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Autore: Dama delle Comete    16/05/2021    0 recensioni
Dragon Trainer/Le 5 Leggende | Hiccup/Jack | Twilight!AU (sì, seriamente)
"Allora chiedimelo, e io risponderò sinceramente" dichiarò serio. Un tono che non ammetteva ulteriori indecisioni.
Hiccup dovette deglutire per sbrogliare il nodo alla gola che stava bloccando la fatidica domanda. Dopodiché sarebbe cambiato tutto, sentiva, nel bene e nel male.
"Siete vampiri."
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Stoick
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Epilogo

Neve
 
 
"Ancora non ho capito perché lo stiamo facendo."
"Intanto assecondala, dopo troveremo un modo per scappare."
"Vi sento, sapete!"
Toothiana si affannò intorno a un insofferente Jack, raddrizzandogli il papillon e sistemandogli i capelli argentei. La chioma di Hiccup, che aveva appena subìto la stessa operazione, era stata miracolosamente domata e per una volta non pareva una zazzera spettinata, complici acqua, lacca e le dita esperte della vampira.
Camera sua era sempre stata regnata dal disordine in cui si trovava a suo agio, ma quella sera era un vero caos, tra vestiti buttati sul letto, prodotti di bellezza sulla scrivania e lo specchio a figura intera che Toothiana aveva portato fin lì dalla stanza di Stoick. Sdentato sonnecchiava indisturbato in mezzo alla confusione sul piumone.
"Fatto" esclamò lei, mani sui fianchi ed espressione fiera. "Stai benissimo, Jack!"
Hiccup era pienamente d'accordo. Lo smoking blu notte gli calzava alla perfezione e faceva risaltare la pelle candida, dandogli un'aria elegante. Quando lo aveva visto, uscito dal bagno, era rimasto incantato.
Jack ignorò il complimento. "Dico sul serio, perché devo sempre accontentarti?"
"Perché da sola attirerei troppo l'attenzione, e perché te l'ho chiesto gentilmente" disse Toothiana aggiustando una balza del suo coloratissimo vestito.
"Sì, la tua voce diceva 'per favore', ma i tuoi occhi gridavano 'omicidio'" disse lui piccato. "Non hai pensato che Hiccup non abbia alcuna voglia di andare al ballo e mettersi in mostra, soprattutto adesso?" accennò alla sua protesi, seminascosta dai pantaloni formali.
Quest'ultimo annuì. "Non credo che siano nemmeno permesse, le coppie dello stesso sesso."
Lei si lisciò una piega inesistente della gonna, evitando di guardarli in faccia. "Se il preside avesse cambiato le regole, allora vi andrebbe bene?"
Jack strinse gli occhi a fessura. "Toothiana, che cosa hai combinato?"
"Niente!" si difese lei. "Quello devi chiederlo a Nord."
"Non dirmi che lo ha minacciato" Hiccup, che trovava l'immagine esilarante, scoppiò a ridere.
"Solo un pochino."
Diede allora un colpetto alla spalla di Jack. "Dai, facciamo questo teatrino e non pensiamoci più. Non sarà poi così terribile."
Lui intercettò la sua mano e la strinse. "Solo perché sei tu a domandarlo."
"Perfetto, adesso che siete pronti possiamo andare" disse Toothiana.
Quando furono in cima alle scale, Jack porse il braccio a Hiccup. "Fa' attenzione" gli raccomandò. Lui accettò l'aiuto, e scesero insieme gli scalini, preceduti da Sdentato come un piccolo corteo in parata.
Hiccup si era esercitato come un matto, nei mesi successivi all'amputazione, per abituarsi a camminare con la protesi. Voleva essere in grado di sbarazzarsi della sedia a rotelle il prima possibile, e la riabilitazione aveva dato i risultati sperati: a Natale era riuscito a scendere in salotto tutto da solo. Al ritorno a scuola era stato accolto dalle rumorose acclamazioni dei suoi amici, che ora condividevano lo stesso tavolo di Jack e Toothiana, quando aveva raggiunto la mensa senza aiuti.
"Non so se potrò starti dietro" confidò a Jack mentre si dirigevano verso l'ingresso. "Non sono mai stato granché come ballerino."
"Ti terrò io. Non cadrai."
