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Autore: Nuage_Rose    12/04/2021    0 recensioni
Dal testo:
"Il capitano Mustang la guarda, incuriosito da quella creatura che credeva fosse una leggenda, una sua fantasia morbosa o una sua allucinazione. Mera fantasia. Invece ora la può vedere, in tutto il suo splendore, mentre si dimena incatenata. I suoi capelli color corallo ed ondulati come le onde del mare, la sua pelle perlacea e quella coda da pesce smeraldina."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dolce Melodia 

 

Il capitano Mustang la guarda, incuriosito da quella creatura che credeva fosse una leggenda, una sua fantasia morbosa o una sua allucinazione. Mera fantasia. Invece ora la può vedere, in tutto il suo splendore, mentre si dimena incatenata. I suoi capelli color corallo ed ondulati come le onde del mare, la sua pelle perlacea e quella coda da pesce smeraldina. Gli occhi della sirena sono blu come le profondità dell’oceano e vorrebbero inghiottire il capitano e farlo morire, sprofondare fino al fondo degli abissi.
Mustang da un colpetto al vetro che lo divide dalla creatura, immersa in acqua salata, legata ed imbavagliata. Sorride dell’espressione furiosa che quella strana bestia gli riserva, non se ne cura e nemmeno lo spaventa. Si china a studiarla per l’ennesima volta, domandandosi come sia possibile che una creatura tanto bella e leggiadra sia capace di far crollare a picco navi, battaglioni, flotte e far morire interi eserciti usando solo la sua voce melodiosa ed ammaliatrice. Ma non ha alcuna importanza il come. Ha importanza solo che sia così.
Si volta verso il suo vicecapitano, un ragazzo dai corti capelli scuri e dagli occhi azzurri come il cielo, sui venticinque anni. Morgan Nereo è diventato vicecapitano da poco. Da quando ha portato alla cattura della sirena, che- ingenuamente- si era innamorata del bel marinaio.

~

La luce della luna penetra lentamente negli occhi chiari di Morgan, che lentamente riprende ad aprirli. Una voce, una voce stupenda che canta lo attira a lui, lo riporta nel mondo dei vivi. Una voce di donna, leggiadra e piena di voglia di vivere, amore e poesia. Morgan apre gli occhi: una donna dai lineamenti eterei, lunghi capelli mossi e rossi, occhi scuri e dolci. Sente il suo tocco sulla guancia: “Sei salvo.” Lei gli sorride, grata. Il suo amato marinaio è vivo, Madre Oceano si può prendere tutte le altre anime degli esseri umani. Ma non quella del suo Morgan, tutto ma non lui.
Bacia la fronte del marinaio, stringendolo a sé. Solo allora il ragazzo vede le branchie sul collo della sua salvatrice e la coda verde al posto delle gambe. Una sirena. Una sirena lo ha salvato. “Tu chi sei?” domanda lui, ancora incredulo per ciò che gli è appena successo. “Alyssa. Mi chiamo così…” La sua voce è soave come un flauto, ma profonda e vibrante come quella di un pianoforte. Morgan la ringrazia, stringendola a sé e sentendo il suo cuore battere contro il petto della giovane, così fragile e tremante.
Un desiderio si insinua nei loro cuori e basta uno sguardo per cedere alla tentazione che unisce i loro respiri. Si baciano. Si baciano di nuovo, sentendo nei loro corpi un bisogno fisico di unirsi per non dividersi mai. Le loro lingue si inseguono, le loro mani si rincorrono mentre sulla spiaggia sabbiosa cala il sole del tramonto.

