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Autore: Sky_7    08/04/2021    0 recensioni
Perché qualcuno sceglierebbe mai di essere il cattivo di una storia? Da che esiste la divisione tra bene e male, nessuno si è mai definito cattivo, esistono solo due schieramenti dovuti a due opinioni contrastanti. è sufficiente questo a definire chi è il cattivo e chi il buono? E chi lo decide? Perché, da che mondo è mondo, sono i vincitori a scrivere la storia, che siano buoni o cattivi.
Se non fosse mai stato capitan Hook il cattivo? Se fosse solo stato una vittima delle circostanze, reso folle dai pensieri che non gli fanno trascorrere notti serene, dalla ricerca di quella vendetta contro un demone immortale che gli ha portato via non solo la mano destra ma anche la vita.
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Una storia in cui le cose sono andate diversamente rispetto a come le conosciamo.
Una storia che racconta il passato, presente e futuro del capitano James Hook, con tutti i retroscena e elementi inediti che racconteranno la sua storia e aspirano a dare un lieto fine a questo personaggio che nella sua lunga, lunghissima vita ha conosciuto solo dolore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Wendy Darling
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

“Per tutti i galeoni dei Caraibi! Donna finirai con l’uccidermi se continui con questa delicatezza da macellaio! Per la barba di Nettuno... Ho conosciuto pirati con la mano più leggera della tua” Emily evidentemente annoiata dalle continue lamentele del convalescente molto poco paziente, girò gli occhi al cielo davanti all’ennesima esclamazione lamentosa, ma apprezzò la fantasia.
“Per l’ultima volta, fino a pochi giorni fa le uniche volte che ho dovuto cucire avevo sotto mano un pezzo di tela, non pelle umana. Ora, per una buona volta, state fermo o posso giurarle che farò il tutto così lentamente da farvi rimpiangere la velocità dei morsi di quel suo fantomatico coccodrillo” James spalancò gi occhi davanti a tutta quella determinazione, ma soprattutto fu la sorpresa che fece sì che non replicasse ancora. Non era abituato a tanta irriverenza nei suoi confronti, Wendy non faceva testo e Charles era sempre stato un tipo indisciplinato, ma questa donna che aveva tutta l’aria di essere una Lady lo spiazzava non poco. Emily tirò di nuovo il filo in un ultimo punto prima di fare un nodo, purtroppo tirando un po’ troppo la pelle già fin troppo tesa e provocando altre lamentele da James
“Per tutti i pescecani, adesso basta!”
“Finito! E basta lo dico io, voi siete il peggior ferito con cui si può avere a che fare!” Charles seduto al contrario su una sedia ridacchiava seraficamente senza preoccuparsi di nascondersi dietro le braccia incrociate sullo schienale della sedia, beh fino a quando Emily non lo incenerì con gli occhi
“E tu... La prossima volta che ti salta in mente di farmi fare da infermiera a qualche tuo compare morente, ti spedirò a fargli compagnia nell’aldilà. Ora, con il vostro permesso” ovviamene non cercava davvero permesso di nessuno, perché se ne andò di gran carriera sbattendo la porta.
“Vorrei poterti dire che le sue sono solo parole al vento, ma temo mentirei spudoratamente” esordì Charles ridacchiando ancora “La verità è che non credo di aver ancora inquadrato quella donna”
“Donna solo in apparenza, mi sembra. Credo che quella farebbe filare dritto anche Teach” la risata che seguì si portò via anche gli strascichi del dolore di James per il trattamento subito, ma riportò anche la serietà tra i due.
“Qualche idea su come tu sia finito quaggiù? O come andartene?”
“Credo che innanzitutto dovrei scoprire dove sia questo quaggiù” Charles si portò il sigaro alle labbra senza distogliere lo sguardo dal maggiore che invece si era spostato dinanzi alla finestra per osservare le onde infrangersi sulla spiaggia
“E ne hai una vaga idea?”
“Qualcuna, di cui non ti renderò partecipe finché non smetterai di porre domande idiote con quell’odioso tono sarcastico che odio più di quel ridicolo codino in cui leghi i capelli” Charles non si curò del tono del moro, non gliele importava poi molto. Non si era mai abbassato a fare come voleva suo fratello, perché mai avrebbe dovuto cominciare adesso?
