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Autore: Legeia    01/04/2021    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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chapter 24 Chapter 24

ricordo i capitoli 22 e 23 messi insieme



Un anno e un mese prima

Kianta era seduta non sull'erba,ma sul bordo artificiale che dava sul lago della zona inacessabile. La Pozza delle lucciole. L'ultimo angolo di speranza per quegli insetti bioluminescenti che gli scienziati davano per spacciati. Svanivano sempre di più in molti paesi. A causa della costruzione folle umana, dei luoghi sempre più visitati e abusati,  con la scusa di piccoli angoli da picnic o giornate di famiglia, degli idioti che inquinavano con ogni tipo di rifiuto ambienti possibili per loro. Ecosistemi finiti nella pattumiera. Tanti motivi, ancora, che portavano un'altra specie all'Adios finale. Si temeva per le api, lo si diceva dall'inizio di quel nuovo secolo, a causa dei pesticidi introntrollati per aumentare la bellezza e la quantità delle coltivazioni, per la vendita,  a discapito della natura ma anche le lucciole stavano sparendo.
Per fortuna a Milan queste cose interessavano, ed era un fiducioso sostenitore di organizzazioni e movimenti pro e per la salvaguardia non solo mondiale, ma di singoli ecosistemi e luoghi naturali in ogni paese. Oltre che le specie. Inoltre dopo varie discussioni, si era deciso che in ogni paese dovesse esservi, varata ed approvata, una legge che prometteva una bella somma di denaro o premi a chi filmava, portava prove, o consegnava chiamando particolari gruppi di controllo, la gente che gettava rifiuti ovunque, maltrattava o uccideva animali di qualsiasi tipo se non pericolosi, danneggiava irreparabilmente un luogo naturale e chi lo abitava. Era già stato fatto per i senzatetto, prima di apportare delle contromosse per quelle società cieche stupide che li odiava, che permettevano che la gente finisse per strada nel peggior modo possibile solo perchè ad esempio si era dovuto curare e senza più soli, o perchè tasse o probemi vari avevano ridotto ad avere nulla nelle tasche, ect. Per situazioni di povertà da perdere tutto e chiunque accettava addirittura che si commettere reati contro questi disgraziati senza battere ciglio.
Kianta stava con un piede penzoloni da quella riva o sponda creata appositamente per sedersi e godersi l'acqua calma,  evitando sporgenze di roccia troppo levigata o altro. Era una specie di mini conca, scavata a forma di cucchiaio sul bordo roccioso, lisciatoe piacevole al tatto, presente in una rientranza a semicerchio che si alzava dal pelo dell'acqua di dieci o quindici centimentri ocn una bordatura di pietre chiare. Di solito lei stava seduta in quel semicerchio, proprio al centro della conca, per poi vedere il resto del lago tutto naturale, che continauva in una forma non proprio rotonda, con i bordi frastagliati che scendevano fin dentro l'acqua o ne venivano solo lambiti. Era una zona che era stata ripulita e sistemata un anno prima, perchè gli animali selvatici intorno all'enorme montagna sul quale poggiava una bella fetta di Chateau e altre zone che gli appatenevano vi trovassero ristoro e aiuto senza paura degli umani. Era capitato che prima del cambiamento allo Chateau fosse usato parecchio dagli uomini al loro modo, a casaccio, facendolo diventare non proprio un gioiello naturale ma... un ritrovo per fare casino, sporcare e rovinare un pò in giro. Lei non capiva perchè l'essere umano fosse così stupido e sporco da danneggiare qualsiasi cosa gl icapitasse intorno, dicendo di volersi godere qualcosa di bello, per andarsene che lo ha ridotto a latrina. Lei non aveva visto come era prima, ma avev aletto i resoconti registrati. Aveva capito che quel lavoro della conca e quanto fatto dopo era necessario, che gli alberi e l'ambienete erano stati curati. L'acuqa era stata ripulita dall'utilizzo di prima e non voleva sapere come fosse. L'unica cosa in più che fu messa, che fosse sia per umani che animali selvatici che vi passavano o lo usavano per trovare acqua, era una specie di cascatella artificiale alla sua sinistra da dove era seduta in quel momento, che mandava sempre acqua fresca, scendendo, verso un fiumiciattolo artificiale che avevano fatto nascere e che andava in un'altra direzione. Vi era un grosso ammasso roccioso naturale che era stato scavato in cima in una direzione specifica dopo che avevano scoperto dell'acqua naturale che usciva da una zona della montagna in alto. Con dei lavoratori che avevano scalato alzune zone, avevano creato una sorta di canaletto di scolo che giungeva fin su quell'ammasso proprio, usando quel solco artificiale, che portava del bel rivolo, che si lanciava verso una base a forma di conchiglia grezza con delle pietre maltate. Confluiva in quel nuovo canaletto che portava acqua in un'altra zona controllata dalle guardie forestali  loro, che controllavano tutta la zona della montagna, della riserva naturale controllata che circandavano la montagna.

Muovendo pigramnete il piede nell'acqua, pensò agli ultimi casi di homeless che le erano capitati un pò da tutto il mondo. La cosa brutta da avere Milan come uno di quelli che faceva parte del Consiglio e poteva avere tutte le informazioni da qualunque governo che loro finanziavano, era questo. Sapere quanto schifo cèra nel mondo, che fosse primo o terzo, non importava.Era brutto, qualcuno le avrebbe detto ma voelva sapere. Chi voltava occhi e orcchie per non  vedere e sentire il mondo intorno era solo u negoista e peggio.
 La gente che soffriva, per colpa degli altri, era incalcolabile. Aveva scoperto che le varie giurisdizioni di polizia anche di un solo paese, avevano nell'archivio digitale, che poteva consultare, centinaia e centinaia di schedature di senzatetto morti di fame che nessuno voleva, e voleva vedere. Se andava a cercare nelle informazioni seguendo i dati fiscali e previdenza sociale, si apriva un mondo fatto di disperazione e solitudine anche se prima erano persone normali. Peggio se erano individiu nati già nello schifo e non erano riusciti ad uscirne. Le vite di quelle persone, tutte quelle schede di segnalazione, furti, arresti, avviisi di vagabondaggio,  la facevano sar male. Era intollerabile per lei vedere a volte foto del prima o del dopo, se reano caduti in disgrazia in tutti i sensi, o se fin da piccoli, e il male che l iaveva svuotati e distrutti, prima nell'animo, poi nell'aspetto. Il peggio era leggere, come quei casi che erano arrivati, di uomiin dalle foto sfatti e sporchi, con abiti luridi e sguardi impossibili da descrivere, sapendo come erano finiti in quel modo. Uno era finito con stracci,  dati da qualche associazione di volontariato e in qualche angolo con altri sventurati,  perchè per il divorzio l'ex moglie lo aveva lasciato in mutande per davvero e lui, non potendo piu avere il minimo per i soldi che doveva dare alla donna e ai figli, era caduto male, mentre lei aveva trovato un altro tizio e non faceva nulla. Lui era finito bevendo mentre altri erano presi da  rabbia che usciva dopo aver sopportato molto. E questo individuo era finito per strada con una valigia col poco che gli era rimasto, dal buco dove era in affitto, per bere dalla disperazione e aveva perso pure il lavoro, e infine la valigia,  rubata da altri senzatetto che si appropriavano edelle cos edegli altri per sopravviere.
Non era una novità, perfino i centri per dormire la notte aperti a questi poveri disgraziati avevano una sorta di mafietta e se dormivi con qualcosa indosso, pure ti ripulivano. O peggio, alcuni riportavano bambini che di giorno andavano a scuola e il pomeriggio e la sera stavano per strada a seguire la madre o il padre, chi avevano ancora, per cercare qualche modo per dormire al sicuro, lavarsi poi per il giorno dopo. A volte questi genitori avevano un lavoretto, ma era così sotto pagato o in nero, che non avevano niente da dare per affitto e ttasse varie mensili. Poi cèra chi si era drogato ed era finito male, quello che si era ripulito per un'amante e questa era passato al nuovo pollo lasciando l'altro con ninete e una vita misera e chi, sempre l'ultimo che aveva letto quel giorno, che era stato pure denunciato e cercato dall'ex moglie per avere soldi per mantenerla, perchè no nera per i figi ma per lei,  che non voleva lavorare, e pretendev che la polizia lo costringesse a pagare. Con cosa, si chiese lei? Cosa poteva pagare l'uomo da quella avvoltoia che aveva visto in quelle foto, che sembrava più un derelitto lui,  dei militari devastati da superiori idioti con le medaglie o incarichi che li avevano distrutti, con cui David lavorava?
Quegli uomini erano riusciti a riacquistare un viso sollevato dai pesi e follia, a mostrare interesse e voglia di nuovo di vivere e si stavano reinserendo con gli altri. La cosa era dura, ci voleva davvero molto diceva David e per queli che erano così per danni cerebrali,  da creargli problemi di memoria e comportamento, si era riusciti a dargli qualcosa per cui continuare, aiutandoli.

Allora perchè le società tanto pubblicizzate come moderne e aperte, giuste e socialmente impegnate, permettevano l'accattonaggio non come fenomeno da contrastare con architetture contro o poliziotti a buttarli in gabbia, facendolo proliferare e non fermarlo?
Aveva letto i resoconti di Lia, dove si chiedeva come fosse possibile, togliendo i profittatori, quelli che per qualunque buona propostadi aiuto e sostegno alle persone povere o con problemi vedevano propri tornaconto, che la gente non solo accettava i senzatetto senza porsi delle domande sulla comunità umana e cosa doveva significare, ma che non li degnava di un occhio se erano agli angoli delle strade, e per loro erano o inesistenti o solo feccia da eliminare. Cmome le prostitute, come se non fossero donne e figlie di qualcuno come i loro. I loro meritavano, gli altri no.
Aveva letto rapporti di individui che si manifestavano brave persone e Signori,  che trattavano malissimo quei poveracci. Ragazzi anche di buona famiglia che fceva cose vergognose a quella gente, addirittura derubandoli, come se non stessero già al'inferno. Altri che li usavano come profitto per orgranizzazioni di facciata di aiuto, che invece erano altro. Ed erano solo esempi, cèra molto dietro.
La gente odiava e preferiva scacciare quella gente perchè ritenuta sbaglaita e non della società, accettava quelle idiote costruzioni per homeless che proponevano tanto per farli stare al caldo, ma nessuno che pensava di fare davvero qualcosa per loro, nel vero senso della parola, e far finire questa piaga. IN molte società dove paghi anche l'aria quasi, scriveva Lia, va benissimo che si butti, proprio su ordne di banche e comuni, le persone da casa loro perchè le avevano perse per problemi vari o non potevano pagare l'affitto e invece gli squatter, coloro che entravano di forza in una casa anche rompendo serrature, appropriandosene e vivendo lì portandovi bambini e donne incinte per legittimare la cosa, la facevano franca e no nsi muoveva nessuno.
Di solito erano individui della peggior specie che con l'inganno, appunto usare bambini o donne gravide o malati in modo grave, entravano in una casa comunale  di proprietà che fosse, e non volendosene andare affermando che era loro diritto starci per quelli che vi hanno messo dentro. E i proprietari legittimi, che si erano assentati per vari motivi per poco, si ritrovavano senza un posto e la polizia per le leggi non poteva far nulla. Aveva letto di casi dove chi aveva diritto di vivere in quelle comunali o di proprietà, finiva male per pagare avvocati e segnalazioni senza poter riavere l'immobile per viverci per mesi o anni. Per i diritti umani si diceva che gli squatter dovevano stare là perchè bambini, donne gravide o malati non potevano stare per strada, ra ingiusto buttarli fuori di casa, e molti profittatori del genere lo facevano con gli affitti,  mentre gente hce per soldi, malattie o altro aveva perso davvero tutto,  finiva male per le stesse leggi,  per strada,  ed era diventata spazzatura.

Aveva scoperto da tempo che le cose erano davvero messe male. Perchè queste perosne alla fine per sopravvivere cercavano di fare di tutto, anche cose che non avrebbero mai fatto prima, rinfoltendo i ranghi della malavita. Loro non erano come la feccia che lei odiava, ma erano urtarelli o altro che aggravavano città e quartieri. Era allucinante cosa aveva letto dai rapporti che poteva consultare.
Questa era la magia di organizzazioni o società segrete che hanno le dita ovunque, diceva sempre Milan. Affermava che ammirava Alessandro Magno e Attila, o i Romani, per fare un esempio che , volevano fare un impero uinco e compatto. Ma non perchè volesse fare qualcosa del genere ma li usava da esempio perchè diritti, doveri e correttezza fossero ovunque, contro religioni e usi e costumi di molti paesi ancora arcaici.
 La cosa positiva di questo progetto era che tutti i posti del mondo che facevano parte dell'impero avevano le stesse leggi di base, che fosse in Germania o l'Africa, non importava. Le leggi, i diritti, i ragionamenti illuministi sarebbero comparsi nei libri di legge di qualsiasi paese ed erano obbligatori e ufficiali. Niente abusi su animali, scuole e insegnamenti veri su come si trattano, usano o addestrano gl ianimali. Così come le persone e l'interazione tra persone. Che non esistono persone di serie A e B sopratutto per il denaro o ceto, da livellare anche quello.
Altro che fattorie, Stati, allevamenti e via dicendo. No, diceva lui, i bambini fin da piccoli dovevano essere istruiti da persone giuste e non dalla famiglia, perchè avevano fermato molto schifo proprio per conduzioni famigliari o private che vantavano i migliori metodi, e poi cèra solo maltrattamenti e sfruttamento fino a che potevano. Poi uccisi o abbandonati. No, gli animali, tutti, che vivevano con gli umani e da questi mantenuti, dovevano essere controllati e registrati fino alla morte. Se la famiglia o il centro che si occupava di un settore che prevedeva l'uso degli animali lamentava una fuga di questo o strani comportamenti o altro, partiva un'indagine. Quanti animali venivano spompati per pochi anni rispetto alla loro vita naturale e poi lasciati morbiondi da qualche parte, abbandonati, fatti morire per eutanasia da veterinari più cani di quella gente. E Milan ridendo un pò diceva che cani era un modo di dire di Lia e non offendeva quei poveri animali, ma er aper dire che erano bestie, e basta. Bestie è peggio degli animali. E quindi era necessario prendere provvedimenti. Telecamere cittadine a ogni angolo, anche nascoste, per inquadrare tutto, così come pattuglie di vari settori di controllo e di polizia, muniti di cam che no ndoveva mai essere fermata o modificata, che giravano dall'ultimo anno più tempo  che in cinque anni passati. Vi erano gruppi di quartiere, specializzati per dove eranoassegnati e più controlli ovunque. E questo solo per gli animali, per gli umani e l'ambiente cittadino cèra di più.
Ma questo bastava?
Nell'ultima ora non sapeva più cosa pensare. Più cercava, anche in quel luogo, di cancellare dalla mente dei visi e quelle vite disperate e peggio stava. Ripensava a molti uomini che avevano avuto anche loro maretta nelle loro vite, a quelle che cercavano di aiutare con i cambiamenti e poi pensò a Lia.
A una frase che aveva letto nei rapporti. Sul problema dei senzatetto. Della solitudine, dell'avere niente!
Aveva scritto che .
Il fatto che Milan usasse questi tizi, facesse accordi e patti con gentaglia   per avvicinarsi, usarli e poi metterli fuori gioco era divertente all'inizio. Il problema era che si alimentava e aiutava quello che chiamavano mercato nero e cose collegate per molto tempo, affinchè si potessero avvinghiare tutti, come un polpo che stringe a se con i tentacoli tutto ciò che sono, per distruggerli. Ma le cose negative continuavano e loro invece, dovevao fermarle.
Inoltre Kianta trovava la questione religiosa, di collaborazione con politici e gentaglia che odiava, le pazzie di Milan per tutto ciò che lo gasava... eccessivo, assurdo, inacettabile.

Voltò la testa di scatto per alcuni rumori alla sua destra, verso dietro e fissò con la fronte aggrottata Gask che arrivava, agitato dal fare attenzione a dove mettesse i piedi e le parti superiori, nel colpire rami, vegetazione alta e altro.Essendo più alto e largo di lei, i passaggi che lei usava di solito avevano molti rami e arbusti troppo lunghi che andavano potati ma aveva spettato e in quel momento lui pareva odiare la vegetazione. Vi era un camminamento di pietre, lui invece aveva vagato a caso per la foresta intorno al laghetto ripercorrendo i passi suoi, sempre che non si fosse perso al suo solito. non amaa molto i giardini e le zone di verde dove il suo fisico era un imgobro.

"possibile che in quanto orientamento sei negato? Non azzecchi mai una strada giusta..." disse lei come a caso, tornando a muovere il piede nell'acqua

"E tu invece sparisci sempre al solito. Per ora cè casino perchè vogliono cambiato il percorso di addestramneto. Sempre uguale, sempre un giochetto, dicono. Per ora i Capitani li stanno rimettendo in riga ma vorrebbero qualcosa di diverso. Ammiro però che pretendano un percorso nuovo, nuove sfide e impegno..."

"Interssante come dei militari, che dovrebbero odiare il passare tempo sempre in quei posti, vogliano invece variare i percorsi e farne di nuovi. E protestano perchè ogni giorno si annoiano... la gente normale riderebbe!Io invece ne son orgogliosa""

"Dicono che si divertono, sopratutto per quelli settimanali o mensili.E la mattina ormai per alcuni è uno spasso. Per loro è abitudine stare al Muro del Riscaldamento. Imitare le pose di arti marziali o yoga dipinte per tutta la sua lunghezza finchè non si arriva alla fine e si va a mangiare. Ormai si scommette pure per quanto tempo riescono a stare a fare quegli esercizi mattutini,  e quanto riescono a restare in quelle posizioni. Volevano mettere pure me nella lista con la mano tesa dicendo che si guadagnava bene certi giorni. E' divertente fissarli mentre partono dall'inizio di quel lungo muro con la prima posizione e avanzare per giungere alla fine,  per far fluire il sangue e sciogliere i muscoli prima di iniziare ad allenarsi. La cosa che mi ha rotto un pò all'inizio è stato l'orario. Cazzo, le quattro e mezzo di mattina" sbuffando.

"A volte le cinque e mezza! Prima ti alzavi a quell'ora, prima del tuo Capo. Quindi era solo tornare a vecchie abitudini. Io non sono una militare, non mi alleno con voi, ma mi alzo sempre prima ugualmente..." vedendolo allungare verso di lei, prese dalle tasche che lui aveva nei pantaloni, delle stecche di radice di liquirizia in carta leggera. Iniziò a mordicchiarne e succhiarne una rilassandosi mentre lui si sistemava accanto.

"Si, lo so. I ragazzi in scuderia se la ridono ogni mattina, mentre urli al tuo cavallo, che è un vero diavolo con pelliccia. Ne condina di cose... Comunque seriamente, che siano le quattro e mezza i giorni di addestramento reclute o allenamento normale un'ora dopo, non è troppo presto? Mi sto abituando ma buttarsi giù dal letto prima, quando la sera prima..."

"Colpa tua e degli uomini che fate casino la sera. le regole esistono per un motivo...E' necessario la mattina..."

" Si, si... essersi riscaldati,  prima movimenti molto leggeri di simulazione degli esercizi che si sta per fare,   allo scopo di sciogliersi mentre si lavora anche sulla memoria muscolare.... mezz'ora max al muro... Ancora col buio... le figure illuminate dai faretti alla base mentre tutti si sbracciano e fanno esercizi per iniziare... mi sono sempre allenato e addestrato, a mio ritmo. Tornare a una vita militare non mi fa felice..."

"l'ora in cui ti alleni cambia il tuo orologio biologico e ti permette di prendere il meglio che i lcorpo ti dà... prima dell'elettricità e orari prestabilit, l'essere umano, a meno che no nfosse un ricco di quelli... che faceva fino anche la mattina tanto non doveva alvorare, l'essere umano ha sempre utilizzato i nomali cicli biologici, seguendo i ritmi del tempo. Ossia dormire appena fa buio, alzarsi al ritorno del sole. E noi facciamo questo, oltre che seguire delle tappe giornaliere per mantenere quanto creato. Anzi, sono già contenta che tu sia uno di quelli che no nusa lo schifo sintetico per pomparsi. Lo ammetto, ti ammiro per questo, è roba di costanza e sacrifici, non sei muscoloso come una massa tumorale anormale come molti che, nonostante ho vietato quello schifo spiegando quanto si rovinavano, ancora sembrano bulbosi e... bleah. Quanto odio la gente gonfiata senza senso, peggio se poi ha sintomi osceni per cosa si iniettava o prendeva. I chetoni... insomma, li approvo ma senza abusarne. Ancora là non ho vietato perchè dicono, la cerchia dei medici all'ospedale e centro di ricerca, che sono più sicuri. Speriamo... E' passato tempo da quando sei arrivato, vedi di abituarti meglio all'orario. Come nuovo membro dei Capitani, visto che Milan ha insistito, essendo anche uno degli ultimi della Pank-Gil dovresti dare l'esempio..."

Gask sbuffò, emettendo un verso di esasperazione, mentre si sistemava accanto a lei dopo essersi tolto gli stivali per non bagnarsi, arrotolato le gambe dei pantaloni e controllato la zona. Nel mentre fissandola che si gustava una radice di liquirizia. Ne uscì un'altra dal secondo sacchetto che teneva in tasca, altrimenti sicuro lei se non avesse visto la confezione non li avrebbe accettati, e se ne mise una in bocca imitandola, chiedendosi cosa cèra di divertente e migliore di una rotella classica.

"Perchè sei così inqueto qui?"

"...gli animali. Non sono tranquillo sapendo che questo posto è un loro ritrovo..."

"Hai ancora paura dei lupotti, i conigli fulvi e lepri, volpi..."

"i ragazzi mi hanno detto che ci possono essere torbiere, linci, camosci, galli cedroni, bestie che non ricordo il nome e che gira la voce che hai lasciato liberi dei furetti qui intorno, addestrati per sbranare, gli intrusi..."

Kianta si voltò esterrefatta mentre masticava nel lato destro la radice con i denti, con la faccia di una che aveva sentito un'assurdità, che la sconvolgeva.

"Io no naddestrerei mai furetti per lasciarli poi liberi, ma li terrei da noi! E quello che hai elencato potrebbe esserci ma dipende dalla zona, dalla curiosità delle bestie o del cibo che cercano... inoltre sono presenti in tutta la borgogna, mica solo qui... i lupi ormai ci conoscono e hanno imparato ad essere amichevoli anche loro. A volte un pò reticenti con la gente che non consocono bene, ma sono ormai di casa qui. Diamo loro da mangiare a volte con gli addestramenti di caccia. Molti animalisti ci odieranno per questo, ma ci sono livelli di addestramento per cui è necessario provare prima in certi ambienti e, in base a cosa cacciano gli uomini, il ricavato lo regaliamo ai lupi, nulla va sprecato. Così in inverno hanno cibo pure loro e non uccidiamo se non al primo colpo. Togliamo pelle e cosa ci serve e diamo loro tutta la carne, e muoiono in modo meno doloro che sbranati. per gl ialtri animali mettiamo cibo qui nelle veste e ormai si fidano e sono diventati amichevoli. Con noi, almeno. So che in alcuni villaggi ne hanno paura, ma abbiamo lavorato molto per tenerli qui e non farli scendere. Ecco perchè uniamo l'addestramento ai doni per loro, sopratutto in inverno. E la gente nei villaggi è tranquilla e non ci sono cacce al lupo. Come prima... per gli altri animali puoi stare tranquillo, qui, ci sono più erbivorori e piccoli carnivolri come appunto volpi, gatti selvatici, qualche cinghialetto ma niente di serio. non ti mozzicano se hai paura di questo... Ormai mi conoscono e sanno che posson stare qui mentre ci sono io senza problemi. Hanno smepre cibo nei periodi di magra e se vuoi superare la paura puoi dar loro da mangiare. Condividere anche con loro... quindi smettila di girarti e scattare come terrorizzato a ogni suono. Fai un respiro e goditi questo lago..."

"E' vero che questo posto Milan lo ha preservato per cose antiche..."

"non si tengono nulla nella pancia, eh? Si... nel periodo di pulitura, cura e sistemazione di questa zona sono stati torvati resti di cultura gallica, o comunque del  mondo celtico. Questo lago non è molto visitato, ma nell'altro che usa per la religione, cèrano molti oggetti trovati nei lavori, che parlavano dell'antica religione. E quindi per lui è stato chiave,  per creare la porta della zona di Luna e Cielo. Alla fine si è deciso che questo posto era importante per la fauna per l'acqua e cibo. E basta... calmati..." vedendolo sussultare a ogni scricchiolio o rumorino.

Un coniglio gironzolava in un angolo alla loro sinistra, vicino la cascatella. Mentre qualche altro stava nascosto tra i cespugli o in una zona verde. A Gask non piacevano ancora alcune zone perchè si sentiva esposto a cose che no conosceva. NOn trattava molto gli animali se non cani e cavalli, perchè li conosceva, e si sentiva a disagio con quei cosi che gironzolavano liberi.

"Mi è stato detto dal Signore della cucina che stasera cè una cosa che avevi chiesto, il râpée morvandelle. Ha detto ai ragazzi e me di provarlo, se mai mangiato prima, perchè èuna delle cose che fa di solito. Non so cosa sia ma dice che è un piatto che hai scelto per il periodo e che ti piace. Ha riso dicendo che qualunque piatto con patate tu lo divori ed era meglio se prendevamo una bella porzione altrimenti se comparivi, saresti stata capace di prendere tutta la teglia dalsuo alloggiamento scavato e portartelo. Non ho mai visto quelli che lavorano alla cucina mettere quelle teglie in quella specie di muretto con dieci sezioni a forma delle teglie scavate, ma ha detto in risposta alla mia osservazione che se ti facevo incazzare, sicuro li avrei lavati e cambiati io. E..."

"Oh, vai piano! Sembra quasi che tu non parli con qualcuno da mesi!"

"Veramnete.. con te si! Stavo solo dicendo che quel tizio è strano e... non so, non mi sembra affatto un cuoco"

"Invece è molto bravo e si merita il posto dove sta ora e la posizione. MOlto meglio del vecchio, quell'imbecille!"

"Mi è stato detto che gli è finita male perchè ti sei incazzata con lui"

"Un giorno saprai cosa ha fatto e cosa gli ho fatto. Sappi solo che non si gioca con la responsabilità ricevuta e cose come la salute. Poi dalla raccolta ho conosciuto lui e gli ho dato la carica di primo cuoco e gestore della cucina. Quello che si dice sputare in un occhi alla vecchia società! Non immagina nemmeno quanta gente di valore si è lasciata sfuggire e cosa ha perso..."

"Abbiamo guadagnato noi, buon per l'organizzazione, no?"

"..." fissandolo seria "questo non cancella cosa ha passato, subito, sopportato. Se non l'avessi fermato quel giorno con quei piedi sulle sbarre forse... comunque adesso è qui..." sgranocchiando il bastoncino.

"Anche lui i primi giorni mi ha squadrato e chiesto se facevo uso di steoidi o cose simili. Sentendo gli uomini tu e lui avete un buon rapporto e anche lui odia il cibo spazzatura, quello pieno di schifezze, e chi si bomba per apparire massiccio. Pensava all'inizio che lo fossi anche io, ma quando gli ho detto che non facevo cose del genere come te si è tranquillizzato e mi ha detto che mi riempiva lui di proteine e roba buona. E ha detto che la gente che rispetto a me si gonfia è solo fallata nel cervello" sentendola ridere "e mi domando cosa possono pensare gli altri là fuori di noi. Per loro saremmo... come?"

DOpo qualche minuto, lei non aveva riposto e la vide come riflettere con un'espressione non proprio felice, ma non seppe capire cosa la tormentasse di quella domanda. Restarono ancora un pò in silenzio e in quella piccola pace finchè non le chiese se poteva azzardare una domanda . Lei parve un pò infastidita e gli chiese per quale motivo fosse sempre e ancora intorno, per parlarle e le ricordò che non lo odiava più, così cedette. E le sparò la domanda senza ulteriori preamboli.

"Dimmi la verità, tu sei felice? Almeno, per quello che si può dire felicità?"

