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Autore: GReina    14/04/2021    4 recensioni
[2/7 raccolta OS omegaverse]
ATTENZIONE: questa fanfic fa parte della serie "A Society to Change - Omegaverse". Consiglio di leggere prima la long. Se non siete interessati alla sakuatsu o a leggere undici capitoli, però, potete benissimo leggere anche solo questa.
Questa storia parla del passato di Ushijima e Tendo e del perché abbiano deciso appoggiare la causa pro-omega.
Genere: Commedia, Omegaverse, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Tendo Satori, Wakatoshi Ushijima
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Society to Change - Omegaverse'
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Quella sera Tendo aveva passato almeno mezz’ora a scorrere il catalogo di Netflix alla ricerca di qualcosa da guardare. Adesso, a film appena concluso, si chiese come fosse finito con lo scegliere quel film scontato e melenso. Un’omega asociale, con pochi amici ed insoddisfatta della propria vita aveva incontrato un alpha bello e potente di cui si era innamorata e – contro ogni sua aspettativa – era da lui stata ricambiata finendo con un bel lieto fine. Di film così ne esistevano a bizzeffe: alpha e omega, beta e beta… ma per quanto assiduamente avesse cercato su internet non un film esisteva su una storia d’amore tra un alpha e un beta (o un beta e un omega, ma non che a lui interessassero questi ultimi).
Se aveva scelto di guardare quel film leggero e di poco conto, era stato per rilassarsi senza doversi concentrare troppo sullo schermo con la speranza, magari, di riuscire ad addormentarsi senza rimuginare troppo in cattivi pensieri. Eppure, quella sdolcinata storia d’amore ebbe su di lui l’effetto contrario portando a galla i soliti pensieri maligni che non lo lasciavano dormire con serenità ormai da troppo tempo.
Tendo Satori aveva una relazione con Ushijima Wakatoshi da tre anni, ma era da molto più tempo che il beta era innamorato dell’altro. Avevano frequentato la stessa scuola e certo Wakatoshi non era il tipo di persona che passava inosservata; Tendo aveva subito potuto capire quanto fosse forte e, al pari di una falena dalla luce, era stato attratto dalla sua aurea.
Durante tutto il primo anno di liceo si era limitato ad osservarlo da lontano. Frequentavano lo stesso club sportivo, per cui le occasioni per farlo si sprecavano. Durante il secondo anno, poi, i due presero a parlare e quando Satori si accorse di starsi avvicinando troppo pericolosamente alla sua cotta impossibile, ormai era troppo tardi: erano diventati amici. Durante il loro terzo anno, infine, le farfalle nel suo stomaco erano quasi del tutto diventate ingestibili. Tutta la scuola non faceva altro che ripetere di come Tendo fosse l’unico in grado di avere una conversazione che durasse più di due frasi con l’alpha e la cosa non poteva che farlo eccitare. Erano diventati inseparabili; quando Wakatoshi sorrideva il mondo sembrava illuminarsi e Tendo sembrava apparentemente essere l’unico che riusciva a farglielo fare. Tuttavia, Satori sapeva bene che nulla tra loro sarebbe mai potuto succedere: lui era un beta e Ushijima un alpha. Il castano avrebbe sposato un’omega e dato una discendenza alla sua famiglia. Satori sapeva che l’altro non l’aveva mai guardato come lui guardava l’alpha, ma non ne aveva mai fatto un dramma perché era l’ordine naturale delle cose; non era colpa sua e men che meno di Wakatoshi. Così, si consolava del fatto che presto – con la fine della scuola – si sarebbero separati per sempre e che con un po’ di tempo quell’assurda cotta gli sarebbe passata. Non aveva messo in conto, certo, che Ushijima tenesse a lui.
Una volta diplomati Tendo non aveva perso tempo: aveva un sogno e tutte le intenzioni di realizzarlo. Si era quindi trasferito subito a Tokyo dove neanche un anno più tardi aveva già aperto la propria cioccolateria, e fu proprio lì che – a distanza di tempo – rivide Wakatoshi. Le farfalle nel suo stomaco tornarono subito attive comunicandogli senza tatto che l’alpha non aveva mai lasciato il suo cuore e sembrarono quasi moltiplicarsi quando l’altro gli aveva confessato di essere entrato in negozio solo perché aveva riconosciuto il nome della cioccolateria di cui tanto parlava lui al liceo. Si era congratulato per il suo successo ed era andato via con un vassoio di dolcetti. Dopo quello, il rosso non si era aspettato di rivederlo, o comunque non così tanto presto, invece l’alpha era tornato solo due giorni più tardi e poi di nuovo il giorno successivo e quello dopo ancora.
“Deve piacerti parecchio il cioccolato!” aveva esclamato un giorno il beta, divertito.
“Non vengo per il cioccolato.” era stata la risposta dell’alpha.
