Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lunaticdreamer    10/05/2021    2 recensioni
Vista la mania di levi per gli ambienti puliti e il suo atteggiamento estremo, Levi e le reclute non possono continuare a condividere il dormitorio. Hange escogiterà un piano geniale, tirando in mezzo Erwin, per risolvere quella situazione disperata.
La storia partecipa alla challenge del gruppo Facebook Hurt/confort Italia
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Hange trova un rimedio per una situazione all’apparenza disperata.
 
Questa storia partecipa alla challenge: Springbreackbingo del gruppo Facebook Hurt/confort Italia – Fanart & Fanfiction. Ho un po’ interpretato il prompt che mi è stato dato, ma penso che ne sia venuta fuori una cosa carina.
Ho pensato di ambientarla nel momento in cui Levi viene reclutato da Erwin e ancora fra loro non c’è quel rapporto di fiducia che si vede nell’opera. Spero di non averli resi ooc e che possa piacere. Ringrazio chiunque voglia solo darci un’occhiata, se volete lasciarmi il vostro parere ne sarei molto felice.
 
Hange irruppe allegra nei dormitorio maschile, sentendo delle urla accompagnate da forti rumori, che si udivano in tutto l'edificio.
 
« Pensate di essere dei maledetto maiali che sguazzano in un porcile?  tutto questo lerciume, tutta questa disgustosa polvere. Ora vedete di dare una pulita prima che vi prenda a calci. » Levi, una scopa stretta minacciosamente in mano, sembrava più minaccioso e spaventoso del solito.
 
Hange guardò con compassione quei ragazzi, che avevano la sfortuna di condividere il dormitorio con Levi. Era sicura che le cose non potessero andare avanti così; Levi era irragionevole e le reclute esasperate, ma troppo spaventate per ribellarsi.
Hange doveva fare qualcosa per risolvere quella situazione disperata.
 
Levi e Erwin, stavano guardando Hange senza capire perché si trovassero tutti e tre nell'ufficio di Erwin.
« Erwin devi prenderti le tue responsabilità, Levi e le reclute non possono condividere gli stessi spazi, lo capisci vero? » iniziò Hange, guardando il comandante negli occhi, mentre Levi iniziava a spazientirsi.« Non dare la colpa a me quattrocchi, devono imparare a tenere gli spazi comuni puliti, se non gli sta bene faticare che se ne tornino a casa fra le gonne della loro madre.»  le rispose infastidito.
 
Erwin sospirò, iniziando a capire la situazione, « Levi stai esagerando, non tutti hanno la fissazione per la pulizia, inoltre quelle reclute ci servono, sai anche tu quante sono state le perdite nell'ultima missione », provò a convincerlo bonariamente.
Hange strinse le spalle di entrambi con un luccichio sinistro negli occhi. « Bene, ora che siamo arrivati al nocciolo della questione, l'unica soluzione possibile è che condividiate la tua stanza, Erwin », se ne uscì soddisfatta,  Levi distolse lo sguardo a disagio e Erwin la guardò spaesato. « Infondo Levi, tu non dormi quasi mai e quando lo fai di solito è su una sedia e Erwin, sicuramente tieni la stanza sempre in ordine, inoltre sarà un modo per conoscervi meglio.» continuò Hange, argomentando la sua proposta, dando poi il colpo di grazia finale: «  Inoltre le ferite di Levi non sono ancora guarite del tutto, ha bisogno che qualcuno controlli che non esageri facendole peggiorare »,  detto ciò, girò i tacchi e se ne andò impettita e fiera della sua geniale soluzione.
 