"..." sembrò pensarci su "Si, posso dire dire di esserlo. Sono felice. Si... e prima che magari ti viene in testa qualcosa del tipo . L'ho fatto. Sia per la Raccolta che per altre cose io sono stata là fuori. Ho girato per vedere musei e palazzi antichi, che osservare le persone come vivevano. Ho visto il lato scintillante e moderno, tanto elogiato, ma anche quello sporco, e degradante, dell'altro lato dello specchio. Ho visto persone passeggiare a fare shopping, o altre cose accanto ad animinali e persone in tristissime condizioni accasciate in angoli per strada, senza vedere nulla come se non esistessero. L?invisibilità della povertà e del niente.  E ho notato di primi occhi come si mobilitavano subito per scappellarsi, ossia salutando cerimoniosamente anche come togliendosi il cappello se lo avessero avuto, per gente che aveva solo soldi, potere e sotto sotto andando a cercare informazioni su quelli, solo schifo ben nascosto come la polvere sotto i tappeti. Ma il rispetto e l'attenzione che avevano rispetto agli altri... Ho seguito perchè mi ci sono trovata vicino, gente che salvava per associaizoni di aiuto animali abbandonati da ex padroni che meritavano le peggiori torture. Persone trattate malamente solo perchè finite per strada, o povere, o perchè considerate diverse. Ho visto lo sperpero di chi dovrebbe amministrare soldi pubblici e per i cittadini per se stessi, opere che non avevano veramente motivo di esistere e cose fatte sotto banco. Ho visto lo spreco di cibo gettato nella spazzatura a fine giornata perchè le regole non permettono di donarlo, fregandosene della fame e della disperazione di persone che son odi fatto intorno a loro. E automaticamente si giudica un vestito per ciò che è la persona,  senza rimorsi dopo. Non ho assistito, tranne pochissime volte, a una mano tesa di aiuto. A piccoli aiuti. I cavolo di gatti sfamati da tutti si, però! E parlo di gatti che poi, seguendoli giusto per capire, avevano una casa o cibo da più persone e se la cavavano meglio di cani o uomini per strada... ovunque mi girassi cèra gente che lasciava cibo ai gatti, non ad altri animali che pure giravano, o persone, ma gatti! Io stessa per comprare delle cose, perchè non vestivo secondo le mode ma così, come noi, sono stata trattata con freddezza, anche con prese in giro da impiegate e titolari perchè ritenevano che io valessi poco. OVviamente i negozianti di oggi non hanno più occhio per notare una stoffa di pregio, pelle di alta qualità anche vegetale che usiamo, madreperle e altro..." gettando le fibre della radice da cui aveva succhiato tutte le proprietà in acqua di malavoglia.

"... Conoscendo solo marchi e mode passeggere del momento, ecco cosa sono le persone adesso. Un tempo osservando sapevano distinguere le stoffe e le qualità delle cuciture e particolari che noi invece facciamo, mentre se non hai un marchio in bella vista originale o vesti preciso come gli altri sei un barbone".. non hanno riconosciuta una griffe e così mi hanno... trattata male. Così più volte me la sono giocata. E' capitato che ricordassi che a qualcuno serviva un particolare oggetto e da quella particolare città era un buon dono. Ho portato una pipa di un negozio a uno, i lacci all'americava quelli per colletto ad un'altro, stivali o altri oggetti perchè per gli uomini avevano detto tr aloro che speravano di comprare queste cose..."

"Aspetta... ho capito di cosa parli, allora li hanno perchè glieli hai presi tu?"

"molti di loro sono della Raccolta o persone che stanno diciamo vivendo finalmente un pò di respiro finanziario proprio da noi. E lavorando per me e con me non ho problemi a ricompensare chi merita...comunque. Una volta ho dato un assegno a una delle ragazze, l'unica che mi aveva trattato con gentilezza e rispetto di quella o quelle che mi stavano seguendo negli acquisti, affermando con tono alto che una persona di un certo livello, se si vedeva trattare a quel modo solo dall'apparenza, era chiaro che solo una là tra i presenti meritasse un premio, e gli altri dovevano poco lavorare ancora nel settore. Ho anche buttato là che avrei potuto comprare negozio e tutto, sai che potevo farlo, perchè controllato qualche minuto sul Phonvlet, ero a conoscienza di tutti i dati del negozio, pure i nominativi di chi pagava tasse e tutto. Noi piammo quindi... E così facendo i nomi giusti, non sai che risate ma anche amare, quando i titolari quasi facevano inchini, si perdevano profusamente in scuse e me ne andavo solo dopo averli guardati con sdegno, schifo e aver detto loro che l'indomani avrei consigliato amici, facendo nomi potenti, di andare là vestiti davvero da pezzenti per vedere cosa accadeva e sarebbe stata pubblicità negativa ovunque. Diciamo che si saranno dovuti cambiare gli slippini tantissimo! Se usano gli slip....Resta il fatto che sono solo pochi esempi ma che mi hanno fatto odiare quel mondo già solo dai negozi...Rispetto ed educazione zero"

"Quindi..."

"Non mi sono trovata bene. Ho svolto con alcuni dei ragazzi delle incombenze in giro per le città e quante cose ci sono accadute da quella società che tanto reclamizzano come... lasciamo stare"

"E quindi qui cosè per te? Sei felice della vita che conduci qui?"

"...Cè quacosa qui che mi porta ad amare sia quell'edificio come casa mia, che merita anche per la sua bellezza, che per cosa mi fa sentire. Per molti casa ha un significato quasi preciso, per me il luogo in cui voglio tornare seppur non è di famiglia o di mia proprietà. HO una vita che mi lascia libera anche se la gente da fuori potrebbe pensare che non sia così. Milan mi lascia libera. Così come fu per lei. Sai, la fece andare con Jd per un viaggio che lui aveva fatto. L'Orient express, sia tratta classica che la Trans-sibérien Orient Express per raggiungere Mosca. Le disse che era come vivere gli anni venti  e trenta del secolo scorso. Vi era un lusso estremo e sfrenato, visto anche i prezzi! Ogni tot di anni si mandano al restauro ogni vagone e ogni carrozza per ripristinare lo splendore secolare e i migliori comfort moderni, mascherati. Le carrozze sono diverse e si contraddistinguono per la loro eleganza, raffinatezza.Gli arredamenti all’interno del vagone e delle cabine richiamano lo stile coloniale degli anni d'oro. Il treno dell‘Orient Express è attivo dal milleottocentoottantatre, sai? Per tratte che comprendono Parigi, Vienna e l’allora Costantinopoli, l’attuale Istanbul. Londra, Innsbruck o  Praga,  Cracovia o  Dresda, Venezia e molt altre che si possono giungere a metà o nel durante del viaggio. Dai resoconti Milan glielo aveva consigliato e le disse dopo i primi addestramneti, anzi le permise di fare quel viaggio di una settimana perchè, come le raccontò dai suoi report, valeva farlo almeno una volta e voleva vedere cosa accadeva in determinate situazioni..."

"I resoconti, quindi li hai letti"

"I resoconti non sono solo scritti" guardandolo negli occhi "ci sono anche quelli, sempre legati a quel codice o giornata, che sono più istintivi e a video"

"Quindi in pratica ti... sei vista? Parlare?"

"Si, anche se in verità come ti ho sempre detto, il fatto che abbia o meglio... io abbia il mi ostesso viso non vuol dire niente. Per me come per gli altri, lei è lei e io sono io. Siamo due persone diverse. E infatti lei ha fatto quel viaggio..:"

"Con Jd..." domandò lui aggrottando la fronte

"Si, Milan la lasciava libera ma non vuol dire senza controllo. Così prima di ogni cosa che tu sai, le permise di far quel viaggio dandole soldi, abiti, possibilità. Scrisse che per lui, consigliarle questo era una delle cose che gli piaceva fare a chi lo meritava, perchè non lo faceva con molti. Lui... vede gli altri come meschini, falsi, mezzi psicopatici e inferiori perchè oscuri e negativi, insomma la gnete che cerchiamo di fermare e trattando sempre con questi non può consiglaire certe cose che adora.  Consigliava e consiglia le cose che gli sono piaciute, valgono, che vuole condividere con persone che meritano. E visto che lei non era come le galline che conosceva, ma una delle poche persone con cui parlare di tante cose e che lo capiva, visto che gli altri come diceva lui erano polli scemi, le raccontava molte cose. Ha i suoi difetti, ma Milan ha parecchi pregi. Ha solo dato corda per vedere dove giungeva lei prima e io poi. Io non ho ricordi, momenti, così negativi da fermarmi..."

"Che vuoi dire. intendi per lei?"

"Vi fu un momento di tanti anni fa che lei cadde nella disperazione, ma non da un giorno all'altro. Viveva in un ambietne per lei oppprimente, non positivo e capacitivo. Insomma per una come lei era opprimente, negativo,triste... Le persone intorno a lei volevano cambiarla perchè fosse come volevano, come doveva essere secondo loro, non amavano il suo essere, la sua personalità e così loro come la società. Per alcuni versi erano ancora fermi a decenni prima, dove una eprsona doveva stare zitta e calma e se si ribellava, se aveva un suo pensiero diverso, lontano dal loro, qualcosa non andava. La punivano, le urla la portarono a isolamento autodeterminato e pian piano la sua psiche si crepò. Lei non voleva figli, lei non si sentiva donna come lo intendevano gli altri, per lei determinarsi ed essere erano passi della strada di una persona che dovevano essere sentiti, voluti, affrontati e non forzati con mezzi poco umani. Obblighi, urla, botte, minacce, e pure le buttavano acqua santa addosso o da piccola la oblbigavano a strane cose con piatti e olio o respirare cose che odiava, come l'aglio, perchè autavaa dicevano. E una delle cose che scrive era che se glieli rinfacciava si stupivano e a estranei potevano sembrare sinceri nel negare le cose. Ma non è che lei se le inventava, per loro erano normali perchè avere figli con problemi non piace a nessuno, aveva capito..."

Sorpirò, prese un'altra radice di liquirizia e tra una smozzicata e un'altra continuò.
"...Almeno sono cose presenti nei report. Sapeva che cèrano persone che subivano molto, molto di più e ancora peggio, ma l'atmosfea in famiglia era, come riporta, da scartavetrare l'anima. Così lo intendeva. Nulla di positivo, litigi, ricatti, toccavano sempre il senso del confronto, umiliazione e colpa. usavano sempre la tattica della colpa e di come fosse sbagliata per cosa no nfaceva per gli altri che... crollò emotivamente. Tutto ciò ovviamente fu altalenante, anni di sbalzi di momenti del genere unitoalle persone fuori dalla famiglia,  che invece di dimostrare l'opposto di cosa le mettevano in testa, le facevano vedere lo schifo dell'esser eumano in una società sbagliata. E così sia dentro casa che fuori non fece altro che subire,  e se si ribellava veniva vessata e attaccata come... quella che non meritava nulla perchè il contrario di cosa doveva essere. Non aveva fidanzati, quidi era sbaglaita o quacosa no n andava. Forse era la terribile cosa dell'altra sponda? Finirà male come quelle donne zitelle? Che cosa orribile dicevano,  e così tentavano di fare e dire cose perchè lei mutasse. Non voleva figli, ha avuto qualche trauma da piccola? E tanto altro. Più il suo Se interiore si crepava e più provava disperazione e più il suo fisico cedeva per questa oscillazione di sentimenti così forti. Questo è uno dei motivi che la portò ad accettare l'Accordo di Milan e aiutarlo a cambiare le cose, perchè le persone fossero umane e se stesse, lontano da religione e bigottismo... Voleva scappare ma aveva vissuto stando in una ambiente dove la situazione di altre,  che erano andate via con qualcuno e si erano, per quegli adulti, macchiate di cose orribili, erano troie dicevano, e questo donne stesse, perchè avevano osato una cosa che solo queste fanno. E lei stava male nel sentire quelle cose perchè non credeva come un umano, donna perfino, dicesse e pensasse queste cose accettando le visioni pazze di quella società.  Perfino la figlia di una vicina gli ultimi anni, aveva fatto in modo di andarsene in inghilterra e la prima cosa che dissero... della madre, nonna e zia su quella ragazza che, testuali parole, . E queste, come altre cose, la rompevano dentro. Anche perchè anche lei voleva trovarsi la sua strada lontano da una famiglia e vita non per lei. Ma loro ciechi, sordi, menefreghisti. Gente che se ne andava per la disperazione, se veramente come lei era l'unico modo ovviamente, erano marchiati a vita in molte maniere poco positive e lev eniva detto che se capitava qualcosa del genre,  con lei,  le avrebbero rotto le ossa o altre belle frasi poco gentili. E questo dagli undici anni, poi dicevano che scherzavano ma era un modo pr educarla a non fare certe cose.  Era sempre sola, sempre disperata, sempre incapace di migliroarsi e alzare al testa ma sovrastata da tutti e tutto, perchè urlavano o peggio perchè doveva sempre stare zitta e calare la testa, quest aè educazione. E il suo corpo ne pagava perchè si ammalò così tanto che ogni movimento, cosa che faceva era un dolore senza fine tutto i lgiorno. Ed era uno dei sintomi. E invece di avere pace venendo lasciata stare, ancora di più! Non potè pi studiare ed ecco ancora confronti con le altre. La riempirono di medicinali anche dopo averla obbligata pure a fare esami per il cuore perchè forti, ed ebbero peggiori conseguenze. E così crollò così  tanto da desiderare la morte di tutti, si sentiva una merda umana al pensarlo,  ma odiò così tanto tutti quelli che le stavano intorno da desiderare che se ne andassero visto che lei non riusciva a morire in nessun modo. Ma poi si dava della schifosa perchè era lei che non riusciva a vivere in quella societò. Ogni volta che era disperata, piena di sofferenza, incapace di fingere di non odiare e stare nervosa,  puntualmente veniva aggredita verbalmente, zittita con urla e segni di rabbia. E si rompeva sempre di più..."

"E perchè non era scappata..."

"Se fosse stata in salute lo avrebbe fatto, anche a rischio di vivere alla buona come poteva. Mai però in quella città o vendendosi, questo mai. Preferiva farla finita prima che fare una cosa del genere. Trovava penosi quelli che pur di sopravvivere e strisciare ogni gorno dopo l'altro in quei modi, accettavano ogni compromesso dando ogni cosa, perchè significava far vincere quella gente. Loro avevano cosa volevano trattandoli solo da schiavi o spazzatura. E non era vita, come la sua prima. Meglio sputargli in un occhio e farla finita che essere cani di certa gente. Se avesse potuto, come cercò di fare, lo avrebbe fatto. Tentò con le forze militari ma per l'altezza e un solo punto dovette restare a casa, sentendosi pure dire che loro già lo sapevano e che ora poteva fare cosa secondo loro era corretto. Musica, scuole, scuola di musica, università, non fece altro che accontentare tutti sempre, anche per le piccolezze e sempre si trovava in risposta schifo. Ma per quella gente non era così, giuravano e spergiuravano che no era mai accaduto che dicessero o facessero qualcosa, quando invece era avvenuto. E lei covò voglia omicida, ma siccome non era una persona del genere trasportò tutto verso di se. Se tutto doveva finire, sarà come dico io e su me, pensava. Prima alle medie, poi le superiori e la musica, poi l'università. Stoccate di schifo ogni giorno, più volte al giorno dove dovea inghiottire così tanto che si ammalò. Cadde ammalata e anche la sua speranza finì rotta come la sua psiche. Desiderava solo la fine di tutto. Aveva cercato di alzarsi e rifarsi, crearsi qualcosa per andar via ma... in ogni modo,lei si rialzò, tante, tante volte. Eppure era sicura che l'avrebbero vista come un coniglio, una perdente, una stupida, una che non sapeva combattere,   come per molti che lo erano davvero per le cazzate rispetto a lei, per ciò che ormai desiderava. Solo quello. Le faceva male il cuore, quel dolore la distruggeva nel corpo e nello spirito perchè sola, disperata, bloccata come un animaletto nella gabbietta. Quella sofferenza la paralizzava in paure senza fine e nuove. INiziò a provare paura e schifo per i contatti umani coe la vicinan za, gli oggetti intorno, toccati o meno. Anche con la famiglia. Mettere un braccio sul bordo del tavolo significava sporcarsi la maglia... i piatti o posate toccati. Gli abiti per lei erano sempre sporchi. Il pigiama doveva essere usato solo nel letto e non doveva toccare nulla,  se esempio andava in cucina o bagno. Tutta la sua angoscia, tormento, tutto era finito in quel terrore di sporcarsi a causa degli altri. Le era venuto come un orrore profondo al pensiero che alla fine potessero romperla,  da farla diventare come tutte le idiote del mondo felici di essere solo robottini per le famiglie e società. Era così, troppo, addolorata e aveva il terrore di dover sentire ancora quello stesso dolore che le risuonava nel petto,  che non voleva più sentire nulla. Voleva cambiare vita dalle medie. Aveva cercato disperatamente persone che le volessero bene per cosa e chi era,  ma senza successo. A nessuno piaceva la sua vera se stessa. Era così distante da loro da anche bulluzzarla poi. Lia odiava le bugie, i voltafaccia, il trattare la gente con falsità da costruirsi una maschera e quindi perosnalità alternativa. Era circondata da quella gente da voler vomitare per lo schifo. Voleva scappare. voleva un mondo più vero, sincero, meno legato a stereotipi, generi e mentalità retrograde. Ma si rese conto che non esisteva affatto. Per niente. OVunque si girasse, in  qualunque modo provò e ritentò, ma perse ogni speranza e sperò solo di andarsene e lasciare a tutti loro il loro bel mondo... ma aveva paura che qualcosa andasse storto,che se lo fecesse molti...  le riderebbero dietro con l'idea che fosse un coniglio da voler morire perchè incapace, lei... si vide tutto sciogliersi come neve. Perse tutte le possibilità. L'unica cosa che le dicevano era che poteva sempre sposarsi e fare figli,  e comunque la sua vita era piena lo stesso, ogni giorno, mese, anno non facevano altro che dirle che se era così stronza da rompere le scatole per chiedere, seppur poche cose rispetto a quanto dava, poteva andarsene a casa sua. Casa sua sponsandosi. Se fosse riuscita da sola sarebbe stata una buttana ingrata e schifosa, siccome non era riuscita ma avevano vinto, perchè fino all'università avevano detto a tutti che lei no nsarebbe andata fuori, ma doveva restare con loro, ... a volte mi sento così felice di non aver avuto genitori da no ncapire per niente, affatto, tutti quelli che vogliono una famiglia così tanto da esser pronti a fare carte false..."

"Io col tempo ho dimenticato questo desiderio, volevo solo scappare..."

"Il suo conflitto interiore, creato da loro, l'aveva portata ad aver paura di ogni cosa. Ogni sua azione con la gente. Che se avesse fatto qualcosa di sbagliato sarebbe stata una vergogna. Le avevano messo in testa, non insegnato, ma proprio obbligata con le botte e pensanti rimproveri che doveva tenere la bocca chiusa su tutto e comportarsi come una mummia. Che doveva calare la testa e fare la persona educata, che educazione significava anche zittirsi e non fare o dire niente anche se ti mettevano sotto i piedi e ti usavano come zerbino. Così erano loro. E che era una stronza ingrata, sempre questo ingrata, schifosa, anche sempre quest'altra parola, vergognosa egoista che aveva sempre fatto cosa voleva, le urlavano, e sapeva solo pretendere. E lei moriva un poco più ogni volta. E dalle medie scappava con la mente altrove, si proiettava in un altro posto dove con la metne accadevano cose che lei non aveva neppure immaginato per se. COn Milan scoprì che lei semplicemente si dissociava  in un'altro livello di realtà e con una personalità differente. A volte capitava che tornasse così di corsa se qualcuno parlava con lei da agire come quella sua se stessa alternativa, e succedevano i casini. E lei scappava, si nascondeva in un mondo dove il dolore era tramutato in altro. E là non sentiva nulla del dolore che la rovinava ogni giorno che passava. Aveva imparato anche a prendere dalla mente i ricordi e figurativamente come bruciarli. Metteva quel ricordo come fosse una cartolina o foto nella mente e avvicinava una mano con un fiammifero e bruciava, cancellava come poteva quella sofferenza in ricordo. Non so se veramente quella cosa funzionava o semplicemente riusciva con quel metodo a nasconderli in fondo alla mente, perchè dai report afferma che poi quei pezzi diventavano sfocati come... una macchia di caffè sul tavolo alzando la tazzina. Ogni giorno credeva di no nfarcela più, il suo corpo dava segni di rompersi a sua volta e darle sintomi che la costringevano a stare sempre male. Il suo corpo, che già prima odiava anche per la madre e i suoi epiteti, sembrava non più il suo... non riusciva ad aprire gli occhi e accettare quella realtà. Era ormai una reclusa per l'odio che provava per il mondo per cosa le aveva fatto, perchè la famiglia la voleva sempre sotto la loro gonna come si diceva e ogni cosa per loro era sbaglaito. A volte seduta che a letto, non riusciva a muoversi o voltare la testa per il dolore fisico e profondo che provava da chiedere solo al suo cuore di fermarsi. Fermati, gli diceva. Poi lo pregava. Voleva piangere sperando che aiutasse a qualcosa,  ma non le riusciva e l'odio che le montava dentro anche per il suo corpo la spronava a trovare pace, finalmente, e fanculo tutti ma poi la paura di un errore e sarebbe andata peggio e scappava in quel mondo. Prima aveva pregato tutti gli dei perchè almeno uno,  se esisteva,  potesse aiutarla. Voleva, anzi chiedeva, che il suo corpo venisse dato a un'anima che meritava di continuare a vivere se morta o in procinto di esserlo, e la sua finisse semplicemente via. Senza tornare o altro. Svanire. Ma questo non accadde mai. Cèrano notti così orribili dove la disperazione la portava a darsi pugni sopra il cuore per causare una sorta di aritmia cardiaca irregolare, che poteva avvenire per dei colpi sopra il muscolo da farlo andare in tilt. Merito della lettura, afferma. Eppure tentò, provò, ma era sicuro che fosse dovuto non alla sua incapacità perchè non ci andava gentilmente, ma doveva essere dato dal di fuori e con un'algolazione particolare. E non sapeva che oggetto usare per causarlo. Anche perchè se avessero capito che lo avesse fatto da sola e non naturalmente, sarebbe stato suidicidio. E lei voleva evitare di farlo capire, perchè temeva che come suo nonno la sua fine sarebbe stata un calvario. E le avrebbero dato la colpa, come per tutti i disgraziati che erano riusciti, accusando loro di essere stati ipocriti e meschini per chi lasciavano. Ogni volta era così, si lementò nel report, tutte le testimonianze che avev aletto colpevolizzavano quei disgraziati di aver procurato dolore,  ma nessuno dei parenti del cavolo che diceva che si rammaricava di esser stato ottuso, imbecille, che quello aveva sofferto così tanto da andarsene e che andava capito. Mai una volta ma colpevolizzato del LORO di dolore.... Non capiva mai nessuno, aveva scritto. E così sarebbe stato per lei. Sarebbe stata come tutti gli altri, colpevolizzata, etichettata come coniglio e richiamata alla mente sempre e sempre e non lo voleva. Voleva sparire, come una bolla..."

"E cosa ha fatto quindi?"

"era chiaro che nonostante il suo sguardo fosse malinconico, sofferente, perso in un incubo senza fine perchè non l'avrebbero mai lasciata andare senza obbligarla a stare in contatto, voleva farla finita. A volte dopo Milan si chiedeva se era veramente convinta di voler perdere la mamoria e tutti i ricordi e... ma si rendeva conto che in realtà, in lei, veramnete, non cèra niente. Giorni felici che poteva ricordare,  non ne aveva. E non scherzava. TUtto ciò che qualcuno che la amasse davvero e aveva fatto per lei no nesistevano. Tutto il tempo in cui era stata con qualcuno non esisteva. Tutti i ricordi importanti, non esistevano. Altri avrebbero detto famiglia, compleanni... ma per lei non cèrano. Non sentiva i compleanni come cose da festeggiare. Non cèra nulla da festeggiare, non cèra  da festeggiare la sua nascita pensava, dopo aver visto cosa portava quelle feste orribili familiari. E quindi se no nesisteva nulla ma solo ricordi dolori, se tutti si fermasse e tutto sparirebbe.... cosa ci avrebbe perso?"

"Niente" disse lui conciso.

"Esatto. Dice che altri, quella feccia che òa bullizzava e trattava male, come li chiama che ha conosciuto, vantavano memorie e ricordi di estati felici agiocare con altri bambini per esempio. Parla di anedotti di un'ora dove doveva fare il bagno per cinque minuti lotnano da tutti,  con i suoi che rompevano per farla uscire  e poi tutto il resto del tempo ad asciugare il costume, perchè in macchina non dovevano affatto averlo bagnato. Questo era il mare per lei ogni estate, loro soli in pochi minuti di acqua e poi ad arrostire al sole... finchè dai quindici anni non vi andò più, i suoi cugini, che erano orribili, giocavano e stavano con amici e si divertivano. Racconta che sua zia invitava lei e fratelli al suo casotto al mare, che pagava e non so bene come funziona ma si invitavano tanta gente e passavano le giornate insieme al mare. I suoi genitori però odiavano avere contatti con la gente, non la fecero mai andare dicendo che avrebbero tutti quanti, perchè pettegoli da impazzire, a dire peste e corna di loro, cosa facevano, cosa avevano dietro, come erano vestiti. E così fu oslo un'ora qualche volta a settimana a bagnarsi solo e poi sotto il sole come unt acchino, come scrisse.  E odiò il mare ancora di più perchè quando doveva andare  e avev ail ciclo, non usava scnora la coppetta, la madre la obbligava ad andare con loro facendole mettere non solo degli assorbenti che semrbavano materassi e senza ali, che se usciva qualcosa erano botte per lei però, ma con il custume. Lei non voleva stare in costume senza andare in acqua e non le piaceva stare come una cretina su una tovaglia senza fare niente, così stava vestita e i suoi le urlavano contro con toni orribili perchè così si capisce, el dicevano, così sei una vergogna. E poi li mandò a cagare e no nandò mai, mai più al mare. Dai quindici anni non ci andò più, non visse nulla dell'estate e odiò tutto e tutti. Ricordava anche una delle ultime volte in cui una stronza, compagna di classe, la vide al mare e si comportò da far schifo con le sue amiche,  e i suoi genitori se ne fregavano. La vide per quel tempo che erano rimasti divertirsi, stare con altrte persone, essere qualcosa da ricordare invece di lei con quel costume da quattro soldi che non le piaceva neanche, presa in giro per tante cose mentre i suoi trattarono male lei perchè provava odio. E annota che era una delle cose che aveva detto a Zay che odiava della gente, il vivere cose semplici, normali ma che non vi furono per lei e si sentì dire che no ndoveva pensarci, non doveva guardare le apparenze. E quell'annotazione era piena di odio anche per lei, perchè non solo le stava dicendo di cancellare ogni rimpianto mentre quella gente aveva vissuto, ma di non badare agl ialtri che vivevano mentre lei di fatto era niente. Non gliela perdonò. E cè tanto, tanto nei reports di dolore e disperazione che ricordo mi fecero male,  perchè descrivevano una persona i cu i genitori  si credevano migliori degli altri e volevano star lontano da tutti, vivevano e facevano vivere un'esistenza di isolamento per davvero in casa , tranne per uscire per le compere, sol oristretto in famiglia che non era poi così meravigliosa, obbligandola a cose che no nvoleva. E non avendo ricordi, memorie a cui aggrapparsi come dicono tutti nei momenti bui, che affermano che quando sono giù usano i ricordi d iquei giorni, istanti, situazioni felici con persone che... lei non aveva. Nei reports afferma semplicemente che lei era vuota come un mobile, la sua vita si poteva riassumere in cosa le piacesse, in cosa credesse ma per il resto era solo casa, solitudine, tutto ciò che aveva sopportato, le avevano fatto e detto e... niente altro. Ogni giorno sperava di morire per cause naturali e fniirla là, o avrebbe usato le siringhe o usato a mali estremi la tecnica dell'impiccagione a laccio basso, sempre da lettura. Era arrivata al massimo e non cèra giorno che fosse felice, non cèra notte che sperasse di rimanerci e non cèra mattina in cui si svegliava che malediva il suo cuore, gli dei e tutto ciò che non l'aveva uccisa. In pratica la sua vita continuava imperterrita anche contro i suoi voleri. non cèra nulla che che accadesse come voleva. La sua esistenzxa era diventata un vegetale, rotta dentro e disperata fuori,  che però nessuno vedeva ma trattavano male se no nsorrideva e faceva le faccette felici verso di loro. Io non so come si possa vivere così, a sentirsi dire che si pretende che si sorrida e ci si atteggi come persona felice,  per far contenti gli altri per le feste e non rovinargli l'atmosfera, come le dicevano. E' veramente da meschini! NOn saprei neanche io come definire quella gente, e le cose che ha scritto..:" scuotendo la testa lentamente come se non vi credessse.

