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Autore: MeinfridBlackforest    02/04/2021    0 recensioni
Un giovane senza memoria si sveglia in mezzo a una foresta senza sapere come ci sia arrivato.
Vagando senza una meta, viene attirato dalle richieste di aiuto di un chierico, June Halfsun e durante il salvataggio di quest'ultima scopre di avere delle capacità marziali straordinari.
Dopo averla salvata, il giovane scoprirà di trovarsi in un mondo fantasy e June, dopo avergli dato il nome di Neoh, lo inviterà a diventare un avventuriero.
Il ragazzo comincerà a vivere e a viaggiare con l'obbiettivo di scoprire quali siano le sue origini.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un nuovo giorno per la città di Obmil e grazie alla perseveranza di June, Neoh era sceso al piano di sotto per conoscere la seconda cosa che elevava la locanda del “Geco Azzurro” al disopra di tutte le altre locande, la colazione.
Paste, formaggi, latte, cereali, ogni possibile gusto conosciuto dalle razze intelligenti erano presenti sul tavolo ma mentre June si godeva quel buffet, Neoh sembrava titubante, l’unica cosa che sembrava felice di buttare giù era il caffè nella sua tazza grande.
-Non hai fame? – chiese June.
-Non lo so, ho una strana sensazione, non riesco a buttare giù tutta questa roba, è come se non fossi abituato alla colazione. –
-Pensi che sia una caratteristica che avevi prima di perdere la memoria? –
-Forse, conosci molti monaci che fanno digiuno? –
-L’unica cosa che so è che ce ne sono alcuni che lo fanno per un periodo sacro o ne fanno un voto per acquisire un determinato potere, ma dall’altra parte una volta ho conosciuto un monaco paffutello che era arrivato al villaggio del mio clan, ha spazzolato l’intero tavolo che gli avevamo offerto in dieci minuti. –
-A giudicare dai miei gusti dubito di appartenere all’ordine di quel monaco. –
-Beh, domani scopriremo qualcosa in più di te, intanto prova a mangiare almeno un biscotto. –
June si alzò dal tavolo, prese il suo copricapo, la sua asta e dopo aver dato il buongiorno alla signora Oppel, si incamminò verso l’uscita.
-Ma dove vai? –
-Oggi devo presentarmi alla gilda degli avventurieri per avvertirli della mia presenza, inoltre c’è una intera bacheca piena di missioni che aspettano solo me. –
-Pensavo che oggi avremmo visto la città insieme. –
-Rimarremmo qua per molto tempo, non c’è fretta, ma ti ricordo che nonostante il vitto e l’alloggio siano inclusi ogni settimana per farti rimanere avremmo bisogno di un Remus d’oro e non so se non l’hai notato, ma io non nuoto nel denaro. –
-E io secondo te che cosa dovrei fare oggi? –
-Usa la tua immaginazione. – disse June lasciandogli un piccolo sacchetto di monete d’argento.
Dopo che June uscì dalla locanda, Neoh sorseggiò lentamente il suo caffè cercando di prendere più tempo possibile, infondo l’iscrizione all’esame sarebbe stata disponibile per il giorno seguente, così per passare il tempo chiese consiglio alla signora Oppel.
-Cosa vuoi monaco? –
-June mi ha mollato qui da solo e non ho idea di cosa fare per tutto il giorno, Mrs. Oppel lei ha la locanda migliore della città, e vive qui da molto, giusto? –
-Dieci anni circa. -
-Ecco, non è che potreste consigliarmi, non so, i posti più belli, i monumenti o qualsiasi cosa che possa impegnarmi per tutta la giornata? –
-In un mondo perfetto ti avrei detto di non fare il vagabondo e di darmi una mano con la locanda. –
-Ma visto che tra neanche un giorno comincerai di tasca tua, ti suggerirei di andare al piazzale verde, non è particolarmente importante ma la vista ha un che di speciale, da quella altezza potrai essere certo di vedere tutta la città e da lì potrai scegliere dove andare. –
Neoh felice di sentire quelle parole, ringraziò la locandiera e si incamminò verso la porta.
