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Autore: k_Gio_    06/05/2021    8 recensioni
Dopo il ballo con Fersen, un piccolo spaccato che vede i nostri beniamini sotto il riflettore di una luna piena che riscalda gli animi.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Al chiaro di luna
 
 
Andrè varcò la soglia della stanza, posò il vassoio con la cioccolata calda sul tavolino e scrutò nella stanza cercando lei. La chiamò piano non ricevando risposta.
Sentì la brezza fresca della sera sfiorargli il volto. Le vetrate erano spalancate ed Oscar era lì, appoggiata alla balaustra del balcone a guardare la luna piena di quella serata, persa nei suoi pensieri.
Le si avvicinò senza fare troppo rumore, sapeva che lo aveva udito entrare. Non disse nulla, ossevò la luna insieme a lei, sperando che quella sfera argentea potesse alleviaere il peso nel suo cuore. Un peso che  faceva soffrire lei e di riflesso anche lui.
“Oscar”

“Non dire niente Andrè. Non voglio ascoltarti” la sua voce calda e ferma in cui lui scorse un’inclinazione di dolore dettata dall’aver ricevuto un rifiuto. Il sapere di non essere accettata, di non essere abbastanza. La speranza che si infrange come un vaso caduto a terra, solo tanti pezzi da buttare.
Andrè sospira ma sorride, osserva la chioma bionda che ondeggia placidamente sospinta dal tocco del lieve del vento. È bella la sua Oscar, una bellezza che va oltre il suo corpo , il suo viso, i suoi occhi. Ha la bellezza dentro. E sorride pensando che lei possa non sentirsi all’altezza dell’amore di Fersen.
Lo fa sorridere davvero di cuore. Non perche lei stia soffrendo, questo mai, non riderebbe mai di lei. Sorride perche non si può decidere chi amare. Il cuore lo decide.  E il cuore di Fersen ha deciso da un bel pezzo su chi riversare il suo affetto, a chi si sente di appartenere. E sorride che non sia rivolto alla sua Oscar.
Dal canto suo se avesse potuto fare qualcosa con il suo cuore per lasciarsi alle spalle il soldato biondo a cui lo hanno affiancato fin da bambino forse lo avrebbe fatto. Avrebbe così evitato di soffrire silenziosamente per un amore destinato a non compiersi mai.
Il sorriso non accenna a sparire, sa che non lo avrebbe mai potuto permettere, Oscar è parte di lui, gli è entrata dentro.
“Cosa c’è di divertente?”
Colto in flagrante, di sicuro non le dirà a cosa stava pensando.
“Nulla, pensavo che è una bella serata, ottima per un ballo al chiaro di luna”
Oscar lo osserva cercando di capire se la sta prendendo in giro, se gliela vuole far pagare per essere stata così sciocca. Ma lui non lo farebbe mai. Scrolla le spalle e con un piccolo sbuffo tra lo sprezzante e il divertito si volta di nuovo verso la luna.
“Credo che non ballerò più fino alla fine dei miei giorni Andrè” sta al discorso assurdo di lui, non vuole rovinare questa serata in cui l’agitazione che la pervade viene placata dalla natura intorno a lei donandole un po' di pace.
“Sarebbe un peccato, non credi? Le dame di corte ci rimarranno male”
Sbuffa di nuovo divertita, ma lo stomaco le si stringe un po’.
“Non sarà un grande perdita, se ne faranno una ragione”
“Potresti concedermi un ultimo ballo prima dell’addio alle scene”
Oscar si irrigidisce leggermente ma poi si rilassa di nuovo, inspirando l’aria frizzante della notte.
“Credo dovrai fartene una ragione anche tu allora. Ti sto risparmiando una sessione di piedi pestati e goffagine che da me non ti aspetteresti” ammette lei che per quel dannato ballo con Fersen si era impegnata intensamente per recitare una parte che non solita fare.
“Mi accontento di stare abbracciati a dondolare al canto dei grilli che ci stanno deliziando con un concerto dedicato solo a noi”
Oscar guarda la mano che Andrè le sta porgendo con un panico che non si spiega. Cosa stanno facendo? Cosa sta facendo lei? Dovrebbe dirgli di ciò che ha deciso di fare della sua vita, non guardare quella mano e voler concedersi di darsi un momento per arrendersi, per non pensare a nulla.
Lo guarda e la sua tensione si scioglie. Lui non la farà soffrire.
“Te lo concedo solo perché giustamente non posso privarti della mia esibizione da ballerina provetta”
“Ne sono onorato” e la accoglie tra le sue braccia come fosse l’essere più delicato e fragile del mondo.
Il sentirsi stretta tra le braccia di qualcuno la fa sentire a disagio ma ricordandosi di chi è l’abbraccio in cui è avvolta si arrende. Si rilassa al suono del respiro di Andrè, sempre calmo e rassicurante. Le sue braccia salgono al collo di Andrè e il suo corpo si adagia contro il suo. Vuole sentire il calore che ora dentro di lei è assente.
Andrè la stringe a sé, continuando ad ondeggiare, inspirando il profumo dei capelli di Oscar. Le sue mani la tengono stretta, vorrebbe farle capire che ora, in quel momento è libera di essere chi vuole , di provare le emozioni che si costirnge a ricacciare dentro, perché lui non la giudicherà. È ferito anche lui ma ciò che gli importa di più è che lei smetta per un attimo di soffrire, anche a costo di farne lui le spese dopo, quando all’ombra della sua stanza non gli rimarrà altro che il ricordo delle braccia di lei che lo stringono e del suo corpo impresso come un marchio sul suo.
In questo momento sono solo loro, svincolati da regole ed etichette. Liberi. Lui libero di amarla come può, come gli è consentito. Lei libera di dare e ricevere quel calore umano che troppe volte le è mancato. E libera di sentirsi vulnerabile.
Due corpi che ondeggiano al canto dei grilli.
Forse ci rimarrebbe tutta la notte così, ci sta bene tra le braccia di Andrè, bene come non è mai stata. Sa che nel momento in cui si staccherà da lui sentirà freddo, un freddo che non ha mai provato. Deve aprire la bocca e interrompere il loro abbraccio per tornare alla realtà. Ma non ci riesce. Nasconde il volto nel petto di Andrè e inspira il suo profumo, lo stringe ancora un po' più forte.
Lui fa lo stesso, le sue mani che se la imprimono sotto i palmi per meglio conservarne il ricordo, un po’ più vicina al cuore. Le bacia la testa e deve trovare la forza di separarsi da lei. Lui rimarrebbe così per sempre, cristallizzato in questo momento. Ma è lei che deve capire cosa vuole, cosa prova. Le bacia di nuovo la testa, la mano che le risale lungo la schiena per poi posarsi alla base del collo. Vorrebbe baciarla ma non lo fa. Vorrebbe sentirla chiedergli di rimanere ma sa che non lo farà. Non sarebbe nemmeno giusto ora. Solo il pensiero di staccarla da sé gli provoca dolore fisico.
“Visto? Non sei stata tanto male, i miei piedi sono ancora illesi e nessuno si è fato male” le sussurra per non rompere del tutto la magia.
La sente sorridere sul suo petto e lui potrebbe piangere tanto si sente leggero.
Lei gli stringe ancora la camicia con la mano e il collo con l’altra, sta facendo resisitenza contro se stessa per lasciarlo andare , se lo facesse si sentirebbe del tutto svuotata e alla deriva.
“Una prima ed ultima volta ineccepibile allora. Una replica sarebbe inadeguata”
Entrambi sanno che è l’ora.
Andrè allenta la presa ed Oscar suo malgrado fa lo stesso “Forse domani la luna sarà di nuovo qui, forse i grilli ci offrirano un altro concerto”
“Era il mio ultimo ballo Andrè”
Andrè la guarda negli occhi e sorride, le bacia la mano e poi le prende il volto lasciandole un bacio sulla fronte.
“Buonanotte Oscar” non fa in tempo a voltarsi che lei gli prende una mano.
“Resta, Andrè, per favore”.
Il suo cuore perde un battito, o forse due o forse si è proprio fermato ed è appena morto. La guarda per capire ma non capisce nulla. Le direbbe di sì, l’unica risposta possibile ma non quella che ci si aspetta da lui.
“Oscar…”
La presa si fa più debole, non vuole obbligarlo.
“Resta solo per un po’” la voce un sussurro, gli occhi che si abbassano per quella richiesta che non si aspettava di fare a voce alta.
La stretta si fa di nuovo salda.

