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Autore: Princess Kurenai    19/05/2021    0 recensioni
[KaeLuc | Hanahaki Disease]
Per quanto volesse minimizzare la cosa - con scherzi, battute e tanta malizia -, Kaeya non era riuscito a liberarsi dei sentimenti che lo avevano legato per gran parte della sua vita a Diluc.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Diluc Ragnvindr, Jean Gunnhildr, Kaeya Alberich, Lisa Minci
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fandom: Genshin Impact
Character(s): Kaeya Alberich, Diluc Ragnvindr, Klee, Jean Gunnhildr, Lisa Minci e altri
Relationship(s): M/M
Pairing: KaeLuc
Rating: SAFE
Warnings: Hanahaki Disease, Unrequited Love, Angst with a Happy Ending, Blood, Coughing, Minor Deaf Character, Tematiche Delicate

Note Generali:
1. Se non vi piace la coppia non leggete. Kaeya e Diluc NON sono fratelli. Quindi PLS nessuno vi obbliga a leggerla!
2. Nei prossimi capitoli ci saranno scene con sangue e discorsi delicati. Ma parliamo di Hanahaki Disease: che ci aspettiamo?!

Riguardo questo capitolo:
Wordcount: 5015
Character(s): Kaeya Alberich, Klee
Note:
1. Nulla da segnalare, sir!


Capitolo 1 - Burnt Stones

Lentamente le fiamme che avevano lambito quella sala e gli Hilichurls che l’avevano scelta come rifugio si spensero, lasciando nell’aria solo un fastidioso e acre odore riconducibile alla pietra bruciata. Molti avrebbero storto il naso, ma per Kaeya non esisteva niente di più familiare.

Era cresciuto fianco a fianco proprio con un pyro user, e aveva imparato a riconoscere e apprezzare quegli odori così forti, per quel motivo ogni volta che portava Klee con sé per qualche missione, per lui era un po’ come tornare indietro nel tempo, a quando la sua vita era più semplice e felice in un certo senso.

Gli venne quasi da sorridere per quei pensieri - con nostalgia, certo, ma era pur sempre un sorriso -, e guardando Klee, che era trotterellata di nuovo accanto a lui, le fece un cenno del capo in segno di approvazione.

Insieme si spostarono verso la porta che si era appena sbloccata e, una volta in cima alla scalinata, Kaeya si fermò per lanciare una prima occhiata all’interno della nuova sala. Altri Hilichurls, nemici minori che Klee avrebbe sconfitto con estrema facilità anche senza il suo aiuto, perché con quel rapido sguardo era stato in grado di individuare il suo vero obiettivo.

Si voltò allora verso la bambina, abbassandosi in ginocchio per essere alla sua stessa altezza, guardandola con una reale espressione di orgoglio e divertimento.

«Sei pronta ad attaccare quei cattivoni?», domandò.

Klee si sistemò meglio lo zaino sulle spalle, per poi annuire con convinzione, aggiungendo un: «Sono prontissima!», come per confermare la sua presa di coscienza su quella missione.

Era innocente e piena di energia, come una qualsiasi bambina della sua età, però quando si trattava di aiutare i Cavalieri di Favonius, la piccola Spark Knight, riusciva sempre a tirare fuori quel pizzico di serietà che la faceva apparire agli occhi di tutti tenera e altrettanto pericolosa. Qualità che Kaeya non poteva non apprezzare.

«Perfetto», mormorò infatti, «quindi… ricapitoliamo quello che ti ho detto prima di entrare nel Tempio, okay? Siamo quasi alla fine, e al mio via, tu dovrai attaccare con i tuoi Jumpy Dumpty, ed io correrò verso quella scalinata. È importante che tu rimanga qui ad assicurarti che nessun cattivone cerchi di raggiungermi. Devi fare la guardia e non dovrai seguirmi, siamo intesi?», chiese, lanciando un’altra rapida occhiata verso un ampio arco di pietra che dava su una scalinata.

Anche dalla loro posizione si poteva vedere una sinistra luce verdognola e Kaeya sapeva che lì, in cima a quelle scale, avrebbe trovato il suo obiettivo. Perché, d’altro canto, era quello il solito modus operandi degli Abyss Mages. Erano soliti scegliere sempre i luoghi più interni dei Domini o dei Templi per rifugiarsi, sfruttando non solo i meccanismi eretti a difesa di quegli antichi luoghi, ma anche gli esseri che utilizzavano già quelle strutture come dimora semi-temporanea.

