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Autore: Rack12345    15/04/2021    2 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo XI: E quindi uscimmo a riveder le stelle

Parte I
 
 



Alexis Moore si svegliò molto presto quella mattina.
Erano circa le 05.00, ma non le importava assolutamente di tornare a dormire, dopo averlo fatto per 6 giorni consecutivi.
Decise dunque di alzarsi. Si cambiò indossando gli abiti che aveva trovato nell'armadio della sua stanza: dei leggeri pantaloni in lino, bianchi, ed una camicia di cotone lilla e senza maniche. Ai piedi indossò dei sandali, nonostante il suo piano fosse quello di addentrarsi nella natura wakandiana. Si disse che dopo essere sopravvissuta a Synthia, avrebbe potuto sopportare qualsiasi cosa ormai. Sciolse i capelli che la sera prima aveva lavato e fermato in una treccia e ne uscì fuori un mosso che le piacque molto, diverso dal suo solito capello liscio. Prese una mela verde dalla fruttiera posta sulla scrivania e la addentò uscendo dalla stanza.
Nei corridoi delle stanze per gli ospiti non incontrò nessuno e per un attimo si preoccupò di dover dire a qualcuno dove stesse andando, ma poi si disse che tanto sarebbe tornata prima che si fossero accorti della sua assenza.
Dopo non pochi minuti passati a trovare un modo per uscire dal palazzo, si ritrovò nei giardini. Da lì seguì un sentiero di legno che conduceva in una sorta di parco naturale visitabile e anche lì non incontrò nessuno, probabilmente perchè era molto presto per una gita tra i boschi.
Passò sopra un piccolo ponte in legno, sotto il quale scorreva un ruscello di acqua cristallina. In quello stesso momento la sua attenzione fu catturata dal sorgere del sole tra le montagne. Un lieve color lilla inondava tutta la valle che si creava tra esse, e pian piano si fece rosato ed infine colmo di luce giallastra. Osservò l'alba con estrema attenzione, quasi riuscendo a vedere perfettamente di secondo in secondo il sole che si muoveva e le ombre seguirlo.
Aveva pensato che non l'avrebbe mai rivista. Cercò di ripercorrere con la mente tutto ciò che era successo fino a quel momento, sentendosi fortunata per ciò che aveva ora, evitando di pensare a ciò che aveva perduto, cioè la sua famiglia di sangue.
Ci aveva pensato,in realtà, quando aveva creduto di morire. Avrebbe rivisto i suoi genitori, o almeno sperava fosse così. Alexis non sapeva di preciso in cosa credere, ma sentiva che dopo la morte dovesse esserci per forza qualcosa.
"Non siamo dei computer che si rompono. Abbiamo un'anima dentro, che ci distingue gli uni dagli altri, da qualche parte dovrà pur finire."  pensava.
Non si sarebbe mai pentita della scelta che aveva fatto quel giorno, quando aveva deciso di aprire lo scudo e salvare James. Morire salvando il prossimo è il modo migliore per un Avenger di andarsene dal mondo. Tuttavia era molto felice che ciò non fosse avvenuto, nonostante il suo cuore fosse pronto.
Era davvero grata del fatto che stessero tutti bene e che poteva vederlo lei stessa, poteva viverlo, poteva vivere i suoi amici, e non vedeva l'ora di farlo.
Nel pomeriggio si sarebbe allenata con Steven e Tony, ovviamente parliamo dei suoi poteri mistici. Non sapeva assolutamente nulla di come usarli e non sapeva neanche lei grazie a quale forza soprannaturale era riuscita a creare quello scudo dietro la schiena di Bucky.
O meglio, lo immaginava: l'adrenalina, il terrore di dover vedere Bucky morire sotto i suoi occhi e sotto gli occhi di Steve, che tanto aveva lottato per lui. E, ovviamente, si era molto affezionata a lui.
Affezionata forse non era il termine propriamente corretto: ogni volta che lo vedeva aveva la sensazione di  volergli saltare addosso!
Si ritrovò a sorridere a quel pensiero e si prese in giro da sola, perchè mai avrebbe pensato che nella vita di una spia potesse rientrare anche quello strano sentimento che stava nascendo in lei, neanche nei confronti di un collega. Eppure gli occhi di ghiaccio di Bucky la facevano sciogliere ogni volta che si posavano su di lei, la sua riservatezza e il suo essere particolarmente silenzioso lo rendevano un mistero affascinante da svelare, come un libro da sfogliare pagina per pagina, del quale però non si vuole mai giungere alla fine. Lo ammirava tantissimo per il suo coraggio: dopo tutti gli anni al servizio dell'Hydra non si era lasciato andare, anzi, aveva lottato per poter tornare in sè, era una cosa che doveva da una parte a Steve, ma anche e soprattutto a sé stesso. Non era stato certo Bucky a chiedere che gli fosse iniettato il siero, attaccato un braccio di metallo e resettato il cervello.