-Ricordati che mi devi un Remus d’oro a settimana, non spendere troppo e soprattutto non spenderli nel quartiere rosso. –
Il ragazzo non capiva cosa volesse dire, ma sapeva benissimo che con un sorriso e “Sì” poteva risolvere tutto.
Dalla locanda, si incamminò verso la strada per raggiungere il piazzale.
Per quelle poche informazioni che aveva estrapolato da June, Obmil era la città capitale del regno di Snowdonia, conosciuta come “Il Gioiello” per via del suo status di città d’arte ma anche per le sue dimensioni ridotte, non troppo grande né troppo piccolo, un diamante perfettamente lavorato per stare su un anello senza peccare di sfarzosità.
La strada era molto lunga e i suoi lati erano coperti dagli alberi e dalle foglie che cadute.
Accanto ad essi si trovavano tanti piccoli negozi di vario genere, la salita poteva anche essere faticoso e scocciante, ma una volta in cima Neoh capì cosa intendesse la signora Oppel.
La vista era meravigliosa, sembrava un quadro, un enorme fiore diviso in quattro petali di colore diversi, uno rosso, verde, azzurro e bianco.
Una volta capito come era strutturata la città, Neoh prese la strada secondaria per scendere e cominciò la sua esplorazione.
Certo per una persona normale ci sarebbe voluto molto tempo, ma una persona come Neoh, che era riuscito a raggiungere una città in tre ore, non fu difficile fare un rapido giro e capire la città.
Il ragazzo si fece una idea come fosse Obmil, il multietnismo era forte, oltre agli umanoidi c’erano razze che Neoh non avrebbe saputo nominare senza la guida di June.
Neoh chiese in giro delle delucidazioni sulla città e comprese il perché dei tetti a quattro colori, nonostante le attività commerciali fossero sparse un po’ dappertutto, ogni quartiere a seconda del colore dei tetti era specializzato in un determinato campo per facilitare la vita ai comuni e agli avventurieri.
Il quartiere rosso si occupava della salute del corpo, il blu era un quartiere specializzato negli studi e nei materiali per effettuare magie, il quartiere verde era specializzato in attrezzature, armi e materiali per allenarsi e mantenersi in forma e il bianco era una specie di chiesa universale per coloro che credevano e usavano la magia dei divini.
-Infondo questo posto è la capitale di un regno, sarebbe strano per i cittadini e soprattutto per i nobili non avere tutto a portata di mano. – pensò Neoh
Alla fine la sua lunga camminata si interruppe quando a mezzogiorno il suo stomaco cominciò a brontolare e decise di incamminarsi nel chiosco dove il pomeriggio precedente aveva mangiato, ma qualcosa di piccolo e peloso lo urtò, non cadde ma si accorse solo dopo che forma avesse quella creatura, assomigliava a un cane, ma era molto più piccolo, doveva essere una di quelle strane bestie umanoidi.
Neoh non diede molta importanza all’accaduto, fino a quando non si accorse che il sacchetto di monete che June gli aveva dato era sparito, il ragazzo si mise a cercare per terra, poi svelò il mistero.
-Ladro! –
La piccola creatura pelosa stava ancora correndo per la strada, osservando orgoglioso il sacchetto che aveva rubato, ma la sua attenzione si spostò rapidamente sulla strada dietro di sé, qualcosa di rapido quanto o più di un cavallo si stava avvicinando, era Neoh.
-Fermati ladro! –
Neoh da vicino poté vedere il volto del criminale e a quasi non si sorprese quando scopri che era una volpe.
-Fermati subito! –
-Mi dispiace, ma non è possibile signore. –
La volpe cambiò rapidamente strada e si infilò in un vicolo buio, sviando Neoh e rifugiandosi infondo alla strada, dove addirittura la luce del sole di mezzogiorno non arrivava.
