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Autore: niallsblast    17/05/2021    0 recensioni
Take my hand, take a breath
Pull me close and take one step
Keep your eyes locked on mine
And let the music be your guide
Won't you promise me (now won't you promise me, that you'll never forget)
We'll keep dancing (to keep dancing) wherever we go next
It's like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million, the chances of feeling the way we do
And with every step together, we just keep on getting better
So can I have this dance (can I have this dance)
Can I have this dance
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Ballerino!Harry e Louis ((Larry))
Harry ama ballare, lo fa da quando aveva 6 anni. A 11 ha avuto l'opportunità di frequentare lezioni nella scuola di danza più famosa del paese, a Londra. Ora ne ha 18 e il suo più grande sogno è di partecipare al balletto.
Louis, invece, ama la fotografia, il modo in cui i ricordi rimangono impressi sulla carta. Si è trasferito da poco a Londra e a 20 anni non sa ancora cosa vuole dalla vita.
"Lasciati guidare da me. Non ti lascerò cadere, promesso. Fidati di me, Louis."
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Louis' POV

 Dopo aver raccontato a mia madre del breve incontro con Darren e dei ragazzi che avevo incontrato, e aver bevuto il tè, il suo telefono aveva squillato. 

- Scusa, è l'ospedale, devo rispondere. – aveva detto lei, mandandomi un'occhiata mortificata, prima di alzarsi. Poco dopo averla guardata uscire dalla cucina con il telefono attaccato all'orecchio, mi alzai e lavai le due tazze ormai vuote. 

- Sono a casa. – urlò Lottie dall'ingresso. Sentii lo zaino gettato sul pavimento, probabilmente accanto al mio e poi chiudersi la porta. 

- Sono in cucina, rutto. – la chiamai scherzosamente. Quando vidi la sua testolina bionda tutta bagnata spuntare dalla porta, le lanciai un sorriso. 

- Smettila di chiamarmi così. - . Mi fulminò con lo sguardo, prima di scuotere la testa e buttarsi nelle mie braccia aperte. 

- Allora come è andata oggi? – le chiesi giocando con i suoi capelli bagnati dalla pioggia. Lei si staccò da me tanto quanto bastava per guardarmi con aria furbetta. 

- A proposito di questo, volevo chiederti se oggi pomeriggio posso andare a casa di Emily. È una mia compagna di classe e ha invitato alcune ragazze della classe a casa, me compresa. Ci terrei davvero un sacco. – mi implorò, già pronta a tirare fuori gli occhi da cucciolo bastonato. Sorrisi guardandola. 

- Devi chiedere alla mamma. - . 

- Cosa mi deve chiedere? – fece quest'ultima rientrando in cucina con il telefono tra le mani e un piccolo sorriso sul viso stanco. Subito Lottie si staccò dalla mia vita per abbracciare quella di nostra madre. 

- Mamma, mamma. Ti prego, mi lasci andare a casa di una mia compagna di scuola? Per favore, è importante per la mia vita sociale. – si lagnò. Risi sotto i baffi osservando mia sorella ottenere sempre ciò che voleva. 

- Per me va bene, ma devi chiedere a Louis se è disposto a darti un passaggio, perchè devo scappare in ospedale, adesso, ma torno prima di cena. – ci comunicò, lasciando entrambi, me e mia sorella, fermi sul posto. Tornare in ospedale, di nuovo? – Tesoro andresti a prendere tu le gemelle da scuola, per favore? – mi chiese. Io semplicemente annuii, perchè non sarei mai riuscito a dire di no a mia mamma. – Dopo dovrebbero andare a danza, ma se non le riesci ad accompagnare, possono benissimo rimanere a casa. - . Sospirai annuendo. Aspetta.. dovevo portarle a danza? 

- Ci penso io a tutto. – le dissi avendo già un'idea.

 

Harry's POV

 - Uno, due, tre, quattro, salto! – esclamò Miss Detterton, portando un braccio al cielo. Eseguii un grand jeté, atterrando fermamente sui miei piedi, poi guardai l'insegnante, solo per vederla sbuffare. - Harry, quante volte ti devo ripetere che le mani devi stenderle come se volessi acchiappare qualcosa? – mi rimproverò severamente, mentre mi asciugavo il sudore dalla fronte con un braccio. – Per oggi basta, sciogliti un po', poi vai a casa. Ci vediamo domani. – terminò lei, raccattando le sue cose e se ne andò.