“Dunque?”
“Credo si tratti di un altro atollo di Neverland, solo più legato al mio passato. Da quanto tempo siete qui tu e la iena?”
“Poco, così mi verrebbe da dirti per istinto. Da un paio di giorni prima di te probabilmente, ma direi più un paio di secoli, dopo la nostra chiacchierata” non si era mai fermato veramente a pensare a cosa ci facessero lì, o come tutto ciò fosse possibile
“Cosa ricordi della tua vita di prima?” una domanda semplice che paralizzò il minore dei due.
“Non è di prima. Sono sempre io
“No ragazzino, tu non sei più quella parola e non potrai più tornare ad esserlo. E ora dimmelo, prima scenderai a patti con la verità prima potrai capire come agire. Qual è l’ultima cosa che ricordi”

“Insegnami a usare una pistola”
“Le spari giù grosse a parole, non ti metterò un’arma da fuoco in mano” James le rispose senza neppure spostare lo sguardo dal libro di poesie che stava leggendo comodamente sdraiato sul sofà nella sala di comando. In oltre un secolo lo aveva letto centinaia di volte, aveva consumato le pagine a furia di sfogliarlo, ma non se ne sarebbe mai stancato.
“Mi hai messo in mano una spada quando non avevo che dodici anni”
“Non è esatto, io ho solo rimediato ai danni che avresti potuto provocare data la tua totale assenza di preparazione nell’uso di armi” Wendy sbuffò poggiandosi contro lo schienale della poltrona
“Vorrà dire che chiederò a Sparky di insegnarmi, se non erro è stato il tuo maestro d’armi da ragazzo”
“Sparky è il mio nostromo, non andrebbe mai contro il mio volere, esattamente come chiunque fa parte di questa ciurma” il capitano sollevò lo sguardo nell’udire lo sbuffo della ragazza, i loro occhi cerulei si incontrarono “Ergo, non imparerai a sparare”
“Lo sai che sei uno stronzo?” chiese a quel punto la ragazza imbronciata con le braccia incrociate
“E fiero di esserlo... E chi diavolo ti ha insegnato a parlare così a un tuo superiore?!” il lato positivo fu che il capitano aveva definitivamente perso interesse per il libro e ora il suo sguardo anziché ghignante si era fatto quasi sconvolto.
“Cosa c’è di strano? Non siamo di certo alla corte della regina che devo avere un linguaggio da signora di buone maniere, no?”
“È qui che ti sbagli mia cara, perché sono questi dettagli che ci rendono differenti da qualsiasi altro buzzurro tagliagole” Wendy sbuffò sonoramente
“Non ti capisco... Accidenti! Hai detto che avrei dovuto imparare a difendermi perché non vuoi dover correre in mio soccorso, però non vuoi insegnarmi a sparare né lasci che sia chiunque altro ad insegnarmi” questa volta fu il turno di James di sbuffare, anche se solo per riempire il silenzio che da solo sarebbe bastato a darle ragione
“Certo che voglio che tu impari a difenderti, ma voglio anche tutelarmi. Non conosciamo ancora cosa ha spinto Peter a portarti fin qui la prima volta, né perché Neverland non abbia ancora finito con te”
“Il che è di vitale importanza”
“Il tuo sarcasmo è davvero fuori luogo signorina”
“Te l’ho già detto il perché, Peter ascoltava le storie che raccontavo ai miei fratelli. Una sera loro decisero che sarei dovuta crescere, avrei lasciato la stanza dei bambini e non avrei più raccontato storie, l’idea non piacque a Peter che mi propose di venire a Neverland, un posto dove nessun bambino crescerà mai e ho accettato” James, che aveva sollevato lo sguardo dal libro, osservava la ragazza, intenta com’era nel riassumere brevemente la parte della storia che conosceva tanto bene, non si era resa conto dello sguardo indagatore del capitano.
“Eppure hai deciso di tua spontanea volontà di voler crescere. Perché?”
“Rideresti”
“Tu dimmelo lo stesso” con lo sguardo basso sulle sue mani, Wendy cercava le parole adatte a esprimere quel pensiero per lei così scomodo ma, purtroppo, non c’era un modo per indorare la pillola.
