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Autore: Degonia    26/04/2021    0 recensioni
Sono passati così tanti giorni, così tanti mesi, cosa ci fai ancora lì? Se ne sono andati tutti... torniamo insieme, possiamo tornare a prima che tutto iniziasse.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Per Aspera ad Astra

C’era un tempo
in cui la stessa forza che fa sorgere il sole,
abitava anche tra gli uomini.
C’era un tempo
in cui speranza e desiderio
divennero nostalgia e rimpianto.
C’era una volta... così cominciano le fiabe,
proprio perché quello che era una volta, adesso non v’è più.

“Ci lasciamo stanotte, non ce più nient’altro da dire,
così verso le luci dell’alba, sarò salva lontana verso il dovunque,
dove amore è più che soltanto il tuo nome.”





⚜ Adamantem


I giorni passano e le memorie stanno svanendo... ho accettato il suo dono. Dice che non farà più male, dice che potrò ricominciare di nuovo. Non posso tornare indietro, eppure... potrò davvero tornare a prima di tutto questo? Lei dice che custodirà i miei ricordi meglio di chiunque altro, posso davvero fidarmi? La sento vicina, più vicina di ogni altra creatura, la sento vicina nello stesso punto in cui fa più male. Eppure in qualche modo ho paura... che cosa resta del presente se il passato scompare? Cosa resta se scompare l'uomo che hai amato più della tua vita?
Aspetta... aspetta! Ehi tu lassù, aspetta! Ho paura, ho paura non voglio! Non voglio più farlo! Mi dimenticherò di tutto, dei suoi abbracci, dei suoi occhi, della sua anima... no, ti prego non portarmelo via!!


Non te lo sto portando via, è lui che non c’è più...

Non è vero! E’ qui, lo ricordo ancora, i miei ricordi di lui sono con me.

E questo ti basta? Per quanto tempo ti basterà questo?

Me lo farò bastare per tutto il tempo che occorre!

No... il tempo che ti occorre è troppo lungo.

Sarò sola e sarà solo buio. Di nuovo mi sento precipitare... chi verrà a prendermi? Chi mi tirerà fuori questa volta? No, non voglio pensare che lui non ci sarà, che non sarà lui a farlo... non voglio nessun altro! Sarò persa, persa per sempre, non spegnere la mia ultima fiamma, non farlo!

Ti sbagli, tornerai a prima e sarà tutto luminoso, esattamente come te lo ricordavi.

Non voglio! No, aspetta! Ti prego, non... chi c’era lì? In quello spazio che adesso è vuoto... perché sono in questo sotterraneo? Piove? Non avvicinarti! Non avvicinatevi! Non... acqua, un fiume bagna i miei piedi, c’è umidità e un orribile odore... -guardo le mie mani- cosa stavo facendo qui? Un volto...
Sangue, c’è del sangue sul terreno, un dolore al petto e poi qualcosa cerca di ferirmi, le sue fauci sono... le porte di una città, qual era il suo nome? Dei boschi, una minestra calda, montagne bianche, no, non bianche, sono del colore di quella... -mi frugo nella tasca- eccola, quella bellissima corniola arancione, mi ha sempre ricordato il tramonto che dipingeva le montagne di rosso, casa mia... dov’è? Dov’è andata? Negli occhi lo scintillio di una gemma ancora più preziosa, la mia mano luminosa che tocca il petto di qualcuno, le sue mani, i suoi lunghi capelli... chi sei? Sangue e luce, una preghiera intonata a gran voce. I miei occhi sono così stanchi... eppure il mio cuore batte in quella direzione... dove sei? Tu, chi sei?
“Che la luce del dio illumini tutti gli uomini” sento... sembra la mia voce, ma non sono io a pronunciarla. Dove sono? Mi guardo attorno, volti sorridenti e devoti “oh sì, la celebrazione della sera” dico. Celebrazione?
“Madre” esclamo rivolgendomi ad una donna dai lunghi capelli biondi, ma sono scollegata, c’è qualcosa che avrei dovuto ricordare ma di cui non ho memoria... non ero qui, giusto? Oppure sì? E’ un luogo a me familiare, ma mi sembra di non vederlo da molto tempo, eppure sono sempre stata qui, vero?
Una mano mi accarezza i capelli, dolce, delicata, amorevole. Mi ritraggo, è un tocco diverso, ma lei è mia madre, cosa mi aspettavo?
Lacrime.
“Perché piangi figlia mia?”
Calde gocce d’acqua rigano il mio volto.
Sono qui, sono sempre stata qui, perché faccio fatica ad accettare ciò che vedono i miei occhi? Non c’è nulla oltre a questo... lo so bene, sono sempre stata qui e mi piace vivere qui, eppure... -mi tocco il petto- oh, la mia preziosissima collana è di nuovo con me. Cosa dico? E’ sempre stata con me dal momento in cui l’ho ricevuta, non la darei mai a nessuno, è troppo importante. Sono legata a quel momento, alla felicità dei miei genitori, è un dono così prezioso che sarei folle se ne me separassi, tuttavia mi sembra di averlo fatto... no, non è assolutamente possibile. Devo aver preso un colpo di sole, devo smetterla di allenarmi nelle ore più calde.
Lascio che i fedeli escano, mia madre conversa con alcuni di loro, poi chiudo il sacro portone e saluto le guardie del tempio. Guardo Alyon e il sole che tramonta oltre le cime innevate.
Un uomo mi saluta da lontano alzando un braccio, sorride e i suoi occhi verdi si animano.
Sembra che non manchi nulla, eppure sento un grande vuoto e non è solo uno, sembra che mi manchino dei piccoli pezzi... un abbraccio improvviso: “Mi sei mancata!”
“Sono” rispondo titubante “sono sempre stata qui, Hendry”.
“Lo so”, sorride e il suo sorriso è splendido come lo ricordavo “ma mi sei mancata ugualmente”.



Si dice sempre che siamo noi gli artefici del nostro destino, ma com'è possibile creare un destino così terribile?
E' questa la vita? E' veramente il risultato delle nostre scelte, o segue un suo percorso imprevedibile?
Oppure è solo un concorso di tanti destini, desideri mossi dalle trame del fato?
Quando nasciamo, accettiamo di dimenticare quello che abbiamo vissuto, forse per non ripeterlo, forse perché abbiamo commesso molti errori, forse per non farci del male; tuttavia in quel passato, in quelle memorie scomparse che ogni tanto qualcuno ricorda, c’era amore e l’amore è la forza che muove il mondo.



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