Kaeya aveva utilizzato proprio la scusa del ‘ripulire il Tempio del Lupo dagli Hilichurls’ per introdursi in quel luogo senza destare troppi sospetti. Gli era giunta voce della presenza dell’Abyss Order e aveva agito di conseguenza, sperando di trovare sia delle informazioni riguardo il fantomatico Principe - nominato da alcuni Mages che aveva già interrogato -, che qualche accenno riguardante i piani futuri dell’Order.

La missione era onestamente un azzardo, perché sapeva di non potersi assolutamente fidare di quegli esseri, ma anche nel dubbio sapeva di dover agire… e di doverlo fare anche il più in fretta possibile.

Non che ci fosse chissà quale minaccia imminente per Mondstadt e i suoi abitanti, ma Kaeya sapeva fin troppo bene che c’era una persona in particolare che andava a caccia dell'Order senza curarsi dei pericoli. 

Non che Diluc fosse debole o maldestro - era uno dei più forti guerrieri di tutta Mondstadt -, ma l'Abyss Order non era un'organizzazione normale e Kaeya avrebbe fatto di tutto pur di impedire all'altro di finire a stretto contatto con quegli esseri in una delle sue 'crociate solitarie'.

Ovviamente, non era così sciocco da pensare che quel suo piccolo sforzo potesse realmente impedire a Diluc di scontrarsi con gli Abyss Mages o con i Fatui, ma sapeva che si sarebbe sentito quasi più tranquillo se fosse riuscito ad scongiurare qualche battaglia inutile.

Per quanto volesse minimizzare la cosa - con scherzi, battute e tanta malizia -, Kaeya non era riuscito a liberarsi dei sentimenti che lo avevano legato per gran parte della sua vita a Diluc.

Come sarebbe stato possibile d'altronde? Erano cresciuti insieme come fratelli, avevano mangiato alla stessa tavola e dormito sotto lo stesso tetto. Avevano creato un rapporto talmente intenso e intimo da riuscire addirittura a intuire i pensieri dell'altro senza neanche parlare. Un legame, almeno per Kaeya, che non si sarebbe spezzato tanto facilmente.

In ogni caso, non poteva neanche negare di provare una sorta di sentimento di egoistica autoconservazione quando si trattava dell'Abyss Order. 

L'Abyss Order e Khaenri'ha erano legati. La loro ombra aveva origine nel passato di Teyvat ed avevano chiaramente intenzione di distruggere il futuro dei sette regni. E volente o nolente, facevano parte della vita di Kaeya.

Per quanto avesse ormai scelto di riporre la sua lealtà verso Mondstadt e i Cavalieri, Kaeya sapeva che difficilmente sarebbe riuscito a tenere Khaenri'ah lontana dalla sua esistenza. Non a caso era stata quella una delle cause più importanti della sua rottura con Diluc.

La vocina di Klee lo riportó alla realtà, e allontanando il pensiero di Diluc e di Khaenri'ah, si rivolse di nuovo alla bambina che gli aveva rivolto un dubbioso: «Kaeya-gege, sei sicuro di non volere una mano?»

Kaeya sorrise e le sistemò il cappello sulla testa in un gesto dolce e quasi paterno.

Era facile voler bene a Klee, e l'affetto che provava per lei era sincero e non di convenienza.

Nell'allargare la sua rete di informazioni, Kaeya aveva stretto vari legami con individui poco raccomandabili solo per il suo tornaconto o per quello dei Cavalieri di Favonius, ma non con Klee. Klee che, per quanto gli sarebbe piaciuto negarlo, gli ricordava proprio Diluc. Al di là degli occhi scarlatti e della sua Vision, il carattere luminoso ed energico della bambina non era tanto dissimile dal ragazzino dai capelli rossi che albergava nei suoi ricordi di infanzia.

Al loro primo incontro, Diluc gli era apparso come un raggio di sole dal quale si era subito sentito ammaliato, come una falena veniva attratta da una fiamma. E Klee emanava quello stesso calore, rassicurante e innocente. Una sicurezza per Kaeya, e anche un balsamo per lenire le ferite del suo animo.

«Sicuro. E appena finiamo qui andiamo al Good Hunter a mangiare insieme. Ti compro tutto quello che vuoi», le disse aggiungendo poi un: «Quindi, Klee… hai capito che non devi seguirmi?»

Si fidava di Klee e delle sue capacità. Sapeva che gli Hilichurls lì presenti non erano niente di preoccupante per le abilità della bambina, ma con altrettanta certezza sapeva che la situazione sarebbe cambiata drasticamente una volta raggiunto il cuore di quel Tempio, nel quale sicuramente si nascondevano i membri dell'Abyss Order.