A quel pensiero il cuore di Alexis fu stretto da una morsa dolorosissima. Si chiese quanto dolore dovesse aver provato Bucky, un uomo dagli occhi così dolci da farti sciogliere quando ti guarda, a subire tutti quegli esperimenti, gli elettroshock, e tutti i sensi di colpa ogni volta che il suo cervello iniziava a ricordare la sua vita passata.
Bucky questo proprio non lo meritava.
Scosse la testa cercando di scacciare i brutti pensieri che gli avevano attraversato il cervello nell'ultimo minuto e, mentre riprendeva la sua camminata, si disse che se non fosse stato per quegli esperimenti e quelle orribili esperienze, ora sicuramente Bucky non sarebbe lì e lei non potrebbe bearsi della sua presenza. Sarebbe stato soltanto un ricordo nella mente di Steve e non sarebbe mai arrivato nessuno a scuoterle i sentimenti, il cuore, come stava facendo Bucky.
Camminava senza realmente guardarsi intorno, nonostante volesse vedere quel luogo da anni, perchè la sua mente era occupata dal pensiero del soldato d'inverno.
Gli era mancato molto quando al suo risveglio, il giorno prima, era stato l'unico a non vedere. Steve le aveva detto che aveva passato lì tutte le notti e si sentì lusingata da ciò, e capiva perfettamente che fosse crollato nel sonno dopo sei giorni senza dormire, ma gli era mancato il giorno prima e gli mancava ancora di più in quel momento, mentre passeggiava tra i boschi del Wakanda.
"Magari potrei chiedergli di  farmi da guida!" pensò. 
Sorrise di nuovo distrattamente, mettendosi i capelli dietro un orecchio imbarazzata, neanche Bucky fosse lì e lei glielo avesse chiesto davvero.
-Questa è bella! Perchè arrossisci?-
Una voce la fece sobbalzare, essendo convinta di essere completamente sola visto l'orario  in cui era uscita. Si portò una mano al cuore e sgranò gli occhi. Non si era neanche accorta che fosse ad un metro da lei, se non avesse parlato gli sarebbe andata a sbattere addosso.
-Steve!!-
-Non volevo spaventarti.- le disse lui ridendo. -Che fai da queste parti?-
-Passeggio ed esploro le bellezze naturali del Wakanda. Tu piuttosto... mi stavi seguendo?- chiese lei mettendo entrambe le mani sui fianchi con una finta aria imbronciata.
-Assolutamente no!- Cap fece una pausa, poi alzò le mani al cielo. -Ok, sì, ti ho vista uscire e volevo assicurarmi che non ti accadesse nulla.-
-Eh no, non mi sta bene.- disse lei, prendendolo sottobraccio e continuando a camminare. -Sono stata male, ma sono pur sempre un Avenger. Credi che non sappia difendermi?- chiese dandogli un pizzicotto sul braccio.
Ovviamente Steve non sentì nulla, anzi, rise, come se gli avesse fatto il solletico.
-Ahi! No, non sia mai!- rise Steve. -Ero solo preoccupato per te. Puoi concedermelo?-
-Uhm, va bene, stavolta sei salvo.-
I due continuarono a camminare lungo il sentiero che conduceva sempre più in alto, parlando del più e del meno come dei semplici amici di vecchia data. Alexis non aveva mai smesso di sorridere e neanche Steve.
Le piaceva la vita da spia e da Avenger, ma le mancavano ogni tanto dei momenti vuoti, ma strapieni di emozioni, come quello che stava vivendo in quel momento.
Poi Steve interruppe la tranquillità dei pensieri di Alexis.
-Allora sentiamo, perchè sei arrossita prima?- chiese lui.
-Oh, no, niente, forse mi sarò grattata il viso, qui è pieno di zanzare!-
Cap inarcò le sopracciglia.
-No, non è vero. Andiamo, sputa il rospo.-
Alexis alzò gli occhi al cielo. -D'accordo, mi hai beccata: sono rimasta stordita dalla tua bellezza!-
-Sì, come no. Non mi avevi neanche visto e ti stavo ad un palmo dal naso!-
Alexis fece spallucce continuando a camminare, aveva però accelerato il passo.