Wakatoshi era sempre stato così: serio e dritto al punto. Quasi nessuno capiva quel suo modo di fare paradossalmente perché era troppo semplice per essere compreso. Da parte sua, davvero non capiva cosa avessero gli altri di sbagliato per arrivare a fraintendere gli atteggiamenti puri e sinceri di Ushijima. “Non vengo per il cioccolato”: non c’era altro modo di intendere quelle parole se non letteralmente, e se non era il cioccolato a interessarlo, rimaneva solo un’altra cosa a poterlo attrarre lì dentro: lui. Tendo non ci aveva pensato due volte: era innamorato di Ushijima Wakatoshi da anni e nonostante la distanza non una parte dei suoi sentimenti era scemata. Così, decise con sollievo di prendere tutto ciò che l’alpha era disposto a dargli. Non una goccia di meno, non una goccia di più. Sapeva che prima o poi la loro storia sarebbe finita, ma per adesso era lieto di godersi un giorno alla volta con il proprio compagno cercando di non pensare al fatto che ogni momento, per loro, avrebbe potuto essere l’ultimo.
Quel momento, però, era inevitabile e adesso Tendo – dopo tre anni di storia – sapeva essere arrivato.
Si alzò di malavoglia dal divano, il viso triste come lo era da tre giorni. Lui non era mai stato il genere di fidanzato che legge i messaggi dell’altro, ma il cellulare di Wakatoshi era poggiato sul tavolo e l’occhio gli era caduto sullo schermo che si illuminava. Quando si era accorto di quello che stava facendo era ormai troppo tardi. Un messaggio da parte di suo padre diceva:
               “Ricordati l’appuntamento di sabato sera con la tua pretendente”
non lasciava molto spazio all’immaginazione, ma Satori aveva deciso di non pensarci. Sapeva che prima o poi Ushijima avrebbe dovuto sposare una o un omega e già da anni, d’altronde, aveva deciso che avrebbe preso ciò che l’alpha avrebbe potuto dargli e nulla di più. Aveva sperato quindi di riuscire a godersi quegli ultimi giorni insieme al proprio ragazzo e di aspettare il discorso di questi che gli diceva che tra loro era finita, ma da allora erano passati tre giorni, l’indomani sarebbe stato sabato e ancora il castano non si era degnato a dirgli nulla. Quella situazione lo stava distruggendo.
La mattina successiva, il beta capì che non sarebbe riuscito ad arrivare a sera. D’altronde l’uomo che amava sarebbe andato a cena con un’omega, eppure ancora l’altro taceva su ciò che avrebbe dovuto fare. Così, sebbene non ne andasse fiero, mentre pranzavano insieme nel suo appartamento tentò di calcargli la mano mettendolo in difficoltà. Lo amava, ma proprio perché lo amava era arrabbiato e voleva ottenere la sua piccola vendetta in quelle ultime ore – o minuti – di relazione.
“Facciamo qualcosa, stasera?” chiese fingendo leggerezza “È da tanto che non andiamo a mangiare fuori.” Ushijima finì con calma di masticare il boccone del pranzo che aveva in bocca prima di annuire.
“È vero.” disse. Tendo non se lo aspettava, ma decise di non rispondere e lasciare che l’altro andasse avanti per capire attraverso quale giro di parole avesse deciso di spezzargli il cuore.
“Mi piacerebbe cenare fuori con te, Satori,” continuò “ma prima ho una cosa da fare.” il cuore del beta si chiuse in una morsa ed iniziò a spezzarsi.
“Quindi è così.” pensò “Ha intenzione di incontrare quella omega senza dirmi nulla.” poi un pensiero terrificante gli si affacciò in testa: “Da quanto tempo va avanti?”
Si chiese se Wakatoshi stesse con lui solo per passare il tempo mentre in realtà incontrava pretendenti per scegliere con chi passare il resto della vita. Si chiese cosa – in quei tre anni – tra loro ci fosse stato di vero.
Tremante, il beta allungò la mano e prese un sorso d’acqua tentando di calmarsi. Osservò l’alpha che aveva davanti che tuttavia senza alcuna piega stava continuando a mangiare.
“Da quanto tempo va avanti?” non riuscì ad impedirsi di chiedere. Il castano sollevò lo sguardo su di lui, confuso, quindi Tendo si irritò e scoccando la lingua specificò con tono tagliente: “L’omega che devi vedere stasera. Quante altre pretendenti hai incontrato?” la comprensione invase il volto di Ushijima, ma se Tendo si era aspettato di vederlo allarmato, arrabbiato o indignato perché l’altro l’avesse colto con le mani nel sacco, si era sbagliato. Posò invece le posate sul tavolo per rivolgere a lui la sua totale attenzione e curioso chiese:
“Come fai a saperlo?” questo fece infuriare ancora di più Satori.
“Ha importanza!?” urlò “Se devi lasciarmi non girarci troppo intorno! Fallo e basta invece di prendermi in giro!” Wakatoshi strabuzzò gli occhi senza capire.