I metodi di Kaeya potevano essere discutibili, e poteva anche aver preso Klee come compagna per quella missione proprio perché l'innocenza della bambina gli permetteva di tirare fuori una scusa qualsiasi per mettere a tacere qualsiasi domanda inopportuna, ma non l'avrebbe mai messa in pericolo. Per quel motivo voleva assicurarsi che Klee avesse capito il suo ruolo.

«Sì!», affermò la bambina.

«Bravissima», assenti soddisfatto Kaeya, incitandola poi con un: «Quindi… ora va e fai esplodere tutti quei cattivoni». 

Klee gli rivolse un sorriso ampio e caldo, mostrandosi sin da subito esaltata all'idea di poter sperimentare chissà quale nuova miscela esplosiva ideata con Albedo. Infatti, la bambina sembrò non voler più attendere, e scattando in avanti iniziò a lanciare a raffica le bombe e uno dei suoi Jumpy Dumpty.

L'onda d'urto di quelle esplosioni fece letteralmente balzare in aria degli Hilichurls del tutto impreparati ad un attacco di tale potenza.

Kaeya stesso non poté non rimanere quasi incantato da quelle fiamme e dall’effettivo potere distruttivo di Klee. Era un piccolo portento, e ancora una volta non poté impedirsi di pensare ai lontani ricordi della sua infanzia, nella quale era Diluc il genio amato e ammirato da tutti.

Si costrinse a tornare rapidamente alla realtà - non era il momento di lasciarsi andare a quei pensieri nostalgici -, e con la mente di nuovo lucida corse verso la sua meta, sperando che quello non fosse un buco nell’acqua.

Superò velocemente l'arco in pietra per lanciarsi sulla scalinata, uccidendo con rapidi fendenti gli Hilichurls che avevano la sfortuna di trovarsi sulla sua strada e lasciando alle sue spalle le esplosioni generate dalle bombe di Klee, che facevano tremare quelle antiche mura.

Quella, era sicuramente una delle cose negative del collaborare con Klee: il rumore.

Le ammirevoli abilità della bambina erano utili per attirare l'attenzione altrove, per creare diversivi o per fuggire, ma di certo non lo erano per muoversi nell'ombra senza essere scoperti. Ovviamente, Kaeya aveva messo in conto quel 'piccolo dettaglio' - doveva sempre essere un passo davanti a tutti - e aveva sperato che quel baccano potesse distrarre gli Abyss Mages e metterli in una posizione di sfavore.

Doveva solamente essere veloce per compiere un attacco a sorpresa, e portare anche un possibile svantaggio numerico - ed elementale, nella peggiore delle ipotesi - a suo favore.

Raggiunse la fine della scalinata pronto a lanciarsi all'attacco, ma si trovò davanti solo un'ampia sala quadrata deserta.

Si fermò sul posto, i muscoli tesi pronti a reagire ad un possibile agguato, che tuttavia non arrivò. Il rumore di Klee aveva sicuramente messo in allarme gli Abyss Mages, che avevano preferito nascondersi piuttosto che affrontare un attacco frontale.

Senza mai abbassare la guardia, Kaeya fece correre lo sguardo lungo tutto il perimetro della sala, studiandone ogni aspetto alla ricerca di qualche indizio.

Sulle antiche pareti in pietra si intrecciavano delle luminose linee simmetriche che sembravano quasi rendere l'atmosfera di quel luogo pregna di mistero e magia. Come le altre sale che Kaeya aveva visitato in quell'incursione, anche quella era caratterizzata da quattro colonne. Si ergevano imponenti e resistenti agli angoli di quella che poteva ricordare una piccola arena, circondata da una breve scalinata che sembrava quasi lo spalto per il centro della platea.

Kaeya fece un primo passo, notando subito quanto quelle linee regolari e ordinate stridessero con il pavimento sconnesso dinanzi a lui, sicuramente segno dell'incuria che delle battaglie che si erano tenute tra quelle mura.

Con i muscoli ancora pronti a scattare, lanciò uno sguardo alla sua sinistra, sulla quale si ergeva la fonte della luce verdognola che aveva visto sin dall'altra sala: una Door of Resurrection.

La luce sembrava emergere dall'interno della struttura in pietra, accarezzando delicata il profilo della colonna più vicina e il pavimento sconnesso, mentre delle piccole sfere di luce - che ad un primissimo sguardo non sembravano tanto dissimili dalle lucciole - galleggiavano attorno a quel meccanismo antico rendendolo quasi 'vivo'.

L'intera Door of Resurrection era intrappolata da delle radici che si aggrovigliavano attorno alla sua struttura in un abbraccio intimo ma potente. In grado di far vibrare l'aria attorno a Kaeya di una magia d'altri tempi, e che traeva il suo potere dal cuore di Teyvat.