Cercava in qualche modo puramente astratto di fuggire dalle domande di Steve.
Ad un tratto lui la fermò, l'aveva distanziato di qualche metro, ma la raggiunse con due falcate.
-Sai che puoi dirmi tutto. Qualsiasi cosa.- le disse.
Alexis non lo capì, ma Steve intendeva "guarda che puoi tranquillamente dirmi che fai pensieri sul mio storico amico, non ho nulla in contrario!"
-Lo so.- rispose lei guardandolo nel profondo degli occhi blu che la fissavano a loro volta.
Steve invece capì perfettamente che quel "lo so" stava per "te lo dirò quando sarò pronta".
Lui già sapeva benissimo quale fosse il motivo dell'improvvisa timidezza di Alexis.
Per qualche minuto restarono in silenzio, continuando a camminare. Erano ormai circa le 10.00 ed il sole iniziava a bruciare, ma per fortuna loro si trovavano ancora in un ambiente boscoso, che lasciava filtrare solo qualche raggio.
Ad un tratto Alexis si inchiodò al terreno.
-Io sono già stata in questo posto!- esclamò.
Steve la guardò torvo.
-Come? Quando? Sei sonnambula?-
Alexis, a bocca aperta per lo stupore, riconobbe tutto: il sole che filtrava tra gli alberi, la stessa vegetazione, l'erba costellata di goccioline di brina, il corso d'acqua, i fiori, gli uccelli.
La sensazione era esattamente quella di essere già stata lì.
-Steve, credimi, io conosco questo posto.-
Si accucciò a terra ed accarezzò i fili d'erba. Erano bagnati, ma la sua mano veniva riscaldata dei lievi raggi di luce che filtravano dai rami degli alberi.
Poi improvvisamente ricordò il sogno che aveva fatto, l'unico che ricordava del periodo in cui aveva dormito lì.
-Sei sicura?-
-No, non più.- disse lei alzandosi. -Credo di averlo sognato però.-
-Hai sognato un luogo che non hai mai visto, né sentito nominare?-
Lei annuì e poi fece spallucce -Che ci vuoi fare, sarà una dote portata dai miei nuovi poteri!-
Mosse leggermente la mano facendo apparire delle piccole luci ambrate intorno alle sue dita.
Steve la fissò incantato e al tempo stesso sconvolto.
Non l'aveva mai vista fare magie. Non credeva che l'avrebbe mai vista fare magie, pensava che Alexis fosse un essere umano tra i più i comuni da quel punto di vista, ed invece aveva stupito tutti, o quasi, fatta eccezione per chi già lo sapeva.
-Non ho idea di come funzionino in realtà.- disse la giovane. -Oggi pomeriggio tenterò di imparare qualcosa con il Dr. Strange e Tony.-
Steve continuava a fissarla estasiato. Scosse la testa e le prese una mano sorridendo.
-Alexis, perchè non me lo hai mai detto?-
La giovane sospirò, stringendo a sua volta la mano del suo più caro amico.
-Avrei tanto voluto Steve, credimi. Avrei tanto voluto che tutti voi lo sapeste ed avrei tanto voluto utilizzare i miei poteri in tutte le nostre battaglie. Ho preferito fingere che non esistessero, per non sentirmi inutile. Inoltre volevo proteggere il segreto della gemma di Strange. Invece che dirlo a qualcuno e lasciare da parte qualcun'altro, ho preferito non dire nulla a nessuno. Tanto non sarebbe servito a niente se lo aveste saputo.-
-Beh, invece sarebbe servito. Ti sei salvata solo perchè lo hai detto a Bucky, che ha agito prontamente.-
Lei arrossì di nuovo e Cap lo notò. Si sedette sulla riva del ruscello e lei lo imitò.
-Ehm.. sì, hai ragione, ma il fatto è che io ho giurato a me stessa che non li avrei mai utilizzati in quel modo. E comunque Tony lo sapeva, a quanto pare.- si portò di nuovo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Per fortuna l'hai detto almeno a Bucky.- Steve colse l'occasione per tentare di riaprire l'argomento.
-Ho dovuto, Strange aveva detto cose troppo strane. Se tu fossi stato al suo posto l'avrei detto anche a te.-
Steve annuì.
-Ho temuto il peggio, Alexis.-
Cap fece una pausa e sospirò pesantemente.
Alexis rimase in silenzio ad ascoltarlo.
