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Autore: MisSilvieLemon    07/04/2021    0 recensioni
-Forse è arrivato il momento- sorrise lei, una mano sull'avambraccio caldo e dorato del ragazzo.
-Sei già stanca?- una risata appena accennata sulle labbra reduci da uno sbadiglio, e ora sorridenti
insieme a quegli occhi gonfi e pieni.
Erano settimane che tiravano avanti sino a notte fonda, così fonda che spesso diveniva mattina presto.
-Non hai capito…- lei continuava a sorridergli, ma lo sguardo iniziò a vagare oltre la spalla di lui, lontano, verso il mare.
Sguardo proiettato in un futuro non troppo lontano del quale lui non voleva saper niente ma che, loro malgrado, era proprio quello verso cui si stavano dirigendo; forse da sempre, da ancor prima di conoscersi.
Un lampo rapidissimo e lui scorse una tristezza nuova, un'ombra di dolore, forse.
Ma era passeggera e lei ritornò a lui con gli occhi carichi di coraggio.
-Forse..è ora che torni casa Harry-
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sei venuto!- esclamò Anna sedendosi al suo fianco, la chitarra sottobraccio e una mano a toglierle i capelli dal viso, incurante degli applausi e dei fischi di apprezzamento delle persone davanti a loro che chiedevano un bis.
Ma Anna non glielo avrebbe concesso.
-Decisamente in ritardo- sorrise sghembo, cantare con lei in maniera così spontanea gli aveva fatto bene, si sentiva leggero nel petto.
-Puoi recuperare, ti va una birra?- gli chiese quindi avvicinandosi al suo viso, un po' di fiatone, la pelle coperta da un leggero strato di sudore, sorrideva e Harry poteva vederla da vicino, molto più vicino rispetto a quel pomeriggio.
La prima impressione che ebbe fu "Questa qui è inarrestabile"
-Beh, offro io!- disse facendola ridere.
-Ehi! Ehi! Williams!- Anna cercava di attirare l'attenzione di un ragazzo in bermuda coperti da un grembiule bianco intento a ritirare delle bottiglie da un tavolino poco distante.
Quando questi si voltò alzò gli occhi al cielo -Brownie, cosa c'è?-
-Ci porteresti due birre, per favore, Brownie?- rispose, sottolineando un po' stizzita l'ultima parola ma mantenendo il sorriso negli occhi.
-Se tu le prendessi da te potresti addirittura far finta di star lavorando, lo sai?- questo disse ma si allontanò verso il bancone, dandogliela vinta.
-Che fretta c'è?- gli sorrise ancora scatenando un'occhiata divertita di Williams, che chissà quante volte si era sentito dire quella frase.
Il modo in cui lo disse fece sorprendente bene, ancora, anche ad Harry.
-Lavori qui, quindi?- le chiese non appena l'attenzione di Anna fu di nuovo su di lui.
-Sì, ogni tanto al bar…il venerdì però c'è il palco aperto, può esibirsi chiunque- spiegò.
Nel mentre Ernie si avvicinò al palco, i dreads legati in una grande cipolla sulla testa, la pelle scurissima sui denti bianchi aperti in un sorriso molle.
-È fantastico, veramente fantastico- rispose entusiasta, rivolgendo i suoi occhi a Ernie, dietro il microfono che iniziava con una sua personalissima rivisitazione di una canzone dei The Paragons.
Anna si chiese cosa ci fosse di così fantastico, poiché assurdamente non erano parole di circostanza o accondiscendenti quelle del ragazzo di fronte a lei. Sembrava davvero entusiasta.
Sentì una punta di fastidio.
Mentre lo guardava, di tre quarti, dovette ammettere che era bello. Aveva il viso arrossato, probabilmente per i giorni passati sulla spiaggia, gli occhi lucidi di chi era stato tanto sotto al sole e con quelle luci erano di un verde davvero chiaro, liquidi, si ritrovò a pensare Anna.
Ne aveva comunque visti di migliori, pensò.
-Non è niente di che…-
-Scherzi? Questa è libertà pura-
-Vuoi suonare?- gli chiese senza quasi pensarci, e dimenticandosi persino, per un secondo di chi fosse.
-Magari più tardi, non sono poi così bravo-, lo scintillio negli occhi di chi mente e si diverte un mondo, dilettante.
-Prima te la sei cavata alla grande però, per aver improvvisato…- disse studiando il suo volto.
-Avevo una degna compagna-
-Bugiardo-
Harry rise, come colto in flagrante ma recuperò subito -Hai uno stuolo di fan, però-
-Se mi mettessi al microfono in silenzio per un'ora penso che applaudirebbero comunque, sai?- rise piano Anna, donando a Harry uno sguardo indecifrabile. Come se ci fosse molto altro dietro quell'affermazione.