Sembrava quasi un'intrusa in quell'ampia sala dalle linee così ordinate, e al tempo stesso la sua presenza nei templi era tanto rassicurante quanto sinistra. Perché se da una parte le Doors of Resurrection potevano segnare la sopravvivenza degli Avventurieri che ricevevano la sua benedizione, dall'altra era possibile che nelle mani degli Abyss Mages potessero diventare dei velenosi strumenti per le macchinazioni dell'Order.

Con quei pensieri, Kaeya scese gli scalini lentamente senza smettere di studiare l'ambiente circostante. Era pronto a richiamare la spada alla minima minaccia, e dosando ogni singolo respiro si avviò verso il centro di quella platea, cuore della sala.

Oltre la Door of Resurrection e le luminose decorazioni delle pareti, non vi erano altre fonti di luce, infatti il lato opposto della sala appariva cupo e quasi avvolto dalle ombre. Le torce, poste ai quattro lati della sala, che avrebbero dovuto mitigare l'oscurità della platea, erano convenientemente spente.

Forse, si disse Kaeya, erano stati proprio i membri dell'Order a spegnerle per far calare quelle ombre su alcune zone della sala, ma dall'altra parte poteva anche sperare in un'ipotesi migliore: quella che vedeva un Abyss Mage votato all'elemento Hydro come fautore di quell'oscurità.

Si fermò non appena raggiunse il centro della platea, con le orecchie tese a captare ogni rumore che non fosse stato prodotto dalla suola dei suoi stivali contro la fredda pavimentazione in pietra - o delle esplosioni di Klee che riecheggiavano fin lì in cupi boati amplificati dall’ampiezza di quegli ambienti.

Kaeya escludeva di aver fatto un buco nell'acqua, perché per quanto la sala apparisse deserta sentiva su di sé lo sguardo di qualcuno. Tutti i suoi movimenti, sin dal primo passo nella sala, erano stati seguiti con attenzione da un essere nascosto nell'ombra e che non aspettava altro se non una sua mossa falsa. Cosa che, ovviamente, non sarebbe mai arrivata.

Rilassò le spalle chiudendo l’occhio senza però mai abbassare la guardia, lasciando che fossero i suoi sensi a guidarlo in quell’istante.

Respirò piano, permettendo alla sua Elemental Sight di espandersi in ogni angolo di quella sala alla ricerca del suo obiettivo. Poteva sentire il pavimento tremare un poco ad ogni esplosione, il regolare battito del suo cuore e addirittura il leggero sfrigolare della Door of Resurrection, carica di magia antica. E alla fine fu proprio verso quel punto che Kaeya volse lo sguardo l’attimo dopo, con un sorriso appena accennato sulle labbra.

Aveva trovato il suo obiettivo.

«Esci fuori», ordinò tenendo lo sguardo fisso sulla colonna accanto alla Door of Resurrection.

La risposta dell’Abyss Mage non si fece attendere. L’essere, infatti, abbandonò il suo nascondiglio galleggiando placido a mezz’aria. Il suo corpo era avvolto da uno scudo verde chiaro che sembrava quasi riflettere la luce emessa dalla Door of Resurrection.

Era diverso dagli altri Abyss Mages che Kaeya aveva avuto modo di incontrare, e dati colori che sfoggiava non ci voleva un genio per capire che quell'essere fosse legato all’elemento Dendro - e in quel momento era anche abbastanza palese il motivo dell'assenza di fuoco nelle torce.

Kaeya continuó a studiarlo con attenzione, tentando di scorgere nella sua figura dei dettagli che ad un osservatore poco attento sarebbero sfuggiti ma che per lui potevano avere tutt'altro peso.

Il simbolo dell'elemento Dendro, a conferma dell'ovvia constatazione di poco prima, appariva verde smeraldo su sfondo chiaro nella parte frontale della veste di quell'essere, tanto estraneo nei colori quanto familiare nella forma. Come i suoi simili, infatti, quel Mage indossava una tunica lunga dalle maniche ampie, caratterizzata da spessi bordi color verde scuro che creavano un contrasto piacevole con le tonalità più chiare delle altre decorazioni. Fregi che apparivano come intricati ma altrettanto delicati ricami simili alle foglie.

Infine vi era la sua maschera color bianco sporco, che spiccava tra la folta pelliccia color verde foresta che non solo celava il vero aspetto dell'Abyss Mage ma anche le sue espressioni.

