di passare al capitolo vero e proprio):

Ciao a tutti, carissimi lettori, e benvenuti in questa mia nuova storia.
Questo è un progetto nato dai vaneggi miei e della mia sorella di scrittura evelyn80. Un giorno abbiamo pensato di scrivere una sorta di long a quattro mani che però non è a quattro mani, perché il meccanismo è questo: abbiamo deciso delle linee guida e creato un AU, ma ognuna di noi scrive indipendentemente ogni capitolo senza consultarsi con l’altra né farglielo leggere prima di pubblicarlo.
La sfida consiste proprio in questo: scrivere l’una il sequel dell’altra, fino a creare una trama che però non è prestabilita. Ognuna di noi, dopo aver letto il capitolo dell’altra, si lascia semplicemente ispirare e scrive il seguito e così via.
È una cosa molto stimolante, devo essere sincera, perché poi io ed Evelyn l’abbiamo fatto già un sacco di volte senza neanche rendercene conto, e ora abbiamo deciso di rendere la cosa ufficiale in questo nuovissimo progetto.
Di seguito vi lascio l’elenco dei personaggi che comporranno la classe 4^C del Millennium High School di Phoenix; si tratta di un misto tra membri di band come Faith No More, Chicago e System Of A Down, oltre ad altri che troverete spiegate nella lista. Tra virgolette, accanto ad alcuni nomi, troverete il modo in cui li chiamerò quando appariranno nella storia, dato che alcuni di loro non vengono mai appellati con i nomi di battesimo anche nella realtà.
Ecco a voi:

1. Carmelinda “Linda” Benedetti (OC di Evelyn)
2. Michael Andrew “Puffy” Bordin (Faith No More)
3. Roswell Cristopher “Roddy” Bottum III (Faith No More)
4. Peter Paul Cetera (Chicago)
5. John Dolmayan (System Of A Down)
6. Jacklynn Goudie (OC ispirata alla moglie di Walter Parazaider)
7. William David “Bill” Gould (Faith No More)
8. Merilee Ann Hague (OC ispirata alla moglie di Mike Bordin)
9. Terrence Alan “Terry” Kath (Chicago)
10. Evelyn Knight (OC ispirata a Evelyn)
11. Robert William Lamm (Chicago)
12. Lee David Loughnane (Chicago)
13. Courtney Michelle Love (cantante delle Hole e vedova di Kurt Cobain)
14. Daron Vartan Malakian (System Of A Down)
15. James Blanco “Jim” Martin (Faith No More)
16. Diane Nini (OC ispirata alla moglie di Peter Cetera)
17. James Carter Pankow (Chicago)
18. Walter Parazaider (Chicago)
19. Michael Allan “Mike” Patton (Faith No More)
20. Greta Rossellini (OC di Evelyn)
21. Daniel Peter “Danny” Seraphine (Chicago)
22. Kim Winternight (OC ispirata a me)
23. Kirsten Zucker (OC ispirata all’ex moglie di Mike Patton)

Ed ecco a voi anche lo schemino – fatto da me con Paint, abbiate pietà XD – della disposizione dei banchi all’interno dell’aula:



Oltre a questi personaggi, abbiamo deciso di inserire altre special guests in veste di professori. Questi verranno spiegati man mano che appariranno nella narrazione ^^
In questo capitolo vedremo il professore di Matematica, interpretato da James Guercio, il quale è stato per un lungo periodo produttore dei Chicago!
Insomma, ce n’è per tutti i gusti, non è vero?
Un’altra cosa che abbiamo deciso con Evelyn è di fare una sorta di riassunto di quanto successo nei capitoli dell’altra, in modo da agevolare la lettura a chi eventualmente segue una sola raccolta tra le due!
E siccome è stata proprio Evelyn a cominciare, vi do qualche info su ciò che è successo nel suo primo capitolo!

