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Autore: mattmary15    12/04/2021    1 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19
La verità

 

“Loki! Che stai facendo?” Grida Karen in preda al panico in cui l’ha gettata la scena a cui si trova ad assistere.

“Risolvo i problemi dello Shield.” Risponde il dio senza volgere lo sguardo verso di lei e continuando a fissare la sua vittima. Steve si prepara a lanciare lo scudo ma la voce di Loki lo precede.

“Se lo lanci non lo riavrai più indietro. Hai visto come posso usare l’aether.” Capitan America si ferma.

“Loki, basta!” Grida di nuovo Karen senza ottenere alcunché, neppure uno sguardo che lasci intendere che l’abbia sentita. “Loki!”

Karen si sforza di capire cosa sta succedendo. Lei sa che Loki l’ha accompagnata fin lì per impedire uno scontro fratricida fra Rogers e Stark. Sa anche che il rapporto tra Iron Man e Cap é appeso ad un filo sottilissimo ma non riesce a credere che Loki voglia davvero uccidere Barnes per evitare che si spezzi.

“Hai detto che vuoi combattere per i tuoi amici. Aiutami, Karen. Non lasciare che uccida Bucky.” La voce di Steve trema per la tensione. Karen stringe i pugni e si rivolge di nuovo a Loki.

“Lascialo andare.” Stavolta lui si volta e la guarda dritto negli occhi.

“Alcune cose sono inevitabili.”

“Non questa.”

“Non vedi il quadro generale delle cose.” 

La calma con cui Loki le sta parlando, come se tra le mani non avesse il collo di un essere umano, la fa infuriare. Nel profondo del suo cuore sa che non é rabbia. È paura. Per la prima volta vede Loki compiere un’azione malvagia con i suoi occhi. Uccidere Barnes non è una cosa che lei potrebbe accettare. Loki lo sa. Possibile che voglia farlo lo stesso? Lo deve fermare.

“Non lo vedo e mi rifiuterò di guardarlo se significa vederti uccidere un uomo. Non farlo. Troveremo un’altra soluzione.”

Quelle parole hanno il potere di far esitare Loki. In fondo lui ha sempre rifiutato di arrendersi anche di fronte ad evidenti fallimenti. 

L’esitazione gli costa il momento.

La parete opposta a quella occupata da Karen e Cap cede sotto i colpi esplosivi di Iron Man e lui e Nat entrano di corsa puntando le loro armi contro Loki.

“Non è più divertente, piccolo cervo,” Esclama Tony sollevando la visiera dell’elmo, “metti giù Barnes e falla finita con i tuoi giochetti. Decidi una volta per tutte, da che parte stai?” Loki non si muove. Stringe appena un poco la mano ben salda intorno alla gola di Bucky. Tony se ne accorge. “Non costringermi a colpirti davanti a Karen.” Sottolinea lui sollevando una mano e puntandogli contro le armi.

Loki lascia la presa e Barnes cade a terra. In un attimo, Steve gli è accanto.

“Siete ridicoli. Senza un vero nemico non siete capaci di fare fronte comune. Fino ad un paio d’ore fa stavate litigando come bambini. Lieto di avervi ricordato come fare ad essere una squadra.” 

Karen avanza lentamente verso suo marito e gli tocca il braccio con una mano per attirare la sua attenzione.

“È questo che stavi facendo? Cercavi di ricordargli cosa è davvero importante?” Loki non fa a tempo ad aprire bocca che il suono di un singolo applauso riempie l’aria. Tutti si voltano nella direzione da cui proviene il rumore e vedono Ross in piedi sulla porta semidistrutta.

“Bel teatrino. Dico sul serio. Ora signor Stark, prenda in consegna il soldato d’inverno e catturi Loki di Asgard.” Loki allunga le labbra in un ghigno e con una mano spinge Karen dietro di sé.

“Non sono una preda, generale. Sono il cacciatore. E si dia il caso che Barnes sia mio prigioniero.” Steve guarda il dio con uno sguardo carico d’interrogativi. Vuole aiutarli? Ingannarli ancora?

“Stark, lei ha firmato i trattati. Intende disobbedire?” Tony fa spallucce.

“Ci sono prove che qualcuno ha manipolato la mente del soldato Barnes usando il vecchio codice dell’Hydra. Ci sono anche prove che qualcuno ha risvegliato i super soldati russi che si facevano un bel sonnellino in questo seminterrato. Ah! Dimenticavo. Ci sono prove che è stato lei a fare tutto ciò. Come crede che la prenderanno alle Nazioni Unite?” Ross lancia sul pavimento una ventiquattro ore e sorride.