Per quanto Kaeya cercasse di essere sempre un passo davanti a tutti, la comparsa di quell’Abyss Mage così insolito lo aveva onestamente spiazzato. Era a conoscenza dell'esistenza degli stregoni votati all'elemento Dendro, ma era la prima volta che ne vedeva uno lì a Mondstadt e quello era un segno più che palese delle mosse che l'Abyss Order stava facendo nell'ombra.

In ogni caso, si disse Kaeya senza però abbassare la guardia, non sarebbe stato un vero e proprio problema metterlo fuori gioco. Non partiva con netto svantaggio elementale, e l’unico ostacolo per elaborare un piano d'attacco efficace era l’assenza di informazioni riguardanti le abilità del suo avversario, che in quel momento appariva stranamente disarmato. Infatti lo stregone Dendro sembrava sprovvisto di scettro o bacchetta, gli strumenti che utilizzava per incanalare i propri poteri, e quello era un dettaglio decisamente anomalo e non trascurabile.

Poteva essere una trappola, constató Kaeya senza distogliere lo sguardo dalla figura fluttuante. Per esperienza sapeva che anche gli Abyss Mages erano soliti avere parecchi assi nella manica e non doveva farsi prendere in contropiede.

«Non credevo di venire scoperto così presto»

La voce del Abyss Mage spezzò il silenzio della sala, riecheggiando come un sinistro eco in quelle antiche mura. Aveva stranamente parlato nella lingua corrente di Teyvat anziché utilizzare quella di Khaenri'ah, e il suo tono vibrante e gracchiante era giunto alle orecchie di Kaeya come sgradevole e fastidioso. Gli aveva ricordato lo stridere delle unghie contro una lavagna, tant'è che dovette trattenersi dal rabbrividire e dal mostrare troppo apertamente il suo turbamento.

Tentò di concentrarsi su ben altro, ad esempio il fatto che l'Abyss Mage non aveva dato nessuna inflessione particolare alla sua affermazione, né stupore né rabbia, o qualsiasi altro sentimento che si sarebbe potuto provare in una situazione simile. Sembrava tranquillo e Kaeya si costrinse a sua volta a indossare un'espressione rilassata, quasi canzonatoria.

Sarebbe stato al gioco, e alzando le spalle rivolse un piccolo sorriso allo stregone Dendro.

«Ho le mie fonti», rispose con semplicità facendo un primo passo verso il Mage.

Infrangere la barriera che lo proteggeva non sarebbe stato facile, si disse, ma non era neanche impossibile. Una volta infranto quello scudo sarebbe stato decisamente più semplice catturarlo e interrogarlo.

In quel momento gli sarebbe stata decisamente utile Klee con le sue bombe, ma era sempre ben deciso a tenerla lontana dall'Abyss Order. Vantaggio elementale o meno, non erano degli avversari che avrebbe affidato a cuor leggero alla bambina.

Ragionò su come utilizzare il terreno e la stessa sala a suo favore senza mai perdere di vista il Mage che continuava a fluttuare vicino alla Door of Resurrection. Sembrava stranamente attratto a quella struttura, quasi protettivo, e Kaeya non poté fare a meno di chiedersi il motivo di tanto interesse. Non prometteva niente di buono, di quello ne era certo.

Lo stregone emise un suono simile ad una risata, fastidiosa tanto quanto la sua voce.

«Sbagli se pensi di poter ottenere informazioni da me», dichiarò l'Abyss Mage. Il suo tono pomposo rendeva ancor più chiara la sua posizione, forse non appariva spaventato né sorpreso da quell'attacco per via dei suoi ideali, infatti sembrava piuttosto pronto a dare battaglia.

L'orgoglio, e spesso anche il fanatismo verso i precetti dell'Order, erano i tratti distintivi dei Mages. Erano pronti a morire per proteggere i loro obiettivi, e proprio perché Kaeya comprendeva e conosceva il loro modo di pensare, sapeva come utilizzarlo a suo vantaggio.

Mantenne a sua volta la calma, rispondendo alla coraggiosa affermazione dello stregone con un affilato: «Alla fine, tutti parlano».

La sua frase sembrò sortire l'effetto desiderato, infatti la magia dell'Abyss Mage parve quasi fremere per ciò che Kaeya aveva insinuato velatamente. Lo aveva colpito proprio nell'orgoglio e nell'appartenenza a quell'ordine per lui tanto importante. Kaeya aveva interrogato tanti Abyss Mages e non si era fatto scrupoli per ottenere le informazioni che gli servivano.

Lo stregone sibiló nervoso ma sembrò riuscire a mantenere il controllo delle sue azioni. Fluttuò infatti ancor più vicino alla Door of Resurrection, appoggiandovi sopra la mano. Un leggero disturbo, causato da quel contatto, fece tremare il pulviscolo luminoso e l'aura magica di quella struttura.