NELLE PUNTATE PRECEDENTI…
Evelyn Knight vive il suo primo giorno di scuola nella classe 4^C del Millennium High School di Phoenix, dopo che la sua famiglia si è trasferita per l’ennesima volta visto che i suoi viaggiano molto per lavoro.
La ragazza comincia a familiarizzare con i compagni e ne fa una sorta di analisi, cominciando anche a fare amicizia con la sua compagna di banco, Kim Winternight.
Per saperne di più, date un’occhiata al suo capitolo: Facciamo l’appello :)

Bene, dopo avervi annoiato con questo enorme spiegone iniziale, spero siate pronti a godervi il mio capitolo – se siete ancora intenzionati a proseguire :D
Spero vogliate lasciarmi un piccolo commento in recensione, in ogni caso ringrazio già tutti in anticipo!
Buona lettura ♥






Che acida!






Guardo la mia compagna di banco, poi sposto gli occhi sul professor Guercio e sospiro.
Il weekend è ormai alle porte e non vedo l’ora di uscire da questa gabbia, anche se sinceramente non so come fare a liberarmi dei ragazzi delle band che continuano a insistere perché vada alle loro prove.
Questa faccenda della sfida tra band per accaparrarsi l’opportunità di suonare al ballo di fine anno sta già cominciando a darmi sui nervi, anche perché è già la seconda volta che questi idioti si sfidano per un motivo infinitamente stupido e la cosa è fastidiosa.
Ho spiegato fin dal primo giorno di scuola a Evelyn che le conviene stare attenta ai nostri compagni, lei è nuova in classe e non sa quanto possono essere inopportuni.
Già Terry e Bill si sono comportati più volte come due ragazzini assetati di sangue, cercando di convincerla a votare ognuno la propria band quando sarà il momento.
E ovviamente hanno ben pensato – ammesso e non concesso che ne siano in grado – di invitarla alle prove di entrambi i gruppi.
Il problema è che domani pomeriggio sia i The Big Thing che i The Real Thing hanno deciso di incontrarsi in salette diverse, ma alla stessa ora, in modo da intralciarsi a vicenda.
Sono proprio dei bambini certe volte, io non so come faccio a non dare di matto ogni giorno quando li sento parlare di queste stronzate.
Mentre Guercio continua a blaterare a proposito di teoremi matematici non meglio specificati, do di gomito a Evelyn e lei si volta a guardarmi.
Afferro il quaderno su cui in teoria dovrei scrivere gli appunti e comincio a scrivere un messaggio per lei:

Hai deciso se andare alle prove dei TBT o dei TRT? Lo so che sono delle piaghe, io infatti non ho voglia di andarci…

Le passo con discrezione il quaderno e lancio un’occhiata a Guercio, trovandolo girato di spalle mentre annota complicatissimi calcoli alla lavagna – vorrei fargli notare che scrive troppo in piccolo, ma evito di attirare la sua attenzione perché la scuola è cominciata da pochissimi giorni e non sono ancora entrata in modalità studia se non vuoi essere rimandata.
Evelyn scribacchia in fretta una risposta e mi restituisce l’oggetto.

Sono indecisa, ma per i miei gusti direi che preferirei le prove dei TBT… XD

Sì, vabbè, io preferisco gli altri, ma ovviamente sono dei rompicazzo tutti quanti… anche se John andrà sicuramente a sentire i TBT, quindi sono indecisa pure io… uffa :(

E se per questa volta venissi con me a sentire la band di Terry? Poi la prossima volta possiamo andare dai TRT!! ♥

Ci rifletto su per un attimo, poi annuisco e giro pagina prima che Guercio – che intanto si è avvicinato a noi – riesca a leggere i messaggi incriminati.
Mi squadra con espressione severa, ma non riesce a farmi paura perché è talmente basso – anche più di molti miei compagni – e buffo che devo trattenere una risatina.
«Winternight, vedo che stai prendendo appunti!» ironizza, puntandosi le mani sui fianchi.
«Certo, prof» replico in tono piatto.
«Allora dopo la lezione passali al signor Kath, dato che lui invece non ha molta voglia di scrivere e preferisce assumere atteggiamenti inopportuni e disturbanti!» prosegue, alzando il tono di voce per attirare l’attenzione di Terry.
Sbircio nella direzione del mio compagno – seduto proprio nel banco alla sinistra del mio – e noto che sta sghignazzando con Danny. «No, mi scusi! Perché dovrei prendere appunti anche per lui? Che si arrangi!» esclamo contrariata, cercando di salvarmi la pelle.
«Che antipatica! Cos’è, oggi hai le tue cose?» sbotta Terry, rivolgendomi uno dei suoi proverbiali sorrisi equini.
Sento risate provenire da ogni angolo della classe e comincio a fremere di rabbia.
Poi la voce di Mike si leva dall’ultima fila della bancata all’estrema sinistra: «Kath, arrangiati, ha ragione lei».
Mi volto nella sua direzione e sollevo il pollice. «Grazie, finalmente qualcuno che dice cose intelligenti!»
«Ma chi, Patton? E da quando?» commenta Bill, seduto al suo fianco.
Il cantante dei The Real Thing gli molla uno scappellotto. «Idiota, la stavo difendendo solo per convincerla a venire alle prove di domani!» commenta.
Alzo gli occhi al cielo e borbotto: «Che stronzo».
«Silenzio, tutti quanti!» strilla Guercio.
Mi appoggio meglio alla spalliera fin troppo dura della sedia e sbuffo: ora sono nuovamente indecisa sulle prove a cui assistere, il commento di Terry non mi è piaciuto per niente, ma nemmeno l’atteggiamento di Mike.