“Perché mai dovrei lasciarti?” quella domanda era talmente tanto ridicola che il rosso non riuscì a rispondere immediatamente, il ché diede all’altro l’occasione di continuare: “Non ho intenzione di fidanzarmi con questa omega così come non ho mai avuto intenzione di fidanzarmi con le altre. Mio padre non fa altro che organizzarmi cene come queste. Non te l’ho detto perché non mi sembrava importante.”
Ushijima Wakatoshi era quanto di più semplice potesse esistere. Non diceva mai nulla con un doppio fine, né mai nulla di subdolo o con significati nascosti. Quando Ushijima Wakatoshi diceva qualcosa era sempre vera e genuina. La maggior parte della gente riteneva la cosa ingenua e da presa in giro, ma per Tendo era semplicemente adorabile.
“Puoi venire con me, stasera.” propose ancora il castano “Così vedrai che non c’è nulla di strano. Poi andremo a cenare.” a Satori non rimase che annuire.
Quella sera, entrambi si vestirono bene, poi si diressero verso il ristorante di lusso in cui il padre di Wakatoshi aveva prenotato per due.  L’alpha diede il suo nominativo all’ingresso ed un uomo in smoking li accompagnò fino a un tavolo. Una donna vi era già seduta e dovette aver fiutato l’odore da alpha perché sebbene gli stesse rivolgendo le spalle si alzò e subito si chinò leggermente verso Wakatoshi per salutarlo. Il castano lo fece a sua volta, poi rimase chinato in segno di scuse mentre continuava:
“Sono davvero mortificato, ma non posso trattenermi a cena. Sono già fidanzato e non sarebbe giusto.” poi si raddrizzò e fece cenno a Tendo di avvicinarsi. Lui lo fece con le guance leggermente imporporate e quando fu a portata di mano Ushijima gli cinse i fianchi con un braccio e avvicinò ancora di più i loro corpi.
“Lui si chiama Tendo Satori, e per quante volte io glielo ripeta mio padre non capisce ma io sono innamorato di lui.” si inchinò ancora una volta “La prego di perdonarmi, ma ho tutto ciò che mi occorre. Non mi serve cercare un’altra fidanzata.” l’omega annuì confusa ma comprensiva; Ushijima le disse che avrebbe tranquillamente potuto ordinare ciò che voleva e che avrebbe pensato lui a saldare il conto, poi la salutò e – stingendo ancora Satori – andò via.
I due uomini non dissero niente per un po’. Si limitarono a raggiungere la macchina e con quella il ristorante nel quale avevano prenotato per loro due. Il posto era decisamente meno elegante ed appariscente di quello precedente, il che – comparandolo con la vita sfarzosa che il suo ragazzo avrebbe potuto condurre ma a cui stava rinunciando per lui – mise a disagio il rosso.
“Non eri costretto a farlo. Io avrei capito.” Wakatoshi lo guardò confuso, quindi l’altro si spiegò meglio: “Sapevo sin dall’inizio che prima o poi mi avresti dovuto lasciare per sposare una omega. Non devi rinunciare alla tua vita per me.” la risposta di Ushijima arrivò semplice e istantanea:
“Sei tu la mia vita.” Satori lo guardò con occhi increduli per un paio di secondi, e mentre lui aveva quella reazione l’altro si corrucciò domandando: “Non capisco. Perché dovrei cercare qualcun altro?” Tendo era abituato a certe domande, quindi subito gli rispose:
“Io sono un beta! La società non accetta che un alpha venga sprecato in questo modo. Soprattutto se con un beta maschio che non è in grado di rimanere gravido.” fece una pausa e la sua voce si andò ad affievolire quando infine mormorò: “Io non sono abbastanza.”
A quelle parole, Ushijima si irrigidì.
“Io ti amo.” disse “Sei abbastanza, per me.” dichiarò con voce dura. Satori lo conosceva abbastanza bene da sapere che il solo pensiero che lui non si ritenesse all’altezza l’aveva fatto arrabbiare.
“Ma la società-”
“Non mi interessa.” lo interruppe “Cambierò la società, se serve per passare il resto della mia vita insieme a te.” il cuore di Tendo si sciolse a quelle parole.
“Sono stato uno stupido.” si disse immediatamente dopo ripensando al suo proposito di accettare solo ciò che l’altro avrebbe potuto dargli. “Uno stupido a credere che Wakatoshi mi abbia dato meno che tutto da quando ha deciso di mettersi insieme a me.” si sporse al di là del tavolo e baciò il proprio compagno con passione.
“Andiamo a vivere insieme, Satori.” gli disse “Poi cercheremo un modo per cambiare le cose, perché io voglio sposarti.” gli occhi del rosso si inumidirono ed ebbe bisogno di un paio di secondi prima di riuscire a rispondere con il più grande sorriso che avesse mai fatto:
“Sì, Wakatoshi-kun!”
   
 
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