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Autore: CallMeSana    05/05/2021    0 recensioni
Cosa stava succedendo? Doveva essere per forza un sogno, presto si sarebbe svegliato e si sarebbe reso conto che quella giornata infernale doveva ancora cominciare.
Si', doveva essere per forza cosi'.
~
Oppure dove Harry e' un poliziotto talmente imbranato che viene continuamente mandato a dirigere il traffico e Louis decide di fargli venire... di tutto.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questo delirio alla povera Jessica, che ormai mi odia per tutti i plot che le smollo e non scrivo.


Le raccomandazioni.
Harry le odiava davvero e di certo non gli andava di sentirsi dare del raccomandato per un lavoro che, in fondo, voleva fare sul serio.
Eppure era difficile, in una piccola città come quella, non pensare che lo Styles imbranato si trovasse lì solo perché nipote del commissario.
No.
Non era affatto così, e lo avrebbe dimostrato a tutti ponendo fine alla lunga lista di volte in cui era stato mandato a dirigere il traffico.
Lui era un bravo poliziotto, non voleva di certo fare la fine del carabiniere sfigato, di quelli su cui inventano le peggiori barzellette.
Eppure...
Eppure era di nuovo lì, ormai la vecchina che attraversava la strada col carrello della spesa pieno lo salutava affettuosamente, manco fosse il suo di nipote.
Di certo lei lo trattava meglio di suo zio.
"Fossero tutti giovani e carini come te" gli aveva detto più di una volta, e Harry temeva che prima o poi si sarebbe presentata con una ragazza da maritare.
Non avrebbe saputo proprio come reagire senza spezzarle il cuore, tra l'altro concordava con lei: in centrale non c'era nemmeno un collega che meritasse la sua attenzione.

Quel giorno il sole non ne voleva sapere di farsi vedere tra i nuvoloni grigi che infestavano il cielo, quindi l'umore di Harry era letteralmente sotto i piedi, e non solo per il fatto che si trovasse nella peggior posizione del mondo. Quell'ennesima punizione avrebbe suscitato derisioni e battutine fatte sottovoce, sempre e solo perché era parente del capo e lui era stanco.
Stanco perché non succedeva mai niente sulle strade di quella città, guidavano tutti impeccabilmente e lui ormai era certo che lo facessero apposta a mandarlo lì.
Al trentesimo sbuffo della giornata, quando si rese conto che la fine del turno era ancora lontana, la strada che era rimasta pressoché deserta fino a quel momento si popolò manco quella strada lunghissima portasse allo stadio ad assistere alla finale di Champions League.
(I cittadini erano parecchio tifosi, ebbene sì).
No, si era solo creato un traffico senza senso perché, a quanto pare, un pazzo con una decappottabile che sembrava appena uscita dalla concessionaria aveva preso la rotonda contromano... e lui se n'era accorto solo quando l'aveva vista fare slalom tra la qualsiasi che gli stava andando addosso.
Il fischietto divenne presto inutile, tutti si bloccarono perché non volevano causare un tamponamento a catena e mandare il poveretto all'ospedale (o peggio).
"Ma che cazz'?" Era l'unica cosa logica che gli uscì in quel momento. Doveva fermare quel pazzo ed evitare una tragedia, oltre che il licenziamento.
Fischiò di nuovo, cercando di regolarizzare la circolazione, e sembrò riuscirci perché pian piano la situazione scemò ed il traffico svanì nello stesso modo in cui si era creato.
"Una bella multa non gliela toglie nessuno" aveva detto fra sé e sé mentre si avvicinava al veicolo. Non credeva nemmeno che si sarebbe fermato.