«Lo so che sono un po’ infantili, ma io li trovo simpatici in fondo!» esclama Evelyn mentre usciamo dall’edificio dopo l’ultima estenuante ora di lezione con Guercio.
«Ma hai sentito come mi hanno trattato? Mi sa che non vado alle prove di nessuno dei due gruppi, che si fottano!» sbotto, non riuscendo a mandare giù ciò che è successo poco fa in classe.
«Dai, ti prego… voglio sentire i TBT, non farmici andare da sola, non conosco nessuno!» mi implora, afferrandomi per un braccio proprio nel momento in cui ci ritroviamo nel cortile spoglio e triste del liceo.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. «È per vedere Belli Capelli, vero?» domando.
«Chi?!»
«Peter. Te l’ho detto che lo chiamano tutti così, no?»
Evelyn ridacchia. «Ah, sì! Beh, mi piace, quindi…»
All’improvviso Linda e Greta si avvicinano a noi, sorridendo raggianti.
«Che vi prende? Non ditemi che anche voi siete cadute nell’incantesimo di uno di quei due gruppi di idioti» borbotto acida.
«Che hai oggi?» chiede Greta stranita.
Linda incrocia le braccia al petto. «Datti una calmata!» mi intima. «E comunque noi non ci facciamo incantare come pensi tu! Se abbiamo deciso di andare alle prove della band di Peter è solo perché ci piace!»
«Ecco, Evelyn, hai visto? Hai trovato compagnia per domani pomeriggio!» ironizzo.
«Ma io veramente…»
«Se vuoi venire con noi, non ci sono problemi» le si rivolge gentilmente Greta.
«Tanto se aspetti quest’acida, non vai da nessuna parte!» commenta Linda.
«Non sono acida!» preciso.
«Non litigate, vi prego! Kim, tu ti offendi se accetto?»
«Chi, io? Vai e divertiti!»
«Perfetto, allora è deciso!» Linda sorride e prende la mia compagna di banco sottobraccio, poi guarda tutte noi con aria sognante. «Non vedo l’ora di godermi quel fusto di Peter che suona e canta!» cinguetta.
Cazzo, mi sono dimenticata di dire a Evelyn che ha una rivale in amore; quando mi ha confidato di aver subito messo gli occhi addosso a Peter, non ho proprio pensato di parlarle dell’enorme passione di Linda nei confronti del nostro compagno di classe.
Sposto lo sguardo sulla mia nuova amica e leggo la profonda delusione che si dipinge sul suo volto.
«Ti piace Peter? Non lo sapevo.»
«Non è bellissimo?» pigola Linda, stringendosi maggiormente al suo braccio.
«Carino, niente di spettacolare» mente Evelyn, evitando di guardarla.
«E lui sarebbe solo carino? Cioè, Eve, ma l’hai guardato bene?»
«Non proprio…»
Vorrei aiutarla a uscire da questa situazione, ma non so proprio come fare: ormai ha deciso di andare alle prove dei The Big Thing, ma non posso che sentirmi in colpa per non averle detto di Linda.
Mentre penso a un modo per salvarla, sento il clacson dell’auto di mia madre: è venuta a prendermi a scuola, perciò saluto le mie compagne e mi dirigo verso il cancello in ferro battuto – quest’anno l’hanno verniciato di un color vomito che mi infastidisce tantissimo.
Forse è proprio vero che oggi sono un po’ di malumore, anche se non so esattamente perché.
Sto per uscire quando vado quasi a sbattere contro un ragazzo dalla corporatura massiccia.
Faccio un passo indietro e sto per abbaiargli contro qualche impropero, poi mi accorgo che si tratta di John e il mio cuore accelera i suoi battiti.
«Scusa, ho dimenticato il libro di Matematica in aula» dice, rivolgendomi uno dei suoi proverbiali sorrisi appena accennati.
Mi pare quasi di svenire da quanto è bello e non trovo neanche il coraggio di mettere in fila due parole di senso compiuto.
In confronto a lui mi sento una cretina e di certo gli occhiali spessi che indosso e l’acne che mi tempesta il viso non mi aiutano a risultare più attraente.
Chino il capo, ma prima di lasciarlo andare decido di porgli una domanda.
Lo richiamo e lui, già a qualche metro di distanza, si volta e mi fa cenno di parlare.
«Vai alle prove domani?» chiedo titubante.
«Sì, Puffy mi ha invitato. Tu?»
Ci rifletto un po’ su: potrei dirgli di no, tanto per vedere come reagisce e se gli dispiace.
Ma alla fine non riesco a mentirgli e sorrido. «Anch’io. Ci vediamo in saletta.»
«Okay, ciao» conclude, poi riprende a camminare verso la scuola, andando incontro a fiumi di studenti che procedono nella direzione opposta.
Mia madre suona nuovamente il clacson e io torno bruscamente alla realtà.
Mentre la raggiungo, sento il cuore battere all’impazzata: John mi ha sorriso, mi ha salutato ed era così bello.
Sono la persona più felice del mondo.


