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Autore: Kuro Iri    10/04/2021    0 recensioni
Sono passati molti anni dalla vittoria di Yokio contro i mostruosi òkolok, ma la terra che la Custode ha così faticosamente protetto è in pericolo, e ha bisogno di un nuovo protettore. chi verrà scelto dalla Custode? Un nuovo Guardiano o una nuova Custode?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
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Il prato era pieno di tende. Bambini sos-li giocavano a rincorrersi fra gli steli, sotto lo sguardo attento dei genitori. Uno di loro si voltò verso la foresta.
“Edeka san Lito raïwa”
“Asou. Ande kath-“
“Kaet!”
Al centro della radura era apparsa una sorta di ombra vorticante. I sos-li si mossero di scatto, allontanando i figli e armandosi con i primi oggetti che trovavano. Accerchiarono l’ombra, che si stava modellando come a formare una strana figura. Attaccarono nel momento in cui riconobbero le sagome di cinque persone.
“Sayiah! Kora sayiah!”
Lito si era lanciato a fermare i suoi vecchi compagni. Quando lo riconobbero, abbassarono di scatto le armi, gli occhi sgranati.
“Lito?! We katsure dö?!”
“Ze…”
Si girò verso Elda in cerca di aiuto per un veloce spiegazione. La Custode sorrise e mosse le dita in una danza. La sua ombra si divise in tanti filamenti che raggiunsero tutti i presenti, poi fece un passo avanti.
“Il mio nome è Elda, Spada di Luna e Custode nera. Io e i miei compagni siamo qui per trovare la tomba della Bestia Bianca e l’Eremita che la custodisce”
I sos-li si aprirono in enormi sorrisi di gioia.
“La Custode!”
“La Custode è qui!”
“Svelti! Svelti!”
La ragazza si rivolse all’amico.
“Hanno capito tutto quello che ho detto, ho solo la prima parte?”
“Credo solo la prima”
“Mika? Tutto bene”
Il giovane stava sbattendo le palpebre come se una luce troppo intensa gli ferisse gli occhi.
“La luce è troppo forte, soprattutto in quella direzione”
Indicò il sentiero che conduceva alla foresta.
“è la strada che dobbiamo fare per arrivare dove abita il tipo strano e inquietante di cui vi ho parlato”
“Allora andiamo”
Arrivati al limitare degli alberi, qualcuno afferrò il polso del sos-li.
“Fermi, da quella parte è proibito”
“Non preoccuparti, Jera. È per questo che siamo qui”
“Ma, Lito…”
“Fidati”
Sotto allo sguardo preoccupato di Jera, il gruppo si inoltrò nella foresta.


Il vecchio stava meditando seduto su una roccia. Ascoltava il sussurro dell’aria che soffiava fra le fronde. Ascoltava ciò che il vento gli portava da lontano. Ricordò il sogno fatto quella notte, e il volto severo della madre che lo ammoniva.
Stai per conoscere la Custode nera. Comportati bene, non esagerare!
Percepì una vibrazione nell’aria. Si concentrò: il vento parlava di una forza immensa, chiara come la luce e forte come il diamante, calda come il sole e fredda come il ghiaccio. Le labbra si aprirono in un sogghigno.
“è il momento”
Rientrò nella sua caverna, prese un mazzuolo e, con un forte colpo, fece suonare un gong. La nota si diffuse nella foresta, giungendo alle orecchie dei protettori di quel luogo. Il vento gli portò la loro riposta e il loro muoversi veloci e silenziosi, per cominciare la caccia. Il vecchio si addentrò ulteriormente nella caverna, finchè non giunse in uno spiazzo pieno di cristalli trasparenti. Sopra di essi, troneggiava un enorme scheletro.
“Finalmente, vecchio mio, soddisferemo il nostro compito”
 
“Si stanno avvicinando”
I cinque ragazzi si erano rifugiati su un albero immediatamente dopo all’avviso del sos-li di tanti qualcosa in arrivo.
“Mika? Non vedi ancora niente?”
“Nulla. Il che è strano: se fossero davvero alla distanza percepita da Lito, dovrei già poter vedere le loro luci, non capisco perché non ce ne siano”
Erano tutti tesi come corde d’arco, le armi sfoderate, salde in pugno e una freccia incoccata. Cercando di disperdere un po’ d’ansia, Lito fece rotare i pugnali. Ricordando le parole del nonno, cercò dentro di sé il proprio ‘nucleo’. Sah estrasse una seconda freccia dalla faretra e la strinse nella mano che reggeva l’arco.
Meglio essere pronti.
Elda aveva gli occhi socchiusi e ascoltava le ombre che la circondavano. Non sentiva niente. Senza un filo di vento, una foglia si mosse e le sfiorò la guancia. La Custode sentì una leggerissima vibrazione scorrere lungo il tronco. Guardò verso l’alto. Si lanciò sul terreno, trascinando con sé i compagni.
Sul ramo dove erano appostati fino a pochi istanti prima, calò un’ombra.
Due fauci enormi e terribili si chiusero sul legno, distruggendolo.
Nell’istante in cui ebbe toccato l’erba, Elda si mise in guardia.
“Svelti!
In piedi!
Ne arrivano altri!”
Si misero schiena contro schiena e attesero.
Sapevano e percepivano qualcosa che si muoveva nel sottobosco, ma né gli occhi del Veshgres né il tocco dell’ombra della Custode riuscivano a individuarli.
Finchè…
“Eh…
Ragazzi?”
Dalla foresta erano appena uscite sette creature.
“non è possibile…
La loro luce…
È fusa con la foresta!”
Elda spalancò gli occhi.
Somigliavano a Ry.
Erano solo più grossi, selvaggi e pericolosi.
Con un ruggito spaccatimpani, le creature attaccarono.
La Custode non voleva battersi con loro.
Le ricordavano troppo Ry.
A metà del salto, incrociò il suo sguardo di uno di loro.
Un disco di fuoco ghiacciato.
Pieno di rispetto.
Nello schivare, Elda sorrise.
La sua ombra si modellò a forma di spada.
Si unì ai compagni.
Il tempo passava.
 