Neoh imbucò la strada a sua volta, mentre molti cittadini si sorpresero di vederlo andare a tutta velocità in quel vicolo, il ragazzo percorse tutta la strada e alla fine si trovò davanti a un muro.
Il ragazzo si guardò intorno, era impossibile che fosse scappato, non c’erano vie di fuga, barili per nascondersi o finestre aperte, era sparito.
-Dove è andato?! –
A rispondere alla sua domanda ci pensò qualcuno o meglio qualcosa che Neoh pensava di aver solo sognato.
-Sotto. -
Dietro Neoh si manifesto un’entità, lo stesso mostro di fumo che aveva visto nello spazio bianco, lo stesso che gli aveva suggerito di attaccare e uccidere la signora Oppel.
-Malvagità, tristezza, rabbia, lussuria. – disse la creatura aspirando l’aria come un segugio e indicando il terreno.
Neoh per quanto spaventato, si accorse che la creatura aveva ragione, c’era una pietra leggermente rialzata in mezzo alle altre e sollevandola, Neoh trovò una piccola maniglia.
Dopo averla alzata, Neoh vide che conduceva nel sottosuolo e mentre la creatura scomparve ridendo, Neoh si apprestò a scendere le scale e a chiudere la botola, incerto su dove lo avrebbero portato.
Quello che Neoh trovò infondo poteva essere etichettato come l’inizio del l’inferno, il vapore, il tanfo, l’oscurità e una via illuminata solo dalle fievoli fiamme di qualche lanterna.
In mezzo a quelle pseudo strane piene di acqua e topi, Neoh si incamminò verso quello che sembrava l’ingresso di un quartiere, sopra l’arco di pietra che ne segnava il confine c’era scritto
“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”.
-Un po’ teatrale. – pensò Neoh.
Nessuna minaccia era troppo grande, lui voleva solo recuperare il suo denaro, ma Neoh si accorse che ci sarebbe voluto molto più del previsto, mentre passava per il corridoio, venne lentamente avvicinato da quattro loschi individui.
-Ehi ragazzino, che ci fai qui? Questo non è un bel quartiere. – disse uno dei loschi mostrando la scacchiera che aveva in bocca.
-Mi dispiace aver interrotto il vostro…qualunque cosa stesse facendo, ma ho bisogno di informazioni, avete per caso visto una volpe che correva da queste parti? –
I quattro si guardarono sorridendo.
-Forse sì o forse no amico. – rispose uno di loro.
-Sei entrato nel quartiere nero, qua si paga per tutto e se vuoi informazioni devi pagare e, a proposito di pagare, noi siamo le guardie dell’ingresso e c’è un pedaggio da rispettare. –
-Mi dispiace, ma non ho soldi con me, quella volpe mi ha rubato tutto e sono sceso fin qui per recuperare il mio denaro. –
-Allora in questo caso, dacci i tuoi vestiti, muoviti. –
Neoh non prese sul serio quelle minacce e si voltò indietro pronto a continuare la sua ricerca, uno dei delinquenti cercò di afferragli il polso e in risposta, Neoh lo colpì così forte da fargli fare un giro per terra.
E con una gomitata e un calcio, Neoh mandò al tappetto gli altri due.
-Allora, avete visto la volpe? – chiese Neoh arrabbiato.
-Abbiamo mandato due dei nostri a prenderlo, noi siamo degli intermediari per un cartello criminale in crescita e quella volpe voleva entrare, ma non lo abbiamo mai preso in considerazione, non so dove siano adesso, ma se scendi forse li troverai. –
-Capisco. – rispose Neoh accarezzandosi il mento.
Neoh era pronto a ripartire, ma si girò di nuovo verso il criminale.
-Il problema è che se vedranno che gli altri sono stati stesi mentre te no, ti bolleranno come un traditore ed essendo criminali c’è un’alta probabilità che ti uccidano per non aver fatto il tuo lavoro e per aver spifferato tutto così facilmente. –
-Ho un’idea! – disse Neoh poco prima di sferrare un pugno al braccio del criminale, rompendoglielo.