“La facevo più furbo, Stark. Mi avevano detto che lei è un genio. Non mi sembra che lo sia.” Tony guarda prima Ross poi la valigetta.

“Dovrebbe interessarmi?”

“Non vuole sapere dove i russi hanno preso il siero per creare tanti piccoli soldati d’inverno?”

“L’hanno rubato attraverso la Roxxon.” Risponde Tony facendosi serio.

“L’hanno rubato a suo padre. Per la precisione, lo ha fatto Barnes prima di uccidere lui e sua moglie in modo barbaro.” Ross sorride di soddisfazione. 

Loki stringe una mano a Karen.

“Avreste dovuto lasciarmi fare. Certe cose sono inevitabili.”

“No, non lo sono,” risponde lei sottovoce, “facciamo qualcosa, portiamo via Bucky.”

“È troppo tardi.” Dice mentre Tony si china sulla valigetta e la apre. Un monitor interno si avvia e manda le immagini riprese da una telecamera stradale in cui la macchina dei genitori di Tony va fuori strada. Poco dopo, si vede un uomo scendere da una motocicletta e freddare Howard Stark e sua moglie. L’uomo ripreso è Bucky Barnes. Oltre al tablet, nella valigetta c’è un fascicolo dello Shield.

Tony fa fatica a rialzarsi. Quando si volta verso Cap i suoi occhi sono ancora lucidi.

“Consegnamelo.” Dice solo.

“Non era in sé.” Lo sguardo di Steve implora la sua parte razionale di capire. E Tony capisce ma non nel modo in cui spera Steve.

“Tu lo sapevi?”

“Non era lui! Non ha colpa per quello che ha fatto sotto condizionamento. Sono tutti vittima dell’Hydra!” Esclama Rogers. Tony urla. Un grido disperato carico di frustrazione.

“Consegnamelo!” Steve lo poggia sul pavimento e si frappone fra il corpo dell’amico e Stark.

“Non posso.”

“È questo il tuo concetto di squadra, Rogers? Di amicizia?”

“Posso capire come ti senti.” Accenna Steve ma Tony si lancia all’attacco.

“Non osare. Sei un bugiardo. Hai sempre saputo e hai tenuto la bocca chiusa perché ti faceva comodo. Ti credevo il migliore tra noi ma sei il peggiore.” 

Lo scontro fra i due si anima sotto lo sguardo allibito di Nat e Karen che non sanno come intervenire.

 Loki si muove nell’ombra come fa di solito quando nessuno bada a lui e, in un attimo, é alle spalle di Ross. L’uomo si volta di soprassalto quando se ne accorge.

“Ammetto che ho apprezzato lo sforzo, generale. Il piano non era affatto male. Ammetto anche che consegnarti i codici dello Shield é stato un azzardo.”

“È stato l’agente Coulson a darmeli.” Loki cambia aspetto per un momento poi torna se stesso.

“Come dicevamo, é stato un azzardo. È servito al suo scopo. I codici che le ho consegnato hanno anche decriptato tutti suoi file. Credo che Fury riuscirà facilmente a farla rinchiudere in una di quelle celle per super criminali che aveva riservato al dottor Banner e i suoi amici.”

“Fury é morto.” Loki sorride.

“Un uomo della sua esperienza che crede alle favole.” Ross fa per scartare la figura di Loki e guadagnare l’uscita quando lui allunga una mano e l’afferra per il bavero dell’uniforme tirandolo a sé. “Parlo per esperienza: deve imparare ad accettare la sconfitta con più stile. E ora farà ciò che le ordino o la polverizzo. Le garantisco molto dolore.”

“Cosa vuoi, maledetto?”

“Una cosa che io concedo raramente: la verità.”

“Li vedi?” Grida Ross indicando Capitan America e Iron Man che si battono con rabbia e determinazione. “Non mi ascolteranno mai.”

È in quel momento che Loki usa la sua magia per gelare il pavimento e bloccare i due contendenti per un attimo. Entrambi si voltano verso Loki ma vedono il generale tenuto per la giacca dal dio asgardiano.

“Parla.” Ross deglutisce e comincia.