“Mi ero innamorata di Peter” stranamente il capitano non fece una piega così lei continuò “ma a lui non importava, anzi si arrabbiò con me perché il nostro era solo un gioco. Mi ha spezzato il cuore, indipendentemente dal fatto che fossi solo una bambina, mi ha portato ad aprire gli occhi e, sì, anche a voler crescere” silenziosamente il capitano aveva riposto il libro chiuso sullo scrittoio e aveva lasciato la sua comoda seduta per osservare i movimenti dei marinai sul ponte
“Siamo portati a credere che l’amore sia una faccenda da adulti, quanta superbia! L’amore, quello vero, è quello dei bambini che crescendo viene dimenticato. Loro perdonano sempre e sanno che basta un giuramento con il mignolo per dimenticare qualsiasi torto ed essere felici... Se gli adulti ricordassero com’era essere felice senza una ragione, probabilmente il mondo sarebbe un posto migliore. I bambini sanno qualcosa che la maggior parte delle gente ha dimenticato” ora era il suo turno di avere lo sguardo perso nell’oblio, inseguendo un ricordo troppo lontano per essere raggiunto. Wendy si rammaricò di non riuscire a leggere nulla negli occhi chiari dell’uomo.
“Cosa c’entra tutto questo con me?”
“Perché tu sei una donna, Wendy” non ancora! Un pensiero improvviso come un fulmine nella mente della ragazza che però si morse la guancia per tacere “E in quanto tale ti sono chiare cose che, ahimè, a noi uomini non basterebbe una vita per capire... Creature straordinarie le donne: fragili nell’attimo, ma indistruttibili nel tempo”
“Argh! Odio quando parli per enigmi” con un gesto stizzito la giovane si lasciò cadere sul sofà ma non si risparmiò dall’incenerire il suo interlocutore quando questi cominciò a ridacchiare
“Temo che questo sia colpa dei geni che, tuo malgrado, hai ereditato da me” le si avvicinò con calma andando ad appoggiarsi allo schienale dei divano, sovrastando la giovane e facendo in modo che si guardassero in faccia “C’è una ragione per cui solo due donne misero piede sull’Isola che non c’è ed entrambe trovarono il modo di mettere in difficoltà qualcuno che si credeva superiore a loro. Le donne si preoccupano sempre per le cose che gli uomini dimenticano; gli uomini si preoccupano sempre per le cose che le donne ricordano” l’angolo delle labbra si sollevò andando a formare quel ghigno agghiacciante e sadico che aveva ormai reso il suo marchio, ma Wendy non ne ebbe paura, perché mai avrebbe dovuto? “Lui ti teme Wendy e questo e un punto a nostro favore che non possiamo permetterci di ignorare. Ora il punto è: perché? Lui ti ha mostrato il suo punto debole e ha paura che una tua prossima mossa possa di nuovo spingerlo in un tranello” lo sguardo della ragazza si oscurò per un attimo, talmente breve che James, se non fosse stato così attento, avrebbe potuto pensare di averlo immaginato
“Che idiozia” si alzò dal sofà con uno scatto, come se avesse appena ricevuto un rimprovero per la postura che non si confà a una signorina di alta società, forse le era stato ripetuto così tante volte da avere ormai una voce nella testa che le ricordava come comportarsi
“Se non ti dispiace vado nella mia stanza fino all’ora di cena. Probabilmente impiegherò il tempo allenandomi un po’ di scherma” James le rispose solo con un cenno che dovette bastarle perché lo lasciò da solo.
Quando ognuno dei due fu nella propria cabina, lui con un sigaro e lei davanti a una tazza di thé, uno stesso pensiero vorticava nelle loro menti. Era davvero tutto qui? E, in tal caso, perché aleggiava intorno a loro la certezza di star ignorando qualcosa di molto importante?

