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Autore: Sinden    15/04/2021    0 recensioni
Heloise é una giovane studiosa. Il suo sogno é quello di essere ammessa a Orthanc, la Torre di Isengard, in cui vengono istruiti e formati i futuri Stregoni.
Per farlo, dovrà prima superare una difficilissima prova.
🌺🌺🌺
FF tolkeniana, genere avventuroso, basata anche su film Lo Hobbit - La desolazione di Smaug.
Nuovo personaggio.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eradan tentó di impedirsi di pensare.

Levarsi Isa dalla testa sarebbe stato più difficile che privarsi di un pezzo di cuore, ma quella mattina sarebbe iniziata una nuova avventura, l'ennesimo viaggio verso probabili nuovi pericoli e una quasi certa fine invereconda. Maledisse fra sé il giorno in cui aveva incontrato Helli ad Arceto e le aveva proposto di passare la notte a casa di Rosa Quincy. Avrebbe dovuto lasciarla per i fatti suoi. Sì, magari Nathan e i suoi amici le avrebbero preso il pony, ma sarebbe finita lì. Si sarebbe arrangiata, lei, i suoi problemi, il suo dannato diamante. Lontana da lui. Ma poi si vergognó di quei pensieri.

E si rammaricò anche di aver lasciato Isadora in quel modo, ma non ci poteva essere spazio nella sua mente per l'amore e altri grattacapi. Non in quei momenti, comunque.

Guardó il cielo e si rallegró nel realizzare quanta  luce c'era, quel giorno. La primavera era arrivata infine con tutto il suo fiorire, e la visione del cielo terso e delle rade nuvole bianche, gli portó un barlume di ottimismo. C'era poco da stare allegri, considerata la questione in corso, ma intanto erano ancora tutti vivi. E non era poco.

Aveva trovato Farin mentre stava raggiungendo la rotonda del Bianco Consiglio, luogo che Gandalf aveva scelto per provare a chiamare a sé le Grandi Aquile.

Il Nano sedeva assorto alla tavola che la sera prima era stata occupata dal padrone di casa, Elrond, e dagli ospiti più illustri. Ma nessuno era lì a fargli compagnia. Senza elmo, il grosso capo reclinato, Eradan ebbe l'impressione che dinanzi a lui ci fosse una creatura avvilita, sconfitta.

C'era un silenzio profondo, disturbato solo dal canto di qualche usignolo e dal cheto passeggiare degli Elfi, presi dalle loro meditazioni.

"Farin?" chiamó il ramingo.

Il Nano sollevò lo sguardo. "Nottataccia, eh?" rispose ironico, facendogli cenno di sedersi con lui. "Tu e la bionda non vi siete risparmiati, a giudicare dal tuo viso tirato."

Ma Eradan preferì rimanere in piedi e cambió argomento. "Ho saputo della fuga di Thorin."

"Nessuna fuga, amico mio. Thorin e gli altri sono stati spinti da Gandalf ad andarsene. Ha consigliato loro di passare attraverso le Montagne Nebbiose, e ha promesso che li raggiungerà più tardi.  Non ha detto nulla ad Elrond e a Galadriel perché erano contrari alla loro partenza. E  quel Saruman..." disse Farin, con una smorfia. "... ha fatto di tutto per convincere Gandalf a lasciar perdere. Ripeteva che tentare di entrare ad Erebor e provocare Smaug sarebbe un errore...bugiardo...Vuoi sapere cosa penso? Penso che quel vecchiaccio sia in combutta con il Negromante di Dol Guldur... sempre che sia un Negromante."

"Che vuoi dire?" chiese Eradan.

"Ho parlato con Gandalf, e mi ha dato la più terribile delle notizie. Il mio re, Thrain, è morto. Io credevo fosse disperso, ne ero sicuro...contavo di ritrovarlo...ma erano sciocche speranze. Lo stregone l'ha visto trascinato dalle lunghe mani nere di quell'essere. È stato anch'egli alla Fortezza, tempo fa, e ha incontrato, come Kilaran e Luin sostenevano, un'entità oscura. Era andato per indagare, e ha trovato il padre di Thorin...impazzito, ridotto a...a una bestia. Vagava per Dol Guldur, istupidito dal veleno di quel fantasma che ha preso possesso del luogo.  Poi è apparso quello che chiamano il Negromante, ma temo abbia un altro nome, e si è preso Thrain. Avrei dovuto essere lì a difenderlo!!" si lamentó Farin, guardando il cielo. "È stato Thrain a consegnare a Gandalf la mappa e la chiave per trovare l'entrata segreta di Erebor. Solo dopo, Gandalf si è messo alla ricerca di Thorin, per proporgli di tornare a impadronirsi di casa nostra, la Montagna Solitaria." a quel punto, Farin lasció la sedia e camminó verso il grande albero che troneggiava al centro del patio. "E questa notte, Thorin ha chiesto consiglio a Elrond su come interpretare le iscrizioni della mappa. Ora sanno qualcosa in più, ed il ritorno nel nostro regno forse è più vicino. Questo mi rallegra." sospiró. "Comunque... quella cosa che vive a Dol Guldur, non ha nulla a che vedere un maledetto Negromante...Saruman ha tentato di convincere gli altri di questo, ma il nemico che si nasconde lì non è un semplice nemico...è il Nemico."

