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Autore: nohoramarcela    08/04/2021    0 recensioni
“Può riportare in vita i morti? Quella è l’unica cosa che mi aiuterebbe” replicò voltandosi nuovamente verso la piccola lapide.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paura dei reali
Un giorno qualunque di tanti anni fa un uomo venuto da lontano si accingeva a raggiungere il regno di un potente re conosciuto per la sua durezza e attaccamento alla famiglia. Mentre passava accanto al cimitero alle porte del regno sentì inizialmente un pianto e poi vide la creatura da cui proveniva.
Lo straniero ignorò il suo pianto, in fondo, da quello che poteva vedere, non faceva parte della sua razza e, come gli diceva sempre sua nonna, ognuna doveva stare con i propri simili. Non ci si doveva mischiare tra razze. Lui fece sempre come gli era stato detto, almeno fino a quel giorno. Non sapeva il perché ma quel lamento particolare gli straziava il cuore, riusciva a sentire il dolore della creatura dentro di sé.
Stette per un po’ fermo senza farsi vedere in attesa di capire cosa fare. Da una parte non voleva crearsi dei problemi interagendo con lei, dall’altra però sapeva che se non fosse andato in fondo alla vicenda si sarebbe portato con sé quel dolore. Dopo diverso tempo a riflettere decise che non poteva fare finta di niente quindi uscì allo scoperto e con molta cautela le si avvicinò. Notò subito che la creatura aveva fattezze umane però in lei c’era qualcosa che lo spingeva a pensare che non lo fosse. Era in ginocchio singhiozzante di fronte a una piccola lapide.
“Mi scusi se mi permetto ma la sentivo piangere e volevo capire se potevo aiutarla” disse allora lo straniero avvicinandosi un’altro pò. Lei sobbalzò al suono della sua voce e lentamente girò il volto verso di lui.
“Può riportare in vita i morti? Quella è l’unica cosa che mi aiuterebbe” replicò voltandosi nuovamente verso la piccola lapide. Lui non sapeva cosa dire quindi si prese un attimo per riflettere e notò che la tomba era quella di una bambina di 10 anni.
“No non ho questo potere mi dispiace però se posso essere d’aiuto in un’altro modo mi piacerebbe poterlo fare” disse infine sperando che questa volta andasse meglio. Lei come prima si voltò verso di lui, sospirò profondamente e decise di fidarsi.
“Se vuole posso raccontarle la storia di mia figlia, la sua storia” affermò puntando un dito verso la piccola lapide. Lo straniero deciso ad andare in fondo alla faccenda fece cenno di sì. La creatura allora sospirò e dando un’ultima occhiata alla tomba si girò completamente verso di lui.
“In caso non lo avesse intuito io sono una strega, vengo da una lunga generazione di streghe e sono sempre stata orgogliosa delle mie radici. Lo era anche lei, mia figlia. Quando l’ho avuta è stata per me il più grande regalo che la natura mi potesse offrire. Eravamo felici, molto. Cresceva sana e forte giorno dopo giorno.” Si fermò e socchiuse gli occhi riprendendo a piangere, lo straniero non sapeva che fare di fronte al suo dolore quindi rimase fermo qualche attimo.
“E poi cosa successe?” Si decise a chiederle infine sperando di non peggiorare la situazione visto quanto stava visibilmente soffrendo. Lei al sentirlo scrollò le spalle, alzò il volto e si asciugò gli occhi dalle lacrime con le mani.
“Cosa successe? Quello che mai avrei immaginato. Io avevo sempre insegnato a mia figlia a non dare fiducia ai reali del nostro regno e cercare di evitarli il più possibile. Quel disgraziato giorno però passarono per la strada che hai percorso anche tu il principe con dei suoi amici al seguito. Io avevo lasciato venire mia figlia qui da sola perché ormai aveva 10 anni e voleva staccarsi un po’ da me, inoltre non abitavamo troppo lontane. Maledetta me.” Ricominciò a piangere convulsamente e si mise le mani nei capelli come a volerseli tirare via dalla disperazione. Lui cominciava a capire come potevano essere andate le cose però voleva esserne certo prima di dire qualsiasi cosa.
“Per caso il principe le ha fatto qualcosa?” Le chiese dopo averci riflettuto. La strega rimase lì ferma a piangere qualche altro attimo prima di decidersi a guardarlo negli occhi per la prima volta da quando lui era arrivato.
“Sì. Sì le ha fatto qualcosa. Lei era qui da sola e lui con i suoi amici la vide. Aveva capito chi fosse perché siamo, eravamo, conosciute in tutto il regno. Smontò da cavallo e la raggiunse cauto. Lei lo riconobbe ma lui sapeva come raggirarla. Era molto buona e per quanto le avessi detto che non c’era da fidarsi dei reali lui aveva dei modi tali da aver conquistato la sua fiducia in un attimo. Il principe le chiese di fare una passeggiata assieme perché voleva conoscerla meglio visto che non c’era mai stata occasione prima. Lei giovane e piena di fiducia lo seguì. La portò in un grande prato e quando lei si accorse di ciò che voleva fare realmente ormai era tardi. La uccise e poi scappò. Io lo scoprii perché la andai a cercare visto che non era tornata a casa e si stava facendo tardi, qui al cimitero non l’avevo trovata e quindi mi feci aiutare dal mio amico corvo a pattugliare i dintorni. Fu lui a trovarla per primo e portarmi da lei, dal suo corpo.” Lo straniero a ogni parola che diceva vedeva lo sguardo della strega farsi sempre più buio e duro. Adesso riusciva a capire il suo dolore.
“Mi dispiace immensamente per quello che hai dovuto patire e mi dispiace anche per tua figlia, non meritava ciò che le è successo. Cosa ne è stato del principe?” Chiese infine di modo da avere tutto il quadro della situazione.
“Cosa ne è stato mi chiedi. Beh, appena capii chi le aveva fatto questo andai subito al castello per risolvere i conti ma non ci fu verso. Suo padre, il re, mi disse chiaramente che se solo avessi provato a torcere un capello a suo figlio mi avrebbe fatta fuori ma quel che è peggio avrebbe indetto una caccia alle streghe per sterminarci tutte. Non potevo metterle in pericolo quindi dovetti arrendermi e mia figlia non ebbe mai giustizia.” Terminò il suo racconto con la voce incrinata dal pianto e dal dolore, si girò di nuovo completamente verso la tomba e ci si sdraiò sopra singhiozzante.
“Mi dispiace che non sei riuscita a farle giustizia però non è colpa tua ciò che è successo, è stato lui e solo lui. Tu non hai colpe, volevi semplicemente che tua figlia crescesse indipendente.” Lo straniero cercò di consolarla ma lei non sembrava volersi muovere. “Io adesso devo riprendere il mio cammino. Mi ha fatto piacere conoscerti e mi dispiace profondamente per tua figlia, non immagini quanto.” Le disse prima di girarsi e uscire dal cimitero.
Fuori di lì riprese il suo cammino verso il centro cittadino. Si ritrovò a dover passare di fronte al castello durante i suoi giri e lì la vide, una statua che ritraeva il re e suo figlio fieri e seri. La guardò attentamente e si dovette controllare dalla rabbia che stava montando dentro di lui al ricordo del racconto della strega. Non riusciva a credere che qualcuno avesse potuto far del male alla bambina e non venir punito. Si decise ad allontanarsi per evitare problemi ma aveva un grande peso sul cuore.
 
  
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