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Autore: ilbilbo    29/04/2021    2 recensioni
Cos'è l'alba? Quanto è lontana? In questa storia, i due protagonisti, travolti in un vortice di fatalità e passioni, riusciranno ad arrivarci?
L'abbiamo scritta in due come vedrete dal prologo. Se vi piace, recensite! Se non vi piace, recensite ancora di più! Grazie.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IX ~ CORVO

 

 

Vincent

"Il mio nome è Lance". E' sempre di poche parole, il nuovo personaggio che si è presentato davanti a me e a Kallen nei giorni scorsi. Sempre ossequioso, ma con un che di altezzoso e prepotente in quei suoi occhi a mandorla, tenuto a freno da una discreta capacità di autocontrollo.
Svolge un ruolo piuttosto importante: è il responsabile della ricerca e sviluppo di nuove armi e sistemi di difesa adottati dal governo. Partecipa personalmente al progetto  di ogni nuovo prodotto, e lo fa con passione e intelligenza vivace. Peccato, perchè avrebbe potuto dedicarsi a qualcosa di meno distruttivo dell'offesa e della difesa.

Ho cominciato a diffidare di tutto e tutti, come Kallen, e non so come inquadrare il nuovo conoscente. Non segue le direttive governative, che ci hanno praticamente confinati in due appartamenti sotterranei annessi ai laboratori. Dice di non conoscere Polimax e neanche il suo emissario dalla testa lucida, che nel frattempo è scomparso. È come se avesse degli interessi e dei giri tutti suoi, ma non capisco quali possano essere. 

Viene a trovarci abbastanza spesso e mi parla dei suoi progetti, mi chiede il parere, cerca la mia approvazione. Io lo ascolto per educazione, senza essere particolarmente interessato all'argomento.

Un giorno dice che i suoi avi vengono da quello che un tempo era il Giappone, ma che hanno poi lasciato il paese per motivi di studio e di lavoro. Decido allora di mostrargli gli ideogrammi scoperti all'interno dell'orologio di Tanaka. Riesce a decifrarli, dicendo di essere rimasto uno degli ultimi a conoscere gli ideogrammi kanji.
Esprimono il nome della località più a nord del Giappone, la punta estrema dell'isola di Hokkaido: Capo Soya. C'è poi un numero, 12, e un secondo numero, 8.

Vedo la nostra condizione sempre più critica. Siamo come imprigionati all'interno di questi sotterranei, dimenticati ed evitati da tutti, a parte le attenzioni incomprensibili di Lance. Vedo Kallen sempre più inquieta e irrequieta. Sicchè decido di mettere fine a questa situazione.

"Ho la soluzione: vieni a prenderci", chiamo Polimax. "Dobbiamo fare in fretta, agosto sta per finire".

 

Kallen

"Il mio nome è Lance" dice il nuovo personaggio venuto a trovarci il giorno dopo il combattimento. Ha i capelli neri lucidi, corvini, con punte ribelli in tutte le direzioni, esaltate dal gel. Indossa un paio di pantaloni larghi, neri, e una giacchetta sahariana col collo coreano, sempre nera, grandi tasche a vista con copri-tasca. Sotto la giacca traspare una camicia grigia. Dimostra una trentina d'anni. Ha un modo affascinante di parlare, di gesticolare, ma al tempo stesso indisponente.
Guarda quasi sempre Vincent, tranne qualche rara occhiata che mi rivolge penetrante, tagliente, attraverso due gelide fessure a mandorla.
Non riesco a restare indifferente, e gli faccio delle domande, infilandomi nella conversazione fra i due. Non risponde, continua i suoi ragionamenti con Vincent, parla soprattutto di armi e di droni da guerra.
Vedo Vincent cominciare ad appassionarsi quando Lance inizia a descrivergli uno speciale linguaggio, inventato da lui stesso, per programmare in maniera guidata i suoi droni, senza pericolo di inserire errori.

Viene a trovarci spesso, facciamo colazione insieme, sembra che sia molto preso dai discorsi che porta avanti con Vincent.

Un giorno porta con sè la katana che avevo scelto per il combattimento.
"È tua". Rimango lì come una bambina a bocca aperta, vorrei fare un fiume di domande, mi sento sciogliere, le classiche farfalline nello stomaco.

Qualche giorno dopo: "Ricordati di ridarmi la katana appena hai finito gli allenamenti".
Mi sento uno straccio, vado a sedermi lontano sperando che mi raggiunga e si scusi dicendomi di aver capito che è stato troppo brusco.
Ma arriva solo Vincent con una tazza di tè caldo e un sorriso. Lance lo segue, saluta di fretta e ci lascia soli.

"Lance è un bravo ragazzo - dice Vincent - ma un pò distratto, e come tutti i giovani una cosa non capisce: quando esagera".
Io una cosa l'ho capita: Vincent è la persona più comprensiva che abbia mai conosciuto.
   
 
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