Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    09/04/2021    1 recensioni
Un possente muro di nebbia divide due regni completamente diversi. Da una parte Arendelle, governata dai sovrani Anna e Hans e dai loro figli, non crede nell'esistenza della magia della quale solo pochi cantastorie possono raccontare attraverso miti e leggende. Dall'altra il popolo dei Northuldri che vive in armonia con la natura, governata dalla guardiana Elsa, unica in grado di controllarla grazie ai propri poteri. La nebbia che li divide, però, sarà costretta a dissolversi per mettere così a conoscenza entrambi i regni dei profondi segreti che una volta li univano e a causa dei quali sono stati costretti a separarsi...dimenticando uno dell'esistenza dell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Fratelli di Hans, Hans, Kristoff
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO I
 

L’autunno ad Arendelle rendeva l’atmosfera estremamente magica. Le foglie colorate ondeggiavano al vento, staccandosi poi per adagiarsi lentamente a terra e la nebbia che avvolgeva i monti di sera, creava quel velo di mistero che tutti accoglievano di buon gusto.

Arendelle era il paese della nebbia: il regno più potente e pacifico, ma ricco di miti e leggende riguardanti segreti magici e tenebrosi dei quali solo i più temerari riuscivano a raccontare. La magia celata dietro tutte quelle fiabe colpiva in particolar modo i bambini del regno che, seduti in cerchio attorno a un cantastorie, ascoltavano la storia del vento Zefiro, dello spirito dell’acqua Nokk, degli enormi giganti di terra e di una salamandra infuocata. Gli spiriti della natura aleggiavano nelle menti dei giovani provocando in loro stupore e timore, seppur mascherati da una grande razionalità che li portava a tornare con i piedi per terra consapevoli che, in realtà, la magia ad Arendelle non era mai esistita…e che non esisteva nemmeno in nessun’altra parte del mondo.

Il castello di Arendelle sorgeva alto e impetuoso, governando e controllando l’intero regno con sicurezza e onestà. Al suo interno, in una delle numerose stanze precedute da lunghi ed interminabili corridoi, riposava una giovane donna. La donna aveva il volto stanco adagiato sul cuscino di lino color porpora, le guance rosee punteggiate di lentiggini, la bocca dalle labbra sottili semi aperte e i capelli fulvi riversati disordinatamente sulla fronte. Quella giovane dama, di appena 23 anni, era la regina di Arendelle: sua maestà Anna.

“Madre, madre!” esclama una voce appartenente a una bambina di circa 5 anni, entrata nella stanza senza il minimo preavviso ed intenta ad arrampicarsi sull’immenso letto matrimoniale.

“Buongiorno anche a te Leila!” borbotta Anna abbozzando un sorriso, strofinandosi gli occhi e stiracchiandosi goffamente, per poi accogliere tra le braccia quella furia scatenata. La bambina, goccia d’acqua della madre, dai lunghi capelli rossi legati in trecce e gli occhi vispi e celesti, era una vera e propria forza della natura, capace di conquistare tutti con la propria simpatia.

“Quante volte ti ho detto, però, di non chiamarmi madre?” bofonchia Anna digrignando i denti per gioco, per poi fare un leggero solletico al collo della piccola che, divertita, cerca di nascondersi ancora di più tra le sue braccia.

“Einar dice che bisogna essere sempre educati, dice…ma io non so cosa vuole dire!” risponde la piccola di cinque anni, non ancora iniziata all’istruzione scolastica privata.

È in quel momento che qualcuno bussa alla porta e, dopo un inchino composto, entra nella stanza con fare regale. Un uomo alto e di bell’aspetto, dai capelli rossicci laccati e gli occhi verdi, si avvicina al letto posto nel centro della stanza, seguito da un bambino di circa sette anni.

“Piccola Leila, tuo fratello parla così perché si deve preparare a ricevere la giusta istruzione per diventare re!” commenta il sovrano di nome Hans, posando una mano sulla spalla del giovane che si mostra impettito e fiero di fronte ai familiari.

“Ora, se volete scusarmi, sono venuto a dare il buongiorno a vostra madre che oggi dovrà fare il settimanale giro di controllo nel regno, mentre io ho un’udienza con vostro zio Vincent” comunica l’uomo avvicinandosi ad Anna che si era alzata dal letto.