-Non sapevo nulla di quello che stava succedendo, sono rimasto imbambolato a fissare il vuoto dove pochi secondi prima eri tu. E' stato Tony ad avere i nervi saldi stavolta, probabilmente perché aveva intuito cosa fosse accaduto, al contrario di me, visto che non sapevo nulla. Non capivo cosa ti stesse succedendo e non sapevo cosa fare per aiutarti, mi sono sentito impotente ed inutile nei tuoi confronti.-
Alexis posò una mano su quella di Steve. Non ebbe il tempo di stringerla perché il soldato la tirò verso di sé e la avvolse con un braccio, facendole posare la testa sul suo petto. Steve chiuse gli occhi e Alexis gli cinse la vita con le braccia, in quello che era probabilmente l'abbraccio più intimo che i due avessero mai avuto.
-Ho avuto davvero paura di non poterti stringere mai più. Di non potermi più allenare con te, di non avere più la mia complice perfetta sul campo, di non averti più nella mia vita.-
Gli occhi di Alexis si velarono di lacrime e tirò su con il naso.
-Non so cosa farei se tu dovessi...- Steve non riuscì a terminare la frase. -Ti voglio bene, Alexis, infinitamente.-
Alexis sentì un tepore partirle dal centro del petto.
-Ti voglio bene anch'io, Cap.- disse la giovane, stringendo ancora di più l'abbraccio con Steve.
Rimasero lì abbracciati per svariati minuti, sentendosi estremamente fortunati ad essersi trovati insieme nella famiglia degli Avengers.
 
 
*                 *                    *
 
 

-Ok, Alexis, concentrati.- disse Strange a bassa voce accanto alla ragazza. -Devi solo cercare di colpire Tony, senza necessariamente riuscirci. Dopo tutta la teoria di questa mattina, dovresti farcela.-
Alexis scosse la testa.
Non aveva minimante fiducia in sé stessa in quel momento.
Si concentrò, strinse gli occhi e delle goccioline di sudore le scesero lungo la fronte. Immaginò le "fruste magiche", così le chiamava lei, che aveva intenzione di creare per accalappiare Tony, che poco più giù e in armatura fingeva di essere distratto da qualcosa, lanciando qualche occhiata di striscio alla ragazza per capire come se la stesse cavando.
Strinse i denti muovendo le mani in avanti, ma le fruste magiche non comparvero. Probabilmente era anche un po' a causa della paura di rovinare il cortile del palazzo di T'Challa.
Imprecò sottovoce e sbuffò.
-Niente, è inutile e non sono capace! E' meglio se lascio perdere.-
-Tu sei pazza, vuoi lasciar perdere al primo tentativo? Sai quante volte ho preso fuoco prima di capire come funzionasse la mia armatura?!?- le urlò Iron Man non poco distante.
Lei sbuffò di nuovo ed alzò gli occhi al cielo.
-Agente Moore..- iniziò lo stregone. -Ascolta me. Sei perfettamente in grado di capire come funzioni. Anche io ci ho messo un po' a capire come funzionasse tutto, ma vedrai che ci riusciremo.- le fece un sorriso rassicurante.
-D'accordo. Riproviamo.-  rispose lei con uno sguardo sempre più determinato.
-Con Synthia hai aperto lo scudo sulla schiena di James Barnes, quindi, come puoi vedere, sei perfettamente in grado di utilizzare i tuoi poteri.- si grattò il mento, pensando. -Proviamo così: ricordi cosa hai provato quando l'hai fatto l'altra volta?-
Alexis annuì. -Sì: disperazione.-
Il dottore sollevò le sopracciglia quasi divertito. -Ottimo, cerca di ricreare quella sensazione mentre ti concentri.-
 La ragazza cercò di farlo, ma quando ripensò a quei momenti, ora che era serenamente viva, non fu la disperazione la prima cosa che le venne in mente.
Furono la preoccupazione e l'amore che lesse negli occhi di Steve e Bucky che si accasciavano su di lei.
E fu proprio quella la sensazione alla quale si aggrappò e che le consentì di riuscire nel suo intento.
Con un sorriso soddisfatto Alexis creò due piccoli cerchi di luce ambrata, tutti decorati con motivi geometrici che si formarono intorno al suo avambraccio a mo di bracciale. Pochi secondi dopo ne creò altri due che si staccarono presto dalle sue mani e li diresse verso Tony.
Li lanciò con un po' troppa forza, perché gli arrivarono davanti in due secondi.
