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Autore: Mana Sputachu    13/04/2021    0 recensioni
Nel loro essere danneggiati, avevano trovato entrambi conforto.
"La luna è bellissima, non trovi?"
[Iori e Chizuru negli anni.]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chizuru Kagura, Chizuru Kagura, Iori Yagami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*Si guarda attorno*

...Yo.

È dal 2016 che non torno su EFP, ad esclusione di sporadiche apparizioni su Walpurgisnacht. Ma complice il mio rinnovato amore per KoF (ri-esploso grazie ad Allstar nel 2019 e ora ormai verso l’infinito e oltre con l’annuncio di KoFXV E IL RITORNO DI CHIZURU<3), ultimamente mi è tornata voglia di ricominciare a scrivere, complice anche una piccola community straniera di fanwriters tutta dedicata a KoF di cui sono recentemente entrata a far parte. E la pandemia che, beh… ha dato fin troppo tempo libero a tutti noi.

Dubito le mie baggianate siano mancate a qualcuno… e non sono nemmeno sicura ci sia qualcuno attivo in questo fandom dimenticato da tutti, almeno sul versante italiano (quello straniero invece è insospettabilmente attivo, per cui se leggete anche in inglese mi trovate anche su AO3 e FF.net con le traduzioni delle mie storie, più qualche inedito, la fanart invece la trovate più grande sul mio twitter o tumblr). :°D
Se qualcuno dovesse passare di qui spero apprezzerà questo tentativo di mettere nero su bianco i miei headcanon sulla mia coppia preferita di KoF, Iori e Chizuru (che nonostante la delusione dello scoprire che gli hint in KoF Zillion fossero tutta farina del sacco dei traduttori italiani, ha qualche base anche in canon. Quel “Chizuru Yashakani” mi tiene ancora sveglia la notte).
Se non dovesse essere la vostra cup of tea… passate oltre. Ho già avuto commenti in passato con su scritto “Abbasso Chizuru, viva Iori/[inserisci pg a caso]!!. Vi prego di risparmiarmelo, sono vecchia e stanca e non voglio rEgazzini nel mio giardino. :°D

Per il resto siete i benvenuti, che ho altre idee stupide da mettere su carta, non solo su questi due.

Ciancio alle bande, che tra questo e le note in fondo sto scrivendo più roba della storia stessa.
Enjoy (spero)!

Mana

 

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Nirvana

In the corner of the broken world, we are looking up at the sky.

I'm going to go searching for your warmth.

 

La prima volta che la incontra è lontano dai riflettori del Torneo.

Iori si sta dirigendo alle prove con quella che, non molto tempo dopo, sarebbe diventata la sua band. Non ha alcun interesse nella faida con i Kusanagi né in qualunque cosa riguardi Orochi o la maledizione della sua famiglia, ma la ragazza davanti a lui è irremovibile e cerca in ogni modo di farsi ascoltare. 

Iori la trova quasi fastidiosa. 

Per una frazione di secondo i suoi occhi si fermano sull’altra ragazza, identica alla prima.

Gemelle del clan Yata.

Lei lo osserva in silenzio, gli occhi scuri fissi su di lui. Nel suo sguardo non c’è il disprezzo che Iori si aspetta da chiunque nei confronti di uno Yagami, sembra più… preoccupazione? Pietà?

Poco importa. 

Iori si limita a congedarsi e tirare dritto per la sua strada.

È il loro primo incontro, ma non l’ultimo.

Imparerà più avanti il nome della ragazza che lo guardava preoccupata ‒ Chizuru Kagura.

 

*


“È morta.”

Iori non offre altre spiegazioni sul perché si trovi sotto la pioggia, fradicio, quando Chizuru lo incontra nuovamente mesi dopo.

“Kikuri è morta” continua a sussurrare mentre lei lo convince a dirgli dove abita e a riaccompagnarlo a casa.

Yagami non è di certo uno a cui piace fare conversazione, ma con un po’ di pazienza Chizuru riesce a capire cos’è successo: la ragazza di Iori è morta e quando l’ha incontrato il funerale si era appena concluso. La causa sembra legata a una malattia pregressa, eppure Iori continua ad addossarsi la colpa.

A poco a poco quella parvenza di conversazione si interrompe da sola, e Chizuru non se la sente di insistere per farlo parlare.
In ogni caso, si dice che quel silenzio è quasi confortante.

Spera che anche per Iori sia così.

 

*

 

Per qualche ragione, di tanto in tanto Iori si ritrova a gravitare attorno al tempio Kagura.

Non gli è del tutto chiaro perché lo faccia ma, nonostante Maki sappia essere particolarmente irritante, Iori scopre che la compagnia di Chizuru non è poi così male: i suoi sermoni su quanto la loro missione contro Orochi sia importante sono la cosa più noiosa al mondo, ma è intelligente, bella e dotata di una vena sarcastica che non gli dispiace per nulla; il fatto che non sembri assolutamente spaventata da lui, poi, lo intriga parecchio.