"Ma se ne è andata, alla fine"

"Si, solo perchè per chissà quale botta di didietro incontrò Milan e gli altri. E Milan è stato l'unico alla fine ad aiutarla ad andare in pace e non soffrire ancora. Milan le aveva permesso di avere le cose che aveva sempre desiderato, ma capì di non essere era statoquella di anni prima e meno corrotta dentro. Ormai era in un punto in cui non riusciva ad essere felice, stava sempre male e ogni cosa che un tempo l'avrebbe resa contenta se non felice, le mettevano solo tristezza. Quel malesser einteriore era ormai così enorme da averla corrotta, infatti non provava niente per nessuno,  e per lei chiunque fosse morto... non le importava. E non lo diceva per dire. I suoi nonni erano morti, non tutti non ho capito quanti, ma non versò una lacrima ne sentìì nulla. Questo già prima, ovviamente, e questo spiega per Jd quanto fosse rotta. Il suo carattere o personalità come la intendiamo noi, erano capaci di prendere a testate chiunque, ma nulla le dava felicità. Bluegrass, il tipo di cavallo che le piaceva le procurava tristezza perchè diceva che nonostante le lezioni e il cavalcarlo, sentiva come qualcosa di brutto e come brividi di freddo per il dolore. Jd dice che era disperazione e depressione, in una forma avanzata da non poterla riportarla indietro. Io non l'ho conosciuta,  ma davvero una perosna può essere portata a quei livelli e non vederlo? Non capirlo? Ma andarle contro da distruggerla ancora di più? Sta di fatto che rispetto lei,  io non ho ricordi dolorosi o che si avvicinano a distruggermi, da fermarmi. Io ho cose da ricordare che sono felici e sono da ancoraggio per la visualizazione se ne ho bisogno. Quei report sono ciò che ricordano, lei e la sua memoria. TUtto ciò che era e che è stato cancellato. Ed essendo parte dei tentativi di Milan di usare le basi del pogetto MOnarch per le persone che ne hanno bisogno, anche io ho tutto memorizzato. Ma già sai della cosa, non di me, ma Milan te ne ha parlato. "

"Si, mi ha detto che sarebbe ottimo provare se con me cè qualche speranza, non con tutti funziona. Quello che io mi chiedo è... per questo lei è morta? Ha dimenticato tutto?"

"No, lei non ha dimenticato tutto. Lei ha cancellato tutto. Senza il fardello della nostra vecchia identità possiamo ricominciare, con i ricordi abbiamo perso anche i nostri limiti e al contrario della prima vita, possiamo raggiungere quello che vogliamo. Non vuol dire che no serve impegno ma ha deciso di rigirare il termine... morire! E' stata lei a volere il processo di formattazione e il riavvio. L'ha voluto lei..."

"Ma..."

"QUando incontrò Milan, lei stessa non poteva credere che una eventualità del genere,incontrare qualcuno che voleva fare quello che aveva sperato e riuscisse a farla scappare, fosse avvenuta così. Per caso. Non so se te ne hanno parlato ma comunque il suo incontro con Milan portò alla considerazione della visualizzione e la bluebox come la base di un Accordo, che avvenne. Uno dei punti dell'accordo era, appunto, la formattazione e il riavvio, lasciando che tutto venisse perso e dimenticato, e che ciò che di lei vivesse non morisse mai, ma fosse... una vita per una vita. OCme un seme per una rinascita. Così, quando lei avrebbe chiuso gli occhi per la formattazione, l'avrebbe lasciata in una stanza per il riavvio, in modo che non vi fossero elementi che... insomma nessuna influenza passata. Che il reset fosse definitivo. Così che al primo risveglio non dovesse vedere nessuno del prima e attivare nulla. Avrebbe preso mano con l'attivazione della forma base da sola. Nei report, quindi prima, lei afferma che no nsi sarebbe sentita sola prechè la sua vita di prima era andata, cancellata anche da un documento ufficiale. Non aveva persone preziose che le sarebbero mancate, ma se erano come si erano mostrati, sarebbero stati le basi per far muovere il nuovo Os. Avrebbe definito da sola ciò chela cincordava, avrebbe cercato persone che erano felici di averla accanto e con cui fosse stata felice di averle vicino. Come non fu per lei. Come se fosse una nuova persona, perchè tale era, la figlia di nessuno, e seppur non era in grado di fare nulla come i precedenti test di David, sarebbe stata una persona. Una nuova persona, perchè lei era lei. Definirsi da sola, avere ancora per la determinazione, la crescita... "

"Cioè te..."

"..." voltandosi a guardarlo "Tu sai che sei l'unico a parte pochissime persone, a sapere questa cosa? Sappi però che un processo del genere non ha gli stessi risultati con tutti, ecco perchè io sono la cavia apice di David e Milan e perchè non vogliono che io vada in giro e mi accada qualcosa. Perchè è per me e con me tra gli altri,  che il nuovo progetto per salvare le persone migliora. Se vuoi però proteggere te stesso, accetta il dono di David, sarà come fare una fotografia. Ti dirò la stessa cosa che David pronuncia a tutti i test pronti per la prova. Prima che tu sparisca per qualsiasi motivo là fuori, donami la tua mente e il tuo cuore qui dentro. Io ti proteggerò. proteggerò la tua mente, la tua personalità, il tuo cuore. Li congelerò come fossero senza tempo e senza spazio. Esisterai finchè il tuo involucro reggerà e ti riaccetterà, oppure continuerai oltre e su tua autorizzazione, sarai il passo successivo alla criogenetica, più sicuro. Perciò, entra nell'involucro vicino a me..."

"E... poi?"

"Chiedi a David... mi piace quando lo espone lui. Ci mette tutta la sua verve, tutto se stesso, tutto il so sapere e convolgimento e manterrà la promessa. Io sono qui!"

"Vedremo... però non credo che tu mi abbia risposto veramente. Anche dopo questo, tu sei felice?"

"Perchè ti interessa? Comunque... mettiamola in un altro modo. Spesso parlando di felicità si pensa che le cose o le persone ci rendano felici. La prima cosa che la gente risponde è famiglia, figli, il buon grado di vita raggiunta e quindi soldi e tranquillità mensile. Però alla fine è come se dicessero che sono felici perchè hanno quelle determinate cose e lo sono, senza no. Perché crediamo che debba essere sempre qualcosa di materiale a renderci felici?  Per me questo modo di vederla è un ostacolo, riguardo la felicità. Perché continuiamo ad associare la felicità a cose materiali come carriera, amore e denaro? Sì, possiamo definire la nostra carriera, i nostri soldi, i nostri rapporti e i nostri obiettivi di salute, e rendiamo queste cose misurabili. Mai fare affidamento su fattori esterni per la nostra felicità, è quello che ho imparato. Quando si ha questo dubbio, se si è felici, bisogna chiedersi . Lia non faceva affidamento a qualcosa ma desiderava vivere varie cose e definire poi quali fosse degni delle sue memorie. Per lei la felicità era cosa provava, in che luogo e come si volgeva il tutto. Non la casa fisica, il sangue, le rendite ect ect...Felicità e vivere, due cose che la gente tende sempre a capire male. Amo il mio lavoro, dove vivo, cosa faccio, voglio bene ai ragazzi del gruppo dei veterani, Milan... ma non mi fido di far affidamento su ciò per essere felice come i soli elementi,  perchè io provi qualcosa di positivo. Io da sola sono felice allo stesso modo facendo ciò che mi fa sentire viva. Con loro vicino di più, ma non sono loro ciò che determina la mia felicità, sono una parte o la conseguenza. La gente però non capisce mai molto questa cosa. Per loro felicità è se cè, e solo se cè, una cosa. Lia scrive che la vita è troppo breve per passare attraverso la sofferenza personale, e solo quella. E lei ne era la prova. Non possiamo mettere la nostra felicità nelle mani degli altri, anche se affermano che loro sanno perchè ci amano,  quale sia la nostra felicità o perchè secondo la lista della spesa, è importante avere qualcuno vicino per non restare soli. Così non si va da nessuna parte! La felicità è uno stato mentale in base a cosa hai intorno. E' la mente che determina la felicità non quanto abbiamo di soldi, se si è sposati, se si ha figli , la macchina grossa, il villone... Se era una mbiente come quello in cui viveva è normale non trovare lo stato mentale giusto per vederlo positivo, sempre che no nsia diverso da me, scriveva. È sotto il tuo controllo, come puoi decidere di fare qualcosa di utile con il tuo tempo e quindi trovare un istante che magari ti resta come felice nelle momorie, puoi decidere di essere felice con ciò che hai o migliroare le cose senza scadere nella scemenza come gli altri..

"Dici? E' proprio scritto così? Sei sicura che che... voglio dire, come fai a capire che quello che dice è esattamnete cosa cè scritto. Cè gente che dice che molte cose sono come la bibbia, non è come è scritta e basta, ma va tradotta come significato, va.."

"A parte il fatto che la bibbia E' quello che cè scritto e chi pretende di interpretarla è un imbecille! Vuoi dire che vuoi sapere se era veramente così? Sei sicuro? Anche se nel caso significherebbe che non si torna indietro?"

"Non si torna indietro? Comunque si, se hai questi report voglio vedere se vanno interpretati come la bibbia o meno, magari..."

"Uomo di poca fede. Hai detto, eh? Ricordati però, non si torna indietro. Promesso?"

"... ammetto di non capire come mai siano così un segreto ma... si, prometto che nel caso terrò la bocca chiusa, non dirò nulla a nessuno e..:"

"bene, l'hai detto! Verifica tu stesso se cè interpretazione o meno. Se lei era ambigua o diceva le cose chiare. Legeia, per favore, declama il report 357 passo F"

Vicino la cascatella apparte una figura. Gask quasi si spaventò ma poi la riconobbe, era la figura femminile che era comparsa quelle volte. Sembrava sempre lei. Aveva un abito di stile antico, con un colore che sembrava nero ma al movimento pareva invece blu notte quasi stellato. La scollatura del corpetto era solo a coprire il seno con due livelli di rouches che sembravano quasi petali di fiori. Era proprio questi due livelli che coprivanouna parte del seno fino al sottoseno, con una fascia sottile a chiudere, scendendo poi in vita in stile impero,  con costine o pieghettature. La fine del corpetto finiva a un livello asimmetrico. Davanti era più lungo dei laterali formando il primo livello della gonna. Questa in stile vittoriano per l'ampiezza, era composta anche qui da più livelli di rouches che erano tagliati a creare delle forme che lui no nsapeva decifrare, per finire poi con la gonna con quel bordo come frastagliato dei petali come tutti i livelli. Le braccia avevano delle maniche particolari. Un bordo di rouches stretto da una striscia come il sottoseno partiva come altezza al livello della scollatura, quidi molto sotto la spalla, la manica poi stringeva e si apriva in una manica con volant ampio a due livelli anche questo sovrapposti che si fermavano sul gomito, toccando col movimento metà avambraccio al massimo. Tuti i livelli di rouches o volant sembravano sempre imitare come un fiore con in petali.Al collo sembrava portare un collarino dello stesso colore da cui scendeva a cascata quello che a lui pareva un jabot, come quelli di Milan, ma era l'unica cosa che ornava collo e petto sopra l'abito, quindi a parte. Due decorazioni tra i capelli erano come grossi fiori fatti esattamente come tutti i livelli di rouches che ornavano sopra le orecchie, con dei nastrini cascanti che incorniciavano il viso. O melgio, la maschera. La donna portava come una maschera sui toni del grigio argentato, da cui si notavano occhi scuri e null'altro. i capelli erano lunghissimi fino a metà gonna, ricci con boccoli larghi e si notava che quelli sulle tempie erano tirati indietro e fermati forse dai fiori, forse, mentre tutto i lresto scendeva per il collo, alcune ciocche sulle spalle e sul petto, fino alal vita, mentre il resto  dietro e di lato. NOn sembrava portare gioelli di alcun tipo ma da alcuni movimenti pareva che qualcosa comparisse
Lo fissò, poi guarò Kianta, e come da richiesta parlò con voce strana.

"Come... come fa ad essere apparsa anche qui?" domandò lui quasi impaurito.

"Semplicemente perchè anche le cascate hanno segreti. Questo boschetto e lago hanno apparecchiature nascoste e anche qui è presnete un dispositivo della visualizzazione e proiezione nascosto e posso usare per controllo dela zona o per... anche richiamare i Crell o altro. Semplice, per favore Legeia, declama il report"

"Come desideri, anche s etrovo assurdo che lui, un uomo per giunta che conosce la mia esistenza, ne abbia paura"

"Possibile che questa... figura sembri odiare gli uomini?" chiese Gask a Kianta un pò offeso.

"Io non odio gli uomini, eppure vi ho aiutati quella volta. Per la mia programmazione e struttura ho deciso che era importante preservare la vostra esistenza per lei, perchè io sono la guida e la guardiana e il mio compito è, rispetto i Crell, più autonomo e dai report e programmazione stessi, ho una mia idea sulle persone che lei deve avere vicino. Ho accettato quei quattro, mentre i veterani ancora mi sono indifferenti visto che so bene che non le farebbero nulla ma tu ti stai avvicinando troppo e quindi sei pericoloso. Sei un uomo, sei uno specialista, sei troppo invadente e ti comporti quasi come uno stalker ma rispetto i suoi giudizi e non interverrò!"

"Intervenire per far ecosa..." domandò lui guardando sia Kianta che Legeia "che cosa dovrebbe fare?"

"Nulla" rispose Legeia incrociando le mani creando un triangolo "ma ho preferito... dare un piccolo avvertimento. Ho l'autorizzazione di usare ogni mezzo se necessario per spingere qualcuno a desistere dall'avvicinarsi se è malevolo. Come da richiesta, esporrò il report...."
Fece come un paio di passi muovendosi, come abiti e capelli, come fossero reali e parlò.
"Dice che . Afferma che è meglio non lasciare che niente e nessuno possa condizionarti, quando sopratutto ti dicono cosa è meglio che tu faccia per te, se hai provato e capisci che non ti va benee. Non tutto è idoneo a tutti. Non hai bisogno di un motivo per essere felice, dirlo è molto diverso dal farlo veramente. Non misurare l’unica cosa che fa valere tutte queste cose, la nostra felicità. Ogni volta pare che ciascuno abbia sempre qualcosa che ancora gli manca per essere davvero felice, come se la felicità dovesse essere declinata al futuro e mai al presente.Ma la felicità spesso arriva senza annunciarsi. Per essere felici, bisogna imparare a

"Ti ringrazio ma per ora basta così, mi serviva per convincere questo miscredente del tuo..."

"non è vero è solo che non vorrei che magari ti sia lasciata condizionare o..."

"posso assicurarti che i report li ha letti dopo il tempo necessario per formare un suo IO forte e duraturo. Le sue scelte, dipendono da lei, non da persone morte solo per ciò che vi è legato..." si intromise Legeia fissando Gask, mentre lui era un pò arrabbiato.

"Legeia per favore, basta così. Torna in standbye..." attendendo che questa facesse una riverenza prendendo la gonna e sparisse come se andasse verso la roccia. Dopo qualche attimo Kianta continuò.

"L'utilità" disse Kianta, guardandolo, anche s elui stava come terrorizzato da Legeia "quando ti rendi utile, ti senti felice. Molti non pensano mai alla definizione della felicità intensa come fare qualcosa ma un esempio sono proprio gli uomini prima che li mettesse a alvorare e dopo.... Oppure, pensano semplicemente di conoscerla. Ma in una sola giornata, possono essercene tanti, momenti di felicità. E' solo che la gente non capisce. E la felicità può essere anche quello... l'aver fatto qualcosa di utile che qualcosa di più grande, per qualcuno, anche per la cena per esempio perchè venga una favola. Ecco perchè qui ogni persona ha impegni, cose da fare, attività di vario tipo. Perchè facendo le cose, si creano molte situazioni che possono essere anche felicità. vedi cosa fanno gli uomini insieme, e tu l osai... "

"ok, per.. quello" disse gask indicando col capo Legeia "Ma quindi tu sei felice qui? Per me è così diverso d aprima che, che... non so ancora definirlo"

" Più volte ho visto persone povere ma felici, nel senso che non avevano bisogno della ricchezza come la intende la società là fuori, tranne quello che avevano per campare e cosa per loor andava bene. Non aveano bisogno perchè loro, poi tanto per sentirsi in pace col mondo e trovare un motivo per amare questo mondo. A loro bastavano piccole cose. A volte li ho ammirati ma... a causa di Lia, anche se non per colpa sua, io ho... paura alla vicinanza con la gente. ed è l'unica cosa che da un pò fastidio. COmuqnue...  sono felice di quello che ho, di cosa faccio, delle persone con cui tratto e di quelli che considero amici. A me questa vita va benissimo, anche dopo aver sperimentato sulla mia pelle l'esistenza di altri in quel posto. QUi mi sento me, sono me, ho cosa ho bisogno e mi fa felice, mi impegno e ho degli scopi... Di ciò che è per ora la mia vita ne vado fiera e sono felice. E anche se alcune cose dovessero cambiare come è normale nel flusso del tempo delle cose, mi adatterò perchè trovi il mio angolino, basta saper virare come i girasoli le proprie prospettive. Diveramente da Milan o altri io non cerco soldi, potere, attenzione, cose costose ma le piccole cose che ho e coltivo. Quando riesco a fare qualcosa per cui mi ero impegnata tanto  IO SONO FELICE, e di quello che sono. Di cosa faccio qui, che sia pulire qualcosa, aiutare alla fattoria, dare una mano alle costruzioni o prendere a pedate qualcuno che fa lo stronzo sono solo parte del compito che mi ha dato Milan ma oltre che un onore aiutare anche per quello che consumo, è qualcosa che sento di voler fare io e l ofaccio con piacere. NOn è un'iposizione, rispetto agli uomini anche perchè io non ho stipendio come loro, quindi possiamo dire che loro l'impegno ce lo devono mettere comunque..." shignazzando "Inoltre aiuto anche a fare qualcosa per il mondo, per cambiarlo e anche questo mi sprona a fare del mio meglio. Piccole cose ma a me vanno bene..."

"Piccole cose... i malcapitati, dice Jd no nsono così entusiasti" rise Gask notando come Legeia era riapparsa e si era voltata verso di lui, e iniziò a sudare freddo. Kianta continuava a parlare come se no navesse sentito.

"Sono felice ..quando vedo sorridere le persone che aiuto...quando vedo cosa provoca cosa faccio negli altri, anche di ringraziamento per cosa ho fatto...quando io e le persone che mi stanno attorno siamo in pace, pensando solo al momento senza preoccuparci del resto...quando le persone mi chiedono aiuto e riesco ad aiutarle e che meritano ovviamente...Quando vedo una persona fidarsi di me...quando penso agli attimi passati con i miei amici...quando penso ai progressi che ho fatto, in un lasso di tempo comunque così breve... quando capisco che ho fatto qualcosa nel mondo di positivo...o sento un sincero "Grazie" o mi saluta perchè sente di farlo. Mi piace il volto felice che ripaga il mio sforzo fatto per quella persona. É per questo motivo che credo nel prossimo e trovo che la felicità del prossimo, per mano mia, sia il mio vero sostentamento del lavoro che facciamo. oltre che penso che il mondo se deve cambiare, deve capire che cè altro oltre lo schifo che perdura ma come siamo noi viene cancellato dalle merde umane. E voglio cambiare questo...  Sono contena se capiscono, si fanno forza e si ergono più forti contro gli stronzi per loro forza interiore dopo che ho teso la mano e ho dato una prima spinta. Fare da soli e... aiutare come salvatori, principi azzurri non porta a niente secondo me..."

"che vuoi dire" chiese lui ma Legeia rispose di getto.

"In questo mondo è il male a prevalere sulle cose. Essere salvati da altri non cambia molto nelle persone, perchè tendono a credere poi che cè sempre un attimo di salvezza per mano di altri, finendo sempre poi per ricadere sugli allori e pensare che impegno, forza combattiva e e intenti non vanno migliorati, perchè in una società dove cè un grosso squilibrio e l'idea che esiste un essere superiore che se evocato, manda qualcosa per te e al tuo posto, crea solo idioti. Questo diceva la Madre e questo è... La sua idea era che non bisognava frapporsi fra problemi o nemici come meglio credi la parte che lede e chi subisce l'offesa, fosse sbagliato e controproducente. COme un bambino piccolo che sta imparando le cose e i genitori non fanno altro che superare ciò che lui potrebbe fare risolvendo ogni problema, cancellando ogni ostacolo, brandendo loro le armi che invece gli servirebbero nella vita e al suo posto, perchè non abbia traumi, problemi, resti intatta la sua "parte bambina e innocente". E questo era anche portato da come fu cresciuta. Invece di insegnarle educazione e protezione insieme, rispetto al renderla una persona indipendente in qualunque ambito accompagnandola contro i problemi e spiegandole come ragionare e come usare le carte a sua disposizione, l'unica cosa che sapevano fare urlare e punirla duramente senza insegnare nulla, arrabbiandosi per cosa ha detto o fatto senza che mai prima nulla le fosse stato instillato sul bene e male delle cose che poteva fare e dirle, obbligarla a chinare la testa e silenziarsi davanti a persone che le facevano di tutto, ma l'educazione per loro significava apparire in un certo modo, non agire o dire e non usare la finezza delle cellule grigie contro persone schifose. E così la paura di come la vedevano e come appariva e i suoi problemi si ampliarono ma di fatto si è definita e data delle regole morali e di esistenza lei e subendo da sola tutto. Per questo apparire e sostituirsi alla persona, impedendo ad essa di trovare la forza di opporsi alle cose in base alle situaizoni, facendole credere che ci saranno sempre salvatori, rovina le cose. Diceva che ne lei e ne tutti quelli qui sono poliziotti buoni che semplicmente salvano la gente come spirito di eroe. La polizia normale, tranne pochissime teste, non agiva per puro atto eroico e aitava le persone, anzi erano i primi a catalogare e scremare senza vedere le persone. Loro avevano uno stipendio eppure in molti documenti che avev aletto, non aveva fatto nulla per persone che avevano bisogno di aiuto. E così l'organizzazione faceva cose giuste, ma insegnando anche a chi aiutava a rialzarsi e affrontare le cose. Salvare solamente affermando è quando di più sbaglaito possa esserci, se dopo non vi è un discorso e uan risoluzione che fa comprendere e sprona le persone a none ssere deboli e schiave. Lei come fece mettere nei regolamenti, crede è corretto lanciare un'arma alla vittima e permettere ad essa stessa di sconfiggere i suoi demoni, materiali e mentali. meglio essere impuri per aver fatto qualcosa per fermare lo schifo, anche macchiandosi le mani, che schiacciati e inutili, diceva. QUindi è meglio lanciare l'arma e dare la possibilità di scegliere il proprio destino, se aspettare e sperare o ergersi contro lo schifo che schiaccia. Si ha solo due scelte subire e peggio morire o agire anche a costo di sporcarsi le mani. In uno dei due si è sempre spacciati sia per se stessi e sia per la propria morale, ma a volte meglio fare i conti con la seconda e guardare lo schifo contorcersi come un verme. Senza offesa per i vermicelli, diceva. Il momento della scelta, prendere l'arma e reagire o accettare la propria sorte con rassegnazione sta tutto nel dopo, se la seconda inizia tutto il nuovo per il soggetto. NOn siamo dei, non siamo esseri che fanno miracoli, aiutiamo ma non risolviamo le cose dopo mani giunte e pensieri di aiuto. Noi agiamo contro lo schifo e se riesce aiutiamo. Ma devono essere i deboli poi a non vedere la possibilità che diamo con una spada discesa dal cielo come nelle storie bibliche perchè una divinità ha ascoltato e fatto qualcosa. Noi non abbiamo bisogno di una religione per sapere bene e male e moralità, e devono capirlo le persone. Se aiutiamo la gente e basta come novelli superman o batman si manda in vacca tutto, perchè poi resteranno sempre deboli in balia della corrente. E di correnti orribili... ce ne sono anche troppe"

"Condivido. Io non sono tipo da rassegnarmi e accettare e trovo insensata l'idea che le persone debbano aspettare per quell'ultimo secondo dove qualcosa appare folgorata di luce per mostrare un'eroe che è lì solo per salvare i soggetti. Noi agiamo come ha detto Lei contro il male, cercando di togleire le erbe infestanti. Non per i singoli, quelli pure ma se il nostro scopo fosse solo per i singoli, spelacchieremo solo lo schifo come quando si passa il guanto per il pelo dei cani. Esce solo una parte del problema, i lresto rimane sul mantello!"

"Ok... e Milan che dice di questo? so che tu le sei fedele per..."

"Attento a te, non osare pronunciare quelle parole" apparve più vcina ma sempre non oltre la zona della cascata Legeia con un fare minaccioso "Ho udito le parole degli uomini a cui ti sei affezionato e in cui ti sei ritrovato nel mezzo e ti dico già da ora che se anche tu ragioni con il fondoschiena come loro, fai meglio ad andartene. E sai a cosa mi riferisco visto che hai affermato di fedeltà"

"..." Gask rimase stupito e poi domandò "Molti affermando che Kianta nutre come Lei un affetto pari a quello delle donne affascinate da Milan. E non solo per i soldi, loro..."

"Essi mentono. Ma vorrei che fossi TU a schiarire la cosa, visto che ha insinuato anche di Jd, ma hai sentito e non hai ribatutto" disse la proiezione a Kianta, che sorrise.

"E' vero, ho sentito ma ho preferito continuare con la discussione. Io non amo, così come Lia, Milan. Sono poche le donne che, e non capisco perchè, restano affascinate da lui per come sembra... che il mondo sia in mano sua, che tutto per lui sia semplice e riesce a farsi amare da tutti, perfino ammirare dagli uomini. Ma non so per il nostro passato, io e Lia non abbiamo mai provato attrazione per lui in nessun modo se non rispetto a considerazione per quello che vuole fare. Cancellare le differenze che rovinano oltre il mondo, anche l'animo umano. Ma conosci il nostri intenti. Il fatto è che rispetto le Muse, le Fanciulle e le altre... io non provo amore ne carnale ne come fedele di un messia... prorpio per niente. Alaric  altri hanno... come una vera e propria fede perchè vedono un uomo che sarà cosa loro non sono stati, non saranno e che può cose al di là delle loro possibilità. E questo accade per la politica, religione, gruppi ristretti dove cè un leader carismatico che riesce a toccare le persone dove serve per attirarle a sè. Lui è metà questo, per fortuna non del tutto o me ne sarei andata proprio, non amo roba tipo le sette, ma la gente comunque lo segue per quello che è e per quello che dimostra. Lui dimostra cose che altri non riescono o promettono e non fanno. Vedi questo posto. Lia stessa non ha fatto nulla, le idee cèrano ha solo... dato un calcio nel sedere alla gente perchè si svegliasse e adesso siamo come una città autonoma, tipo il Vaticano, ma di più! Milan per molti è una sorta di dio paterno che è saggio, questo non posso non dirlo, che sa le cose e agisce dimostrando cose. Ascolta e parla come altri non fanno e la gente lo segue ma io... lo vedo come un fratello quasi della stessa età che è come il primo nato e gestisce la famiglia sostituendo il capostipite. Se per molti tutto ciò che vogliamo fare è come una missione quasi biblica per la mole di cose da cambiare e sistemare per loro e chi amano e ameranno, per un mondo dove tutti noi, saremo come persone tra persone che numeri di etichette e catalogazioni... io aiuto solamente perchè sento che è questo che voglio fare. Io non voglio figli, non credo nel matrimonio e nelle relazioni in quel senso seppur creda nelle persone speciali da volere al fianco. Ma non ambisco a eredità genetica, seppur vi sia, non mi sento come persona capace di avere progetti come fanno tutti gli altri qui, per relazioni con altri fisici e duraturi per vedere questi cambiamenti a lungo termine anche per il loro dopo generazionale. Insomma, io sono e vivo diversamente, voglio diversamente e quello che faccio al fianco di Milan è solo sostiturilo perchè non gliene sbatte niente di ammiinstrare le cose e fare quel che posso per chi è stato oppresso e schiacciato da una società che considera solo i soldi. Se hai soldi sei parte della società, altrimenti vieni depennato e finsici nelle categorie problematiche. Se riesci per qualche motivo a rifarti e avere i soldi la gente, solo allora ti accoglie a braccia apertissime dimenticando quando aveva trattato da schifo la stessa persona. Questo è quello che voglio fare, non per una o più persone in particolare che sia di sangue o altro, ma perchè io voglio un mondo in generale dove camminare e non sapere, da quelle esperienze, che gli stronzi e bigotti e peggio ci sono e ti mettono sopra etichette addosso senza senso e motivo. Le apparenze, queste dannate..."

