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Autore: swanqueen_clexa    08/05/2021    0 recensioni
Una per lo più cieca Regina sta passando una brutta giornata; il suo cane guida è corso via, è in ritardo per il lavoro e si sente un po’ sola.
Fa capolino Emma Swan, cacciatrice di taglie professionista; salvatrice di cani smarriti e persone solitarie.
(Traduzione di "Blind leading the blind" di alexeizenhart su ao3.)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Emma Swan, cacciatrice di taglie ventottenne, stava aspettando che il semaforo pedonale cambiasse. Estraendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans, fece scorrere il pollice attraverso i vari messaggi accumulati dall’ultima volta che ha controllato, non più di un’ora fa.

"Oh ma dai, sul serio? C’è gente che ancora ci casca?" Si chiese sottovoce, eliminando l'ennesimo messaggio di un servizio che prometteva di aiutarla a incontrare la donna dei suoi sogni.

Essendosi già alzata in ritardo, e avendo affrontato più spam di quelle che avrebbe dovuto affrontare prima del suo caffè mattutino; era saggio dire che Emma non era del migliore degli umori quando un naso freddo e umido premette contro il palmo della sua mano libera.

"Che schifo! Amico, controlla il tuo cagnaccio" Scostò la mano e guardò il ragazzo accanto a lei, solo per rendersi conto che stava ancora aspettando da sola.

Con un'espressione perplessa, abbassò lo sguardo e vide che il cane era un adorabile Labrador color cioccolato e indossava una pettorina ad alta visibilità dai colori vivaci. Era seduto sulle sue zampe e le sta mostrando la classica espressione confusa con la testa inclinata, comune alla maggior parte dei cani quando gli umani si comportano in modo strano.

"Uh… ciao?" Emma ripose il cellulare e tese la mano verso il cane, le dita raccolte in un pugno morbido. Il cane si sporse in avanti e le annusò le dita, prima di decidere che era un'umana gentile e di strofinarle la mano con il muso.

"Si… ma che brava ragazza… ehm… ragazzo… cane?" Incoraggiata dal non essere stata morsa ed avere ancora le dita intatte, Emma accarezzò il muso del cane e sorrise.

"Oh hai una targhetta, vediamo chi è il tuo padrone." Girando la targhetta sul collare, lesse ad alta voce. "Henry." Il cane, Henry, abbaiò udendo il proprio nome. "Se da solo, per favore trovate il mio umano!" Era stato inciso anche un numero di telefono.

Guardandosi intorno, Emma non vide nessuno in evidente difficoltà o che stava cercando di trovare un cane scomparso.

"Ti serve aiuto, Henry? O serve alla tua mamma?" Henry abbaiò, si allontanò di qualche passo e si fermò per controllare che Emma lo stesse seguendo.

