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Autore: Duchessa712    01/04/2021    1 recensioni
(Seguito di Spring will come again)
Rickon e Shireen si amano di un amore impossibile, un amore bambino, che è dolce come un sogno e ha i giorni contati.
Amano le storie tragiche e impossibili, quelle d'amore finito in tragedia.
Amano il Principe Drago e la sua Lady Lyanna. Amano i Leoni dell'Ovest.
Si amano per gioco e per necessità e perché lo vogliono davvero, ma quando i sogni si infrangono la realtà fa ancora più male
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Past and present and memory'
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Il tempo sembra diluirsi quando si attende, soprattutto se non si sa cosa si attende.
Grande Inverno è cupa, avvolta da un'atmosfera funerea che nessuno ha il cuore e il coraggio di provare a rasserenare. Catelyn sta male, vomita qualsiasi cosa mangi e Shireen si addormenta piangendo perché non può perdere anche lei, non dopo Irene e Rickon e Benjen e Byron, non può, non sopravviverebbe, e cerca di dirlo a quegli Dei che le sembrano più lontani che mai mentre passa ore inginocchiata nel Parco degli Dei con le mani giunte e le membra sempre più stanche. Irene non le ha detto che sarebbe stato così difficile, non le ha parlato di tutti questi pesi, non le ha parlato di una guerra. Forse perché nemmeno lei pensava che suo figlio sarebbe stato tanto stupido da iniziarne una, pensa piena di frustrazione e risentimento. Non quando l'inverno è tanto inclemente e la neve cade copiosa e anche Violet si trascina da una stanza all'altra con la grazia che le è sempre appartenuta ma che adesso ha un qualcosa di ancora più delicato. Irene si muoveva nello stesso modo, ma Shireen si rifiuta di fare questo paragone: Violet sta bene. Sì, la perdita del bambino l'ha provata ma non vuol certo dire che sta per morire.
-Lady Stark-
-Vostra Maestà-.
I capelli hanno perso la loro lucentezza, il volto è scavato, gli occhi sono brillanti... di febbre?
-Solo Violet, per favore-
-Sei qui per un motivo particolare? - si morde la lingua per l'intonazione seccata e arrogante che ha dato alla domanda, per il modo in cui il sorriso della Regina si spegne e le mani ricadono lungo i fianchi.
-Perdonami. Sono solo preoccupata-
-Lo so, Lady Stark. Lo sono anche io. Mio marito e mio cognato stanno combattendo, c'è il rischio concreto che muoiano, che mia figlia diventi Regina... É troppo piccola... Non può passare la vita schiacciata da un peso simile, non prima di aver vissuto almeno un po'... - si porta una mano alla bocca per soffocare i singhiozzi e Shireen si spaventa quando la vede barcollare.
Questa non è una Regina, non è la giovane che ha invidiato e odiato senza nessuna vera ragione, quella che ha ostacolato e screditato in ogni modo.
-Maes...Violet...-non sa cosa dire. Apre la bocca ma non escono le parole e allora chiude gli occhi e si concede un secondo per pensare a quanto stupido sia ciò che sta per fare, poi la abbraccia, le carezza i capelli castani e quando la sente scivolare a terra stringe la presa.
-Andrà tutto bene- mormora ingoiando le lacrime, e quanto è bello il modo in cui la bugia scivola sulla lingua. É sempre stata brava a mentire ma questo è altro, perché Violet si aggrappa a lei disperata e lei ripete la frase fino a farla diventare una cantilena. Questa non è una semplice menzogna, questa è arte, questo è il risultato del lavoro di Irene e di Cersei e Sansa prima di lei.
-Mi puoi chiamare Shireen- dice quando hanno ripreso i loro ruoli e le loro maschere e il tenue sorriso sul viso della Regina é sufficiente a rischiare la giornata.

