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Autore: DANI1993    14/05/2021    0 recensioni
La fine del mondo è stata evitata, Glory è stata definitivamente sconfitta ma non senza conseguenze: Buffy infatti si è dovuta sacrificare per salvare per l'ennesima volta il mondo e sua sorella Dawn. Cosa combinerà durante la sua assenza, la Scooby Gang? Riuscirà quantomeno a condurre una vita il più possibile uguale a prima?
Questa storia ha l'intenzione di fornire una possibile interpretazione di ciò che potrebbe essere accaduto, durante quei mesi in cui Buffy mancò dal mondo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn Summers, Rupert Giles, William Spike, Willow Rosenberg, Xander Harris
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
 



POV SPIKE



Appena la vidi sulla soglia, tutto ciò che avevo detto fin lì a Dawn, svanì come se non fosse più esistito. Certo, sapevo che se la vera Buffy mi stesse tenendo d’occhio in qualche altra dimensione, si sarebbe disgustata alla vista… ma me la ricordava così tanto… .

“Spike?!? Oooh…Spike…” disse con un sorriso a trentadue denti, esattamente come fu la prima volta. “Mi sei mancato tantissimo!” aggiunse, quando mi raggiunse in tre passi stampandomi un bacio appassionatissimo sulle labbra.

“Beeh…allora io vi lascio ai vostri comodi…” disse Dawn, imbarazzata, facendo che dirigersi verso l’uscita.

“Aspetta, Dawn!” la richiamai, cercando di farmi spazio tra le innumerevoli carezze e baci di lei. “Non avete rimosso il programma originale?”

Dawn si voltò, rossa in volto e disse a mo’ di scusa: “evidentemente Willow se lo sarà dimenticato…”

Alzai le spalle: a dire il vero la cosa non mi pesava poi eccessivamente…

Le giornate ripresero un po’ di vigore, come non mi accadeva da tempo; perlomeno durante le ore di veglia, mentre durante le notti gli incubi nostalgici della vera Buffy, prendevano nuovamente il sopravvento. Buffy in versione robot sarebbe stata quantomeno appagante in termini puramente “fisici”, roba che non otterrò mai da quella vera. Durante la giornata la possedevo quasi ininterrottamente, e la sera sul tardi la dovevo lasciare per le sue battute di caccia le quali, mi accorsi ben presto, a dire il vero, non erano solitarie ma comprendevano la piccola ciurma di emeriti idioti.

“Cosa ci fai qui, Spike?” mi domandò sgarbatamente Xander quando mi vide, una sera in cui mi offrii di accompagnare il robot al cimitero, per una delle sue abituali battute.

“Neanche si saluta?” gli domandai io, provocandolo.

“Non sei il benvenuto, Spike!” intervenne Giles. Io lo squadrai con sfacciataggine: davvero credeva di interferire così?

“Buffy mi ha concesso di entrare a far parte della squadra, pertanto se non mi accettaste, fareste un torto a lei e alla sua memoria”

Tempo di finire di pronunciare queste parole, che all’improvviso qualcosa mi spinse di lato facendomi per un attimo quasi cadere a terra col rischio di sbattere la testa contro una lapide lì accanto facendomi perdere i sensi.

Evitatolo per un pelo, guardai meglio quel figlio di un cane che aveva osato alzarmi le mani, per scagliarsi addosso ai quattro che cercavano di fronteggiarlo.

Debbo dire a questo punto che due cose mi passarono per la mente: la prima era quello di starmene lì ad osservare chi avrebbe avuto la meglio: il vampiro oppure gli sfigati? Dato che avevano espresso il loro desiderio di non vedermi tra i piedi, ero disposto ad accontentarli… L’altra, sorretta dall’animo buono che si era impadronito a tratti di me, da quando ero entrato nella banda, almeno prima che lei morisse, mi suggeriva di dar loro una mano e sconfiggere il mio simile.

Vedendo comunque il robot buttarsi nella mischia, fui praticamente costretto a cedere alla parte buona e altruista che mi suggeriva di intervenire in loro aiuto.

Tutto si concluse in un attimo: mettendomi alle spalle di quel poveretto, gli bloccai le mani che usa per combattere e dopo incitai gli altri a colpire in fretta, prima che potesse liberarsi. Quando il paletto di letto gli fu conficcato nel petto e la sua cenere mi coprì le scarpe, gettai un’occhiata di superiorità agli altri e aspettai che mi ringraziassero.