«Cercavo proprio una cavia», dichiarò il Mage con ostilità nella voce, spingendo Kaeya a richiamare a sé la sua spada.

Le piccole dita dell'Abyss Mage si strinsero attorno ad uno dei rami della Door of Resurrection, gesto che sembrò strappare a quella magica struttura, che vibrava di vita propria, un lamento. Non si trattava di un vero e proprio gemito di dolore, ma sembrò piuttosto una sorta di perturbazione che si irradiò in ogni angolo di quella sala, investendo anche i sensi di Kaeya.

Non era una cosa positiva, si disse Kaeya, e pur lanciando un attacco di ghiaccio contro lo stregone non riuscì a far nulla per impedire al Mages di strappare quel ramo. L'energia che si sprigionò fu tale da far vibrare la luce che si irradiava dalla struttura, quasi disturbata e 'dolorante' per quella violenza inutile e gratuita.

Le lame di ghiaccio che aveva lanciato contro l'Abyss Mage sfrigolarono contro il suo scudo che, fortunatamente, apparve quasi indebolito dall'onda magica che era scaturita dalla Door of Resurrection. Quello però non parve impensierire troppo lo stregone che rispose subito all'attacco di Kaeya utilizzando quel ramo come catalizzatore del suo potere.

Kaeya si spostò rapido di lato per schivare il raggio verde che emerse dallo scettro del Mages, e ormai con l'elsa della spada stretta in mano lasciò da parte ogni esitazione per lanciarsi in quel combattimento.

Colpì ancora lo scudo dello stregone, sia con dei potenti fendenti di spada che con altrettanti attacchi di ghiaccio, tentando al tempo stesso di schivare l'offensiva del suo avversario. Kaeya conosceva il loro modo di combattere, fatto di rapidi attacchi e di spostamenti, ma quello non era uno dei classici Abyss Mages con i quali aveva a che fare.

Benché la sequenza di attacchi fosse simile, Kaeya non si aspettava di certo di doversi difendere anche da delle liane, che iniziarono ad emergere dalle pianelle dissestate di quel pavimento. Le tranciò con la spada, spostandosi poi con un balzo all'indietro quando gli parve di vedere l'energia dell'Abyss Mage concentrarsi in un unico punto sotto i suoi piedi.

Il rumore della pietra infranta dalle radici che erano emerse con violenza tra le pianelle diede ragione all'intuizione di Kaeya che, in quel modo, aveva appena schivato uno degli attacchi più forti del Mage.

Non si lasciò distrarre da quella piccola vittoria perché la battaglia non era suo malgrado ancora finita. Riuscì ad avvertire la presenza dello stregone alle sue spalle, ma ancor prima di potersi proteggere con i poteri della sua Vision o con la spada, alle sue orecchie giunsero delle parole in una lingua a lui tremendamente familiare. Il suo cuore, già agitato per quel combattimento, sembrò quasi bloccarsi.

«Senz'abba is frores morit in s'agonia...»

Era la lingua più antica di Khaenri'ah.

In quegli anni si era abituato a scorgerne solo pochi accenni, lasciti di un passato lontano e quasi perduto, ma quello pronunciato dallo stregone era la lingua più antica, quella più misteriosa e smarrita.

Kaeya comprendeva quelle parole solo per assonanza con quella più ‘parlata’, e non si sarebbe mai aspettato di sentirla pronunciata con quel suono così stridente e sgradevole.

Fu proprio quel momento di stupore a farlo esitare e a permettere all'Abyss Mages di colpirlo in pieno petto con un raggio di magia.

Venne sbalzato all'indietro di qualche metro, finendo per terra in un gemito di dolore per la botta appena ricevuta. Imprecò mentalmente per essersi lasciato distrarre in quel modo, e ignorando il dolore e la magia che si stava irradiando in tutto il suo corpo si rialzò in piedi, pronto a lanciarsi in un altro attacco, con il ghiaccio della sua Vision che vorticava attorno a sé.

«Vai Jumpty Dumpty!»

Una nuova voce, infantile e tremendamente familiare, giunse dalle spalle di Kaeya accompagnata da un'esplosione che rimbombò con forza in tutta la sala. Kaeya rimase bloccato sul posto per lo stupore e il Mage, colpito in pieno dal Jumpty Dumpty cadde per terra, contorcendosi per il dolore e per le fiamme che avevano iniziato a divorarlo.

Kaeya sbatté più volte gli occhi, sinceramente sorpreso, e voltandosi verso l'ingresso della sala riuscì a scorgere subito la minuta figura di Klee. In viso aveva un'espressione preoccupata, mista alla colpevolezza, e quando i loro sguardi si incrociarono la bambina tentò inutilmente di nascondersi dietro la parete in pietra.