Scopre inoltre che, a dispetto dei suoi modi di fare educati e raffinati, gli hobby di Chizuru sono quanto più lontano dall’idea di “signorina di buona famiglia” ci si possa immaginare.

E deve ammetterlo, quella tuta da motociclista le dona parecchio.
Correre con lei in moto, invece, è una cosa che non farà mai più.

 

*

 

La notte in cui Maki viene uccisa è ancora vivida nella memoria di Chizuru.
Parte del tempio a pezzi, il sigillo distrutto.
Sua sorella immobile in un lago di sangue.

Riesce a malapena a intravedere Goenitz prima che sparisca.

Quello è l’unico momento in cui si concede di urlare a pieni polmoni, di piangere, di lasciare che il dolore e la sete di vendetta la divorino. Piange fino allo sfinimento, fino a che non perde i sensi.

Il resto è confuso: ricorda vagamente di aver dato l’allarme al resto del clan, di aver cercato invano di rintracciare Goenitz tramite lo Specchio Yata.
Sa di aver, in qualche modo, organizzato il funerale di Maki, anche se non è sicura di come ci sia riuscita. Probabilmente qualche membro del clan l’ha aiutata e lei vi si è dedicata in automatico, senza nemmeno pensare. 

Chizuru cerca con tutte le sue forze di non crollare sotto il peso della stanchezza, fisica e mentale: i preparativi sono stati infinitamente lunghi, e il veglione della sera prima ha solo aggravato la sua situazione. Cercare di riposare sapendo che la salma di sua sorella era lì, a pochi metri da lei, era stato impossibile.

Mentre osserva i preparativi per la cremazione un pensiero la tormenta.

Dove sono i Kusanagi e gli Yagami? Perché non sono qui?

L’ingrato compito di sigillare Orochi e sorvegliare il sigillo è da sempre affidato a una coppia di gemelle del clan Yata. Questo, e l’affiancare gli altri due clan qualora Orochi si risvegliasse.

E apparentemente cercare di far collaborare gli eredi di questa generazione, come se fosse facile.

Non sarebbe stato corretto, da parte loro, dimenticare per un momento la loro faida e presentarsi quantomeno per fare le loro condoglianze, in segno di rispetto? Nessun tipo di messaggio? Niente?

Siamo davvero dati così per scontati? Siamo pedine sacrificabili?

La sua parte razionale sa che è il dolore a parlare, che sta solo cercando di proiettare il lutto su qualcos’altro in assenza della vera causa - di Goenitz - su cui sfogarsi.

Saperlo non lo rende comunque più facile da sopportare.

La cremazione finisce, ciò che rimane dello scheletro sistemato su un tavolo, pezzi di ossa prelevati con cura e riposti nell’urna.

Finite le preghiere di rito, Chizuru corre fuori dalla struttura.

Aria, ho bisogno d’aria.

Ed è lì che lo vede, all’entrata del parcheggio.

Yagami…?

“Che… che ci fai qui? Come hai-?”
“Ho le mie fonti.”

Non ha idea da chi potrebbe avere avuto informazioni sul funerale, forse King?

“Mi dispiace.”

Chizuru non fa in tempo a formulare la domanda che Iori la coglie nuovamente di sorpresa.

Yagami non è uno da frasi di circostanza, e sentirlo pronunciare quelle parole basta per farla crollare: in pochi passi separa la distanza tra lei e il ragazzo, buttandosi tra le sue braccia piangendo, urlando, chiedendo perché né il suo clan né i Kusanagi fossero lì a dare sostegno, perché non fossero corsi in suo aiuto, perché proprio Maki e non lei.

Iori non ha nessuna risposta da offrire, ma quell’abbraccio così forte - così non da lui - basta a darle quel conforto che nei giorni passati non aveva trovato da nessun'altra parte.

 

*

 

Continua a dirsi che lo fa solo per cortesia, che non c’è nessun’altra ragione dietro.

Ciononostante, Iori si trova sempre più spesso al tempio per accertarsi che Chizuru stia bene.

Passano almeno due settimane prima che il tempio riprenda la sua regolare attività. 

Mesi prima che lei riesca a parlare di Maki senza piangere.

Le due moto sono ancora chiuse in garage, in attesa di essere di nuovo usate.

 

*

 

Che Yagami si interessasse tanto a lei e al suo benessere era già di per sé qualcosa di strano. 

Ma che Chizuru cominciasse a considerare quelle visite il suo momento preferito della giornata… quello era decisamente inaspettato.

Iori non è certo noto per il suo essere affabile e amante della compagnia; eppure, dalla morte di Maki, la sua presenza al tempio è ormai una costante.

“Grazie del talismano, Kagura-san!”

Chizuru saluta il gruppo di studentesse e lancia uno sguardo a Iori, intento a giocare con il suo passerotto domestico, Chee-chan.