“Due mesi fa ho guidato un’azione di verifica delle condizioni della città di Sokovia e ho conosciuto un ingegnere che aveva perduto la famiglia nello scontro tra voi e Ultron. Era entrato in possesso di un vecchio diario del KGB in cui erano riportati i codici di condizionamento del progetto sovietico del super soldato Hydra. Ho sfruttato le mie conoscenze all’intelligence per rintracciare Barnes e sono andato di persona a Praga affinché rispondesse solo ed esclusivamente a me una volta ripristinato il condizionamento.” Si ferma ma Loki lo strattona e riprende. “Volevo sfruttare i trattati di Sokovia per catturare Hulk e non potevo farlo con Fury tra i piedi. L’attentato doveva toglierlo di mezzo e creare la confusione necessaria per consentirmi di mettere le mani sugli altri super soldati. Quando ho reclutato Barnes, lui mi ha raccontato tutto il suo passato. L’addestramento di questo piccolo ma potente esercito e le missioni svolte. Anche dell’assassinio dei tuoi genitori, Stark. Mi stava offerendo la chiave per controllare ognuno di voi ma avevo bisogno delle prove. Prove che lo Shield è corrotto! Avrei fatto uccidere Barnes, lo giuro  Stark!” Grida e Loki lo scaraventa a terra. 

“Se continuate ad ammazzarvi tra di voi, farete il suo gioco. Non vincerà nessuno.” Dice il dio guardando Karen che annuisce. 

Steve si scuote il ghiaccio di dosso e si muove verso Tony.

“Non nuocerà mai più. Te lo prometto.”

“Non lo farà. Quindi tienilo alla larga da me. Portalo via,” fa Tony indicando Bucky, “e lascia lo scudo. É di mio padre.” Steve non risponde. Si china su Barnes e lascia cadere lo scudo. “Nat prendi il generale e andiamo.” Vedova nera annuisce e solleva in malo modo Ross.

Mentre Steve e Bucky si allontanano verso l’uscita, Karen si avvicina a Tony.

“É davvero necessario? Steve non ha nessuno.”

“Ha il suo migliore amico.”

“Tony.” Iron Man si volta a guardare Karen e raccoglie lo scudo.

“Non posso. Ho fatto tutto ciò che potevo.” 

“E lo hai fatto bene, uomo di latta.” La voce che li interrompe é quella di Loki. “La via della rettitudine é lastricata di pessime scelte e dolorosi rimpianti. Capitan cuore d’oro lo sa.”

“Consegnerò Ross alle Nazioni Unite.” Risponde Stark annuendo. “Riporterai Fury sulla Terra?”

“Se Thor non l’ha già fatto, forse ha altri piani. Gli orbi sono creature strane.”

“E lei?” Chiede Tony indicando Karen. “Ti prenderai cura di lei?”

“È mia moglie.” Le labbra di Tony si piegano appena all’insù. Non un vero e proprio sorriso.

“Ti danno ancora la caccia.”

“Torneremo su Jotunheim, se necessario.” Dice Karen prendendo una delle mani di Loki.

“Per te ci sarò sempre, dottoressa. Anche se hai fatto il tifo per Rogers.”

“Volevo solo che non finisse così.” Loki fa un passo in avanti.

“ ‘Così’ non é così male. Alcune cose richiedono tempo per sistemarsi.”

“Forse potresti aver ragione tu, adesso però ci sono un sacco di cose da rimettere a posto. Buona fortuna ad entrambi.”

Tony si volta e guadagna l’uscita. Karen sospira. Loki le circonda il corpo con le braccia.

“Non é finita. Si é solo chiuso un capitolo. Qualcosa mi dice che, sfortunatamente, li rivedremo ancora.”

“Detesto il modo in cui Steve è andato via.” Loki la lascia andare. Anche se sa che più volte Karen ha scelto lui, il modo in cui la donna ne parla, quello che prova per quell’uomo, gli suscita comunque un forte sentimento di gelosia.

“Chiedi ad Heimdall di aprire il bifrost e raggiungilo! Sei una principessa di Asgard, puoi ordinarglielo.” Dice freddamente. Karen gli poggia una mano sul petto all’altezza del cuore.

“C’é un po’ di confusione sui miei titoli. Io sono la regina di Jotunheim. Sono esattamente dove dovrei essere. Concedimi solo un po’ di amarezza per come è andata a finire questa storia.” Loki si sente invadere da un improvviso senso di tenerezza.