Aveva disubbidito e se da una parte Kaeya si sentiva arrabbiato per quella mancanza di disciplina, il debole che aveva per quella bambina lo portò quasi subito a perdonarla. In fondo Klee era una bambina, e non si poteva realmente pretendere una totale obbedienza.

Sospirò, decidendo di lasciar perdere per qualche momento la ramanzina che avrebbe dovuto fare a Klee, per avvicinarsi invece all'Abyss Mage che aveva smesso di rotolare per terra. Puzzava di erba bruciata, e accanto a lui giaceva il ramo strappato alla Door of Resurrection che brillava come se fosse ancora carico di magia. Lo stregone era ormai in fin di vita, e con i suoi ultimi rantoli stava continuando quella sorta di poesia tanto familiare alle orecchie di Kaeya.

«Ti calent... lampos e tronos… M-malarittu... tui non b-bias mai... s'amori frorias...»

Le ultime parole si spensero in un basso lamento che decretò la morte dell'essere. Alla fine non era riuscito ad interrogarlo ma in un certo qual modo Kaeya sapeva che non se ne sarebbe andato a mani vuote da quello scontro. Perché non solo gli Abyss Mages Dendro si stavano avvicinando a Mondstadt, segno delle macchinazioni sempre più complesse dell'Abyss Order, ma sembravano anche essere interessati alle Doors of Resurrection e al loro potere mistico.

Si toccò il petto, dove era stato colpito dall'attacco dello stregone, quasi senza pensarci. Non avvertiva dolore ma solo un leggero intorpidimento, accompagnato da un vago sentimento di apprensione legato alle parole dell'Abyss Mage.

Gli sembrava di conoscere quella poesia, ma era anche probabile che fosse solo a causa della familiarità che aveva provato nel sentire la lingua di Khaenri'ah dopo così tanti tempo. Ripeté mentalmente quei versi, trovandoli strani ma altrettanto intriganti, e ciò che non capiva era il perché il Mage avesse deciso di pronunciare quelle frasi proprio in quel momento.

Poteva essere un caso, un modo per prenderlo in giro o per non fargli notare qualche altro dettaglio di vitale importanza... poteva essere tutto e niente, e Kaeya detestava quell'incertezza.

Sospirò e scosse il capo, tentando di ragionare più a mente lucida. Le informazioni che aveva raccolto, sfortunatamente, non avevano aggiunto niente alla figura del Principe, e l'unica cosa che poteva portare via con sé da quella missione era proprio il ramo strappato dall'Abyss Mage.

Lo raccolse con attenzione, rigirandolo con sospetto tra le mani. Brillava ancora ma in modo più fioco, come se stesse ormai perdendo la sua magia. Non avvertiva nessuna 'intenzione maligna' provenire da quell'oggetto, ma non poteva esserne certo. Però conosceva qualcuno che sarebbe stato parecchio interessato a farci degli esperimenti e ad analizzarlo.

«Kaeya-gege?», la vocina timida di Klee lo riscosse, spingendolo a mettere via momentaneamente quel ramo nel suo Dimensional Storage e ad accantonare i suoi ragionamenti.

Si voltò verso la bambina, rimasta semi nascosta vicino al muro, e Kaeya si ritrovò costretto ad assumere un'espressione ancor più seria. Il pericolo era passato e aveva davvero bisogno di riprendere Klee per il suo comportamento.

«Cosa dovevi fare?», le domandò senza troppi giri di parole. Non l'avrebbe sgridata né l'avrebbe spedita in punizione come era solita fare Jean, ma avrebbe cercato di farle capire che quello che aveva fatto era sbagliato. L'avrebbe fatta ragionare, perché Klee era una bambina intelligente ed era certo che avrebbe capito se le avesse spiegato la situazione. D'altro canto si prendevano più mosche con una goccia di miele che con un barile d'aceto.

Klee si nascose di nuovo dietro l'arco in pietra, pigolando un: «Far esplodere i cattivoni...»

«E poi?», insistette Kaeya, raggiungendola e fermandosi davanti a lei con le braccia incrociate al petto.

«... aspettare Kaeya-gege senza venire qui», mormorò la bambina con tono colpevole e il capo basso. Era positivo il fatto che avesse recepito gli ordini, un po' meno il fatto che li avesse infranti volontariamente.

«E tu cosa hai fatto?»