“Coso, cagami in testa e ti faccio flambè.”

A stento nasconde una risata: lo ha sentito minacciare Chee-chan più di una volta, ma mai ha osato mettere in pratica quanto detto, trattandolo invece con una delicatezza e una premura che nessuno avrebbe mai associato a lui. 

Un fischio a tempo di musica la distrae di nuovo ai suoi pensieri, offrendole la visione (assolutamente adorabile) di Yagami fischiettare una melodia e il passerottino seguirlo a ruota.

Chizuru sorride, e un po’ trova divertente l’idea che nessuno dei partecipanti al Torneo, nemmeno Kyo (soprattutto Kyo) abbiano mai visto questo lato di Iori Yagami. 

Non era stato facile fare in modo che il ragazzo si aprisse con lei, e spesso aveva temuto potesse allontanarsi del tutto, perché Iori non era poi così diverso dai gatti ferali di cui si prendeva insospettabilmente cura ‒ aggressivo e restio a fidarsi di chiunque, ma in fondo (decisamente in fondo) ancora speranzoso di trovare qualcuno che lo accettasse per com’è.

Chizuru voleva essere quel qualcuno, e si era impegnata a fondo per riuscirci. Aiutarlo fa parte del mio compito in quanto membro dei Three Sacred Treasures si era detta, ignorando quella vocina fastidiosa che continuava a ripeterle che non era la sola ragione.

Capire come fare era stato un problema. 

Quando nessuno guardava, Iori si lasciava andare spesso a sorrisi gentili che si premurava di nascondere ad occhi indiscreti, ma che non le erano sfuggiti; nel momento in cui lei glielo aveva fatto notare, però, Iori si era di nuovo chiuso in se stesso prendendo nuovamente le distanze, tanto da farle temere che non si facesse più vedere.

Ci erano voluti tempo e pazienza e vari tentativi di approccio falliti prima di capire che la tattica migliore, con lui, era di lasciarlo fare senza interferire: lasciare che si rilassasse abbastanza da raccontarle qualcosa in più di sé, che si dimenticasse di essere visto quando faceva le vocine stupide ai gatti randagi che dimoravano nel giardino del tempio, che si concedesse di sorridere apertamente senza andare nel panico poco dopo.

Da quel momento non era più scappato da lei.

Chizuru osserva di nuovo Iori giocare con Chee-chan e pensa che probabilmente è fortunata a poter assistere a scene come quella.

 

*

Iori non ricorda esattamente come sia successo.

Ricorda l'ennesima visita al tempio, quattro chiacchiere, una birra di troppo.

Ricorda il viso di Chizuru improvvisamente vicino al suo, troppo vicino.

Ricorda l'improvviso desiderio di baciarla, le loro labbra che appena si sfiorano, incerte, per poi lasciarsi andare a un bacio profondo e inebriante come non provava da tempo.

Ricorda i vestiti che cadono sul pavimento e i loro piedi che incespicano verso il divano, quella voce fastidiosa nella sua testa che gli urla di no, che è sbagliato, che lui non può permettersi una simile leggerezza.
Ricorda anche di averla zittita, di averla volutamente ignorata mentre bacia Chizuru sul collo e le accarezza i seni, per una volta nella vita deciso a lasciarsi andare.

Chizuru è morbida e silenziosa, i suoi ansiti che crescono di volume solo quando la accarezza tra le cosce, muovendo le dita a ritmo con i suoi gemiti.

Non ricorda quando è stata l’ultima volta in cui si è sentito così euforico, se mai è successo. Forse con Kikuri, pensa, ma ormai è stato tanto tempo fa, talmente tanto che quasi ha dimenticato quanto il bisogno di di toccare qualcuno, di essere toccati, possa essere così intossicante.

Ha dimenticato di poter essere capace di desiderarlo ancora.

Le afferra i fianchi con forza e spinge, sussurrando il suo nome, e quando finalmente viene pensa che forse, solo forse, anche lui può riuscire a stare bene.

La mano di Chizuru che gli accarezza il volto lo riporta alla realtà e lo attira a sé sorridendo. Iori la lascia fare e quella notte si addormenta stretto a lei, il viso nascosto contro il suo petto. Per la prima volta dopo anni riesce a dormire un sonno senza sogni, senza incubi sugli scatti d’ira di suo padre, senza Orochi a ricordargli ininterrottamente che non può scappare da lui.

Probabilmente è l’effetto del potere degli Yata, o forse è la sola presenza di Chizuru a calmarlo, forse entrambe.

Sa per certo che non può più farne a meno.
Ogni notte la cerca nella speranza di un po’ di quiete, solo quello, continua a ripetersi.

Chizuru comunque non chiede né pretende niente. Accetta e basta, forse anche lei persa in quel vortice di sensazioni che nessuno dei due sembra riuscire a controllare.