Fu Levi il primo a parlare, rompendo quel silenzio imbarazzante: « Penso che per una volta la quattrocchi abbia ragione, se per te non è un problema », si sentiva ancora a disagio con quell'uomo, ma non poteva essere peggio di condividere il dormitorio con le reclute e se poteva stare in una stanza pulita e ordinata, avrebbe messo da parte la sua diffidenza.
« Nessun problema, inoltre sono io che ti ho reclutato e non ho ancora avuto il tempo di chiederti come ti stai trovando e di fare una conversazione decente,» rispose Erwin, guardandolo negli occhi con sincero rammarico; Levi si limitò ad annuire con la testa, senza distogliere lo sguardo dal suo, per poi dire soli: « Fammi strada allora ».
 
La stanza di Erwin era molto spartana: un letto, una scrivania con una sedia e alcune librerie piene di libri; tutto sommato a Levi non dispiaceva. « A me basta la sedia, come ha detto Hange, solitamente non dormo e se ci riesco è solo per qualche ora, inoltre la stanza è tua e in quel letto staremo scomodi in due.» Levi si sedette sulla sedia, sentendo le ferite bruciarli lievemente.
 
Erwin l'osservò per qualche secondo, scegliendo il modo migliore per approcciarsi a lui, chiedendogli infine: « Vorrei dare un'occhiata alle tue ferite, Hange mi ha riferito che erano molto profonde e sembra che ti provochino tuttora dolore », gli si avvicinò con cautela, sollevato nel vedere Levi fare un cenno d'assenso, iniziando a sbottonarsi la camicia.
 
Il comandante gli allentò le bende stando attento a non fargli male, scoprendo dei tagli non ancora del tutto rimarginati. « Sono sicuro che Hange ti abbia detto di tenerle pulite e di cambiare spesso le bende », lo rimproverò gentilmente, andando a prendere una bacinella d'acqua e degli stracci puliti.
 
Si inginocchiò iniziando a pulire le ferite con cura, stando attento a non riaprirle involontariamente. « Mi sembrava uno spreco di tempo visto che non sanguinano e il dolore è sopportabile,» rispose Levi, guardando ammirato, il lavoro che stava facendo Erwin.
 
Finì di Stringergli l'ultima fasciatura,  poi si alzò facendo qualche passo indietro, ammirando il suo lavoro.« Non sono un esperto ma penso che dovresti essere a posto fino a domani,» commentò in fine. « Grazie, non eri obbligato a farlo,» sussurrò Levi, rinfilandosi la camicia e mettendosi comodo contro lo schienale della sedia. « Non devi ringraziarmi Levi, mi fa piacere essere utile almeno un po', visto che sono io a mandarvi a combattere oltre le mura.» lo sguardo di Erwin era malinconico, anche se il tono della sua voce rimaneva fermo e rassicurante e Levi provò nuovamente ammirazione verso di lui e verso la sua forza sia fisica che mentale.
 
« Dovresti essere tu ad usare il letto, sembri averne più bisogno di me », gli offrì Erwin, dopo aver finito di gettare le bende sporche e sistemare ciò che aveva utilizzato per le ferite di Levi, notando le occhiaie scure che spiccavano sul suo viso pallido. Il viso di Levi si rabbuiò e il suo corpo divenne rigido, « Non voglio la tua pietà Erwin, ti ho già detto che non ne ho bisogno. Smettila di sentirti responsabile per me, ho scelto come vivere la mai vita da solo » rispose secco, con voce fredda e astiosa, alzando nuovamente le sue difese.
 
« Ti stai sbagliando la mia non è compassione, ma se ti fa sentire meglio, consideralo un ordine, Levi Ackerman. Stenditi e riposa, ho bisogno che il mio soldato più forte sia nel pieno delle sue forze ». Si guardarono a lungo negli occhi, senza più dire nulla, fino a che Levi, con un sospiro frustrato, si alzò dalla sedia e andò a sedersi sul letto, si tolse gli stivali e si coricò dando le spalle ad Erwin, sussurrando: « Agli ordini comandante » a denti stretti. Erwin sorrise vittoriosi, sedendosi dove prima era seduto Levi e spegnendo la candela sulla scrivania, facendoli sprofondare nel buio fitto della notte.
  
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