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Autore: FaithMore_95    05/05/2021    1 recensioni
[Sly Raccoon ]
[Sly Raccoon ]Vi siete mai chiesti come sarebbero andate le cose se Sly non fosse stato solo, ma avesse avuto una sorella di due anni più piccola di lui?
Sly e Harriett hanno rispettivamente 8 e 6 anni quando perdono i genitori a causa del quintetto diabolico.
La sofferenza è stata tanta, ma per fortuna non sono mai soli, perché possono contare l'uno sull'altra. E successivamente anche quello di Bentley e Murray. I loro migliori amici e successivamente compagni di avventure.
Questi racconti sono tante piccole One Shot che riprendono alcune storie del videogioco di Sly Cooper dal primo gioco fino al quarto. con l'aggiunta di Harriet.
Sly manterrà sempre il suo carattere spavaldo, responsabile, divertente, ma lo vedremo anche in una nuova veste di fratello maggiore.
Alcune le scriverò prima, altre dopo, ma verranno lo stesso sistemate in sequenza in base a cosa sta succedendo nel gioco.
Spero possiate apprezzare la mia idea.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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*Storia ambientata nel quarto gioco di Sly, livello “Go West Young Raccoons."
 

Il giovane procione del West.



L'aria nella stanza è quasi soffocante a causa del fumo delle sigarette.
Sly fuma sempre troppo quando qualcosa lo innervosisce particolarmente e questa cosa, oltre a farmi incazzare, la odio terribilmente.
In più, come se non bastasse, anche l’antenato Tennessee è un tipo che fuma parecchio. Praticamente la combo mortale.

Appoggiata allo stipite della porta che conduce alla stanza da letto, porto le mani dietro la schiena e inizio a tamburellare il legno con le dita con forza. Mi concentro su una pallina di carta per terra accanto a me con la quale inizio a giocherellare con la punta degli stivali.

 

“Harriett! Vuoi piantarla?” sbotta Sly sbattendo un pugno sul tavolo. Smetto immediatamente, ma non lo degno ne di uno sguardo, ne di una risposta. Fisso l’orologio sul muro di fronte.

Ormai è una settimana che non ci parliamo. Lui è troppo arrabbiato per rivolgermi la parola e io troppo orgogliosa per chiedergli scusa per non averlo ascoltato.

Scuoto la testa velocemente e ripenso a quello che è successo e che ci ha portato in questa situazione.

 

Eravamo ancora nel Giappone del 1600, intenti sconfiggere El Jefe e recuperare il bastone uncinato dell’antenato Rioichi.

Sly mi ha detto di restare nel covo perché la situazione si sarebbe fatta troppo pericolosa, ma io come al solito non l’ho ascoltato per niente e sono andata con loro. Ricordo esattamente l’attimo in cui mi sono pentita della scelta presa. Sly si è allontanato da noi da solo per correre dietro El Jefe e Bentley, Murray, Rioichi e io siamo rimasti sul ponte prima dell’entrata della sua fortezza per sconfiggere tutti i nemici che la tigre ci ha contro a flotte. Questione di un secondo. Qualcuno ha urlato qualcosa e qualcun altro mi ha bloccata da dietro e mi ha trascinata via all’interno della fortezza. Essendo troppo lontana dagli altri, nessuno è riuscito ad arrivare in tempo per aiutarmi. Mi hanno rinchiuso in una gabbia, l’hanno appesa sopra un grosso lago di lava e da li ho sentito El Jefe parlare. Nello specifico, l’ho sentito minacciare Sly che se non gli avrebbe dato quello che voleva, ovvero il suo bastone uncinato personale e se non si fosse consegnato personalmente a Leparadoux, mi avrebbe fatta fuori. In quel momento ho capito quanto sono stata stupida a non averlo ascoltato. Sono sempre stata il punto debole di Sly e in quel momento l’ho messo seriamente in difficoltà. Lui, demoralizzato da una situazione del genere, ha perso lucidità. È stato quasi sul punto di arrendersi alla minaccia della tigre, ma per fortuna il resto della banda è riuscito ad entrare nella fortezza e a tranquillizzare Sly che ci avrebbero pensato loro a tirarmi fuori da li. Con un sospiro di sollievo, sapendomi in buone mani, ha riconquistato la lucidità persa e ha sconfitto El Jefe. Quel giorno ho avuto veramente paura di perderlo. E anche di morire, si. Dunque adesso ce l’ha a morte con me e non vuole più che io lo accompagni da nessuna parte.

