Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AlfoPec95    19/05/2021    2 recensioni
Eren ha mostrato le sue reali intenzioni ad Armin ed è pronto a rispedirlo nel mondo reale cancellandone i ricordi... Ma il comandante della Legione Esplorativa, stavolta, cambierà il suo destino...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Mikasa Ackerman, Ymir
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a Katusha per avermi ispirato con una fanart e

per avermi incitato a scrivere questa mia prima FF romantica

 

 

-''Armin, è giunto il momento di cancellare i tuoi ricordi: da adesso in poi io e te combatteremo per ucciderci l'un l'altro, ma quando tutto questo sarà finito dovresti essere in grado di ricordare tutto''.-

 

-''Eren, grazie per essere diventato un mostro genocida... Ti giuro che tutto questo non sarà sprecato''-

 

Già, eppure nella mente del quindicesimo comandante della Legione Esplorativa balenavano continuamente gli stessi pensieri rimuginanti: quell'uomo, anzi, il suo migliore amico si era fatto carico del destino di tutti sacrificando però, oltre ai propri sentimenti, anche quelli di un'altra persona.

 

Lo doveva a entrambi per tutte le volte che gli avevano salvato la vita, per tutte le volte che avevano creduto in lui sfidando tutto e tutti; non avrebbe permesso di ripetere ancora quel loop, non senza fare il possibile per vederli parlare un'ultima volta, non senza fare il possibile affinchè quei due si dicessero una volta per tutte quanto fossero imprescindibili per l'altro.

 

-''Questa volta no!''- l'urlo di Armin sorprese Eren seduto sul bagnasciuga, facendolo desistere dall'utilizzare il potere del Fondatore; lì, dove tempo e spazio coesistono in un'unica epoca che comprende passato, presente e futuro, Armin aveva lasciato un sentiero di impronte che la ragazza avrebbe seguito per giungere fino a lì, incontro al suo destino.

 

-''Armin, cosa...?''- la domanda di Eren rimase strozzata tra le sue corde vocali quando, girando di scatto la testa, lo stupore si impadronì del suo essere.

 

Era lei! Lei, proprio lei, quella ragazza che per più di dieci anni era stata al suo fianco senza mai lamentarsi, a prescindere dalle circostanze.

 

Seduti fianco a fianco, i due non osavano guardarsi nascondendosi dietro le gote rosse e gli sguardi bassi, ma potevano percepire tutto dell'altro; le lacrime di lei si impastavano con la sabbia e si confondevano con le onde che si infrangevano sulla riva bagnandole i piedi e facendola sussultare come la prima volta che vide il mare.

 

-''Mikasa...''- la voce rotta di Eren celava malamente il crollo emotivo patito poco prima, o forse molto tempo fa, non sapevo dirlo lì nella Coordinata; l'unica certezza era averla con sé anche in quel luogo sperduto, e quell'ultima occasione non andava né sprecata né sacrificata.

 

Prima che qualcuno potesse proferire parola, una misteriosa figura fanciullesca proiettò una serie di immagini: erano ricordi!

Il loro primo incontro, il risveglio dei poteri Ackerman, la sciarpa...

 

Già, proprio lei! Quel pezzo di stoffa amaranto che aveva cinto il suo collo per più di un decennio almeno fino al giorno prima, quando l'aveva lasciata sul tavolo e l'aveva ritrovata tra le mani morenti di Louise.

Quel pezzo di stoffa era l'incarnazione di quel legame di difficile comprensione per tutti, specialmente per loro stessi; le aveva trasmesso forza quando si era lasciata andare allo sconforto per la notizia della morte di Eren, e in essa aveva potuto abbandonarsi quando lo aveva visto uscire vivo da quel gigante: non si spaventò davanti a quella doppia natura, lo amava senza vincoli e lo avrebbe dimostrato tagliando le carni di quei gendarmi, se fosse stato necessario; no, nemmeno quel pugno istintivo che avrebbe potuto spiaccicarla come una formica era sufficiente a farla allontanare da lui!

.

E poi quel giorno, assistendo impotenti alla morte di Hannes tra le fauci di quel gigante che li aveva privati dell'amore incondizionato di Carla, lo aveva ringraziato per averla avvolta in quella sciarpa; stava per coronare quel sogno di una vita, ma la sua garra lo aveva spinto a rialzarsi schivando quel bacio, non senza prima rinnovarle il proprio amore tramite la promessa di cingerle quella sciarpa ogni volta che avesse voluto.