-Io ti ho ascoltata- e forse gli aveva anche guardato le gambe, o qualcosa in più, ma l'aveva ascoltata.
-Sviolinatore- sorrise abbassando per un solo istante lo sguardo, fingendo un po' di essersi sentita lusingata, era parte della sua tattica. Tattica ormai consolidata da tempo e davanti alla quale anche questo ragazzo sarebbe caduto.
Certo, rispetto agli altri, in mezzo alla sua menzogna bambina questo Harry sembrava fin troppo sincero e la cosa la incuriosiva ed innervosiva allo stesso tempo.
-Tieni Brownie, te le metto sul conto- Williams fece la sua comparsa servendo le due bottiglie di birra ghiacciate ad entrambi.
-Finiscila di chiamarmi così- sbuffò Anna mentre lasciava da parte la chitarra, la sua protesta cadde nel vuoto mentre l'altro svaniva in mezzo alla piccola folla che si stava creando davanti al palco mentre Ernie aveva dato il via alle danze con il suo accompagnamento.
-Che significa Brownie?- chiese prontamente Harry, con gli occhi grandi per contenere la sua perenne curiosità. Anna non si fece scappare questo dettaglio, le piacque, forse vi si riconobbe per un istante.
Anche questo la innervosì, ma non sapeva spiegarsi il motivo.

-È perché sono mulatta, i miei sono inglesi, ma sono una coppia mista, sai…son cresciuti un po' qua e un po' la- spiegò, quasi senza accorgersi di star dicendo troppo per i suoi gusti.
-Siamo per metà conterranei allora!--Il tuo accento è chiarissimo, non c'è dubbio- sorrise, prima di prendere un lungo sorso di birra che Williams, quel bastardo, aveva sicuramente corretto con qualcosa.
Anche Harry doveva essersene accorto, data l'espressione sorpresa.
Finirono quella birra, e poi un'altra finché Anna non gli disse "Vieni con me, devo far finta di lavorare almeno mezzora" con quella voce soffice che per quella notte avrebbe convinto Harry a fare di tutto.

 -Io…io sono uno zoologo, sono qui…per studiare, si. Un dottorato su una specie endemica dell'isola, rarissima…assolutamente rarissima-
Era la prima volta che qualcuno mentiva ad Anna in un modo così bambino. Si trattenne dal scoppiare a ridere.
-Sembra impegnativo, di che animale si tratta?-
-É un roditore di grandi dimensioni, non particolarmente carino…ecco vedi dovrei documentare un po', fotografare…cose simili- era decisamente pessimo ed anche alla terza birra con rum.
-Capisco, senti un po', ma in quale università stai facendo il dottorato?- gli sorrise sorniona sporgendosi un po' sul bancone. Forse, forse, gli occhi di Harry si persero nei suoi o nella curva del collo.
-Cambridge- rispose sfacciato.

-Marie! Marie! Eccomi-
Un uomo particolarmente trafelato si arrestò al fianco di Harry seduto al bancone, il quale percepí con distinta chiarezza un braccio sudato sfiorare il proprio. Non capì a chi si rivolgeva, il bancone non era così affollato e al di là di esso solo Anna.
Harry le rivolse uno sguardo un po’ dubbioso e divertito.
-Marie son tornato! Sei felice?-
Un sospiro uscì dalle labbra di Anna.
-Williams, Williams vieni!- disse a gran voce mentre ad Harry sembrò che i suoi occhi si inumidissero.
-Marie ma cosa succede non mi riconosci- e ora Harry fu certo che delle lacrime uscissero dagli occhi di lei.
Williams fu in un batter d’occhio al fianco di Anna e tutto fu rapido, Harry si sentiva a teatro. Lei piangeva ormai a dirotto stretta al ragazzo -È successo di nuovo...senti scusala, vi siete conosciuti l’anno scorso vero?-
L’uomo a fianco ad Harry era bianco come un cencio.
-Noi...si, io...son tornato per lei! Marie ma che succede?-
-Scusala davvero, An- - Harry vide distintamente che tra le lacrime lei gli assestava una gomitata allo sterno.
-Dio!- proruppe Williams prima di riprendere il discorso -dicevo...Dio, é capitata una tragedia... mentre stufava, settembre scorso, Marie ha avuto un incidente ed ha battuto la testa sulle rocce giù a Jesi Beach....-
-Io...io...- Anna piangeva ancora sommessamente e chiedeva scusa.
-Vedi ha perso la memoria, si ricordava giusto sino...-
-Un anno! Un anno prima- specifico lei, improvvisamente meno sconvolta. Certo questo non si poteva dire dell'uomo che boccheggiava con gli occhi lucidi e una mano a reggersi la fronte mentre continuava a dirsi "È terribile…terribile"
Williams fulmineo gli offrì due dita di rum prima ancora che l’uomo alzasse lo sguardo.
Anna tirò su con il naso lisciandosi il grembiulino sulle gambe.
-Mi perdoni, è già…la terza volta che qualcuno si presenta e io…io…proprio non ricordo, capisce?- continuò lei, mentre ancora gli riempiva il bicchiere. Liscio senza ghiaccio.
-Scusami Marie, io…potremmo parlarne domani? Rivederci? Sono Santos comunque- si presentò goffamente e visibilmente scosso.

Harry si perse il resto della conversazione, pensava a una sola cosa: Anna o Marie

Quando Anna lo trascinò a ballare, ed entrambi avevano abbastanza alcool in corpo, lei gli sussurrò esageratamente erotica  -Non so nemmeno surfare-

E la notte era più buia che mai.

  
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