Comprensibile da parte sua, dopotutto ammetto di essere stata avventata, ma tutti commettono degli errori. È da essi che poi si impara.

Lui si è forse dimenticato di quando si è fidato “dell’agente Neyla” e lei alla fine si è mostrata per quello che è, riuscendo a catturare sia lui che Murray e consegnarli alla Contessa? Che poi li fossero tutti corrotti e d'accordo tra loro, è un altro discorso. Intanto, se non fosse stato per me e Bentley che abbiamo fatto appello a tutte le nostre forze, chissà dove sarebbero loro.

Distolgo l’attenzione dai miei pensieri e li guardo tutti.

Sono tutti e quattro seduti attorno al tavolo rotondo che in quel momento è pieno di mappe, fogli, foglietti… Stanno elaborando un piano per intrufolarsi nell’ufficio di Toothpick. O meglio, Bentley sta elaborando un piano, gli altri intervengono con ipotesi assurde e che non c’entrano niente. Mi avvicino per sentire meglio.


“Credo di avere un’idea migliore, ascoltate tutti.” dice Bentley richiamando l’attenzione.

“L’ufficio di Toothpick si trova al piano superiore del Saloon, ma è impossibile accedervi per via diretta a causa delle guardie, sono troppe per poterle superare tutte!” esclama Bentley.

“Magari potremmo andare Sly e io. Due Cooper esperti sono meglio di uno.” propone Tennessee. Il forte accento inglese che ha rende divertente qualsiasi cosa dice, anche se in quel momento da ridere non c’è proprio niente. Tossicchio per evitare. Accanto a Tennessee si trova la sua revolver a sei colpi col manico abbellito dall’uncino, il classico simbolo dei Cooper. È un arma bellissima da vedere, chissà se la potrò usare prima che quest’avventura nel Far West finisca.

“Dareste troppo nell’occhio se iniziaste a picchiare tutti. Dobbiamo muoverci in silenzio. Sentite qua… Io mi travesto e mi propongo come nuovo barista del Saloon, farò ubriacare le guardie in modo da metterle k.o. Successivamente, Sly entrerà dalla finestra del Saloon, senza dare troppo nell’occhio, portando con se la cimice che piazzerà nell’ufficio, nel quale arriverà grazie ai condotti d’aerazione.” 

“È un buon piano, Bentley.” dico incrociando le braccia al petto e osservandolo. Lui si aggiusta gli occhiali.

“Non avevo dubbi, cara!” risponde. Chissà cosa accadrebbe se esponessi la mia volontà di partecipare alla missione. Poi mi accorgo di una cosa alla quale Bentley non ha prestato attenzione. Oppure l’ha semplicemente omessa per pensarci dopo.

“Però ho un dubbio.” dico lentamente. Sly si schiarisce la gola. 

"Non vedo l'ora di sapere quale sia." dice Sly sarcasticamente, mascherando il suo nervosismo. Vuole provocare? Faccio finta di non sentirlo per niente ed espongo a Bentley i miei dubbi.
"Cosa sono questi simboli verdi all’interno dei condotti di aerazione?” chiedo indicando i simboli sulla mappa.

"Sei anche un esperta in tecnologia adesso? Non ne avevo idea!" continua Sly sarcasticamente trascinando tutte le parole. 