~

Il vicecapitano ha ormai notato che il corpo della sirena ha qualcosa di diverso. Qualcosa per cui si sente responsabile. Alyssa è incinta. Stanno tenendo prigioniera una sirena incinta.
Il capitano ne è entusiasta. Ma lui no. La sirenetta lo guarda con una espressione di odio mista a speranza, diversa da quella che usa con il capitano Mustang. Perché lei ancora ci spera. Perché lei lo ama. Perché lei sta per partorire il frutto del loro amore, senza nemmeno sapere come sia potuto accadere tutto in una notte d’amore e passione. Morgan vorrebbe ignorare la cosa, far finta che Alyssa non sia nient’altro che un arma da usare contro i loro nemici. Una bestia da controllare e manipolare, senza tener conto dei suoi sentimenti o desideri.
Morgan vorrebbe non amarla, perché amarla ancora fa male. Perché lui l’ha tradita. E quella sporgenza, quella pancia troppo gonfia e carica di vita non fa altro che accrescere il suo senso di colpa. “Capitano, i giapponesi sono a cinque miglia di distanza e hanno distrutto i nostri sottomarini, evitando i nostri attacchi!” si affanna a riportare un soldato della marina, che sa che cosa sta per succedere e l’idea terrorizza lui e tutto l’equipaggio. Potrebbe non funzionare, portando tutti loro alla rovina.
Ma il capitano Mustang è sicuro, deciso, sente di avere tutto sotto controllo. Sente di avere la creatura sotto controllo. Ordina a tutti i suoi sottoposti di prendere le cuffie realizzate da poco dai loro ingegneri militari, prima di togliere il bavaglio che imprigiona la voce della loro arma segreta. La bocca scarlatta di Alyssa viene così liberata dalla maschera di ferro che la bloccava.
Vederla fa tremare leggermente il vicecapitano. “Non potete farlo! Non sapete a cosa andate incontro! Madre Oceano sarà furiosa per il mio rapimento, le avete portato via una delle sue figlie!” Grida con tutto il fiato la sirena, sapendo che solo un uomo sentirà la sua voce nonostante le cuffie. Morgan si stringe una mano al petto, dove un miscuglio di emozioni e sentimenti diversi lo stanno dilaniando da mesi, da quando il capitano ha catturato Alyssa. Da quando ha scoperto che lei è incinta. Da quando ha saputo di essere il padre del bambino, se così si può chiamare il piccolo che alberga nel ventre della splendida sirena che gli aveva salvato la vita, invece di darlo in pasto all’oceano insieme ai suoi compagni.  La giovane sirena viene percorsa da una scarica elettrica che le scuote tutto il corpo, sa che deve cantare se vuole salvare la sua vita e quella del suo bambino. Fissa l’uomo a cui aveva donato il suo cuore e la sua fiducia, pregando per la sua anima. Apre nuovamente la sua bocca perfetta ed inizia a cantare una melodia che parla di amore e tradimento, di sentimenti e legami spezzati, ma anche di speranza per il futuro.
Alyssa vuole che sua figlia sappia cosa si prova quando si ama qualcuno, come lei aveva amato profondamente il vicecapitano.

Cambierà, con l’amore riuscirò a spegnere il male che c’è qui… che non può più dividerci.
E le bugie, che qualche volta sentirò…
le trasformerò in gioielli di purezza e fedeltà.
Mare che mi incanti come il cielo blu,
guidaci e il nostro sogno arriverà
sulla stella del destino, la giustizia tornerà.
L’assoluto di un amore può
rendere caldo un vento freddo,
vincendo le difficoltà che nella vita incontrerà.
Riaccendo ogni cuore che
da troppo tempo si era spento…
schiarisce ogni ambiguità,
traduce tutto in verità.
L’assoluto di un amore può
cambiare i connotati al mondo,
cancella la fatica tua, riempiendo di poesia
un nuovo giorno.