Il tizio al volante era un ragazzo che sembrava decisamente suo coetaneo e... era carino, decisamente carino!
Si voltò verso di lui con uno sguardo pieno di sé, poggiando un braccio sulla portiera che aveva il finestrino abbassato oltre che la cappotta. I capelli di un liscio castano scuro erano perfettamente in ordine nonostante il vento che li aveva colpiti e Harry, cercando la sua professionalità in un punto non ben definito, "patente e libretto" disse. Il ragazzo decisamente carino lo guardò per qualche altro secondo senza muovere un muscolo, poi fece scioccare fra le labbra il chewing gum che sembrava stesse torturando più che masticando.
"Oh, mi scusi" disse sciolto, "ero... distratto" continuò squadrandolo dalla testa ai piedi senza alcun pudore. Harry fece finta di non notarlo, in fondo stava lavorando.
Fece per aprire il cruscotto per tirar fuori quelli che, Harry sperava, fossero i documenti, ma poi si sentì il rombo del motore e vide la macchina spostarsi qualche decina di metri più avanti. Harry cercò ancora di non darci peso, sebbene non avesse mai incontrato gente così strana prima, ma stava gia' perdendo la pazienza.
"Ehi" si lamento', "un'altra mossa del genere e ti arresto per oltraggio a pubblico ufficiale" lo minaccio'.
"Wow, lo spero proprio" esclamo' il ragazzo decisamente carino ma anche strano. Harry aveva un principio di mal di testa e tanta voglia di lanciare improperi contro le ore che ancora lo aspettavano prima di finire il turno.
"Tieni le mani in vista e tira fuori questi documenti" chiese ancora, esasperato. Il ragazzo sorrise compiaciuto e Harry inizio' a pensare che fosse decisamente bello, altro che carino.
"Pensi che abbia tre mani? Come posso fare entrambe le cose, secondo te? E poi l'acceleratore non l'ho mica premuto con le mani, sai?"
Aveva di nuovo poggiato un braccio sulla portiera e scioccato le labbra mentre lo aveva di nuovo squadrato da capo a piedi. Harry non riusciva piu' a far finta di non averlo notato.
"Ok, allora stai fermo con quei piedi, per favore!"
Finalmente gli porse i documenti tanto agognati, e Harry ne scruto' ogni dettaglio. Purtroppo era tutto in regola e la cosa lo fece sbuffare per l'ennesima volta.
"Va bene... Louis... puoi andare" cerco' di essere diplomatico, ma il ragazzo sembrava deluso.
"Ma come! Non mi arresti? Nemmeno una multa?"

Che problemi aveva? Dovevano essere seri!

"Potrei fartene una bella salata per aver guidato contromano in pieno centro col rischio di fare una strage ma, dato che non si e' fatto male nessuno, ci passero' sopra. Voglio solo che tu adesso sparisca, cosi' posso cont..." stava proloquiando talmente concentrato che non si era affatto accorto di come Louis si fosse piano piano proteso verso di lui e gli avesse tappato la bocca. A Harry caddero di mano i documenti che, alla fine, non gli aveva ancora restituito e rimase intontito per un po', prima di "allora te la stavi proprio cercando" esclamare con una rabbia che non provava manco sforzandoci. Louis si lecco' le labbra e "finalmente" esulto', scendendo dall'auto e porgendogli i polsi.
Harry, che aveva capito che razza di persona assurda avesse di fronte, si mise a braccia conserte e "girati" gli ordino', e Louis si esalto' quasi, poggiando le mani sul paraurti, in attesa.
Ma Harry sembra intento a trafficare con qualcosa che teneva nella sua piccola tracolla, un taccuino a quanto pare, e una penna.
Poggiandosi sulla schiena del ragazzo, inizio' a scrivere e, quando fini', gli disse di rimettersi dritto e, privo di espressione, gli porse il foglio.
"E questo cosa sarebbe?" chiese.
"La tua multa" rispose Harry, con ovvieta'
"E l'oltraggio a pubblico ufficiale? O sei un finto poliziotto?" Harry non riusciva a credere di star sul serio vivendo quella situazione cosi' surreale.
"Purtroppo per me, piu' che per te, sono un poliziotto a tutti gli effetti, ma pur di levarti di torno ti lascerei a piede libero fingendo che tutto questo non sia mai accaduto." Louis lo guardo' deluso.
"Tutto tutto?" lo provoco'. Harry non voleva piu' fare questioni, non voleva nemmeno fissare quelle labbra sottili che sembravano disegnate dal diavolo in persona.
"Ok, ho capito, non sei divertente come credevo, quindi me ne vado" annuncio' quasi solenne, come se quella notizia potesse cambiare la vita a qualcuno.
Risali' in macchina e fece per accendere il motore, quando Harry si rese conto di non avergli ancora ridato quei documenti quindi, una volta raccolti da terra, glieli porse, ma Louis accelero' di nuovo e sposto' l'auto in avanti ancora una volta.
Harry gli ando' dietro quasi dondolando per l'esasperazione.
"Scendi! Immediatamente!" Il ragazzo obbedi' immediatamente, si lancio' fuori senza neanche aprire la portiera e balzo' talmente vicino al suo viso che riusci' a rubargli un secondo bacio, questa volta quasi sfiorato. Harry, stavolta, non ebbe alcuna reazione malevola.
Louis gli porse i polsi, ben sapendo che, in quel modo, gli avrebbe cinto i fianchi e Harry sarebbe stato costretto ad indietreggiare per potergli infilare le manette.
Infatti gli afferro' quei polsi sottili, circondati da tatuaggi che noto' solo in quel momento e, senza distogliere lo sguardo dal suo, lo tiro' a se' con violenza.
"Vuoi giocare con me, per caso?" gli soffio' contro il viso. Louis si compiacque e "io voglio giocare e basta" rispose, accarezzandogli il volto col naso, e poi con le guance contro le sue, fino a tornare sulle sue labbra. Stavolta fu Harry ad iniziare il bacio, erano sul ciglio di una stradina poco frequentata, ad un paio di traverse dalla rotonda sulla quale avrebbe dovuto lavorare, e nessuno li avrebbe mai notati.
Louis sorrise sulle sue labbra, rispondendo al bacio come se non ne ricevesse uno da secoli. Harry sapeva di sigaro, il che gli sembrava abbastanza eccitante su un ragazzo della sua eta'.
"Vuoi ancora arrestarmi?" lo stuzzico', rubandogli un altro bacio, con la lingua che ando' quasi a sbattere contro i suoi denti e la voglia assurda di succhiare quel labbro inferiore cosi' carnoso.
"No" ansimo' Harry a fatica, "mi accontentero' di volerti e basta."