Eradan ci pensó un po' su.
Poi capì.
"No. Non puó essere, Sauron ha perso la sua forma fisica. É disperso nel Vuoto."

"Ma lo Stregone ha visto...ha visto l'Occhio, fra le nebbie della Fortezza." continuó Farin, come perso in una visione.

"L'Occhio...spiegati meglio." lo esortó Eradan. Di colpo la sua tranquillità era svanita.

Il Nano si giró verso di lui. "Voglio dire che questa missione, quest'intera avventura, rischia di trasformarsi in qualcosa più grande di noi. Ci sono in gioco forze che non avevamo previsto, amico mio." rispose. "Credevamo di aver passato il peggio respingendo Melthotiel. Ma non abbiamo nemmeno immaginato che potesse esserci...ancora lui, in questo mondo...e noi stiamo per andare proprio lì, a Bosco Atro...la Fortezza si erge ai suoi margini, lo sai."

"E perché tu sei qui, allora?" volle sapere l'Uomo. "Perché sei rimasto con noi? Avresti potuto unirti si Nani, la loro missione è meno rischiosa della nostra."

Farin si passó una grossa mano sulla fronte rugosa. "Ne ho parlato con Thorin. Lui, beh, lui voleva che li seguissi, che mi unissi al viaggio verso Erebor...e anche Balin. Ma..."

"...ma?" insistè Eradan.

Il Dunedain notó come i suoi occhi fossero infossati nelle orbite, e arrossati, quasi fosse reduce da una notte di infiniti tormenti ed elucubrazioni. Probabilmente lo era.

"... ma poi ho ripensato alle volte in cui mi hai aiutato, sai, quando dormivo nei boschi, ed ero ancora un solitario. Quando mi portasti cibo, e medicamenti dal villaggio di Arceto. Ricordi? Non mi hai mai fatto mancare il tuo aiuto. E i Nani sono pieni d'onore, non dimenticano i favori che ricevono. Non posso abbandonarvi, adesso. Tu e l'Elfa siete in gamba, ma in due  non ce la farete ad affrontare un'impresa simile, e a proteggere la ragazza.  Per quanto... non sono che un miserabile vecchio ormai."  confessó Farin. "E forse inutile."

"Non dire sciocchezze.  Nessun guerriero nanico che io conosca ha il tuo coraggio." lo rincuorò Eradan, mettendogli una mano su una spalla.

"Ne conosci molti?" chiese Farin.

Eradan esitó un attimo, poi rise. "No, in veritá. Ma ho visto quanta considerazione Thorin e gli altri hanno mostrato verso di te. Non credo che il nipote di Thror riservi la sua stima a chiunque."   

"Thorin ha capito il mio stato d'animo. E mi ha lasciato libero di decidere. Ti aspettiamo ad Erebor, soldato. Casa nostra. Sono state queste le sue ultime parole." aggiunse Farin.

"...e ad Erebor arriverai. E la troverai libera. Sarà di nuovo casa vostra. Il principe del tuo popolo ce la farà. É forte e tenace." disse Eradan.

Farin non trattenne un sorriso carico di amarezza. "Il Re, vorrai dire. Thorin è ora il principale aspirante al trono, ma deve arrivarci, prima. Sì... se Eru accompagnerà queste missioni c'é qualche speranza. Intanto, ha fatto uscire il sole."

"Dov'é Andriel, a proposito?" chiese il ramingo.  

"A colloquio con Elrond. E la ragazza, Heloise?" domandó Farin.

"Arriva tra poco. Gandalf starà provando a rintracciare Gwaihir e Landroval. Mi chiedo se risponderanno al suo richiamo." ribatté Eradan.

