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Autore: Miravel0024    01/05/2021    1 recensioni
Sarebbe stato meglio se certi segreti fossero rimasti tali.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2020'
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A volte penso che ci sia qualcosa di strano in casa mia. Ho sempre sentito degli strani rumori durante la notte, degli scricchiolii e degli strani suoni, ma quando ne parlavo venivo sempre ignorata. Dicevano che era solo la mia immaginazione, che mi stavo facendo condizionare dalla paura, ma non era così, non avevo paura, sentivo davvero quelle cose.
Sono passati anni, ora vado al college, eppure il ricordo di quei rumori che mi hanno perseguitata riescono ancora a tenermi sveglia la notte. So che c'è qualcosa e devo scoprire cosa.
Sto tornando a casa per le vacanze, non vedo i miei da un po', ma non siamo mai stati in grandi rapporti.  Questa è la mia occasione per scoprire la verità. Da quel che mi hanno detto, l'ultimo giorno non potranno accompagnarmi alla stazione perché non saranno a casa, ho preso un biglietto ad un orario diverso da quello che gli ho detto ed ho una copia delle chiavi di casa e degli attrezzi in una delle borse in caso di necessità. Scoprirò cosa mi nascondono.
 
Li ho sentiti di nuovo, lo sapevo, ma ora sono più forti. Sono sicura provengano dal sottotetto. C'è una botola per arrivarci, ma è sempre stata chiusa da un grosso lucchetto, papà diceva che era per sicurezza, ma non mi ha mai convinta.
Quando i miei se ne vanno fingo di caricare la macchina per andarmene, aspetto un po' per essere sicura che non torneranno e mi fiondo all'interno. Ho preso una scala e delle tronchesi, non ho intenzione di perdere tempo cercando le chiavi.  Non appena sollevo la botola una puzza di marcio e sporcizia mi arriva in faccia e tossico talmente forte da essere costretta a coprirmi la bocca con la maglietta.
È tutto buio e pieno di polvere e ci sono scatoloni e cianfrusaglie ovunque. Prendo il telefono ed attivo la torcia, sembra tutto normale, a questo punto spero davvero che siano solo dei topi che rosicchiano il legno, ma sento nuovamente quello scricchiolio, seguito da quel suono strano. Nonostante abbia le gambe molli e tutto in me mi urla di scappare, cerco di seguire il suono. Credo venga dall'angolo più lontano e buio. Mentre mi avvicino riesco a vedere degli avanzi marci di cibo, piatti di plastica accartocciati e morsi, qualche coperta sudicia e bucata e alla fine… un dannato materasso vecchio e lurido, e nel muro dietro al materasso c'è attaccata una fottutissima catena. Forse non sarei mai dovuta venire qui, non sono più sicura di voler scoprire la verità.
NO! Sono solo una sciocca, proprio per quello che ho visto devo scoprire la verità, sembra che ci viva qualcuno qui e sembra incatenato, i miei potrebbero aver tenuto qualcuno chiuso qui dentro per anni!
Prendo un respiro profondo e seguo la catena, pregando che in relata non ci sia nessuno alla fine, ma non è così.  Alla fine della catena c'è un piede scheletrico, c'è un'intera persona palesemente in stato di pesante denutrizione, non riesco neanche a capire se sia uomo o donna. È rannicchiato in una posizione animalesca e credo mi stia ringhiando contro producendo gli stessi suoni che ho udito per anni. Non posso credere che questo vada avanti da quando ero piccola, tutto ciò è orribile, i miei genitori sono dei pazzi che hanno una persona segregata in casa e chissà cosa diavolo gli hanno fatto passare in questi anni.
Io… io devo chiamare la polizia sì… e un'ambulanza probabilmente, un'ambulanza sembra una buona idea.  Sollevo il telefono è compongo il numero d'emergenza.
< Oh tesoro, non dovresti essere qui. - Mi volto di scatto terrorizzata e il telefono mi scivola di mano, papà e dietro di me, proprio di fronte all'unica uscita, ed ha una mazza in mano. - Avevo detto a tua madre che lasciarti qui da sola era un errore, sei sempre stata troppo curiosa, facevi troppe domande e non ti piacevano mai le risposte. Ero così sollevato quando sei partita per il college, e invece eccoti qua, a ficcare il naso dove non dovresti. Sono così deluso. > Non so davvero che fare, si sta avvicinando e non ho niente per difendermi, le tronchesi sono rimaste di sotto e qui intorno non c'è nulla di utile, non voglio finisca così, non voglia morire o essere rinchiusa qui, non voglio abbandonare quella povera persona incatenata, voglio andarmene.
< Mi dispiace tesoro, mi hai costretto tu, non avresti mai dovuto sapere di tutto ciò. > Le lacrime scendono sul mio viso, so che sarebbe inutile provare a parlarci, quello non è mio padre è solo un orribile mostro.
La mazza mi colpisce con forza e cado a terra con un tonfo sordo.
 
< 118 qual è la vostra emergenza? >
   
 
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