Una parte di Iori si chiede se sia giusto, quanto questo precario equilibrio tra loro possa durare.

Ma per ora, perso di nuovo dentro di lei, si rifiuta di pensarci.

 

*

 

“Cosa siamo, io e te?”

Iori si volta a guardarla, un sopracciglio inarcato, la sigaretta ancora spenta tra le dita.

Era solo questione di tempo prima che quella domanda saltasse fuori.

Per mesi Chizuru si era detta che quel qualcosa tra loro, qualunque cosa fosse, le bastava. 

Che non ci sarebbe stato altro - che non poteva esserci altro - ma in fondo andava bene così. Sesso senza alcun impegno o promessa, solo un passatempo.

Ma col passare del tempo si era ritrovata a desiderare di più dell’avere Iori ogni notte sopra di lei che sussurrava il suo nome, molto di più dell’avere la sua bocca tra le gambe desiderosa solo di farla impazzire.

Iori distoglie lo sguardo nervosamente. 

Persino Mai e King si erano accorte che qualcosa in lei non andava, pur non avendo mai raccontato loro nulla riguardo quella situazione. 

“Non... non lo so.”

Almeno non è un rifiuto netto.

“Non ci hai mai pensato?” chiede timidamente, dandosi mentalmente della stupida. Sembro una ragazzina alla prima cotta si dice, anche se in fondo non è poi così lontana dalla verità. 

Ha perso completamente la testa per Iori Yagami e segretamente spera che lui la ricambi, come fossero due adolescenti qualunque. 

Incredibile, eppure...

“Sì” ammette lui, dopo un breve silenzio che le è sembrato interminabile. “E tutti gli scenari possibili non finiscono bene. Lo dovresti sapere meglio di me.”

“Non puoi esserne sicuro-”

“Devo ricordarti che fine fanno tutte le donne che danno alla luce uno Yagami?”
Quella risposta la coglie di sorpresa. “Mi… mi sembra presto per pensare ai figli, anche se comprendo la tua preoccupazione” risponde dopo un attimo di incertezza. Poi si fa coraggio: “Ma quelle donne non erano membri del mio clan.”

“Hm?”

“Dici spesso che quando sei con me riesci a rilassarti… che finalmente la notte riesci a dormire senza incubi” spiega. “È come se i miei poteri di erede Yata riescano in qualche modo a tenere a bada la tua maledizione. E se ci rifletti ha senso, visto che siamo noi ad occuparci di tenere Orochi sigillato.”

Iori la osserva pensieroso, probabilmente chiedendosi quanto di vero ci sia nella teoria di Chizuru; era un po’ che lei ci rimuginava, arrivando alla conclusione che probabilmente era davvero capace di mettere un freno agli effetti peggiori che la maledizione degli Yagami comportava.

Forse non è abbastanza da eradicarla del tutto, ma è un inizio.

“E per questo vorresti… vorresti stare con me?”

Le parole di Iori la scuotono dai suoi pensieri. 

“Vuoi rovinarti l’esistenza solo per aiutarmi?” continua, prendendo posto accanto a lei sul letto. “È un errore che ho già commesso. Non sono fatto per le storie a lieto fine.”

Il suo timore è più che giustificato. Ma Chizuru non demorde.

“Quello… quello è un di più" ammette, sentendo le sue guance avvampare ma tenendo lo sguardo fisso su di lui. Iori sgrana gli occhi - quei bellissimi occhi azzurri a cui lei non riesce a smettere di pensare - per poi distoglierli velocemente. Di sicuro la sua velata dichiarazione ha sortito un effetto su di lui.

"Non è qualcosa che posso permettermi" sussurra, "è troppo rischioso."

"Per te o per gli altri?"

La provocazione fa centro, obbligandolo a riportare la sua attenzione su di lei.

"Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei concesso di essere felice?”

Iori la osserva per qualche secondo, poi abbassa lo sguardo: "Io non… non posso. Perché ogni volta che succede finisco per distruggere tutto."

"Ma lo sei stato, un tempo."

"...quando era ancora viva."

La risposta è quella che Chizuru si aspettava.

“Non potevi fare niente per Kikuri” prosegue, sapendo di toccare un nervo scoperto. “Non è stata colpa tua.”

“Con le mie altre relazioni non è certo andata meglio” sorride lui amaramente. 

“Forse perché non ci hai provato davvero. Eri già convinto che non sarebbe potuta durare e quando è finita non hai fatto nulla per sistemare le cose. Allontanarti era più facile.”

Ancora silenzio, ma l’espressione del ragazzo le conferma che ci ha visto giusto. Decide di insistere: “E poi il tuo non mi sembra un no… quindi non sono stata l’unica a pensarci molto più di quanto voglia ammettere. Ho ragione?”

Essere così diretta con Iori si era rivelato controproducente in passato, quando cercava ancora di conquistare la sua fiducia; ma le cose sono diverse ora, ed è disposta a giocarsi tutto.

