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Autore: Miravel0024    30/04/2021    0 recensioni
Un narratore viene mandato a narrare la storia di una principessa che sta per incontrare il suo salvatore, ma le cose non vanno come previsto.
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2020'
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C'era una volta... una giovane principessa, rinchiusa nella torre più altra di un vecchio castello abbandonato in mezzo alle montagne.
Rimase rinchiusa in quel tetro e freddo luogo per anni, intrappolata lì da un terribile e crudele drago, finché... 
"No no no no no, fermi tutti, ma che state a di, che è sta cosa, fermate tutto." Le pesanti e polverose tende furono scostante con grazia ed una giovane e bellissima donna fece la sua apparizione.
"Ma la vuoi far finita, azzittati, smettila di dire cazzate, ma chi sei?" La giovane principessa sembrava irritata e non si capiva bene con chi stesse discutendo così animatamente.
"Guarda che c'è l'ho con te, strana voce narrante. La vuoi smettere con ste cazzate. Come prima cosa non sono una principessa, non più almeno, considerando che in quasi vent'anni di vita nessuno si è preso la briga di venire a recuperarmi. Secondo, non offendere casa mia, non sarà una reggia, ma neanche un vecchio e freddo tugurio, va che posticino. E non ti azzardare piu a parlare di polvere eh, va che sono una persona pulita io. E terzo, non insultare la povera Bernadette. È un drago molto gentile e sensibile, porta rispetto."
Il narratore era confuso, non capiva, le cose non stavano andando come previsto. Era la prima volta che una protagonista, in apparenza, si rivolgesse a lui direttamente, doveva esserci un errore.
"Nessun errore amico, ti sento benissimo e a quanto pare tu senti me, quindi falla finita con tutto questo parlare in terza persona e dimmi chi sei e perché sei qui." Il narratore era sempre più confuso e sconcertato, ma decise di provare ad assecondare questa stranezza.
"Io, come immagino avrete già capito, sono un narratore e sono stato mandato qui per narrare la vostra storia. A quanto pare devono esserci stati dei problemi tecnici perché voi non dovreste essere in grado di udire la mia voce." La principessa non sembrava soddisfatta dalla risposta e continuava a guardare verso il soffitto, apparentemente in cerca di qualcosa. 
" Potresti cortesemente smetterla di chiamarmi principessa? Mi chiamo Clodinne, se proprio devi chiamami così. E non è che potresti smetterla di descrivere ogni cosa che faccio?" 
Oh, Clodinne, che nome adorabile. 
"Temo di non poterla accontentare signorina Clodinne, narrare e la ragione per qui esisto, chiedermi di smettere sarebbe come chiedermi di non respirare." La giovane Clodinne ora appariva imbronciata. 
"Non sono imbronciata! Non sono una bambina, le bambine mettono il broncio." Eppure quello sul suo viso sembrava proprio un broncio.
"Non sto facendo il broncio! Tsk, sai cosa, fai come vuoi. E comunque perché ti hanno mandato qui, non c'è niente di interessante da narrare, quindi perché non prendi e te ne vai?" Purtroppo non era così semplice.
"C'è un motivo se sono qui. Sta per accadere qualcosa, qualcosa che cambierà la sua vita e darà inizio alla sua avventura, ed io dovrò narrarla." La giovane Clodine era in procinto di rispondere, ma dei rumori provenienti dall'esterno attirarono la sua attenzione.
Degli zoccoli che calpestavano il duro terreno di montagna che circondava il castello, ed un ruggito del drago. 
Clodine, contro ogni logica ed aspettativa, corse fuori dalla torre  fino alle mura dove afferrò un arco e una faretra colma di frecce. 
All'esterno delle mura si trovava un cavaliere dallarmatura scintillante, intento a combattere coraggiosamente il terribile drago.
"Ti ho detto di smetterla di parlare così di Bernadette, ci rimane male." 
Clodine sollevò l'arco e scagliò una freccia esattamente sul collo del piede del cavaliere. 
"Ma cosa combinate principessa, questo è il grande evento di cui vi parlavo. Quel coraggioso cavaliere è qui per voi. Vi salverà dalla vostra prigionia riportandovi a palazzo, a casa vostra, dove chiederà la vostra mano." Un'altra freccia fu scagliata, questa volta diretta alla spalla, seguita subito dopo da una diretta ad una coscia. 
"Tsk, se questo è davvero il grande evento di cui parlavi bhe... rimarrai deluso. Non è il primo idiota in armatura che arriva qui e alla fine sono scappati tutti a gambe levate. Nessuno tocca il mio drago."
Un'altra freccia venne scagliata e colpì la mano che reggieva la spada, il prode cavaliere perse la presa, osservò il possente drago di fronte a lui e... se la diede a gambe levate. 
"Ma signorina Clodine, tutto ciò non ha senso, quell'uomo doveva salvarla, l'avrebbe riportata a casa." Con uno sbuffo scocciato la giovane riposò la sua arma dove l'aveva trovata e tornò all'interno della torre. 
"Ti ho già detto che non ho bisogno di essere salvata, tanto meno non da un vecchio borioso. Questa è casa mia, non sono prigioniera, posso andare e tornare quando mi pare e Bernadette è mia amica, chiunque provi a farle del male non è il benvenuto. E per quanto riguarda il matrimonio, non sperarci neanche, o altri gusti, se capisci cosa intendo." Clodine fece l'occhiolino all'aria. Il narratore non era sicuro di cosa significasse. 
"Sei davvero ottuso sai. Intendo che preferisco le donne a quei barboni sudati e dall'ego ingombrante." Ora era tutto più chiaro, ma non capiva perché fosse stato mandato qui quando le cose stavano il quel modo. 
"Capisco. Immagino quindi che non abbiate effettivamente bisogno che io narri la vostra storia." 
La giovane si accasciò pesantemente sul morbido materasso posto al centro della stanza. 
"Bhe... se hai altro lavoro da fare, qualcun'altro per cui narrare, sei liberissimo di andartene, non tratteniamo nessuno qui. Ma se invece volessi rimanere immagino che non avrei nulla in contrario. È alquanto carino avere qualcun'altro con qui parlare, nonostante tu non abbia propriamente un copro fisico a qui rivolgersi."
Il narratore prese in considerazione l'offerta. Forse poteva rimanere, solo per un po', per quanto ne sapeva non aveva altri incarichi e se era stato mandato qui doveva pur esserci un motivo. 
" Sì! Questo è lo spirito, ci divertiremo un sacco te lo assicuro." La giovane aveva improvvisamente un piacevole e gioioso luccichio negli occhi.
Era contento di rimanere. 
"Oh dio, non diventarmi melenso ti prego. Ti ricordo che sento tutto quello che narri amico. Forza ti faccio fare un giro del castello e ti presento a Bernadette, vediamo se anche lei può sentirti." 
Lo era davvero. 
"Smettila!"
   
 
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