Tutto ciò che sono
Questo è ciò che sono.
Sono cambiata
è abbastanza ovvio.
Ma sono sempre io,
con qualche sorriso in meno,
con più paure,
con un milione di angosce in più.
Questa sono io adesso.
La cosa che mi ha fatto più male
è stata che quando tu
ti sei esposto e mi hai detto
ciò che eri, io ti ho preso così,
ti ho supportato per ciò che sei,
ti ho detto quello che pensavo
quando secondo me
non eri tu.
Ma quando mi sono esposta io,
ho smesso la pelliccia del sorriso,
si era inaridita quell’energia positiva che mi faceva da pelle,
smarrita quella fastidiosa ironia dalla mia borsa,
prosciugata quella speranza che avevo nel sangue,
caduti a terra quei coppi che erano
sulle mie spalle e che credevo di roccia,
sono rimasta nuda:
i muscoli esposti,
nulla da donare nella borsa,
ero a pezzi ma li tenevo insieme
con la forza di volontà.
Ma avevo bisogno che qualcuno capisse
che non ce la stavo facendo.
Che non andava alla grande.
Che non stavo bene.
Presumo soffrissi anche tu,
me lo spiego così.
Perché tu hai preso il mio dolore
e non ne hai fatto nulla.
Nessuna risposta.
Nessun supporto.
Nulla.
Silenzio.
E così ho raccolto dai cocci
ciò che non avevo più.
Mi sono sistemata tutto
alla bell'e meglio
sulle spalle.
E adesso ogni tanto trovo il posto
giusto per risistemare qualche scheggia.
Ma non so come guardarti negli occhi.
Abbiamo parlato un poco,
ma non so come guardarti davvero.
Le ferite si sentono dentro
come vetri appuntiti.
Non sono pronta a sentire se
il tuo brucia ancora
a fondo.
Il perdono è un dono complicato.
Non mi basta il mio essere
umana
per farlo.
Anche questo è tutto ciò che sono:
dal cuore,
passando per le scaglie
incagliate dentro il mio essere,
fino alla pelle.
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Eventi che mi hanno ferito qualche mese fa tornano a galla.
Le amicizie fanno stare così bene... ma fa così male quando, alla prova del fuoco, uno dei due svanisce al di là della cortina di fumo.