"CApisco..."

"Per Jd, come per lei, è un caro amico. Lui non giudica ne altro, è diciamo lo psicologo del gruppo dei veterani ma per lo più osserva e ragiona. Ma come per Lia, e ripeto non sapendo se è una cosa che Milan definitsce così profonda da toccare anche l'anima, io non provo nulla per nessuno in quel senso e non voglio nulla in nessun senso, sempre che non sia io a volerlo e sentirlo. Il tuo pensare che, perchè la accompagnò, indicasse qualcosa ti sbagli, così come per Milan. Si può dire che per la società io e Lia siamo... fuori natura. Sbagliate. Alcuni affermano che io sia..." ma Legeia si intromise.

"Un mondo che definisce non naturale una persona, a meno che non si tratti di cose aberranti atte a far del male a discapito di altri, è esso stesso anormale. La società là fuori afferma che le persone che non provano alcuna attrazione per le altre persone sono cose strane e che urge una . La medicina li ha etichettati come persone , che soffrono di qualche disturbo fisico o psichico, mentre altri che è solo un modo di essere per problemi psichici. Si nasce uomo, con attrazione per le donne. Si nasce donne per attrazione per gli uomini. Eppure esiste di più, non si può limitare qualcosa come la natura umana al bianco e nero. Si nasce così anche uomo con attrazione per altri uomini come per donne per donne oaltri soggetti. E acnhe come per la Madre e Kianta, si nasce e non si prova attrazione per nessuno. Normalmente  lo si scopre in adolescenza, quando dopo l’età infantile si cominciano a sperimentare le prime pulsioni fisiche. Gli Asexuality invece non provano nulla, non è  privazione o isolamento, solamente non provano come tutti gli altri. E, se davvero la Madre e Kianta fanno parte di questa categoria, essi rifiutano i rapporti intimi ma non l’intimità, il loro affetto trascende a un livello che però non sarà mai come lo voglino gli altri, seppur è qualcosa di più duraturo, pur in assenza di un atto fisico"

"Ah, quindi..." non riuscì a dire altro Gask

"Tu non sei contemplato in questa categoria, a meno che lei non lo sia pure, tu sei un demisessuale. Ma il punto è che Kianta mi è stata affidata e non ho intenzione di restarmene ferma come faccio sempre ad osservare,  con te che continui sempre ad apparire peggio di un eczema. Ella èun persona fragile, non fisicamente ovviamente perchè ti può fare il culo a tarallo, che è stata capace con l'impegno suo e volontà a raggiungere gradi e situazioni distanti ad altri, ma  nell'animo è una donna non triste come la Madre, che desiderava qualcosa che nessuno poteva ricambiare, ma comunque con le sue fragilità. E lo sto dicendo solo per avertirti, omino michelin de noi altri...  La Madre aveva i suoi problemi, aveva iniziato a cercare un'approvazione da terze parte e temeva che il suo operato fosse sbagliato,  e fu una delle cose che la fecero esplodere. E non so se molte cose sono davvero così profonde da non potersi cancellare e riemergere, ma anche Kianta così forte esteriormente,  così debole dentro. Lei ocme ha detto non ha motivo di fermarsi, perchè non ha nessun presupposto ocme la Madre per farlo e credo che lei non farebbe mai come Lei desiderava,  per se. Non era tipo da resistere a una vita vuota e ferma come quella che l'aspettava in quella società. Ma resta comunque una persona che può soffrire e in certi casi,  debole dentro..." mentre Kianta faceva il broncio mezza offesa "per questo motivo se tu ti permetterai di pensare ancora cose su quegli argomenti,  e non apostrofi i tuoi uomini dal farlo tra loro, se persevererai a considerare le cose vedendo le apparenze, come qui si cerca di non fare, aspettati il peggio, perchè io verrò di notte per tormentarti con tutti gli apparecchi elettrici che riesco a usare,  e non è che una parte delle cose che posso fare. Accetto che tu ti avvicini, ormai, perchè lei non ti reputa pericoloso, negativo, un soggetto da evitare. Ha deciso di trattarti come gli altri Capitani e mi devo farmi da parte. Ma stai in campana Orso balosso, ti curo!" con asprezza, risoluta.

Gask rimase spiazzato nel sentire la voce velata di minacce, che usciva da qualche parte intorno, del Crell che ormai conosceva un pò e qualcosa gli faceva sudare freddo. Poi si voltò verso Kianta che sembrava come esasperata.

"ma... è da lei che hai preso la frase della notte che fai visita alle persone per fargli cose cattive?"

"No, lei lo ha preso da Lia e io lo uso perchè lo reputo divertente..."

"E chi sarebbe quell'orso col morso?"

"lo chiedi a me? Non lo so..."

"E su lfatto che sei debole..." ma Legeia stava per apostrofarlo di nuovo finchè Kianta le chiese di fermarsi e tornare ad operare in background. Appena scomparve lei riprese a parlare.

"Lo dice solo per quelle cose che chiama fissazioni o tic che mi sono rimasti, lei crede, da Lei. Vuole solo proteggermi e non ha torto nel farmi ricordare i dubbi che avevo su di te, ancora è rimasto qualcosa... lei pensa a me, per il fatto che non mi piace avere gente intorno che non conosca o che voglia vicino e per il... mio non provare niente per nessuno che la porta a ritenere che io non sia... non lo so! Ammetto che è strano che alla fine io ti abbia considerato positivamente, che non abbia fastidi nell'averti così vicino e parli con te di molte cose ma... con gli altri non è così. Sono parecchio fredda e distante e asociale, così pensano alcuni, e Legeia ha il compito di progettermi, quindi cambiamo discorso"

"Ok, come vuoi, torniamo al prima.Cosa stavi dicendo della felicità?"

"...Per come la vedo io una persona non è realmente felice se non ha un ambiente e persone positivi e non decadenti. Forse sono più felice io rispetto alle persone che per le mie azioni hanno avuto un aiuto, è un paradosso strano ma forse deriva da Lia. Solo richieste, obblighi, e mai gentilezza. Ma sono fatta così e se anche non piaccio agli altri, mi piaccio lo stsso e resto me. Da quando mi sno svegliata, mi sono resa conto di una cosa. Quando vedo una o più persone aiutarsi dopo che queste lo sono state in singolo, ho la prova che è l'ambiente e come ti fanno crescere. Con Lia cèra solo individualismo e solo la famiglia e si è visto a cosa ha portato alla società e a lei.  La collaborazione mi fa ricordare la reale bontà di cui è capace l'uomo e lo spirito positivo che c'è in ogni persona. Ma al solito il problema sta alla radice, la famiglia. So che non puoi dire su questo argomento ma... chiedi a molti delgi uomini e comprendi di cosa parlo...Ricordo ancora uno dei suoi report, <...in pieno contrasto con la società moderna in cui, per salire in cima, devi pestare piedi, teste, camminare sulla gente per essere il migliore. Per la società cè sempre il migliore che deve svettare sugli altri, non esiste un senso antico di collaborazione e prevaricazione..e il mondo che conosciamo, fatto di classi sociali dove resti se non hai l'opportunità e non puoi essere nulla>. Questo mi ha fatto molto pensare, a come deve essere stare in una situazione con pochi soldi, poche possibilità anche per la famiglia a livello mentale e per la società che se non sei tarata come gli altri, ti butta via. Io invece... io mi sono fatta da sola, so bene che bisogna rimboccarsi le maniche e cavarsela da soli in certe situazioni, ma è una parte del crescere, non del vivere. ma leggendo i suoi reporti io mi sono fatta da sola ma avevo alle spalle delle opportunità che altri non hanno e non avranno e voglio cambiarle. E attenzione, io aiuto la gente sia per quello in cui credo e sia per dare quella mano, opportunità, speranza a persone che non ne hanno per colpa degli altri. Dare ad altri quelli che a Lia non è stato concesso, dai suoi amici, quei due da cui chiedeva solo una mano e da altri..."

"Ma scusa una cosa, i nostri uomini non hanno famiglia e amici fuori di qui?"

"Si, e li frequentano ma ho notato come sempre più spesso dopo che tornano comprendono molte cose dei regolamenti e le Lezioni. Non so cosa accade ma sempre più gente cambiò idea e ora appoggiano tutto..."

"Capisco, però so che ancora hanno molto legame con le famiglie là fuori...Io non ho ricordi invece. RIcordo solo tutto il resto che vorrei scordare" disse Gask sovrappensiero.

"HO sempre trovato triste e strano il fatto che i momenti no si ricordano subito, mentre quelli felici li devi richiamare tu...Un momento triste lo si ricorda per tutta la vita. La felicità invece è meno incidente rispetto alla tristezza. Forse è perchè la mente viene quasi colpita più da un momento no, che da un tale episodio felice, da rimanere impresso nella nostra mente per sempre.Infondo credo che la vita dell'uomo è fatta di momenti, ed il non aver una felicitàche sia duratura o momentanea a...pazzia? Questo movimento verso ricerca della felicità muove il mondo. E poi ci sono io che ci penso."

"Quindi...."

"QUindi..." sospirando, non capendo perchè questo interesse "Sono utile, faccio cose che mi piacciono, che sono a me idonee e fattibile per le mie capacità, ci sono persone che nonostante tutto mi rispettano e mi vedono per quello che sono, tranne i nuovi, e ho un mio equilibrio. Là fuori invece sei sempre sotto giudizio, esame, se non sei in un certo modo allora ti ghettizano e finisci solo e disperato. QUin invece, questo è il luogo, posto, l'ambiente in cui mi trovo meglio. E' a metà tra una organizzazione militare con giuste regole e comportamenti, ma anche una Comune dove non cè astio, protagonismi, confronti tra persone e il concetto dei migliori. Sei valutato solo per gli errori fatti, ma è logico. E inoltre come è stato per te, la considerazione maggiore viene data nelle abilità e cosa si è fatto. le azioni. Ma viene insegnato che mai, mai, bisogna valutare i migliori o peggiori come deigli esami, perchè ognuno qui ha le proprie qualità e caratteristiche. Come per me quindi, questo luogo è IL posto, la casa, l'ambiente dove rinascere, evolversi, anche redenzione, si... per molti è stato questo. Trovare la possibilità di svolta e redenzione. Riqualificazione di se stessi. Torvare il prorpio piano di equilibrio. Se è felicità come viene definita e ho detto sopra non so, ma non lo cambierei mai con là fuori. Ho detto una volta a Milan che volevo provare a essere una ragazza come quelle là fuori. Me lo ha permesso, sotto controllo ovvio, ma non mi ha negato nulla e mi ha permesso di scegliere, fare i miei sbagli sempre però discutendone e vagliando tutti i pro e contro. Questo è diverso da là fuori. Ti insegnano, per modo di dire, come vanon le cose e devono essere così, ma non spiegano, discutono, chiariscono ogni aspetto della cosa. E' una cosa che ha portato Lia. NOn si ferma mai nessuno là, il tempo necessario perchè tu sia preparato, per davvero a ogni cosa. SAi che ci sono persone, sia grandi che piccole, che non sanno compilare un documento, qualsiasi cosa? io avevo solo paura di mettere cose errate, ossia sbaglaire il rigo e dover ricominciare. Invece la gente che ho visto, ascoltato, non sapevano nemmeno come compilare un documento, dove poggiar ela penna.... una cosa facilissima direbbe chiunque ma quella gente, che vive già là, non era preparata come me a... nulla! Quante cose la gente non sapeva o non sapeva fare. Ho lavorato in varie cose, per capire quel mondo e chi vi viveva. Mi sono mantenuta qualche settimana da sola, senza che nessuno facesse nulal per me o al mio posto, ho interagito con le persone e... ho trovato solo giudizio, pregiudizio, opportunismo, poca considerazione, divisione in classismi, sfruttamento e... non riuscivo a capire come la gente potesse accettare quel mondo  così freddo, opprimente, che sembrava quasi la società giapponese per test ed esami, che si doveva fare anche ogni secondo della giornata, ma non per pezzi di carta, intendo il giudizio di chiunque ti incontrava e già ti categorizzava a prescindere da tante cose. Li scoprivo a usare maschere e comportarsi da , solo per apparire come meglio credevano. Ho visto animali e gente maltrattata anche senza motivo, offese e azioni poco umane, nel senso che tale aggressività e cattiveria non ce l'hanno nenache gli animali. E se non protezione. . Mi aggredivano per qualsiasi cosa, che fossi cameriera, assistente, impiegata, addetta e via dicendo. Ho voluto testare vari tipi di lavori e ambienti e ho visto con i miei occhi come su di me e su altri, atteggiamenti ripugnanti. Donne che si comportavano in maniera orribile e facevano fuoco amico su altre donne, anche quando invece doveva esserci allenza femminile. E quindi..."

Si voltò perchè qualche animale camminava nel verde forse per bere, ma senza paura solo guardingo. Gask invece stava sempre sul chi vive, si era raserenato da quando era arrivato ma non in quel posto. E Kianta continuò porgendogli l'ultima stecca di liquirizia rimasta delle sue.

"...Non ho trovato affatto le libertà e una società tanto vantati. La gente letteralmente regala la propria privacy e sicurezza a qualsiasi cosa fosse di moda in quel momento. Spiattella tutto, proprio tutto anche di minori online e urla che i poteri forti cercano di usarli e trattarli come numeri e intendono monitorarli. Senza che te ne accorgi qualcuno fa foto e video senza permesso  o altro. Ho notato nei camerini dei dispositivi video che registravano chissà dove e in mano a chi, così come bagni e luoghi pubblici. E non parlo di telecamere di sicurezza. Hackerando i dispositivi tramite i nostri siamo risaliti e che bella gente, che a quest'ora è finita male loro, per  un nostro autoinvito da loro, capendo che significa giocare con certe cose. Ma abbiamo agito per il bene di donne e bambini. NOn era compito nostro, possiamo dire, ma non potevamo come detto prima no nagire contro lo schifo. E in alcuni test su affiti ho scoperto nella casa, così tante telecamere nascoste che la testa sott'acqua non è bastata a quei tizi per capire la situazione..."

"hai usato la tecnica..."

"E mi pareva anche poco, quello solo con uno. Uno avrà sempre addosso, a meno che non si faccia una plastica, il segno del mio malumore per aver trovato dietro lo specchio del bagno un aggeggino parecchio invasivo sulla privacy. I miei test sono durati solo un paio di ore, poi sono andata a prendere quei tizi e glieli ho fatti ingoiare, li ho  obbligati a dirmi tutto e che fine facessero quei video. Inoltre i loro dati e le prove di cosa facevano sono finiti nei notiziari con le foto e tutto come... l'interferenza di Max Headroom. Forse non lo conosci ma si trattò di una di tante interferenze televisive di terzi durante la normale programmazione che nessuno riuscì a risolvere. E così ho fatto altrettanto. Ammetto che è divertente giocare con... i giocattolini di Milan" sorrise "anche se a volte lo considero un pò come cheattare. Ma non ho fatto altro che bloccare la trasmissione televisiva più vista, mandare il nostro segnale con foto, nome, altre informazioni e tutto il materiale girato con le loro malefatte. E questo è solo una cosa. Ho anche fatto questo giochino con persone che in diciamo in gruppi di app parecchio negativi, scambiavano materiale preso di nascosto e... lascia stare cosa ne facevano. La cosa divertente è che pensano di essere anonimi. Poracci!! Lo hanno capito solo quando hanno visto la loro faccia, lo schermo del loro telefono hackerato ad arte da noi e cosa mostrava e conteneva, cosa diceva e il suo conto segreto dove andavano i soldi di vendite e scambi. Diciamo che ho vendicato abbastanza le vittime. E questo è solo una delle tante cose che ho fatto. non pulisce il mondo, ma non esiste privacy su cose fatte contro le persone e con immagini e video loro. Questo per me è da considerarsi come essere utile, oltre allo Chateau e alle Torri. Se fosse per me gli farei patire il peggio possibile, senza ucciderli ovviamente. no nsia mai...  così come ho sistemato bulli e stronzi di scuola, o lavoro facendo controllare ai Crell ogni post e discussione online con parole chiave, che fossero anche private, quindi non pubbliche. NOn hai idea quanti paia di slippini hanno cambiato e gli è venuta la strizza da calmarsi. Quella gente là fuori... capisce solo la paura!" esclamò con rabbia.

"Tutto questo quando è stato?"

"Prima e dopo il tuo arrivo, e la cosa continua. Tra la Raccolta e queste cose, posso dire di aver fatto qualcosa davvero. Io non son brava come voi come militari. I miei risultati sono davvero buoni ma non sono portata, dice Milan, a un'aggregazione a gruppo come voi, perchè afferma che ho il brutto vizio di distaccarmi dalla formazione e fare l'incasinatore"

"Non è possibile, ho visto un paio di volte che lo hai fatto..."

"Mi sono infliltrata nel gruppo per osservare la scena invece delle cam, e so come ci si comporta e come si agisce in gruppi scelti del genere. Ma odio particolamente vedere lo schifo che sa fare l'essere umano e star ferma dal volerli maciullare. Inoltre a parte quei tre, gli uomini non amano fare formazione con me perchè si sono lamentati che sono troppo elemento di testa, da agire per i cavoli miei mentre loro dovevano guardarmi le spalle e farmi copertura. Non sono abituati al mio modo di fare, hanno affermato che non era sempre chiaro come mi sarei mossa e cosa avrei combinato e... io so la verità, oltre cosa hanno detto! Il sottinteso era che sono un target troppo pericoloso da dover proteggere, anche per il mio agire in solitaria che... ho sempre trovato assurdo come, seppur complici e capaci di una formazione compatta, rapida e capace, siano così cagasotto da aver paura di guardarmi le spalle, perchè se la fanno addosso se mi capita qualcosa. E non esiste fino ad ora una compagine in cui possa far parte seriamente, che accetti me nel gruppo, non come elemento di testa ovvio, ma che possa dirigere le cose all'improvviso se decido così, col rischio che mi capiti qualcosa. Hanno paura di MIlan? Hanno paura che accada qualcosa e basta? Temono che, per sentito dire io sia importante per alcune cose, e non vogliono rovinar enulla... non lo so, ma sono sempre poi impacciati, in preda all'agitazione e fanno sempre a farmi da scudo come pazzi rincretiniti rovinando tutto!"

"Ma no nci sono Zidgy e..."

"Si, ma loro sono le mie Ombre. Fanno parte di una compagine già avviata e ben oliata, ma anche da loro richiesta sono... le mie guardie del corpo. non è la stessa cosa di un compagno di spalla o di schiena, dove sai che non hai bisogno di voltarti, controllare e accertarti che ci sia, che non vada fuori di testa o altro perchè teme che ci saranno conseguenze per una possibile negligenza. Non è che possono stare come nella formazione di un gruppo sia come Ombre che elementi. Non ha funzionato perchè tendono solo a fare le guardie del corpo e stanno sempre a ventaglio dietro di me, impedendo così all'operazione di svolgersi liscia come dovrebbe perchè sembriamo quattro idioti come fossimo un Re dei topi..."

"Un re... dei topi?"

"Si, sai quella situazioe in cui alcuni topi per vari motivi si intrecciano le code e non possono più liberarsi e riescono a sopravvivere poco formando come quest apalla di ratti in cui uno cerca di andare da qualche parte e gli altri devono andargli dietro, sedere con sedere, per non farsi male... la cosa sembra quella! Ed è... imbarazzante oltre che rischiosa. Milan non vuole che io rischi facendo parte di un gruppo, seppure sa pure lui che posso come tutti. Ma... me lo vieta e se impongo io gli uomini s ela fanno addosso. Si è troppo esposti, si caattura troppo l'attenzione ed è fastidioso per me non potermi fidare di qualcuno a tal punto, da saperlo come compagno d'arme mio pari e compagno di spalla. Non si può lavorare così! Se anche Milan facesse come me, so che sarebbe anche peggio. Per loro Milan è la persona che dal nulla si è costruita, migliorata, ha raggiunto vette alte ma agisce per cose giuste e corrette. Si, ama le cose belle, agisce a volte in un modo un pò... ma è comunque un brava persona e lo sanno. Lo vedono come un Leader da seguire per quell oche sentono e credono, ma è uno di quelli che scende in campo solo per determinate questioni e non è più sul campo davvero da secoli. Ma s elo facesse, credo si comporterebbero peggio che con me. Della serie io agisco per molte cose e molti di loro devono a me ciò che sono e hanno, ma Milan ha i soldi ed è quello che ha permesso me che ha permesso tuttoo. Siamo sempre là, alla fine. Rispettano e considerano molto Milan ma sarebbero i primi a dirgli di non esporsi e farebbero davvero da protezione con loro stessi se potessero. E questo è molto fastidioso alla fine, perchè no nsolo fa comprendere agli altri i ruoli, ma ttto diventa un casino..."

"Eppure quella volta hai fatto molto male all'autista..."

"A chi?..."

"Quei tizi che erano venuti per la loro droga e alla fine hai pestato male" ridendo "quello che però mi ha lasciato perplesso è... perchè te la sei presa così tanto con quell'autista? Con gli altri hai fatto meno, ma con lui.."

"Davvero non ti sei accorto che qeullo era il capo?" vedendolo trasalire "cosa guardavi? I due dietro quello che sbraitava, guardavano l'autista. Seppur appoggiato al cofano e solo spettatore e autista, in realtà era il capo. E non solo perchè lo avevo notato altre volte e avevo visto come si comportava, ma era chiaro che ogni votla che fingevano di apparire schifati e guardarsi intorno per precauzione, guardavano i suoi gesti e agivano. Così gli ho fatto capire cosa pensavo di loro. E sono fortunati che sono stati curati da noi, perchè fosse stato per me quei danni se li sarebbero tenuti per sempre come monito..."

"Alcuni non erano proprio..."

"Monito!" rispose lei e lui rise divertito

"Quindi ti senti felice, realizzata, viva qui... è questo quello che hai detto!"

"...utile, accettata, anche se..."

"Cosa"

"... non ho mai capito se a tutti loro io fossi... Non so! Se sono solo un capo mezzo scomodo, perchè no nsono una militare come loro eppure ordino. Se sono una persona che accettano per come sono, oppure mi tollerano e basta. So cosa ho detto, qui è un luogo veramente diverso da là fuori e lo sanno, infatti vogliono tornare sempre qui dopo gli incarichi o le visite in famiglia ma... io sono quella forse sbagliata. A causa di cosa distruggeva Lei, e che è rimasto in me, ho paura delle persone se vogliono avvicinarsi e ho sempre la sensazione che non accettano e vogliono. Non mi piace la vicinanza eccessiva della gente e a volte mi sembra che mi vedano solo come capo diciamo temporaneo, qualcuno a cui Milan ha dato possibilità di manovra ma presto ne arriverà un altro. E molte volte non so se fidano di me, oppure vedono solo la mia carica. Se quelli della Raccolta mi devono oltre la mano tesa che ho dato oppure..."

"Pensi che non ti vedano per quello che sei?"

"Oh, no! Loro sanno chi e cosa sono ma... la questione è l'accettazione e aggregazione nella Comune oltre la carica. Qui è diverso, da là fuori, ma qui si parla di paura per qualcosa e non capisco. Loro mi vedono solo come quella perosna a cui Milan ha lasciato tutto in mano perchè non gli va di fare niente? A volte è molto pigro pure se è qui, perchè afferma si è stancato di ammiinstrare il casino che sono i militari e nell'ultimo periodo è più portato per la politica e simili. Per carità, tutti i contratti, incontri e avvvicinamento con la gente che ci serve lo fa lui ma... qui diciamo lavora ormai sempre meno, come gestione e controllo di tutto. Lascia a me e ai veterani sempre più spesso ogni cosa anche se presente. Afferma che fare il Sovrano di questo piccolo angolo di vero paradiso umano non gli va molto, non è quel tipo, se non in piccole cose. Controlla, valuta, pone firma, lascia le sue decisioni su molte questioni, gestisce lui stesso problemi, controversie o altre questioni con gli uomini e ne sono felici, presenzia a feste e serate che fanno, anche le giostre ma... resta sempre il fatto che mi pare sempre e sempre, che per loro io sia solo quella a cui lui affida le sue in sue assenza e che gestisce quei broccoli con cosa fanno ma mi temono per altro. Ma... io sono considerata come persona perchè io sono io o cosa rappresento?"

"QUindi il tuo dubbio è se ti vedono tra loro e una di loro oppure no? Già Jd e gli altri avevano detto che tu non eri una di loro..."

"Già, in effetti sono parte della Comune e per il mio ruolo altri si sentirebbero super integrati ma... io non lo so. Sempre più spesso mi trattano solo come amministratrice di questo posto, non vogliono farsi sentire o vedere da me per evitare di essere rimrpoverati e non sembrano molto felici della mia presenza..."

"Te l'ho detto quel giorno. A loro piaci invece. Nel senso che ti devono molto e ti vedono più di Milan come Capo. Ammettiamolo, Milan non si sporcherebbe le mani come te nel fare le cose insieme a loro e come loro, lo dico pure io che con lui ho avuto un bel rapporto dall'inizio! E non è il tipo che si livella con gli altri ma tende sempre a staccarsene e... mi è sembrato che da quando si è realizzato, non si abbassi a quelli come noi. Rispetto a te non prende in mano le cose come elemento di testa e dirige le cose sul campo, ha lasciato l'amministrazione a te e ai veterani, limita la suddivizione dei poteri e mantiene uno stile di vita sopra quello degli altri. Beh, cavoli suoi con i suoi soldi, da come lo conosco adesso se li è meritati, ma l'unica cosa che ci allontana un pò il suo modo da... posso dire snobbetto? Che ha ormai adottati e gli va bene. Lui è l'ispirazione e la chiave per tutti per giungere allo scopo per cui fanno parte di questo ma ho l'impressione, che lui abbia una visione del mondo futuro leggermente diverso dal nostro. La nostra quotidianità non è la sua, Cè uno che afferma di essere stato al servizio del principe del Galles mi sembra... e che gli parevano uguali come atteggiamenti e modi di vivere la gionata. AM lui è contento, si sente bene in quella veste..."

"Finchè non fa male a nessuno, nel senso nessuno che lo meriti davvero allora è diverso, non mi intrometto molto. Se si sente felice così va bene, come lui lo pensò con Lia per il suo desiderio, che realizzò. A meno che non si tocca l'argomento ... ma parliano di adesso. Il materiale. Lui vuole vivere quanto può tutto ciò che lo affascina e ci sta, se lo merita. Sa bene che per quello che è, per l'organizzazione, perchè sono militari, può capitare qualsiasi cosa anche se abbiamo preparato dei reticoli organizzativi con i piani dalla A alla Z per qualsiasi pericolo, incidente o... cosa che può accadere. Ama i treni, da morire, ama gli abiti da uomo del secolo dei lumi come dice lui. Per lui quelle mise dei secoli passati sono l'emblema dell'uomo come dovrebbe essere. Un gentiluomo, un Signore e... ammetto che non mi dispiacciono affatto. Certo meglio di come si vestono adesso! Ho visto uomini, e parlo dei fisici attenzione non sono quel tipo di perosna che generalizza per sesso ma, cavolo! Come si vestono adesso è da piangere! Jeans così stretti da vedere pure la forma delle nocciole..."