-Ops... TONY!!- urlò Alexis portandosi entrambe le mani a coprire la bocca.
Tony però, nella metà del tempo, aveva chiuso l'elmetto dell'armatura ed aveva creato uno scudo con uno dei vari gadget che aveva aggiunto all'armatura.
I due cerchi andarono ad infrangersi contro lo scudo, sgretolandosi e scomparendo nel nulla poco prima che i pezzi infranti toccassero il terreno.
-Che ti avevo detto!?!- urlò Stark da lontano, con voce metallica.
Tony attivò i motori e volò in un attimo accanto ad Alexis e riaprì il casco dell'armatura, porgendo alla giovane un sorriso smagliante, con tanto di lievi rughe a contornargli gli occhi.
-Ti sei spaventata?- le chiese.
Alexis aveva ancora lo sguardo fisso nel punto in cui fino a poco prima c'era Tony e le mani a coprirsi la bocca.
-Ehi?- Tony le schioccò le dita davanti.
Alexis ritornò in sé sbattendo le palpebre più volte.
-Sì ci sono.- disse, passandosi entrambe le mani sul volto.
-Alexis, sei stata bravissima!- esclamò Strange con un po' troppo entusiasmo per il suo solito.
La ragazza lo guardò perplessa.
-Cosa? Ma non hai visto? Potevo ucciderlo!-
-Per questo indosso l'armatura!- disse Tony.
-Non importa, sei riuscita al secondo tentativo, è un buon inizio, anzi ottimo, direi perfetto!- disse Strange.
Tony corrugò la fronte.
-Dottore, guarda che è la mia figlioccia, non la tua!- disse, avvinghiando la giovane a sé.
-Beh, è grazie a me che in grado di fare tutto ciò, quindi..-
I due cominciarono un divertente battibecco che per fortuna Alexis interruppe sul nascere.
-Ragazzi..- disse, gli altri due la guardarono. -State scherzando, vero?-
Stark e Strange si guardarono in silenzio per qualche attimo, poi iniziarono a bofonchiare dei confusi "oh, ma certo", "assolutamente", "ma ti pare", "a me non importa di queste cose".
La ragazza sospirò e scosse la testa.
-Bene!- Strange decise di riprendere in mano la situazione. -Proviamo con lo Sling Ring? Ti presto il mio, quando torneremo a New York te ne darò uno tutto tuo.-
Alexis aggrottò le sopracciglia.
-Con lo..?-
Strange frugò qualche secondo nelle tasche posteriori dei suoi pantaloni.
-Questo!-
Alexis prese tra le mani quel coso e lo osservò. Era una specie di doppio anello.
-Oh sì, vanno molto di moda gli anelli doppi!- disse rivolta a Strange.
A Tony scappò una risatina che soffocò dopo aver ricevuto uno sguardo truce dal dottore.
-Ehm... non è un gioiello. Lo usiamo per creare portali.-
Alexis aprì la bocca in un gesto di stupore che concluse poi con un imbarazzato -Oh.-
Steven lo riprese tra le mani per farle vedere come funzionasse.
In una mano aveva l'anello, la teneva alzata di fronte a sé, mentre con l'altra mano, sempre alzata di fronte a sé, creava dei cerchi nell'aria.
-Questo è il movimento che devi fare.- sfilò l'anello e lo porse alla ragazza. -Prova tu.-
Lei infilò l'anello decisa ed imitò i movimenti di Strange.
Lui accanto a lei cercava di dargli dei consigli.
-Visualizza, concentrati. Raffigura la destinazione nella tua mente. Immagina ogni dettaglio. L'immagine deve essere limpida.-
Alexis continuava imperterrita con quel movimento circolare della mano, mentre gli altri due la fissavano speranzosi.
"Ma tranquilli, non mi mettete a disagio, neanche un po'!" pensava lei.
Ad un tratto delle scintille iniziarono a prendere la forma circolare tipica dei portali che creava anche Strange. Il cerchio si era ingrandito sempre di più fino ad avere la dimensione di un vinile.
Si iniziava anche ad intravedere il paesaggio che Alexis stava proiettando nella sua mente: quello della radura in cui si era ritrovata la mattina stessa e che aveva precedentemente sognato.
La sua fronte iniziò di nuovo ad imperlarsi di sudore per lo sforzo. Il cerchio continuò ad ingrandirsi finché non esplose in una serie di scintille innocue, che però fecero sobbalzare i presenti.
Alexis sospirò e portò entrambe le mani sui fianchi, scaricando il peso su una gamba. Era stanca.