Cosa stava succedendo? Doveva essere per forza un sogno, presto si sarebbe svegliato e si sarebbe reso conto che quella giornata infernale doveva ancora cominciare.
Si', doveva essere per forza cosi'.

"Il mio poliziotto vuole farlo cosi' in pubblico? Ma poi non verremmo arrestati entrambi per oltraggio?" Louis  sembrava proprio divertirsi a pronunciare quella parola.
"Sei pazzo? Hai una macchina, no? Beh, usala!"
"Vuoi farlo in macchina?" finse di essere inorridito e Harry si lascio' sfuggire un ghigno, "ovvio che no, andiamo via di qui e basta!"
"Ma come, non volevi che sparissi? E il tuo fantastico turno? Non e' mica finito, vero?"
Harry inizio' a nutrire qualche dubbio.
"E tu come fai a saperlo?" domando', nonostante gia' immaginasse la risposta.
"Credi che sia la prima volta che ti vedo? Passo per quella strada ogni giorno e, quando non posso, mando in avanscoperta mia nonna. E' una vecchina adorabile, ma talmente scassapalle che se osi offrirti di accompagnarla ti prende a legnate."
La vecch... non era possibile!

"Mi parla sempre del mio poliziotto, credo che sogni di vederci sposati."
Ma che cavolo stava dicendo questo povero pazzo che baciava come un dio di un'altra dimensione?

"Andiamo" lo invito', "nessuno notera' la tua assenza, stanne certo" aggiunse poi.

Salirono in auto e Louis si mise alla guida, ovviamente, mentre Harry, per cercare di passare inosservato il piu' possibile, si tolse il cappello e la giacca della divisa e li fece sprofondare sul sedile posteriore. 
La sola camicia esaltava le larghe spalle del ragazzo e Louis fece davvero parecchia fatica a trattenersi.
Doveva guidare, doveva concentrarsi e pensare a tutto dopo.
Dopo, Louis, dopo. Concentrati sulla strada e non su di lui, che aveva il terrore di essere riconosciuto stampato in viso.

La strada era quasi del tutto sgombra, quindi Louis inizio' a guidare con una mano sola, appoggiando senza apparente motivo l'altra mano prima sulla leva delle marce e poi sulla coscia di Harry. Il ragazzo degluti', come se davvero non se lo aspettasse.
Louis lo stava accarezzando, prima con innocenza, andando giu' verso il ginocchio, e poi con voglia quando ando' velocemente verso l'interno fino all'inguine. Senti' subito che il poliziotto era eccitato, era talmente duro nei pantaloni che sembrava proprio che iniziassero a dargli fastidio.
"Slacciali" gli disse, senza togliere lo sguardo dalla strada.
"Cosa?" 
"Mi hai sentito: slacciali, con una mano sola non penso di riuscirci."
Fu quando senti' i pantaloni della sua divisa aperti che capi' che il licenziamento era praticamente alle porte.
Non gliene poteva importare di meno.

Louis gli infilo' una mano nelle mutande e, accelerando appena un po', lo massaggio'. Prima piano, poi con sempre piu' ritmo. Il vento scompigliava i capelli di Harry mentre si accasciava sempre piu' contro il sedile, la testa piegata all'indietro in preda ai brividi di piacere. Non lo avevano mai toccato in quel modo, gli sembrava meglio della droga.
Non che si fosse mai drogato, ovviamente, ma era cosi' che immaginava la gente fatta, o anche solo intontita dalla marijuana.
"Calmo" fermo' la mano, "non vorrai mica venire cosi' presto?" si lamento'", il gioco e' appena iniziato, mio bel poliziotto."