Lui non risponde ma sembra studiare il suo volto in silenzio.

Poi un angolo della sua bocca si solleva, le sue dita che cercano quelle di Chizuru.

“Sei veramente testarda” sorride, avvicinandosi fino a sfiorare la fronte con la sua.

“Mi tocca esserlo, per avere a che fare con te e Kyo” sorride lei di rimando. “Alle volte mi sembra di essere la vostra babysitter”. Per tutta risposta Iori alza gli occhi al cielo: “Tempismo perfetto per nominarlo, davvero” sbuffa, ma non sembra particolarmente infastidito. Chizuru ridacchia: “Scusa.”

Iori le accarezza il viso e le solleva il mento: “Finirai per pentirtene” le sussurra a fior di labbra, “succede ogni volta.”

“Lascia che sia io a deciderlo” sorride lei poggiando le labbra sulle sue e attirandolo a sé, le mani del ragazzo già sotto al kimono: “Ai tuoi ordini, Kagura-san” le sussurra all’orecchio, prima di baciarle  il collo e scendere lentamente tra le sue gambe.

Poi è solo piacevole oblio.

 

*

 

I was just reaching out my hand, even though I had nowhere to go.

I hide my loneliness, and fumble around as I walk.



 

Cosa fosse esattamente, la felicità, se l’era chiesto spesso.

Iori non era nemmeno sicuro di averla davvero mai provata.

Sicuramente non durante la sua infanzia, quando ancora viveva nel terrore costante che suo padre lo picchiasse perché non era interessato al combattimento o alla faida con i Kusanagi.

Per farti diventare più forte diceva, dopo avergli regalato un occhio nero o l’ennesima frattura. 

Di certo aveva creato un mostro, si diceva.

Mentre osserva Chizuru intenta a sfogliare antichi manoscritti e pergamene, Iori riflette ancora sulla felicità.

Kikuri lo aveva reso felice.

Per quanto il suo ricordo facesse ancora male, non poteva negare che il tempo passato con lei fosse stato uno dei più belli della sua vita; riuscire a mettere insieme la sua band e arrivare al successo era stato un diverso tipo di felicità, ma indubbiamente una delle poche gioie della sua vita.

“Hmm…”

Quel verso lo distoglie dai suoi pensieri: Chizuru, di fronte a lui, sembra essersi appisolata con la testa appoggiata alla mano.

“Chizuru.”
“Eh? Cosa?”

“Se sei stanca ci fermiamo qui.”

“Ma no, tranquillo, ce la faccio” sorride lei, stiracchiandosi “è stato solo un attimo. Troppo tempo ferma nella stessa posizione.”

Iori non insiste e si limita ad annuire, tornando a concentrarsi su un manoscritto risalente a chissà quando.

Aveva preso sul serio il volerlo aiutare a liberarsi della maledizione di Orochi, per questo passare interi pomeriggi rinchiusi negli archivi del clan Yata era ormai consuetudine; ma a parte qualche indizio qui e là, al momento brancolavano nel buio.

Avere accesso a quelli del clan Yagami avrebbe sicuramente facilitato le ricerche, ma era un’opzione al momento non praticabile in quanto Iori non faceva ritorno a casa da quando era andato via a sedici anni.

Rinunciare alla Magatama e alle sue fiamme, quello sarebbe stato il modo più veloce per risolvere per liberarlo dalla maledizione… ma non è una strada che è disposto a percorrere.

“Yawn…”

Iori alza gli occhi da un vecchio quaderno consunto e vede Chizuru trattenere a stento uno sbadiglio, senza però interrompere la lettura.

Una domanda gli sorge spontanea.

Sono felice adesso?

La osserva ancora mentre sistema i capelli dietro l’orecchio, stropicciando gli occhi stanchi ma sempre concentrata sul compito che si è prefissata.

E la risposta suona ancora più naturale della domanda.

Sì.

È felice ogni volta che si sveglia accanto a lei, quando la guarda dal basso mentre muove i fianchi sopra di lui e quando poi nasconde il viso nell’incavo della sua spalla, ridacchiando.

È felice ogni volta che la riconosce tra la folla dei suoi concerti, o quando gli racconta com’è andata la sua giornata o annuncia entusiasta che ha trovato un nuovo tipo di peperoncino piccantissimo da usare nel suo ramen (da cui Iori si tiene accuratamente alla larga, perché al contrario di lei ci tiene a mantenere intatte le sue papille gustative).

È felice ogni volta che Chizuru gli sorride, e non quel sorriso un po’ stentato che offre solitamente a chiunque, ma un sorriso vero, solare, che mai le aveva visto prima ‒ prima che quel qualcosa tra loro diventasse una relazione, prima che Maki morisse. 

Un sorriso bellissimo che gli ricorda che in fondo il mondo è meno brutto di quanto pensa, e che rende la sua vita un po’ più meritevole di essere vissuta.