-Beh, tranquilla. Anche in questo caso è un ottimo inizio.-
Lei guardò Steven annuendo, era troppo stanca per contraddirlo.
-Brava, piccola.- disse Tony dandole delle lievi pacche sulla spalla.
Alexis non era del tutto convinta di quello che i suoi nuovi genitori le stavano dicendo.
Anzi, era convinta di aver portato a casa due fallimenti, dopo due ore di pratica e tre ore di teoria.
Ad un certo punto sentì dei passi dietro di lei e le orecchie le si rizzarono.
-Non ti starai strapazzando un po' troppo, agente Moore?-
Alexis trattenne il respiro per due/tre secondi, finché non si voltò verso la voce vellutata e pacata che tanto le era mancata nelle ultime ore, rivelando improvvisamente un sorriso sconvolgente, quando pochi secondi prima aveva un'espressione distrutta e dolorante.  Sorrideva con ogni centimetro del suo volto.
-Bucky!- esclamò, facendo qualche passo quasi saltellando per andargli incontro.
Quando gli fu davanti rimase imbambolata.
-Ciao.- le disse lui sorridendo.
Rimasero a guardarsi per qualche secondo sotto gli occhi di Tony e Strange che erano lievemente sconcertati nel vedere Alexis saltellare verso il soldato d'inverno.
Alexis ebbe l'istinto di abbracciarlo, ma la timidezza tornò di nuovo a farsi strada in lei. Quel sentimento sconosciuto che poco si addiceva ad una spia.
-Ehm... Ciao!- le rispose lei continuando a sorridere.
-Piccola, noi rientriamo!- le disse Tony che già si era incamminato con Strange.
Lei lo guardò annuendo, senza rispondere nulla. Ora che aveva visto Bucky non lo avrebbe certo piantato in asso, dopo che aveva tanto desiderato vederlo.
Vide Tony scuotere la testa bonariamente, sorridendo lievemente.
Le fece capire che non si sarebbe più opposto alla cosa che stava nascendo tra lei e il soldato d'inverno.
Tony, infatti, aveva completamente rivalutato James. La paura di perdere la sua amata Agente gli aveva fatto capire quanto fosse stato stupido a discutere con lei quella mattina alla Avengers Tower. Una cosa completamente insensata, visto che lui le aveva trasmesso tutta la sua testardaggine, oltre che una perdita di tempo. Sarebbe stato meglio se, invece di farla infuriare, quella mattina, avesse parlato con lei di Pepper e di Morgan.
E dopo le recenti azioni di Bucky, Tony si era completamente ricreduto nei suoi confronti. Quella prontezza di azione nel momento in cui Alexis stava per rimetterci le penne gli aveva tanto ricordato la sua stessa prontezza nel momento in cui era Pepper ad essere in pericolo.

Alexis si voltò di nuovo verso Bucky che ancora la guardava con quel suo sorriso angelico.
-Beh, pare che te la cavi bene.- le disse.
Alexis si grattò la parte posteriore del collo imbarazzata.
-Dici? A me non sembra, per niente.-
-Non preoccuparti, imparerai.-  disse, dandole una buffetto sul braccio.
Alexis rise e Bucky si sciolse nel sentire quella risata cristallina.
-Ehm, vieni, sediamoci.- disse lei indicando una panchina in pietra lì vicino e Bucky la seguì.
Si guardarono per qualche minuto in silenzio, stregati l'uno dall'altra, senza mai sentirsi a disagio. Erano giorni che volevano entrambi vedersi.
Ad un tratto Bucky sospirò.
-A cosa pensi?- chiese Alexis.
-Pensavo... l'ultima volta che ci siamo visti, e con visti intendo con te non legata ad un lettino in un laboratorio, eravamo proprio su una panchina immersi nel verde.-
Alexis annuì. -Già.-
 -Spero nessuno ti porti via da me stavolta.- Bucky aveva abbassato lo sguardo per qualche secondo, per poi risollevarlo e guardare Alexis, perdendosi nei suoi occhi color cioccolato.
Alexis rise, poi si morse il labbro inferiore imbarazzata.
-Lo spero anche io.-
Anche lei piantò i suoi occhi in quelli di Bucky, creando un contatto magnetico che forse nessuno sarebbe mai stato in grado di interrompere, neanche lo scoppio di una guerra.
Qui Bucky mise in azione una delle più antiche del mondo tra le tattiche di approccio con una donna.
Si stiracchiò allargando le braccia lungo lo schienale della panchina e poggiò distrattamente il braccio lungo il bordo dello schienale.