Mike, in piedi al centro della minuscola saletta, scruta il foglio posto sul leggio. «Mmh… questo testo fa cagare» commenta dopo un po’.
«Che stronzo, ci ho messo tutto il mio impegno! La prossima volta scrivitelo da solo» sbraita Daron, alzandosi dal pavimento ricoperto di polverosa moquette per fronteggiarlo.
«Non ho mai scritto un testo di canzone» replica Mike con ovvietà.
«Non sono problemi miei» ribatte l’altro, i capelli lisci e scuri a ombreggiargli il viso pallido.
Io, stipata in un angolo, sono già incazzata nera: Courtney è seduta poco distante da me e continua a civettare con tutti i presenti; bellissima, truccatissima e vestita di tutto punto. E tremendamente zoccola.
Non la sopporto, e oltre a me è l’unica altra ragazza presente. Prima ho sentito che anche Merilee doveva essere qui, ma ha avuto un contrattempo e non ci ha raggiunto.
Courtney è odiosa e mi dà fastidio che lei sia in qualche modo privilegiata solo perché è la migliore amica di Roddy.
Ma devo rimanere concentrata, sono qui per vedere John e lui non si è ancora fatto vivo.
Ho l’ansia e i continui battibecchi tra Mike e Daron mi stanno innervosendo ancora di più.
«Mi sono fatto un culo grande così per scrivere il testo, questo è il ringraziamento? Ti prendo a schiaffi!» prosegue Daron.
Mike gli sorride beffardo, poi afferra il foglio dal leggio e lo strappa lentamente a metà. Glielo porge e dice: «Puoi riprendertelo, non mi serve».
«Patton, datti una calmata» lo rimprovera Bill, facendosi avanti.
Tutti hanno già i loro strumenti in mano e anche Puffy è seduto dietro la batteria, così quando Daron parte con un gancio destro, riesce a colpire Mike senza alcuna difficoltà.
Courtney lancia un gridolino. «Dai, ragazzi!»
Sgrano gli occhi e rimango allibita a fissarli.
Mike fulmina Daron con sguardo fiammeggiante e pericoloso, stringe una mano a pugno e fa per restituirgli il colpo, ma Jim lo afferra per il polso.
Cantante e chitarrista si scambiano occhiate di fuoco.
«Lasciami» sibila Mike.
«Prima ti calmi, poi ti lascio» replica Jim con calma.
In genere è un tipo riservato e sfottuto dalla maggior parte dei compagni, compresi coloro all’interno della band, ma in questo momento si sta comportando nel modo giusto e sotto sotto lo ringrazio.
Daron intanto, preda della rabbia, esce dalla saletta come un uragano ed è in quell’istante che decido di seguirlo; almeno ho la scusa per uscire di lì, e magari nel frattempo arriva John e posso scambiarci due parole senza essere circondata da troppe persone.
Sguscio fuori dalla stanza e percorro la breve e ripida scalinata, riemergendo in superficie con un sospiro.
Noto Daron che si accende una sigaretta e fuma nervosamente poco distante, ma non mi avvicino troppo e mi limito a fingere di controllare il cellulare.
Lui sembra non avermi notato, dato che poco dopo fa partire una chiamata e imposta il vivavoce.
«Daron.»
È la voce di John, la riconosco immediatamente.