“Ehi. Ehi, Chizuru.”

“Hm? Che c’è?”

“Andiamo.”
“Perché? Siamo qui solo da-”

“Ore. E tu ti stai letteralmente addormentando su quel manoscritto” spiega Iori, mettendo via i documenti e sgranchendo i muscoli della schiena. “Sei stanca, e onestamente comincio ad esserlo anche io. Abbiamo entrambi bisogno di uscire da qui e rilassarci.”

Chizuru inarca un sopracciglio divertita: “Stai suggerendo qualcosa in particolare, Iorin?” chiede, usando quel nomignolo tanto stupido ma a cui si è abituato senza nemmeno rendersene conto. Gentilmente la afferra per il polso e la obbliga ad alzarsi: “A me sta bene, ma sei sicura di non addormentarti su di me come stavi facendo poco fa con quel documento?”

Per tutta risposta Chizuru ride e lo spintona fuori verso il corridoio e poi verso la camera da letto, i vestiti di entrambi gettati alla rinfusa sul pavimento.

 

Quella sera il cielo è limpido e la luna ben visibile, uno spicchio perfetto identico allo stemma del suo clan.

“Potrei chiedere ai Kusanagi se mi lasciano dare un’occhiata ai loro archivi.”

Chizuru è stesa accanto a lui sulla veranda, la testa poggiata sulle sue gambe. “Se vado da sola magari acconsentiranno. Potrebbero esserci informazioni utili sulla maledizione, qualunque cosa che possa aiutarci…”

Iori le accarezza il viso e i capelli; non risponde, ma studia l’espressione corrucciata della ragazza, ancora intenta a ragionare sul da farsi.

“Gli archivi della tua famiglia probabilmente contengono le informazioni che ci servono” la sente sospirare, “se solo ci fosse un modo…”

Il ragazzo rimane in silenzio a riflettere, in sottofondo Chizuru che ancora progetta, ipotizza, spera.

Iori trattiene a stento un sorriso.

La testardaggine è una delle cose di lei che lo avevano incuriosito fin da subito, e che a detta della ragazza li accomuna entrambi. E nonostante la sua risposta a quell'affermazione fosse quasi sempre un sospiro, non può negare sia vero.

Ma ha imparato col tempo che non è la sola cosa che hanno in comune, che non è solo la guerra contro Orochi a legarli: Iori non è l'unico a cui è stato imposto un destino che non ha chiesto e che sta ancora tentando di colmare il vuoto lasciato da qualcuno che non c’è più; anche Chizuru prova a rimettere insieme i propri pezzi, ma al contrario di lui ha accettato il suo ruolo in quella battaglia senza fiatare, portandosi sulle spalle il peso di un compito che una volta apparteneva a due persone.

Nel loro essere danneggiati, avevano trovato entrambi conforto.

E ora si sta facendo in quattro pur di liberarlo dalla sua maledizione.

"Tutto okay?"

Gli occhi scuri di Chizuru lo scrutano dal basso, la testa di lei ancora poggiata sulle sue gambe.

Sono felice.

"Iorin?"

"La luna è bellissima, non trovi?"

"Come?"

"La luna. È bellissima."

Chizuru si mette a sedere, le guance rosse e un adorabile espressione un po' sconvolta. Non è mai stato uno da smancerie - beh, non è mai stato uno da tante cose - ma ha altri modi per lasciar trapelare i suoi sentimenti.

"Dillo ancora."

Iori avvicina il volto al suo: "La luna è bellissima, non trovi?"

Chizuru sorride, quel sorriso che rende il suo mondo un po’ più bello, accarezzando il suo viso con dolcezza: "Lo è sempre stata."

Mentre la bacia, Iori pensa che per una volta è davvero felice.

Perché Chizuru capisce.

Perché vuole sobbarcarsi anche i suoi problemi pur non essendo tenuta a farlo.

Perché lo accetta per com'è, e gli ha dimostrato che i suoi demoni possono essere zittiti.

È felice perché Chizuru è lì con lui, e Iori non riesce nemmeno più a immaginare come fosse la sua vita prima di lei.

Vorrebbe davvero che quel momento durasse in eterno.

 

*

 

I felt it for the first time on the night your weren't there,

The pain in my heart.

 

Si dice che le cose più belle siano anche le più effimere.

Probabilmente è per questo che Chizuru non è del tutto sorpresa quando la loro storia finisce.

Parte di lei sapeva che i problemi di Iori erano tanti e che andavano ben oltre la maledizione di Orochi, ma ci aveva sperato. Aveva desiderato fino all’ultimo che tutto andasse bene, aveva fatto di tutto affinché funzionasse.

Evidentemente il destino aveva altri piani.

Una vocina nella sua testa le dice di non smettere di lottare per cambiare le cose.

Vorrebbe crederci. 