Wendy non rimase molto nella sua cabina, troppo sveglia per riposare e troppo stanca per continuare ad allenarsi. Era scesa dalla nave, aveva bisogno di camminare e schiarirsi le idee. Dopo qualche metro percorso su quella spiaggia bianca, maledicendo l’ingombro della spada che aveva deciso di portarsi dietro su consiglio di Spugna, aveva le mani piene di conchiglie. Riflettendoci, nonostante tutto il tempo che la prima volta aveva trascorso a Neverland, non aveva mai passato il suo tempo così, ma c’era da dire che quando finalmente puoi fare tutto ciò che desideri senza genitori che ti stanno addosso ricordandoti come devi comportarti, raccogliere conchiglie sulla spiaggia non è esattamente un qualcosa che ti verrebbe in mente di fare. Farlo adesso, come una qualsiasi bambina nonostante i suoi sedici anni, la faceva tornare piccola, la bimba sperduta che ancora si considerava, i cui panni sentiva di non aver mai smesso di vestire. Si può essere bimbi sperduti anche senza necessariamente raggiungere l’Isola che non c’è, lo capì il giorno in cui comprese il vero legame che la univa a James Hook perché il giorno in cui disse addio a suo padre, senza la certezza di rivederlo, fu il vero motivo che fece perdere Wendy. I suoi fratelli crebbero e velocemente dimenticarono la loro avventura che le loro menti tradussero come l’ultima favola che gli raccontò la loro sorella maggiore. Wendy sapeva perché lei avesse ricordato, lei voleva che ciò accadesse, non voleva dimenticarsi del padre che, per proteggerla, accantonò il suo stesso desiderio di vendetta.
Allora Wendy era troppo piccola per comprendere le strane e talvolta dure controversie della magia, non sapeva della sua tendenza a prendere molto più di ciò che dà, né del debito che l’Isola aveva nei suoi confronti.
“Credevo ti fossi persa. Stavo già per mandare qualcuno a cercarti”
“Hook sarò anche mancata da questo posto per diversi anni, ma, che tu ci creda o meno, lo conosco ancora abbastanza bene da non perdermi su una spiaggia deserta. Di più, ti sarebbe bastato salire sulla coffa dell’albero maestro per vedermi lì sul limitare del golfo” se già osservare qualsiasi genitore che attende il rientro del proprio figlio affacciato alla finestra potrebbe apparire terrificante al bambino in questione rientrato quando il sole è ormai tramontato, se il genitore è il sanguinario capitan Hook con un’espressione che non preannuncia nulla di buono decisamente basterebbe il pensiero perché qualche infante abbia incubi per diverse sere. Per chissà quale ragione, quest’aura di terrore che avvolgeva il capitano sembrava dissolversi nella foschia quando la sua interlocutrice era Wendy Darling, l’indisponente giovane donna che, con un sorriso birichino, riversò tutte le conchiglie che era riuscita a fare entrare nelle tasche tra i piatti della loro cena già da un pezzo lasciati sul tavolo.
“Hai saltato la cena per raccogliere conchiglie? Mi prendi per i fondelli?”
“Che volgarità capitano” esclamò con tanto di occhiataccia che era la copia sputata di una delle migliori espressioni tranquille di Hook.
“Vedi il lato romantico, ne farò un acchiappasogni da tenere nella mia cabina. Hai del materiale che posso usare? Spago, anelli di metallo...” il capitano lasciò uno sguardo al suo nostromo a metà tra l’esasperazione e una quasi disperazione.
“E tu saresti in grado di costruire un acchiappasogni?”
“No, ma posso provarci” disinteressata a tutto ciò che accadeva intorno a lei, Wendy osservava una ad una le sue conchiglie immaginando il risultato finale del suo operato.
“Vuoi mangiare mentre guardi le tue cianfrusaglie?”
“No grazie, sto bene così”
“Mh pensieri?”
“Dubbi” il capitano non rispose, limitandosi ad aspirare alcune volte dal suo sigaro, lo sguardo ceruleo fisso sulla ragazza senza vederla però realmente.
“Basta pensare. Andiamo sul ponte, è una bella serata e sarebbe un peccato sprecarla chiusi dentro” stranamente la giovane non ebbe da replicare e decise di seguirlo sul cassero, come il capitano aveva predetto il cielo era limpido e illuminato da migliaia di stelle.
“Ho qui una cosa per te” senza che Wendy lo avesse notato, Hook si era fatto passare un oggetto dal nostromo, dopodiché lo porse alla giovane.
“Mi hai fatto un regalo? Come mai?”
