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Autore: Ghost Writer TNCS    03/04/2021    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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28. Legge contro giustizia

«Ed è grazie al nostro coraggio e alla nostra determinazione che siamo riusciti a riconquistare la colonia occidentale!» esclamò l’ologramma del governatore, proiettato in scala gigante al centro di una piazza altrimenti vuota. «Queste due nobili qualità sono la base su cui ricostruiremo il nostro futuro, insieme! Fatevi avanti! È giunto il momento di ricostruire! Dalle ceneri ci rialzeremo più forti che mai, e molto presto i più coraggiosi e i più determinati vedranno i frutti del loro lavoro! Siete venuti fin qui con la promessa di un nuovo inizio, di una frontiera ricca di opportunità. E qui la troverete! Ci siamo ripresi la frontiera, ora andiamo avanti, insieme! Qui c’è l’ultima frontiera dell’universo! Qui c’è il vostro futuro!»

Messaggi simili venivano proiettati un po’ ovunque nella colonia occidentale, e altri spot pubblicitari erano stati diffusi per attirare nuovi cittadini.

All’inizio in pochi avevano risposto all’appello, poi però i numerosi arresti avevano convinto la gente che davvero la colonia stava diventando un luogo sicuro. Erano perfino stati assunti nuovi poliziotti per aumentare l’efficienza delle forze dell’ordine.

La liberazione della colonia occidentale veniva considerata una grande vittoria per tutti, a partire dalla Orborum Domini, la società proprietaria del pianeta. L’escalation di criminalità aveva messo in grave pericolo i loro profitti, ora invece le proiezioni erano estremamente positive e gli amministratori dell’azienda si dicevano propensi a supportare la ricostruzione della colonia occidentale con generose somme di denaro.

Ai vecchi coloni erano stati promessi indennizzi e sovvenzioni per restare, ai potenziali nuovi cittadini era offerta l’opportunità di ricominciare tutto da capo – con grandi prospettive di guadagno per i primi temerari –, e perfino agli immigrati irregolari era stata offerta la cittadinanza, così da garantire un ulteriore flusso di tasse e manodopera.

Quello che però era visto come il vero vincitore era il governatore Vitaly Glazkov. Era stato quello che più di tutti aveva lottato per raggiungere quel risultato, anche quando gli ostacoli sembravano insormontabili. La sua fama era ai massimi storici e la sua conferma al comando della colonia occidentale era data per scontata. Sempre ammesso che la Orborum Domini non decidesse di promuoverlo, magari come governatore della capitale, o addirittura come supervisore di tutte le colonie di Niflheim.

Eppure c’era ancora qualcuno che non si fidava di lui.

Freyja prese un profondo respiro e bussò rispettosamente alla porta del commissario Mantina. Dato che la centrale di polizia era stata distrutta, gli uffici degli agenti erano stati temporaneamente collocati in un anonimo prefabbricato pensato per ospitare negozi e altre attività commerciali.

«Avanti.»

L’orchessa premette l’apposito touchpad e la porta scorrevole si aprì.

«Commissario, c’è una cosa importante di cui vorrei parlarle.»

«Sarebbe?»

«Credo che il governatore Glazkov sia in qualche modo collegato al Sindaco.»

L’insettoide la trafisse con lo sguardo. La sua espressione contrariata era difficile da interpretare, ma di certo non era stupita.

«Cosa te lo fa pensare?»

«Ho fatto esaminare il grano coltivato nelle piantagioni del Sindaco e quello fornito dal governatore, e si tratta della stessa varietà.»

«Continua» la esortò il commissario, anche se il suo tono sembrava quasi una minaccia.

Freyja esitò. «È… È tutto. Per ora! Vorrei il suo permesso per indagare ulteriormente.»

«Permesso negato.» L’insettoide abbassò lo sguardo sul suo monitor. «Torna al tuo lavoro.»

L’orchessa, colta di sorpresa dalla freddezza del suo superiore, appoggiò le mani sulla scrivania e si protese in avanti. «Ma, commissario! Potrebbe essere collegato al Sindaco!»

Mantina la guardò con disapprovazione. «Sì, l’hai già detto.»

«E allora perché non vuole che indaghi?!»

«In questi giorni il governatore sta trattando con alcune aziende per vari contratti di sponsorizzazione. E la colonia ha bisogno di quei soldi più di quanto immagini. Le promesse della Orborum Domini sono tutte chiacchiere: senza i soldi degli sponsor siamo fregati.»

«Ma stiamo parlando di un potenziale criminale! Potrebbe essere coinvolto in tutto quello che è successo nelle ultime settimane!»

«Sì, potrebbe.»

Freyja batté i pugni sul tavolo. «E allora! Non è forse compito nostro far prevalere la giustizia?!»

L’espressione del commissario divenne, se possibile, ancora più truce. «Il nostro compito è applicare la legge. La giustizia è solo un ideale astratto che non conta nulla in tribunale. E poi pensaci: se accusassimo il governatore di essere in combutta con il Sindaco, cosa pensi che farà la Orborum Domini? Ci lascerà perseguire il suo uomo copertina, o ci tirerà un calcio in culo e ci intimerà di lasciare il pianeta?»

Nonostante la sua determinazione, l’orchessa esitò dinnanzi alla freddezza del suo superiore. Serrò i pugni. «Non servirò un altro criminale.»

L’insettoide si prese qualche istante prima di rispondere. «Non intendo autorizzare un’indagine ufficiale. Se vuoi indagare, dovrai farlo nel tuo tempo libero.»

Nonostante tutto, gli occhi rossi di Freyja parvero riaccendersi di speranza nel sentire quelle parole.

