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Autore: stancaditutt0    04/04/2021    0 recensioni
One shot Larry canon post hiatus un pochino triste
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTE 1

"Pronto?"

"Ciao"

"Harry"

"Sì"

"Perchè mi chiami sul telefono della camera? E se qualcuno della reception ci sta ascoltando?"

"Lou, chi vuoi che ci ascolti? Nessuno sa che ti sto chiamando, non ti preoccupare"

"Chi è?"

"Harry"

"Con chi stai parlando, Lou? C'è lei lì con te?"

"Sì, Harry. Dove altro dovrebbe essere? Siamo una coppia"

"Una coppia. Non sapevo che essere una coppia prevedesse scoparsi un'altra persona per anni"

"Harry, ti prego"

"Va bene, scusami"

"Come mai hai chiamato? E soprattutto, come mai hai chiamato qui e non sul cellullare?"

"Eviti le mie chiamate da due giorni. E non mi propinare la scusa degli impegni e cose così perchè siamo letteralmente nello stesso albergo per la stessa cosa quindi so quando sei impegnato e quando no"

" "

"Comunque, stavo pensando che uno di questi giorni potremmo fermarci insieme al ristorante dell'albergo. Mi sono scocciato di mangiare sempre in camera e non penso che farebbe scalpore se semplicemente pranzassimo insieme"

"Harry, io sono qui con Eleanor"

"Lo so, ma sei qui come accompagnatore, quindi mentre lei ha shooting e fitting tu puoi prenderti una pausa, no?

"Non penso"

"Lou, ti prego. Mi sono informato, domani ha un servizio fotografico fino alle tre del pomeriggio"

"E tu?"

"Il tardo pomeriggio"

"mmh"

"È un sì per il pranzo?

"Harry, ma perche fai così?"

"Così come? Ti ho semplicemente chiesto di pranzare con me. Un pranzo tra vecchi amici. Sai quante volte l'ho fatto con Niall a Los Angeles? Almeno una decina e non è mai successo nulla. Ci hanno paparazzato solo una volta ma eravamo a fare jogging all'aperto. L'albergo è a prova di stampa, lo sai, e comunque, ripeto, è solo un pranzo tra amici. Tra colleghi, se preferisci"

" "

"Lou, ci sei?"

"Sì"

"Quindi?"

"Come fai a dire che un pranzo tra noi sarebbe lo stesso di un pranzo tra te e Niall? E come fai a dire che l'hotel è a prova di stampa? Harry, ti prego, io non ce la faccio. Te l'ho sempre detto che io più di questo non riesco ad espormi. Lo so che per te non è abbastanza e mi dispiace moltissimo, ma per me è troppo."

"Va bene"

"Ora devo andare"

"Ma certamente. Stavamo iniziando a parlare in maniera un minimo più seria e devi andare. Vai pure e salutami la tua fidanzata"

"Vuoi davvero affrontare di nuovo questa conversazione adesso? Al telefono?"

"Guarda che non ne abbiamo mai davvero parlato, eviti sempre l'argomento. Non mentire, Lou. Non a me."

"Sì ma sul serio, a me questo non sembra il momento di parlarne"

"Perchè deve essere così difficile?"

"Louis, ci stanno aspettando dobbiamo andare"

"Harry, devo andare sul serio"

"Puoi pensare al pranzo di domani? Ti prego. Parlane anche con lei se ti fa sentire meglio, ma pensaci, va bene? Non ci vediamo da settimane e mi manca il tuo sorriso"

"Anche tu mi manchi"

"Ci penserai?"

"Lo farò"

"Ti aspetto allora. Ciao Lou"

"Buonanotte, Harry".

 

PARTE 2

Harry si svegliò con il suono del telefono. Tastò il lato del letto accanto a sè: era vuoto, ovviamente.

"Sì?" rispose con la voce assonnata.

"Buongiorno, mi spiace svegliarla, volevo solo dirle che i vestiti che è arrivato un pacco per lei, possiamo portarglielo in camera?" chiese una voce squillante dall'altro capo del telefono.

"Sì, certo"

"Grazie, ora glielo faccio portare. Buona giornata e scusi ancora se l'ho svegliata".

Il pacco che gli venne recapitato dopo qualche minuto conteneva i vestiti Gucci che Harry avrebbe dovuto indossare dopo per andare sul set dello shooting fotografico di Gucci... durante il quale gli avrebbero fatto indossare altri vestiti. Praticamente doveva indossare questi pantaloni e questa maglietta per fare dieci metri - dall'hotel al set - per fare pubblicità al brand.