Il cielo si fece rossastro.
Il combattimento non accennava a pendere né da una parte né dall’altra.
 
Mika non si sentiva più le braccia.
Erano ore, ormai, che combatteva.
Nonostante lo spadone fosse più leggero di quello a cui era abituato, gli sembrava più pesante di un macigno.
Provò per l’ennesima volta a usare lo sguardo del Veshgres.
La luce di quelle creature era ancora fusa con la foresta.
Ebbe un’idea.
Si lanciò verso uno di loro con un grido di sfida.
Calò la spada con tutte le sue forze.
La lama separò la luce della foresta da quella della creatura.
Mika sorrise.
Sapeva cosa fare.
Tornò all’attacco con la spada levata.
Il cielo ormai cominciava a scurirsi.
Gli ultimi raggi di sole illuminavano il campo di battaglia.
 
Una violenta zampata sbalzò Lito contro un tronco, mozzandogli il respiro.
Si scansò appena in tempo.
Una seconda zampata distrusse l’albero.
Si rialzò tossendo.
Attinse nuovamente alla terra.
Perse le forze.
Cadde su un ginocchio, lasciando cadere i pugnali.
Sentiva il respiro ansante della creatura che gli si avvicinava.
La loro luce…
È fusa con la foresta!
Le parole di Mika riaccesero una leggera speranza nel ragazzo.
Appoggiò i palmi a terra e si concentrò.
Cercò la luce della terra.
Cercò il contatto con quella della creatura.
Cominciò a tirare quella luce verso di sé.
Improvvisamente, il contatto si ruppe e Lito boccheggiò.
La luce del terreno che toccava, ora era sua.
La condividevano.
Guardò la creatura.
Aveva perso parte della sua forza.
Ora erano i suoi occhi a rifulgere di una luce smeraldina.
Recuperò i pugnali.
 
Gli ultimi raggi del sole abbandonarono il cielo.
Ora, la volta celeste era completamente buia.
 
Iriel cercava di contenere il nucleo d’acqua.
Dentro di sé, enormi onde si innalzavano burrascose.
Rodevano la sua energia.
Un’onda più forte delle altre gli fece perdere la concentrazione.
Le due creature che stava affrontando ne approfittarono.
Vennero fermate da Sah.
Una crepa si propagò lungo la striscia di roccia su cui si trovava il ragazzo.
Prima che riuscisse a reagire, la roccia si sgretolò.
Iriel cadde nel dirupo e finì in un torrente impetuoso.
Cercò invano di vincere la corrente, ma era troppo forte.
Urlando per la disperazione, fece esplodere la sfera d’acqua che era il suo nucleo.
Il torrente si bloccò.
Anche lui si pietrificò, sbalordito.
Rivolse il capo verso il campo di battaglia.
Sollevò le braccia.
Il torrente uscì dal suo letto.
Davanti allo sguardo sbalordito dei suoi amici e delle creature, Iriel atterrò sul campo di battaglia circondato da un torrente che sembrava congelato nel tempo.
 
Le prime stelle si accesero.
Sembravano minuscoli fuochi vivi.
 
Sah aveva finito le frecce da tempo.
Combatteva a mani nude o usando l’arco come mazza.
Dentro di sé, la furia che lo accompagnava dalla morte della madre lottava per liberarsi.
Vide due creature saltare addosso a Iriel.
“Attento!”
Non lo sentì.
Si lanciò contro le creature, salvando l’amico per un pelo.
Sentì un urlo.
Dietro di lui, Iriel cadde nel dirupo.
Sah abbassò la barriera che conteneva la sua furia.
La distrusse.
Quella furia si fece largo nel suo corpo, divorando come un incendio tutto ciò che incrociava sul suo cammino.
La sua criniera si allungò.
I muscoli si ingrossarono.
I denti divennero zanne.
Le mani si munirono di artigli affilati.
Nei suoi occhi si accese una luce selvaggia.
La sua gola vibrò in un ringhio che si trasformò in un ruggito.
La parte rimasta lucida della sua mente riconobbe ciò che gli era appena successo.
Lo aveva letto nelle Cronache della Custode Innevata.
Leyira era in grado di risvegliare lo spirito che la collegava alla terra.
A quanto pareva, poteva farlo anche lui.
Di contro, perdeva il controllo.
Abbandonando definitivamente l’arco, Sah attaccò.
La sua parte lucida capì di non poter vincere contro la bestia.
Poteva solo indirizzarne la furia.
Speriamo in bene…
 
Le lune apparvero tra gli alberi.
La loro luce illuminò qualcosa di incredibile.
 