I radar del sommergibile impazziscono al suono della voce della sirena, mentre l’equipaggio giapponese si getta in mare uno ad uno, perdendo le loro lacrime per la sirena nelle acque dell’oceano freddo, che gli accoglie e li uccide nel suo abbraccio da Madre crudele e protettrice.
Il capitano Mustang esulta, felice della riuscita del suo piano. Non si accorge che un missile giapponese, lanciato poco prima dell’inizio del canto di Alyssa, centra in pieno il loro sommergibile. Scattano gli allarmi e tutto l’equipaggio americano cerca di trovare un modo per salvarsi, seguendo i protocolli. Morgan è l’unico che non corre alle cabine di salvataggio, ma resta a fissare negli occhi la sua amata sirena. Si domanda cosa sia la cosa giusta da fare, lui che ha tradito un essere così puro e buono, talmente tanto che lo ama ancora. Ha sentito la forza della sua disperazione, della sua speranza e del suo amore incondizionato.
Alyssa batte furiosamente contro il vetro della gabbia che la rinchiude in un’acqua che non è quella della sua amata Madre Oceano, tenta di liberarsi per tornare libera a nuotare per i sette mari. Il sommergibile prende acqua, sprofondando sempre di più ed il tempo per il vicecapitano sta per esaurirsi. Morgan estrae la pistola di servizio e distrugge il vetro che teneva rinchiusa la sirena. Come un pesce fuor d’acqua, Alyssa inizia a dibattersi in cerca di una via di fuga. Il marinaio si china verso di lei, accarezzandole il ventre pieno e piangendo disperato per l’errore che ha commesso: “Se puoi, Alyssa, perdonami.” La prende in braccio prima ancora che la sirena possa replicare e sentire le scaglie della sua verde coda contro il braccio gli sembra meno strano rispetto alla prima volta che ha accarezzato quella parte di lei non umana.
Corre verso l’uscita, tenendo stretta la sua amata fra le braccia e pregando di riuscire a salvare almeno lei ed il loro bambino. La porta d’uscita che trovano è bloccata, il capitano Mustang ha lasciato il suo vice indietro, marchiandolo di altro tradimento. Alyssa allora accarezza il volto sbarbato del suo uomo ed il suo sguardo dolce e pieno di compassione lo fa tremare: “Nereo, noi sirene partoriamo solo femmine. Nel mio grembo, sta per nascere tua figlia.” Lui la bacia, dimenticando per un attimo la situazione in cui si trovano, preso dal grande amore che prova per la sirena che presto diventerà la madre di sua figlia. Non gli importa se la piccola avrà la coda e vivrà in fondo all’Oceano.
Non gli importa che non sarà mai una umana come lui, che il suo posto sarà sempre negli abissi accanto alla madre. Vuole solo che lei nasca, che lei viva. Spara al soffitto ormai fragile del sommergibile, che riempie ancora di più d’acqua il mezzo, aprendo uno spiraglio abbastanza grande affinché la sirenetta possa uscire e allontanarsi prima della imminente esplosione. Alyssa lo guarda sconvolta, capendo ciò che il marinaio ha appena fatto: se non riuscirà ad arrivare in superficie, morirà. Sarebbe invece per lei e la sua piccola la giusta occasione per scappare, andare dalle sue sorelle sirene e vivere in pace e con gli anni dimenticarsi di quell’umano. Ma quell’uomo è il padre della sua bambina. Si dice che è questo il motivo per cui lo stringe a sé e lo bacia, mentre lo trascina fuori dal sommergibile. Attraverso le labbra di Alyssa, Morgan può respirare, ma per poco tempo.
La sirena è affaticata sia dalla gravidanza che dalla prigionia subita, ma raccoglie ogni forza che ha in corpo per portare il suo amato in salvo e allontanarsi dal sommergibile il più in fretta possibile. Prega Madre Oceano, anche se sa che è furiosa con entrambi: con lei per essersi affidata così ad un umano, con il marinaio per aver tradito la fiducia di colei che lo aveva salvato da morte e certa e che, nonostante tutto, sta provando di nuovo a salvarlo. Una fitta colpisce la pancia della sirena, facendola arrestare per qualche secondo. Riprende l’ascesa verso la superficie, anche se un dubbio le ronza nella testa: e se la stessero aspettando in superficie? Magari altri marinai malvagi la cattureranno di nuovo. E ancora, se invece fosse ormai tardi? Sente il respiro del suo amato farsi sempre più flebile, lo stringe più forte a sé e cerca di accelerare più che può. Appena esce dalle acqua, stacca le labbra da quelle di lui e prendono entrambi un respiro profondo, affannato.