“Mi sono reso conto di non aver festeggiato la tua entrata nella ciurma”
“Non dirmi che hai fatto un regalo a ogni membro del tuo equipaggio” ridacchiò la giovane sciogliendo i vari nodi che impedivano alla stoffa colorata di far riconoscere il vero aspetto del dono.
“Gli ho risparmiato la vita anche quando non meritavano altro che l’asse di legno. E comunque è diverso. Tanto per cominciare sei l’unica donna del mio equipaggio, e spero ultima, e in secondo luogo sei anche l’unica ad esserne divenuta parte solo in seguito. Tutti loro sono vecchie conoscenze di un passato di cui ti ho raccontato” la ragazza gli sorrise raggiante, dopodiché aprì finalmente la scatola finemente decorata intagliata e dipinta con colori perlati.
Il carillon suonava un dolce valzer che Hook ascoltò ad occhi chiusi.
“Una melodia più adatta a una sala da ballo che una nave piena di ladri e taglia gole, ma spero che comunque sia un dono apprezzato”
“Molto, grazie. E per quanto mi riguarda non c’è posto migliore in cui ascoltarlo. Tanto non so ballare quindi non fa molta differenza” sul finire non poté fare a meno di ridere al ricordo di tutte le volte che
aveva pestato i piedi ai suoi fratelli durante le lezioni
“Sciocchezze, tutti sanno ballare” esordì il capitano con quel tono superbo che tanto dava fastidio a Wendy che, quindi, smise immediatamente di ridere.
“Beh io no” fece risentita “E odio ballare”
“Che idiozia” sbottò alzandosi e dirigendosi verso il parapetto della nave. Hook non era un tipo paziente e, per di più, odiava quando quelli che definiva suoi pari avevano idee contrastanti con le sue, non era raro che fosse sufficiente una situazione come quella per farselo nemico. Fortunatamente cercava di essere più flessibile con Wendy, altrimenti con i caratteri che si ritrovavano si sarebbero ridotti a spararsi contro un giorno sì e l'altro pure “Ballare è la prima cosa che un uomo fa con sua figlia quando la tiene tra le braccia. Per Nettuno, ragazza! Tuo padre non ti ha mai fatto ballare un valzer tenendoti con i piedi sui suoi?!” dal modo in cui Wendy abbassò lo sguardo e dalla sua espressione delusa il capitano si trovò a riflettere che forse quello che lui dava per scontato non fosse tale per altri. Mortificato, ma troppo orgoglioso per scusarsi, si voltò verso l'oceano che li circondava. Ritornò sui suoi passi quando sentì girare di nuovo la chiave del carillon per riprodurre di nuovo il brano, poi Wendy gli andò incontro con un'espressione tesa.
“Puoi sempre farlo adesso” dopo un attimo di smarrimento, James le sorrise amorevolmente porgendole la mano
“Sarà un vero onore”
Diversamente dalle altre volte in cui le insegnava qualcosa, questa volta non ebbe bisogno di darle direttive. Rimasero quindi così sul cassero a dondolarsi da un piede all’altro ma rimanendo pressoché nella stessa posizione: la mano e l'uncino a reggerle la vita, le mani di Wendy aggrappate alle spalle del capitano, l'orecchio contro il suo ampio petto, i piedi della ragazza su quelli di suo padre.



SPAZIO AUTRICE
Per la serie "Chi non muore si rivede" e io davvero mi faccio sentire moooolto raramente. Purtroppo per me, non avevo preso in considerazione, quando ho iniziato a pubblicare, che fosse meglio scrivere per intero la storia, soprottutto considerando che non avrei avuto sempre occasioni per riaprire questo documento Word che sta lì a prendere polvere. Ora come ora, avendo solo la trama su cui articolare tutti gli altri capitoli, sono curiosa anche io di sapere come si evolverà la cosa.
Posso annunciavi che nel prossimo capitolo, se tutto va come vorrei, finiremo questa divisione tra presente e passato (per poi provabilmente iniziarne a breve una di qualche altro tipo).
Beh, per il momento allego solo un'altra fanart di Wendy e Hook, che poi sarà strana io ma non mi riesce da immaginarli come una coppia... Sarà anche "colpa" del fatto che Hook e il signor Darling sono interpretati entrambi da Jason Isaacs...


Captain Hook and Jill by Evningstar0 on DeviantArt
   
 
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