"È tardi, farete meglio a sbrigarvi" suo padre arrivò dalla cucina e li squadrò tutti e tre da capo a piedi con aria di approvazione, cosa rara per lui.
Toothiana sobbalzò. "Le foto! Me ne stavo dimenticando!"
"Quali foto?" chiese Jack.
"Voglio un ricordo di oggi. Ha una macchina fotografica, signor Haddock?"
Hiccup suppose che si riferisse più a lui e a Stoick, che alla loro memoria soprannaturale. In effetti non gli dispiaceva l'idea di conservare un'immagine di Jack vestito da sera.
"Dovrebbe essercene una da qualche parte in salotto" disse suo padre.
Toothiana si offrì generosamente di aiutarlo nella ricerca e lo seguì nella stanza accanto, lasciando i due ragazzi da soli nel corridoio all'entrata.
"Odio queste scarpe, sono peggio delle sneaker."
"Tieni duro ancora per un paio d'ore."
Jack gli rivolse un'occhiata, accennando un sorriso sghembo. "Aspettami qui un secondo."
Sparì in cucina e tornò che Hiccup aveva giusto avuto tempo per battere le ciglia, portando tra le braccia una lunga custodia da abbigliamento con fare solenne. La prese per la gruccia e abbassò la cerniera in un gesto fluido, rivelando un bel cappotto scuro elegante.
Hiccup alzò le mani. "Un altro regalo? Sono già in debito con la tua famiglia per lo smoking, non voglio approfittare della loro generosità."
"È appena primavera, fa freddo fuori" replicò Jack. "E poi questo è da parte mia."
Rassegnato, Hiccup si lasciò aiutare ad infilare le braccia nelle maniche. Quell'affare doveva essere più costoso del suo intero guardaroba. "Grazie."
"Figurati, se Toothiana ti avesse visto uscire anche stasera con la giacca a vento, le avrebbe dato fuoco. La detesta."
Proprio in quel momento, lei e Stoick arrivarono armati di fotocamera. Hiccup non capiva perché non potessero fare una foto col cellulare come le persone normali.
"Mettetevi in posa" ordinò suo padre. "Più vicini, o non ci starete nell'inquadratura… Sorridete!"
Toothiana si strinse a Jack, che colse astutamente l'occasione per circondare la vita di Hiccup con il braccio. Lui sentì una scossa elettrica risalirgli la schiena, ed ebbe un brivido.
Dopo qualche scatto, Stoick fece 'sciò' agitando la mano robusta. "Tu resta, Hic. Questa è per Valka."
Lui non sapeva in che modo mettersi, perciò optò per una posa con le mani in tasca che voleva sembrare disinvolta ma non ingannava proprio nessuno. Sentì Jack ridere sotto i baffi.
Era estremamente impacciato nello smoking nero donatogli collettivamente dai Frost, compresa la singola lucida scarpa destra, e non amava farsi fotografare, soprattutto davanti a due creature che rasentavano il divino.
Si unì alla risata generale, divertito dall'assurdità della situazione, ancora immobile per lo scatto. A quel punto, Jack diventò serio, quasi assorto, osservandolo a lungo con un'occhiata di quello che sembrava apprezzamento che tinse di rosso le orecchie di Hiccup.
"Andiamo" tagliò corto lui, scalpitando per sottrarsi a quello sguardo intenso. Normalmente non trovava difficoltà nel guardarlo negli occhi d'ambra, eppure questa volta il suo cuore batteva impazzito.
"Divertitevi."
La visione che si trovò davanti, fuori nel vialetto, lo distolse da quei pensieri confusi, perché parcheggiata davanti casa c'era la Ferrari rosso acceso che aveva intravisto a casa Frost.
"Come hai convinto Nord a prestartela?"
Jack corse baldanzoso ad aprire la portiera dal lato del passeggero. "Evitando di chiederglielo. Ha funzionato a meraviglia, ci credi?"
Hiccup rimase imbambolato davanti l'auto, intanto che Toothiana lo superava per andare a infilarsi sul sedile posteriore, attenta al vestito. "Finirai nei guai."
"Probabilmente, però ne vale la pena."
