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Autore: LadyHeather83    04/05/2021    4 recensioni
E così gli anni passarono, e intorno a lei aveva issato un muro difficile da buttare giù, allontanando qualsiasi ragazzo cercasse di avvicinarsi a lei anche solo mentre prendeva un caffè al bar in solitaria, perfino lo stesso Trunks.
Gli aveva confidato il suo segreto con lo scopo di fargli perdere l’interesse che aveva su di lei, e sembrava aver funzionato, non insisteva più come prima e da quel giorno non aveva più tirato fuori l’argomento.
Solo che questo aveva sortito l’effetto contrario, l’allontanamento di Trunks aveva fatto crescere in lei il desiderio di averlo sempre di più tra le sue braccia.
Ed invece si era limitata a vederlo passare da una storia all’altra, andando a soffocare i suoi lamenti strozzati ogni notte sul suo cuscino.
“Devi dirglielo” Le aveva consigliato Pilaf una sera mentre bevevano un succo d’arancia sulla terrazza e le era scappata quella confidenza.
“Non posso più”.
Si era ricreduta che tra la lei del presente e Trunks doveva effettivamente andare così, purtroppo era il prezzo da pagare per aver conosciuto il suo futuro.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai, Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MAI STATA BACIATA

L’afa di quelle settimane di luglio non accennava a dare tregua.

Sia la protezione civile, che il telegiornale, invitavano le persone a rimanere a casa e a non uscire nelle ore più calde della giornata, ma ormai era impensabile uscire anche di sera.

L’unica differenza la faceva il sole, di notte non ti poteva bruciare la pelle mandandola letteralmente a fuoco, e la calura di notte ti toglieva comunque il respiro.

Pilaf e Shu, in un angolo del laboratorio, cercavano un po' di refrigerio sotto il condizionatore a palla, che sembrava non bastare, infatti, improvvisarono un paio di ventagli con i progetti che Bulma aveva appena cestinato.

Mai ascoltava con attenzione gli avvenimenti del giorno appoggiata alla parete piastrellata di verde, indossava una canotta bianca e un paio di pantaloncini neri.

“Ancora quattro morti per il caldo” Aveva annunciato il giornalista che si tirò il colletto della camicia bianca con un dito probabilmente tutto sudato.

Come riuscisse a stare in giacca e cravatta era un mistero, almeno che in quella stanza non facesse più freddo del Polo Nord.

“Di nuovo…” Aveva sospirato Bulma asciugandosi la fronte con il dorso nudo del braccio.

Indossava una tuta corta leggera azzurra, faceva troppo caldo per infilarsi la tuta intera e rischiare che in pochi minuti aderisse al suo corpo come un guanto sudaticcio, non che ora il suo corpo non fosse imperlato di sudore.

“Anziani!” Puntualizzò l’adolescente cambiando canale.

Aveva diciotto anni, anzi, forse è meglio dire che ne dimostrava diciotto, era una cinquantenne imprigionata in un corpo adolescenziale.

“Ah voi giovani non avete nessun rispetto per quelli con più anni di voi! Guarda me…”

Mai si voltò verso di lei “…cinquant’anni e non sentirli!”

“Non li dimostri, sei sempre stata una donna bellissima, Bulma!”

“Grazie…però la prossima volta che vedo il drago Shenron gli chiederò di ringiovanirmi”. Sogghignò sadica “…non è giusto che Vegeta abbia al suo fianco una moglie che sembra sua madre.”

“I geni saiyan sono diversi lo sai bene” Mai le passò la chiave inglese che le aveva appena indicato.

Bulma sospirò “Si, hai ragione…”

“A meno che non sia per un tuo capriccio personale!” La giovane le lanciò quella frecciatina.

“Beccata!” Bulma schioccò la lingua.

Entrambe le donne scoppiarono a ridere di gusto, poi l’azzurra gettò un’occhiata fugace all’orologio digitale attaccato alla parete.

“Mai tesoro, puoi mettere il canale quattro?” Le chiese mentre digitava qualcosa sul computer.

La ragazza ubbidì.

“Pan e Bra sono di sopra giusto?”

“Si, un’ora fa quando sono andata a controllarle stavano giocando in camera di Bra”.

La piccola di Gohan e Videl, per un paio di giorni sarebbe stata loro ospite, dando la possibilità ai genitori di fare un piccolo viaggio di lavoro.

Al canale quattro stavano trasmettendo della pubblicità e nessun programma interessante.

