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Autore: DanieldervUniverse    15/04/2021    2 recensioni
[L\'Ultima Bomba]
Un gruppo di Stranieri subisce un guasto imprevisto lungo la strada per recuperare un uovo di drago atomico dal suo nido nell'Anfiteatro della vicina città fantasma, e sono costretti a fermarsi sotto il sole in attesa che il loro meccanico ripari il tutto.
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parole: Uovo, Instancabile, Riparare
 

-Ma quanto ci vuole ancora!- gridò d’improvviso Grim Barbetta, battendo nervosamente il piede sull’asfalto
Mignolo sobbalzò, andando a sbattere la testa sul cofano aperto con un gemito di dolore.
-Ci vuole il tempo che ci vuole. Mica è facile. Se avessi un’officina a disposizione ci metterei molto di meno- spiegò il giovane umano.
-Hai intenzione di restare su quel motore tutta la vita!?- insisté il nano, stringendo i suoi piccoli occhi neri a fessure, a malapena visibili in mezzo al groviglio di peli arrufatti e ingrigiti che coronavano la sua faccia.
-Mignolo l’Instancabile non si stanca mai, e non si ferma finché non riesce a riparare il tutto!- rispose con ottimismo l’umano, strappando qualche risata agli esausti compagni di sventura.
-Così vorresti tenerci qui finché non moriamo! È questo che vuoi!- esclamò Grim pestando duramente i piedi per terra e agitando le mani per aria come un bambino. Era fuori di sé: il caldo del deserto nucleare gli stava facendo rodere i nervi. Se avesse sospettato che qualcosa del genere potesse succedere avrebbe rimandato la missione al giorno dopo, o magari avrebbe preso qualche pezzo di ricambio in più.
Già, la missione… doveva essere una cosa semplice: prendere l’uovo di drago, dentro l’Anfiteatro, nel mezzo delle rovine della città del Mondo di Prima, evitando il drago mamma molto pericolosa, dopo un viaggio di due ore dal rifugio, con il rischio di incontrare possibili orchi e goblin assortiti lungo la strada, il tutto nel mezzo di un deserto nucleare.
Grim Barbetta aveva accettato subito la missione una volta vista la ricca ricompensa per tale impresa, e senza por tempo in mezzo aveva messo su una piccola squadra con i migliori Stranieri disponibili sulla piazza: Maria Manonera, un’umana Guerriera della Strada dalla pelle abbronzata e i capelli ramati, e la sua letale Phiat Ritmo “Belva”; Tartagliona, una nana Macellaia con un’adorabile sorriso e due grandi occhi castani che spuntavano da sotto la frangetta di capelli neri; Fiamma Assortita, un’elfa Chierica della Bomba di rara bellezza, dalla pelle candina, i capelli rossi e gli occhi verde foglia; Mignolo l’Instancabile, un umano Bastardo e ottimo meccanico, che si notava tuttavia per il naso appuntito e le orecchie a sventola, che spuntavano da sotto ai lunghi e sporchi capelli biondi; e Sìano Azotato, uno elfo Stregone Atomico calvo e con gli occhi azzurri. E poi c’era lui, il solo è unico Grim Barbetta, un nano Prepper e signore incontrastato delle dune.
Mettendo insieme tutte le loro risorse avevano appena lo stretto necessario per mettersi in viaggio nelle Post Lande: due giacigli, una sola sacca da viaggio, una spada, due lance arrugginite e scheggiate, due M-16 rovinati, due pistole Beretta rovinate, un’ascia ben affilata, un fucile a pompa senza munizioni, abbastanza cibo e acqua per due giorni e una lattina di Mana-Cola, più i loro effetti personali, inutili ninnoli che raccontavano una qualche storia.
I suoi compagni di fortuna non gli avevano parlato granché delle loro esperienze passate, ma tuttavia l’ossessività con cui Tartagliona fissava il suo cubo di platica multicolore e Fiamma puliva i suoi occhiali da sole rendeva evidente che ognuno avesse i suoi trascorsi. Maria addirittura custodiva le liriche di una canzone di un certo Fra’n Cini, e ogni volta che aveva un momento libero si metteva a cantare sottovoce l’intera canzone a ripetizione, come un disco rotto.
D’altra parte Grim conservava una catenina con uno strano anello dorato appeso all’estremità e un paio di dadi morbidi legati da una corda di tessuto: i dadi erano un ricordo di suo padre, uno Straniero fiero e indomabile ma che aveva fatto una brutta fine con tutta la moto e gli aveva lasciato solo quelli e dei rottami; l’anello era un cimelio che aveva vinto ad una sfida di corsa delle macchine, conquistando onore e orgoglio.
