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Autore: Mo0ny_    17/04/2021    1 recensioni
[Percabeth]
Dopo essere tornata dal Tartaro, Annabeth è arrabbiata e non ha più voglia di combattere. E Percy è sempre al suo fianco.
Dal testo:
"E forse è l'orgoglio a parlare, forse Annabeth nemmeno sa che quello che dice a volte è illogico.
Annabeth lo ha poi scoperto che il prezzo è troppo alto e la verità è che il conto gliel'ha portato Percy senza pretendere di essere pagato.
Perché Percy è come il mare: prende, deruba e spoglia di tutti gli averi per poi restituirli senza fretta su una sponda di una spiaggia che non è più quella di partenza."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Percy/Annabeth
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sapore di mare
 
Percy sa di mare.
Incredibile che sia riuscita a dire una così stupida. È letteralmente il figlio del mare, è normale che ne porti il profumo e il sapore.
Basta guardarlo negli occhi, Percy, per vedere quel verde dei fondali marini che donano calma e serenità. Nel guardarli stampati su carta, sugli atlanti che tanto le piace sfogliare.
Quando si ci trova a navigarli per giorni, su una nave colma di semidei e di pericoli, quei fondali risultano essere odiosamente spaventosi.
E Percy, in qualche modo, lo è. Spaventoso.
Perché Annabeth non avrebbe mai voluto dire a nessuno di sentirsi persa, di aver bisogno di essere amata. Di vedersi stringere in un abbraccio che per qualche secondo non la facesse respirare. E non le è importato niente della mano tesa di Grover che le forniva l'aiuto di cui necessitava, ancor meno di quella di Malcom e di altri suoi fratelli. Forse avrebbe accettato quella di Luke… Ma non gliel’ha mai offerta.
Annabeth Chase ce la fa da sola, cade e come una guerriera si rialza. Lo ha sempre fatto, per tutta la vita, da quando aveva 7 anni e nessuno ha mai pensato di rivolgerle una parola d’affetto o una carezza. Che costa quindi, continuare a rialzarsi da sola?
E forse è l'orgoglio a parlare, forse Annabeth nemmeno sa che quello che dice a volte è illogico.
Annabeth lo ha poi scoperto che il prezzo è troppo alto e la verità è che il conto gliel'ha portato Percy senza pretendere di essere pagato.
Perché Percy è come il mare: prende, deruba e  spoglia di tutti gli averi per poi restituirli senza fretta su una sponda di una spiaggia che non è più quella di partenza.
-Percy –lo chiama mordicchiandosi il labbro inferiore. Lei non ha toccato cibo. Non una mollica di pane. Lo stomaco le brucia, così come tutte le ferite che il Tartaro le ha procurato. Ma non riesce a mangiare, a malapena riesce a parlare. Lui alza lo sguardo e il verde di quegli occhi sembra trapassarle l’anima. E forse lo fanno, perché è questione di attimi e Percy abbandona il posto di fronte a lei per sederle affianco e passarle un braccio sulle spalle. E l’odore del mare l’inebria.
-Devi mangiare, ho ancora bisogno di te ragazza intelligente –le passa una mano sulla guancia e Annabeth non riesce a guardarlo. Gioca con una ciocca bionda affogando lo sguardo sulla bistecca che ha davanti.
-Non ci riesco, non riesco a fare niente! –ed è arrabbiata e nervosa. Con sé stessa, con sua madre che è stata capace solo di metterla nei guai, con Gea per aver scelto di tornare e con il Tartaro per averle tolto la voglia di respirare. –Mettiamo il caso che riusciremo a sopravvivere e a sconfiggerla Percy… Dopo ce ne sarà un’altra di missione, giusto?! Un altro Dio o un altro Titano verranno da noi e vorranno che risolviamo i loro problemi, i loro errori! –picchiò un pugnò sul tavolo che fece balzare anche Percy. –Abbiamo solo 17 anni… -sussurrò.
Avevano 17 anni e sembrava di aver vissuto più vite.
-Già… immagina noi due in un contesto normale –iniziò Percy stranamente allegro. –Immagina…Che so! Che quel “quando dormi sbavi” tu me l’abbia detto perché entrambi siamo scout! –La bionda lo guardò non capendo cosa l’altro stesse farneticando. –Andiamo anche a scuola insieme. Tu sei intelligente, io sono il tipo che va bene solo in educazione fisica. Allora ti chiedo una mano, per non essere bocciato sai. E tu… Beh, tu… decidi di darmi una testata –e Annabeth rise.
-Testa d’Alghe, hai visto troppi film cliché! –Percy la guarda e sorride per essere riuscito a tranquillizzarla.
-Non hai sentito la parte migliore! Dopo la testata io insisto e… -
-E ti do’ un’altra testata –e davanti la faccia interdetta di Percy lei non può non ridere, non può che tenersi lo stomaco perché brucia dal dolore ma lei ride comunque, vuole solo ridere.
E Percy è davvero come il mare: ruba via le ansie e le sue paure e riporta a galla solo la parte migliore di lei.
-Basta che siamo insieme, mi va bene anche la testata! –gli sussurra prima di posarle un bacio sulla guancia.
E Annabeth si aggrappa a quell’odore di mare, perché è l’unico che vorrebbe sentire, l’unico di cui davvero le importa. Lo sa, il mare la tiene viva e lei non vuole separarsene.
Mai più.
 
 




|||Angolo Autrice|||
Devo tornare a bazzicare su questo fandom che in questi ultimi anni ho un po’ abbandonato. Non ho mai scritto di Annabeth e Percy, spero di non essere caduta troppo nel banale o di non aver snaturato i personaggi. Grazie a tutti per aver letto questa storia e, ogni minuto dedicatomi è per me importante!
Se vi va, potete seguirmi sull’uccellino che cinguetta (
https://twitter.com/_Mo0nyXx) !
Alla prossima!
   
 
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