“Che cosa ci dovrebbe essere qui, Bulma?” Aveva chiesto curiosa, forse si aspettava di vedere qualche convegno in diretta, qualche scienziato famoso che illustrava la sua ultima invenzione, ma mai una soap opera.

“Cuori senza età!” Rispose in tono naturale.

“Tu guardi questa roba?” Mai incurvò il labbro inferiore.

Mmm…ogni tanto, quando aspetto di aggiornare i programmi…sai…il tempo non passa mai.” Biascicò un po' in imbarazzo.

Mai prese due sedie di quelle pieghevoli e le posizionò davanti la tv.

“E guardiamoci questa soap opera allora”

*

I primi dieci minuti furono anche interessanti, da quello che aveva capito Mai, la protagonista era una ragazza un po' matura, forse dell’età di Bulma, che aveva intrapreso una storia con un ragazzo che poteva essere suo figlio, e tutta la famiglia però, era contrariata per la troppa differenza d’età.

La cosa però si fece un po' imbarazzante, per Mai, quando i protagonisti della storia iniziarono a baciarsi e a consumare un amplesso.

Non che fosse imbarazzante perché lo stava guardando con Bulma, ma perché Mai non aveva avuto il piacere di assaporare le labbra dell’altro sesso, figuriamoci avere uno straccio d’uomo sotto le sue lenzuola.

Cercò di mascherare il suo disagio come meglio poteva aspettando che quella scena finisse presto, per fortuna, essendo una programmazione in fascia protetta, molto di quella scena fu tagliata.

“Accidenti!” Aveva imprecato Bulma spegnendo l’apparecchio “…tagliano tutte le scene migliori”.

Mai strinse i pugni lungo le ginocchia e deglutì un po' di saliva, quasi nulla visto che le se era seccata anche la bocca.

“Io…io vado a preparare la tavola” Disse alzandosi non aggiungendo altro.

“Fatti aiutare da Bra e da Pan” Puntualizzò Bulma prima di vederla sparire dietro la porta.

*

Mai attraversò il corridoio con una strana sensazione addosso.

E non era di certo dovuto a quello che aveva visto in televisione, ma più ad una considerazione personale.

In cinquant’anni suonati non aveva mai baciato nessuno.

Troppo impegnata a rubare, scappare e a trovarsi dimore di fortuna con quegli altri due idioti che si portava appresso, che aveva perso di vista la cosa più importante, quella a cui pensano tutti: farsi una famiglia, e non intendeva come la protagonista della telenovela.

Eppure ora avrebbe tutto il tempo per pensare veramente ad un futuro e finalmente togliere le tende da quella casa, non c’era niente e nessuno che la trattenesse lì.

Nemmeno Trunks.

Giusto, Trunks.

Mai sapeva che aveva una cotta per lei fin da piccolo, si era dichiarato in diverse occasioni ricevendo sempre un due di picche come risposta.

Purtroppo in lei non era mai scattata quella scintilla, forse un po' per la giovane età del ragazzo, oppure proprio perché sapeva, essendo stata testimone di alcune effusioni amorose tra i due alter ego del futuro, che tra i due sarebbe dovuto sbocciare qualcosa.

Si, dovuto.

Un obbligo.

Ma sapeva fin troppo bene che quel sentimento non dev’essere un obbligo per nessuno, e nemmeno frequentare qualcuno solo perché si sa che deve andare così.

Forse ci aveva pensato troppo, e l’idea di mettersi insieme ad un ragazzo molto più piccolo di lei la faceva vergognare, cosa che non sembrava essere accaduto all’altra Mai.

Ma anche il fatto di cercare una persona della sua stessa età non la faceva impazzire, agli occhi degli altri poteva passare lei per la figlia.

E così gli anni passarono, e intorno a lei aveva issato un muro difficile da buttare giù, allontanando qualsiasi ragazzo cercasse di avvicinarsi a lei anche solo mentre prendeva un caffè al bar in solitaria, perfino lo stesso Trunks.

Gli aveva confidato il suo segreto con lo scopo di fargli perdere l’interesse che aveva su di lei, e sembrava aver funzionato, non insisteva più come prima e da quel giorno non aveva più tirato fuori l’argomento.

Solo che questo aveva sortito l’effetto contrario, l’allontanamento di Trunks aveva fatto crescere in lei il desiderio di averlo sempre di più tra le sue braccia.