“Quelli sono i sistemi di sicurezza all’interno dei condotti.” risponde Bentley con noncuranza.

“E immagino tu abbia già un piano per far in modo che Sly arrivi all’ufficio sano e salvo, vero?” esclamo.

“Si. Intervieni tu!” risponde Bentley teso. Sly sgrana gli occhi.

“Non esiste proprio!” urla alzandosi di scatto dalla sedia.

“Calmati Sly, non è niente di pericoloso, le spiegherò tutti i passaggi.” lo rassicura Bentley provando a calmare Sly. Il mio respiro nel frattempo si fa più affannoso. Per quanto tempo ancora vuole tenermi rinchiusa?

 

“Oh Sly, basta adesso. Ho capito di aver commesso un errore grossissimo, ma vorrai veramente farmelo pesare per il resto della mia vita?” sbotto all’improvviso guardandolo con gli occhi iniettati di sangue.

 

“Te lo ripeterò solo fino a quando non imparerai ad ascoltare quello che ti dicono gli altri. Non sei pronta ancora.” dice a denti stretti, serrando i pugni.

“Ah certo, io non sono ancora pronta adesso, però qualche mese fa, quando tu hai finto un’assurda amnesia pur di stare con la tua amata e mi hai lasciato il comando ero pronta vero?” urlo sbattendo i pugni sul tavolo. Alcuni foglietti volano ovunque. E' un bene che Carmelita sia fuori in questo momento. 

“E poi non trattarmi come se tu fossi quello perfetto, quello che non sbaglia mai, perché ne avrei di cose da elencarti.” dico secca respirando affannosamente cercando di ritrovare la calma. Tutti ci guardano con gli occhi spalancati. Tennessee fischietta una canzoncina per smorzare la tensione.

Quella conversazione è stata rimandata anche troppo a lungo.

 

Vista la nostra tragica storia familiare, non lo biasimo per questa sua eccessiva protezione che ha nei miei confronti. Dopotutto di cose pericolose ne abbiamo passate parecchie e lui resta pur sempre mio fratello maggiore. Però non può pretendere di trattarmi in questo modo solo per aver commesso degli sbagli.

“Sly, ti posso assicurare che quello che deve fare non è pericoloso, dovrà farlo da qui dentro.” dice Bentley con voce tremante. Lui si sposta rigidamente dal tavolo e si avvicina alla finestra, facendo finta di osservare il panorama fuori.

“Harriett, ti darò il comando della macchinina radiocomandata di Penelope. Sly la porterà con se insieme alla cimice e tu la guiderai per tutto il condotto fino a quando non arrivi alla fine, dove si trova il computer che ha il controllo delle trappole. Lo distruggerai grazie alla piccola mitraglietta e così libererai il passaggio a Sly. Userai il mio computer per vedere il percorso, più tardi ti spiego come.” dice Bentley cercando di riprendere la calma.

 

“Sly… Va bene per te?” chiedo quasi sussurrando. Lui mugugna qualcosa di incomprensibile.

“Sly!” dico con convinzione.

 

“Harriett, non fare passare me per il cattivo! Ti sembra che provo piacere a trattarti in questo modo? Ho perso troppi membri della mia famiglia per permettere che accada di nuovo. Non posso perdere anche te." sbotta guardandomi dritto negli occhi. I suoi in questo momento sembrano due lastre di ghiaccio. Quelle parole, per me, sono come una doccia fredda. Faccio morire la discussione allontanandomi dal tavolo velocemente. Mi si stringe il cuore ogni volta che lo sento parlare in questa maniera e mi si forma sempre un nodo alla gola.
Con il morale a terra e gli occhi lucidi mi dirigo nella stanza da letto verso quello che è il mio letto, anche se arrangiato alla bell'e meglio e mi ci rannicchio sopra. Nell’altra stanza la discussione continua, ma quello che si dicono non mi interessa più.

Inizio a pensare. Soprattutto a cose che non c’entrano niente con la discussione appena avuta.

