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Autore: Lady Blood    03/04/2021    0 recensioni
Quasi dieci anni fa, quando Jiang FengMian trova a Yiling il figlio dei suoi migliori amici, l’unico erede maschio di Lotus Pier sparisce senza lasciare traccia. Nonostante le ricerche fossero partite praticamente subito, tutto ciò che resta del bambino sono tre cani senza padrone e una famigli in lutto.
Shui Cheng era un coltivatore canaglia come tanti altri, le uniche cose degne di nota erano le ceneri di sua madre custodite in un sacchetto di qiankun assieme ad una forcina troppo raffinata per qualcuno come lui.
Questo non è più vero quando incontra il Giovane Maestro non ufficiale di Lotus Pier, Wei WuXian.
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Jiang YanLi, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Dove cazzo avevi gli occhi!” ruggì Shui Cheng con l’elsa della spada rotta che indicava l’altro ragazzo. “Ti rendi conto che ti sei letteralmente bloccato come un cretino in attesa di essere squartato?!”

Il cadavere feroce giaceva smembrato tra lui e il ragazzo in viola, il resto della lama spezzata conficcata nella schiena e gli altri ragazzi con la stessa divisa, che sembravano non sapere se essere intimoriti o indignati, lo fissavano con occhi sbarrati. Se Shui Cheng avesse dovuto fare supposizioni, solo guardando il rosso del colletto, della cintura, del nastro tra i capelli e sui polsi che in qualche modo non cozzava con il viola decorato delle vesti del ragazzo, avrebbe detto che era un Giovane Maestro di qualche tipo.

Fantastico, un altro Gongzi pomposo che non sa fare il suo lavoro, sembravano spuntare come funghi recentemente.

Il suddetto Gongzi lo fissò, sbattendo le palpebre e il mento che tremava.

Shui Cheng si bloccò nel bel mezzo della sua sgridata. Oh cazzo, pensò, non era incappato in uno di quei tipi eccessivamente sensibili, vero?

Era a metà tra il cercare di scusarsi e il non rimproverarlo per essere così patetico quando il ragazzo gettò la testa all'indietro nella risata di pancia più forte che Shui Cheng avesse mai sentito.

“Ma che cazzo di problemi hai?” fu la prima cosa che chiese quando le risate si spensero in singhiozzi spezzati e braccia smisero di tenersi la pancia.

“Wei-DaShixiong,” uno dei ragazzi si fece avanti esitante. “Stai bene?”

“Si, si, tutto a posto ragazzi, sto bene,” rispose con un sventolio della mano e il sorriso ancora sulle labbra. “Il mio salvatore qui è stato molto veloce.”

E prima che Shui Cheng potesse rimproveralo per essere così incurante, il ragazzo si inchinò con il pugno nel palmo.

“Questo si chiama Wei Ying, per gentile concessione Wei WuXian. Quest'umile vorrebbe sapere il nome del suo salvatore,” chiese con un luccichio malizioso negli occhi come se un cadavere non gli avesse quasi staccato la testa un secondo fa.

Shui Cheng sbuffò, le braccia incrociate e un sopracciglio alzato. Ma visto che sua madre gli aveva insegnato la buona educazione si inchinò in modo appropriato e rispose. “Quest'umile si chiama Shui Cheng e il Wei-Gongzi mi deve una spada nuova.”

“Come ti permetti!” intervenne uno dei ragazzi. “Puoi biasimare solo te stesso per non aver curato meglio la tua spada!”

Shui Cheng lo livellò con uno sguardo talmente potente che il ragazzino squittì, affondando la testa nelle spalle. Ma prima che possa urlargli contro Wei WuXian gli gettò un braccio sulle spalle come se si conoscessero da sempre.

“Suvvia, non essere spaventoso Shui-di, hai spaventato a morte Zhu-Shidi. Comunque hai ragione, ti devo una spada e visto che qui abbiamo quasi finito, anche la cena.”

Shui Cheng, per qualche motivo oscuro anche a lui, non si staccò dalla presa e si limitò sogghignare.

“Sarà meglio che sia maledettamente piccante.”

Wei WuXian rise deliziato proprio vicino al suo orecchio. “Ovviamente!”

Sentì i ragazzi più giovani gemere rumorosamente dietro di loro.

§

Assomiglia a Madama Yu.

Quello era stato il primo pensiero che attraversò la mente di Wei WuXian quando Shui Cheng si era voltato verso di lui con occhi ardenti e una valanga di rimproveri che sembravano essere stati copiati direttamente dal repertorio della Signora di Lotus Pier.