"Sono già qui. Per la miseria, non ho mai visto creature simili!! Cioè, avevo sentito parlare delle Aquile, ma quegli esseri sono incredibilmente grandi! E pericolosi, se vuoi la mia opinione. Non mi avvicinerò ai loro becchi, puoi giurarci!" rispose Farin.

"Sono giá qui?!" esclamó il ramingo.

"Oh sì. Sono arrivate all'alba, avresti dovuto vederle in volo. Uno spettacolo. Gandalf le sta trattenendo in attesa che ci presentiamo tutti. Aspettavo te. Ma la ragazza deve muoversi!" ribattè il Nano.

"Vado a chiamarla! Tu va' da lui, per favore, e di' che attenda ancora un po'. Maledizione...speravo di avere ancora un po' di tempo..." si lamentó Eradan.

Fece appena due passi in direzione della parte di Rivendell destinata agli alloggi, che Helli gli comparve innanzi. Aveva la sua vecchia sacca sulle spalle e indossava una tunica elfica, adatta per muoversi agilmente. Aveva anche arco e frecce sulle spalle.

"Hey... eccoti. Chi ti ha dato quelle armi?" chiese Eradan, stupito.

"Andriel, ha detto che questo arco puó essere usato anche da chi non ha esperienza come arciere. Cioè, lo usano gli Elfi per addestrare i loro cadetti." spiegó Helli. "Vedi, la corda non è rigida. Posso maneggiarlo, ci ho già provato. La mia mira non è buona, ma migliorerò. Comunque, mi serviva un'arma."

"Molto arguta la nostra Andriel. Ma dov'é?" chiese il ramingo.

"Buongiorno a voi!" si udì una voce femminile e decisa. Andriel comparve finalmente, seguita da Elrond.
"É tardi, purtroppo. Gandalf sarà arrabbiato."

"Se conosco bene Mithrandir, nulla puó farlo davvero arrabbiare. Tranne naturalmente chi dimentica le cose." disse l'Elfo, guardando Heloise. "Hai lasciato il Mil Naur nella camera di Nohmus. So che te l'ha riportato in fretta e furia. Ragazza, se ti definisci una studiosa dovresti esercitare la memoria. Non sono sbadataggini consentite, queste." la rimproveró.

Helli arrossì. "Mi dispiace. Non succederà più."

"Puoi ringraziare l'assennatezza dei miei soldati. Nohmus si è svegliato, turbato dall'energia negativa che sentiva nel suo alloggio, e ha trovato il diamante su uno dei suoi mobili. Non sapevo avessi dormito lì." continuó Elrond, aggrottando le sopracciglia.
Eradan, a sua volta, mostró sorpresa. "Allora te la sei cavata egregiamente stanotte. E io che ero in pensiero!"
La ragazza fece una smorfia. "L'Elfo ha evitato che dormissi all'addiaccio, ma lui era di guardia, ha passato la nottata fuori. Se lo vuoi sapere."

Elrond ed Eradan risero. "Non sono fatti che ci riguardino. Ma se il gioiello fosse rimasto qui, l'unica protezione che avete contro Urgost sarebbe sparita. Tienilo sempre sott'occhio. Ora dov'é?" chiese l'Elfo.

"L'ho messo nella sacca, avvolto da un pezzo di cuoio. Nohmus dice che non devo indossarlo. Credo abbia ragione." spiegó Helli. "Ma prometto che staró attenta, Lord Elrond."

"Ricordi il nostro patto? Torna da questa missione e tutti i tesori della sapienza di cui disponiamo saranno tuoi. E di essi, poi, farai ció che credi. Ne hai già stretti due di accordi, con Thorin e con Urgost. Questo é il terzo, ma in questo puoi credere." le disse Elrond. "Ho discusso con gli altri di te e della tua storia. Saruman non é affatto convinto che ce la farai, ma Galadriel sì. Ha scorto in te molta forza, e passione per i tuoi ideali. Ricorda, avere la fiducia di Galadriel é un grande privilegio. Raramente sbaglia giudizio."

"Faró del mio meglio." promise Helli.

"Temo che il tuo meglio non sarà sufficiente. Devi andare oltre quelli che credi i tuoi limiti. Primo fra tutti, la paura di fallire. Il fallimento e le cadute sono parte del nostro percorso. Non ti spaventare se cadi. Ma continua a camminare. E non voltarti indietro. Non pensare a tua sorella, starà bene con noi. Non preoccuparti di nulla, Heloise Foley, ma solo del tuo scopo." continuó l'Elfo.