In fondo non riesce nemmeno ad odiarlo, sa che non è colpa sua.

Per ora l’unica cosa che riesce a fare è saltare in sella alla moto dopo più di un anno dall’ultima volta, e correre a perdifiato nella speranza di dimenticare la tristezza e il dolore almeno per un po’.

 

*

 

La felicità non è contemplata nell'esistenza di uno Yagami.

Iori in fondo lo ha sempre saputo, che la solitudine sarebbe stata la sua unica compagna.

Suo padre non aveva scelto a caso il kanji di eremita per il suo nome, di questo ne era sicuro.

È abituato a vedere le poche cose belle della sua vita disintegrarsi attorno a lui, persone importanti per lui morire, ferirle lui stesso, sogni infrangersi.

Le sue dita pizzicano distrattamente le corde della chitarra solo per fermarsi qualche istante dopo.

Lasciare Chizuru è stata una sua decisione, forse la più sofferta mai presa.

Lei meritava di essere felice, di avere accanto qualcuno che non rischiasse di perdere il controllo di se stesso perché così aveva deciso una creatura che sembrava avere diritto di vita e di morte su di lui. Aveva già abbastanza problemi, non aveva bisogno di sobbarcarsi anche i suoi. 

I kami sanno quanto Chizuru lo avesse reso felice, ma probabilmente sanno anche quanto il terrore di farle del male e non ricordarlo nemmeno lo avesse divorato vivo.

Quanto aveva temuto che un giorno non sarebbe più stato capace di controllarsi, di zittire la voce di Orochi nella sua testa, e allora‒

Iori scuote la testa per scacciare via quel pensiero orribile. Cerca di concentrarsi di nuovo sulla chitarra, ma non ricorda più la canzone che voleva suonare.

Lasciare Chizuru lo ha devastato, ma è forse l'unico gesto d'amore che ha potuto offrirle.

Almeno quell'unica cosa bella della sua vita rimarrà intatta, seppur lontana da lui.

Lei comunque non lo odia. Lo sa, glielo legge negli occhi ogni volta che la vede, quando chiama a rapporto sia lui che Kyo per questioni legate alla loro missione. Ha accettato in silenzio anche questo.

E fa terribilmente male.

Le sue dita si muovono in automatico, suonando una melodia che ha composto qualche giorno fa.

Rifugiarsi nella musica era stata l'unica cosa che gli aveva permesso di non crollare. I tornei, la faida con Kyo, tutte valide distrazioni, ma la musica rimaneva la sua ancora di salvezza.

Le canzoni che Iori ha scritto nelle ultime settimane sono tutte per Chizuru.

 

*

"Quindi è vero. Non puoi più combattere." 

Chizuru annuisce, osservando distrattamente il cielo ormai arancione fuori dalla finestra.

La recente battaglia contro Ash Crimson aveva lasciato danni incredibili sia a lei che Iori, ma se quest’ultimo sembrava essersi adattato all’assenza delle sue fiamme, Chizuru si era ritrovata priva di forze e di capacità combattive: lo stile di combattimento del suo clan era profondamente legato allo Specchio Yata, e senza quello lei era completamente inerme.

Affrontare un altro torneo in queste condizioni sarebbe stato un suicidio.

“E tu? Hai trovato una soluzione?”

“Sono tornato alle origini” risponde lui con un mezzo sorriso, flettendo le dita affusolate e mettendo in mostra gli artigli.
“Giusto” annuisce. Graffi e artigliate erano alla base dello stile Yagami.

Rimangono in silenzio per un po’, in sottofondo solo il cinguettio di Chee-chan a tener loro compagnia. Non è un silenzio imbarazzante, uno di quelli che necessitano di essere riempiti con parole a caso: è un silenzio che sa di familiare, un momento come ce ne sono stati altri. Neanche troppo tempo fa pensa, con un velo di tristezza.

Un movimento del materasso, Iori che cambia leggermente posizione e le loro dita si ritrovano vicine abbastanza da sfiorarsi.

Istintivamente Chizuru cerca quelle di Iori, non sa nemmeno perché. È una cosa così stupida, si dice, ma contro ogni sua aspettativa lui non si ritrae; al contrario, stringe le sue e col pollice accarezza il dorso della sua mano, con tenerezza. 

Sorride, anche se un po’ fa male quel momento che sa di cose belle che non ci sono più.

“Sai forse… aver perso le tue fiamme non è necessariamente un male.”

Silenzio.

“Senza la Magatama sei libero dalla maledizione.”

Iori non risponde. Accarezza la sua mano un’ultima volta e stringe le dita attorno alle sue prima di lasciarle andare. 

“Riavrai il tuo specchio a breve” promette, avviandosi verso la porta. Chizuru sospira e annuisce, guardando il cielo ormai al tramonto.

“La luna è bellissima.”

Iori si ferma sull’uscio.

Le parole le sono uscite istintivamente, senza pensarci. Un altro gesto impulsivo che non porterà a nulla di buono.