Prese il cellulare: erano già le undici. Mancava solo un'ora al pranzo. Scrisse un messaggio a Louis:

Ti aspetto sul divanetto di fianco all'ascensore alla fine del corridoio.

Si vestì con gli abiti che gli erano stati portati e poi fece qualche telefonata di lavoro. A mezzogiorno meno dieci si avviò verso l'ascensore. Attraversò il lungo corridoio il più lentamente possibile cercando di ascoltare le voci provenienti dalle stanze, ma c'era un silenzio assoluto. Passo davanti alla camera di Louis, fu tentato di bussare, ma non lo fece. Proseguì fino ad arrivare al divanetto e ci si sedette.

I minuti passarono e arrivò mezzogiorno. Di Louis neanche l'ombra. Controllò il telefono: nessuna risposta al messaggio che però era stato visualizzato. Si disse che doveva aspettare almeno altri dieci minuti, perchè Louis era sempre in ritardo.

Rivolse il suo sguardo verso il pavimento: la moquette era vecchia e di un colore spento, come i vestiti che gli avevano chiesto di indossare.

"Andiamo, Lou" sussurrò a denti stretti, "esci da quella dannata stanza".

Passarono altri dieci minuti, ancora niente.

Si alzò per bussare alla porta, ma non rispose nessuno. Le lacrime iniziarono a formarsi pronte a uscire dai suoi occhi, quando qualcuno aprì la porta.

"Ha bisogno di qualcosa? Mi scusi, non ho sentito che aveva bussato, stavo pulendo il bagno" disse una cameriera dell'hotel.

"Gli ospiti di questa stanza dove sono?" chiese Harry con un'espressione negativamente sorpresa sul volto.

"Hanno lasciato l'albergo stamattina"

"No, non è possibile. Mi scusi, devo aver sbagliato stanza"

"Cercava il signor Tomlinson e la signorina Calder, giusto? So che vi conoscete, eravate in una band insieme. Sono vecchia, ma non così tanto"

Harry rise principalmente per cortesia, perchè in quel momento sentiva il pavimento crollargli sotto i piedi.

"Comunque, se cercava loro, sono andati via questa mattina" ribadì la cameriera con un ampio sorriso.

"Capisco. Grazie mille e scusi se l'ho interrota. Buona giornata" rispose Harry cercando di trattenere le lacrime.

Percorse nuovamente il corridoio. Ancora silenzio, silenzio assordante. Arrivò finalmente in camera, chiuse la porta dietro di sè, si accasciò per terra a iniziò a piangere.

Era successo di nuovo.

 

PARTE TRE

La luce del sole colpì Harry in piena faccia e lo costrinse a svegliarsi. Il ragazzo tastò il lato del letto accato a sè. C'era qualcuno. Harry non ricordava di essersi portato qualcuno in camera, ricordava solo di essere andato a cena con quelli dello shooting e di aver bevuto qualche drink. Abbastaza drink, visto il cerchio alla testa che stava pericolosamente aumentando di secondo in secondo e che lo costrinse a correre in bagno.

Dopo essersi ripreso e sciaquato la faccia, si sedette sulla poltroncina nel bagno e accese il telefono.

I giornali di gossip avevano pubblicato le foto di lui con gli abiti di Gucci. E anche foto della serata con i colleghi. Una bella notizia e una brutta notizia, sarebbe potuto andare peggio.

Controllò i messaggi: ovviamente nessuna risposta da Louis. La sera precedente, prima di ubriacarsi completamente, gli aveva scritto una cosa di cui non andava totalmente fiero:

Non possiamo andare avanti così. Questa non è una relazione, è una tortura.

Ovviamente il suo scopo non era quello di lasciare Louis, voleva semplicemente farlo sentire in colpa. E cercare di dare inizio a un confronto che sarebbe stato utile per entrambi. Ma Louis non aveva risposto, forse aveva interpretato il messaggio nel modo sbagliato. Doveva chiamarlo.

No, disse una voce nella sua testa.

Questa volta non avrebbe chiamato, avrebbe aspettato una telefonata da parte di Louis. Almeno questo poteva farlo. Doveva farlo.

 

PARTE QUATTRO

Erano passati mesi da quanto aveva parlato con Louis per l'ultima volta. Nel farettempo era tornato a casa sua in America e si teneva impegnato. Stava scrivendo canzoni, stava girando un film, aveva molti shooting fotografici a quali seguivano sempre delle feste a cui Harry non mancava mai. Doveva tenere la mente occupata e questo era l'unico modo. Quel pomeriggio però era a casa da solo e si ritrovò a pensare. Pensare a Louis, ovviamente.