"Non ho trovo le parole per ringraziarvi. Perció, mi limito a promettere che seguiró i vostri consigli." disse Helli, con il groppo in gola. "...fino alla fine."

"Voglio riporre la mia fiducia in te. Ma non nascondo la mia preoccupazione. Qui c'é qualcosa che ci sfugge. Qualcosa che non torna. Un brutto sospetto ha avvolto me, Galadriel e Gandalf. So che andrete a Bosco Atro a cercare Radagast il Bruno. State lontani da Dol Guldur, mi sono spiegato?" disse Elrond, voltandosi verso Eradan. "Nessuno si avvicini a quelle mura diroccate, finchè non sarà stabilito cosa vive lì."

"Capisco cosa intendete, Lord Elrond." rispose Eradan. "Ho sentito la teoria che circonda quel luogo. E davvero non é mio intento dimostrarla."

"Bene, allora." annuì Elrond. "Dopo aver ottenuto da Radagast indicazioni sulla tana del drago Urgost, dovrete dirigervi a Nord, per raggiungere Angmar. Questa volta non avrete a disposizione le Aquile, quindi non vi resterà che attraversare le Montagne Nebbiose nel loro punto più settentrionale. Non sarà piacevole, c'è il ghiaccio che non si scioglie mai lassù. Ma non esistono scorciatoie. E dopo...che Eru vi aiuti."

Arrivarono tre dame elfiche, con tre mantelli di morbido tessuto verde scuro.

"Questi sono per te, la ragazza e il Nano. Proteggono dal freddo, e hanno la notevole qualità di rendere quasi invisibile chi li indossa. Vi saranno utili." annunció Elrond. "Vi servirà protezione da molte cose, e questi mantelli faranno la loro parte."

Eradan chinó il capo. Farin, un po' controvoglia, fece altrettanto, imitato da Helli.
"Un regalo prezioso, Lord Elrond."

"Non vi daremo altre armi, per non caricarvi di peso eccessivo. In quanto al cibo, ne troverete in abbondanza a Bosco Atro, Thranduil fortunatamente non ha emanato leggi che vietino di cibarsi dei frutti del bosco. Ma potrebbe farlo presto." disse Elrond, con una punta di sarcasmo. "I Valar solo sanno quanto sia attaccato alla sua foresta."

"A proposito... cosa dovremmo dire se gli Elfi Silvani ci trovassero? Non vorrei passare dei guai. Di fatto, entreremo di nascosto nei loro confini." chiese Eradan.

"Non avrete tempo di dare giustificazioni se vi scoprissero. Tollerano la presenza di Radagast perché é uno stregone e tiene alla larga Orchi ed energie negative, ma voi quattro non sarete ben accolti, specie Andriel, che appartiene alla nostra comunità. Fra me e Thranduil i rapporti non sono...ehm... distesi." confessó Elrond. "Posso solo consigliarvi di essere discreti. E veloci."

"Ci proveremo." promise Eradan. "Grazie di tutto."

"Sbrigatevi ora. Gandalf starà imprecando in tutte le lingue che conosce, non vedendovi arrivare." sorrise Elrond.

Notó che Heloise stava osservando un punto lontano, e si giró per capire cosa avesse attirato la sua attenzione.

Sua sorella Isadora stava in piedi vicino a una fontana, triste, pallida.

"Vi siete salutate?" chiese Elrond.

"Sì...più o meno. Non le piace questa situazione. Non vuole separarsi da me e..." guardó Eradan, che giró il viso, imbarazzato. "... ha paura."

"Come ne hai tu. Io credo che vi rivedrete. Eru non puó essere stato così severo con voi, senza uno scopo. Il futuro puó riservarvi ancora qualcosa di meraviglioso. Ricordatelo." le disse bonariamente l'Elfo. "Comunque, se vuoi andare a parlarle ancora qualche minuto, questo é il momento."

Helli si giró a osservarlo. "No. É il momento solo di andare dove dobbiamo andare. E fare in modo che questa storia finisca una volte per tutte." Poi, dopo essersi girata un'ultima volta verso la sorella, si allontanó a passo deciso.

"Beh, ha carattere. Deve essere dura separarsi da chi si ama." commentó Elrond.

"Già." convenne Eradan. "E in questo é più brava di me."

"Un Dunedain si mette in grande pericolo se si lascia trascinare dai sentimenti." rispose Elrond. "Offuscano la mente."

"Lo so molto bene." annuì Eradan. "Stavo per cascarci con lei."