 Mi avvicinai alla mia sacca e ne estrassi la borraccia d'acqua, quindi mi sedetti sul parquet della sala da ballo e ne presi un sorso bello grande. Poi allungai le gambe davanti a me e mi piegai su di esse, portando le mani a tenere le punte dei piedi. Sentivo la schiena stendersi e i muscoli rilassarsi. 

- Qual è il segreto? Io a malapena arrivo ai polpacci. - . Riconobbi la voce e alzai subito la testa, solo per ritrovarmi delle Vans nere accanto. Quando feci scorrere gli occhi lungo gli skinny jeans che portava, non potei non notare le sue gambe. – Ti faccio vedere, aspetta. - . Si sistemò accanto a me e solo in quel momento notai che portava un giubbotto di jeans e i capelli erano nascosti da un beanie grigio.

 Lo osservai mentre provava ad allungarsi in avanti sulle gambe, con il suo sorriso che mi fece battere forte il cuore. La maglietta di alzò leggermente, scoprendo un lembo di pelle del suo fondo schiena. 

- Harry? – richiamò la mia attenzione e mi svegliai dalla trance, abbassando il capo per nascondergli il rossore delle mie guance. 

- Che cosa ci fai qua? – gli chiesi evitando di guardarlo, mentre univo le piante dei piedi e, con le gambe piegate, mi allungavo in avanti.

 - Sto aspettando che le mie sorelle finiscano di cambiarsi e ti ho visto dal corridoio. Sei molto bravo, sai? - . Con la testa ancora piegata in avanti, chiusi gli occhi, sentendomi a disagio. Mi sentii vulnerabile, perchè quella sala da ballo, era il mio posto speciale e sentivo come se Louis ci fosse entrato senza permesso. Lo conoscevo da quanto? Otto ore? 

Mi rialzai e mi misi in piedi, lasciandolo lì seduto e raccattando le mie cose.

 - Grazie, ci vediamo domani a scuola, Louis. – gli dissi camminando già verso la porta. Lo vidi con la coda dell'occhio, mettersi in piedi con uno scatto così fulmineo, che non te lo aspetteresti da un ragazzo poco snodato come lui. 

- Aspetta. - . Mi fermò appoggiando una mano sul mio braccio. Mi voltai e fissai lo sguardo nel suo. Sentivo come se i nostri ruoli si fossero invertiti: lui era diventato più sicuro di sè, mentre io ero diventato scostante. Non volevo essere antipatico con lui, ma mi stava creando non pochi problemi nello stomaco. – Ti andrebbe di venire a casa mia? Potremmo finire di studiare per domani e potresti aiutarmi a mettermi in pari. Sempre se ne hai voglia. – mi chiese timidamente.

 - Senti, mi dispiace declinare il tuo invito, ma ho delle cose da fare. – risposi secco, andando negli spogliatoi per farmi una doccia e cambiarmi. Non volevo nemmeno vedere come lo avevo lasciato, perciò mi infilai subito sotto l'acqua rinfrescante della doccia e iniziai ad insaponarmi i capelli.

 Se c'era una cosa che solitamente mi piaceva, quella era la doccia. Rilassante e solitaria, dentro di essa facevo le migliori considerazioni sulla vita e sulla giornata, perciò quel pomeriggio lì, non potei non pensare a Louis, a come eravamo stati messi in coppia per biologia, a come lo avevo fissato per tutto il pranzo e al fatto che, forse, lo trovavo bello. Bello da togliere il fiato.

Tutto d'un tratto mi pentii amaramente di averlo rifiutato in quel modo così brusco. Avevo reagito di impulso, infastidito dall'essere stato visto mentre ballavo, cosa che non permettevo a nessuno, tranne ovviamente alla mia insegnante. Però che male avrebbe fatto andare da lui? Nessuno. Perciò uscii velocemente dalla doccia e mi rivestii il più in fretta possibile, i capelli ancora umidi. Corsi lungo i corridoi, nella speranza di trovarlo ancora lì ad aspettare per le sue sorelle. 

A un certo punto mi ritrovai a terra, dopo essere rimbalzato contro qualcuno. 

- Mi scusi, stavo andando di fret- non finii perchè alzai gli occhi e mi ritrovai Louis per terra, di fronte a me, con due bambine che stavano in piedi accanto a lui con aria preoccupata. – Louis. – sussurrai. Lui mi guardò, massaggiandosi un gomito.

 - Dobbiamo smetterla di beccarci così. – scherzò alleggerendo l'aria. Mi rimisi in piedi in fretta e allungai una mano verso di lui. 

- Ti stavo cercando. Volevo scusarmi. – ammisi. Lui prese la mia mano e si tirò su. – E volevo anche accettare l'invito, se era ancora valido. - .

  
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