Ed invece si era limitata a vederlo passare da una storia all’altra, andando a soffocare i suoi lamenti strozzati ogni notte sul suo cuscino.

“Devi dirglielo” Le aveva consigliato Pilaf una sera mentre bevevano un succo d’arancia sulla terrazza e le era scappata quella confidenza.

“Non posso più”.

Si era ricreduta che tra la lei del presente e Trunks doveva effettivamente andare così, purtroppo era il prezzo da pagare per aver conosciuto il suo futuro.

*

Volse lo sguardo fuori dalla finestra, il sole era alto nel cielo e bruciava anche attraverso le vetrate, si stava chiedendo come Trunks riuscisse a stare a quelle temperature lì fuori ad allenarsi, con dei pesi piuttosto importanti addosso.

Si fermò ad osservarlo.

Era di schiena, nuda e imperlata di sudore, alcune cicatrici solcavano la superficie, ferite di guerra che si era procurato durante gli allenamenti con il padre.

Non era la prima volta che lo spiava durante i suoi esercizi quotidiani, ma quella fu la prima volta che la beccò.

Trunks si era voltato e la salutò alzando la mano.

I capelli lilla erano fradici e il volto rosso fuoco.

Prese una bottiglietta d’acqua fresca dal frigo che aveva installato fuori e trangugiò tutto d’un sorso.

Si passò infine l’asciugamano azzurro di spugna lungo tutto il corpo cercando di togliere più sudore possibile.

Aprì la porta finestra ed entrò, un’ondata di aria fresca lo investì.

“Oggi fa veramente caldo!” Constatò il lilla.

Mai abbassò lo sguardo imbarazzata, anche se avrebbe voluto godere della vista dei suoi pettorali ancora un altro po'.

“S-si” Balbettò.

“Ti vedo strana, Mai. Sei sicura di stare bene?”

“Ho molto caldo. Al tg hanno detto che sono morte ancora persone a causa di queste temperature.”

“Noi non corriamo pericolo, siamo giovani!” Ammiccò.

“Parla per te!” Incalzò.

“Beh! Davanti a me vedo una ragazza di diciotto anni” Accartocciò la bottiglia di plastica che gettò poi nel cestino “…e lo sai che saperti più grande per me non è un problema”

“Lo so, e ti ringrazio per farmi sempre sentire a mio agio. Ora scusami, devo andare a chiamare Bra e Pan.”

“Le fai lavorare in cucina?” Chiese seguendola al piano superiore.

“Si.” Sorrise divertita.

“Io faccio una doccia e poi scendo ad aiutarti, ok?”

“Va bene” Mormorò, anche se l’idea di averlo attorno non la faceva impazzire.

“Ah, Mai!” Attirò la sua attenzione “…conosco un laghetto niente male tra le montagne, se oggi ti va possiamo andarci, che ne dici?”

Era un appuntamento?

Mai non si aspettava quell’invito e doveva trovare subito una scusa per declinarlo.

“Avevo promesso a Bulma che oggi guardavo le bambine”

“Portiamo anche loro!” Il lilla fece spallucce strappandole un ok non proprio convinto.

*

Lo specchio d’acqua a cui si riferiva Trunks, era un laghetto a ridosso di una montagna da cui sorgeva una cascata d’acqua.

Un posto tranquillo dove lui e Goten da piccoli andavano a rifugiarsi.

“E’ bellissimo Trunks” Fece entusiasta la piccola Bra quando notò un piccolo arcobaleno formarsi dove l’acqua andava a toccare il lago.

S’improvviso assiema a Pan di essere due principesse ed iniziarono a sguazzare felici nelle acque fresche.

Mai, si accomodò sotto l’ombrellone appena impiantato vicino la riva dopo essere rimasta in costume da bagno.

“Non ti tuffi?” Le aveva chiesto Trunks.

“Do…” Non fece tempo a finire la frase che il lilla l’aveva presa tra le sue possenti braccia ed insieme immersi in quell’acqua.

“E’ fredda!” Disse lei riemergendo.

Mmm…donne!”

“Che vuoi dire che siamo tutte uguali?” Lo punzecchiò.

“Intendo solo…” Venne colpito da un’onda d’acqua che finì direttamente in bocca.

Trunks tossicchiò la pochissima acqua finita nei polmoni.

“Chi la fa l’aspetti, mio caro” Disse Mai sorniona ridendo poi di gusto.