Elda continuava a chiedersi a quale genere di prova fossero sottoposti.
Volevano testare la loro forza?
La loro velocità?
La resitenza?
La tecnica?
Ma soprattutto, chi li stava osservando?
Sentì un ruggito diverso dai precedenti.
Si girò nella sua direzione.
Sah si muoveva veloce come non mai, animato da una strana furia.
A quanto pare, non ho altra scelta.
Richiamò le volute.
Il suo corpo cominciò a risplendere.
Una sensazione di pericolo imminente la aggredì.
Si guardò attorno freneticamente.
I suoi occhi, ora, vedevano nella notte come se fosse giorno.
Si fermò.
Li chiuse.
Espanse il tocco alle ombre.
“Iriel!
Mika!
Via da lì!”
Una creatura, due volte più grande e minacciosa delle precedenti uscì dal suo nascondiglio e si gettò sui due.
Elda cominciò a correre.
Mika spalancò gli occhi.
“Non è possibile…”
Un attimo prima che le fauci si serrassero, Elda agì.
Il buio della notte penetrò dentro la creatura, bloccandola.
Con un grido animalesco, la Custode calò Tajia per decapitarla.
“FERMA!”
La spada si bloccò a un soffio dl collo. Dalla boscaglia uscì un vecchio. Sah gli ringhiò contro, e, per tutta risposta, ricevette un violento colpo di bastone.
“Ahi! Che diavolo ti prende?!”
“Bene. Sei tornato in te.”
La voce del vecchio era rauca e arrugginita, come se non parlasse da giorni. Elda, Iriel e Mika non accennavano ad abbassare le armi, quindi Lito decise di farsi avanti, salutando l’uomo secondo l’usanza del suo popolo.
“Nonnino, ci scusiamo per la nostra mancanza di rispetto e cortesia. Il mio nome è Lito, mio padre era un sos-li, combatté durante la Grande Battaglia. Mia madre era una sos-nov. Loro sono i miei compagni. Lei è Elda, Spada di Luna e Custode Nera, erede di Ypkyo. Comanda sulle ombre. Appartiene alla razza dei sos-nae da parte di padre e a quella degli elfi da parte di madre. Questo è Sah, della razza degli elfi. È stato il primo a riconoscere la Custode e a vederne il volto. Lui è Iriel, nipote di Ihalim, dal quale ha ereditato l’affinità con l’acqua. Lui è Mika, fratello adottivo di Elda. è un Veshgres, ma è puro e la sua scelta è stata dettata dal desiderio di proteggere la sorella. Siamo venuti qui per visitare la Tomba della Bestia Bianca e trovare una spada in grado di sconfiggere i nostri avversari. Se è lei il guardiano della Tomba, la prego di rivelarci dove si trova”
il vecchio lo guardò corrucciato. Elda ricordò qualcosa.
“Tu sei il figlio di Leyira e Mike, vero?”
Il vecchio sbattè le palpebre, stupito.
“Li hai incontrati?”
“Si”
“Avete superato la mia prova”
I quattro ragazzi si guardarono, confusi.
“Le creature che avete visto le ho mandate da voi per mettervi alla prova. Mika, hai usato il tuo potere per individuare la connessione del tuo avversario con la foresta, e sei riuscito a tagliarla senza ucciderlo. Lito, non solo hai spezzato la connessione, ma sei riuscito a ristabilirla con te stesso, come facevano i tuoi antenati all’alba della vostra razza. Iriel, hai superato tuo nonno: non era in grado di estendere il dominio del suo nucleo all’acqua esterna a lui. Sah, anche se hai perso quasi completamente il controllo, hai risvegliato il tuo spirito e sei riuscito a indirizzarlo. Elda. come hai fatto a capire che si trattava di una prova?”
Quattro paia di occhi la guardarono sbalorditi. La Custode si strinse nelle spalle.
“L’ho capito quando ho incrociato il loro sguardo”
Il vecchio annuì.
“Ti devo fare i miei complimenti. Seguite questo sentiero: vi porterà alla vostra meta”
Mentre i cinque gli passavano di fianco, sobbalzò e si girò verso di loro.
“Aspetta un secondo, tu”
Lito si fermò con un brivido.
“Tu mi ricordi molto quella dannata, piccola peste che cercava sempre di entrare nella foresta”
“Sarà qualcuno che mi somiglia!”
Cominciò a spingere i suoi amici lungo il sentiero.
“Coraggio, andiamo! Su, camminate”
   
 
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