E davvero, Hiccup fu costretto a dargli silenziosamente ragione, quando ammirò da vicino gli interni di pelle nera dai dettagli scarlatti e il cofano lucido. Il motore era piacevolmente silenzioso e la vettura sfrecciava facilmente sull'asfalto; il viaggio verso la scuola durò troppo poco.
Il ballo finale di quell'anno era stato anticipato per marzo, quindi gli studenti in abito da sera si stavano affrettando a lasciare il parcheggio per entrare nel tepore della mensa, ma parecchi curiosi si trattennero per occhieggiare la macchina che Jack fermò in un posto libero. Hiccup notò che si era premurato di parcheggiare di fronte all'edificio, in modo da dover camminare il meno possibile.
Scesero dalla Ferrari e varcarono la porta, dove si unirono alla coda che si snodava dal tavolo adibito a biglietteria. Jack e Toothiana attiravano molti sguardi sfacciati.
Al banco sedeva Skaracchio, che per l'occasione aveva sostituito il cappello da baseball con un vecchio cilindro consumato, e li salutò calorosamente. Prese in consegna il nuovo cappotto di Hiccup e porse loro tre biglietti ammiccando.
"Passate una bella serata, ragazzi."
Toothiana marciò verso la pista da ballo. Jack si fermò su un confine invisibile che pareva dividere la zona della biglietteria dal resto della sala, tentennando.
Guardò Hiccup in cerca di approvazione. "È come se stessimo per rendere la cosa ufficiale. Che stiamo insieme, intendo."
"Così sembra."
"Siamo ancora in tempo per scappare, sai."
"Hai paura, Jack Frost?" Hiccup usò il suo tono di sfida migliore, affidandosi al lato combattivo del vampiro.
Lui sbuffò e lo prese per mano. "Ti piacerebbe. Ci sei tu con me."
La mensa era stata sgombrata dai tavoli e addobbata di luminarie soffuse, palloncini sbiaditi e festoni di carta. Il trionfo della raffinatezza.
Gli studenti avevano affollato la pista, trascinati dalla musica. Hiccup fu sicuro di scorgere i suoi amici nella calca, divisi in coppie inaspettate. Gambedipesce ballava con Bruta, Astrid con Moccicoso (lei doveva aver perso una scommessa o qualcosa del genere, non c'era altra spiegazione), Tufo con… sé stesso. Si muoveva bene, però.
Hiccup accennò loro un saluto e si piazzò sul bordo della pista con Jack, che allacciò le mani al suo collo senza maledire la differenza di statura come al solito.
Lui lo afferrò per i fianchi. "Guidami."
E Jack lo condusse in una semplice danza, un lento che lo aiutò ad abituarsi a muoversi a tempo sulla gamba finta. Hiccup si scordò per qualche minuto della folla, della musica e della protesi, perché si perse nei suoi occhi dorati.
"Il piano di Toothiana non funzionerà" gli sussurrò in un orecchio. "Vestito così ti guardano tutti."
In realtà erano solo le coppie intorno a loro a sbirciare, e Hiccup si chiese cosa diavolo avesse fatto per essere tanto fortunato da stare con lui.
"Guarda che stanno fissando anche te" disse Jack. "Ah, ecco che arriva la prova."
Hiccup aprì bocca per domandare cosa intendesse dire, ma lui si scostò per rivolgersi ad Astrid, che stava per toccargli una spalla per chiamarlo.
"Ehi, Hofferson. Come va?"
"Ciao, Jack. Hiccup, ti dispiace se ti sequestro per un minuto?"
"Mi stai chiedendo di ballare?"
"Più o meno."
Portò Hiccup nel bel mezzo degli studenti danzanti, lasciando Jack a osservarli in disparte, e dondolarono per un po' a tempo. L'abito lungo e rosso le lasciava le spalle scoperte e si increspava sul retro della gonna.
Lui aspettò pazientemente che parlasse.
"Allora" esordì Astrid. "Tu e Jack, eh?"
Infatti. Lo aveva detto, il vampiro, che in quel modo stavano annunciando al mondo il loro legame.
"Abbiamo pensato che fosse meglio aspettare, prima di farlo sapere. Sai com'è, le relazioni al liceo."
Sperò che Jack non potesse sentirli, perché quell'insinuazione era una bugia a cui avrebbe creduto, nonostante Hiccup gli ripetesse quanto lo amava almeno due volte al giorno.