Sapeva che quello scherzo lo avrebbe indispettito, ma nonostante tutto non aveva resistito, doveva vendicarsi in qualche modo e non poteva sopportare l’idea di essere presa in giro solo perché aveva osato dire che l’acqua era fredda.

“Ah! E’ così?” Trunks s’immerse facendole perdere le sue tracce, il laghetto era profondo e non si riusciva a vedere il fondo.

Mai avendo capito la situazione, si affrettò a tornare a riva.

Troppo tardi, Trunks l’aveva già presa per un piede e tirata sotto.

La strinse forte a sé per non darle modo di divincolarsi e quasi mancò un battito quando Mai fece la stessa cosa ed appoggiò la testa sul suo petto.

Si guardarono per qualche breve secondo negli occhi, anche se l’acqua gli impediva di vedere bene, avvicinarono di loro visi e quando le loro labbra stavano quasi per toccarsi, Pan e Bra li trascinarono in superficie.

“Tutti bene Trunks?” Chiese la piccola azzurra seriamente preoccupata.

“Ci avete fatto prendere un colpo, siete quasi annegati, lo sapevate?” Continuò ingenuamente Pan.

Trunks e Mai si guardarono entrambi visibilmente imbarazzati.

“Grazie a dio ci avete salvati!” Sospirò Mai cercando di stare al gioco e tossicchiando.

“Già…” Le diede man forte Trunks “…non so cosa avremo fatto se non ci foste state voi due.”

Le due bimbe batterono i pugni in segno di vittoria per poi rituffarsi in quelle acque cristalline e nuotare come due sirenette.

Quando furono soli Trunks parlò per primo “Mai…”

“Mi stavo solo aggrappando a te per non affondare” Si limitò a dire senza sentire che cosa avesse da dire lui.

Si stava bene in quel laghetto, ma quando la situazione tra Trunks e Mai si fece d’improvviso seria, con un bacio quasi sfiorato, la mora imbarazzata aveva decretato la fine dei giochi.

*

Trunks ci aveva pensato tutta la sera lì disteso sul suo letto a rimuginare su quanto accaduto quel pomeriggio.

E per quanto nel corso di quegli anni aveva tentato di reprimere il sentimento che provava per lei interessandosi ad altre ragazze, perché non era detto che se il suo alter ego del futuro e la Mai del futuro stavano assieme, anche loro meccanicamente lo dovevano fare, questi bussò puntuale alla porta del suo cuore.

La voglia di stringerla a se, baciarla, sfiorarle il suo corpo perfetto, quel pomeriggio è stata tanta, e sentiva che anche lei provava dei sentimenti veri e sinceri per lui.

C’era qualcosa che la bloccava, che non le dava quella spinta per lasciarsi andare completamente a lui.

Si girò e rigirò nel letto, e non era di certo per il caldo.

La Capsule Corp. poteva vantare del miglior impianto di condizionamento della città, sia in termini di risparmio energetico che in termini di macchinari all’avanguardia.

Trunks realizzò che non avrebbe dormito molto quella notte se prima non avesse risolto la questione con Mai.

Doveva sapere che cosa provava lei, se il sentimento che li lega è solo di amicizia.

Si alzò dal letto e s’infilò pantaloni e maglietta, forse presentarsi in camera sua con le sole mutande addosso non sarebbe stato un bel biglietto da visita, anzi, se la conosceva bene, l’avrebbe cacciato scaricandole addosso tutta la cartuccia della pistola che teneva sotto il cuscino.

*

Il lilla era sempre stato un ragazzo che sapeva concedere i suoi spazi e conosceva bene il rischio se in passato avesse cercato di assillare Mai con la storia che erano destinati a stare insieme, bla bla bla…se ovviamente quello era il suo destino.

Trunks sapeva anche in cuor suo che le storie che mesi addietro aveva intrapreso, erano finite per colpa sua, perché non riusciva a lasciarsi andare come voleva e perché il suo cuore era sempre occupato dalla ragazzina mora che viveva in casa sua.

Si era chiesto a lungo se quella fosse solo un’infatuazione solo perché sapeva che il suo alter ego già sistemato con lei.

Ecco perché nessuno dovrebbe conoscere il proprio futuro!

Però è anche vero che basta saper riconoscere i segnali, e Trunks in quegli anni ha cercato a lungo una spiegazione al suo continuo disagio, al cuore che gli batteva all’impazzata quando stava vicino a Mai.

Bussò alla sua porta un paio di volte e quasi quasi sperava che non rispondesse.