Col fiatone, Morgan guarda gli occhi profondi della sua salvatrice e vorrebbe chiederle perché lo ha salvato di nuovo, invece di pensare a lei e sua figlia. Ma hanno poco tempo per questo, devono nascondersi nel caso la marina Americana stia dando la caccia alla sirena: probabilmente sanno che il vicecapitano era rimasto nel sommergibile per liberarla e sicuramente non vorranno farsi scappare una tale opportunità. Ma il posto più sicuro per lei è negli abissi, dove lui non può seguirla, esattamente come non possono tutti gli altri umani. Morgan non ha scelta, deve trovare la riva il più in fretta possibile. Essendo accusato di tradimento, non può tornare dai suoi camerati, lo impiccherebbero. Non può nemmeno tornare alla sua patria, non ha più una casa e perderà anche la donna che ama: si sente totalmente sconfitto. Però… c’è quella bambina, che ancora deve nascere. La vuole conoscere, deve vivere almeno per questo. Alyssa riesce a nuotare insieme a lui fino ad una caverna vicina, sulla riva di un’isola. Non possono parlare e la sirena trema di paura, ora che l’adrenalina è andata via dal suo corpo. “Andrà tutto bene. Ti giuro che ti proteggerò, proteggerò entrambe… Perdonami, se puoi, non ho mai voluto farti del male” le sussurra il ragazzo, accarezzando il viso perlaceo di lei, scosso dai tremori di paura.
Gli occhi grandi di Alyssa si riempiono di lacrime, in un misto di paura e ansia. Non vuole tornare in quella gabbia e non vuole essere trovata. Ma nemmeno riesce a scappare, allontanandosi dagli occhi color cielo di Nereo. Lo bacia di nuovo, ma con passione crescente, stringendolo a se e sentendo le mani di lui accarezzarle la schiena pallida, per poi posarsi sulla pancia leggermente sporgente. “Ti amo. Vi amo entrambe…” sospira lui, per poi riprendere a baciarla con crescente vigore ed una nota di disperazione. Vorrebbe potersi nascondere con lei nell’oceano, sprofondare nell’acqua insieme a lei e sua figlia. Guardare la bambina crescere, baciare la donna che ora stringe tra le braccia e vivere ancora un po’. Alyssa si stacca leggermente da lui, stringendogli un braccio, come se fosse ciò che le impedisce di sprofondare nel terrore e nella disperazione: “Il mondo degli umani è troppo, troppo crudele. Morgan, voglio che tu venga con me. Sono certa che Madre Oceano capirà, lei potrebbe… fare qualcosa per te, per noi… Vieni via con me.” La sirena lo tiene per entrambe le braccia ed arretra, verso il mare aperto alle sue spalle. Nereo non sa cosa fare, è spaventato. Potrebbe non funzionare e potrebbe morire nel tentativo.
Forse Madre Oceano non può perdonarlo per quello che ha fatto ad una delle sue preziose figlie, le perle del mare che ama così gelosamente. Oppure ascolterà la richiesta di questa sua figlia innamorata e le concederà ciò che chiede. Ma ormai non ha nulla da perdere, ciò che ha più valore al mondo per lui è davanti ai suoi occhi e lo implora di fidarsi di lei. Chiude gli occhi quando il livello dell’acqua arriva al suo naso, stringendoli forte per la troppa paura.
Sente ancora le mani dolci e calde della sua amata, che lo trascinano sempre di più nel profondo degli abissi. La sente cantare, ma è una canzone che non aveva mai sentito prima: il suo tono è triste, sommesso ma anche incredibilmente dolce.

All'alba io vedrò le sette terre che
Il destino vuole farmi trovare davvero
Oh dolce melodia
Sprigioni vita e mi fai cantare forte un messaggio d'amore
Per sempre tu sarai in fondo all'anima,
Così che neanche il tempo ci può separare
Oh dolce melodia
Sprigioni vita e mi fai cantare forte un messaggio d'amore.

Morgan sente il mare avvolgerlo sempre di più, insieme alle braccia della sua sirena. Tira un profondo respiro, sentendo i polmoni svuotarsi di colpo. Non ha paura, finché Alyssa è accanto a lui.
Sente le labbra della sirena sfiorare le sue e si lascia cullare dall’oceano.




Canzoni citate nel testo: Assoluto amore: https://www.youtube.com/watch?v=0llJHuvY5vQ&list=PLdGaE64C28LojwG4FE52iX9_plFCGVj20&index=6 Dolce Melodia: https://www.youtube.com/watch?v=Fvksd2qkiZU&list=PLdGaE64C28LojwG4FE52iX9_plFCGVj20&index=8
   
 
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