«Non ho aspettato...», ammise Klee, «ma… ma non tornavi più e avevo paura che ti fosse successo qualcosa! E sei stato colpito! E dovevo far esplodere Mr Broccoli!», aggiunse la bambina rapida, alzando il capo in un moto di coraggio per tentare di difendere la sua scelta, che dal suo punto di vista doveva esserle sembrata la cosa più giusta da fare.

Aveva le orecchie basse e gli occhi quasi sgranati, con un piccolo accenno di lacrime sugli angoli, e Kaeya non riuscì più a mantenere quel cipiglio serio. Sapeva quanto Klee fosse sensibile e quanto detestasse far arrabbiare o preoccupare le persone a lei care, e doveva davvero averla fatta spaventare per averla spinta ad agire in quel modo… inoltre quel Tempio non era di certo un posto adatto a una bambina. Di conseguenza si inginocchiò per essere alla sua altezza e guardarla in viso con un piccolo sorriso.

«Mi dispiace averti fatta preoccupare Klee. Però se ti avevo detto di non venire qui c’era un motivo ben preciso, e volevo proteggerti», le spiegò con calma, «cosa sarebbe successo se Mr Broccoli ti avesse attaccata? Ti saresti potuta fare molto male ed io mi sarei spaventato tantissimo».

Klee si imbronciò ed abbassò di nuovo la testa sussurrando: «Scusa, Kaeya-gege...», carico di consapevolezza. Kaeya allora riprese a parlare, prendendola in braccio per rassicurarla e stringerla in un abbraccio.

«La prossima volta cerca di obbedire agli ordini, d'accordo?», le baciò la fronte con dolcezza. La bambina lo abbracciò a sua volta, annuendo ed affondando il viso nella pelliccia che copriva la spalla destra di Kaeya.

«E comunque... è stata una bella mossa, complimenti», aggiunse a quel punto Kaeya per cercare di risollevarle il morale cosa che, effettivamente, funzionò subito. Klee infatti sembrò ritrovare un po' della sua naturale luce, e sollevando il capo gli rivolse un sorrisetto, mostrandosi particolarmente fiera per quel complimento.

Kaeya le pizzicó allora il naso con fare affettuoso, rincuorato dal suo sorriso.

Era come un piccolo raggio di sole, che aiutò Kaeya a dimenticare quel leggero intorpidimento che continuava a sentire all’altezza del petto.




Note Finali:

- La poesia/filastrocca pronunciata dall'Abyss Mage è in sardo, ed è stata inventata da me e dalla mia migliore amica.
Inizialmente volevo che il linguaggio di Khaenri'ah fosse latino, ma mi sono ricordata il motto dell'Adventurers’ Guild e mi sono detta: “Kaeya non resterebbe sorpreso nel sentirlo”.
Di conseguenza, scherzando su questo argomento con due amiche (Sil e Alasse) ho detto: "Maaaa se il linguaggio di Khaenri'ah fosse il sardo?"... e da lì le cose sono esplose X°D
Per citare la wiki: [La lingua sarda] è classificata come lingua romanza occidentale o insulare e viene considerata da molti studiosi la più conservativa delle lingue derivanti dal latino.
Poi... abbiamo unito la nostra headcanon che vede Khaenri'ah come Atlantide, e visto che si dice che la Sardegna sia la verda Atlantide ci siamo lasciate davvero trasportare (Inoltre gli Abyss Mages somigliano ai Mamuthones).
Ecco qui la traduzione della frase dell'Abyss Mage:

Senz'abba is frores morit in s'agonia (Senz'acqua i fuori muoiono agonizzanti)
Ti calent lampos e tronos (scendano su di te lampi e tuoni)
Malarittu, tui non biasa mai s'amori froria (maledetto, tu non vedrai mai l'amore fiorire)

Altra piccola precisazione: io e la mia amica abbiamo preso più dialetti della lingua sarda per formare queste frasi. Perché anche se abitiamo vicinissime ci siamo rese conto che molte parole venivano pronunciate in modo diverso (proprio a distanza di pochi chilometri). Quindi ci siamo prese questa "licenza poetica" LOL

- Riguardo il Dimensional Storage. Si tratta di un tropes presente in molti giochi, in questo caso funziona grazie alle Vision. Sembra infatti che solo i Vision Users siano in grado di evocare armi e oggetti, mentre i Cavalieri di Favoiuns e i Millelith le hanno chiaramente visibili.



Anteprima del prossimo capitolo:
Uscì dal Quartier Generale, venendo accolto dall’aria fresca del pomeriggio ormai inoltrato. Si sarebbe volentieri diretto verso il suo appartamento, ma era sabato e sapeva che quello era il giorno nel quale Diluc dava il giorno libero a Charles al bancone dell'Angel's Share.



Alla prossima!





   
 
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