Alexis, non se ne accorse nemmeno lì per lì. Quando però si girò leggermente sulla panchina, rivolgendosi verso Bucky con tutto il corpo, lo notò e trasalì. Il cuore aveva preso ad batterle all'impazzata e non sapeva più quanti capelli mettere dietro l'orecchio per l'imbarazzo.
Bucky se ne accorse e di nuovo fu molto soddisfatto dell'effetto che aveva un gesto così semplice su Alexis. Si complimentò con sé stesso, visto che non stava in quel modo con una donna dal 1945.
Ad un tratto Alexis ricordò degli ultimi istanti prima che perdesse conoscenza la settimana precedente.
Quali erano i suoi rimpianti?
1. Non aver salutato tutti prima della sua dipartita. E questo lo aveva già colmato.
2. Non aver seguito il suo istinto quando il cuore le diceva di darsi una svegliata davanti a Bucky.
Prese un respiro profondo.
-Mi sei mancato, Bucky.- disse, abbassando di nuovo lo sguardo.
James si accostò meglio a lei.
-Anche tu.- rivelò. Con la mano metallica sfiorò la guancia di Alexis, facendole alzare il volto.
Il freddo del vibranio non diede fastidio ad Alexis, da una parte perchè, con il caldo che faceva e con la fatica che aveva fatto con l'allenamento, era come una specie di balsamo rilassante.
Dall'altra perchè non le avrebbe mai dato fastidio. Era Bucky, era parte di lui ed adorava anche quello.
Quando sollevò il viso sorrise di nuovo. Bucky aveva sciolto l'imbarazzo che poco prima aveva nel cuore.
-Sono stato accanto a te tutte le notti, ma era questo sorriso ad essermi mancato.- Bucky sospirò. -I tuoi occhi e la tua voce, mi mancavano tremendamente.-
Alexis sentiva il cuore esploderle nel petto, ma al tempo stesso lo sentiva vuoto. Come se fosse uscito per andare a congiungersi con quello di Bucky. Era in fiamme in ogni cellula del suo corpo, ma stavolta non era imbarazzata, anzi, non vedeva l'ora di sentirsi dire quelle cose da Bucky. Improvvisamente la mano di lui non era più fredda, ma bollente.
Continuava a sorridere, sperando che tutto quel calore che sentiva addosso non fosse evidente all'esterno con vari rossori.
Alexis fece per dire qualcosa, ma non fece in tempo, anche se non sapeva cosa dire di preciso, perchè di nuovo lui le tolse il fiato.
Bucky sfruttò il braccio che aveva poggiato sullo schienale in pietra, avvolgendo Alexis intorno alla vita e spingendola verso di sé. Fece congiungere entrambe le mani dietro la schiena di Alexis e posò la fronte contro quella della ragazza. I loro respiri potevano mischiarsi.
-E il tuo profumo.-
Alexis deglutì a fatica. Non aveva parole per descrivere quello che provava, né per rispondere. Bucky la stava lentamente uccidendo.
Rimasero così per qualche minuto. Bucky aveva gli occhi chiusi e Alexis capì quanto davvero dovesse essergli mancata, visto come si stava godendo quel momento. Anche lei li chiuse.
-Sai...- cominciò Bucky. -Mentre dormivi ti ho chiesto di svegliarti, ti ho chiesto di farlo per tutti coloro che ti vogliono bene e per...me.- sospirò profondamente. -Ti ringrazio davvero per avermi ascoltato.-
-Ehm... non c'è di che.- disse lei con la voce leggermente più alta di qualche tono rispetto al solito.
Stava implodendo tutto dentro di lei: tutto ciò che credeva di sapere su sé stessa, sugli uomini, sul mondo intero, sulle relazioni tra gli esseri viventi.
Bucky sorrise per quella genuinità che lo aveva attratto fin dal primo momento.
-E ti ringrazio anche per avermi salvato da quella pazza, ma non dovevi mettere a rischio la tua vita per me.- disse allontanandosi leggermente per poterla guardare negli occhi di nuovo.
Alexis poteva cogliere tutte le sfumature di azzurro che componevano le iridi di Bucky, quasi socchiuse gli occhi per poterle osservare meglio, rimanendone, come sempre, stregata.