-Eh si, piccolina, questi sono proprio tempi strani- mormora Catelyn guardando la figlia e la Regina camminare l'una accanto all'altra senza litigare.
-Sono proprio tempi strani- ripete mentre la bambina tra le sue braccia ride.
Quando é con lei si sente più leggera e più felice, riesce a credere che il mondo non sia il posto terribile che realmente è, che la speranza esista e la bellezza non sia destinata a sfiorire. Riesce a credere che la vita prevalga sempre anche se sente la morte risucchiare la vita dal suo corpo con una lentezza estenuante. Si chiede se sia una specie di maledizione, se le donne della sua famiglia siano costrette a soffrire prima di poter riposare, come se il dolore che hanno già patito non sia stato sufficiente, come se il Nord non sia già un fardello sufficiente da portare.
Presto sarà il suo turno e questo pensiero la riempie di angoscia perché non è pronta a rivedere Irene per dirle che l'ha delusa.
-Madre-
-Ah, mia cara, vieni qui, tieni un po' tu questa Principessa-
-Stai bene? -
-Si, tesoro, ho solo bisogno di riposare... Ah, non credo di scendere per la cena, se puoi essere così gentile da avvertire-
-Devo farti portare qualcosa? -
-Oh no, grazie, cara, non credo che mangerò-.
Le si stringe il cuore a vedere gli occhi di sua figlia riempirsi di lacrime ma il semplice pensiero del cibo le dà la nausea e Shireen deve stare di più con Violet perché Grande Inverno è una loro responsabilità e devono proteggerla insieme.
È finito il tempo delle sciocche rivalità da bambine, ormai, soprattutto se, gli Dei non vogliano, accada qualcosa a Benjen e Rickon.

La cena è silenziosa e il tavolo vuoto e l'aria é pregna di tensione e di imbarazzo perché non è mai successo che si trovassero sole senza qualcuno a fare da cuscinetto.
Shireen mangia in silenzio osservando di sott'ecchi la Regina, mentre questa rimesta il cibo senza appetito. I maestri le dicono che deve riposare, che si sta stancando troppo, ma lei li ignora come si fa con le cose che ci danno noia. Li sopporta con sempre meno pazienza da quando le hanno dato quella notizia, che una futura gravidanza potrebbe ucciderla e che non ci sarebbe comunque la garanzia che il bambino sia in salute e sopravviva, che potrebbe perderlo ancora e potrebbe morire anche lei, lasciando un vedovo e un'orfana.
Magari non ci sarà nemmeno un'altra gravidanza perché Rickon potrebbe non fare ritorno da quella guerra insensata e potrebbe essere lei la vedova con un regno e un'orfana.
Sente le lacrime farle pizzicare gli occhi e l'emicrania attanagliarle le tempie. Il desiderio di stendersi e riposare davvero le si prospetta come un paradiso, ma non può. Ha dei doveri cui adempiere e non può mostrare nessuna debolezza, nessuna crepa. Su questo Irene è stata chiara.
-Maestà? -
-Violet- la corregge abbandonando le posate nel piatto, stanca di giocarci.
-Stai bene? -
-Certo che sto bene, Lady Stark-
-Shireen-.
Che cosa ha portato a questo repentino cambio di comportamento nei suoi confronti? Verso di lei Shireen é sempre stata arrogante e sprezzante quando le cose andavano male e fredda e cortese abbastanza da non risultare maleducata quando andavano bene, che cosa è cambiato, esattamente?
-So che non siamo andate sempre d'accordo e so che è anche colpa mia. Vorrei rimediare. Vorrei mi considerasse un'alleata se non un'amica. Per il bene di Sansa e del Regno se non credi alla genuinità delle mie intenzioni-.
Ecco. La spaventa, anche, quando fa così, quando la guarda dritto negli occhi che sono pieni di emozioni che non riesce a decifrare, quando dice esattamente quello che pensi e che vorresti sentirti dire.
Non è la prima volta che Violet pensa che la ragazza di fronte a lei sarebbe stata una Regina migliore.
-Accetto l'offerta con molto piacere, ma spero potremo diventare amiche, con il tempo-.
Ha le sue dame, certo, ma dopo la perdita del bambino e le divergenze con il Re non è sicura di potersi fidare davvero di loro, e si sente tanto sola in quella corte immersa nei ghiacci e nel gelo.
Ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi che non sia automaticamente dalla parte di Rickon, che non sia Benjen, buono e più quieto ma comunque suo fratello, comunque reggente se dalla guerra fosse il solo dei due fratelli a tornare, che non si Catelyn, paziente e bendisposta, ma la sorella di Irene in tutto tranne che nel nome, votata, come tutti, al Nord e alla sua prosperità.
Shireen é diversa, non è più la bambina che ha conosciuto al suo arrivo, é successo qualcosa e nei suoi occhi qualche volta brilla ancora la luce dell'odio.
   
 
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