Alzando le spalle, Emma lo seguì. "Ok, Lassie, andiamo a cercare Tommy che è rimasto bloccato nel pozzo."


~~~~~~~~ SQ ~~~~~~~~
 

Regina Mills non stava avendo una buona giornata.

Ad essere onesti, non è stata neanche una buona settimana. Lunedì, era quasi arrivata in ritardo al lavoro. Martedì, era in orario (a malapena) ma era riuscita a dimenticarsi il cellulare a casa. Mercoledì c’è stato un miglioramento; nessuno l’aveva insultata (in faccia) ed era riuscita a non far arrabbiare nessuno in cambio, anche se gli stagisti avevano ancora paura di lei.

Sfortunatamente, questo l'ha portata ad oggi. Aveva perso il suo solito treno, era stata urtata da diverse persone ed era riuscita a perdersi. Non è un problema, se riesci a trovare uno del posto che ti indichi la direzione giusta. O se riesci a vedere chiaramente ciò che ti circonda.

Diversi mesi fa, Regina si era svegliata con la vista più sfuocata del solito. Un salto dal suo optometrista di fiducia si trasformò rapidamente in un consulto con uno specialista. Il dottor Williamson ("mi chiami George, la prego"), un uomo sulla cinquantina, calmo e dai capelli bianchi, le diede la notizia nel suo studio con vista su una parte particolarmente bella di Boston.

La sua vista stava cedendo, aveva detto, probabilmente qualcosa di genetico. C'erano delle cure, ma la prognosi non era delle migliori, e probabilmente avrebbe solo peggiorato le cose invece di migliorarle. Voleva chiamare qualcuno per lei? Amici, famiglia?

Scuotendo la testa, Regina lo ringraziò educatamente e si alzò. "No, non serve che chiami… non c’è nessuno…" George, da parte sua, non aveva mai visto nessuno così composto prima d'ora e non riusciva a credere a quanto calma sembrasse la sua paziente mentre la accompagnava fuori.

Lei era Regina Mills; un Mills non piangeva mai, o così ti facevano credere. Quella determinazione durò fino a quando tornò a casa e chiuse la porta d'ingresso. Scivolando con la schiena contro la porta, portò le ginocchia al petto e pianse.

Dopo essersi compatita abbastanza, Regina si alzò, si asciugò le lacrime e pianificò. I Mills erano sempre stati bravi a pianificare, come testimoniavano il numero di aziende che ha acquisito o che aveva visto andare in rovina.

Giovedì ebbe un inizio promettente. La sveglia funzionò, riuscì a non rovesciarsi il caffè addosso, o nella cucina, e riuscì ad arrivare in stazione in tempo con l’aiuto del suo nuovo cane guida, Henry. Dopodiché si perse. Una semplice chiamata al cellulare avrebbe risolto il problema… se solo lo avesse ricaricato durante la notte.

Da lì gli eventi precipitarono rapidamente. Con la vista annebbiata, provò a prendere diverse svolte e sperò di riuscire a trovare il nome di una strada familiare. La signora fortuna non era dalla sua parte in questo caso. Tutti i pendolari locali sapevano dove stavano andando e non dicevano molto, troppo presi dai loro cellulari.

Qualche impiegato senza cervello riuscì a far allentare il guinzaglio del suo cane guida e si separarono nella marea di gente che attraversava la stazione. Nonostante lo avesse chiamato, Henry non tornò immediatamente come era stato addestrato a fare.

Trovando una panchina, Regina si sedette e contemplò le sue opzioni. Incapace di muoversi, con Henry ormai scomparso, sempre più angosciata, sentì il peso della sua situazione chiudersi su di lei abbastanza a lungo da infrangere la sua determinazione. Per la prima volta da quando aveva sette anni, Regina Mills pianse in pubblico.

Un forte abbaiare la fece trasalire. "Henry?" Chiese incerta. La sua sagoma sfocata apparve di fronte a lei e lo abbracciò forte. "Pensavo di averti perso..."

"Ciao", il timido saluto di una donna fu improvvisamente molto vicino.
 
Frugando nella sua borsa, Regina tirò fuori la sua bomboletta di Mace e la puntò contro la bionda. "Chi diavolo sei!? Stai indietro, ti avverto!". Ammonì.
"Uh... quella è una bomboletta di lacca per capelli, signora" La voce della donna sembrava divertita.

"Lo... lo è?" Regina guardò la bomboletta il più attentamente possibile, prima di crollare sulla panchina quando si rese conto che non era il Mace che si aspettava.

Con una ricca risatina, Emma cercò di nascondere il suo sorriso prima di rendersi conto che la brunetta di fronte a lei avrebbe potuto non vederlo.

"Scusa, posso fingere di essere intimidita e nervosa se ti può aiutare?"

Regina sospirò e si accasciò, scuotendo la testa. "No grazie, ma apprezzo l'offerta".

"Non c'è di che. Immagino che questo sia il tuo umano, vero Hen?" Emma chiese, guardando il cane.

"L'hai trovato -tu-?" Regina cercò di non sembrare incredula.

"Più che altro lui ha trovato me, e io volevo assicurarmi che la sua mamma stesse bene." Emma si sedette accanto a Regina sulla panchina, giocherellando con la zip della sua giacca di pelle per tenere le mani occupate. Osservando lo stato di Regina, chiese. "Brutta giornata?"

Regina aveva tentato di asciugarsi le lacrime e sistemarsi il trucco, ma apparentemente non aveva avuto molto successo. "Cosa mi ha tradito?"

"Oh sono sicura che tutti stanno avendo una grande giornata quando crollano in pubblico, il loro cane guida scappa e trova qualcuno da riportare alla loro mamma sexy..." Emma cercò subito di rimediare alla gaffe. "Ehm... voglio dire..."

Da quando è iniziata tutta questa disfatta del giovedì, Regina sorrise e interruppe il suo divagare. "Sono una mamma sexy?" Il silenzio fu eloquente e lei continuò. "Hai un debole per le mamme sexy, cara?"

"Sì! Cioè, no! Questo è..." Emma vacillò sulle sue parole, arrossendo furiosamente.

Con qualche difficoltà, Emma cercò di concentrarsi su qualcosa, -qualsiasi cosa-, che non fosse la bellissima donna seduta accanto a lei. "Caffè! Sì, mi piacerebbe che tu... Voglio dire, vorresti farmi un caffè..."

A questo punto, Regina scoppiò a ridere a crepapelle.

"Sto rovinando tutto, vero?" Chiese Emma sconsolata, guardando Regina.

"Forse un po'." Rispose.

"Pensi che potremmo ricominciare?" Emma quasi implorò.

Regina ridacchiò e tese la mano nella direzione della bionda. "Ciao, sono Regina."

"Emma, piacere di conoscerti." Le sue mani erano calde e asciutte.

"Altrettanto, Em-ma." Biascicò Regina.

Emma arrossì più intensamente. "Ok, non è per niente giusto."

"Cosa non è giusto, Em-ma?" Regina prolungò il nome di Emma deliberatamente, cercando di adottare un'espressione innocente. Forse non era in grado di vederla chiaramente, ma poteva affermare che la sua voce stava avendo un certo effetto.

"Quella! Quella... quella voce da sesso. Tu... tu..." Emma alzò le mani per la frustrazione.

Provando pietà per la bionda, Regina accarezzò il muso di Henry e cedette. "Scusa, è solo che sei così facile da provocare. Che ne dici di andare a prendere quel caffè? Avrei dovuto essere in ufficio da tempo, ma credo che sopravvivranno senza di me per qualche ora."

"Il capo non ti licenzierà?" Chiese Emma, con aria preoccupata.

"Io -sono- il capo, cara" ridacchiò Regina, alzandosi e sistemandosi il vestito.






Spazio dell'autrice:

Hi, pargoli.
Eccomi qui con una traduzione di una fanfiction che ho lettto in questi giorni.
Tutti i crediti a parte la traduzione vanno ad alexeizenhart su ao3.
Vi allego il link del capitolo in lingua originale.

https://archiveofourown.org/works/29865381/chapters/73490487
Spero vi piaccia.
Bacini stellari,
Vaniglia.
   
 
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