"Capisco."
"Allora… Tu e Moccicoso?" imitò il suo tono di voce indagatore.
Astrid sbuffò e roteò gli occhi. "Siamo d'accordo per essere venuti esclusivamente come amici, e dopo tutte le minacce che gli ho rivolto dovrebbe esserselo ficcato in testa."
Nessuna scommessa, dunque. "Davvero non hai trovato nessuno con cui venire?"
"Oh, no, ci sono un sacco di ragazzi che me lo hanno chiesto, ma mi sentivo in debito con lui. Per quello che è successo a settembre, sai. Ho pensato di premiarlo in qualche modo."
Hiccup ricordava bene quali rischi avessero corso per venire a salvarlo, e si rabbuiò. "Non vi ho mai ringraziati come si deve, ora che ci penso. Vorrei che dimenticaste quello che avete visto, però" la supplicò.
Lei si concentrò sui brutti festoni alle pareti, pensosa, poi tornò a guardarlo in faccia. "Senti, non ti chiederò come hanno fatto i Frost a trovarti prima della polizia, o perché Jack ci abbia mandati via, o perché quel tizio aveva gli occhi rossi, ma devi promettermi una cosa."
Era più di quanto avesse chiesto. "Sì?"
"Non metterti più in un casino del genere, o almeno prova a non farlo" Astrid arricciò le labbra in un sorrisetto. "Non voglio sentirmi di nuovo costretta a venire al ballo con Moccicoso, l'anno prossimo."
"Farò del mio meglio" promise Hiccup, sollevato. Fortunatamente non sapeva che Eret era vivo e vegeto, anche se impegnato in un duro addestramento con Sandy per imparare l'autocontrollo. Altrimenti, era sicuro che avrebbe cercato di prenderlo a pugni.
Lei lo abbracciò, tanto rapida da fargli pensare di esserselo immaginato, e andò da Jorgenson, che aveva l'aria di chi sta vivendo un sogno a occhi aperti.
Jack riacchiappò Hiccup appena Astrid si allontanò. "Ci ha messo un secolo, stavo facendo le ragnatele, laggiù. Tutto apposto?"
"Sì" rispose lui. "Adesso sì."
La canzone era finita. Il deejay attaccò un pezzo molto più veloce, e la folla si scatenò con entusiasmo. Jack stava evidentemente fremendo per fare lo stesso.
"Ti va di ballare sul serio?"
Hiccup vide il suo sorriso candido e seppe già che avrebbe accettato. "Perché, quello di prima cos'era?"
"Pfft, era appena un riscaldamento. Vieni."
Non ballarono nello stesso modo della prima canzone. Stavolta Jack si esibì in uno stile diverso, vagamente simile a qualcosa che Hiccup aveva visto in qualche vecchio film in bianco e nero, quindi doveva provenire dalla sua vita umana. Era travolgente, tra salti e piroette da capogiro.
Per essere uno tanto contrario all'idea di andare al ballo scolastico, sembrava divertirsi un mondo. Hiccup fu presto contagiato dalla sua espressione spensierata. Adesso li stavano fissando eccome.
Quando la canzone finì, si accorse di essere senza fiato, mentre Jack non aveva un capello fuori posto e percepì il suo affaticamento.
"Prendiamo una boccata d'aria. Tutte queste persone che ti osservano mi stanno facendo ingelosire" propose.
"Spiritoso."
"Ti prenderei mai in giro?"
"Costantemente."
Battibeccarono giocosamente fino all'uscita posteriore della mensa, piacevolmente libera da studenti, e trovarono una panchina su cui sedersi. La musica arrivava ovattata e distante.
Hiccup alzò gli occhi verso il cielo, occupato da nubi grigio piombo che oscuravano il tramonto. Gli ricordò la ninnananna sull'inverno che Jack aveva preso l'abitudine di intonare a bassa voce per distrarlo dagli sporadici dolori fantasma, le sere in cui s'intrufolava di nascosto in camera sua. Gli aveva raccontato che era la stessa che cantava per la sua sorellina, tanti anni prima. "Sta per nevicare" disse Hiccup malinconico.