Quanto potere racchiude in sé quella creatura ferma in piedi davanti a lui eppure ha ancora occhi limpidi che trasmettono le sue emozioni, un cuore così ingenuo riguardo al dolore che comporta il semplice fatto di esistere. La ama con una violenza che non ha mai conosciuto. Prova il desiderio di proteggerla, nasconderla da quel dolore. Lui però sa che significherebbe impedirle di esistere. Non c’è ingiustizia più grande. Ognuno dovrebbe essere lasciato libero di pagare il prezzo che preferisce per stare al Mondo.

Karen ha già dimostrato di essere disposta a pagare un prezzo altissimo per affermare la sua Volontà. Lui sarà in grado di accettarlo? 

L’immagine della visione che lo ha condotto fino al Collezionista, riaffiora nella sua mente come richiamata da una qualche incomprensibile connessione con quei pensieri. La scaccia.

“Torniamo.” Dice solo.

“Dove?”

“Heimdall? Portaci a casa.” Risponde lui e la luce dell’arcobaleno li avvolge.

 

Vestito di nero a quel modo stona con lo sfondo che osserva dall’alto di quella balconata. Il cielo é tutto oro e candore.

“Pronto per tornare?” La voce di Loki nasconde sempre un po’ di sarcasmo.

“Ho alternative?”

“Puoi restare. Non so quale piega potrebbe prendere la tua convivenza con Odino ma credo che non ti negherebbe asilo.”

“Non sono fatto per poltrire a letto.”

“Puoi partire alla volta di nuovi mirabolanti avventure!” Esclama facendogli il verso. “L’universo é immenso. Sono certo che su alcuni pianeti uomini autoritari con un occhio solo potrebbero vivere vite meravigliose.” Fury si volta e ghigna.

“Ho visto appena un angolo dell’universo e mi è venuta voglia di tornare a casa. Fino a che sono rimasto sulla Terra, gli occhi li avevo entrambi. Non mi va di perdere quello che mi è rimasto.”

“Stark potrebbe fartene uno nuovo!”

“Non voglio che una macchina sostituisca pezzi di me. Basta già un uomo di ferro.”

“Il fato ce ne scampi!” Esclama Loki. “Se hai preso la tua decisione, Thor ti aspetta al bifrost.”

“Non credere che in questo trambusto mi sia dimenticato della dottoressa.”

“Lei non verrà con te. Per ora ce ne staremo un po’ per conto nostro.”

“Non ne avevo dubbi dopo il casino che avete combinato.”

“Lo sistemerai tu, no?”

“No. Lo Shield ha un nuovo leader ora.”

“Quindi che farai?”

“Me ne starò un po’ per conto mio.” Loki ride. “Vi terrò comunque d’occhio.” Fury sta per lasciare la stanza quando si volta e torna indietro. “Non mi sono scordato neanche di quell’altra faccenda.” Dice allungando una busta. Loki la apre e vi trova alcuni documenti. Apre quello che sembra essere un passaporto.

“Tom Hiddleston?” Chiede.

“Inglese. Coulson non ha preso bene il fatto che ti sei sostituito a lui per un po’. Non ti hanno concesso la cittadinanza americana. Per ora.” Loki sente qualcosa tirare nel petto ma non si muove.

“Non ho portato a termine la missione. Non ho ucciso Barnes. Il gruppo si è sciolto.” Fury fa spallucce.

“Stark e Rogers sono vivi. Nessuno dei miei é finito sottoterra. Per come la vedo io, sei andato bene. Oggi essere un agente dello Shield non significa molto. Potresti essere un agente di Asgard!”

“Non lo so. Non mi convince.”

“Potresti avere una squadra tua.”

“Lavoro meglio da solo.”

“Sei sposato, non sarai mai più da solo, finanche lo volessi. Tieni solo la dottoressa al sicuro.”

Loki lo lascia andare via. Cammina fino alla balconata, appoggia le mani sulla balaustra e guarda fuori. Un vento placido sposta appena le nuvole. Alcune stelle già brillano nel cielo di Asgard. Fissa quella più luminosa.

“Brilli ogni giorno di più. Sei fiera del mio operato o vuoi avvertirmi di un pericolo che si avvicina? Dimmelo, madre.” Sospira preoccupato. Volta le spalle al cielo e si mette in cerca di Karen. 