Poco male, avevano un lavoro da fare e non avrebbero avuto tempo anche per le smancerie. Partirono all’alba, dopo aver rifatto il pieno di benzina e preso alcune taniche di scorta, con il sole alle spalle e il vento sabbioso in faccia. Per fortuna i loro mezzi di trasporto erano all’altezza delle necessità: la “Belva” era un’auto solida, con spunzoni di metallo montati sul muso e un vano nel tettuccio, su cui era montato un lancia-arpioni per la caccia all’orco; ma il vero gioiello era la sua moto truccata e ridipinta vivacemente in rosso con la scritta “fiamma” sul fianco, ottima per il deserto, lo sterrato e le fughe rapide; rimettere a nuovo la moto distrutta di suo padre era stata la scelta migliore che avesse fatto in vita sua.
La prima parte del viaggio procedette tranquilla per strade silenziose e semi-deserte, con l’esclusione di alcuni derelitti e cani marci che vagavano dispersi per le Lande. Poi raggiunsero le rovine di un casello stradale, dove una banda di goblin motociclisti gli tese un’imboscata, iniziando un feroce inseguimento. I maledetti erano un gruppo numeroso ed erano tutti armati di mitra, e ancora peggio le loro moto erano imbottite con esplosivi in modo da saltare in aria se colpite o se andavano a sbattere contro qualcosa.
Il gruppo fece del suo melgio per tenerli a distanza, ma alla prima curva un goblin riuscì a portarsi davanti alla Belva, iniziando a sparare contro il cruscotto. Grim non riuscì a vedere chiaramente cosa successe, ma qualcuno rispose al fuoco e il motociclo esplose molto vicino all’auto, accecando gli occupanti per qualche secondo.
Il successivo tratto di strada, proprio alla fine della curva, era crollato in corrispondenza dei piloni del ponte, e sarebbe stato un problema da poco se un orco non fosse comparso all’improvviso dalla voragine. Era gigantesco, con una mannaia grossa quanto la Belva e il perizoma costruito con cartelli stradali divelti. Grim lo vide per tempo e accelerò per prendere la rincorsa, ma Maria se ne accorse all’ultimo momento e la sua maldestra sterzata si risolse in un violento disastro quando il braccio del mostro colpì la macchina, scagliandola in aria per diversi metri. Per fortuna questo mise il bestione proprio sulla traiettoria dei goblin, che gli si schiantarono contro provocando un’immensa esplosione di carne e fiamme. La creatura si accasciò a terra senza un gemito. Poi tutto tacque.
Grim fermò la moto e fece marcia indietro quando fu sicuro che nessuno li stesse più seguendo. La Belva si era ribaltata un altro paio di volte dopo l’atterraggio ma era piuttosto integra, e non aveva preso fuoco. I passeggeri erano scossi e un po’ ammaccati, ma sembravano stare tutti bene nel complesso.
Il nano e Fiamma aiutarono gli altri ad uscire dal veicolo e si misero a fare la conta dei danni: oltre alle ammaccature sulla macchina Tartagliona si era rotta un braccio e sia Maria che Mignolo qualche dito. Per fortuna Sìano possedeva poteri che gli permettevano di guarire le ferite, ma mentre i due umani si sottoposero al trattamento senza fare storie la nana respinse i tentativi dell’elfo e si appese il braccio al collo da sola.
Quando Maria vide i danni alla sua macchina scoppiò quasi a piangere, mettendosi le mani tra i capelli. Mignolo per fortuna intervenne con il suo ottimismo, asserendo che poteva ripararla grazie alla sua cassetta degli attrezzi e qualche pezzo di ricambio che aveva da parte. Grim ne approfittò per rendersi utile e fece un giro d’esplorazione per qualche centinaio di metri con la moto, prendendo ampia visione della vasta distesa circostante e confermando che non c’erano mostri o predoni in vista, ne altre creature di alcun tipo.
Al suo ritorno la banda era ancora al proprio posto: Sìano stava inginocchiato affianco a Tartagliona, cercando di convincerla a farsi guarire il braccio con la sua magia ma ricevendo secchi rifiuti; Maria stava accarezzando mestamente la Belva, canticchiando la sua canzone, mentre Mignolo era chino sul motore, in religioso silenzio, intendo armeggiare con i suoi attrezzi; e infine Fiamma si era seduta da parte, controllando che i suoi preziosi occhiali non fossero rovinati.
A guardarli sembravano un gruppo affiatato e in tono: Maria indossava pantaloni di tela strappati sul ginocchio, stivali chiodati e una t-shirt con sopra una scritta che diceva “We Rock”, e aveva degli anelli al naso e sul labbro, mentre Mignolo era vestito con una specie di tuta color grigio scolorito, con una grande zip sul davanti, coperta di varie spille con nomi attaccati sopra, come Volk-Wagner, Phiat, Tokyota, Cedrolet, Alba Romero, e altre. Di contro Sìano era nudo fino alla cintola, con un corpo esile su cui risaltavano i bubboni tumorali provocati dalle radiazioni, mentre Fiamma indossava un paio di scarpe da ginnastica, jeans “Levis” lunghi fino a mezza gamba e una canottiera con scritto sopra “Ilatians do it better” in lettere bianche scolorite. Infine Tartagliona risaltava per il grembiule coperto di macchie di sangue secco e il vestito strappato color prugna che portava sotto di esso. Grim non si cambiava i vestiti da un anno almeno ma era sicuro che gli abiti lerci e sgualciti che aveva addosso si stavano scucendo ogni giorno di più.