"Le ragazze Foley sono giovani, e immature. Entrambe. Non hanno ancora davvero lasciato il nido d'infanzia. Tu sì. E da un pezzo." gli disse Elrond. "Non pensarci più. Un'umana non vivrebbe felice con un Dunedain, e nemmeno con un Elfo. Sai a cosa mi riferisco."

"Già. Vi prego solo di avere cura di lei. Di fare in modo che non si metta su una strada pericolosa, se lasciasse Gran Burrone. Troppi uomini possono approfittarsi di lei. È orgogliosa, ma anche ingenua." si raccomandó Eradan.

"Puoi stare tranquillo. E tu, veglia sulla più giovane. Ma che non se ne accorga." gli rispose l'Elfo. "Non lasciare che faccia di nuovo male a se stessa. Purtroppo Heloise ha una grave carenza di fiducia nelle sue capacità. E ben poca considerazione del suo autentico valore. Ma sbaglia."

Eradan lo guardó. "Voi e Galadriel siete davvero convinti che sia in gamba?"

Elrond lo guardó negli occhi. "Sai, prima di Heloise, quante creature al mondo sono riuscite a resistere a Melthotiel? Quante, hanno trovato la forza di non cedere al suo potere mentale?"

"Andriel..." rispose l'Uomo.

"Andriel ha usato una magia difensiva, nulla più." rispose Elrond.

Il ramingo scosse il capo. "Allora...no. Non lo so."

"Nessuno." rispose Elrond. "Solo Heloise. Ma non se ne rende conto. Crede di non valere nulla. Aiutala in questo. Insegnale a volersi bene. Io credo che quella ragazza abbia iniziato a incolpare se stessa di tutto, a partire dalla morte di suo padre. E perció ha iniziato fantasticare sui maghi e la scuola di Isengard. Per trovare un rimedio ai suoi tormenti."

"Cosa c'entra suo padre? É morto in battaglia, da quel che so. Perché dovrebbe sentirsi in colpa?!" chiese perplesso Eradan.

"Questo é ció che ti ha raccontato lei. Deve aver rimosso la faccenda. Ma so la verità. Sua sorella me l'ha detto, dopo cena." ribattè Elrond. "Il loro padre non é morto in un'azione di guerra. É morto mentre stava andando a chiamare un medico, nel villaggio di Brea. Cavalcando attraverso la Valle Rossa, il cavallo mise una zampa in una buca nascosta e perse l'equilibrio. Norman Foley cadde e si spezzó la schiena. Lo trovarono e lo riportarono a casa, alcuni suoi compaesani, già cadavere. Ci fosse stato uno speziale a Midlothian, sarebbe vivo oggi. Forse. Anche se temo che Melthotiel l'avrebbe trovato a Midlothian e ucciso, come vendetta per non aver mantenuto il patto con lei."

Eradan era basito. "Isa non mi ha detto niente...ma perché un medico? Cos'era successo?"

"Per Heloise. Stava male. Una banale febbre, che passó qualche giorno dopo. Ma era salita molto ed Helli venne colta dal delirio. I suoi genitori si spaventarono, e il signor Foley prese il cavallo per andare a cercare aiuto. Fu una scelta tragica." raccontó Elrond.

"Oh accidenti...ecco perché vuole studiare la Medicina. Da ció la sua ossessione." comprese Eradan. "Si sente responsabile."

Il ramingo immaginó che, forse, la radice di tutta quella tensione fra lei e sua sorella poteva anche essere l'incidente occorso al padre. Forse Isa, in cuor suo, non perdonava a Helli di essere stata la causa involontaria della disgrazia. Fu come colto da un'improvvisa consapevolezza. 

"Già. La mente umana é contorta e oscura anche per me, a volte." ammise Elrond. "Quella ragazza ha vissuto nel senso di colpa tutti questi anni. Ma non è detto che non trovi la sua felicità. Tu aiutala solo a rimanere viva nelle prossime settimane. Al resto, ci penserá il nostro grande Padre."

L'uomo chinó il capo.

Si sentì un verso acutissimo, come lo stridere di un falco, ma tre volte più intenso. "Ecco, Gandalf deve aver perso la sua proverbiale pazienza." commentó Elrond. "Va' Eradan."




_______

Ho inserito un riferimento all'episodio in cui Gandalf va a Dol Guldur e incontra Thrain e lo spirito di Sauron.  Inoltre, ho aggiunto un particolare fino a questo momento segreto sul padre delle ragazze. Per dare continuità logica al tutto, ho modificato alcuni precedenti capitoli, come "La sconosciuta" e "Il risveglio del Re Stregone". 


 

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