"le nocciole..." rise lui

"Marron glassè, nocciole, gioielli di famiglia, chiamali come vuoi! Questi idioti non capiscono che il corpo umano ha dei bisogni.. basilari. Come Una certa temperatura per là sotto che con inquinamento, vite assurde e cosa prendono, poi hanno problemi a figliare o hanno picchi strani di ormoni. E piagnucolano... Con quei pantaloni con le gambe che si restringono così stretti alle cavlgie che non posso fare a meno di dirlo, stanno malissimo. Con i bomberini e questi pantaloni stretti di cavallo e di gamba, vanno correndo con calzini assurdi e scarpe ancora peggio. E cè gente che ride se scopre che Milan si prende cura della pelle e dei capelli, usa l'effetto cinematrografico per apparire al meglio e... bah! Non posso farci niente, ammetto che ho imparato a preferire l'abbigliamento dell'uomo classico e come chiamano molti vintage, che quello schifo. Io non sono adatta ad abiti da donna, ma gli uomini che appaiono in un certo modo si, li preferisco. Qui siamo militari e quindi non significano nulla le canotte e pantaloni larghi, gli servono! E stanno meglio di quegli imbecilli che sembrano fenicotteri sulle zampette secche col culo tirato su da pantaloni preformati!"

Gask rise, ma lei lo guardò prese il cellulare e gli mostrò alcune foto che aveva scattato quando andava fuori e lo vide fare una faccia strana.

"E questo è poco! Una cosa è la moda, un'altra sembrare appena usciti dalla Caritas di abiti usati dove hai preso cosa potvi come accozzaglia, e ti devi vestire con cosa hai recuperato. QUindi stili misti, ma per la società là fuori è questo! Ma... il mio stomaco non è mai preparato quando vedo questa gente. peggio se hanno quei corpi che... mi fanno schifo non posso farci niente, ma hanno quei busti lunghi quanto le gambe, quindi con un baricentro più basso e si vestono in questo modo osceno, stanno ancora peggio" guardando altre foto e facendogliele vedere "non mi piace visivamente il corpo dell'uomo con un busto così lungo. Milan ci scherza e mi dice che se un uomo non ha un busto alto quanto metà gambe, vomito. Quanto se la ride..." un p òaspra ma facendo capire se la ride ai loro scherzi "Ad ogni modo, si è andato  amio parere da un e ccesso ad un altro. Se si era partiti con abiti così punitivi da modificare totalmente il corpo di una donna con danni gravi a... neinte addosso, perchè più sei sexy meglio sei come persona nella società. Quella sbagliata, intendo."

"nel senso...?"

"vedi, a parte i puritani religiosi si è insinuata una generazione che ha portato si libertà sessuale e della persona per la donna, ma spinto anche la gente a pensare che più i tuoi attributi naturali sono mostrati, esacerbati a volte, ostentati allora sei al top. Che la bellezza viene confusa con sexy, ossia vestiti meno così da essere figa. Se tu non ti vesti in questi modi se vai in certi posti dove ti aspetti classe e begli abiti, vedi tette, culi, cosce e altro mostrati e messi su un piatto, perchè così fan tutte e con i social la cosa è peggiorata, non sei qualcuno. Io non sono puritana, per me le donne devono vestirsi come gli piace ma un conto è vedere un bell'abito e volerselo mettere corto perchè in una società corretta puoi vestire corto e apapri comunque una bellzza travolgente. NO. Tra reality, influenzer e persone che non valgono niente, se non per foto fatte in modo strategico per apparire meglio e doti naturali sfoggiate per avere ciò che si vuole, la gente va mezza nuda, ubriaca, drogata, aspettandosi di essere bella, bella, bella da far paura, ma fa venire lo sgutter. Sono io, ma i corpi nudi o mezzi non mi piacciono, anche con i costumi da bagno, poco ci manca che le donne fanno nudismo! ma sono io, non mi piace l'aspetto nudo dei corpi, preferisco qualcuno ben vestito che risalta il suo fisico, allora si, che gente con tutto al naturale aspettandosi di avere considerazione e apparire fighi e avere gente al seguito con la lingua di fuori. Non sono all'antica ne altro, ma come non posso vedere me nuda, non mi piace il corpo di chiunque nudo come apprezzamento, mi è indiffernete. Guardo e mi chiedo perchè la gente sbavi così appresso a una donna che sfrutta e usa certi elementi del suo corpo per propri fini, e donne che cadono in ginocchio di uomini basta che siano muscolosi e giovani. Mah!"

"Aspetta... quindi quando in mezzo alle rovine e con i ragazzi urlavi che erano ridicoli, e gli ridevi in faccia era per questo? A te non fanno nesuna reazione ma sono ridicoli? Non era perinfilarti apposta nei bagni?"

"COSA?!?" lo fissò sbalordita

"Allora no... loro pensavano che lo facessi apposta per farli vergognare, fargli venire i complessi e guardare uomini nudi con quella scusa... questa è bella!" esclamò guardandola prima sorpreso e poi ridendoci su, per poi smettere di ridere vedendola parecchio infastidita.

"Dimmi chi è che si inventa queste cos...No! Lasciami indovinare! Un certo naso a becco di pappagallo con i suoi scagnozzi! E' lui, sicura, mi ci gioco i miei orologi!"

"I tuoi orologi?"

"La mia collezione di orologi meccanici scheletrati. Non valgono quanto quelli di milan... per niente" disse tra sè con un'espressione strana "ma sono pronta a giocarmeli che è lui l'artefice di ogni pettegolezzo. Mi spiace dirlo, ma a meno che non abbiano idee complottiste, molti uomini non possono esserla presa per quelle due volte che sono andata a strigliarli negli spogliati. Che vuoi che sia, come se fossero gli unici ad avere il gamberetto con le noci! Solo perchè per i miei dati biometrici sono nata del sesso opposto si pensa solo due cose, o sono porca perchè li guardo con sufficienza se sono nudi o voglio che si sottostimino per... solo gliimbecilli possono pensare così, dopo che io ho fatto casino per le loro stronzate. Ho solo pensato che in un momento diciamo del genere, fosse il migliore perchè nei loro cervelli bacati si insinuasse il concetto che volevo sbattergli sul muso! A volte sono più i momenti chiave che fanno aprire le orecchie che il resto. Poi arriva Alaric e diventano tutti complottisti..." scuotendo la testa con aria schifata.

"E come mai tu invece hai, come si dice... aspetta. Ah, i complessi nel vederti nuda? Quella volta che Alaric fece casino nella laguna hai cercato di coprirti.  In mezzo alle macerie per toglierci lo schifo dellef ogne di dosso sei andata fuori di testa...:"

"Non sono andata fuori di testa. Ho solo mostrato indignazione sul fatto che mi sei piombato alle spalle senza fare rumore mentre mi pulivo. Cazzo se faceva freddo! E tu appari come i fantasmi chiedendomi pure cosa stavo facendo! NOn...."

"Ero sorpreso, non capivo cosa facevi. Poi però l'altra sera per l'invito di quel tizio ho capito! Ho visto l'anello, ho riconosciuto davvero quei movimenti e ho collegato. Non mi aspettavo che quella persona fossi tu, a vederti non sembri affatto una che ama ballare quella cosa tribal, AST o..."

"Ats! Mi piace. Per me è natuale e... ma perchè devo parlare con te di queste cose? Bah!" si lamentò alzandosi e sgranchendosi

"Siamo amici, non è naturale?"

"Amici? Io e te?!?" chiese lei con le braccia alzate, fermatasi dallo stretching per guardarlo

"Non siamo amici? Parliamo adesso e... beh, risolviamo. Io sono Gask, piacere..." allunga una mano verso di lei per salutarla, ricevendo in risposta uno sguardo come per dire

"Ok, tentavo..." continuò lui alzando le mani come a giustificarsi "... capisco che per quel che è successo quel giorno..."

"per quel che è successo! Capisci cosa hai fatto perchè ti sembrava...?!?"

"Ho chiesto scusa, ho cercato di fare capire a te e a tutti che non volevo nulla di ciò che è successo e..."

"Si, si lo ripeti sempre. Ma come faccio a sapere che davvero tu non sei come tutti quelli a cui abbia fatto un culo quanto un secchio, perchè erano solo feccia!" sputò lei fissandolo, facendo un gesto con pollice e indice per indicare un grosso cerchio.

"Avevo immaginato, parlando da quel momento a ora, che avessi valutato chi sono. E' questo che pensi e insegni agli uomini, no? Dici sempre che . Non è cosa dici?"

Kianta strinse la mascella, fissò l'acqua placida e qualche animale che andava  a bere là senza paura ormai, erano abituati agli umani e d'inverno li sfamavano o mangiavano dalle loro mani.

"..."

"Spiegami almeno perchè ci siamo ritrovati a scornarci in mezzo alle rovine, di un casino creato da due generali che si odiavano, per avere una conversazione come quella dell'ultima settimana, dal giorno ad adesso. Non ho mai capito perchè mi odiassi. Jd diceva che era solo per il mio lavoro prima, e posso anche capire. Di cosa ho combinato, capisco benissimo questo, però credevo di aver dimostrato come con tutti chi e cosa sono in realtà. E invece mi evitavi e odiavi che..."

"Non volevo ammettere certe cose. Tutto qui..."

"Ammettere cosa?"

"Perchè ti interessa tanto parlare con me?"

"Perchè da quel giorno che sei venuta e... come hai detto poco fa? Hai voluto fare il didietro del mio Capo come un secchio...."

"largo, come un secchio..."

"Si, l'avevo capito. Eri l'unica donna che era apparsa, sola, per affrontarlo e che aveva la faccia tosta e le palle più di tutti i suoi oppositori di..."

"Mi stava sulle balle che tentasse di fregare Milan, e visto cosa avevo sentito, volevo vederlo con i miei occhi. Poveri i miei occhietti!" fece, portandosi le braccia sugli occhi in gesto teatrale di orrore "Quella arancina a punta con le zampe... un'arancia di cacca con un uovo al posto della parte sopra..."

"Non so cosa siano ma..."

"Quelle palle panate e fritte con vari ripieni. Si che li hai mangiati!"

"Ah quelli, allora con la punta parli di quelli... con la carne? O erano spinaci?"

"Qualunque ripieno hai mangiato, quell'uomo era un'arancina semovente di sterco, con la punta che si fongiava a uovo che avrei voluto buttar giù con tutta la sedia. Nenache Milan ha una sedia, o meglio trono, così pacchiano da far male agli occhi!"

"E tu odi le cose dorate e come quelle che ci sono in quel Trianon" ridendo

"E basta con quel nome! Ha il suo. Se trovo chi è stato..."

"non vuoi saperlo, fidati"

"Ah! La mutazione da uccello a imbecille, vero? ora capisco. Ancora lui!"

"Cazzo, Jd mi uccide" accigliandosi ma la vide di profilo ridere e quindi continuò a parlare "Comunque ricordo che fui chiamato perchè dovevo essere presente per quell'ospite inatteso che aveva abbattuto una porta a calci..."

"Bubbole! HO solo sbattuto la porta un pò troppo forte sul muro, mentre volevo scotennare lo stronzo che non mi faceva entrare, pretendendo che aspettasi fuori! E chi sono, il postino? POrtavo messaggi ma non a mano..."

"Mhpfff!" vedendosi guardato male da lei, che avev asolo mosso gli occhi verso di lui "Comunque, quel giorno stavo scednendo e poi ti vidi làsotto, parlavi a quei due come se volessi staccargli la faccia a morsi, e li guardavi come fossero fango per terra su dove dovevi camminare. Era uno spasso. E poi..."

"Si, ma il punto è che non sei stronzo come mi ero impuntata prima, ma cosa mi dice che posso fidarmi di questa... amicizia?"

"Credevo anche quello che mi hai detto di Lei facesse parte del cambio di opinione su di me. Milan si fida di me, ce la intendiamo come fossimo amici da sempre. Non ti basta?"

"per lui sei come un fratello di primo sangue, ma non con me! Cosa mi dice che tu non abbia secondi fini e non ci ucciderai tutti nel letto? Non mi fido di quel rimasuglio di rosticceria avariata, e stranamente tu sei qui per tua decisione, affermi. Ma quello stronzo è lì dovè pee la sua testa. L'intellingeza lo ha portato lì così come lo schifo che ha dentro. Non si diventa capi di traffici del genere se non si fa l oschifo dello schifo. E sei venuto da noi così, per tua decisione lasciandolo bellamente a quella gente, che sapeva solo mettere i fucili come fossero i loro attributi? Che pessimo modo di usare quei cosi, tr al'altro... ma il punto è che fin dal'linizio ho sempre creduto che ci fosse qualcosa sotto. Quel tipo è come la triade cinese. Devi perdere e lasciare qualcosa come dimostrazione dopo anni e anni di schiavitù, per potertene andar via. E se te lo concedono. Cè gente che perde parti de corpo o elimina gente particolare, e tu vai via così?"

"NOn mi credi?"

"Anche noi non permettiamo agli uomini di andarsene, all'inizio come clausula per lavorare con noi ma abbiamo... degli incentivi, perchè restino con piacere. Ma anche Milan non lascia andare la gente.  Uno dei cartelli peggiori al mondo e per di più il capo, ti dice Ok, vai pure, ci sentiamo. Perdonami ma è da quando sei apparso là che trovo strana questa cosa"

"... Vuoi una risposta? Prima dimmi una cosa. Per quale motivo una persona vuole morire al punto da desidarlo per anni, ed è felice che qualcuno come Milan l'abbia aiutata, decidendo però di... far nascere te, come dite. Per i veterani tu sei un'altra persona, sei nata qui eppure come Lei non ti considerano come loro. Una miltiare tra militari. Non capisco..."

"Tu stesso non vivi giorno dopo giorno perchè senza scopo?"

"In verità... in verità ho iniziato a cambiare idea. Non voglio essere l'unico in questo posto a lottare per restare in piedi, senza davvero un motivo. Col Capo... a lui devo la mia salvezza, ma mi sono reso conto che da quando siamo venuti la prima volta, e la seconda da solo, cè qui qualcosa mi ha fatto capire quanto vuoto fossi e... Sono stato contento quando Milan la prima visita mi trattò in quel modo, era come se ci conoscessimo e... parlavamo senza problemi. Non mi era mai capitato e quando mi ha mostrato la sua collezione di armi, era come dueamici in un museo. Il suo modo di fare con me, non come uomo che lavora per lui o guardia del corpo di un tizio che potrebbe essere suo nemico, non credevo fosse possibile. E ho visto come quello che cè tra me e il capo è più freddo di quello che credessi. Lui non mi ha mai trattato come Milan ha fatto due sole volte che ci conoscevamo. Da quando sono venuto con lui, ho lavorato per lui ma solo dopo aver..."

"..." vedendolo fermarsi, come perso in qualche pensiero

"... Il modo in cui vivete, vi regolate, quello che ho visto in mezzo a gente che sono più che compagni d'arme. Provavo qualcosa del genere all'inizio, con i ragazzi con cui mi misero per quel primo gruppo. Ma fu tanto tempo fa e mi sembrò all'inizio come essere uno spettatore di qualcosa di simile. E poi mi accettarono quando da solo ho preso quel vice presidente e l'ho portato via eliminando quel gruppo che voleva rapirlo per un riscatto. Tutti mi hanno fatto capire che non credevano fossi in grado di farcela, solo, e che Milan mi mettesse alla prova"

"ma Milan non ti ha mai messo alla prova. Ha sempre contato su quelle voci e cosa gli hai trasmesso da quando sei qui. Il fatto che tu abbia concluso l'incarico in maniera brillante, con un pò di casino mediatico, ma salvando quell'uomo abbattendo come birilli quegli idioti, ti ha fatto passare per quell'Egeo capace, di cui si parlava. Ti hanno preso per un tizio bonario, casinista, alla mano, come un ragazzo non ancora cresciuto e ti hanno integrato. A vederti normalmente non si direbbe che tu sia la stessa persona addestrato da quell'uomo, famoso per il sangue freddo e la capacità spietata di far male e fare piazza pulita con ogni mezzo, per essere colui che ne esce. Vivo"

"Ho sempre creduto che esistere significasse, come per la mia vita, eliminare per vivere io. Eseguire gli ordini per continuare a stare in piedi. Dimostrare che sono più capace e forte degli altri per meritare di vivere. Questo mi era stato inculcato, che il mondo è una giungla feroce e spietata, come chi vi vive, e che per sopravviere bisognava essere forti, furbi, spietati e bruciare ogni cosa in noi per emergerne vincitori, e vivi. Poi con il Capo ho deciso che avrei fatto  quanto potevo per chi mi salvò. Ma... con Milan ho visto invece che esiste un altro mondo, oltre la giugla. Il male di quel mondo in cui mi avevano gettato esisteva, esiste, ancora. Ma cè possibilità di un tipo di vita diverso. Mi avevano detto che la mia vita valeva il tempo di un soffio, che poteva durare pochi attimi o anni, ma dipendeva da me. Cèrano volte in cui sarei stato felice di essere ucciso, perchè quella vita non mi piaceva ma... cèra sempre qualcosa ce mi faceva agire per sopravvivere, per tornare al campo e capire di star ancora respirando. Non capivo se era solo la selvaggia forza di sopravvivere di tutti o io che volevo vivere e lottavo contro quella giungla. Ma ora... ora ho visto persone che bruciano per un ideale, per una volta giusto, per dei sogni, dei progetti, desideri... QUalcosa che io non avevo e non pensavo. Vedevo la gente morire perchè volevano togleire di mezzo il capo, per tradimenti, perchè facevano il doppio gioco e molto altro. Eda quando sono con lui ho sempre creduto che il desiderio della gente fosse guadagnare, essere ricco, vivere nel meglio possibile e vendere beni, desideri, piaceri senza che vi fossero problemi. Invece cè qui molta gente che vorrebbe fare questo, quello, guadagnare si soldi ma per avere il permesso di Milan di attivare un progetto, un'occupazione che voelvano sempre fare o essere mandati làfuori per un posto che volevano da sempre. Ho sentito Nasa, Cia, Fbi, comitati scientifici, astronomi e altri che non so bene. Sono partiti da militari per motivi anche fuori dalla loro portata o dalla Raccolta, e hanno scoperto di avere ancora quella possibità tanto agognata. Quella forza bruciante che li spronava a stringere i denti e aspettare. Ho sentito le storie di molti e ho visto i loro occhi adesso. Ricorndo ancora quelli dei miei compagni del primo gruppo e quelli degli uomini con il Capo. Quello che cè qui, in occhi di questa gente, non è nulla di ciò che ho osservato prima. E mi son detto, anche vedendo Milan che vive come gli piace indifferente al resto del mondo, che forse anche io potrei avere qualcosa che mi invade come una forza per qualcosa a lungo termine. Ancora però non ho ben chiaro cosa, credo..."

"..."

"Quello che non capisco è cosa ha portato una persona che ha aiutato Milan a migliorare questo posto a... morire, desiderarlo così tanto da ringraziarlo. Jd dice che l'ha ringraziato prima di andarsene, dicendogli che per una volta qualcuno le voleva bene così tanto da darle qualcosa che la rendesse felice. Mlan mi ha detto, anche se non era felice di parlare di lei, che neppure un cavallo che le piaceva come razza, la collezione di orologi, di gemme e minerali, le escursioni sott'acqua e tanto altro, le hanno permesso di sentire come me e altri il desiderio di continuare nonostante tutto. Anzi a volte ad avere quelle cose le veniva male al petto, come un qualcosa di dolceamaro che la buttava giù e non capisco..."

"La sua infelicità era una sorta di accumulo di tante cose..." iniziò lei accovacciandosi con le braccia sulle ginocchia a osservare dei cervidi che erano giunti ad abbeverarsi, e cercando qualcosa nelle ceste agganciate agli alberi che d'inverno o appena iniziava il freddo erano pieni di cibo per loro "...nonostante mostrasse e urlasse chiaramente il suo mal di vivere uno stile di vita non adatto a lei, che la ingabbiava tra stereotipi e menefreghismo, chi le stava intorno fino a quando no nincontrò Milan, non fece nulla per lei. Doveva andare via da quell'ambiente prima, ma ogni cosa accadeva affinchè non vi riuscisse e accumulò, riempì come una pozza tutto dentro di se, così tanto, e per troppo tempo da finire per frammentar ela sua personalità. Tutto ciò che cèra di positivo, felice, gentile, allegro sparì. Tanto che vedendo che no nsorrideva più, non rideva più, non era più serena, le veniva detto, obbligato con rimproveri e punizione di sorridere e apparire felice davanti alla famiglia. Mentire e mettere una maschera. Finchè non ce la fece più. Essendo diversa come modi di pensare e gusti, la gente la allontanava. Lei aveva già una mentalità di ruoli, posizioni e comportamenti che alla nuova società non piaceva. Nel senso che intorno a lei vedeva persone trattare come non avessero considerazioe professori, persone in divisa, presidi e amminitratori sia a scuola che in luoghi dove ha lavorato o studiato. E molte volte senza vero motivo. lei stessa aveva studiato, aveva titoli di studio due volte superiori a quelle e veniva trattata come spazzatura. Non veedva rispetto, educazione, considerazione dell'altro, empatia, condivisione e aiuto. Tutto per se e per la famiglia, gli altri sono feccia. Una votla ad alcuni colleghi si lamentò che verso superiori, professori  o altre persone non vi era rispetto e trattamento come doveva esserci per il ruolo dell'altra persona. I pratica..."

"NOn era rispettata e trattata come meritava, quindi"

"Non era solo questo. Per quella società là fuori devi essere come si aspettano da te. E se hai soldi fai parte della società, altrimenti sei un reietto e un rifiuto pure umano. NOn importa cosa ti ha fatto cadere o quanto soffri o stai male, se non sei come la gente si aspetta, sei niente. E tutti i ruoli, le posizioni sociali e il rispetto di conseguenza che avevno le perosne una volta,  dopo aver sudato sette camicie e avevano raggiunto qualcosa , ora sono sempliceemnte trattati alla stregua di una sorella o un fratello senza dare del Lei, aggredendo o rimproverando la persona senza badare a cosa è e le sue competenze. Questo ovviamente inteso per figure professionali e lavorative che negli ultimi decenni da una buona posizione sociale è diventata quasi a livello dei netturbini. Tranne avvocati e imprenditori arrivisti che hanno soldi e potere, tutti gli altri non valgono più nulla. Uno specialista, un ingegnere, un docente di qualsiasi livello, dottore, e via dicendo si vedono pure sputare in faccia,  mostrando come anni di sacrifici, studi, impegno e forza interiore non servano a niente perchè sei solo ormai solo forza lavoro sfruttata dall'alto e trattata da schifo da tutta l'altra gente. E parlo di gente per bene che viene trattata così. E ormai non è  più ammirata, persone di cultura e che sono la chiave del funzionamento della società snobbati per  gente che si denuda, ha soldi, attori e cantanti per cu ifanno di tutto. letteralmente. E così si vedeva passare avanti da gente arrivista, che non era al suo livello, che divideva il lavoro con gli altri e si prendevano ognuno l ostesso merito e punteggio del suo, avendo lavorato da sola mentre gli altri la metà o meno. A volte anche prendevano di più. Aggiungi che non piaceva alla gente perchè non amava e no nvoleva mentire e apparire cosa non era, che volevano cambiarla fin da piccola, che pretendevano anche con la scusa della colpa, con i sensi di colpa per cosa gli altri dicevano di fare per lei e... la sua famiglia viveva solo pe la famiglia. Non ricevevano e ne incontravano nessun altro. Stavano sempre a casa, soli. Odiò i suoi compleanni e poi non li considerò più prorpio a causa dei casini che nascevano per le festicciole. Tra parenti cèra sempre tempesta e sia prima, durante che dopo sempre urla e risentimenti per cose dette, fatte o regali sempre verso di loro, orribili e di pessimo valore. Non amò mai un compleanno e quello dei diciotto anni fu un incubo, per cui decise che no nvi era nessuna cosa da festeggiare..."

"..."

"non cè nulla da festeggiare, diceva. E' solo spreco di tempo e si energie per mascherarsi e sorridere, falsamente. Dandole i regali le dicevano che farglielo, facendoglielo passare come un peso, per dirle poi in altre occasioni che per lei avrebbero dato tutto. Ma volevano cambiarla, dirigerla, farla andare come voelvano loro, che si aspettavano, e che restasse sempre tra le loro gonne e sotto l'ala, come si dice. ogni riunione di famiglia era una coltellata nell'anima, ogni volta che compravano una torta di compleanno volevano che sorridesse e facesse foto,  e la trattavano malissimo se non riusciva ma avrebbe voluto solo piangere. Noonstante la malattia doveva lavarsi come dicevano loro, facendole perdere non solo più tempo ma facendola soffrire di più per la malattia per tutti i movimenti eccessivi che doveva fare,  solo perchè con la doccia si faceva troppa acqua a terra, perchè due soldi per una tenda che stesse ferma nulla. E così inventò la tecnica delle tre spugne, ma solo lavarsi fu un tempo assurdamente lungo, doloroso e inutile ma non si poteva cambiare. Ogni cosa era al risparmio  così tanto che le pentole erano inusabili, senza manici perchè rotti o ogni rubinetto da pochi soldi perdeva dopo solo qualche mese e lei urlava che sprecavano acqua,  a causa di quella che fuoriusciva da ogni parte, e quindi perduta. Ed era il minimo. Tutto non funzionava, nessuna logica e organizzazione nel frigo, dispensa, tenere le cose in ordine e se si azzardava a proporre qualcosa per migliorare le disposizioni e le facilità d'uso, veniva trattata malissimo. Meglio usare secchio e mocio a spaccarsi la schiena che una lavapavimenti a vapore più igienico dei prodotti chimici. Avevano modi di fare discutibili e la obbligavano a fare come dicevano, anche se come per la doccia, era solo una peggiorazione delle sue condizioni... poi era sempre sola, distrutta, abbandonata alla sua disperazione,  ma tutti pronti a urlare e rimproverarla se nno si sposava, se non figliava, se non era nei modi che volevano. Sempre ingrata, sempre vergogonosa, sempre immeritevole le dicevano. Finch tutto in lei non si spense..."

"..."

"Voleva una nuova rinascita ma sarebbe stata giusta tempo prima, molto prima che si frammentasse. Nenache cosa le aveva garantito Milan per l'Accordo la rendeva felice,  ma la portava in uno stato inqueto. Se si fossero incontrati prima, lei non avrebbe continuato a stare così male da volersene andare e io non ci sarei. Una sua amica, amica nel senso che fu una dei pochissimi dell'ultimo periodo della sua vita le disse di . Ma sbagliò a dire ciò perchè lei non invidiava, provava solo odio per chi l'aveva trattata come niente, bullizzata e sbeffeggiata,  mentre li vedeva per strada. lei doveva andare dai dottori e loro seduti ai bar a ridere e schrzare e mangiare con altri. O a comitive. O veniva a sapere di loro che erano stati visti in quella cornetteria, pizzeria, ristorante. O li vedeva dalle foto sui social e voleva solo bruciare quella feccia nell'inferno che avevano creato per e in lei. Aveva sofferto tanto che non voleva andare a scuola solo per quella gente o certi insegnanti, le veniva paura di sbagliare,  creata dalla sua famiglia a furia di dirle che era solo incapace e inutile,  e gli altri erano migliori. E se la fissavano,  rallentava e giù di giudizi. Lei che era corretta e seria,  veniva calpestata da quelle che definiva puttane, non le prostitute ma esseri con tette e vagina che si divertivano a sparare fuoco amico su altre senza vergogna o considerazione. Scavalcata, vedeva gente nullafacente e sfruttatrice dove prima cèra lei e l'odio aumentò. Quella amica, Zay, la frammentò di più con quella frase. lei non invidiava, urlava di rabbia sul fatto che avesse vissuto praticamente ninete.Questo cè scritto nei resoconti e dalle parole di Legeia"

"..."