“Lo è sempre stata.”

Iori, però, la sorprende ancora una volta.

Poco dopo va via senza dire una parola, lasciandola sola con il significato di quella risposta.

Chizuru sorride appena.

La luna è ancora bellissima.

 

I bang on the door of "I want to see you", but I pretend I didn't.

Once morning comes, will this feeling as well sink the bottom of the ocean?

Sadness sinks, and look, the night comes to an end.

Let's go searching for you

And your warmth, in a world yet unseen.

                                                                                                                                      Nirvana - MUCC

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*Primo incontro: Canonicamente Chizuru fa la sua apparizione nel 1996, in cui organizza il torneo per contattare Iori e Kyo riguardo la loro missione. Ma mi è sempre piaciuta l’idea che la sua caccia agli altri due eredi cominciasse ben prima, con Maki a dare manforte.

*Kikuri: Fino a KOF 2000, il profilo ufficiale di Iori menziona una misteriosa fidanzata poi sparita nel nulla. In uno dei suoi drama CD Iori suona insieme a una ragazza di nome Konoe la cui sorella, Kikuri, è infatuata di Iori ma si lascia intendere muoia di malattia. SNK non ha mai dato dettagli in più sulla fidanzata di Iori né se sia proprio Kikuri (figurarsi se scendono nel dettaglio, tra loro e Namco non so chi sia peggio), ma ho notato che il fandom tende spesso a sovrapporre le due figure. In più in almeno un paio di occasioni canoniche (all’inizio di KoF XIV, ad esempio) ha visitato una tomba. E a meno che non abbia l’hobby di passeggiare per cimiteri, è facile pensare che la sua misteriosa ragazza sia morta.

*Maki: Dicevamo che la SNK ama rimanere vaga su alcuni dettagli? Maki Kagura è uno di questi, al di là del fatto che è morta ed è stata un sub-boss in KOF 2003. Nelle poche immagini che esistono di lei mi è sempre sembrata un po’ più allegra ed espansiva di Chizuru, per cui ho sempre immaginato la “mia” Maki capace di infastidire Iori con il tormentone su Orochi (stando al canon non dovrebbero conoscersi maaaa… whocares. Headcanons, baby.). Inoltre le informazioni sulla sua morte sono, pensate un po’, confuse: la wikia dice che “dieci anni dopo la morte di Maki, Chizuru è diventata una donna in carriera, ma Chizuru ha 22 anni, sua sorella è quindi morta a 12? Poi però nelle poche immagini che esistono di quella scena Maki è chiaramente adulta, quindi… wtf SNK?

*I poteri degli Yata: Vuoi la mia ossessione per questa ship, vuoi il ruolo degli Yata nella guerra contro Orochi, mi sono chiesta se davvero Chizuru non possa essere capace di tenere a freno gli effetti della maledizione di Iori. Se può tenere Orochi sigillato, può fare lo stesso con Iori ogni volta che si trova con lui, no? 

*Occhi blu: So che molte official arts lo ritraggono con gli occhi rossi, ma gli occhi di Iori sono blu. Il rosso indica il Riot of Blood. E sì, lo so che ormai lo disegnano sempre con gli occhi rossi, ma io lo preferisco con gli occhi blu. :p

*Yagami senior: Per quanto le sue apparizioni si limitino a mahnwa non canon, il padre di Iori è un po’ universalmente ritenuto un bastardo che ha reso la sua infanzia un inferno (la conferma in KOF: Kyo, quando Athena vede brevemente dentro la testa di Iori e lo vede bambino piangere a dirotto).

*La band di Iori: Altro headcanon (perché dare dettagli in più fa brutto, vero SNK?), ma mentre molti nel fandom sembrano pensare a Iori come un musicista che lo fa per passatempo, ho sempre pensato che, se hai già una vita miserabile a causa di Orochi, traumi a causa di tuo padre e sai che probabilmente morirai prima dei trent’anni, perché non vivere al massimo e fare di tutto per sfondare? Se può essere così ossessivo con qualcosa che odia (Kyo), di certo non può essere da meno con la musica che ama. XD

*”La luna è bellissima”: L’autore Natsumi Soseki, quando insegnava inglese, pare abbia visto uno dei suoi studenti tradurre “ti amo” parola per parola (ware kimi no aisu). Soseki gli suggerì invece di tradurlo come “La luna è bella, non trovi?”, dato che allora i giapponesi erano molto riservati ed esprimevano i loro sentimenti in maniera meno diretta. Da allora è diventato un modo comune di dire “ti amo”, a cui di solito si risponde con “lo è sempre stata”. Più info qui.
Quando l’ho letto ho subito pensato a Iori, con la sua ossessione per la luna ci andava proprio a nozze. <3

*”Eremita”: il significato del kanji usato per il nome di Iori,stando a questa traduzione.



 

 
   
 
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