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Autore: Meramadia94    13/05/2021    2 recensioni
Deborah è la giovane e competente criminologa del 12th, e per tutta la squadra è come una sorella minore. Una sera però la ragazza scompare nel nulla, vittima di un serial killer. La squadra ingaggia una terribile lotta contro il tempo per salvare la loro consulente da un terribile destino, e nessuno è più determinato del fratello a riportarla a casa e consegnare il suo carnefice nelle mani di Madama Giustizia.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Kate Beckett, Kevin Ryan, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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- Che cavolo stai facendo...- borbottò Deborah con un fil di voce, provata da quei giorni di paura, freddo, fame e dolore. 
Malloy le aveva sparato ad una spalla per bloccare il suo tentativo di fuga. Quando finalmente aveva avuto di nuovo coscienza di sè, realizzò di essere di nuovo nella capanna in cui l'aveva portata dopo la sua fug improvvisata al parco... era appesa per le braccia. Le aveva tolto il maglione che indossava e che in quei giorni era stata la sua unica protezione dalle intemperie e le scarpe. 
I piedi erano legati e la corda che li teneva era a sua volta legata ad un blocco di cemento. 
La cosa che la disorientava era che Malloy, l'uomo che stava per ucciderla, le stava medicando la ferita che lui stesso le aveva inferto. 
- Non dirmi che non hai mai visto un medico usare la soluzione salina per disinfettare una ferita.- fece Nigel - mica vorrai morire di setticemia così presto.- 
Debby sorrise sarcastica. 
Tutto chiaro. La stava tenendo in vita, ma non certo per bontà d'animo, ma per strategia. Ormai Malloy si era convinto che i suo amici e suo fratello fossero consci che era ancora vivo e che l'aveva rapita, che presto l'avrebbe uccisa... i federali, la polizia di stato, presto sarebbero stati allertati, gli avrebbero dato la caccia come un animale... non avrebbe potuto mettere il naso fuori dal suo piccolo regno del terrore in cui c'era posto per una ragazza alla volta per procurarsi un'altra preda da cacciare. 
Doveva tenerla in vita il più a lungo possibile per poter continuare a divertirsi. Almeno per un po'. 
- Non ce la farai.- fece Debby - Io morirò. Oggi, domani, dopodomani... il mio corpo non mi sosterrà ancora per molto. E' questione di poco. Dovrai tornare a caccia... andrai a rovinare gli ultimi giorni di vita a qualche povera disgraziata che sceglierai a caso, senza un cavolo di criterio o schema.... e come metterai il naso fuori ti prenderanno. E ho idea che a questo giro, ti arrostiranno il culo sulla sedia elettrica.- 
- Tu ti sottovaluti.- fece Nigel - e sottovaluti le mie abilità mediche. Sai che si può sanguinare per ore senza morire, se colpisci il punto giusto? E' andata così con la piccola e dolce Ester.... ha tenuto duro per undici giorni prima di lasciare questo mondo.- 
Ed a quel punto Deborah capì. 
Nigel Malloy le aveva appena descritto come aveva fatto, seppur a grandi linee, a torturare fino allo sfinimento la prima delle sue vittime, ma non per spaventarla... per vantarsi. Ci teneva a farle sapere quanto era stato bravo, preparato ed esperto a torturare una ragazza per giorni senza farla morire subito. 
- Non riesci a farne a meno vero?- fece Deborah - Vediamo se indovino... fin da quando eri ragazzino tutti erano soliti dirti che quando i tuoi sarebbero deceduti, tu saresti morto di fame e di stenti perchè incapace d fare qualunque cosa?
Magari perchè non andavi troppo bene a scuola, o forse perchè l'unica materia che ti riusciva bene era scienze ed anatomia... e allora hai pensato di terrorizzarli per bene... per vincere quel complesso di insicurezza che ti avevano fatto venire.- 
- Taci, tu non sai niente di me.- fece Nigel - sei solo una stupida donnetta che pensa di poter squadrare la gente dall'alto in basso perchè qualcuno ti ha dato un pezzo di carta con sopra scritto psicologa... tu e quelli con l'autorità pensate di poter dire quello che volete di chiunque solo perchè siete in una posizione più alta.- fece il killer estraendo un rasoio - Sai... ci hai preso.