Osservò l’altro ragazzo dal bordo di un sorso di vino. Zigomi alti, occhi a mandorla e un cipiglio come espressione predefinita. Shui Cheng mangiava con la schiena dritta e delle maniere a tavola sicuramente migliori di Wei WuXian, che se ne stava stravaccato sulla sua sedia come al solito. Gli altri anatroccoli al loro tavolo, insolitamente silenziosi, guardavano il loro ospite con una certa curiosità se non timore mentre mangiavano mantenendo la loro migliore postura.

Wei WuXian non poteva evitare di sorridere alla vista, sicuramente i suoi ragazzi non volevano sembrare meno disciplinati di un cultore solitario incontrato per caso.

Un cultore solitario abbastanza forte da sconfiggere una dozzina di cadaveri feroci di alto livello da solo e allo stesso tempo, correre ad uccidere quello che aveva sorpreso Wei WuXian alle spalle, rompendo una spada da coltivatore standard che di certo non era economica.

Se non l’avesse saputo per certo, avrebbe ignorato le vesti di cotone blu consumate e avrebbe pensato di trovarsi di fronte a qualche cultore delle Grandi Scuole sotto copertura. Ma conosceva tutti i cultori degni di nota delle Cinque Grandi Scuole, Madam Yu si era assicurata che studiasse, e se fosse appartenuto a qualche Scuola minore di certo con un talento come quello non sarebbe passato inosservato.

“Quindi,” iniziò Shui Cheng dopo aver mandato giù un sorso di vino. “Come mai il Gongzi di Approdo del Loto si è degnato di venire fino ai confini di Yunmeng per cacciare?”

Dritto al punto, di certo l’altro ragazzo non era uno che perdeva tempo.

Wei WuXian sorrise. “Questo umile me è solo il Discepolo Capo di Approdo de Loto. Per quanto riguarda la domanda, penso te ne sia già accorto, ma di recente ci sono quantità enormi di mostri e cadaveri feroci.”

Shui Cheng annuì tra un boccone e l’altro. “Cadaveri e mostri che se ne vanno in giro anche se i cimiteri sono intatti e non c’è nessun incidente o catastrofe che giustifichi la loro presenza.”

Silenzio, un attimo di comprensione passa tra loro senza parlare.

Wei WuXian sorrise gioviale. “Bambini!” attirò l’attenzione dei giovani. “Se avete finito di mangiare dovreste andare a dormire. Domani partiamo presto per tornare a casa.”

“Si Wei da-shixiong!” dicono in coro, e come bravi bambini si alzarono bisbigliando e lanciando loro occhiate.

“Cosa vuoi sapere?” chiese ordinando un altro barattolo di vino.

“Perché sei venuto fino ai confini per cacciare cadaveri feroci che sono palesemente di un livello superiore ai ragazzini che ti porti dietro?”

Wei WuXian fischiò impressionato. “Nessuno mezza misura vero? Siamo stati incastrati, i nostri ricognitori o sono stati iingannati o ci hanno tradito. Sapevamo che c’erano solo cadaveri di livello iniziale.”

 “E stai dando tutte queste informazioni ad un estraneo perché?” Shui Cheng sogghignò, e gli ricordava così tanto Yu ZiYuan quando riusciva ad evidenziare un passo falso del suo Discepolo Capo, che Wei WuXian ebbe  un brivido.

Ma invece sbuffò una risata e rispose: “Semplicemente penso che sia d’obbligo avvisare un compagno cultore. Neanche tu sembravi davvero preparato per la caccia grossa.”

Sapeva di aver fatto centro quando l’espressione di Shui Cheng si accartocciò come se avesse assaggiato qualcosa di amaro.

“Non pensare che siamo pari con questa misera informazione, mi devi ancora una spada,” dice, come se Wei WuXian avesse davvero intenzione di filarsela senza averlo ripagato. E forse gli era già capitato, pensò Wei WuXian, conoscendo la poca propensione di alcuni cultori nobili a non pagare i loro debiti, figurarsi far sapere che un cultore solitario ha salvato loro la vita.

“Ovviamente,” versò altro vino per entrambi e la conversazione migrò su argomenti più piacevoli, come i racconti dei posti in cui Shui Cheng era già stato e quelli in cui andrà o tutte le assurdità politiche e gli scherzi di cui aveva fatto parte Wei WuXian.

Il giovane in viola ascoltò quei racconti con una nostalgia lontana, quella sensazione vaga di qualcosa che non potrà mai ricordare bene che premeva tra le costole e quei rari dettagli che danzavano dietro le sue palpebre; il sorriso di sua madre, l’ondeggiare dell’asino sulla strada battuta, l’annuire tranquillo di suo padre e le serate passate davanti al fuoco sotto le stelle.

Sentì la voce di Madam Yu che lo rimprovera per essere così fiducioso con un perfetto sconosciuto, persino Jiang-shusu gli avrebbe fatto gentilmente notare che non era molto prudente.

Ma in qualche modo era comodo. 

   
 
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