“Avanti” Gli disse.

Trunks deglutì, era bellissima seduta sul bordo del letto con quella canotta di raso bianco illuminata dalla luce della luna, non avrebbe mai smesso di guardarla.

“C-cosa volevi?” Balbettò vedendo che non proferiva una parola.

“Scusa” Disse ridestandosi dal suo sogno “Volevo parlarti”

Mai deglutì e gli fece cenno di accomodarsi accanto a lei.

“Hai bisogno di aiuto con una ragazza?” Chiese cercando di non dare importanza a quanto accaduto nel pomeriggio.

Trunks iniziò a torturarsi le mani “In un certo senso si”.

“Spara!”

“Mai…la ragazza in questione…sei tu” La guardò dritta negli occhi facendola rimanere di sasso.

Si alzò quasi rassegnata “Trunks, ne abbiamo già parlato…non può funzionare!”

“E chi lo dice? Non lo puoi sapere”

“Ti prego, non continuare”

“Non puoi negare i sentimenti che provi per me, e l’ho visto bene anche oggi”

“Ti sei sbagliato, non c’era niente!”

“So riconoscere i segnali e per me Mai, tu sei un libro aperto”

La corvina si morse un labbro, aveva ragione, dannatamente ragione.

Lei lo amava, e ogni volta che le raccontava di una nuova fiamma lei moriva dentro.

“Parla con me, che cosa c’è che ti frena nel lasciarti andare?”

Si vergognava.

Mai si vergognava per due ragioni.

La prima, la più ovvia, si era innamorata di un ragazzo molto più piccolo di lei e la seconda, non aveva esperienza in campo, sarebbe stato un emerito disastro e presto Trunks, l’avrebbe lasciata o peggio ancora l’avrebbe derisa all’istante.

“Non sono alla tua altezza!” Si coprì il volto con le mani.

“Cosa? Ma che dici?” Si avvicinò per toglierle e guardarla negli occhi.

“Sono una frana, Trunks.”

“Sei la ragazza più incredibile che conosca. Forte e decisa. Non ti tiri mai indietro se incontri una difficoltà.”

“Presto ti accorgerai che sono un’impedita e ti stuferai di me”

Trunks non capiva da dove nascesse quell’insicurezza, le stava mostrando un lato di se che aveva sempre tenuto nascosto, un lato che nonostante tutto la rendeva ancora più irresistibile e più vera.

“Continuo a non capire, Mai” Trunks si sarebbe aspettato di sentire di tutto, ma non questa frase pronunciata con tutta la vergogna che nascondeva bene.

“N-non ho mai…avuto un ragazzo” La disse a fior di labbra guardando il pavimento attendendo una fragorosa risata, ed invece la reazione del lilla le fu inaspettata.

Le alzò il volto con due dita e lentamente avanzò verso di lei, iniziò a baciarle la guancia e ad asciugarle con la bocca le lacrime che le stavano rigando il volto, fino ad avvicinarsi alle sue labbra e stamparle un tenero bacio.

Mai sentì mancarle la terra sotto i piedi e una scossa lungo tutta la schiena sembrò farla sollevare da terra.

Chiuse gli occhi per assaporare ed imprimere meglio quel momento così importante.

“Ora non hai più scuse per non stare con me” Le disse continuando a sfiorarle le labbra.

“Ho bisogno di altra pratica, però” Gli sussurrò avvicinandosi ancora.

“Tutta quella che vuoi”.

*

Fine

*

Angolo dell’autrice: ciao a tutti…non vi dico la fatica per scrivere questa one shot su Trunks e Mai, e spero che il risultato sia almeno decente.

Era da tanto che non scrivevo su di loro, da quasi un anno dalla long ALLA RICERCA DI MAI e dalla one-shot PART OF ME.

Per questa storia ho immaginato che, nonostante Mai abbia in realtà cinquant’anni, il fatto di essere una nomade, non le abbia mai permesso di sperimentare che cosa sia l’amore, anche un semplice bacio, essendo sempre in compagnia di Pilaf e Shu.

Potrei comunque sbagliarmi, anzi sicuramente sarà così XD.

Per fortuna arriva Trunks, il nostro cavaliere senza macchia e senza paura a salvarla XD.

Se vi è piaciuta lasciatemi una vostra impressione, ma anche se non è stato così, accetto qualunque critica purché costruttiva.

Vi mando un forte abbraccio, Erika.

 

  
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