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Autore: ClostridiumDiff2020    29/04/2021    0 recensioni
Non hai mai temuto le tenebre, in fondo a quello sai che tutti sono destinati.
All'oblio...
Salvo per pochi... La cui grandezza travalicherà il confine dell'esistenza.
Per questo hai deciso di rischiare tutto, valeva la pena morire per vedere cosa fosse il vero potere.
Per intravedere colui che più di tutti meriterebbe di sedere su un trono.
(volevo scrivere due righe ispirate al mio grande amore per il Darkling di Ben Barnes)
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darkling, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti sei sporta per vederlo ma hai intravisto oltre una marea di teste solo la sua carrozza scura.
Saltelli cercando di vedere. Il Generale è arrivato, le voci che prima lo deridevano sprezzanti sono diventati dei sussurri. Che uomini coraggiosi, non mostrano alcuna lealtà verso la sola persona che sta davvero lottando. Ti affascina il potere che rappresenta e non temi la tenebra, forse perché senti oscillare su di te la lama della morte. Forse per quello sei impaziente di tuffarti tra le fauci di quelle bestie. Parte di te brama la morte, tanto quanto temi la lenta agonia.
Hanno innalzato il grande padiglione a lui destinato, lo vedi, getta ombra attorno a sé e tu riesci solo a desiderare di intrufolartici dentro per poterlo scorgere almeno una volta, anche di sfuggita.
Vale la pena morire per intravedere la grandezza, darebbe un senso al nulla che covi dentro.
Era inquietante eppure amava pensare che sarebbe rimasto immortale per sempre inalterato e perfetto, quando di lei non sarebbe rimasto altro che polvere lui sarebbe ancora esistito nella sua perfetta e solitaria immortalità. Niente avrebbe potuto ferirlo.
Doveva vederlo almeno una volta.
Confusione e polvere.
Brusii…
Non hai molto da vivere e ti chiedi che sensazione debba dare avere una lunga vita.
Vivere un momento è sempre meglio di un’infinita vita solitaria.
La solitudine e di gran lunga peggiore della morte.
La certezza della solitudine e dell’incomprensione rende terribile persino la vita.
Per cui resti in quel limbo di dubbi, in piedi, osservando quell’imponente padiglione oscuro.
Quali sono i sentimenti che vi si celano all’interno, quali pensieri quali progetti.
 
La tenda era avvolta dall’oscurità, non una luce, ma i tuoi occhi sono abituati a penetrare quel manto oscuro. La luce ti ferisce, per questo la eviti. Forse per questo ti sei sempre sentita attratta da quello squarcio di morte de dilania la tua casa, la tua patria.
Forse per questo hai detto a tuo fratello di fidarsi cecamente di lui, che era la via, la guida che lo avrebbe aiutato a trovare uno scopo. Perché lo aveva dato anche a te.
Osservando quei drappi neri ricordi la sensazione di fiducia che ti ha sempre dato.
Pensarlo là, immutato, potente e antico, vegliare su quella che era il suo popolo.
Non vedi tuo fratello da anni, ma confidi che stia bene. Sai che è giusto così, sai che ha trovato uno scopo e che libero dalla zavorra di doversi prendere cura di te potrà librarsi e splendere.
Lotta per ciò che crede e non potresti essere più fiera.
E finalmente lo intravedi, oscuro, meraviglioso, maestoso. Scivoli in ginocchio e sussurri alla notte.
“Così dovrebbe essere un Re”
 
Dovresti essere spaventata ma non lo sei, lo osservi e non riesce a trattenere un’espressione di ammirazione. Ti hanno sorpreso prima che potessi scivolare via, rapida come eri entrata.
Pensavi che ti sbattessero in cella ma invece ti hanno portato di nuovo là dentro, in quella cella, dinanzi a lui. Ti osserva impassibile, ma percepisci qualcosa fremere, la stanza si fa sempre più buia e ti sorprendi felice di poter assistere a quell’incredibile potere. Se dovessi morire in quell’istante non te ne importerebbe, lo rifaresti infinite volte. Solo per ammirare la pura grandezza.
“Io ti conosco… conosco tuo fratello… Perché sei qua? Cerchi di portarlo via?”
L’uomo in rosso alla sua destra ha parlato in tono piatto, quasi annoiato, tu non riesci a distogliere lo sguardo da colui che si staglia davanti a te.
“Non ho intenzione di rapire mio fratello, gli dissi io di venire, so che sta bene”
“Allora perché?”
Deglutisci e finalmente abbassi lo sguardo per un secondo, prima di tornare a fissare quei pozzi di tenebra. “
 
 
 
 

 
 
Ogni colpo di tosse ti mozza il respiro, come se una lama incandescente ti penetrasse nel petto.
Cerchi di ricomporti prima che possa vedere quella dannata mortalità.
Non riesci a credere che siano passati mesi da quell’incontro.
Vuoi fare di più, vuoi dare tutto per il tuo unico vero Re.
Non importa se la sua voce dice che non lo sia… Lo sarà, deve.
Ma non hai più tempo. Hai chiesto di vedere tuo fratello e non pensavi te lo concedesse.
Perché adesso?
Perché non c’è più tempo, lo senti…
Gli hai detto che sei orgogliosa, lo hai fissato nei suoi occhi neri, hai sfiorato le cicatrici che gli segnano il volto. Lui è arretrato ma gli hai detto di non vergognarsi. Deve andare fiero dei suoi segni.
Sai che non potrebbe renderti più fiera.
Perché non provi a guarire? Potresti riuscire… Potresti lottare…
Adori l’ingenuità nella sua voce, quei grandi occhi scuri sono occhi di bambino quando ti parla in quel modo.
Per questo devi stargli lontano, non vuoi essere il suo punto debole, non lo sarai mai, non lo trascinerai a fondo con te. Lo hai protetto quando vostra made ha dentato di ucciderlo trascinandolo via con te, lo proteggerai ora spingendolo verso il suo destino. È un guerriero e sarà un eroe, che porterà il vostro unico vero re a trionfo.
Non posso… Questa malattia fa parte di me… Come il tuo potere di te.
Come la nostra fede per lui…
 
 
 

 
 
 
È accanto a te, ti osserva con quegli occhi di tenebra.
Tristezza?
Impossibile… Eppure….
Hai portato il messaggio, hai sputato in faccia a quei traditori, non lo avresti mai tradito, non importa quanto potessero fare. Sei scappata e sei riuscita a portare il messaggio. Ora lui sà… Conta solo questo.
Ti osserva “Moriranno, non dubitarne”
Sorridi “Non ho mai dubitato… mio Re”
Qualcosa ti sfiora la guancia, una lacrima?
Scivoli verso l’terna oscurità a lungo bramata e quegli occhi sono la sola cosa che riesci a vedere nell’abbraccio dell’oblio. Sono due pozzi di tenebra, ma meno da bambino, meno familiari, antichi.
Avresti dovuto dirgli addio, forse si sentirà solo, forse…
Vorresti sentire ancora la sua mano stringere la tua, starà bene senza di te, non è solo tuo fratello è molto di più…
Volevi dire tanto ancora dopotutto. Ma il tempo è scivolato via…
 

 
   
 
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