"Guarda chi ha meno, sentiti fortunato" disse Kianta di colpo con tristezza

"Capisco" disse gask gentilmente

"SOlo obblighi, sacrifici, male amaro inghiottito e mai digerito,  mentre quella gente passava il tempo tra altre persone, accettate e ben volute. Vi fu una stronza, Anna, che era alle medie una vergogonosa maleducata e orribile, eppure insegnanti e molti compagni la trattavano bene e consideravano, mentre Lei veniva sempre vista come scema, stupida e da emarginare. Non capì mai perchè la gente vergognosa e schifosa vivesse  e lei dovesse rompersi dentro giorno dopo giorno. Non vi era luogo dove cosa era,  e chi era,  e gente che poi non meritavano neanche un briciolo che ciòche avevano stavano  tra gli altri. Mai quel giusto rimorso che nasce sbagliand avevano, diceva. Non si erano mai pentiti ne altro. Ma anzi sparlavano opi di lei come fosse chissà che persona. Quando invece quella più normale si sentiva lei. Tutta quella ipocrisia, mancanza di fiducia verso chi consideravano diverso, le maschere, le recriminazioni, bullismo, ineguaglianze... Ha passato la sua vita praticamente sola, nella sua stanza a leggere, imparare, giocare e fare tutto,  odiando le persone per la scuola e il lavoro. Lei, che trovav aingiusto cosa dicevano i suoi, ossia che tutti sono stronzi e scemi e solo loro i giusti. Che gl altri andavano tenuti lontano ma valeva solo la famiglia. Lei non credeva che fosse così ma,  crescendo, imparò su di se quanto la società fosse solo marcia. E così odiò. Così si recluse. Divenne come quasi una Hikikomori, e a volte si paragonava a Giacomo Leopardi e al suo passero solitario. Che fosse dalla finestra o quando usciva, lei vedeva la gente vivere, mangiare, fare cose e stare tra gli altri mentre lei osservava. Tutto sulle sue spalle però sacrifici e ogni cosa della vita ma senza nulla di bello. la famiglia la voleva stretta a se, mai lontano diceva. E così lei si ruppe e morì dentro piano piano,  finchè non divenne la persona cinica, fredda, vogliosa solo di vedere il dolore nella gente schifosa e che meritasse il peggio del mondo. Milan arrivò troppo tardi. In lei vi era solo tutta la tristezza del mondo..."

"..."

..."Le veniva da piangere nel vedere in tv la notizia di quell'anziano pensionato che aveva così poco come pensione,  che dovette sedersi per strada con i suoi libri e venderli, per avere i soldi per mangiare. Quell'uomo spendeva solo sei euro al giorno alla mensa, con quella cifra lui mangiava per tutto il giorno, non poteva comprare altro perchè era il calcolo al mese ed era dimagrito sedici chili. E peggiorava perchè non aveva soldi,  se non per le tasse o finiva pure per strada. O quell'uomo di un altro paese, così povero che doveva caricarsi cento chili di sacchi indosso,  e consegnarli ai negozi per una manciata di soldi che bastavano per delle cipolle per sfamare la famiglia. CIPOLLE! E quando Lia se ne lamentò con la sua famiglia, perchè secondo loro erano i poverelli di tutto il mondo, gli urlò che potevano almeno avere una casa e i soldi per mangiare, gli parlò del video e loro semplicemente le dissero che erano felici che lui potesse sfamare la sua familglia. Quella risposta le fece così male che urlò un E come aveva già capito, molte cose comunque non sarebbero cambiate nella società, se ancora così nella sua fmaiglia che altrove i poveri erano tutti ladri e furfanti , e tutte le donne costrette a prostituirsi solo poco di buono,  pronunciando la parola prostituta come qualcosa di orrendo come lo sterco. E tutto ciò di orribile che dicevano nel loro amato modo di sparlare degli altri,  di chi lasciava famiglia e tutto, li madnava a fanculo e se ne andava per trovare la propria strada. Comunque sarebbe andata, pensava lei, avevano provato e li rispettava. Ma per la sua famiglia erano una vergogna ed erano feccia come i delinquenti e prostitute. Mentre invece lei pensava con tristezza ai poveri che per campare in un modno di apparenza e soldi , che sono più di una laurea e capcità per la gente, finivano per fare certe cose e le donne, tutte, erano costrette in vari modi a svendersi anche tramite cam, pur di guadagnare. Ovviamente quelle che ne avevano bisogno, non le altre. lei vedeva cosa cèra dietro e le dispiaceva per tutti. E sentire quell'amica dire certe cose,  dopo cosa le era stato fatto e lei era nello schifo mentre gli altri vivevano quel poco, quel solo poco che voleva... la portò ad odiare anche loro. E restò sola del tutto. Sola in quella casa. Sola e basta creandosi un mondo suo, nato dla dolore dove scappare. Mentre sapeva che quello reale non sarebbe cambiato..."

"..."

"Vorrei regalarti un mondo diverso, che ha fatto la pace con la sua crudeltà. So  la sua massima sul mondo che deve rinascere dalle sue ceneri. E fu così che non vi fu mai nulla di così felice da tenerla forte abbastanza per voler continuare... E Rò, conosciuto prima di Zay e mandato al diavolo poco prima di restare sola del tutto, peggiorò le cose, tantissimo. E in lei cambiò anche quella parte..." pronunciò amaramente Kianta guardandosi i piedi.

"Chi è Rò?"

"la ragione per cui si allontanò del tutto dalla gente e Zay e Ric, le uniche due persone con cui parlò prima dell'isolamento, prima di barricarsi in un isolamneto voluto, questa volta. Voleva spegnersi da sola, soffrendo meno che in mezzo alle perosne che sapevano solo recriminare, accusare, colpevolizzare e buttarle addosso tutto ciòche potevano, rompendola. Rò fu la persona che la portò a traumatizzarsi tanto da schifarsi del contatto con la gente e portarla aquel'isolamento volontario, senza mai capire cosa fece. Non lo comprese mai, come gli altri non la scoltò mai nonstnate dicesse e spiegasse, per lui era lei che non dimostrava il suo affetto. E non comprese mai... Anzi, l'accussò di non trattarlo come voleva, di non volergli bene perchè no nsi prodigava a fare cosa voleva, e così lei odiò ancora di più e restarono solo due persone. Ma anche Zay e Ric la fecero sentire peggio, affermano senza volerlo, ma era così distrutta e stufa di dover sempre fare tutto per gli altri , per non farli indispettire e offendere,  che rimase sola. E poi venne quel giorno con Milan"

"... ma per quanto riguarda Lei, Rò è morto!" finì Legeia, alzando un velo da dietro e tirandoselo sul viso, seppur portasse una maschera e si voltò, dando le spalle al laghetto.

"Quel gesto non è uno di quelli per i morti?"

"Si, per Lei le persone così orribili meritavano solo l'etichetta di morte e dimenticate,  e così come i morti, non si dovevano vedere. E Così si voltava,  non si velava la testa,  come facciamo qui, è da questo che è nato quel rito, in una discussione o di fronte quella persona, per intendere che essa non andava guardata perchè come i morti, non esisteva più. E quindi non merita nulla,  se non di sparire in tutti i sensi. Dovresti ormai sapere che qui è come un esilio o una dimostrazione di grave offesa e onta pubblica che..."

"Si ho capito ma... cosa ha fatto questo Rò per peggiorare la situazione?"

"Ha preteso. Ha cercato di obbligare, per davvero anche fisicamente e quei due episodi hanno portato alla fine della sua fiducia anche verso gli uomini. L'ha portata alla disperazione  in sole due ore quell'ultima volta,  e non ha capito, non ha visto e lei è caduta col didietro ancora di più nella melma. Si è rotta di più e per lei qualsiasi vicinanza di un uomo,  era solo una cosa. Fu così che si isolò, ma i lgiorno che conobbe Jd e Milan pensò di avere fortuna. Che finalmente potesse andarsene. Seppur con quella paura dopo Rò, strinse i denti e si comportò come se loro fossero come e lei, come se non vedessero una donna... ma per come era fatta iniziò poi a sputare negli occhi di chi faceva della propria esistenza un... niente. Pretese una cosa dall'Accordo con Milan, visto ci teneva tanto e... se ne andò con la soddisfazone che nonostante tutto quanto, nonostante le parole di Rò, lei no nfosse stata di nessuno,  perchè no nera un oggetto da possedere,  o avere solo per quello. Scaricò tutta la sua rabbia sui pedofili, stupratori, liceali e universitari o collegiali che erano accusati di determinate cose e versò in loro,  tutto ciò che provava per chi le aveva fattodel male. perchè il suo dolore lo provassero anche altri, che però meritavano per cosa avevano fatto. E per Rò, la sua rabbia e rifiuto di quello,  divenne l'incubo di gentaglia che meritava..."

"E io che credevo alle discussioni degli uomini,  che stava con Jd" domandò di colpo Gask voltandosi a guardarla sorpreso

"COSA? Ma che dici! ANcora!" rispose di rimando lei furiosa, con una faccia come se volesse dire mai, mai ma.

"Nein, Nein, Nein" apostrofò Legeia rivoltandosi e scuotendo la testa con i ricci boccolosi.

"ma... io avevo avuto l'impressione che... ma sono andati sul treno isnieme..."

"Ma te l'ho spiegato! Che cavolo dici, lei non ha mai provato nulla in quel senso per nessuno e se non era una cosa che veniva da lei, non ha mai voluto nulla. Peggio dopo Rò, proprio per questo, rifiutò qualsiasi cosa. Anche se si fidava di qualcuno qui, non volle mai anche solo provare tnato per, trovava orribile il contatto fisico e peggio la paura che... neanche con Jd, ne con Milan..."

"Visto come molti hanno trovato i compagni con la  nuova sezione femminile, affermano che... OK, capisco. Ma è così anche per te?"

Kianta sussultò, stringendosi con le braccia di più, incurvandosi ancora e ancora con un volto quasi rabbioso "NOn capisco perchè ti interessa tanto! Anche se fosse, non dire ne pensare mai, MAI, cose del genere su me e qualcuno come per Lei. Lei aveva i suoi motivi, io i miei. Con Jd... ma per carità!"

"Ma le cose che dicono..." ma di fermò vedendola portare gli occhi, sol oquelli su di lui "Ok, quindi anche questo è falso, capito! Io ho sentito solo voci, non puoi pensare negativamente di me..."

"Allora, spiegami perchè cerchi sempre di parlarmi e di avvicinarti" urlò lei rabbiosa fissandolo come se volesse alzarsi e menarlo.

"Bhe, adesso volevo solo darti questo" porgendole una cosa, che lesse e si accigliò "Milan ha detto che voleva dare le parole a una canzone che stavano scrivendo i ragazzi per le cerimonie, ma non gli piacevano le parole. Dovrebbe essere una delle canzoni del Saluto. Quindi di Addio. Mi sono ricordato di varie canzone che sentivo dagli uomini e il loro significato e... ho pensato che andassero bene. Sono un'accozzaglia di frasi che ricordo, ma magari quelli che stanno componendo possono riusarle per un nostro Addio." alzando le spalle con noncuranza. Kianta prese a leggere.

Quando la fine del tempoi inizia a chiudersi, asciuga le tue lacrime fredde.
Sentirai i cori degli angeli,  la luce splenderà al tuo fianco, il tuo cuore sarà una danza nel vento, come una melodia immortale, estendendosi in perpetuo.
E nel silenzio del paradiso un giardino troverai, dove finalmente riposerai attraversando un mare di profumi di fiori e ascolterai questi salmi.
La luna riparata dall'oscurità, sussurra ninne nanne paralizzando chi arriva  a sentirle e cade in un sonno eterno
Arrivederci amore mio, Non tornerai, ora sei al di là del Terreno. La luce del mio cuore riempirà il vuoto che ti causa arrivandoti prima che voli.
Nel silenzio del paradiso, vi è ora casa tua, dove si trova la luna.
E alla fine sulla Via Lattea una nuova vita ti aspetta.
E la tua rinascita
Il tuo cuore si sta fermando portando via i ricordi, le dita tremano e riesci a sentire questo cielo incolore.
In lontananza puoi udire dolci voci e spero arrivino ai tuoi occhi chiusi i miei gesti d'amore.
La pioggia batte sul tuo corpo ma un calore ti aspetta.
Verso l’infinitamente distante luna, con l’eco di questa melodia per l’eternità.
Toccato dalla punta delle dita, sentirai l'ultimo mio gesto d'affetto.
Sono piccole gocce di luce in un mare nero.
Alla fine di un sogno, desidero solo rivedervi.
Per favore, lascia che duri in eterno da una lontana ma avvicinabile spirale di luce
Quello che cerco è semplicemente una risposta felice
Alla fine di un sogno, desidero solo quello

"Eh... ho dovuto faticare a capire cosa cè scritto, cosa..."

"E' difficile capirla?"

"ma tu l'hai riletta?" gli chiese, indicando come la scrittura era irregolare e mal fatta

"... lo so... non so farlo diciamo. SAi quando mi hanno preso e..."

"Non riesco a... finora cosa hai fatto alle Lezioni? A cosa hai partecipato?"

"Ho ripreso cosa non facevo da anni. Sono migliorato e ho scritto quella. Se dici che scrivo male mi offendo" facendo un broncio comico

"... tra gli errori e alcune parti che ho dovuto decifrare ricordi molte frasi, posso portarla ai ragazzi e vedere..."

"Allora va bene? Sono stato bravo?" con un sorriso da orecchio a orecchio compiaicuto che la lasciò un pò turbata.

"Calmati con questa euforia, bisogna vedere se riescono a farle accomodare con i brani, non è un lavoro facile ma chiederò... basta che ti calmi con quei sorrisi!"

"Sono contento, ho fatto qualcosa di utile! Non hai detto che è una delle cose importanti nella vita di una persona?" alzandosi "adesso però voglio che parli con me e mi dici perchè non possiamo essere amici"

Kianta lo fissò, lei ancora accovacciata e lui alzato. Rimase come a boccheggiare sorpresa,  poi si alzò anche lei e domandò perchè. Nessuno lo chiedeva mai e tutti non volevano avvicinarsi a lei. Per quale motivo, quale motivazione,  lo spingeva a tanto?

"Perchè qui siete tutti diversi e ho deciso di cambiare anche io. Anzi, Milan dice che io non sono mai cambiato, sono rimasto sempre all'ombra e basta. Ma mi sento come carico più di prima, piùdi sempre,  e poi ho visto che stai sempre sola, in disparte, non interagisci con gli altri se non per amministrare le cose al posto di MIlan,  e voglio essere tuo amico. E poi ammiro Milan e poi anche te. Agisci diversamente dagli altri. Io mi facevo spostare dagli altri mentre adesso ho scoperto di poter e saper decidere. Sei tu che determini te stessa, ho guardato come affronti le cose , alcunecome me, senza accettare la sconfitta e non hai un solo desiderio ma molti. Vivi con forza per tante cose. E io voglio essere così. Come te e Milan. Poi ho visto i ragazzi che vogliono fare tante cose, sudando e stando qui ho capito che il lavoro fatto di persona fa comprendere quanto valore abbia, qualunque esso sia, e cosa significa .Per questo voglio diventare tuo amico"

"Il tuo discorso è un pò... aspetta! Hai detto che sono sola?"

"E' quello che sei. A parte i veterani e i pochi che ti aiutano nelle cose di loro volontà,  non ci sei mai nelle feste, la sera, in tante cose. E quando ti vedo sei appollaiata da qualche parte a osservare e controllare. Il tuo atteggiamento è solo come Cane da guardia di Milan,  e ho visto e ho sentito dagli altri che hanno paura di averti nei gruppi perchè temono di essere giudicati, visto le tue rezioni a certe cose..."

"Come s enon sapessi cosa fanno e dicono" rise lei con offesa

"Dimostragli che non sei così paurosa. Perchè Milan deve essere visto come il Leader ma anche uno di loro, che sta in mezzo a loro quando gli va,  ed è ben accetto e tu no? perchè..."

"Ma possono esser fatti miei?"

"Se è così,  perchè sei triste quando sei sola?" osservando il suo stupore "lo vedo, vedo che faccia fai quando sei da qualche parte a osservare, lontana. Jd, Alaric, tutti gli altri stanno in mezzo al resto dei membri come amici nei momenti liberi o la sera, ricordandosi però come è giusto il grado, ma... vivono. Perchè tu fai come faceva lei, come se odiasse la vicinanza della gente? Eppure con quei quattro che sono venuti tempo fa, eri così amica che i ragazzi si sono stupiti,  ma per paura di cosa puoi dire e fare non ti dicono niente..."

"Basta, se hai finito vai a fare... cosa devi fare" voltandogli le spalle e infilando il foglio in tasca.

"Perchè sei così arrabbiata? perchè ti ho detto una cosa vera? Io..."

"Tu non sai nulla di me, eppure analisi psicologiche solo da come ti sembro da lontano. Come tu hai avuto la tua vita e i tuoi problemi, io ho i miei"

"Io mi sono integrato, mi sento... felice, si sono felice di essere con loro e cosa ho scoperto di essere per qualcuno , che prima vedevo come nemici. E ho scoperto che nemici generico come pensavo prima... ora ho capito cosa è una persona dafermare, rispetto a prima..."

"bene, sono contenta per te, ti sei integrato. Ottimo, parte dei tuoi problemi sono sistemati ma rest ail fatto che la tua storia mi puzza sempre e..."

"Cosa devo fare per convincerti che non sono venuto qui per chissà cosa..."

"perchè non mi guardi mai, mai quando dici queste cose, di questo argomento. Guardami negli occhi e dimmi, giurami, fammi capire che sei andato via, non si sa come, da uno come quel tizio e sei qui per cambiare vita e BASTA!"

"E io cosa ottengo se ti convinco?"

"Fammi capire, tu hai bisogno di un incentivo per... vuoi fare di tutto per convincermi,  senza una prova che noncè nulla sotto,  e vuoi pure qualcosa in cambio?"

"Si, sono sincero. Se io ti dimostro che sono qui perchè lo voglio io, che posso dire di essere felice qui con voi, di aver scoperto che posso anche io avere scopi che mi fanno vivere... se ti guaderò negli occhi e ti convincerai che io ho detto la verità, che sono qui per quello che ho e posso dare, posso vivere... diventiamo amici?" indicandosi con un pollice con una faccia così seria e determinata che lei alzò un sopracciglio, rimanendo zitta per un pò.

"A parte che mi sta vendendo il male di collo perchè sei troppo alto rispetto a me...Se riuscirai, se ci sarà un momento in cui mi guarderai negli occhi e capirò che sei stato sincero e tutto ciò che dici, tutto, corrisponde a verità, ti darò la mano e partiremo da zero"

Le fece segno di assenso con la testa, la salutò e si avviò di nuovo allo Chateau, lasciandola sola a pensare. Lo vide sparire litigando di nuovo con il verde troppo cresciuto e non curato, ridendoci ma tornando seria.  Sussultò per dei rumor, i ma erano solo degli animali, tra cui alcuni cervidi di specie diverse che cercavano nelle ceste appese qualcosa da mangiare.

"Ancora un pò ragazzi, l'autunno sta mangiandosi tutto ma avete ancora cibo prima di restare con poco,  e vi daremo qualcosa per l'inverno. Ma non fate la carità, siete orgogliosi cervi e daini, per carità. Non infilate sempre il naso nelle ceste in periodi come questo. Questo comportamento lasciatelo a certi umani..."

Si allontanò e si diresse verso le stalle, entrando e chiedendo se fosse tutto a posto. Aiutò a sostituire il cocco da alcuni box e a strigliare altri cavalli e notò Lubo che tornava col suo cavallo da una ronda,  per le ippovie. Anche se un capitano,  gli piaceva controllare di persona con i suoi le strade ogni giorno, dividendosene alcune con altri gruppi, perchè nessuno si intrufolasse e facesse scattare gli allarmi. Non era la prima volta e sempre gente curiosa o ragazzi che cercavano posti dove fare roba finivano nelle fotocellule facevano allarmare tutti. Era un luogo ormai segreto, per modo di dire quanto possibile, ma dopo alcuni che erano apparsi pretendendo qualsiasi roba,  perchè collaboratori o ospiti in precedenza per accordi, si era preferito non invitare più nessuno senza valido motivo. E restare quasi nascosti. Così erano turisti che giravano per conto loro, ragazzini e ragazzi in vena d'avventura, qualche ladruncolo e varia gente che affrontava tutti i lati per vedere cosa cèra ai piedi della montagna,  tra due ali di boschi. O erano ladruncoli in generale che sentivano parlare della vecchia casa ormai abitata e quindi sicuro uno ricco o gente dei paesini che sperava di avere fortuna. E le ippovie, essendo le autostrade che usavano loro,  zone all'apparenza isolate e chiare indicazioni per qualche luogo abitato nelle vicinanze, finivano adocchiate e seguite. Dopo due ore di lavoro, Lubo le disse che aveva avvistato qualcuno a ovest e che era scappato appena si erano mostrati. Nulla di serio,  ma a volte ci riprovavano con i telefoni e telecamere. E avendo regole feree per gli uomini su dispostivi di registrazione, era tassativo non far riprendere neanche uno scorcio da estranei, altrimenti finivano in rete.

"Sembri soddisfatto, non dirmi che li hai inseguiti a cavallo"

"Io? Assolutmanete no. Xerxes aveva voglia di correre,  ma non...." si interruppe per della confusione fuori, voltandosi verso le porte aperte "monta su, andiamo a vedere cosa succede" la spronò lui, dandole la mano perchè salisse dietro,  in uno slancio veloce per controllare.

In sella anche lei, essendo uno Shire non aveva problemi con il peso,  seguirono le urla, che venivano dalla zona delle gradinate e per il vento erano arrivate là., richiamando la loro attenzione. In pochi minuti furono vicino un gruppetto che urlava e scalpitava,  parlando come impazziti. Per farli calmare Kianta dovette urlare e quando si voltarono e si accorsero di lei, chiese cosa accadesse. NOn era insolito che facessero comunelle, casino,  se liberi in quella zona solo loro, ma non come in quel momento.

"Capo, non cè"

"E' sparito"

"Frank dice che ha passato i cancelli"

"Si è preso un sacco di roba lasciando la porta aperta"

"Ha..." dissero insieme e con foga.

"OOOHHH!! Basta! Silenzio! Uno alla volta, che cosa succede?" chiese Kianta, ancora in alto dietro Lubo sul cavallo, urlando per far finire quella caciara, lei odiava le urla normalmente.

"Capo" le disse Kovacs spostandosi tra la folla "Abbiamo ricevuto notizia che il Capitano Gask si è allontanato senza dire molto alle guardie dei cancelli. Aveva con se una sacca e ha solo detto che usciva. Uno dei ragazzi ha chiesto allora al citofono per l'interno se cèra qualche affare fuori, per sapere cosa dire alla ronda successiva e si è scoperto che nessuno sapeva nulla. Che no nvi erano incarichi e che hanno trovato la porta della sua stanza aperta e molte cose non cèrano, come la sua sacca preferita. E quindi non sappiamo dove sia, perchè e quando torna..."

Kianta fissò la direzione dei cancelli, iniziò a cambiare espressione mostrando paura e allarmismo e scese come una indiavolata dal cavallo,  urlando che le portassero Warden, ma quello come sempre era libero per i fatti propri,  che scorazzava in lontananza e lo chiamò. Anche senza redini corse verso di lui, visto che era addestrato anche senza e con il cerchio e vi salì in groppa, dicendogli di andare spedito,  e sfrecciò verso i cancelli. Ma ormai temeva che fosse troppo tardi, era uno di quelli che sapeva sparire e non farsi vedere e sacome fare certe cose.






Un anno prima

Kianta puliva, in piedi sul letto nella zona vicino al muro, attenta a non finire nel piccolo passaggio che vi era, gli scafalli e bacheche a riquadri che ospitavano la collezione di minerali e gemme. Ogni settimana si impegnava a controllarli e pulirli, anche per evitare che i ragni,  che sembravano proliferare da nulla, decidessero che , finendo per ritrovarseli a camminare sul muro vicino al letto, o peggio sul letto proprio. Era già accaduto e lo odiava. Ma  i ragni erano normali in un luogo come  quello così immerso nella natura.

Lei non li uccideva e sapeva che eliminavano insetti e cosi fastidiosi, pappandoseli, ma in mezzo alle sue cose, delicate come orologi o pietre, proprio no.
Ma non si poteva certo intavolare una discussione con i ragni sui limiti entro cui poggiare le zampe e peggio tessere.
All'idea assurda dei cartoni per bambini,  dove gli animali parlavano con le persone e si capivano, rise. Capiva il concetto dell'intrattenimento per i bambini e far passare l'insegnamento che anche gl animali sono esseri viventi, soffrono e meritano considerazione.
Ma se fosse stato così facile, non avrebbe dovuto controllare sempre se qualcuno di loro si infilasse da qualche parte. E strano ma vero, non cèra prodotto che li scacciasse che funzionava. Zero, pensò. Tranne qualche repellente naturale che odiavano ma durava poco, appunto qualche giorno.

Prese ogni cristallo o minerale con cura con una mano e passò il panno elettrostatico che facevano loro per bene, quindi non esterno, rimettendo nel suo angolino il pezzo. Per quelli più grossi sugli scaffali chiusi da una teca alzabile attaccata al muro, li prese con attenzione, spostandoli unattimo sul letto,  su una piccola tovaglia messa apposta e rimettendoli pulizia fatta.
Di solito puliva la sera, ascoltando la musica e rilassandosi. Con lei le pulizie funzionavano come modo per stancarsi prima, oltre la lettura, e dormire subito per bene. Non volendo nessuno nelle sue stanze, faceva tutto da sola e quasi nessuno vi era mai entrato. Spostava la cesta della roba da lavare da sola, facendola scendere con il piccolo montacarichi antico nella stanza della servità a fianco le scale, scendeva in lavanderia e lavava lei stessa tutto con le macchine, quelle della saletta per le camere del corpo principale, diverse da quelle del resto degli uomini nei palazzi nuovi.
Quelle lavatrici erano solo per i residenti del corpo centrale, Milan, lei e i capitani e per Kianta era meglio così. Faceva lenzuola, tendaggi, abiti e tutto ciò che era lavabile.
Poi caricava in una bacinella lavata e pulita dopo ogni uso,  e li faceva mandare col montacarichi nella zona dell'attico dove stendevano solo la roba dei residenti. Quelle di Milan e di eventuali ospiti erano trattati da personale apposito, tranne che per lei.
Per pulire la camera usava lavapavimenti e aspirapolvere, usando scarpe apposite solo per il salottino, altre solo per la camera da letto e riponendo quelle di fuori nell'armadio a fianco la porta di entrata, sul ripiano prima di un cassetto in basso,  e sopra vi appendeva giacche e altro.
Cambiava i tappeti ogni settimana appena lavava tutta la stanza,  e si occupava di mobili e finestre la sera, prima di lavarsi e mettersi a letto.
Faceva da sola e lo preferiva, non le piaceva che altri entrassero in un luogo così privato,  se non erano suoi amici stretti. Anche questa cosa rarissima.
Odiava entrare anche solo nel salottino con le scarpe di fuori, così come si cambiava subito gl iabiti e ne usava altri  solo per stare nelle sue stanze e basta, lasciando nell'armadio quelli utilizzati di fuori. Era detta una mania anche di Lia, ma tale non era perchè era una forma di pulizia e tranquillità. Per Lia e poi inspiegabilmente per Kianta, tutto ciò che cèra fuori non doveva entrare nel salotto,  e ben che meno in camera da letto e aveva saputo all'inizio che Lia, aveva preteso che facessero così anche gli uomini.
Stivali e abiti sporchi in una zona apposita vicino la porta, le tute che ricevevano per stare nelle camerate o camere singole in base al grado per starci. Scarpe da camera e mai per fuori, e per la doccia scarpe personali per evitare i soliti problemi che sapeva in bagni e docce di piscine e palestre della societàlà fuori. Il kit personale era ripiegabile e diventava piccolo con le maniglie e se lo portavano in doccia e spogliatoi,  e ormai erano abituati.
Questi accorgimenti avevano permesso un maggior controllo di germi, pulizia, comportamento e...