“Non fare troppo tardi, mi piacerebbe poter cenare insieme stasera” gli comunica lei a bassa voce appoggiando la fronte alla sua.

“Assolutamente amore mio, farò del mio meglio come ogni giorno. Buona giornata!” risponde lui affettuosamente, posandole un dolce bacio sulle labbra e sulla fronte per poi salutare i figli e dirigersi fuori.

“Madre, io ora vado a leggere!” afferma Einar facendo per uscire dalla stanza.

“Aspetta!” lo ferma la donna afferrandogli la mano e tirandolo a sé.

“Lo so che diventerai re e che non vedi l’ora, ma chiamami mamma d’accordo?” ribadisce lei, sollevandogli il mento con la mano per poterlo guardare negli occhi. Einar era un bambino molto calmo e pacato, esigente, educato e innamorato della lettura e dello studio. Il bambino aveva ereditato i medesimi occhi della madre, le stesse giocose sopracciglia, il colore dei capelli di entrambi i genitori ma con la differenza che, fin dalla nascita, aveva una piccola ciocca bionda che amava particolarmente in quanto bizzarra particolarità.

“Va bene… mamma…” si scioglie lui sorridendole per poi abbracciarla forte a sé, stringendole la vita. Anna accoglie l’abbraccio con piacere, invitando anche la sorellina gelosa a prenderne parte.

“Questo non toglie, però, che diventerò un bravissimo re! Forse anche meglio di papà!” urla lui giocoso, per poi saltare felice e correre fuori dalla stanza nuziale.

Anna respira profondamente, osservando quella vita che amava e i propri figli. La regina, unica e diretta, era orgogliosa di ciò che aveva costruito, sicura che anche i propri defunti genitori sarebbero stati fieri della loro figlia unigenita.
 


In un luogo lontano, oltre quel muro di nebbia del quale si raccontava nei miti, si celava un’altra vita. Un popolo misterioso viveva in piena armonia con la natura, riuscendo ad usufruire di tutti i suoi doni. Il vento ravvivava i folti capelli neri degli abitanti, la terra offriva frutti ottimi e verdure gustose, l’acqua permetteva fertilità e vita, il fuoco scacciava il buio infestante che li avvolgeva ogni sera. I Northuldri sapevano dell’esistenza di un altro mondo, più mondano e tecnologico che viveva dall’altra parte della nebbia, ma non volevano averne niente a che fare motivo per cui, anche per loro, non si parlava mai dell’argomento. Ogni sera la popolazione si sedeva attorno al fuoco, sgranocchiando pannocchie o frutta secca, ascoltando i racconti magici dell’anziana del villaggio Yelena. La magia per loro era all’ordine del giorno e permetteva di rinvigorire e dare sapore ad ogni momento della giornata.

“Tieni, bevi un po’ di questo nuovo infuso” afferma una giovane dai capelli neri, porgendo una tazza di legno a un’altra esile ragazza.

“Stasera direi che c’è una piacevole atmosfera. Mi piacerebbe ascoltare un po’ di musica” afferma la misteriosa fanciulla, sorridendo all’amica.

“Hey Kristoff, ci canti qualcosa?” chiede di nuovo la ragazza mora, di nome Honeymaren, riferendosi a un giovane muscoloso dai capelli biondi e gli occhi castani.

“D’accordo… Ryder, le signorine desiderano qualche canzone” risponde senza esitare il ragazzo, chiamando a sé il migliore amico con cui ogni giorno accudiva le innumerevoli renne della foresta.

“Se facciamo la canzone dei fiume, però, abbiamo bisogno di atmosfera…Elsa, ci pensi tu?” chiede Ryder, posizionandosi di fronte al fuoco imbracciando un mandolino.

È allora che la misteriosa fanciulla dai setosi capelli biondi, muovendo delicatamente la mano, trasforma le gocce d’acqua degli alberi in cristalli di ghiaccio.

Gli abitanti guardano esterrefatti il meraviglioso spettacolo, rivolgendo poi un dolce sguardo a Elsa, per nulla spaventati dal suo dono magico, ma al contrario innamorati.

Elsa, infatti, era l’unica in grado di entrare in profonda simbiosi con la natura e questo la rendeva, a tutti gli effetti, la vera guardiana della foresta.
 
  
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