Mentre lo sgherro gridava per il dolore, Neoh si incamminò verso le scale per scendere al piano inferiore.
-Appena avrò recuperato il mio denaro vi darò un Remus d’argento ma per oggi perdonatemi, non sono dell’umore giusto. –
Neoh scese le scale e percorrendo una serie di tubi e strade labirintiche, il suo cammino venne interrotto dalle grida e i sospiri di fatica di quelli che sembravano due bambini.
-Afferralo Pit! – gridò la bambina
I due stavano inseguendo un ratto di grandi dimensioni e tutti e tre stavano andando verso Neoh.
Il Ratto sentendosi in pericolo e pensando che Neoh fosse in combutta con i due inseguitori, tirò fuori i denti, gli artigli e saltò verso il ragazzo, ma con una schivata e un rapido colpo di mano, il ratto incontrò la sua fine.
Neoh successivamente rivolse lo sguardo verso i due ragazzini, sembravano titubanti nell’avvicinarsi, come se avessero paura, a momenti stavano per andarsene, ma Neoh si allontanò dal corpo del ratto gigante e li lasciò avvicinare.
Erano un maschio e una femmina, gemelli all’apparenza, erano coperti di sporcizia e i vestiti erano poco più che stracci, i loro capelli si avvicinavano a un verde innaturale mentre i loro occhi erano gialli come l’ambra.
-Perché non lo vuoi? – chiese il ragazzo
-Perché non sono qua per la cena. – rispose Neoh
-Ma…con questo puoi sfamarti per due giorni nel quartiere nero. – disse la ragazza.
-Come ho già detto non sono qui per la cena, sto cercando una persona o almeno, qualcosa che cammina su due zampe. –
-Avete visto passare di qua una volpe, vestita di abiti neri e con il volto privo di espressione? –
-Intendi Phoxy? – disse la ragazza
-Woola, non dirglielo così alla leggera e se fosse un male intenzionato? –
-Viene dalla superfice e ci ha aiutato con la cena Pit, questo è il minimo che possiamo fare. –
-Come fai a dirlo? –
-Ho una sensazione. –
Il ragazzo non era del tutto convinto delle parole della sorella, ma sentiva che aveva ragione.
-Ammettiamo che lo abbiamo visto, hai intenzione di fargli del male? – chiese Pit
-Dipenderà da lui. – rispose Neoh.
I due si guardarono e si misero d’accordo con un piccolo cenno del capo.
-Si trova più avanti, adesso è intrappolato in uno dei tubi alti, ed è chiuso dalle grate, ci sono due o forse tre tizzi che lo stanno torchiando. – disse Woola.
-Grazie mille, vi auguro buona cena. –
Mentre Neoh si avviava sulla strada, i gemelli lo fermarono nuovamente.
-Ehi, come pensi di risolvere il problema di quei brutti ceffi, ti ci vorrà più di un colpo per fermarli. –
-Quello è un problema mio. -
Intrapresa la via che gli avevano indicato e dopo aver girato l’angolo, Neoh vide l’esatta scena che i gemelli gli avevano descritto.
C’erano tre tizzi malintenzionati che battevano lance e coltelli su un tubo alto e dentro di esso c’era il ladro.
-Su scendi! – gridava uno degli assaltatori.
- Se fai il bravo promettiamo di spezzarti solo una gamba. –
-No, neanche morto! –
La volpe saltò verso uno dei tubi li vicino ma scivolò nel tentativo di reggersi ad esso, a terra divenne facile bersaglio dei predoni e scappò cercando un ulteriore via di fuga, fino a quando la sua corsa disperata non venne interrotta dalle gambe d’acciaio di Neoh.
In mezzo ai due fuochi, la volpe non sapeva chi temere di più, ma il viso di Neoh sembrava il meno arrabbiato, così scelse il suo lato e i predoni se ne accorsero.