«Ma fai attenzione e sii discreta. Sei una brava poliziotta, ma devi pensare di più con la testa e meno con il cuore. Ora vai, e non farmi pentire.»

«No, commissario. Grazie, commissario. Sarò super-discreta.» Camminando all’indietro urtò lo stipite della porta. «Grazie, commissario.»

Ora che aveva l’autorizzazione del suo superiore – più o meno – si sentiva carica e pronta a fare il suo dovere. Per di più la reazione dell’insettoide, per quanto fredda, le aveva fatto capire che anche Mantina nutriva dei sospetti sul governatore.

Doveva andare a fondo della questione, a qualsiasi costo.

***

Il prefabbricato di tre piani, del tutto simile a quelli vicini, aveva la tipica aria malmessa dei quartieri abusivi. Non c’era l’ascensore e salendo le scale si potevano notare svariati rifiuti abbandonati sui gradini.

I precedenti inquilini dovevano essere fuggiti in tutta fretta perché avevano lasciato le porte aperte e un gran disordine dietro di loro. Con ogni probabilità si trattava di fuorilegge che si erano dati alla fuga appena avevano capito che la polizia stava venendo ad arrestarli.

In quel momento nell’edificio c’era una sola persona. Si era diretta senza esitazione verso uno degli appartamenti in cima, come se già sapesse dove cercare.

C’era più di un motivo se lo chiamavano “Spadaccino Mistico”. Il primo e più ovvio era la sua straordinaria abilità nel combattere facendo fluttuare ben sei spade. Il secondo motivo, meno noto, era l’altrettanto straordinaria qualità delle sue percezioni extrasensoriali.

Sempre avvolto nel suo mantello, lo Spadaccino Mistico entrò in una stanza e raggiunse un anonimo tavolo su cui erano disposti due fucili d’assalto. Erano stati modificati per resistere alle interferenze di Niflheim, ma ormai non c’era più bisogno di un simile artificio e dunque i precedenti proprietari li avevano abbandonati.

Per lui era stato facile trovarli: Mowatalji gli aveva indicato l’indirizzo, a quel punto era bastato seguire la particolare firma energetica dei cristalli usati per contrastare le interferenze.

L’insettoide sollevò i due fucili con la forza del pensiero e li fece sparire in una tasca dimensionale.

Quelle armi potevano anche aver perso la loro utilità, tuttavia erano un indizio che era meglio non lasciare in giro. La polizia avrebbe potuto trovarle e da lì sarebbero potute partire ulteriori indagini.

Mentre scendeva le scale chiamò Mowatalji.

«Ho recuperato le ultime armi» disse in tono pacato.

«Ottimo lavoro, come sempre» rispose il suo interlocutore, che però non aveva l’aspetto di un elfo, bensì quello di un faunomorfo. «Ho sentito la base e mi hanno detto che vogliono portare via le biomacchine. Potrebbe volerci qualche giorno per preparare tutto, quindi vorrei che andassi al bunker e aiutassi a difenderlo. La polizia dovrebbe essere troppo impegnata nella colonia per indagare all’esterno, ma è meglio essere prudenti.»

Lo Spadaccino annuì. «Nessun problema.»

Durante la presa di potere di Kerberosz Égettvér, l’insettoide era rimasto in disparte, così come Mowatalji, e si era limitato a osservare la situazione. In realtà aveva osservato soprattutto i pub: ormai poteva dire di aver visitato almeno una volta tutti i locali forniti di alcol della colonia.

L’idea di difendere il bunker non gli suscitava nessuna emozione: per lui era solo un lavoro come un altro e con ogni probabilità avrebbe passato la maggior parte del tempo a meditare. Al massimo avrebbe dovuto affettare qualche animale selvatico troppo temerario.

E pensare che un tempo desiderava a tutti i costi diventare più forte. Si era allenato duramente, credendo che solo dopo una vita di sforzi avrebbe potuto eguagliare il suo maestro, invece era riuscito a sconfiggerlo dopo meno di sei mesi. La cosa avrebbe dovuto renderlo orgoglioso, invece si era sentito profondamente deluso: che senso aveva impegnarsi, se tanto era già così forte?

Con questa triste consapevolezza aveva preso le spade del suo maestro, le micidiali daghe Squarciaspiriti, e aveva abbandonato i Cavalieri della Luce.

Uscì dal prefabbricato senza nemmeno preoccuparsi di non essere visto e salì sulla sua hoverbike.

L’idea di essere un ricercato non lo impensieriva – nessun poliziotto avrebbe potuto tenergli testa – in ogni caso non aveva più motivo di restare nella colonia occidentale. Ormai non gli rimaneva che fare scorta di alcolici e poi avrebbe potuto lasciarsela alle spalle.


Note dell’autore

Ciao a tutti!

In questo capitolo vediamo una volta di più la differenza che c’è tra Freyja e Mantina. Volendo fare un paragone con D&D, la prima è sicuramente lawful good, mentre il commissario mi sembra sempre di più una lawful evil XD

Passando alle cose serie, Freyja ha espresso i suoi sospetti sul governatore, ma al momento non ha prove. Di certo il governatore ha commesso dei “passi falsi” (per essere gentili): che sia tutto parte del suo piano?

Nel frattempo sono ricomparsi Mowatalji (che però non aveva l’aspetto con cui l’abbiamo conosciuto) e lo Spadaccino Mistico. Sui loro loschi fini non ci sono dubbi, quindi non resta che vedere cos’altro hanno in mente. Davvero riusciranno a farla franca, o in qualche modo la polizia riuscirà a intervenire?

A presto e buona Pasqua! ^.^


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