La finestra è chiusa ma la luna getta il suo argento sulle due figure distese sul letto.
Lui l’abbraccia stretta, nell’attesa che lei si addormenti per poter scappare nella sua stanza e cercare di mettere ordine nei suoi pensieri.
Lei che non vorrebbe cedere al sonno per non lasciarlo andare. Inizia a fantasticare su una vita che non le appartiene, il sonno che si fa più invitante.
“Forse domani ti concedo un altro ballo Grandier, un ballo al chiaro di luna”.
 



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Salve,
credo sia la prima volta che mi spingo fino al punto di pubblicare una ff qui in questo fandom, ho sempre avuto timore nello scrivere su questi due.
Ringrazio se qualcuno è arrivato fin qui a leggere, non so cosa dire in realtà, era una fanfiction che volevo scrivere da quando ho sentito per la prima volta la canzone di Jovanotti “Chiaro di luna” ma non so, forse non era il momento giusto per scrivere qualcosa, forse non sapevo nemmeno io cosa scrivre. Fatto sta che oggi casualmente mi è capitato di riascoltarla e toh, come un fiume in piena mi sono messa a scrivere ed  è nata questa os.
Nella mia testa è collocata dopo il Ballo e prima dello Strappo della camicia. Sono un po’ arrugginita quindi chiedo venia se la cronologia degli eventi è sbagliata ma ormai quel che è fatto è fatto :’)
E nulla, era da un bel po’ che non scrivevo e che non avevo le forze per mettermi a scrivere, oggi è tornata quella sana voglia di farlo e quindi eccomi qua. Non sarà un capolavoro e neanche ci tengo che lo sia ma sono felice di averlo scritto e pubblicato :)
Grazie
Gio
  
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