Con un forte stridio, l’auto della polizia si ferma.

Io e Chloe scendiamo e i nostri cuori sono oppressi dalla pena.

Che cosa è accaduto? Perché sento un tale presagio di sventura?

Sbarro gli occhi e le parole mi si fermano in gola. A chi appartiene quel corpo di donna steso sull’asfalto, dilaniato da un proiettile?

No, non posso accettare che sia lei.

Charlotte non merita una morte così orribile.

Chloe, a passo rapido, si avvicina al corpo e le prende il polso.

Poi, disperata, si getta tra le mie braccia e io, con un gesto meccanico, la stringo a me.

Il mio sguardo è fisso sul corpo di Charlotte e un gelo mortale opprime il mio petto.

Lei ha cercato la strada del riscatto, dopo un’esistenza sbagliata.

E’ stata questa la causa della sua fine orribile?

No, non accetto questo. Una persona non può morire, per avere desiderato il proprio riscatto.

E’ accaduto con padre Frank e si ripete con Charlotte.

Quasi non mi accorgo di Daniel, che mi scosta con un gesto brusco.

Si getta sul corpo di Charlotte e la stringe tra le sue braccia, lanciando un grido di belva ferita.

In questo momento, mi sento vicino a lui e non posso non ammirare la forza dei suoi sentimenti verso di lei.

Nonostante il comportamento di lei, ai suoi occhi incomprensibile, non ha mai cessato di amarla.

Io e lui, pur così differenti, siamo simili nella forza dei nostri sentimenti.

Stralunato, mi allontano e lascio che Chloe continui il suo lavoro, malgrado tutto.

E anche io ho bisogno di riordinare i miei pensieri.

Ad un tratto, scorgo una piuma nera e la prendo.

Per alcuni istanti, me la giro tra le mani.

Non riesco a crederci. E’ una piuma di Amenadiel.

Era con Charlotte, mentre era colpita a morte.

Mio fratello ha recuperato le sue ali angeliche ed è tornato alla Città d’Argento.

Che senso ha un simile evento? Non le aveva perdute per sempre, a causa della sua caduta?

Quali sono i piani di mio padre?

Non capisco il senso di questi eventi tragici, per me e per gli altri.

E la mia mente precipita in un abisso privo di luce.