«Sono incazzato nero! Ma dove cazzo sei?» sbraita Daron.
«Ho perso l’autobus, mi è partito sotto il naso. Mi sa che non faccio in tempo a passare in saletta. Che succede?»
Un moto di delusione mi investe: vorrei soltanto piangere e non essere mai venuta a queste maledette prove.
«Che palle! Quel coglione di Patton ha strappato il mio testo, dice che fa cagare!» racconta in tono concitato.
«Beh, non è che abbia tutti i torti…» commenta John in tono ironico.
«Vaffanculo pure tu, che cazzo!»
«Scusa, dai. Però te l’ho detto che non mi convinceva!»
«Ma questo non giustifica il suo modo di fare da divo dei miei coglioni! Ora entro e lo pesto a sangue, che cazzo me ne fotte?!»
«Lascia perdere, non ne vale la pena. Calmati.»
Dio, quanto adoro questo suo modo di fare rassicurante e meravigliosamente sexy… riesco quasi a immaginare quel suo viso bellissimo e dolce, quel suo corpo massiccio e pronto a proteggere chiunque ne abbia bisogno.
Mi lascio sfuggire un sospiro fin troppo rumoroso e in quel momento Daron mi nota.
Si volta a fulminarmi con un’occhiataccia. «E tu che fai? Non si origliano le conversazioni degli altri!» sbotta.
«Con chi parli?» chiede John.
Prego mentalmente Daron, lo supplico di non fargli il mio nome, non voglio che mi prenda per un’idiota.
«Kim» borbotta Daron.
Troppo tardi.
«Scusa, non stavo origliando!» Ci penso un attimo, poi aggiungo: «Però anche tu sei poco furbo, eh! Se metti in vivavoce e urli così, come pretendi che nessuno ti ascolti?»
Sento John ridacchiare dall’altoparlante e questo mi basta per stare un po’ meglio: forse non ho rovinato proprio tutto.
Senza aspettare che Daron risponda, rientro in saletta con l’unico intento di recuperare lo zaino e tornarmene a casa: tanto John non verrà, non ha senso stare appresso a questa gabbia di disadattati.
Raccolgo le mie cose proprio mentre la band sta per attaccare con il primo pezzo.
«Te ne vai?»
Sollevo lo sguardo e noto che Bill mi sta guardando, come se mi vedesse per la prima volta quel giorno.
«Sì, perché?»
«Dai, resta! Vuoi o no sentire un figo come me suonare?» scherza, battendosi sul petto come per darsi un tono.
«Sinceramente? No.»
«Che acida» sento sibilare e so che è stata Courtney a dare aria ai denti.
Vorrei trovare il coraggio di afferrarla per quei capelli biondi e perfetti e sbatterle la faccia al muro, ma rimango in silenzio e scuoto il capo.
«Fai come vuoi, ma non sai cosa ti perdi» conclude Bill, strizzandomi l’occhio.
Mike esplode in un improvviso ruggito al microfono e mi fa sussultare. «Cominciamo o no queste cazzo di prove?» grida poi.
Sbuffo ed esco nuovamente dalla saletta.
Me ne vado senza neanche salutare Daron, sentendomi sempre più delusa e incazzata.
Spero almeno che Evelyn si stia divertendo alle prove dei The Big Thing… non vedo l’ora che arrivi lunedì per chiederle di raccontarmi tutto.
Mi sto sempre più pentendo di non averle ancora chiesto il numero di telefono.
  
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