Ferite lavate col limone spremuto,
non basterà il ricordo
a stabilire la ragione e il torto assoluto.
Della tua immagine sento il gusto amaro
rammentando ancora le parole dette,
sotto un sole di splendore avaro.
Ora reclami di non essere banale,
ma è la tua mente e ciò che contiene,
furia e vuoto siderale.
Ti vanti di ciò che non sei – coerente,
ma nella tua vuotezza,
è solo il tuo argomento autoreferente.
E se Abele si stanca di pagare per Caino,
non vedrò della tua coscienza
lo splendore adamantino.
E ora che cessa di correre il livore,
smetterai di essere del tuo ego
incessante adulatore?
Serba la ragione, se ti servirà –
Abele non guarderà ancora indietro,
dei ricordi sarà intatta l'abrasività.
Angolo Autrice: Più sfogo che poesia, ma era necessario. Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciare un parere.