-Come puoi dire una cosa del genere?- chiese lei. -Se non l'avessi fatto ora non...- non sapeva di preciso come terminare la frase, era devastata dalle cose che stava provando lei stessa. -Non saremmo... non potremmo essere qui. Se non l'avessi fatto ora sarei stata in preda al dolore, a piangere nascosta insieme a Steve. L'avrei rimpianto per tutta la vita.-
Il soldato d'inverno scosse la testa sorridendo. Le prese il mento tra le dita metalliche, un brivido corse lungo tutto il sistema nervoso di Alexis e lui quasi poté vederlo attraversargli la pelle.
-Ti ho già detto che sei meravigliosa?-
Di nuovo Alexis dovette deglutire a fatica e respirare a fondo per rimanere in grado di controllare le sue facoltà cognitive.
-Puoi dirmelo tutte le volte che vuoi, Bucky.-
Tutto il resto del mondo non esisteva più. Alexis si chiese se stesse ancora sognando o se si fosse svegliata realmente.
Gli occhi della ragazza vagarono più volte tra gli occhi e le labbra dischiuse di Bucky.
Se lo era promesso, non se lo sarebbe fatto scappare.
Ma talmente erano immersi nel loro mondo fatto di magia e sussurri, che non si accorsero dei passi che andavano verso di loro, né di una voce che, poco distante, li chiamava.
Natasha si era accorta del momento di intimità che quei due stavano avendo, ma si era fatto tardi e doveva avvisarli. Decise di rimanere a distanza nel chiamarli, ma rimase sorpresa e divertita nel vedere che quei due non davano segni di vita. Decise di avvicinarsi di pochi passi e si schiarì la voce con un volume un po' più alto.
Bucky ed Alexis si voltarono di scatto, separandosi in modo brusco. Lei era ancora avvolta da un suo braccio mentre si girava verso Natasha.
-Nat!-
-Scusate non avrei mai voluto interrompervi.- disse lei con  un profondo senso di colpa.
Il soldato d'inverno guardò verso il basso e si grattò la testa. Alexis si voltò un secondo a guardarlo e sorrise.
-No tranquilla, non preoccuparti! Dimmi.-
-T'Challa ha deciso di fare una festa.-
-Una festa? Per cosa?-
-Domani è il solstizio d'estate. Qui si festeggia con cene, spettacoli e balli. Suppongo che duri almeno fino alla mezzanotte, se non più tardi.-
-Io non ho problemi, ho dormito a sufficienza!- esclamò Alexis facendo ridere James.
-Direi che è perfetto allora. La cerimonia inizierà alle 19.00, considerando che sono le 18.00 direi che dovete andare a sistemarvi, soprattutto tu, Lexie, sembra tu abbia corso otto maratone!-
Natasha girò i tacchi e se ne andò lasciando una Alexis perplessa. La giovane si guardò il corpo e tastò i capelli e si rese conto che, in effetti, era in condizioni pietose. Indossava dei leggings un po' strappati che aveva trovato nel suo armadio ed una enorme maglietta a mezze maniche  che le aveva prestato Tony, mentre i capelli erano raccolti con una crocchia completamente senza senso sulla cima della testa.
Tenuta da allenamento estenuante con Tony  e Strange.
Era ancora voltata verso Nat quando strinse gli occhi in una espressione sofferente.
Bucky le aveva detto tutte quelle cose meravigliose nonostante il suo aspetto orribile.
Si voltò verso di lui e fece spallucce.
-Beh, a quanto pare devo correre a prepararmi!- disse lei.
-Ci vediamo alla cerimonia.-
Lei annuì e corse via.
Il suo cuore faceva delle capriole enormi, mentre era sicura che Bucky la stesse ancora osservando.
Ed era così. La guardò correre via, sorrise e si morse un labbro.
-Cosa mi stai facendo, agente Moore?- sussurrò tra sé e sé il soldato d'inverno.
Alexis si stava chiedendo la stessa identica cosa di lui.
 

 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Ciao a tutti!
La storia prosegue, undicesimo capitolo!
Ancora tranquillità per i nostri Avengers, per fortuna! (Ah, ragazzi! Godetevela finché potete!)
Ho scritto questo capitolo con il cuore tremante, manco fossi Alexis stessa.
Comunque questo capitolo l'ho diviso in due parti, perchè per i miei gusti era troppo lungo. La seconda parte arriverà a breve e si intitolerà ovviamente "E quindi uscimmo a riveder le stelle - parte II".
Ringrazio di nuovo le mie recensoresse Lucy24 e InsurgentMuscketeer e tutti coloro che mi leggono silenziosamente!
Chiunque voglia mi lasci pure una recensione!
A presto!
Rack =)
  
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