Kianta si voltò stranita per dei rumori da qualche parte, quando le sembrò di non sentirli più, tornò a calare la parte superiore di quella teca semplice,   chiudendo di nuovo i minerali sotto il coperchio,  e ammirò il lavoro.
Per tutti i minerali nuovi che comprava o scambiava o altro, sia per se che per il mercato che aveva avviato con alcuni uomini, si metteva di buona lena con bacinelle di acqua e vari prodotti naturali, spazzolino da denti usato solo per quello, e puliva tutti i campioni che le erano piaciuti così tanto da volerli, togliendo terriccio e sporcizia, facendo uscire i miracoli, quelli si che lo erano pensava, di Madre Natura.
Era rilassante, qualcosa che le piaceva fare e aveva scoperto addirittura nascosti dalla terra dei quarzi neri! ovviamente li pagò agli uomini, molti cristalli li scavavano loro in zone apposite, e se li accaparrò, ma non fu l'unico esemplare che nascondeva più tipi di minerali o cristalli insieme. E seppur non fosse che una piccola collezione, puliva ogni settimana ogni pezzo perchè desse il meglio di se a qualunque tipo di luce.
Odiava le gemme tagliate,  tanto care alle persone che si definivano normali. Lei preferiva le gemme così come erano, solo levigate, evitando di tagliare e rovinare un grosso pezzo come facevano con i diamanti,  che erauno una frazione del pezzo originale, solo per fargli le faccette del cavolo rovinando il resto. Una bella forma molata e i gioielli erano magnifici uguali. E invece no! Lo stesso cugino del diamante blu di Milan, il famoso Hope, erano stato tagliato così tanto d aver perso praticamente tutto i lsuo peso e la sua bellezza, solo per le facette di..., diceva Legeia quando rispondeva piccata.

Si voltò di scatto perchè sentì prima il segnale e dopo poco la finestra aprirsi, da oscchiusa, e vari rumori. Fece una sorta di girotondo con le pezzuole in mano, pronta a incazzarsi con qualunque cosa facesse rumore, per poi rimanere basita e confusa. Il segnale cèra, ma non poteva crederci!

"E tu ci fai qui!" esclamò a chi si affacciò, così colta alla sprovvista da rimanere di sale, in piedi sul materasso di lattice, incerta se prendere le armi che teneva smepre a portata di mano.

"Sono già tornato, ho lasciato Milan in camera sua e sono andato dai ragazzi alle gradinate, li ho salutati dicendo che ero stanco morto... e sono venuto!" esclamò Gask facendo un gesto tecnico incredibile per giungere dall'albero nel vialetto,  sotto alla struttura della finestra espansa, che però in quel momento era nella posizione ripiegata, con la sezione apribile accostata perchè quasi estate.

"Ma... non sapevo nenache che tornavate, che siete atterrati, nessuno mi dice niente! E poi non ho messo..."

"Calma! Pulirò tutto, adesso per favore fammi cambiare e lavare e ti racconterò tutto! Così come sono entrato con gli abiti da fuori senza la copertura che mi metti sempre che poi tolgo, pulisco i l davanzale e la cornice. Promesso! Ma stavi pulendo adesso?" le chiese, prima levandosi gli stivali poggiandoli in una sistemazione apposita vicino la sedia che usava solo lui, che stava tra il muro della finestra e l'altro armadio, bloccandosi nel togliersi gli abiti.

"Visto che sapevo tornavate domani, ho prefeirto controllare che non vi fossero ospiti inattesi in mezzo alla mia collezione, e devo ancora controllare gli orologi. Meno male che metto sempre gl iasciugamani al completo nel mobiletto sotto il lavabo. Il resto è dove lo trovi sempre, se ti serve qualcosa avvisami"

Gask si levò tutti gli abiti superiori rimanendo in mutande e canotta, e calze, poggiando sulla sedia a lui riservata,  quasi incuneata tra mobile e muro, che ormai tirava fuori di rado.

"Si, mi cambio e torno..." disse lui avviandosi in bagno, si sent' il rubinetto, silenzio e poi come correre, uscì veloce in canotta, mutante e calzette soltanto,  e andò spedito all'armadio di fronte il letto, vicino a lei, la quale si voltò sorpresa e lo squadrò mentre apriva le ante e rovistava dentro.

"Che fai..." gli chiese, sporgendosi col collo oltre l'anta aperta, voltandosi alla sua sinistra.

"Prendo solo la roba per cambiarmi e mi lavo, faccio in fretta"

"Non so se essere contenta che tu abbia capito di levarti subito la roba esterna,  o perplessa da come sei , o che rovisti nel mio armadio...  lavati per bene, non in fretta ma... mi spieghi da dove arrivano quei vestiti tuoi nel mio armadio? nella zona dove di solito metto..."

"Sono di emergenza, come adesso. Avevo detto che fingevo di andare in camera, prendevo la roba e tornavo,  e invece mi sono distratto e mi sono ritrovato ad arrampicarmi sull'albero senza niente. Per fortuna ho imparato da te ad essere previdente..." rispose trnaquillo finchè chiudendo l'anta non vide la sua espressione e sembrò in un cane bastonato "Avrei dovuto dirtelo, lo so, ma so che lì in basso non ci metti quasi mai mano,  ed era un ottimo angolo per la mia roba. E poi..."

"Sono alquanto turbata dal fatto che hai pensato di mettere biancheria tua qui, nella mia camera, come emergenza, senza che ne sapessi nulla e ancora che per te sia normale... cè qualche trasloco anomalo di cui devo venire a conoscenza,  o semplicemnte ti sei svegliato e hai trovato nella sacca qui quelli e li hai messi nel mio armadio?"

"Ehm..." vedendola parecchio scontrosa "posso dire che per il tuo aiuto a volte mi sono fermato qui e... per dormire meglio e non sporcare ingiro come dicevi, mi sono portato della roba in più che ho messo là e..."

"Quale parte del includeva la tua istallazione qui? Perchè diciamolo, ormai sembra che tu non abbia una camera,  ma sgattaioli sempre qui anche per dormire e sai come la penso..."

"Si, odi le persone approfittatrici, che pensano che tutto,  perchè amici,  sia condiviso senza chiedere. E non esiste il superare quella linea tra amici speciali e altro, lo so e lo comprendo. E come vedi è solo roba per dormire di là se faccio tardi, e ti chiedo scusa per non aver chiesto,  ma lo faccio ora per il futuro. Posso lasciare qui della mia roba in casi di emergenza, come adesso, senza che occupi i tuoi spazi vitali? Non posso certo mettermi la tua roba, a meno che non abbia qualcosa di molto,  e dico molto elasticizzato che possa..."

"Basta! ho capito!" gli rispose sospirando chiudendo gli occhi e alzando una mano perchè si zittisse "Perchè sei tu, anche se avevo mutande da uomo in camera!..." un pò come disgustata "comunque se la cosa si riduce nell'aiuto che ti ho promesso e la disponibilità del salottino se fai tardi, puoi tenre roba per le emergenze qui. Quello spazio te lo do, essendo l'armadio per la roba leggera. MA...! Se ci fosse qualcosa di strano in quella testa, che ti frulla, che cè qualcosa che mi urta, ti poto l'anima... è chiaro?" cambiando tono nell'ultima parte, meno rigido,  ma non cambiando il succo.

"Non so come riusciresti a fare ciò, ma ho chiaro il fatto che lo faresti... quindi si, giuro e prometto che usufruirò della tua disponibilità per aiutarmi e dell'accoglienza qui o nel salottino senza crearti altri disagi..."

"Non mi riferivo a ma spero almeno che tu abbia capito il concetto! Non superare mai certi limiti, amici si ma attieniti ai livelli interpersonali..."

"Me la ricordo la Lezione, non giungerò mai al livello relativo alla zona privata o intima, giuro! Posso adesso andare a lavarmi?"

"Che ti devo dire, se avevi così agitazione da venire subito qui invece di... lascia stare. E non lasciare nulla di sporco in bagno. Ricordati le ceste per il bucato, chiudi totalmente il water e se cè acqua a terra..."

"passo lo spazzolone, ho imparato le regole dello Chateau! procedo alla doccia e poi preparo il campo per la battaglia, Capo!" urlò quasi con il saluto militare come poteva per la roba stretta a un braccio e camminò come un militare rigido fino al bagno.

"Oh, mamma" mormorò lei, girandosi per controllare se aveva finito e poi scendendo a sedersi sul letto. Non doveva pulire se non per un controllo quella zona, er ain pigiama e mise da parte il tessuto e si pulì le mani con alcool,  asciugandosi in una delle mini salviette quadrate che teneva nel cassetto del comodino. Prese da quello sottostante l'ebook e si mise a leggere.
Dopo venti minuti Gask si presentò già lavato, asciugato anche nei capelli e vestito con una canotta e pantaloni semplici del set fornito a tutti,  e preparò la zona centrale con l'occorrente messo da parte.
Piazzò nello spazio libero al centro della stanza un ernome tappeto di velluto corallo antiscivolo, quadrato di un metro e mezzo per lato. Design tatami giapponese, color caffè,  era uno spesso tappetto morbido in velluto corallo con imbottitura in spugna morbida che doveva aver chiesto nell'edificio manufattiere o comprato al Favo. Era lavato di fresco quando se lo caricò dall'albero ala sua finestra, senza capire come cèra riuscito.
Era tornata in camera e lo aveva trovato là, dopo che gli avev apromesso di aiutarlo,  ed era entrato due volte prima. Aveva fatto tutto da solo, dopo avergli promesso didargli una mano si era fatto trovare già apparecchiato con quel coso in mezzo alla stanza, colore per fare pandant con il mobilio disse, e si mise a fare le sue cose, spostandosi nel salottino solo se lei si addormentava o altro.
Kianta glielo aveva permesso, ma non era riuscita a dirgli di no dpo tutto il resto e lo fissò, togliendo gli occhi dal libro, indaffarato a sistemare quel coso a terra, prendere il tavolino da letto in plastica rigida con le gambe allungabili e un leggio ribaltabile,  e il necessario per mettersi a lavorare. Tra l'armadio di fronte il letto e il muro vi era un altro spazio e così lui aveva arrotolato e sistemato tuto in quel punto,  visto che lei non scendeva mai dal letto dal lato contro il muro, e avev ainsinuato la sua roba negli angoli , vicino al finestra e l'altro vicino il letto.

Alle proteste di lei per quel'incursione nella sua camera, con una da Capitano che aveva, aveva risposto che per la decisione di non far sapere che erano ormai amici,  era meglio se era lui ad andare da lei, visto che nessuno si avvicinava all'ala, mentre gli uomini che, familiarizzando così tanto con Gask, lo andavano a trovare in camera. E non voleva essere disturbato.

"Tu lo capisci che stai facendo davvero tutto tu" gli  chiese quel giorno,  dopo aver trafficato col tappeto "Come... hai deciso che dovevamo essere amici, dovevo aiutarti e che per prepararti era necessario venire da me. nenache Jd è mai venuto e tu entri da quella finestra come vuoi!"

"La lasci aperta perchè fa caldo, con la zanzariera messa, e mi hai detto che potevo venire. Perchè non posso?" rispose di rimando,  come titubante solo in quel momento delle sue azioni.

"... lascia stare" disse lei amareggiata, perchè non riusciva a dirgli di no "almeno potresti avvisarmi prima di entrare? Almeno questo..."

E da quel giorno, un mese e passa prima, aveva iniziato dopo aver passato la giornata e la serata con gli uomini per gli impegni, i pasti e il cazzeggio, ad andare su quell'albero ed entrare in camera sua, arrivando pure a usare il bagno, lavarsi e vestirsi con abiti che si portava dietro. la cosa che faceva turbare lei era che s efosse stato un altro lo avrebbe appeso per i piedi e pestato di botte. Con lui non riusciva e non capiva perchè.
Non voleva capire perchè.

Kianta sospirò, tornò al suo libro e continuò a leggere finchè con la coda dell'occhio lo vide alzarsi, nonostante avesse sistemato tutto, avvicinarsi e accovacciarsi vicino a lei. Essendo lavato e con abiti puliti poteva farlo, così si accostò al letto, poggiando i gomiti sul materasso e fissandola, porgendole una cosa.

"L'ho già pulito tutto, da cima a fondo, con l'alcool in bagno poco fa." sussurrò con un sorriso compiaicuto.

Kianta fece un sussulto per l'oggetto che avev ain mano che per altro, ormai era normale che lui si mettesse in quel modo quando parlavano, era abituata a vederlo comportarsi in quel modo. Teneva una scatola color schampagne così grossa che sembrava uno scrigno in una mano, visto che le sue erano molto grandi. Lo fissò cercando cosa chiedergli finchè lui non continuò a dirle di prenderlo, con uno srguando ancora tranquillo e in attesa.
Kianta lo prese incerta, non sapeva cosa aspettarsi e prese dal comodino il tappetino in silicone che usava sempre,  per poggiare le cose e non sporcare le lenzuola. Lo guardò, cèra una scritta a pressione dorata sopra e si apriva a conchiglia. Era un astuccio di un orologio da polso  meccanico. Cèra scritto da uomo ma poteva essere anche unisex.

"Acciaio inossidabile, fibra di carbonio.Dalla cassa ai meccanismi tutto color argento, non oro perchè lo detesti. Cristallo Flame Fusion. Quadrante nero Skeleton Center impreziosito da lancette luminose color argento. Fondello trasparente. Chiusura con linguetta. E' quello che ho trovato adatto per i tuoi gusti..." disse poggiando lebraccia sul materasso "Non è figo?"

"ma da dove lo hai preso? Avete di nuovo ripulito uno Soppresso?"

"ovvio che no, quello è andato bene. Milan aveva affari negli emirati arabi,  e per quel suo attivare un qualcosa per quel tizio con la tovaglia in testa ha ricevuto in regalo un orologio infarcito d'oro e pietre, non solo di oro. E così visto che dovevo aspettarlo, sono sceso nei negozi ai piani bassi dell'hotel e l'ho visto..."

"Frena!Emirati arabi?!? Ma non dovevate..."

"Si, eravamo a Bruxelles per quel Vertice importante in cui ha fatto accordi scritti, promesse, ricambiato cose, ... ma poi ha ricevuto una chiamata e così siamo saliti sull'aereo e siamo andati, anzi proprio atterrati,  su quell'edificio che credo fosse un hotel che tu definiresti tra pacchiano e quel brutto moderno. Prima ci hanno accolto in una specie di salotto dove le persone che doveva incontrare il tizio già parlavano, poi uno di questi  ha dato a Milan l'orologio dicendo che lo ringraziava di qualcosa,  per fare affari da qualche parte che gli ha sbrigato, e lo ha invitato nel suo studio, ma voleva solo poche persone. Hanno fatto entrare solo lui con le sue Ombre e quindi mi sono fatto un giro. Non sono mai stato in un centro commerciale ma credo fosse qualcosa del genere,  ma per i ricchi. Mi hanno preso per un militare forse di qualche loro cliente e passando ho visto quest'orologio,  mentre pensavo a quello che gli hanno regalato. Non so davvero chi e perchè qualcuno dovrebbe indossarne uno così, comunque mi sono ricordato vedendo questo,  che ne avevi solo uno ma lo avevi portato a riparare varie volte senza capire che avesse. A Jd avevi detto che se ne trovavi uno che ti colpiva davvero, lo avresti preso. Non compri cose che non ti piacciono davvero, solo per averli..."

"Tu cèri quando ne parlavo a jd?"

"Non so se ne avete parlato varie volte ma...una volta ti sei arrabbiata perchè, guardando il tuo orologio al polso, ti sei accorta che stava ancora indietro o aveva problemi a camminare,  e hai guardato uno degli orologi da parete stile Industriale bifacciale,  che alcuni chiamano vintage o retrò da stazione ferroviaria. Era quello col gallo con la zampa alzata e lui ti ha chiesto perchè non lo cambiassi con uno nuovo,  e hai risposto che erano smepre d'oro, color oro con meccanismi dorati,  ami solo ilcolor argento, come i gioielli e non volevi. Ha chiesto anche se fosse sempre e proprio quello e tu hai risposto di si, che finchè funzionava e non avendone trovato uno che ti piacesse da volerlo, avevi preferito farlo sistemare. Ma a quanto pare non serve perchè non lo metti da tempo..."

"Ho capito, è l'orologio da esterno che da sulle finestre della mensa vicino le gradinate... aspetta, come ti ricordi tutte queste cose? E ti sei accorto che non lo avevo più?"

"Si come il fatto che cambi tipo di collana e ciondolo ma mai gli anelli, quasi mai. Ne hai solo tre e li scambi a volte. Solo non ho capito il fatto di e proprio proprio acui si riferiva Jd."

"perchè quell'orologio" disse lei guardando il muro quasi di fronte, verso la sua sinistra, sopra il comò la bacheca con gli orologi "è uno dei due che Milan diede a Lei quel primo giorno qui,  per sostituire i suoi rimasti... nel suo vecchio mondo. Li aveva tolti e riposti nella borsa che però dovette lasciare là,  all'inizio perchè non poteva metterla o sarebbe apparso strano un militre con le vostre tute con una borsa color jeans da donna su una spalla. lei usava quella borsa solo per metterci quel poco di cose che riusciva a comprare di nascosto, non per altro ma quella volta vi aveva riposto i gioielli e tutto ciò che teneva sempre nelle tasche dei jeans... "
Kianta rimase a fissare gli orologi della collezione.
" e poi fu utilizzato come altro elemento per la morte apparente. Non avendo più nulla comunque a lei caro del passato, Milan prse dal suo tesoretto le uniche cose color argento che trovò di fretta e glieli regalò, come benvenuto e modo per farle accettare meglio l'Accordo.  Lei ne comprò altri due per sua collezione, ma da taschino, mentre rimase solo con uno da polso. Quando sono nata io e mi trovai davanti queste stanze,  mi sono appassionata anche io agli orologi meccanici e ho continuato con quelli che vedi. E contribuendo i primi guadagni degli uomini che lavoravano all'orologeria. Avevano acquistato tramite Milan e i nostri agganci lotti di pezzi vintage a ninete, ormai gli orologi te li regalano, sopratutto di seconda mano,  e così avevano due casse vuote e molti meccanismi che misero insieme e vennero fuori quei due orologi Filigree Half Hunter" indicando i due in alto della bacheca all'pparenza identici "con questo disegno tipo damascato di due parti riflesse che sembrano sia come farfalle  di fumo o qualcosa di floreale, che si ripete quattro volte, a ogni quarto. Dipende da chi li guarda, ma quando li ho visti ho detto solo una cosa, questi sono i miei orologi. Infatti sono i miei preferiti! Uno è color argento l'altro è quasi un gun metal,  ma più chiaro con quel vetro per vedere i meccanismi. Poi ci sono due di lei e due che ho preso smepre io con quelle forme strane. Ma in effetti non ho mai comprato orologi nuovi da polso perchè... nessuno mi piaceva..."

"Quindi Milan le ha dato all'inizio qualcosa che comunque le piaceva. Cioè ha preso due orologi come piacevano a lei,  per sostituire queli persi"

"Persi... si da un lato si, possiamo dire che sono solo rimasti.... indietro! E si, anche Milan utilizza orologi vecchio stampo, non moderni digitali ma solo qui o alle torri. Per far scena deve usare quelli moderni digitali davanti gli altri. A lui la tecnologia piace ma con Lia aveva tr ale varie cose in comune, quella dello scandire il tempo all'antica. Per Lia un orologio meccanico o automatico usato da una persona era... come uno scambio equivalmente. Mantieni attivo o in vita un meccanismo che quasi batte come il proprio cuore,  mentre questi ti mostra i momenti della giornata o vita, come vuoi metterli. Si era partito dall'osservazione della posizione del sole, le meridiane o i calcoli con le dita,  per quanto mancasse all'alba o tramonto, poi vennero gli orologi. Questi sono come i pc, entrambi si equiparano al funzonamento umano, ogni pezzo è un organo nostro,  ma sia Lia che Milan si limitano ai meccanismi tipo orologi perchè vi si sentivano più affini. A Lia piaceva avere accanto, davanti o indosso un meccanico e sentirlo scattare man mano che il tempo passava sulla pelle, prendersene cura ogni giorno caricandoli a corda e... per lei essi battevano esattamente come il suo cuore,  e come Lei doveva esserci qualcosa, qualcuno, perchè continussero a restare , che battessero e se per Lei non cèra molto perchè il suo cuore continuasse, il suo legame con gli orologi era qualcosa di diverso, dovevano continuare a funzionare."

"..."

"Comunque" riportarlo l'attenzione sull'orologio che avev ain mano "quanto hai speso per questo? Se non eri abituato a usare soldi prima, ad averne di tuoi, perchè da quando sei qui usi quelli che hai di stipendio per..."

"L'altro giorno hai detto ? Avevo bisogno di una cosa e me l'hai portata, mi aiuti e mi ospiti... diciamo che è un ringrziamento per queste quattro cose..."

"Quattro?"

"Siamo amici, dall'inizio mi hai aiutato quando avevo bisogno, me ne sono accorto e ora che siamo amici lo hai fatto ancora. Mi aiuti. Mi ospiti... quattro! Almeno è una spesa che tiha dato qualcosa che ti piace?"

"..." lo fissò, guardò l'orologio e sospirò "non so che dire, voglio dire... intendo dire..."

"Devi pur dire" buttò là lui ridendo

"Mh... questo sarebbe un regalo o un ringraziamento? Intendo quei doni che si fanno appunto per togliersi il debito, o..."

"Qualè la differenza?" accigliandosi, tenedndo il mento sulle mani

"nell'altra società un regalo è qualcosa che fai senza motivi,  o perchè  cè un motivo e davvero vuoi fare quella cosa a qualcuno. Senza costrizioni o obblighi morali o ricambio di qualcosa, che è il dono detto di ringraziamento. Ma nell'altra società non viene quasi mai fatto davvero perchè si vuole ringraziare ma per obblighi di varia natura. Lei era sempre arrabbiata perchè quando le davano i regali, erano per gli obblighi familiari. Aveva visto i suoi genitori o parenti fare doni per unf avore, qualcosa che altri avevano fatto e dovevano togliersi l'obbligo,  ma i commenti in famiglia poi non erano di un regalo o dono sentito. Insomma avevano pagato e dato per obbligo.  La cosa brutta della società familiare è cheun dono è bivalente. E' un obbligo per le feste e compleanni ed è fatto anche perchè sei del sangue. Ma lei era più che sicura che di sentito, di davvero fatto perchè Lei era Lei, per fare o donare qualcosa davvero col cuore e non perchè era la discendenza... insoma, non erano doni veri e propri ma cose fatte per abitudine e perchè del sangue. E non ha mai capito se in vita sua ha ricevuto davvero un regalo col cuore o perchè nascondeva dietro qualcosa..."

"Ho capito. Allora ho sbagliato!" parlandole serio, vedendola voltarsi confusa "questo è un dono perchè voglio fartelo. Un dono fatto per sdebitarsi e simili dalle tue parole non appare affatto bello, perchè in effetti mi sentivo.. come in debito,e cco. E' come se io dovessi fare un regalo grosso come quell'orologio del tizio con la tovaglia , per una cosa fatta e debba sdebitarmi per questa vita nuova..."

"Ma tu hai consegnato tutte quelle cose. Direi che hai fatto un regalo sentito, non per sdebitarti, quindi no cèntra, secondo me. A Milan hai dimostrato chiaramente..."

"Si, ma di fatto io invece dovrei sdebitarmi tantissimo, ancora, dalle tue parole. Io nei confronti di Milan, tuoi e di tutti lgi uomini ho un grosso debito ma dalla tua spiegazione sembra troppo... cosa ha fatto quel tizio nell'hotel o il Capo quando faceva..."

"Quindi...?"

"Quindi non mi piacciono di doni fatti solo perchè qualcuno ha fatto qualcosa che ci andava a genio,  senza davvero volerli fare. Sono obblighi, questi? Allora ho sbagliato a dire che era per ricambiare quelle quattro cose. Sarebbe la stessa cosa e io non sono così. Quindi no, ho comprato questo orologio perchè tu non ne avevi ancora uno,  e volevo farti questo dono per davvero, non per ricambiare cose. Si, anche per  ringraziarti dell'amicizia e delle cos eche ho detto, ma non sono obligo... spero di aver spiegato" apparendo un pò confuso "...per l'aiuto che mi dai posso ricambiare arrivando ai miei traguardi. Ala tua accoglienza qui posso ricambiare portandoti io la cena,  così non devi chiamare nessuno se non vuoi andare in mensa o aiutarti a sistemare qua. Per gli altri due vediamo... ma un dono o un regalo è diverso dal ricambiare un favore. QUindi è un regalo, basta!" finì lui sbattendo i palmi sul amterasso e alzandosi, mostrando la differenza di altezza ancora una volta,  perchè lei lo seguì con lo sguardo e dovette guardare molto in alto col collo.

"Intendi dire..." accigliandosi

"Che se l'orologio ti piace tanto da indossarlo sono contento, tanto, ma quello è un dono, non un ricambio di qualcosa. Posso ricambiare facendoti anche da Ombra o altre cose, ma un regalo è diverso da un ringraziamento  e... da quello che ho capito e come vivete qui, non è una cosa positiva usare il materialismo per cose del genere. GLi scambi per debiti e simili intendo. Quindi u ndono, prezioso e materiale va bene, und ebito o uno scambio è qualcosa di diverso. QUindi ora mi metto a lavoro e ricambierò il tuo aiuto raggiungendo il livello degli altri e magari qualcosa di più. Poi sistemo tutto così non devi fare niente..."

"Ma..." vednendolo tornare sul tappeto ".. io... "

Gask però si mise al suo posto, prese i libri e la penna di vetro e iniziò a imepgnarsi, lasciandola seduta al centro del letto così imbarazzata e sbigottita da non sapere cosa dire o fare.  Osservò l'orologio e si rese di non sapere dvvero cosa dire o fare, domandandosi come prendere quel gesto, anche rispetto  a tutto ciò che le davano Milan e Jd. Che differenza cèra, si chiese, tra le cose?
Sorrise, prese l'orologio e lo provò, lo guardò e la testa iniziò a fare mille questioni, mille domande. Come doveva prenderla? Si sentiva con uan pressione assurda e aveva nausea,  ma non capiva come comportarsi in un frangente del genere. QUando Milan o Jd le avevano dato delle cose, erano abiti o altro che le servivano per questo o quello, facevano cose gentili,  ma aveva sempre ringraziato, accettato e preso senza avere tutti questi dubbi.

Gask sussultò di colpò, portando lo sguardo verso di lei per una domanda che lei fece a bruciapelo. Fissò e cercò di giudicare il suo sguardo che trovava come indeciso, diviso tra cose da dire o forse fare, o appariva tremolante o congelato. Non capiva.

"Perchè sei qui? Perchè ti comporti in maniera gentile con me? E altre cose? Perchè nonostante le cose che ho detto e fatto, continui a cercare di parlarmi, avvicinarmi, stazioni nelle mie stanze per..."

"Perchè..." fece lui meditabondo, guardando altrove come per riflettere "...tu resti sulle tue e ti allontani,  e io penso che non sia giusto per te e tutti,  e così ti spingo a sopportarmi, a parlarmi e a essere amici,  perchè l'ho ritenuta una cosa giusta. Da cosa fai, dici e come ti comporti per cosa odi,  ho pensato che forse molte cose erano dovute a paura e isolamento dagli altri. E poi dall'inizio ho voluto esserti amico per tu sei tu, è per or al'unica cosa che so spiegare. In verità credo che non ci debba essere un perchè con le parole,  per descrivere tutte le variabili delle mie motivazioni, ma ritengo e sono persuaso che essere tuo amico e stare in uno dei livelli più vicini a te,  sia quello che voglio...."

"Cosa?"