I miei genitori la pensavano come te... che non valessi nulla. Che non fossi in grado di combinare niente, che non fossi in grado di portare a termine niente... - 
- E così hai iniziato a terrorizzarli per bene...- fece Debby, per poi farsi cogliere da un terribile dubbio, quando Malloy rise con un sorriso che non lasciava spazio ad equivoci - oddio...- 
- Avresti dovuto sentire le loro urla...- fece Malloy - Mentre urlavano in preda al panico... mentre inchiodavo i chiodi sulle casse....- 
- Li hai sepolti vivi...- fece Deborah impallidendo come un cadavere - erano i tuoi genitori...- 
- Erano due che hanno commesso il grave errore di associarmi ad una nullità.- fece Malloy - e poi... se davvero fossi stato così poco pratico... i chiodi sarebbero dovuti venir via subito ti pare?- 
- Quindi... i tuoi genitori hanno ferito i tuoi sentimenti.- fece Debby - Tutte le altre che ti hanno fatto? 
Ah capisco... quelle ti servivano per dimostrare a te stesso che non eri una nullità...- fece Debby - Poi è diventata una droga.-
- Ma che bella analisi...- fece Malloy schernendola e battendo lentamente le mani - Brava. Tu si che mi hai capito bene... quindi sai cosa facciamo adesso?- 
- Mi uccidi, metti il naso fuori da questa specie di inferno per trovare un'altra a cui rendere la vita un inferno e ti fai stanare dalla polizia e dall'FBI?- fece Deborah sforzandosi di non fargli che capire che stava morendo di paura per la prospettiva di essere uccisa di lì a poco, senza nemmeno aver potuto dire addio a suo fratello, alle sue sorelle, a Jenny... a quel bambino che non avrebbe mai conosciuto come suo nipote, ai suoi amici... - ottima idea.- 
- Oh stai pur certa che lo farò... anzi, ho già pronta la tua tomba...- fece Malloy avvicinandosi a lei con uno sguardo sempre più inquietante - però prima potremmo divertirci un po', che ne dici?- nel dir così le tolse la maglietta termica che le aveva messo per evitare che morisse assiderata - Mi hai tenuto testa e sei sopravvissuta più di tutte le altre... per questo sarò buono e farò in modo che lasci questo mondo con il ricordo di me mentre mi prendo cura di te.- fece dandole un bacio.
Debby capì subito cosa la aspettava... ma non riuscì a fare nulla. Era completamente immobilizzata e debilitata, ed il terrore per quello che stava per succederle le aveva serrato la gola... 
Non le rimaneva che arrendersi al suo destino. 
'' DIO IO TI ODIO!!!!''- urlò dentro di sè.
...
...
...
- FERMO!- 
- LASCIA IN PACE MIA SORELLA!!!-
Malloy preso di sorpresa mise da parte i suoi propositi nei confronti della psicologa e si diede alla fuga dalla seconda porta nella capanna.
A quel punto Kevin non ne potè più. Aspettò che Dominick la stringesse per non farla cadere e poi tranciò le corde che la legavano. 
- E' finita Debby...- fece Kevin con il cuore che sentiva scoppiargli dalla gioia di averla ritrovata viva - E' finita... siamo qui. Tuo fratello è qui, sei al sicuro... e presto arriveranno anche Castle e Beckett... siamo tutti qui per te.- 
- Che stai facendo ancora qui...- fece Debby con un fil d voce - Prendi quel bastardo...- 
Kevin la guardò: era pallida, dimagrita, piena di ferite su braccia e gambe, una ferita da arma da fuoco alla spalla, semisvenuta... la gioia di averla ritrovata viva venne presto sostituita dalla voglia di far sputare fino all'ultimo alito di viva colui che l'aveva ridotta in quello stato pietoso.
Guardò prima il suo collega e poi l'avvocato.
- Vai. A lei pensiamo noi.- fece Esposito rassicurandolo. Una volta che Ryan fu uscito fece cenno a Dominick di farla stendere sulla brandina nella capanna, per dare un'occhiata alla ferita.