"Mi piace la neve" mormorò Jack. "Mi fa tornare in mente bei ricordi. È rassicurante."
"Anche Pitch Black?" si fece scappare Hiccup, pentendosene all'istante. Lui non parve urtato dal suo commento. "Non so perché, ma quando ripenso a lui non provo rabbia, solo tristezza. L'immortalità lo ha fatto uscire di testa. Secondo Eret si asteneva dal bere sangue umano per anni, finché non trovava un villaggio abbastanza piccolo e indifeso da decimare. A volte mi domando cosa sarebbe successo se tu gli avessi parlato come volevi."
Qualche giorno dopo l'incidente, Nord era venuto a trovare Hiccup all'ospedale, e gli aveva raccontato che erano riusciti a ucciderlo grazie a Eret, che lo aveva tenuto fermo, e Sandy, che aveva usato il suo dono per paralizzarlo. Probabilmente non si sarebbe lasciato convincere solo con un discorsetto.
"Quel giorno hai implorato Toothiana di trasformarmi, vero?"
Jack evitò il suo sguardo. "Te l'ha detto lei?"
"Sì."
"Ero disperato. Sarò stato egoista, lo so, ma in quel momento ero disposto a tutto, purché vivessi. Sempre se questa si può chiamare 'vita'. Meno male che non ce n'è stato bisogno."
"Se però fossi io a deciderlo" Hiccup tamburellò nervoso le dita sulla gamba, "cosa ne penseresti?"
"Non mi avevi detto che era fuori questione?" disse Jack. Non pareva turbato all'idea, come invece era stato all'ospedale.
Erano mesi che Hiccup ci pensava. "All'inizio sì, ma poi ci ho riflettuto, e mi sono reso conto che vorrei passare tutto il tempo disponibile con te."
"Con 'tutto' intendi l'eternità?" Jack si tolse la giacca dello smoking e la drappeggiò sulle spalle di Hiccup, che sorrise.
"È una proposta?"
"Solo se è quello che desideri" il vampiro giocherellò con le dita dell'altro. "Avevi già una data in mente?"
Pur apparendo più sereno alla prospettiva, i suoi occhi sembravano gridare 'non adesso, non adesso!', tradendo l'ansia.
"Prima vorrei finire il liceo."
Jack si tranquillizzò. "Magari potresti prenderti un… anno sabbatico, prima del college. Avresti un sacco di tempo per studiare di notte, dopo."
Era prima di quanto Hiccup si era immaginato, ma quando mai ci sarebbe stato un momento migliore? Avrebbe avuto diciannove anni, e non voleva diventare troppo vecchio rispetto a lui, almeno fisicamente.
"È un patto?" incalzò Jack.
"È un patto" confermò Hiccup, e lo baciò sulle labbra gelide. Prima o poi, sarebbe stato lui a dover fare attenzione a non fargli male, a controllarsi e a proteggerlo.
Restarono accoccolati vicini, con le teste che si toccavano, respirando l'aria fredda e godendosi la compagnia reciproca, mentre i primi fiocchi iniziavano a cadere.










Note
E anche questa è fatta!
Erano secoli che volevo scrivere una HiJack, adesso mi sono tolta almeno questo sfizio. È stata decisamente più difficile della mia ultima long, tanto che ho deciso di unire i pov dei protagonisti a coppie, perché in origine erano capitoli separati (ecco il motivo dei titoli doppi). Mi è piaciuto molto, però, ed è stato interessante scrivere qualcosa con un rating diverso dal verde.
Ci sono un paio di cose che ho modificato rispetto all'idea originale per questioni di tempo e coerenza, tipo Jamie e i bambini (Hiccup avrebbe dovuto fargli da babysitter per riguadagnarsi i soldi per la macchina). Pensate che avevo programmato di rendere Astrid e la banda dei licantropi!
Ho in testa un paio di idee per altre fic (anche una oneshot sequel della Hogwarts!AU, ma sssst), ma temo che ci vorrà un po' per rifarmi viva. Preferisco completare le storie, per non lasciarle accidentalmente in sospeso prima di pubblicarle, perdonatemi.
Per finire, non l'ho mai detto durante la pubblicazione di questa storia, ma grazie per aver letto fino a qui!



  
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