"Sono diventato bravo con le parole, vero?" sfoggiando un sorriso a bocca aperta che pareva schietto ma appariva anche mascalzone "se continuo così sono sicuro di riuscire nel mio intento. A meno che tu non mi odi, agisca,  come fai con gli stronzi contro di me,  sbarrandomi l'ospitalità e mettendomi un'ordinanza di restrizione indicando i metri, non vedo perchè non possiamo essere amici e parlare. Non mi sembra che tu mi odi ancora per cosa credevi e pensavi di me, e con la mia dimostrazione di buona fede , sembra che tu mi accolga con positività. Pertanto, ascoltami bene. Cavolo quanto sembro figo con le frasi da snob..." ridendo, poi tornando serio guardandola "io no nsarei qui, non avrei il tuo aiuto e la tua amicizia se non mi vedessi positivamente lre cose, così come quelle volte quando ancora mi odiavi,  non mi avresti aiutato guardandomi le spalle quando sei intervenuta di persona in certi incarichi. Se mi odiavi davvero, se desideravi che io sparissi come la gnete che odi, non avresti agito in quella maniera. Ritengo quindi che, se tutti gli altri non sono persone capaci di meritare la tua fiducia, io credo di esserlo. Volevo esser etuo amico dall'inizio ma mi hai sempre rifiutato, eppure ora sono qui e perchè tu sei tu, questo non sarebbe successo facilmente con altri, se in verità non mi odiassi davvero ma avessi solo... quelli che nelle Lezioni chiamano preconcetti. Li hai avuti anche se sei il tipo da non averne, e inizio a credere per paura,  ma ti perdono e ti assolvo e il mio dono era vero e sincero..."

"Scusa?!?" disse lei buttando le gambe oltre il letto per sedersi,  sfiorando le scarpe con le dita dei piedi "lasciando stare tutto quello che hai detto che non capisco se stai mettendo a frutto il tuo lavoro lì, se sei uno psichiatra mancato o altro.  Mi perdoni e assolvi, davvero?"

"Eddai! Stavo imitando te normalmente, sono stato bravo, vero? Ammettilo, per questa parte ci hai creduto... aha ha ha... per il resto invece ero serio. Ho sempre avuto l'impressione che tu fossi triste e malinconica stando lontano,  e da certe tue decisioni, tenendoti  a distanza dalla gente. Per questo dopo i miei tentativi falliti... ho deciso di prendere in mano io la situazione!"

"Per questo sei sempre buttato da due settimane qui la sera? Combini le cose?"

"Lo faccio, ma se dovessi spiegare bene le cose attualmente non lo so. Quando sono venuto ho sentito storie di te che eri pazza, sclerata e fuori di capoccia. invece ho notato che ogni cosa che fai ha sempre un motivo e in olti casi i tuoi sfoghi dira avevano un senso.... Questo posto per me è per la prima volta una casa, una casa vera e che mi ha accettato,  e dove mi sento davvero di stare. Con il capitolo chiuso del Capo, ho capito che prima... " aggrontando la fronte e accigliandosi così tanto che le sopracciglia un pò spesse si muovevano come serpenti
"... adesso il mondo non è così schifoso, che ci sono davvero persone per cui valgo e stavolta veramnete. E voglio che quel dono sia per te questo, una dimostrzione di valere. Tu e Milan e Jd,  e Lubo,  e gli altri siete amici, e da tutto ciò che ho sentito dagli uomini sembrava che avessi come amanti prima Milan, poi Jd e poi quel tizio che è venuto con quei tre. Ma come per le relazioni con gli uomini o la gente in generale, te ne sei stata lontana e non cè nulla se non fiducia e amicizia. Lo capisco poco ma come me, ci sono persone che si allontanano dalle altre..."

"Con te qui non mi sembra..." bofonchiò lei

"Se è per paura o davvero non cè nessuno che ti interessa a quel punto mi porta a pensare che il tuo voler vivere le cose veramente,  siano più profonde della media. VOlgio dire, per la mia vita ho visto la gente che voleva come diceva,  tutto ciò che poteva finchè l'aveva, e i soldi, ma a volte o era troppo, troppo poco, e... non cèra una vera misura per me,  per capire se la libertà di provare e sperimentare in toto le cose fosse giusto in un modo o nell'altro. Da che ero partito  con un posto ora sono qui in uno che sembra qualcosa che non credevo esistesse. Poi cèra Milan che si gode tutto ciò che vuole e finchè, come dice lui, è giovane e se all'apparenza può sembrare come i lcapo, non lo è... e poi tu, l'opposto, che non provi o sperimenti le cose se non senti,  e non sai che lo vuoi. Insomma in che misura capire veramnete le cose?"

"Stai dicendo cose un pò contorte..."

"Già, mai hai capito che voglio dire, vero? Sono... non so come definire quello che provo se contentezza, felicità o altro sull'essere essere vivo, tutto intero, e prossimo a qualcosa che prima non credevo. Prima sopravvivevo all buona e credevo che il mondo che gli altri mi prospettassero fosse l'unico. Sono vivo in un mondo di merda, che per essere ripulito e migliorato cè bisogno di un culo quanto l'oceano e olio di gomito di giganti ma... adesso sono qui, con gente che vede me e non una risorsa e basta. Il mondo è quel che è,questo sì, ma sono vivo... e non ho più necessità di adagiarmi e accontentarmi su quello che dicono e...  . Il mondo ora so può essere un posto meraviglioso, basta trovare quel'angolo che altri chiamano paradiso. Se io sono qui ed esistete tutti voi, allora vivo un paradiso rispetto a prima,  e voglio fare del mio meglio per approfittare di cosa mi è ora permesso e dare anche io ad altri, come fai tu. Con la differenza però che rispetto a te non vedo perchè ossrevare e basta..."

"..."

"Che cè, mi guardi con quell'espressione come se mi volessi tirare il collo?"

"... non riesco a capire se vuoi imitare qualcuno, se sei così proprio o... comunque non sono sola. Non io. E' solo che non mi piace stare in mezzo alla gente o avvicinarmi troppo. Così come odio quando la gente dice . per me quella parola, conoscere, vuol dire altro,  che so il nome e il suo aspetto e capisco di chi parlo. Ma si usa sempre questo vocabolo quando per me conoscere qualcuno è diverso..."

"Mi parli della novella La ragion perduta o il navigatore?"

"EH...perchè chiedi di botto questo?"

"Perchè per Milan esistono...sette mi sembra. Aspetta sono a quella dell'altra volta, Eredità perduta, l aprima. POi cè questa,Progetti contro persona, Ricostruzione da frammenti, personalities, Solitude. Si, dovrebbero essere questi. Lui dice che sono anedotti sulle personalità, l'aiuto che vorrebbe dare con la mente e il transumanesimo.

"Ho capito. Dunque La ragion perduta...basta che la finiamo di parlare di me" buttò là piccata  "narra di una fuga in un altro mondo e le scelte. Racconta di una persona, un giovane, era perduto nell'animo a causa della sua vita reale,  e che per sfuggire momentaneamnete a cosa lo angustiava prese parte ad alcuni giochi online , vi si buttava letteralmente dentro. Erano principalmente role play o mmorpg, ossia giochi di ruolo dove ti crei una tua identità virtuale e interagisci in un mondo sintetico. Il nome del suo personaggio era Avel che in greco significa , come quello che si tira quando ci si rilassa, quando va tutto bene. Quel nome non era scelto a caso. Creò il suo personaggio quindi con tutte le pistole e fucili e armi che gli piacevano, e si avventurava in quegli ambienti come se fosse la sua fuga reale dal mondo marcio in cui viveva. Per giocare utilizzava un Vr di ultima generazione, capace di captare i messaggi elettrici del corpo dell'utilizzatore per manovrare il personaggio, quindi per camminare bastava che lo pensasse e il pg avanzava e via dicendo. ma alcuni hacker saboratorono alcuni server del gioco e quel caschetto Vr ebbe una sorta di malfunzionamento,  che lo portò a rilevare gli impulsi elettrici del cervello caricando tutto ciò che rivelavano nel server di gioco. Il risultato fu del tutto inaspettato da chi aveva creato l'apparecchio, infatti aveva copiato uan sorta di del ragazzo come cervello, che finì completamnete caricata nel server, rendendo il personaggio come lui stesso. La sua mente era quindi come caricata nel gioco stesso, non aveva un mondo reale a cui tornare e non conosceva cosa era accaduto al suo se stesso originale. Sapeva solo e capiva che quello era una sorta di secondo Lui,  con corpo e mondo virtuali. Pensava, parlava, provava dolore e sentiva ogni cosa,  come se avesse un corpo reale perchè stranamente tutti i dati caricati dal VR copiarono quasi la mente,  che leggeva le informazioni di gioco come reali e quindi si adattava di conseguenza..."

"Ma come faceva s entire le cose come fossero reali?"

"Come ho detto quella sua mente fatta di dati er a la copia della vera , che era abituata a considerare i recettori del dolore, del tatto e via dicendo e cercava di mantenersi integra,  adattandosi a quel mondo. i giochi virtuali se ci pensi sono fatti in modo che le persone le vedano quasi come reali. Ogni paesaggio, edificio, gestione meterologica sono scritti in codice così da apparire nella visuale grafica più verosimili possibili al mondo offerto,  e che la gente vuole trovare. Con i VR e quindi con questi nuovi dispositivi che vibrano e interagisono fisicamente con l'utilizzatore, vi è un'immersione maggiore, inoltre con i guanti in dotazione al VR,  era possibile percepire gli oggetti acqusitabili e usabili nel gioco come se fossero stretti in mano. Alcuni usano delle bacchette o pistole di plastica, il concetto è quello, e l'interazione sembra davvero reale. Così il cervello di dati caricato nel server continuava quella finzione e Avel si trovò a voler decidere che fare. Qualunque fosse stata la sua situazione, non sapeva al suo IO originale stesse bene o che altro, cosa fare in quel mondo. Non sapeva come uscire dal gioco, come caricarsi come nuova partita o altro ma era là e là restava come fosse sempre online. E quindi inidiazono i pensieri... Doveva fregarsene di tutto e giocare e godere di tutto ciò che poteva? Doveva preoccuparsi dell'altro Io? Doveva considerarsi un'altra persona adesso? QUel mondo doveva essere il suo nuovo mondo e se si, viverlo come non aveva vissuto nella realtà? Doveva sentirsi imprigionato e falso,  o in parte reale e vivere là dentro? E molte altre domande... questa novella si ricollega anche ad altre, come Eredità perpetua. Quello che stanno studiando MIlan e David è qualcosa che dividerà il concetto di persona? Oppure darà davvero come vogliono,  un aiuto riportando indietro quella persona? In questo caso, vale il detto di godere di quello che si ha come u ndono inaspettato e viverlo?"

"... non so bene come prendere questa novella. NOn ho capito bene tutto il concetto della Continuità e del salvataggio di una persona riportandola indietro..."

"Te lo spiegherò, anche per le altre novelle. Servono appunto,  con queste storie,  a chiarire concetti particolari. Ma sono  importanti perchè in larga parte prendono anche elementi cari alle religione, altre al transumanesimo e la COntinuità. Dopo i test e le prove, se tutto va in porto,  chi lo sa per cosa Milan userà il Vector-cortex uploaded mindset unit, detto anche Vum. Se si utilizzerà il potere del Vum si aiuteranno molte persone,  ma come per ogni ogni cosa a questo mondo, ha i suoi lati negativi. E questo dipendono dalle mani che lo useranno. Ma a parte questo,  la qeustione di questa novella è l'individuo, la sua esistenza e gli ambietni dove si trova. Scelte. Il mondo è fatto di scelte e lo sai bene. Il chi si è come mente. COme per l'altra pensaci bene e immedesimati in Avel, cosa faresti, penseresti, che cosa scegliersti al suo posto? Penseresti al te originale o saresti beato di aver alsciato il mondo marcio alla gente marica,  che vi abita,  per un nuovo ambiente?"

"... è collegato per caso a Lei, vero? Cè un fondo di verità in questo? E' questo che Milan voleva dire con queste novelle?"

"Sai come è fatto MIlan. Adora fare le cose in modo... maestoso, a volte usa le allegorie e avolte altro per divulgare i suoi concetti,  e le Novelle ne sono la prova. Nascondono in se, come le favole, le originali non quelle dei cartoni, elementi ed aspetti che servono a capire, ragionare e approcciarsi alle cose"

"Dovrò pensarci bene allora, visto che Milan dice che il mondo sta cambiando e a lui non piace"

"Una delle cose che Lia e Milan condividevano era la visione  della freddezza e l'impersonalità del futuro che la gente stava portando. Tutta la bellezza, ciò che permeava le cose, l'umano che impregnava ognisua creazione,  finita via da un progresso che invece di esaltare le basi, le ha snaturate e cancellate. E sto parlando del concetto del tempo, delle culture antiche, della bellezza e magnificienza delle mani umani sostituite in toto dalle macchine e l'industrializzazione. Negli ultimi cento anni opere straordinarie come chiese, ville, edifici storici buttati giù o lasciati all'incuria perchè non moderni. Ammetto che anche io quando mi sono trovata in quelle scatole, perchè questo sono, di appartamentini con quei mobili stitici moderni,  e quei colori tristi... non so come vivano quei posti definiti moderni,  ma che che ti fanno ammattire come esser ein una stanza d'ospedale. Non so quanto è rimasto in me di Lia, se qualcosa come dice Milan è così profonda da toccare l'anima e anon andarsene via da influenzare anche me... ma amo il calore e cosa donano ambienti dai colori del legno, anche neri ebano,  ma sanno trasmettere cose. Unito alle capacità manuali degli artigiani, trovo piena di parole e concetti una stanza come le nostre,  che quelle cose moderne che di personale non hanno nulla. MObili e stili presi da riviste e case altrui, e fatti in serie che mostrano solo la squadratura perfetta delle macchine ma non l'animo umano o la persona che vi abita. Perchè la gente può dire cosa vuole, ma gli ambienti moderni così come grattacierli ed edfici degli ultimi anni non parlano di progresso, ma regresso. Il futuro come era per Lia, mi appare così simile all'inizio del secolo scorso con l'industrializzazione, il lavoro meccanico e sempre uguale e l'uguaglianza e sterilizzazione del concetto di lavoratori e perosne in..."

"E la casa del Capo come ti pareva?"

"Ah, quello era un richiamo greco portato al pacchiano,  eppure sai, per quanto mi facesse sanguiare gli occhi tutto ciò che vi era dentro, l'apoteosi del trash, del cattivo gusto e dell'amore per le cose alla Luigi, era più caldo e personale di case e mobilio nuovo. Non posso farci nulla, così come trovo brutti lgi ambienti sotterranei di studi e analisi che abbiamo... qui sotto!. Sono il meglio del tecnologico ma per me sarebbero una gabbia in ferro e vetro. Tutti uguali, tutti che urlano soldi e soldi,  ma per me sono buoni solo per film apocalittici. QUando vedo le nostre TOrri da fuori, come la Dimora rossa, ritornati all osplendore e alla magnificienza in cui l'architetto, chi l'aveva costrutira e i proprietario che avevano in mente, rimango sbalordita e ammaliata. Amo le nostre stanze" alzando gli occhi sul soffitto bend iverso dalle case normali "e passerei ore ogni giorno ad ammirare cosa altre mani,  finite ormai in polvere,  hanno saputo fare e cosa dicono ancora. Lo sai che nelle ristrutturazioni hanno trovato incisioni e messaggi nascosti delle persone che secoli fa hanno contribuito a ciò che cè intorno a noi? Parlavano di cosa provavano, cosa sognavano o erano solo nome e anno, per indicare che cèra anche lui o lei nella storia di questo posto. Ecco, cosa manca agl iedifici moderni, tutti ormai quasi uguali e generici per me, è la storia. E non da quanto tempo sono costruiti ma la storia di ogni elemento che continua come a cantare nel Tempo,  di menti e concetti, che siano di bellezza, di ristorazione delle arti e di chi ha voluto quella cosa in quel posto.  Anche i padiglioni o le sale con i nomi di persone,  che è giusto ricordare,  hanno il significato che meritano. La cosa triste è che i nuovi architetti pensano di creare qualcosa di grandioso che continua nel tempo, ma sono ammassi solo di ferro e vetro, e pessimo cemento armato,  o pareti squadrate da imbrattare con qualche colore moderno che poi, veramente, ti lascia con l'ansia se ci stai troppo tempo dentro. Vorrei tanto che vi fossero più edifici come questo, come la Dimora rossa, o l'ultimo acquisito, la villa a  Piovene Rocchette,  come nuova Torre inquel paese. E quelle scozzesi, inglesi, francesi, e via dicendo,  per finire con case più moderne ma ma i come quegli schifi attuali pure in africa e stati arabi. IN Asia non ne parliamo. Il punto è che cosa facciamo con questi edifici è quello che no nfa più la gente, preservare l'umanità. NOn la società bigotta e ignorante, ma quella parte che ha donato a questo pianeta gioielli senza tempo. L'arte perduta, volutamente dimenticata in nome della industrializzazione seriale..."

"E pensi che la gente vorrà riqualificare e rivedere tutto ciò che salvate,  al posto di quello che cè per ora? La definiscono spazzatura, roba vecchia, inutile..."

"Chi lo pensa, mi spiace dirlo, è solo un imbecille. Una cosa è considerare la tecnologia e il futuro la macchina al posto del carretto. Il treno e l'aereo al posto dei piedi. Il balzo tecnologico deve migliorare la vita quotidiana e aiutare l'uomo, non soppiantare tutto ciò che l'essere umano è stato e potrebbe essere ancora. L'uomo è ciò che crea, ma la distruzione che si sta apportando alla magnificienza dell'uomo passato... è l'unica cosa per me che va conservata, perchè le menti non è che fossero così a posot... La gente stravede per esempio per l'arte contemporanea  e poi vedi quadri che sembrano macchiati da qualche bambino iperattivo, oggetti di uso quaotidiano indicati come opere d'arte destrutturalizzati in chiave artistica, dipinti e sculture che, a meno che no nsiano derivate da prodotti di scarto ed esser emeritevoli di ammirazione, sono solo ammassi di roba con fome assurdo e stilizzate che dovrebbero dire qualcosa, ma non lo fanno. Un Canova o uno Stradivari non possono essere paragonati alla roba di adesso,  e non per il valore monetario, è da stronzi pensare all'arte in quel senso ma là è così, ma a quello che un essere umano riesce a creare da tela e colori. O da qualsiasi materia prima in prodotto finito. Ora è facile con tavolette artistiche digitali,  ma possono dire quello che vogliono, resta qualcosa che non può avvicinarsi neanche all'arte di Dorde. Sapessi fare cosa fa lui, seppur non sono contenta di lui di tante cose, mi sentirei come baciata da qualunque Dio esista. Invece non ho qualità o doni del genere, in nessun campo, se non fare il grillo parlante per Milan,  ma io amo l'arte e ogni espressione umana capace di creare e la sostengo. Gli esseri umani di adesso sono così freddi! Secoli fa si capiva perchè, ma adesso..."

"E noi possiamo cambiarlo, perchè ti crucci tanto?"

"..." guardandolo con titubanza "perchè cambiare i cuori delle persone non è facile. Perchè cambino davvero e capiscano, ci vuole tempo e tutta una società che cambia intorno a loro,  perchè vedano le cose oltre la solaloro testa. Lia aveva dei piani ma perfino Milan non volle più considerarli dopo tutti i pro e contro, perchè se fosse accaduto..."

"Cosa voleva fare"

"... è un argomento che loro non vogliono riprendere e non voglio che Lia torni, seppur fanno smepre a fare paragoni tra me e lei. NOn mi piace solo perchè a volte sembra che io non abbia ancora mostrato quello che sono,  mentre lei era riuscita a spingere Milan a sfidare molte cose. Se non ci si prova, non puoi sapere, diceva. E quando Milan dicsuteva con il gruppo dei passi successivi da fare, lei gli diceva che cosa vogliamo fare non era fattibile così, conoscendo la società là fuori. Ed era per questo che o si seguivano le azioni di Dio, quelle tanto cosiderate come oro colato per avere un fine milgiore, oppure la sua sola vita, quella di Milan, non sarebbe bastata per cambiare i cuori e le menti di tutte le generazioni attualmente viventi. Capirono che il suo cuore ed eradiventato così duro e tormentato quando quel giorno a quella retata,  li mandò fuori e dimostrò, anzi, come dice sempre Milan anche a me, dai corpo a tutti i tuoi incubi. E lei riversò tutti i suoi incubi quel giorno..."

"Di che giorno parli?"

"Della baia dei porci..." rannicchiandosi con le braccia a stringere le gambe "quel giorno lei volle essere presente e dopo cosa vide,  cambiò ancora..."

"Aspetta, io ho visto cosa fai quando intervieni di persona contro la feccia là fuori e..."

"Una delle cose che lei diceva a Milan e agli altri era che seppur militari e nonostante avessero visto e vissuto molte cose, non riuscivano a digerire ciò che lei riservava alla feccia. NOn era negativa, non uccideva, e come dice Jd, come me, le sue azioni avevano sempre un perchè e mai per distruggere la vita, ma la mente. Accade quella volta e altra solo,  con il programma di visualizzazione ma per dei militari, prima spara e poi fai domande, il suo modo era perfino sconvolgente. Nei reports lei scrisse che tutto il male del mondo l'aveva corrotta a tal punto da voler ridare,  tramite le sue azioni,  voce e forza alle vittime perchè vi fosse u nminimo di giustizia. Perfino il libro Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria avrebbe trovato un angolino per tutto ciò che lei portava fuori,  su quella gentalgia. Erano individui come il tuo capo che avevano vendut, ucciso, torturato, stuprato, fatto cose atroci o riprovevoli e seppur le sue azioni, Lei li rimandava indietro nella società con una biglietto, anzi una lettera. Nelle condizioni in cui credeva avessero patito abbastanza. Faceva in modo che i giornali e la gente sapesse chi erano, cosa avevano fatto, che erano perfino ricercati da interpool e fbi, o cia, e tutte le vittime i cui nomi erano conosciuti, se no come numeri aggiuntivi. Declamando come le vittime seppur morte ancora urlavano il loro dolore. NOn voleva essere una giustiziera, la portavoce di nessuno,  ma chi spariva non si ricorda più nessuno, perchè senza una tomba con epigrafe. Anche se non condivideva l'idea del cimitero come quello che la gente  accetta, voleva che quelle persone non fossero dimenticate. Anche senza un cognome, ma con quello che ridava alla società dell'essere che aveva fatto il peggio, voleva che almeno qualcosa restasse...

"..."

" Di individui a cui nessuno in verità,e per questo finiti in quel modo, importava niente. Ma a lei si e per questo nacque il Vuoto. La sua condanna meno profonda che tutti qui accettarono,  e che io condivido e attuo. Ma come per gli animali e cosa gli veniva fatto, lei non si dava pace per quello che cèra nel mondo e non capiva come non vi fosse una società meritevole del suo riconoscimento e interesse per il male, solo buttarlo in certe zone e stop. QUaluqnue paese ha una società fallata, all'apparenza migliore e moderna, che vede le persone come le vediamo noi, ma in realtà non è così. E poi vedeva come quella gente che si definiva giusta, civile,  sdegnasse le persone finite nel fango a causaproprio di tutti e come accettavano e seguono mentalità ritardate. Vedeva donne distrutte nel fisico e mente da cosa accadeva su di loro,  e nessuno faceva niente, non aiutavano loro come altre persone finite nelle zone peggiori della città o agli angoli. la gente si vantava del lato splrendente della loro becera società ma sputavano su altre persone finite dall'altra parte di quel riflesso opulento. Se no nhai soldi,  non vali. E chi li aveva era puntualmente, dati statistici alla mano, parte della gente che eveva fatto cose orribili schiacciando gli altri, ma considerata. Io stessa dopo cosa ho voluto vedere, come lei e lo seppi dopo, ho deciso di fare qualcosa e spendere parte edl mio tempo per cambiare quella società dai bassifondi. Quello che ho fatto a certa gentaglia e ragazzini imbecilli,  non mi porta a pentirmi ne reputarmi una persona orribile. Perchè se la gente non fa nulla, e parecchi arrivano pure a dire che le cose vanno così perchè lo vuole Dio,   proclamandosi brava gente religiosa e poi urlando puttana o miserabile a chiunque, merita solo il peggio. Sono peggio di me.L'umanità fa schifo e va smepre peggio e non l odico per cattiveria, ma per quello che vedo. Ho occhi e orecchie ovunque,   e ogni giorno ricevo resoconti di tutto quello che accade nel mondo ed è dastar male veramnete. Jd mi disse che dopo cose che Lia vide, con i suoi occhi,   anche di presenza, il suo umore peggiorò e la sua idea di un cambiamento radicale divenne... più forte. Lei però non accettava molto l'idea del transumanesimo e quello in cui Milan sta lavorando con David, seppur diede una mano, sprando che davvero fosse usato per il giusto. Io penso che se l'umanità invece di migliorare va smepre più giù, cosa cè da salvare oltre il piano materiale? Quanto dei miei sforzi davvero ripaga? A volte mi sembra come l'ossigeno che ci danno gli alberi e la loro ocntinua deforestazione, un confronto che avrà un solo vincitore..."

"Capisco cosa stai dicendo, ma cosa voleva fare Lia per preparare il mondo a un nuovo passo umano?"

"Lascia stare, la cosa ora che mi importa è che tu comprenda anche questa novella e... come la vediamo io e Milan. E cosa può comportare questi studi sul cervello e l'umanità nel futuro"

"Hai paura di cosa?"

"Che dopo la brama e la pazzia dell'essere umano per la tecnologia, social, smartphone degli ultimi anni si... ho paura di questo mondo moderno e sempre connesso,   ma sempre più distaccato dall'umanità. E' come se fossero tutti robot, feroci nel network e crudeli nella realtà. Perfino le maschere del passato stanno peggiorando. E io mi sento sempre più sola in un mondo che non mi piace, e intendo se volessi andar là fuori e mi domando come si sentisse Lia quando definiva le luci blu e verdi così fredde e piatte,   da no ntrovare riparo nel cammino futuro..."

"Ti senti sola normalmente o solo quando vedi la società là fuori?"

"..." guardandolo sbattendo le palpebre "non so più cosa pensare. Perchè ora, per colpa tua, se non cè qualcuno vicino,   mi sento come sperduta in enorme ambiente deserto e no nso più cosa pensare. O quali siano più le mie paure"

"Ti senti sola se non cè nessuno?" domandò cercando di capire il senso

"Da quando ti sei imposto come mio amico, quella solitudine che accettavo e mi faceva sentire bene è come stata spazzata via,   e se non ho con me quei tre o Jd,   o non sono qui come ora... mi sento vuota. Ed è colpa tua..."

"Vedrò di capire se è una cosa positiva o negativa,   e vedremo insieme come sistemare la cosa... se vuoi davvero come hai fatto con tutte le tue paure affrontarle" vedendola sorpresa "prendila come la paura delle altezze e l'addestramneto che hai fatto per almeno riuscire a..."

"Quello... è diverso. Non so neanche io perchè mi agito appena sono sola, ma la colpa è tua e mi dici di superarlo insieme?"

"Si... come hai aiutato me, ma questa volta lo faremo insieme. Siamo o no migliori della gente là fuori?" vedendola basita "e ora voglio copiare questo testo, metti per favore quella canzone che ascolti sempre,   così imparo meglio a pronunciare quella lingua"

"Non sei arrabbiato o offeso perchè ti ho detto che è colpa tua,   se mi sento così?"

"Secondo te, perchè io vengo sempre qui appena posso?" alzandosi e accendendo il dispositivo sul comodino,   che dalla microsd riproduceva i brani salvati all'interno "perchè passo le sere qui invece di camera mia, o non faccio più tarda notte tanne pochi casi, con i ragazzi alle gradinate ,  ma torno un paio d'ore prima e sto qui?"

"Cosa?" ma lo vide risersi sul tappeto con le gambe incrociate a copiare qualcosa mettendoci impegno, rstando ad abbracciarsi le gambe e incapace di acchiapapre qualcuna delle domande che la assillavano nella testa,   e trovarvi risposta.

"...Capirei la mia vita, Scoprendo dentro di me....Allo stadio, in un bar, in un gesto affettuoso....Che non ci capita mai...Vorrei regalarti un mondo diverso
Che ha fatto la pace con la sua crudeltà...Per arrivare più su ,Di questa piccola vita..." canticchiava lui cercando di usare bene la penna, scrivendo.

Kianta sospirò, rimase in quella posizione per un pò sentendolo cantare,   e cercare di trovare il modo di pronunciare correttamente l'italiano del brano. Invece di leggere, le era passata la voglia, restò là a fissarlo impegnato in ogni fibra a migliorare, domandandosi cosa avrebbe fatto Lia o una qualuqnue persona normale in una situaizone del genere, dove aveva davanti una persona che non odiava e sembrava agire più per istinto che altro. E si imponeva nella sua vita. E lei non riusciva ad allontanare come aveva fatto con gli altri.



   
 
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