 

Nemmeno il mostro che aveva visto a Liberio l'avrebbe allontanata da lui, nonostante la delusione di vederlo massacrare svariati innocenti e bambini; era spuntata dal nulla facendo saltare la collottola del gigante Martello, poi aveva reciso le gambe del gigante Mascella giocando un ruolo decisivo nell'acquisizione del primo.

 

Aveva persino attaccato Armin, nonostante lui l'avesse ferita nell'anima; non poteva saperlo, ma quelle lacrime amare che solcavano le sue guance avevano fatto piangere lacrime di sangue al cuore di Eren.

 

Se solo avesse capito lì, a Marley, davanti a quella tenda di profughi durante la prima avanscoperta sul continente, avrebbe risposto in modo diverso a quella domanda e i due avrebbero potuto vivere chissà dove fino alla morte del suo amato.

 

-''Ti amo, Mikasa...''- le parole di Eren furono devastanti e improvvise come l'esplosione di una lancia fulmine, facendola sobbalzare in preda a un rossore in volto nettamente superiore a quel tramonto durante la costruzione dei binari... In quel momento lei si era immediatamente offerta di ereditare il suo potere, ma il suo unico reale desiderio era averlo in lei per altri tredici anni, portandone avanti l'esistenza e spegnendola serenamente per poter rivederlo ancora.

 

Avrebbe voluto chiedergli il perchè di quelle parole, ma lui sembrava averla anticipata leggendone i pensieri: -''Mikasa, ti chiedo scusa; finora ho continuato ad avanzare caricandomi tutto sulle spalle affinchè viviate a lungo e felici, senza però riuscirci; per arrivare a questo istante ho dovuto sacrificare Sasha e Hanji, ferire Armin, mutilare il capitano, titanizzare Jean e Connie ma, soprattutto, farti del male sacrificando i nostri sentimenti. Non meritavi questo, e non ti chiedo di perdonarmi... Sappi solo che, ovunque sarò, continuerò ad amarti anche se vorrei tu mi dimenticassi''-.

 

Dirle queste parole gli lacerava lo spirito e ne ardeva i brandelli, ma non avrebbe mai potuto chiederle di non trovare un altro uomo; la sua serenità era la sua priorità e il suo più grande desiderio e, anche se doloroso, non le avrebbe rubato altra felicità dopo tutta la sofferenza che le aveva inferto.

 

-''Eren, a me basta questo... Ogni singolo momento, ogni singola parola che ho vissuto con te è il regalo più grande che potessi farmi... Non mi importa se hai detto di odiarmi da sempre, perchè i tuoi gesti durante la nostra vita hanno sempre raccontato tutt'altro: quando eri ferito a letto, dopo la battaglia con Annie a Stohess, ti eri preoccupato per la mia mancanza di riposo nonostante le tue condizioni... Sei stato davvero premuroso quella volta, e questo vale più di qualsiasi frase offensiva... Se quelle parole serviranno a salvare il mondo potrai dirmele ogni volta che vorrai, e ogni volta che vorrai ti dirò che ti amo... Ti am...!''- non riuscì a terminare la frase perchè Eren le si era avvicinato cingendole le spalle con un braccio e le gambe con l'altro, coronando con un bacio quella dichiarazione che, tra i movimenti delle lingue e i morsi sulle labbra, stava sempre più acquisendo il sapore dell'addio.

 

Non c'era niente al mondo che avesse un sapore buono la metà di quanto lo avessero le rispettive labbra, ma anche in una dimensione dove il tempo e lo spazio non scorrono non c'è istante che possa congelarsi nel tempo e durare in eterno; sotto lo sguardo sorridente di Armin e quello commosso di Ymir, Eren decise di utilizzare ancora una volta quel potere: avrebbe portato Mikasa a quel momento su Marley, quando le chiese se per lei fosse famiglia o altro, e le avrebbe dato la possibilità di rispondere diversamente.

 

Sarebbero scappati via, rifugiandosi tra chissà quali montagne e lasciando gli altri al proprio destino, vivendo insieme quella vita sempre desiderata in qualche posto dove stare in pace prima che le cose cambiassero e perdessero il loro sogno in quel disastro...

 

Avrebbero vissuto insieme, fino al momento in cui lei avrebbe messo la parola fine a duemila anni di storia recidendo, in un atto di supremo amore, la testa dell'unica persona che avesse mai amato davvero... Perchè in fondo il mondo è un posto crudele ma bellissimo e, anche tra tutta quella sofferenza e tutte quelle morti, alla fine l'amore trova sempre il modo di sopravvivere alla storia.

 

   
 
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