Prima di farla adagiare, l'avvocato stese sulla materassa la sua giacca, in modo da rendere impossibile che la ferita s'infettasse più di quanto non fosse già.
- La pallottola è ancora dentro...- fece Esposito girandola leggermente per poi riadagiarla sul materasso - Per ora non scotta molto... l'infezione non ha ancora preso il sopravvento...- 
- Ma?- fece Dominick. 
- Non possiamo lasciare la pallottola dentro... tra quanto arriva l'ambulanza?- fece Esposito parlando al cellulare - Cosa??? Come c'è stato un incidente e la strada è bloccata???- 
Dominick strinse più forte la mano di Debby. 
- Si, capisco...- fece Esposito per poi guardare l'amica con aria addolorata - Debby.... temo... temo che ce la dovremmo sbrigare da noi...-  con uno sguardo inequivocabile. 
Debby non ebbe il tempo di farsi spaventare da quella prospettiva. Era troppo stanca e provata, persino per quello. 
- L'hai fatto altre volte prima vero...?- chiese la ragazza. 
Esposito annuì. In fondo non era una bugia: aveva estratto un paio di proiettili dai suoi compagni di pattuglia quando era militare e per fortuna erano sopravvissuti... solo che loro erano uomini, fisicamente più forti di Debby e soprattutto non erano provati dal freddo e dalla fame che li aveva consumati per quasi una settimana. 
Purtroppo però era l'unico modo per salvarle la vita. 
- Va bene, fai quel che devi prima che cambi idea...- 
- Ok...- fece Esposito - Avvocato, forse è il caso che lei non rimanga qui...-
- Guarda che non ho lo stomaco delicato.- fece Dominick stringendo la mano della ragazza per poi rivolgersi a lei - Sono qua, stai tranquilla... tra poco torniamo in città. Al sicuro.- 
Esposito non potè non notare quel lampo di complicità... che non era assolutamente quella che si veniva a creare in una collaborazione di lavoro occasionale. 
'' Beh... questo spiega un bel po' di cose...''- pensò mentre sterlizzava con un accendino un piccolo pugnale. La strumentazione di Malloy tornava utile. Dominick fece per coprire gli occhi della ragazza con la mano libera. Un gesto di pietà... la ragazza però scosse la testa. 
'' Che testa di bronzo che ha...''-pensarono i due uomini con un sorriso
- Avvocato mi dia la cravatta.- fece Esposito prendendo un pezzo di legno. Dominick obbedì, e l'ispanico avvolse la cravatta attorno al ramo per poi farlo mordere a Debby - Stringi più forte che puoi ok? Lo renderà più sopportabile.- 
Debby obbedì, stringendo i denti e la mano del fidanzato, lasciando cadere la testa all'indietro, inspirando a fondo, preparandosi al dolore. 
- Ok...- fece Esposito - Conta fino a dieci, finirà prima che tu arrivi al cinque...- in quel momento iniziò ad incidere la ferita. 
Bastò il semplice contatto con la ferita viva per farla agitare. Il corpo della ragazza s'irrigidì completamente, completamente scosso da dolore. Tentò di fermarlo come poteva, sapendo che irrigidirsi non le avrebbe portato niente di buono, che l'amico poliziotto non sarebbe riuscito ad aiutarla facilmente in quelle condizioni, ma ormai non controllava più niente. Era come se il suo cervello ed il suo corpo fossero due cose a sè stanti. 
- Ho quasi finito... ho quasi finito, rilassati...- fece Esposito facendo leva per estrarre la pallottola - andiamo, vieni fuori... ecco fatto!- nel dir così buttò via la pallottola, per poi sorriderle - Debby è finita... è tutto finito stai tranquilla... ti mettiamo una toppa e ti portiamo a New York... a casa.- 
Ma Debby non potè udire quelle parole, già svenuta. La pressione sopportata in quei giorni era stata troppa per sopportarla ancora. 
- Oddio.. Debby?!?- fece Dominick dandole dei buffetti per svegliarla. 
- E' svenuta... ma si riprenderà presto...- fece Esposito - Ora... troviamo qualcosa di pulito per medicare la ferita... lei aspetti qui i soccorsi, io vado a dare supporto a...- 
Due spari che provenivano dal bosco falciarono l'aria. 
  
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