Furono Willow e Tara che fecero questo sforzo, gli altri due erano fin troppo orgogliosi per farlo. Ma nonostante tutto, me lo feci bastare.

E da quella sera, grazie al mio aiuto, rientrai a far parte della combriccola. 

Il resto della caccia fu ovviamente un mezzo disastro e solo io e il robot evitammo che si concludesse in un totale disastro.

“Vedete che avete fatto la cosa giusta ad includermi nuovamente? Se non ci fossi stato io, a quest’ora probabilmente non sareste qui” li punzecchiai. Loro fecero finta di non aver udito, ma con un pizzico di goduria, notai il fastidio nei loro volti.

Osservavo la Buffy robotizzata, mentre combatteva i vampiri che via via si presentavano, e dovetti ammettere amaramente a me stesso che la differenza con l’altra lei era lampante. Da quel momento cominciai piano piano a risentire il deprimente senso di incompiutezza che provavo da quando Buffy non c’era più.

E la felicità dei primi giorni, seppur sempre lievemente celata da un senso di tristezza profondo, piano piano si dissipò, fino a scomparire del tutto. A nulla servirono le parole dolci e il sesso continuo fatto con la sua versione robotizzata. E, anzi, ben presto iniziai a provare anche fastidio nel praticare quest’ultimo, e iniziai a non guardarla più negli occhi quando mi parlava. Cominciai, in poche parole, ad evitarla.

Sempre più spesso, mi rifugiavo in solitudine, lontano il più possibile da lei, fino a quando la situazione divenne talmente insostenibile da dover chiedere a Willow di riprendersela e portarsela alla casa dove ora conviveva insieme a Dawn e la sua fidanzata. C'è comunque da dire, che io non avevo chiesto a Dawn di recuperare il robot per il gusto e il piacere di ritrovarmelo davanti. Volevo solo testare la sua reazione all'idea di avere un qualcosa di simile, non uguale, alla vera sua sorella... e, qui posso dirlo, mi deluse la sua scelta. Mi sarei aspettato più "fede" in lei: sapeva che la vera Buffy si sarebbe dispiaciuta nel vedersi sostituita da un robot. Per quanto riguarda me, io sono un vampiro senz'anima: è ovvio che non potevo resistere quando lì per lì, me la ritrovai davanti... Allo stesso modo, però, comprendevo anche le ragioni per cui lo avevano effettivamente ricostituito e per questo non ne condannavo totalmente l'idea...

“Willow, ti chiedo inoltre di disattivare il programma che la fa impazzire appena mi vede. Te ne sarei grato!” le dissi, quando mi presentai a riconsegnarle il robot.
 
“Oh, si…grazie Spike. Provvederò!” fece lei. Poi, come se ci avesse ripensato, mi chiese gentilmente: “vuoi entrare? Stavamo cenando…” e si fece largo per lasciarmi entrare.

Accettai l’invito senza remora e entrai, mentre il robot su indicazione di Dawn di diresse in cucina a servire la cena.

Fu una serata che definirei abbastanza piacevole. In fondo Willow non era malaccio, aveva acume quando voleva. E anche la cena fu abbastanza piacevole.

Non potei però esimermi dal gustarmi la puntata di Passioni che trasmettevano tutte le serate in tv dopo le ventuno. Mi lasciarono fare e ciò che mi sorprese di più in positivo fu che né Willow, né Tara, accennarono mai al fatto che fossi un vampiro senz’anima. E che per loro fosse un peso lasciarmi lì.

Questo lo apprezzai molto, evidentemente le parole che avevo detto loro quella sera furono efficaci. E forse le due coinquiline di Dawn si erano dimostrate migliori dei due maschi: l’ex Osservatore e l’amico sfigato della Cacciatrice, che invece continuavano a vedermi in malo modo.

Tornai quindi a far parte stabilmente della banda, anche se i risultati furono sempre gli stessi: senza Buffy, quella vera, il compito di cacciare era ben più complesso.

Una sera me ne stavo tranquillo nella cripta a pensare ai fatti miei, quando la porta si spalancò e sulla soglia c’era il Buffy-bot che mi sorrideva radiosa come sempre.

“Ah, sei tu” la accolsi freddo. “Scusami, ma sono molto impegnato” e presi a fare la prima cosa che mi venne in mente: preparare la tavola, anche se avevo appena finito di cenare.