Non aveva poi tutti i torti, perche' sembravano arrivati a destinazione. Scendendo dall'auto, una donna col passeggino si soffermo' a guardarli confusa e Harry, pensando di non passare poi cosi' inosservato come sperava, la saluto' con un cenno. Lei gli regalo' un mezzo sorriso e, quando spari' dietro l'anngolo, i due finalmente poterono entrare in casa.

"Ora puoi arrestarmi come e quante volte vuoi" gli disse, togliendosi il soprabito. Harry aveva ancora in pantaloni mezzi sbottonati, ma non li rimise a posto, anzi, li sbottono' totalmente e se ne libero'. Louis si lecco' di nuovo le labbra e "ah, mia nonna sarebbe cosi' felice per me in questo momento" esclamo', in attesa. 
Harry gli si quasi premette addosso e lo bacio' famelico, inglobando le sue labbra piccine tra le sue ben piu' carnose come sappiamo, e di un colore rosa pesca che era poi il principale motivo per cui Louis aveva iniziato a sognarlo qualche settimana prima.
"Sei proprio un cattivo guidatore" gli disse staccandosi, premendogli la punta del naso con un indice, per poi afferrargli le braccia e girarlo manco fosse un bambolotto.
"Adesso piegati in avanti, devo perquisirti." Louis obbedi' senza commentare e si sbottono' piano i pantaloni, sperando di darsi sollievo, era cosi' eccitato che quasi faceva male.
"Che cos'e' questa?" Lo blocco' Harry, afferrandogli la mano che era gia' a meta' strada fra le sue gambe. La copri' con la propria e "qui ci penso io" disse, mentre lo masturbava tenendo le loro mani praticamente intrecciate. Louis penso' che quello poteva essere un buon modo di morire.
Quando inizio' a rilasciare i primi gemiti, Louis spinse incosciamente le natiche all'indietro, cercando qualcosa di sicuro a cui aggrapparsi per non cadere a terra. Le spinse contro il basso ventre di Harry, a meta' strada verso l'orgasmo gia' da un bel po', e fu con l'aiuto delle loro mani libere che anche i pantaloni di Louis sparirono e finalmente Harry pote' farlo suo.

Spingendosi tra le sue natiche, Louis per poco non urlo', doveva essere da un po' che non faceva sesso, ma questo non sembro' spaventare nessuno dei due. Le loro mani destre erano sempre intrecciate tra le gambe di Louis, mentre le sinistre erano una sul fianco di Louis, stretta, come se potesse scivolare via da un momento all'altro, e l'altra sul sedere di Harry, come a non voler credere che fosse davvero li'.
I loro corpi si modellarono l'uno contro l'altro e, quando Louis venne sulle loro mani, Harry gemette quasi piu' di lui, liberandosi sulla sua schiena ancora vestita.

"Ehi" si lamento' Louis, quando se ne accorse, "adesso sono io che dovrei denunciarti per danno." Harry era caduto in ginocchio e gli stava accarezzando la fronte leggermente sudata.
"Ne vuoi ancora, per caso?" Louis, che era rimasto in piedi, trovo' spontanea quella domanda, mentre a Harry venne decisamente da ridere.
"Magari un'altra volta" rispose, rialzandosi in piedi e dandogli un bacio a stampo.
Cerco' di rivestirsi mentre controllava l'ora: per fortuna sembrava non essere passato troppo tempo, sarebbe rientrato in postazione e nessuno ci avrebbe fatto caso.

"Mmh, il mio poliziotto si e' gia' affezionato" gongolo' Louis che, invece, aveva tutta l'aria di volersi buttare in doccia.
"Il fatto che non ti abbia sbattuto in una cella non vuol dire niente" gli rispose risoluto.
"No, infatti mi hai sbattuto e basta, e non e' che me ne possa lamentare" ribatte'.

Harry lo bacio' teneramente un'ultima volta prima di uscire.
"Ormai so dove abiti, cerca di stare attento."
"Adoro quando mi minacci!"

Louis Tomlinson deteneva il record di arresti in citta': finiva in cella per le sue bravate almeno una volta ogni due settimane ed era sempre il giovane imbranato di Harry Styles ad occuparsene.
Ormai nessuno ci faceva piu' caso.
  
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