Perchè non lo aveva ancora ricontattato? Okay, forse aveva male interpretato il messaggio, però a maggior ragione avrebe dovuto cercarlo. Perchè doveva essere sempre lui a fare la prima mossa? Perchè per un volta non poteva farla l'altro? Forse Eleanor lo aveva consolato e ora si era rassegnato alla fine della loro relazione. Ma, di nuovo, era possibile non desiderare nessun tipo di confronto dopo anni di relazione? Non erano mai stati così tanto tempo separati, di solito era Harry a ricercare Louis, ma c'erano state volte - poche - in cui invece era stato Louis a cercare Harry per chiedergli scusa. Però erano piccoli. Ma se lo aveva fatto quando erano più giovani, perchè non poteva darlo anche ora? Cosa era cambiato?

All'improvviso, l'illuminazione: Louis non aveva più bisogno di lui. Ormai viveva con Eleanor da un anno, il loro rapporto si era rafforzato, ora erano molto più complici di prima, Harry lo aveva notato. Quindi forse era questo, a Louis bastava lei.

Si sentiva svuotato, in balia del nulla più totale. Se Louis non lo voleva più, che senso aveva tutto? Se Harry non poteva prendersi cura di lui, se non poteva baciarlo, abbracciarlo, cosa altro poteva fare? Adorarlo da lontano, in silenzio. Ma ne valeva la pena? Harry non lo sapeva, ma avrebbe iniziato provandoci, perchè una vita senza Louis era una vita vuota.

 

PARTE CINQUE

Louis prese carta e penna e iniziò a scrivere.

Ciao.

Ti volevo dire che ti amo e che mi dispiace di essermene andato quella mattina. Abbiamo avuto un'emergenza a casa e siamo dovuti correre qui. Sarò sincero: non sarei comunque venuto a pranzare con te. Volevo proporti di pranzare in camera mia o tua, però. Non volevo lasciarti così. Ti chiederai perchè non ti ho risposto al messaggio. Non sapevo cosa scrivere. Ci ho pensato tutta la notte, ma poi la mattina mi sono svegliato e ho letto l'altro messaggio e ho capito che ormai non c'era più niente da fare. Ovviamente è colpa mia, lo è sempre stata. Ti direi che te lo avevo detto, ti avevo detto che non sarebbe finita bene e che avrei rovinato tutto, ma a che servirebbe? A niente. Ti giuro che io non ho mai rinunciato a te, neanche per un secondo, e non lo farò mai. So che dirtelo non è abbastnza, che dovrei dimostrartelo, ma in questo momento non sono sicuro che tu lo sappia, quindi intanto te lo dico. Per fare in modo che ti si fissi in mente. Voglio che questo pensiero non ti abbandoni mai: non rinuncerò mai a noi due.

Ti ricordi quando litigavamo anni fa? Fare pace era così facile. Era tutto più facile, Haz. Ci bastava uno sguardo ed era tutto passato. Nei tuoi occhi ritrovavo la calma e la serenità. Mi sentivo a casa. A me non servivano spiegazioni o scuse, mi bastava solo rivederti ed essere amato da te. Speravo che questa volta potesse accadere la stessa cosa. Giustamente non è successo. Ti capisco, mi hai lasciato andare e va bene così. Questo messaggio non è una bieca scusa per chiederti di perdonarmi ancora una volta, semplicemente voglio che questa storia finisca in un altro modo. Deve finire con te consapevole del mio amore per te. Va bene che sia finita, davvero.

Nei miei sogni siamo ancora insieme, comunque. Insieme a modo tuo, intendo. Ed è bellissimo.

Louis si ascigò le lacrime con la manica della felpa. Forse la lettera era troppo sdolcinata, probabailmente lo avrebbe solo fatto stare peggio. Doveva eliminare qualche frase. Cominciò a rileggerla.

"Che stai facendo, Lou?" chiese una voce femminile.

Louis si voltò di scatto spaventato. Era Eleanor.

"Niente, stavo scrivendo" rispose piegando la lettera su se stessa e infilandola nel cassetto della scrivania.

"Ah, finalmente! A che punto sei? Hai già finito qualche canzone? Posso sentirla?"

"Canzone?" chiese perplesso.

"Sì?" ribattè Eleanor alzando un sopracciglio.

"Ah, no nessuna canzone. Solo pensieri. Mi serve ancora un po' di tempo per le canzoni"

Eleanor gli fece un enorme sorriso, "saranno bellissime, ne sarà valsa la pena di aspettare, ne sono certa".

Louis ricambiò il sorriso e si alzò per andarla da abbracciare. La baciò sulla fronte e si diressero insieme in salotto.

La lettera era ancora nel cassetto della scrivania e ci sarebbe rimasta per molto tempo.

 

   
 
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