“VOOOIII LUSSURIA! È MEZZ’ORA CHE TI CERCO, DOVE DIA...”

“Shhh!” Squalo rimase così spiazzato nel sentirsi zittire che tacque per davvero. Guardò il collega, cercando di capire se fosse diventato coglione tutto d’un colpo o se davvero fosse impegnato a gestire un’urgenza di qualche tipo.

Il fatto che avesse in mano una ciotola di popcorn grande come il Nebraska era abbastanza indicativo.

“Guarda qui, Squ chan, sto morendo!” disse Lussuria, ghignando. Indicò con un popcorn uno degli schermi di sorveglianza, e Squalo si piegò per dare un’occhiata. Ad essere sinceri, Lussuria che si divertiva per qualcosa senza ansiare era un buon segno che nessuno sarebbe morto malamente di lì a poco, e Squalo era in carenza di risate.

“VOI! Ma che cazzo?!” sbottò.

Sullo schermo, Sawada Tsunayoshi ridacchiò di fronte al viso imbarazzato di Gokudera Hayato.

Beh, quantomeno si potevano confermare le voci che li davano per fidanzati: Squalo non aveva chissà che esperienza, giusto un ex imbranato cronico e un attuale fidanzato romantico come un AK-47, ma da quel che ne sapeva lui di solito tra amici non ci si spoglia a vicenda.

A meno di non essere Fran e Belphegor, ovvio, ma anche lì la situazione era tutt’altro che chiara.

“Oi, Lussuria, che tu sappia Fran e Belphegor stanno insieme?” chiese d’impulso.

“Chiaro che sì, e da un sacco ormai.” rispose Lussuria, lanciandogli un rapido sguardo di disapprovazione, “Dopo ne parliamo, per adesso fa’ attenzione qui perché è da spaccarsi.” Squalo inarcò un sopracciglio e riportò lo sguardo sullo schermo, dove Sawada stava sollevando la maglietta a Gokudera, sfiorando i suoi addominali. Che gusti di merda, pensò Squalo, ce ne voleva di stomaco per farsi piacere quel Casper rachitico. In effetti, anche per farsi piacere quel Mocio Vileda umano che era Sawada, ma che Gokudera fosse un po’ tocco era ormai un dato accertato.

La maglietta di Gokudera volò via, e con essa una mezza dozzina di oggetti conici.

“VOOOIII MA CHE CAZZO...?!” Lussuria ricominciò a ridere.

“Hayato, ancora?!” chiese Sawada.

“Ma come, ancora?” domandò Squalo.

“A ogni vestito che Sawada ha tolto a Gokudera sono caduti a terra dei candelotti di dinamite,” spiegò Lussuria, “Ti giuro, non ce la faccio!” si asciugò una lacrima che gli era sfuggita per il tanto ridere.

“Decimo, chiedo scusa!” disse Gokudera, mortificato ma sicuro di sé, “Ma lo sapete che dei Varia mi fido poco, preferisco essere preparato!”

“Se sapesse quanta cresta fa Mammon sulle riparazioni dei danni a questo cazzo di edificio, preferirebbe girare con le imbottiture di gomma sui gomiti...” commentò Squalo, poi disse: “Fammi posto, ormai sono curioso.” Lussuria si spostò di lato e Squalo prese una manciata di popcorn.

Venti minuti dopo -che tra l’altro, porco cane, puoi metterci venti minuti solo per la fase di svestizione? E che palle!- Gokudera era finalmente del tutto nudo e Sawada lo fissava con un’espressione che a guardarla troppo da vicino minacciava di causare gravi iperglicemie.

“Ushishishishishi, Lussuria, il Ranocchio ha bisogno che gli sistemi il culetto...” disse Belphegor, entrando senza bussare. E in fin dei conti, che bisogno c’era di bussare, se hai appena scardinato la porta?

“VOOOIII TROPPE INFORMAZIONI, BELPHEGOR!”

“Il Principe non stava parlando con te.” rispose il biondo, arrossendo.

“Bel chan, quante volte te lo devo dire? Lubrificante, dita, e poi puoi entrare.” ribatté Lussuria.

“Sì, beh, spiegalo a lui che m’è saltato sul cazzo come se cercasse di giocare a Whack-a-mole col buco del culo.”

“BELPHEGOR, GIURO SU XANXUS CHE...”

“Ma che diavolo state guardando? Vecchi porci...” lo interruppe Belphegor.

“Bel Chan, non hai idea! È stato uno spasso, Gokudera...”

“Hayato.” disse Sawada dallo schermo, “Adesso suppongo che non troverò altre sorprese, vero?”

“Cos’è,” chiese Belphegor, mentre il coglione della Tempesta arrossiva, “Non si aspettava un cazzetto così piccolo? Ushishishishishi...”

“Gokudera era imbottito di dinamite!” spiattellò Lussuria.

“Ecco, Decimo, veramente...”

“COSA?!” esclamarono all’unisono Sawada e Lussuria.

“VOI, DOVE, PIÙ CHE ALTRO!” sbottò Squalo.

Tutti e tre si concentrarono sullo schermo.

Gokudera mormorò: “Sumimasen, Decimo” e si chinò.

“OW!” urlò Belphegor.

“NON CI CREDO!” ululò Lussuria.

Squalo non riuscì a emettere un suono di senso compiuto: era troppo impegnato a recuperare una ventina d’anni di risate arretrate, chino di fronte allo schermo mentre Gokudera si cavava un numero improponibile di candelotti di dinamite da posti che era meglio non nominare.

Da dietro le loro spalle, una voce impassibile commentò: “Eeed ecco che se ne va il mio ultimo briciolo di sanità mentale.”

Nessuno, in coscienza, se la sentì di esprimere il minimo disaccordo.