 

Fury raggiunge il bifrost in compagnia di Thor. Quando vede finalmente l’uomo che chiamano Heimdall, si accorge che é in compagnia di Karen. Indossa un abito asgardiano.

“Ti si addice, dottoressa,” dice indicando il vestito, “sembri una di loro.” Lei sorride.

“Con uno di questi, chiunque sembra uno di loro.”

“Io no. È tempo per me di tornare.”

“Ti aspettano con ansia.”

“Mi aspetteranno inutilmente.” Karen lo guarda in modo interrogativo.

“Che vuol dire?”

“Che torno sulla Terra ma non allo Shield. Lo ricostruiranno senza di me. Io sono la vecchia guardia.”

“Vuoi mollare?”

“Al contrario. Voglio avere entrambe le mani libere.”

“Mi faresti un piacere?”

“Un altro? È già un favore bello grosso lasciarti qui.”

“Non riguarda me. Rintracceresti Steve? Un aiuto gli farebbe comodo.”

“Il capitano ha tutto l’aiuto che gli serve.”

“Non ne sono certa.”

“Se vuoi accertartene, fallo da te.” Karen abbassa lo sguardo. Fury prosegue. “Puoi tornare sulla Terra quando vuoi. Ci avanzava una green card. Credo che Loki se la sia meritata a questo giro. Lui tiene d’occhio te. Tu tieni d’occhio lui per favore.” Karen si lancia al collo di Fury. 

“Grazie.”

“Non ho cambiato idea. Siete tutti e due un pericolo per la Terra. Nonostante ciò voglio credere che saprete fare del vostro meglio per non nuocere. L’identità che abbiamo dato a Loki non gli consentirà di cancellare quello che ha fatto ma lo terrà lontano dai riflettori. Coulson ha già diffuso le immagini in cui ricostruisce il palazzo delle Nazioni Unite. Non cambia le cose ma è un piccolo passo perché altri lo vedano come lo vedi tu.”

“Non so che dire.”

“Non dire niente. A presto.”

Thor gli si avvicina e fa un cenno ad Heimdall di aprire il bifrost.

Karen rimane sola con il guardiano. Lui si accorge che sta piangendo.

“Qualcosa non va?” Lei scuote il capo.

“È che lasciare andare la rabbia e il dolore fa male.” Heimdall la osserva singhiozzare senza capire.

“Vuoi che chiami Loki?”

“Non ce n’è bisogno.” La voce del dio degli inganni li prende alle spalle. Karen si affretta ad asciugare le lacrime. Lui le prende una mano e la trattiene.

“Non devi farlo. Lascia andare sia la rabbia che il dolore. Non fanno parte di te. Liberatene.” 

Karen poggia la fronte contro il suo petto e piange come non ha fatto più da prima della sua morte.

Il dolore é pur sempre un’emozione.

Lei ha bisogno di sentire di nuovo le sue emozioni.

Ha bisogno di sentirsi viva oltre la sua morte, la sua trasformazione. 

Loki le accarezza i capelli con una mano.

“Sei viva.” Gli dice, dimostrandole di comprendere ciò che prova ancora una volta.

“Sono viva,” risponde lei, “posso vivere.”

“Ne hai pienamente diritto.”

“E tu vivrai con me?”

“Ogni giorno della mia vita. Dove vorrai.”

“Sulla Terra?”

“Persino in quella casa sul lago.”

“E che farà il dio degli inganni in un posto tanto sperduto nell’universo?”

“Mi annoierò leggendo libri e guardando gli alberi mossi dal vento.”

“Una galera insomma!”

“Una volta, una donna molto intelligente ha detto che non esiste prigione che possa trattenermi a lungo.”

“Quindi saresti un prigioniero costantemente tentato dall’evasione.”

“Esatto.”

“Non sembra un’idea allettante.”

“E’ l’idea migliore che abbia avuto. E, dopotutto, non cambierebbe nulla. Io sono prigioniero. Tu tieni le mie catene dal giorno in cui hai aperto per la prima volta la mia cella allo Shield.” Karen sussulta impercettibilmente.

“Non me l’avevi mai detto.”

“Non mi piace confessare le mie debolezze.”

“L’amore non è una debolezza.”

“Non concordo su questo ma mi piace credere che amarmi possa darti forza anziché debolezza.”

“Non sai quanto è vero.”

“Allora è deciso. Apriamo un nuovo capitolo di questa storia.”

Karen lo bacia e le macerie di ciò che é stato fanno meno tristezza.

  
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