Specialmente penso ai nostri genitori. Mi chiedo come sarebbero le cose se loro fossero qui. Mi chiedo dove saremmo noi, cosa staremmo facendo. Mi chiedo se sarebbero stati fieri di me.
Penso a Sly e alla bizzarra famiglia che ho, composta da persone che non potrebbero essere più diverse tra loro, ma che non cambierei con nessuno.


Presa dai miei pensieri, non mi accorgo che nel frattempo qualcuno è entrato nella stanza e cerca di coprirmi con una coperta.
Destata dai miei pensieri, riconosco subito i passi silenziosi di Sly.


"No fermo, non farlo. Ho caldo."
Sly mette la coperta di lato e si siede sul letto accanto a me. Sospira.
"Mi dispiace." dice soltanto.
"Dispiace anche a me, lo sai. Però… Non vorrei che per un errore, anche se grosso, non ti fidassi più di me!"
"No, io mi fido. Più di una volta hai dimostrato quanto vali e che..."
 inizia a dire. Si toglie il cappello e inizia a giocarci nervosamente.
"È complicato. Il terrore è sempre dietro l'angolo."
"Si, lo capisco... Per questo non ti odio del tutto."
 Sorridiamo. Tutto d’un tratto mi sento più leggera.


"Lo sai che continueremo a fare questa discussione all'infinito, vero?" dico.
"Quella del 'Tu vuoi costantemente prendere il volo e io continuo costantemente a tarparti le ali'? Purtroppo ne sono consapevole." dice lasciandosi scappare una risata. Rido a mia volta.
Poi lui si alza per tornare dal resto della banda.
"Sly..." lo fermo.
"Si?"
"Devi andare per forza?"
 quasi lo supplico.
"Beh... Dobbiamo muoverci in fretta. Perché?" chiede titubante, ma non rispondo. Non voglio che perdano tempo per colpa mia.
"Va tutto bene?" chiede.
"Vuoi che resti con te?" continua, e io dal canto mio continuo a non dargli risposta.
Ammetto che avere una sorella come me può essere bello, ma anche difficile.
Lui sospira di nuovo ed esce dalla stanza per poi tornarci subito dopo.
Senza dire una parola si sdraia nel letto accanto a me e inizia a coccolarmi. Non posso fare a meno di sorridere e di uscire dal guscio che mi ero creata.
Il groppo in gola di pochi minuti prima si scioglie immediatamente e sento un calore che solo lui riesce a farmi provare.
Ricordo che da piccola mi lamentavo spesso con i nostri genitori a causa sua. In qualità di fratello maggiore credeva di avere anche il diritto di farmi tutti i dispetti che voleva. E la odiavo come cosa.
Spesso dicevo ai miei che avrei voluto essere figlia unica.
Che grande sbaglio. Con tutti i dispetti e litigi, un fratello cosi non lo avrei cambiato per nulla al mondo.
Siamo rimasto accoccolati per un bel po'. Semplicemente a goderci quei momenti di assoluta tenerezza e tranquillità.

Tenerezza e tranquillità prima della tempesta.


***



Salve a tutti. 
Spero vivamente che, nonostante siano passati anni dall'ultimo gioco di Sly Cooper, ci sia qualcuno che per sbaglio capiti in questa One Shot e possa leggerla con piacere.
Sly Cooper è il gioco della mia infanzia. Estati intere passate davanti la playstation 2 con i miei cugini. 
Forse è anche per questo che lo amo così tanto. 
Il miglior gioco alla quale io abbia mai giocato. Nonostante abbia una play 4 e nonostante abbia molti giochi super moderni, Sly non sarà mai battuto da nessuno di loro. 
Sarò esagerata? Può essere. Ma l'amore è amore. 
P.s. la protagonista si chiama Harriett, simile ad una degli antenati di Sly: Henriette Cooper.
A presto. 
Spero. 

   
 
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