“Spike, non devi affannarti troppo. Posso aiutarti se vuoi. Sono Buffy, la tua fidanzata!” e mi venne incontro, offrendosi di apparecchiare al posto, ma io glielo impedii.

“No, resta ferma lì. Non vedi che sto facendo già io?” le chiesi un po’ troppo rudemente, al che lei si fermò un po’ stupita da quella mia reazione.

“Se vuoi posso…”

“Non voglio che tu faccia niente. Mi hai capito?”

“Spike, cosa c’è?” mi chiese, sempre più stupita e ora anche allarmata. “Sei arrabbiato con me?”

“No, non sono arrabbiato con te. Cioè non con te, te. Ma con l’altra te, perché…”

“Perché non c’è più” concluse lei, e io annuii. Ci volle veramente poco perché non mandassi il tavolo all’aria dall’ira disperata che provavo.

Smisi di apparecchiare, mi sedetti sulla sedia e mi presi la fronte con entrambe le mani. Poco dopo sentii che anche lei, si sedeva accanto a me e mi poggiò una mano sulla schiena come a consolarmi.

“Io senza di lei, non so come fare. Se ho avuto un minimo di contegno, e non voglio più essere il mostro che ero prima, lo devo a lei. Cosa posso fare, ora che non c’è? Dove posso andare?”

Dopo una breve pausa lei rispose: “secondo me puoi stare benissimo qui, Spike. Io sono sicura che lei lo vorrebbe. E se tu sei felice, anche lei lo è”

“Hai detto una cosa intelligente” le dissi, volgendomi verso di lei sorpreso. Una delle poche volte in cui mi sembrava effettivamente che a parlare non fosse un robot, ma un’amica vera, in carne ed ossa. Poi però la realtà mi ripiombò addosso, e nuovamente mi lasciai prendere dallo sconforto.

“Se ti fa stare meglio con la coscienza, Spike, potrei smetterla definitivamente di venire qui. Aspetterò che sia tu a farlo”

Gliene fui grato e quando lei uscì di nuovo, chiudendosi la porta alle spalle, tirai un sospiro di sollievo: l’ultima cosa di cui avevo bisogno era il robot. Come dissi, ammetto che i primi giorni stare con lei, mi aiutò a dimenticare seppur mai totalmente la mancanza della vera Buffy. Col tempo però mi ero sempre più reso conto che il robot non sarebbe mai stato in grado di sostituirla pienamente. E quella fu veramente l’ultima volta in cui varcò la porta della mia abitazione.
 
 
 

NOTE DELL’AUTORE







Eccoci qui, come ormai ogni venerdì…
Innanzitutto ringrazio chi ha letto i capitoli precedenti e ringrazio Deb per aver aggiunto la storia nelle seguite e aver lasciato una graditissima recensione al primo capitolo!! 😊
Allora su questo capitolo, ho voluto descrivere un po’ l’evoluzione del pensiero di Spike riguardo al rapporto con il Buffy-bot, arrivando al disappunto al riguardo (come lo troviamo nel primo episodio della sesta stagione, fin dall’inizio). Ho comunque pensato, al fine di rendere una sottotrama alla storia principale, un rapporto inizialmente simile a quello avuto con “lei” prima dell’episodio: “Pronto intervento” della quinta stagione. Per poi, pian piano fargli ricordare quanto la vera Buffy sia migliore di quella robotizzata ^^’
Non so quanto possa essere credibile con Spike il passare una serata assieme agli altri della banda, in amicizia. Ma per quanto riguarda Willow non ricordo particolari prese di posizione contro Spike, già prima che Buffy morisse… e inoltre, godendo dell’intesa con Dawn (ed essendo comunque lei la padrona di casa, sarà libera anche di dominare le intenzioni di Willow, qualora fosse stata contraria…). Per quanto riguarda Spike, c’è comunque da notare che anche approfittando dell’assenza Buffy, non ha mai ricercato di togliersi il chip dalla testa per quel che ne sappiamo, perciò potrebbe benissimo averci stretto una sorta di legame QUASI amichevole con Willow e Tara (Xander e Giles, invece stento a crederlo XD)
Comunque, penso di aver detto tutto. Se c’è qualcos’altro che non vi è chiaro, siete liberissime di farmelo sapere!! 😊
A venerdì prossimo e grazie ancora a tutti voi lettrici/lettori che leggeranno anche questo capitolo!! 😊   


 
   
 
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