Passarono le successive ore cercando di trovarsi qualcosa da fare, discorrendo un poco del più e del meno, di vecchie leggende di strada, sia sul Mondo di Prima che sulle Post Lande, alcune persino dei tempi delle Luci, il momento in cui il Mondo di Prima venne spazzato via dall’olocausto atomico, ma dopo tre ore le forze di tutti cominciarono a scemare, tranne quelle di Mignolo, che rendeva onore al suo soprannome, e di Maria che continuava incessantemente a cantare la sua adorata canzone alla macchina.
Ma il troppo era troppo e Grim perse le staffe e cominciò ad inveire contro il meccanico.
-Abbi pazienza Grim…- cercò di calmarlo Sìano, ma il suo intervento fece inferocire ancora di più il nano, che gli si rivolse con tale veemenza che cominciò a sputacchiare.
-Pazienza un corno! Siamo bloccati in mezzo al nulla in piena zona radioattiva con poche razioni di cibo e acqua e sotto un sole cocente e tu mi parli di pazienza…!
-Shhhh!- lo interruppe Maria.
-Che vuoi tu? Non c’è nessuno…!
-Shhh!- lo interruppe nuovamente lei, portando un dito alle labbra -Spaventi la mia bambina.
Poi tornò ad ignorarlo e ricominciò a cantare con voce morbida e dolce alla Belva.
-Vedremo soltanto
una sfera di fuoco
più grande del sole
più vasta del mondo.
Nemmeno un grido risuonerà...
Grim rimase diversi istanti a fissarla imbambolato, ma alla fine la frustrazione e la rabbia presero nuovamente il sopravvento e tornò alla carica: -Ma si può sapere che hai in testa!? Sono ore che tratti quel catorcio come una bambina! E smettila di cantare quella maledetta canzone, mi stai facendo diventare matto!
A sentirgli dire quelle parole Maria divenne rossa di rabbia e in un attimo ebbe in mano il fucile a pompa. Fece per darglielo in testa ma Fiamma la intercettò all’ultimo secondo con un colpo di spada. In un attimo le due erano avvinghiate l’una all’altra, intente a colpirsi prima con le armi e poi, quando sia il fucile che la spada vennero scagliati lontano, con morsi, graffi e pugni. Alla fine Maria prese il sopravvento e riuscì a schiacciare l’altra a terra con il suo peso, ma a quel punto Tartagliona, che la colpì alla nuca con il pomolo dell’ascia, mandandandola a terra. Quando Fiamma fece per rialzarsi, con gli occhi che mandavano lampi, la nana la intercettò con la sua arma, fermandola a pochi millimetri dal suo bel nasino.
-Ti prego zuccherino fallo, dammi una soddisfazione- la minacciò, e con il braccio rotto appeso al collo sembrava ancora più minacciosa. Le due donne abbandonarono i loro intenti bellicosi e si aiutarono a rimettersi in piedi, un po’ ammaccate.
Grim aveva guardato il tutto allibito, incapace di muoversi o di ragionare. Tartagliona gli lanciò uno sguardo di rimprovero, tagliente quanto la lama della sua ascia. Il vecchio nano abbassò gli occhi e cominciò a strusciare le ginocchia l’una contro l’altra, non sapendo come scusarsi.
-EUREKA!- esclamò improvvisamente Mignolo, facendo sobbalzare tutti. Con gesti entusiasti l’umano chiuse il cofano e balzò al volante. In pochi secondi e con qualche scossone il motore della Belva riprese vita. Tutti quanti tirarono un sospiro di sollievo.
-EVVAI! Evvai evvai evvai evvai! Mignolo l’Instancabile trionfa ancora! Niente lo stanca finché non ripara tutt…
Maria lo intercettò mentre si alzava dal sedile e gli stampò un bel bacio sulle labbra.
-Mio eroe- disse, e poi lo spinse da parte per chinarsi sul cruscotto e cominciare a baciare il volante dell’auto con altrettanta passione.
Grim sbatté un paio di volte le palpebre per assicurarsi di non avere le traveggole, ma una volta accertato che non gli era venuto un colpo di sole si schiarì la gola per attirare l’attenzione di tutti.
-Bene, erm, allora in marcia, forza. Abbiamo perso abbastanza tempo e l’uovo ci aspetta.
Mormorii di assenso seguirono le sue parole e i sei rimontarono sui veicoli, armati e pronti.
-Grazie. Per prima- disse Grim a Fiamma mentre accendeva la moto.
-Figurati- rispose lei, infilandosi il casco -Quella canzone stava facendo impazzire anche me.
Con un rombo i due veicoli si misero in moto, riprendendo la strada per arrivare alla città e all’Anfiteatro, e al loro prezioso uovo.

  
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