-Ehi, straniero. –
-Sì? –
-In che rapporti sei con quello sgorbio? –
-Direi che è un mio amico. –
La volpe si impressionò sentendo quelle parole.
-Beh, il tuo amico è una maledetta spia. –
-Andiamo signori, non facciamo i razzisti, so che è una volpe, ma non penso che sia così male. –
- Quello sgorbio è un avventuriero e un paladino, ha cercato di infiltrarsi nel nostro gruppo per fermarci. -
Neoh spostò lentamente il suo sguardo e dopo essersi rivolto al predone che lo stava minacciando.
-Mi sta per esplodere una enorme risata. – rispose Neoh sorridendo.
-Togliti quella smorfia dalla faccia straniero e consegnaci quella volpe. -
- E se io per puro caso dicessi di no? –
-Ti convinceremo. – disse il predone tirando fuori un coltello.
In quel momento, Neoh sentì su di sé il mostro di fumo.
“Lascia fare a me” disse la creatura a Neoh.
Il mostro prese il controllo del suo braccio sinistro e usò la sua forza per staccare la punta del coltello e rivolgerla verso il predone.
-Ma davvero? Tu e quale esercito? – rispose Neoh con una voce demoniaca.
Il predone si sentì paralizzato, come un coniglio davanti a un lupo famelico, rivolse lo sguardo indietro pensando di poter contare sui suoi compagni, ma erano già scappati e lo stesse fece il predone.
Vedendoli scappare, la volpe si mise a sogghignare, mentre Neoh tornò alla realtà.
-Ma…che cosa è successo? – chiese confuso Neoh.
-Posso solo dirti che sei stato fenomenale, incredibile! – rispose la volpe.
-Stai dicendo a me? – disse il ragazzo girandosi per vedere la volpe, ma la creatura era scomparsa.
-Sì dico a te! – rispose la Volpe ricomparendo davanti al ragazzo.
-Non sapevo di aver derubato un altro avventuriero, questo semplificherà il mio lavoro e mi farà ottenere il tanto agognato terzo livello da Paladino, sei il mio salvatore! –
-Senti, primo: Io non sono un avventuriero, o almeno, mi iscriverò tra un giorno all’esame. –
-Secondo: perché hai rubato i miei soldi?!-
-Terzo: Ridammeli! -
-Quarto: Tu chi diavolo sei? –
-Quinto: Tu sei un paladino?! –
La volpe si ritrovò confusa da quella marea di domande e cercò di far mente locale per rispondere alle domande del ragazzo, avendo compreso che non era un tipo da far arrabbiare.
-Va bene allora, il fatto che diventerai un avventuriero è interessante perché se supererai l’esame voglio assolutamente lavorare con te ragazzo. –
- Per i soldi, mi dispiace, ma pensavo che dimostrandomi capace di rubare in pieno giorno sarei entrato a far parte della banda dei serpenti neri, che per la cronaca sono quei tipi che hai scacciato. –
La volpe lanciò il sacchetto a Neoh e aprendolo il ragazzo fu felice di verde che c’erano ancora i suoi soldi.
Poi come un nobile cavaliere si inchinò davanti al suo salvatore e il suo tono di voce si fece più serio e ufficiale.
-Il mio nome è Alphonse Merriam del popolo ferale, ma se preferisci puoi chiamarmi Phoxy, ladro di livello 5 e paladino di secondo livello del giuramento della vendetta, soldato consacrato dell’ordine di San Zenzin, protettore degli innocenti e punitore di coloro che sprecano il cibo, mi sono infiltrato qua nel quartiere nero per sgominare dall’interno la banda dei serpenti, ma il mio piano è fallito e dato che mi hai salvato, sono tuo debitore. –
Neoh guardò la posa fiera della volpe.
-In che guaio sono andato cacciarmi? – pensò rivolgendo gli occhi al cielo.
   
 
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